tag:blogger.com,1999:blog-41591984376417780952024-03-13T07:59:32.301-07:00 L'amministrativista 2.0Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.comBlogger794125tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-55316271526958864472016-11-09T02:37:00.004-08:002016-11-09T02:37:45.972-08:00RECENSIONI: "Guerra o Diritto?" del Prof. Renato Federici (prefazione di Gabriele Pepe).<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>RECENSIONI: </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #7f6000;">"Guerra o Diritto?"</span> </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>del Prof. Renato Federici </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>(prefazione di Gabriele Pepe)</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi42NYOTw1EBIcC1rG0E3vI6QznYo5gmgZvlfB_5rFxlJx0-LJ1keOBn1Ml6-M4Cab2lMH1_qLJRCofHz4CGvfiX99EmGhaXkSPSbitsiICIQzon9pQhVJUP3niGM2ORkMBXRpuvyNLibT2/s1600/art_5767_1_PABLO-PICASSO-PEACE.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi42NYOTw1EBIcC1rG0E3vI6QznYo5gmgZvlfB_5rFxlJx0-LJ1keOBn1Ml6-M4Cab2lMH1_qLJRCofHz4CGvfiX99EmGhaXkSPSbitsiICIQzon9pQhVJUP3niGM2ORkMBXRpuvyNLibT2/s400/art_5767_1_PABLO-PICASSO-PEACE.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dopo un lungo silenzio, pubblico volentieri sul blog la <b><span style="color: #0b5394;">recensione</span></b> del mio Collega ed amico <b>Gabriele Pepe</b> - che è <span style="text-align: center; text-indent: 15.1333px;">Ricercatore di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi - al volume "<b><span style="color: #990000;">Guerra o Diritto?</span></b>" del <b>Prof. Renato Federico.</b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">* * *</span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">"L’arte
della guerra e l’arte giuridica appartengono allo strumentario da lavoro delle
caste e dei popoli dominanti. Del resto, la superiore capacità giuridica e
l’abilità bellica rappresentano i tratti distintivi delle categorie più forti.
Le classi e i popoli dominanti hanno, per l’appunto, a disposizione strumenti
in grado di imporre le proprie scelte sociali, politiche ed economiche sia
all’interno sia all’esterno della comunità di appartenenza. Le caste dominanti,
nel perseguire tale obiettivo, si avvalgono di due officine, l’una per la
produzione di mezzi giuridici e l’altra per forgiare mezzi bellici; una per usi
pacifici, l’altra per usi violenti; una per gli utilizzi quotidiani, l’altra
per quelli eccezionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
guerra e il diritto sono, quindi, per l’Autore i due mezzi operativi delle
classi dominanti, tra loro alternativi, come il giorno e la notte. Si tratta di
una tesi del tutto nuova. Entrambi i meccanismi rappresentano forme di continuazione
della politica: il diritto è la continuazione della politica con mezzi leciti
ed appropriati, mentre la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi
secondo il noto insegnamento di von Clausewitz. Se si cerca un antesignano dell’Autore
lo si ritrova, per l’appunto, in von Clausewitz e prima di lui in Cicerone,
Sofocle, Platone, Hobbes, Rousseau, Kant e Marx. Tuttavia, nessuno di questi studiosi
era stato così esplicito e puntuale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per
l’Autore la funzione del diritto è quella di prevenire e risolvere le
controversie: prevenire con il diritto sostanziale e risolvere con il diritto
processuale. Quando il diritto fallisce quale criterio di prevenzione delle
dispute ad esso subentra il criterio alternativo del ricorso al conflitto
armato tra parti avverse (ad es. tra Stati, fazioni, singoli etc..). Ciascun
belligerante, ritenendo di avere ragione, non accetta giudizi di terzi o
accordi ma pretende di imporre la propria volontà con la forza delle armi.
Allora è guerra, ribellione, rivoluzione ma non è diritto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L’originale
tesi sulla alternatività tra guerra e diritto trova, tuttavia, un serio ostacolo
nella esistenza del c.d. diritto bellico che, viceversa, postula la compresenza
di ambo i fenomeni. Un concetto tradizionalmente dato per pacifico che viene
messo in discussione dall’Autore attraverso la demolizione dei suoi tre
pilastri fondativi: lo <i>jus ad bellum</i>,
lo <i>jus in bello</i> e lo <i>jus post bellum</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo
<i>jus ad bellum</i> affonda le sue radici nei
riti sacrali della storia di Roma, riti poi ripresi nelle guerre di religione dei
secoli XVI e XVII per distinguere gli atti di guerra dai comportamenti dei
briganti e dei pirati. Era, infatti, convincimento diffuso che attraverso
alcune procedure si potesse trasformare la guerra da feroce mezzo di offesa in legittimo
strumento di giustizia. Nacque, così, l’equivoco legato ai concetti di guerra
giusta e di guerra legittimamente posta in essere nell’osservanza di procedure
legali e/o sacrali. Su tale equivoco venne costruita, a partire dal Medioevo,
la tesi dell’esistenza di un diritto bellico. Gli istituti su cui
tradizionalmente si fondava lo <i>jus ad
bellum</i> erano <i>l’ultimatum</i> e la
dichiarazione di guerra. Colui che decideva di aggredire uno Stato o un popolo
doveva far precedere la dichiarazione di guerra dalla richiesta di riparazioni
per l’affronto lamentato; solo a seguito di rifiuto alla domanda di
risarcimento, si poteva dichiarare guerra e combattere. Tale meccanismo è
venuto meno con l’avvento, nel 1945, delle Nazioni Unite che vietarono la
guerra di aggressione considerandola un delitto nei confronti della Comunità
Internazionale. Si credeva ingenuamente che senza aggressori non vi sarebbero
state guerre. In realtà, dopo il 1945, vi furono molte guerre nel mondo, con la
differenza che i nuovi conflitti, rispetto ai precedenti, non venivano
dichiarati né erano preceduti da alcun <i>ultimatum</i>.
Infatti, i contendenti erano soliti accusare i nemici di aggressione, ed in
quanto aggrediti, si consideravano legittimati a difendersi dall’illecita
prevaricazione dell’avversario. L’Autore dimostra, così, come il primo pilastro
del diritto bellico risulti oggi crollato e superato dalla storia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Venendo
al secondo pilastro, costituito dallo <i>jus
in bello</i>, va detto come esso raggruppi l’insieme delle regole da osservare
durante i conflitti armati. Alcune di queste sono in uso da tempo, come le
regole sulla separazione tra civili e combattenti; altre sono state codificate
nei Trattati internazionali a partire dalla seconda metà del secolo XIX, quando
iniziò ad affermarsi il c.d. diritto umanitario in tempo di guerra. Tale
fenomeno si accompagnò alla nascita della Croce Rossa Internazionale, una
associazione umanitaria deputata al soccorso dei feriti e dei prigionieri. A
riguardo l’Autore si domanda se le regole da rispettare durante i conflitti
armati abbiano carattere bellico o umanitario. Il diritto bellico si occuperebbe
dei conflitti armati nella loro interezza, non altrettanto pretende di fare il
diritto umanitario che, persegue il diverso obiettivo di mitigare e lenire gli
aspetti più atroci del conflitto, non preoccupandosi di disciplinare lo scontro
secondo regole simili ad un torneo o ad un duello. Le poche regole previste in
tempo di guerra sono esclusivamente quelle a carattere umanitario (non uccidere
i prigionieri e non ridurli in schiavitù, soccorrere i feriti, separare i
civili dai combattenti, non utilizzare armi proibite <i>etc</i>..). Altre regole giuridiche non ve ne sono. La guerra, infatti,
è una vicenda che il diritto non può regolare, in quanto si fonda su rapporti
di forza, per natura insofferenti a qualsivoglia disciplina giuridica. Pertanto,
lo <i>jus in bello</i> non è ammissibile,
trovando viceversa applicazione nel corso dei conflitti le sole regole del diritto
umanitario volte a regolare non già il conflitto <i>ex se</i>, ma talune sue appendici secondarie. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il
terzo pilastro, oggetto di confutazione, è lo <i>jus post bellum</i>. È opinione diffusa che la guerra crei il diritto
che si stabilirà al termine del conflitto. L’Autore contesta tale assunto
reputandolo erroneo in quanto, a ben vedere, il diritto non può mai essere frutto
del non diritto. La guerra inizia quando le parti in conflitto non vogliono intavolare
rapporti giuridici (o questi sono falliti), mentre si conclude con la vittoria
dell’uno sull’altro oppure con un reciproco accordo circa il ritorno a metodi giuridici;
in quest’ultimo caso si avviano, di solito, trattative che si concludono con la
firma di un Trattato di Pace. Non esistono per l’Autore regole giuridiche che
nascono dalla guerra. Il diritto segna una netta discontinuità con il conflitto
precedente. È il ripristino dell’ordine sul caos, della luce sulle tenebre,
delle regole giuridiche sui rapporti di forza. Il diritto è, quindi, autonomo sia
dalla guerra sia della forza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Le
argomentazioni illustrate sono riuscite, così, a demolire i tre pilastri del diritto
bellico, confermando la validità della tesi sulla alternatività tra guerra e
diritto. Il volume è apprezzabile, poi, per la chiarezza espositiva, il rigore
metodologico e l’approccio interdisciplinare. L’analisi ricostruttiva compiuta dall’Autore
si rivela, infine, di palpitante attualità nell’odierno scenario mondiale caratterizzato
dalle guerre di religione e dal terrorismo internazionale".<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify; text-indent: 11.35pt;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i>Gabriele Pepe</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ricercatore di Diritto Amministrativo presso
l’Università degli Studi Guglielmo Marconi</span><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div align="center" class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: center; text-indent: 11.35pt;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-12103720150934308722016-05-31T01:29:00.002-07:002016-05-31T01:29:18.151-07:00CORTE DI GIUSTIZIA & APPALTI: sull'ammissibilità ed i limiti della modifica soggettiva di un A.T.I. "per riductionem" nella fase procedimentale (Corte di Giustizia, Grande Sezione, 24 maggio 2016, C‑396/14). <div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>CORTE DI GIUSTIZIA & APPALTI: </b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sull'ammissibilità ed i limiti </b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>della modifica soggettiva di un A.T.I. </b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #7f6000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>"per riductionem" </b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>nella fase procedimentale </b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(Corte di Giustizia, Grande Sezione, </b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>24 maggio 2016, C‑396/14)</b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: #333333; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8ZXRbqWmmraK1iNhQUovnbfb04rBEpvfh8jOuiJhFx4rduRPr4oQm2iNszqvxeRXNcOhGUq2cxiGVl4B6J8wK__mugyKB3afo_W7JVZcLrLHVk_mht9CyIqD0qNKi51180LeSzEqGekEG/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8ZXRbqWmmraK1iNhQUovnbfb04rBEpvfh8jOuiJhFx4rduRPr4oQm2iNszqvxeRXNcOhGUq2cxiGVl4B6J8wK__mugyKB3afo_W7JVZcLrLHVk_mht9CyIqD0qNKi51180LeSzEqGekEG/s320/images.jpg" width="318" /></a></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;">Oramai il <i>benchmark</i> è la <i>Home </i>del sito della "Giustizia Amministrativa".</span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;">Le principali sentenze (ed i principali atti consultivi) "passano" oramai da qui, e non si può che ammettere che il servizio è davvero di ottimo livello (sta facendo, fuor di metafora, <i>dumping </i>rispetto ai siti aggiornamento a pagamento!).</span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Se non ci si vuole limitare a dire sempre "<i>relata refero</i>", bisogna quindi vieppiù approcciarsi alla giurisprudenza in maniera critica ed in direzione propositiva (ricostruttiva, d'approfondimenti, di confronto con la dottrina, di correlazione in senso lato). </span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E questo vale, credo, anche per la più generale attività che l'avvocato amministrativista è chiamato ogni giorno a svolgere.</span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Principio di diritto</b></span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; text-align: justify;"><br /></span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; text-align: justify;">Il principio di parità di trattamento degli operatori economici, di cui all’articolo 10 della direttiva 2004/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali, in combinato disposto con l’articolo 51 della medesima, deve essere interpretato nel senso che un ente aggiudicatore non viola tale principio se autorizza uno dei due operatori economici che facevano parte di un raggruppamento di imprese invitato, in quanto tale, da siffatto ente a presentare un’offerta, a subentrare a tale raggruppamento in seguito allo scioglimento del medesimo e a partecipare, in nome proprio, a una procedura negoziata di aggiudicazione di un appalto pubblico, purché sia dimostrato, da un lato, che tale operatore economico soddisfa da solo i requisiti definiti dall’ente di cui trattasi e, dall’altro, che la continuazione della sua partecipazione a tale procedura non comporta un deterioramento della situazione degli altri offerenti sotto il profilo della concorrenza</span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; text-align: justify;">.</span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: left;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Sentenza per esteso</b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>SENTENZA DELLA CORTE (Grande
Sezione)<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>24 maggio 2016</b> (<a href="https://www.blogger.com/null" name="Footref*" style="cursor: pointer;"></a><a href="http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf;jsessionid=9ea7d0f130d580f9a43dc0894fba82838de729de671e.e34KaxiLc3eQc40LaxqMbN4OchyNe0?text=&docid=178581&pageIndex=0&doclang=IT&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=285087#Footnote*"><span style="text-decoration: none;">*</span></a>)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c71indicateur" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="c71indicateur" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«<i>Rinvio pregiudiziale – Articolo
267 TFUE – Competenza della Corte – Qualità di giurisdizione
dell’organo remittente – Appalto pubblico nel settore delle infrastrutture
ferroviarie – Procedura negoziata – Direttiva 2004/17/CE –
Articolo 10 – Articolo 51, paragrafo 3 – Principio di parità di
trattamento degli offerenti – Raggruppamento composto da due società e
ammesso come offerente – Offerta presentata da una delle due società, in
nome proprio, in quanto l’altra società è stata dichiarata fallita –
Società considerata idonea ad essere ammessa, da sola, come offerente –
Aggiudicazione dell’appalto a tale società</i>»<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nella causa <b>C‑396/14</b>,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">avente ad oggetto la domanda di pronuncia
pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal
Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici,
Danimarca), con decisione del 18 agosto 2014, pervenuta in cancelleria il 20
agosto 2014, nel procedimento<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span lang="EN-US" style="line-height: 150%;">MT Højgaard A/S,</span><span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span lang="EN-US" style="line-height: 150%;">Züblin A/S</span><span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Banedanmark,</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="c19centre" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>LA CORTE (Grande Sezione),</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">composta da K. Lenaerts, presidente,
A. Tizzano, vicepresidente, R. Silva de Lapuerta, M. Ilešič,
J.L. da Cruz Vilaça e A. Arabadjiev, presidenti di sezione, E. Juhász
(relatore), A. Borg Barthet, J. Malenovský, E. Levits,
J.-C. Bonichot, C.G. Fernlund e C. Vajda, giudici,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">avvocato generale: P. Mengozzi<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">cancelliere: I. Illéssy, amministratore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">vista la fase scritta del procedimento e in
seguito all’udienza dell’8 settembre 2015,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">considerate le osservazioni presentate:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c03tiretlong" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">– per
la MT Højgaard A/S e la Züblin A/S, da T. Høg, advokat;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c03tiretlong" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">– per
il governo danese, da C. Thorning, in qualità di agente, assistito da
R. Holdgaard, advokat;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c03tiretlong" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">– per
la Commissione europea, da L. Grønfeldt, M. Clausen e A. Tokár
in qualità di agenti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sentite le conclusioni dell’avvocato generale,
presentate all’udienza del 25 novembre 2015,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la seguente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="c75debutdesmotifs" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Sentenza</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point1" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">1</span></a><span style="line-height: 150%;"> La domanda di
pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione del principio di parità di
trattamento degli operatori economici, di cui all’articolo 10 della direttiva
2004/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, che
coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia,
degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali (GU 2004,
L 134, pag. 1), in combinato disposto con l’articolo 51 di predetta
direttiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point2" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">2</span></a><span style="line-height: 150%;"> Tale domanda è
stata presentata nell’ambito di una controversia che contrappone la MT Højgaard
A/S e la Züblin A/S alla Banedanmark, gestore delle infrastrutture ferroviarie
in Danimarca, in merito alla regolare aggiudicazione di un appalto pubblico da
parte di quest’ultima, quale ente aggiudicatore, alla Per Aarsleff A/S.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c04titre1" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Contesto
normativo<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c05titre2" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Diritto dell’Unione<o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point3" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">3</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il considerando
9 della direttiva 2004/17 recita:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«Al fine di assicurare l’apertura alla
concorrenza degli appalti pubblici di enti che operano nei settori dell’acqua,
dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali è opportuno stabilire
disposizioni di coordinamento comunitario per gli appalti con valore superiore
ad una certa soglia. Tale coordinamento è fondato sui requisiti desumibili
dagli articoli 14, 28 e 49 del trattato CE e dall’articolo 97 del trattato
Euratom, vale a dire il principio di parità di trattamento, di cui il principio
di non discriminazione non è che una particolare espressione, il principio di
mutuo riconoscimento, il principio di proporzionalità, nonché il principio di
trasparenza. In considerazione della natura dei settori interessati da tale
coordinamento, quest’ultimo, pur continuando a salvaguardare l’applicazione di
detti principi, dovrebbe istituire un quadro per pratiche commerciali leali e
permettere la massima flessibilità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(...)».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point4" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">4</span></a><span style="line-height: 150%;"> L’articolo 10
della direttiva in parola, intitolato «Principi per l’aggiudicazione degli
appalti», così dispone:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«Gli enti aggiudicatori trattano gli operatori
economici su un piano di parità e in modo non discriminatorio e agiscono con
trasparenza».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point5" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">5</span></a><span style="line-height: 150%;"> L’articolo 11
della suddetta direttiva, intitolato «Operatori economici», al suo paragrafo 2
prevede quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«I raggruppamenti di operatori economici sono
autorizzati a presentare offerte o a candidarsi. Ai fini della presentazione di
un’offerta o di una domanda di partecipazione gli enti aggiudicatori non
possono esigere che i raggruppamenti di operatori economici abbiano una forma
giuridica specifica; tuttavia al raggruppamento selezionato può essere imposto
di assumere una forma giuridica specifica una volta che gli sia stato
aggiudicato l’appalto, qualora la trasformazione sia necessaria per la buona
esecuzione dell’appalto».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point6" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">6</span></a><span style="line-height: 150%;"> Quale parte del
capo VII della medesima direttiva, l’articolo 51, intitolato «Disposizioni
generali», sancisce:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«1. Ai fini
della selezione dei partecipanti alle procedure di aggiudicazione degli
appalti, gli enti aggiudicatori:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c09marge0avecretrait" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) se
hanno stabilito norme e criteri di esclusione degli offerenti o candidati ai
sensi dell’articolo 54, paragrafi 1, 2 o 4, escludono gli operatori economici
in base a detti criteri;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c09marge0avecretrait" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) selezionano
gli offerenti e i candidati secondo le norme e i criteri oggettivi stabiliti in
base all’articolo 54;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c09marge0avecretrait" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) nelle
procedure ristrette e nelle procedure negoziate con indizione di gara riducono,
se del caso, il numero dei candidati selezionati in conformità delle lettere a)
e b) e applicando le disposizioni dell’articolo 54.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c09marge0avecretrait" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(...)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c09marge0avecretrait" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 2cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3. Gli
enti aggiudicatori verificano la conformità delle offerte presentate dagli
offerenti così selezionati alle norme e ai requisiti applicabili alle stesse e
aggiudicano l’appalto secondo i criteri di cui agli articoli 55 e 57».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point7" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">7</span></a><span style="line-height: 150%;"> Ai sensi
dell’articolo 54 della direttiva 2004/17, intitolato «Criteri di selezione
qualitativa»:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«1. Gli enti
aggiudicatori che fissano criteri di selezione in una procedura aperta, devono
farlo secondo regole e criteri oggettivi che vanno resi disponibili agli
operatori economici interessati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2. Gli enti
aggiudicatori che selezionano i candidati ad una procedura di appalto ristretta
o negoziata devono farlo secondo regole e criteri oggettivi da essi definiti
che vanno resi disponibili agli operatori economici interessati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3. Nel caso
delle procedure ristrette o negoziate, i criteri possono fondarsi sulla
necessità oggettiva, per l’ente aggiudicatore, di ridurre il numero dei
candidati a un livello che corrisponda a un giusto equilibrio tra
caratteristiche specifiche della procedura di appalto e i mezzi necessari alla
sua realizzazione. Il numero dei candidati prescelti tiene conto tuttavia
dell’esigenza di garantire un’adeguata concorrenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(...)».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c05titre2" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Diritto danese<o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point8" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">8</span></a><span style="line-height: 150%;"> L’articolo 2,
primo comma, della lov om visse erhvervsdrivende virksomheder (legge relativa a
determinate attività commerciali), pubblicata con il decreto di consolidamento
n. 1295 del 15 novembre 2013, contiene la seguente definizione, sancita in
conformità alla giurisprudenza e alla dottrina:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«Ai fini della presente legge, per “società in
nome collettivo” s’intende un’impresa in cui tutti i soci sono personalmente
responsabili, in solido e illimitatamente, per gli obblighi da essa assunti».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c04titre1" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Procedimento
principale e questione pregiudiziale<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point9" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">9</span></a><span style="line-height: 150%;"> Con bando
pubblicato nel gennaio 2013, la Banedanmark ha lanciato, ai sensi dell’articolo
47 della direttiva 2004/17, una procedura negoziata con previa indizione di
gara per l’aggiudicazione di un appalto pubblico riguardante la costruzione di
una nuova linea ferroviaria tra le città di Copenaghen e di Ringsted,
nell’ambito di un progetto denominato «TP 4 Urban Tunnels». Ai fini
dell’aggiudicazione dell’appalto, il criterio prescelto era quello dell’offerta
economicamente più vantaggiosa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point10" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">10</span></a><span style="line-height: 150%;"> In
base al bando di gara, la Banedanmark intendeva invitare da quattro a sei
candidati a presentare offerte e avrebbe eseguito una valutazione preliminare
qualora il numero di candidati fosse stato superiore a sei. Inoltre, dal
capitolato d’oneri emerge che la procedura avviata prevedeva che gli offerenti
sarebbero stati invitati a presentare tre offerte in successione nel corso
della procedura. Una trattativa avrebbe avuto luogo dopo la presentazione delle
prime due offerte e la terza e ultima doveva condurre all’aggiudicazione
dell’appalto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point11" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">11</span></a><span style="line-height: 150%;"> Cinque
operatori economici hanno presentato la propria candidatura nell’ambito della
preselezione. Tra di essi figurava il raggruppamento costituito dalla MT
Højgaard e dalla Züblin (in prosieguo: il «raggruppamento Højgaard e Züblin»)
nonché il raggruppamento costituito dalla Per Aarsleff e dalla E. Pihl og
Søn A/S (in prosieguo: il «raggruppamento Aarsleff e Pihl»). La Banedanmark ha
preselezionato tutti e cinque i candidati e li ha invitati a presentare offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point12" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">12</span></a><span style="line-height: 150%;"> Nel
giugno 2013 una delle imprese si è ritirata dalla procedura, cosicché sono
rimasti solo quattro offerenti preselezionati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point13" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">13</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il
contratto di costituzione del raggruppamento Aarsleff e Pihl è stato concluso
dalle due società il 26 agosto 2013. In pari data, il giudice competente ha
pronunciato una sentenza dichiarativa del fallimento della E. Pihl og Søn.
La Banedanmark ne è stata informata nel pomeriggio del medesimo giorno e ha
immediatamente consultato la Per Aarsleff in ordine all’impatto di tale
sentenza sulla procedura d’appalto in corso. Nonostante tale dichiarazione di
fallimento, il raggruppamento Aarsleff e Pihl ha presentato una prima offerta
il 27 agosto 2013, sottoscritta da entrambe le società, ma non dal curatore
fallimentare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point14" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">14</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il
15 ottobre 2013 la Banedanmark ha comunicato a tutti gli offerenti la propria
decisione di autorizzare la Per Aarsleff a continuare a partecipare da sola
alla procedura. La Banedanmark ha giustificato tale decisione adducendo che la
Per Aarsleff, che era il primo imprenditore in Danimarca in termini di
fatturato per gli anni 2012 e 2013, soddisfaceva i requisiti per partecipare
alla procedura negoziata anche senza le capacità tecniche e finanziarie della
E. Pihl og Søn. Inoltre, la Per Aarsleff avrebbe riassunto oltre cinquanta
dipendenti della E. Pihl og Søn, comprese alcune figure chiave per la
realizzazione del progetto di cui trattasi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point15" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">15</span></a><span style="line-height: 150%;"> La
Per Aarsleff ha presentato una seconda offerta in nome proprio, comunicando che
essa la presentava quale successore del raggruppamento Aarsleff e Pihl, che il
curatore fallimentare non aveva comunicato se intendeva proseguire il contratto
di raggruppamento e che, di conseguenza, la Per Aarsleff aveva risolto tale
contratto. Dopo aver valutato le seconde offerte ricevute, la Banedanmark ha
scelto, conformemente alle condizioni del bando di gara, di ammettere tre
offerte al fine di determinare quale di esse fosse economicamente la più
vantaggiosa e ha chiesto ai tre offerenti selezionati di presentare una terza e
ultima offerta. Tra di essi figurava la Per Aarsleff, nonché il raggruppamento
Højgaard e Züblin. Queste ultime offerte sono state depositate dai tre
offerenti il 12 dicembre 2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point16" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">16</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il
20 dicembre 2013 la Banedanmark ha comunicato ai tre offerenti selezionati che
aveva deciso di aggiudicare l’appalto alla Per Aarsleff, la cui offerta era,
sia dal punto di vista della qualità che del prezzo, quella economicamente più
vantaggiosa. Detta offerta ammontava a 920 300 000 corone danesi
(DKK) (circa EUR 123 402 000).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point17" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">17</span></a><span style="line-height: 150%;"> In
seguito a tale decisione, la MT Højgaard e la Züblin hanno adito il Klagenævnet
for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici, Danimarca),
facendo valere segnatamente che, nel consentire alla Per Aarsleff di
partecipare alla procedura in luogo del raggruppamento Aarsleff e Pihl, sebbene
la Per Aarsleff non fosse stata preselezionata a titolo personale, la
Banedanmark ha violato i principi di parità di trattamento e di trasparenza ai
sensi dell’articolo 10 della direttiva 2004/17. La MT Højgaard e la Züblin
hanno quindi chiesto al Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in
materia di appalti pubblici) di annullare la decisione di aggiudicazione
dell’appalto alla Per Aarsleff nonché di ordinare la sospensione della sua
esecuzione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point18" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">18</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il
Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici)
ha anzitutto deciso di non conferire effetto sospensivo al ricorso. Nella sua
decisione di rinvio, esso ritiene poi che, in base alle informazioni comunicate
sulla Per Aarsleff, tale società sarebbe stata preselezionata se avesse
presentato la sua candidatura in nome proprio anziché tramite il raggruppamento
Aarsleff e Pihl. Il Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di
appalti pubblici) rileva anche che nessuna disposizione di diritto danese vieta
la modifica della composizione di un raggruppamento di imprenditori che
partecipi ad una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico, la quale
abbia avuto luogo dopo la presentazione delle offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point19" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">19</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il
Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici)
osserva inoltre che, nel bando di gara, la Banedanmark non ha posto requisiti
qualitativi minimi riguardo alle capacità tecniche degli offerenti e doveva
procedere ad una valutazione qualitativa delle candidature solo se il loro
numero fosse stato superiore a sei. La Per Aarsleff avrebbe dunque potuto
essere preselezionata in nome proprio, senza fare parte del raggruppamento
Aarsleff e Pihl. Il fatto che la Per Aarsleff sia subentrata a tale
raggruppamento non avrebbe peraltro avuto alcun impatto sulla situazione degli
offerenti giacché nessuno dei candidati è stato escluso in sede di preselezione
o sarebbe stato escluso se la Per Aarsleff avesse presentato la propria
candidatura a titolo personale. Inoltre, occorrerebbe distinguere la situazione
in cui la modifica di un raggruppamento avviene prima dell’aggiudicazione
dell’appalto da quella in cui tale modifica avviene dopo tale aggiudicazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point20" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">20</span></a><span style="line-height: 150%;"> Tuttavia,
il Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti
pubblici) esprime qualche riserva circa la compatibilità della procedura
seguita con il principio di parità di trattamento, sottolineando al contempo
che, per quanto riguarda gli appalti pubblici nei settori di attività
rientranti nell’ambito di applicazione della direttiva 2004/17, le norme
fissate dal legislatore dell’Unione europea riguardo all’applicazione di tale
principio non sono così dettagliate come quelle stabilite nella direttiva
2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, relativa
al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di
lavori, di forniture e di servizi (GU 2004, L 134, pag. 114).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point21" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">21</span></a><span style="line-height: 150%;"> Tenuto
conto di siffatte considerazioni, il Klagenævnet for Udbud (Commissione di
ricorso in materia di appalti pubblici) ha deciso di sospendere il procedimento
e di sottoporre alla Corte la seguente questione pregiudiziale:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c02alineaalta" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">«Se il principio della parità di trattamento di
cui all’articolo 10 della direttiva 2004/17, in combinato disposto con il suo
articolo 51, debba essere interpretato nel senso che esso osta, in una
situazione come quella in esame nel procedimento principale, a che
un’amministrazione aggiudicatrice attribuisca l’appalto a un offerente che non
ha presentato la domanda di partecipazione alla preselezione e, quindi, non è
stato preselezionato».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c04titre1" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Sulla
competenza della Corte<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point22" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">22</span></a><span style="line-height: 150%;"> Al
punto 15 della sentenza del 18 novembre 1999, Unitron Scandinavia e 3-S (C‑275/98,
EU:C:1999:567), la Corte ha riconosciuto la qualità di «giurisdizione», ai
sensi dell’articolo 267 TFUE, al Klagenævnet for Udbud (Commissione di
ricorso in materia di appalti pubblici). Il governo danese rileva tuttavia che,
nella sentenza del 9 ottobre 2014, TDC (C‑222/13, EU:C:2014:2265), la Corte ha
invece negato tale qualità al Teleklagenævnet (Commissione di ricorso in
materia di telecomunicazioni, Danimarca). Esso chiede quindi alla Corte
ulteriori chiarimenti in merito ai criteri applicabili a tal riguardo e di
confermare eventualmente la qualità di «giurisdizione» del Klagenævnet for
Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point23" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">23</span></a><span style="line-height: 150%;"> Al
riguardo occorre ricordare che, secondo una costante giurisprudenza, al fine di
valutare la qualità di «giurisdizione» dell’organo del rinvio, questione
unicamente di diritto dell’Unione, la Corte tiene conto di un insieme di
elementi, quali il fondamento legale dell’organo, il suo carattere permanente,
l’obbligatorietà della sua giurisdizione, la natura contraddittoria del
procedimento, il fatto che l’organo applichi norme giuridiche e che sia
indipendente (sentenza del 6 ottobre 2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14,
EU:C:2015:664, punto 17 e giurisprudenza ivi citata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point24" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">24</span></a><span style="line-height: 150%;"> Nel
procedimento principale, non emerge da alcun elemento del fascicolo sottoposto
alla Corte che l’organo remittente non soddisfa i criteri inerenti al suo
fondamento legale, al suo carattere permanente, all’obbligatorietà della sua
giurisdizione, alla natura contraddittoria del procedimento seguito dinanzi ad
esso e al fatto che esso applichi norme giuridiche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point25" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">25</span></a><span style="line-height: 150%;"> Per
quanto riguarda il criterio relativo all’indipendenza, criterio che il
Teleklagenævnet (Commissione di ricorso in materia di telecomunicazioni) non
soddisfaceva, secondo quanto statuito dalla Corte nella sentenza del 9 ottobre
2014, TDC (C‑222/13, EU:C:2014:2265), messa in rilievo dal governo danese,
occorre constatare anzitutto che, a differenza di quest’ultimo organo di
ricorso, il Klagenænet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti
pubblici) non interviene quale parte nei procedimenti di ricorso promossi
avverso le sue decisioni dinanzi ai giudici ordinari. Ne discende che esso si
trova in posizione di terzietà rispetto alle parti del procedimento, in
particolare rispetto all’autorità che ha adottato la decisione impugnata
dinanzi ad esso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point26" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">26</span></a><span style="line-height: 150%;"> Va
poi osservato che, come rilevato dall’avvocato generale al paragrafo 44 delle
sue conclusioni, dagli atti emerge che il Klagenænet for Udbud (Commissione di
ricorso in materia di appalti pubblici) e il Ministero delle Imprese e dello
Sviluppo non sussiste alcun rapporto funzionale. La circostanza che il
segretariato di tale organo faccia capo al suddetto ministero non può mettere
in dubbio tale affermazione. Inoltre, detto organo esercita le sue funzioni in
piena autonomia, senza essere subordinato a un rapporto gerarchico e senza
ricevere istruzioni da alcuna fonte (v., in tal senso, sentenza del 6 ottobre
2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14, EU:C:2015:664, punto 19 e
giurisprudenza ivi citata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point27" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">27</span></a><span style="line-height: 150%;"> Per
quanto riguarda l’indipendenza dei membri che compongono l’organo remittente,
va sottolineato che, ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 4, del bekendtgørelse
nr. 887 om Klagenævnet for Udbud med senere ændringer (decreto n. 887
relativo alla Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici, come
modificato), dell’11 agosto 2011, essi sono tenuti ad esercitare le loro
funzioni in modo indipendente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point28" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">28</span></a><span style="line-height: 150%;"> Dagli
atti emerge che l’organo remittente è composto, a norma dell’articolo 9,
paragrafo 1, della lov nr. 492 om håndhævelse af udbudsreglerne med senere
ændringer (legge n. 492 relativa all’attuazione delle norme
sull’aggiudicazione degli appalti pubblici, come modificata), del 12 maggio
2010 (in prosieguo: la «legge n. 492»), da un presidente e da una serie di
vicepresidenti, che formano la presidenza, nonché da una serie di membri
esperti. Conformemente all’articolo 9, paragrafo 2, secondo comma, della legge
n. 492, la presidenza è assunta da giudici di tribunali distrettuali e di
corti regionali d’appello.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point29" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">29</span></a><span style="line-height: 150%;"> La
composizione del Klagenævnet for Udbud (Commissione di ricorso in materia di
appalti pubblici) è paritetica. Nella sua composizione ordinaria, esso è
costituito da un membro della presidenza, che agisce in qualità di presidente,
e da un membro esperto. Inoltre, a norma dell’articolo 10, paragrafo 5, della
legge n. 492, le sue decisioni sono adottate a maggioranza semplice e il
voto del presidente prevale in caso di parità. Di conseguenza, i membri di tale
organo provenienti dalla magistratura danese dispongono, in ogni caso, della
maggioranza dei voti e, pertanto, di un peso preponderante in tale organo in
sede decisionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point30" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">30</span></a><span style="line-height: 150%;"> I
membri dell’organo remittente aventi lo status di magistrati dell’ordine
giudiziario beneficiano, a tale titolo, della tutela specifica contro la revoca
prevista dall’articolo 64 della Costituzione danese, tutela che si estende
anche all’esercizio delle funzioni di membro della presidenza dell’organo
remittente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point31" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">31</span></a><span style="line-height: 150%;"> Stante
la preponderanza del voto dei membri dell’organo remittente, i quali, nella
loro qualità di magistrati, beneficiano di tale specifica tutela, la
circostanza che i membri esperti del suddetto organo non godano della stessa
tutela non può in nessun caso indurre a rimettere in discussione l’indipendenza
dell’organo in parola.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point32" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">32</span></a><span style="line-height: 150%;"> Alla
luce delle considerazioni che precedono, occorre confermare che il Klagenævnet
for Udbud (Commissione di ricorso in materia di appalti pubblici) soddisfa
altresì il criterio dell’indipendenza e deve essere quindi qualificato come
«giurisdizione», ai sensi dell’articolo 267 TFUE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point33" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">33</span></a><span style="line-height: 150%;"> Di
conseguenza, la Corte è competente a rispondere alla questione posta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c04titre1" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Sulla questione
pregiudiziale<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point34" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">34</span></a><span style="line-height: 150%;"> Con
la sua questione, il giudice del rinvio chiede sostanzialmente se il principio
di parità di trattamento degli operatori economici, di cui all’articolo 10
della direttiva 2004/17, in combinato disposto con l’articolo 51 della
medesima, debba essere interpretato nel senso che esso osta a che un ente
aggiudicatore autorizzi un operatore economico, che faceva parte di un
raggruppamento di due imprese preselezionate e che avevano presentato la prima
offerta in una procedura negoziata di aggiudicazione di un appalto pubblico, a
continuare a partecipare in nome proprio a tale procedura in seguito allo
scioglimento del raggruppamento di cui trattasi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point35" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">35</span></a><span style="line-height: 150%;"> Al
fine di rispondere a tale questione, va rilevato che la direttiva 2004/17 non
contiene norme riguardanti specificamente le modifiche sopraggiunte in ordine alla
composizione di un raggruppamento di operatori economici preselezionato quale
offerente per un appalto pubblico, sicché la disciplina di una siffatta
situazione rientra nella competenza degli Stati membri (v., in tal senso,
sentenza del 23 gennaio 2003, Makedoniko Metro e Michaniki, C‑57/01,
EU:C:2003:47, punto 61).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point36" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">36</span></a><span style="line-height: 150%;"> Né
la normativa danese né il bando di gara di cui trattasi nel procedimento
principale contengono norme specifiche a tal riguardo. Ciò posto, la
possibilità per l’ente aggiudicatore di autorizzare una modifica del genere
deve essere esaminata alla luce dei principi generali del diritto dell’Unione,
segnatamente del principio di parità di trattamento e dell’obbligo di
trasparenza che ne deriva, nonché degli obiettivi di tale diritto in materia di
appalti pubblici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point37" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">37</span></a><span style="line-height: 150%;"> A
tal riguardo, va ricordato che il principio di parità di trattamento e
l’obbligo di trasparenza significano, in particolare, che gli offerenti devono
trovarsi su un piano di parità sia al momento in cui preparano le loro offerte
sia al momento in cui queste sono valutate dall’amministrazione aggiudicatrice
e costituiscono la base delle norme dell’Unione relative ai procedimenti di
aggiudicazione degli appalti pubblici (v., in tal senso, sentenza del 16
dicembre 2008, Michaniki, C‑213/07, EU:C:2008:731, punto 45 e giurisprudenza
ivi citata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point38" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">38</span></a><span style="line-height: 150%;"> Il
principio di parità di trattamento tra gli offerenti, che ha lo scopo di
favorire lo sviluppo di una concorrenza sana ed effettiva tra le imprese che
partecipano ad un appalto pubblico, impone che tutti gli offerenti dispongano
delle stesse opportunità nella formulazione dei termini delle loro offerte e
implica quindi che queste siano soggette alle medesime condizioni per tutti i
concorrenti (sentenze del 29 aprile 2004, Commissione/CAS Succhi di Frutta, C‑496/99 P,
EU:C:2004:236, punto 110, e del 12 marzo 2015, eVigilo, C‑538/13,
EU:C:2015:166, punto 33).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point39" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">39</span></a><span style="line-height: 150%;"> Un’applicazione
restrittiva del principio di parità di trattamento tra offerenti, quale esposto
all’articolo 10 della direttiva 2004/17, in combinato disposto con l’articolo
51 della medesima, condurrebbe alla conclusione che solo gli operatori
economici così come sono stati preselezionati possono presentare offerte e
diventare aggiudicatari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point40" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">40</span></a><span style="line-height: 150%;"> Tale
approccio trova fondamento nell’articolo 51, paragrafo 3, della direttiva
2004/17, secondo cui le amministrazioni aggiudicatrici «verificano la
conformità delle offerte presentate dagli offerenti così selezionati», il che
presuppone, come rilevato dall’avvocato generale al paragrafo 63 delle sue
conclusioni, un’identità giuridica e sostanziale tra gli operatori economici
preselezionati e quelli che presentano le offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point41" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">41</span></a><span style="line-height: 150%;"> Tuttavia,
il requisito dell’identità giuridica e sostanziale menzionato al punto precedente
della presente sentenza può essere attenuato al fine di garantire, in una
procedura negoziata, un’adeguata concorrenza, come richiesto dall’articolo 54,
paragrafo 3, della direttiva 2004/17.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point42" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">42</span></a><span style="line-height: 150%;"> Come
emerge dal punto 10 della presente sentenza, nel procedimento principale l’ente
aggiudicatore ha ritenuto che il numero di candidati non dovesse essere
inferiore a quattro per garantire una siffatta concorrenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point43" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">43</span></a><span style="line-height: 150%;"> È
comunque anche necessario che il fatto che l’operatore economico continui a
partecipare alla procedura negoziata in nome proprio, in seguito allo
scioglimento del raggruppamento di cui faceva parte e che era stato
preselezionato dall’ente aggiudicatore, non leda il principio della parità di
trattamento di tutti gli offerenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point44" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">44</span></a><span style="line-height: 150%;"> A
tal riguardo, un ente aggiudicatore non viola tale principio se autorizza uno
dei due operatori economici che facevano parte di un raggruppamento di imprese
invitato, in quanto tale, da tale ente a presentare offerte, a subentrare a
tale raggruppamento in seguito allo scioglimento del medesimo e a partecipare,
in nome proprio, alla procedura negoziata di aggiudicazione di un appalto
pubblico, purché sia dimostrato, da un lato, che tale operatore economico
soddisfa, da solo, i requisiti definiti dall’ente di cui trattasi e,
dall’altro, che la continuazione della sua partecipazione alla suddetta
procedura non comporta un deterioramento della situazione degli altri offerenti
sotto il profilo della concorrenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point45" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">45</span></a><span style="line-height: 150%;"> Nel
procedimento principale, occorre anzitutto rilevare che dalla decisione di
rinvio emerge che la Per Aarsleff sarebbe stata preselezionata se si fosse
candidata da sola (v. punto 18 della presente sentenza).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point46" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">46</span></a><span style="line-height: 150%;"> Ciò
premesso, tenuto conto degli elementi contenuti nel fascicolo, secondo cui, da
un lato, il contratto di costituzione del raggruppamento Aarsleff e Pihl è
stato concluso lo stesso giorno in cui è stata pronunciata la sentenza
dichiarativa del fallimento della E. Pihl og Søn, e, dall’altro, la prima
offerta di tale raggruppamento è stata presentata il giorno dopo senza la
sottoscrizione del curatore fallimentare della E. Pihl og Søn, spetta
quindi al giudice del rinvio verificare se la presentazione di tale prima
offerta non fosse viziata da un’irregolarità tale da impedire alla Per Aarsleff
di continuare a partecipare, in nome proprio, alla procedura negoziata di cui
trattasi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point47" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">47</span></a><span style="line-height: 150%;"> Infine,
per quanto riguarda la circostanza secondo cui, dopo lo scioglimento del
raggruppamento Aarsleff e Pihl, la Per Aarsleff ha riassunto 50 dipendenti
della E. Pihl og Søn, tra cui talune figure chiave per la realizzazione
del progetto di costruzione di cui trattasi, spetta al giudice del rinvio
verificare se la Per Aarsleff abbia in tal modo beneficiato di un vantaggio in
termini di concorrenza a scapito degli altri offerenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point48" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">48</span></a><span style="line-height: 150%;"> Alla
luce delle considerazioni che precedono, occorre rispondere alla questione
posta dichiarando che il principio di parità di trattamento degli operatori
economici, di cui all’articolo 10 della direttiva 2004/17, in combinato
disposto con l’articolo 51 della medesima, deve essere interpretato nel senso
che un ente aggiudicatore non viola tale principio se autorizza uno dei due
operatori economici che facevano parte di un raggruppamento di imprese
invitato, in quanto tale, da siffatto ente a presentare un’offerta, a
subentrare a tale raggruppamento in seguito allo scioglimento del medesimo e a
partecipare, in nome proprio, a una procedura negoziata di aggiudicazione di un
appalto pubblico, purché sia dimostrato, da un lato, che tale operatore
economico soddisfa da solo i requisiti definiti dall’ente di cui trattasi e,
dall’altro, che la continuazione della sua partecipazione a tale procedura non
comporta un deterioramento della situazione degli altri offerenti sotto il profilo
della concorrenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c04titre1" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> Sulle spese<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c01pointnumerotealtn" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify; text-indent: -26.95pt;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="point49" style="cursor: pointer;"><span style="line-height: 150%;">49</span></a><span style="line-height: 150%;"> Nei
confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce
un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire
sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni
alla Corte non possono dar luogo a rifusione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c41dispositifintroduction" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="c41dispositifintroduction" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per questi motivi, la Corte (Grande Sezione)
dichiara:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c30dispositifalinea" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Il principio di
parità di trattamento degli operatori economici, di cui all’articolo 10 della
direttiva 2004/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004,
che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di
energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali, in
combinato disposto con l’articolo 51 della medesima, deve essere interpretato
nel senso che un ente aggiudicatore non viola tale principio se autorizza uno
dei due operatori economici che facevano parte di un raggruppamento di imprese
invitato, in quanto tale, da siffatto ente a presentare un’offerta, a
subentrare a tale raggruppamento in seguito allo scioglimento del medesimo e a
partecipare, in nome proprio, a una procedura negoziata di aggiudicazione di un
appalto pubblico, purché sia dimostrato, da un lato, che tale operatore
economico soddisfa da solo i requisiti definiti dall’ente di cui trattasi e,
dall’altro, che la continuazione della sua partecipazione a tale procedura non
comporta un deterioramento della situazione degli altri offerenti sotto il
profilo della concorrenza</b>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="c77signatures" style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt 1cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Firme<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-21514980042784345502016-05-27T01:22:00.004-07:002016-05-27T01:22:54.263-07:00PLENARIE & APPALTI: ancora sull'applicabilità dell'art. 31 del d.l. n. 69/2013 alle procedura di gara ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 (Ad. Plen., sentenza 25 maggio 2016, n. 10).<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="color: #073763; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;">PLENARIE & APPALTI: </b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ancora sull'applicabilità </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #990000;">dell'</span><span style="color: #7f6000;">art. 31 del d.l. n. 69/2013 </span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>alle procedura di gara </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(Ad. Plen., sentenza 25 maggio 2016, n. 10)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaGlV5_evfXdzJDy43zBbPBiWCs2GQPj0UsB-MtrKriXLoxmjAZQqxJ_2egWL4nCUnjpYQk3UnFQyIerrdUklaXkqdQWzP2Y9EhNLpM8jD-APsYStzwZkHBGOh0yB23WhzyY4QJujHKQwT/s1600/Repetita+iuvant.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaGlV5_evfXdzJDy43zBbPBiWCs2GQPj0UsB-MtrKriXLoxmjAZQqxJ_2egWL4nCUnjpYQk3UnFQyIerrdUklaXkqdQWzP2Y9EhNLpM8jD-APsYStzwZkHBGOh0yB23WhzyY4QJujHKQwT/s320/Repetita+iuvant.jpg" width="228" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Principio di diritto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">1.
-</span></i></b><b><i><span style="line-height: 150%;"> </span></i></b><i><span style="line-height: 150%;">In conformità al principio di diritto
espresso nelle sentenze di questa Adunanza Plenaria nn. 5 e 6 del 29 febbraio
2016, al quesito posto deve rispondersi nel senso di ritenere l’ambito di applicazione dell’<b>art. 31 d.l. n. 69
del 2013</b> limitato ai rapporti fra ente previdenziale ed operatore privato
richiedente il rilascio del d.u.r.c.. Di conseguenza, va escluso che detta
disposizione abbia determinato una implicita modifica all’<b>art. 38 d.lgs. n. 163
del 2006</b>.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">2.
-</span></i></b><i><span style="line-height: 150%;"> Il quesito può
esser, quindi, rinviando al principio di diritto espresso da questa A<b>dunanza
Plenaria nelle sentenze nn. 5 e 6 del 2016</b>. In quella sede,
l’Adunanza Plenaria di questo Consiglio di Stato si è espressa nel senso di
ritenere che “Anche dopo l’entrata in vigore dell’art. 31, comma 8, del decreto
legge 21 giugno 2013 n. 69, (Disposizioni urgenti per il rilancio
dell'economia), convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98,
non sono consentite regolarizzazioni postume della posizione previdenziale,
dovendo l’impresa essere in regola con l'assolvimento degli obblighi
previdenziali ed assistenziali fin dalla presentazione dell'offerta e
conservare tale stato per tutta la durata della procedura di aggiudicazione e
del rapporto con la stazione appaltante, restando dunque irrilevante, un
eventuale adempimento tardivo dell'obbligazione contributiva. L’istituto
dell’invito alla regolarizzazione (il c.d. preavviso di DURC negativo), già
previsto dall’art. 7, comma 3, del decreto ministeriale 24 ottobre 2007 e ora
recepito a livello legislativo dall’art. 31, comma 8, del decreto legge 21
giugno 2013 n. 69, può operare solo nei rapporti tra impresa ed Ente
previdenziale, ossia con riferimento al DURC chiesto dall’impresa e non anche al
DURC richiesto dalla stazione appaltante per la verifica della veridicità
dell’autodichiarazione resa ai sensi dell’art. 38, comma 1, lettera i) ai fini
della partecipazione alla gara d’appalto”.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">3.
- </span></i></b><i><span style="line-height: 150%;">In
tal modo è stato chiarito che l’art. 31 d.l. n. 69 del 2013 non ha modificato
la disciplina dettata dall’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006:<u> la regola del
preavviso di d.u.r.c. negativo, dunque, non trova applicazione nel caso di
certificazione richiesta dalla stazione appaltante, ai fini della verifica delle
dichiarazioni rese dell’impresa partecipante</u>. Il meccanismo, di cui al citato
art. 31 comma 8,<u> si applica solo nei rapporti fra ente previdenziale ed
operatore economico richiedente</u>, senza venire in rilievo nel caso in cui sia la
stazione appaltante a richiedere il d.u.r.c. ai fini della verifica circa la
regolarità dell’autodichiarazione.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in
sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato
la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso
numero di registro generale 20 di A.P. del 2015, proposto da:<br />
Società Servizi Socioculturali Cooperativa Sociale Onlus, in persona del legale
rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avv. Andrea Manzi, con
domicilio eletto presso Andrea Manzi in Roma, Via Federico Confalonieri, 5; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Società
Cooperativa Sociale Onlus Segni di Integrazione a r.l., in persona del legale
rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avv. Girolamo Rubino,
Fabrizio Paoletti, con domicilio eletto presso Fabrizio Paoletti in Roma, viale
M. Pilsudski Nr.118; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Provincia di
Verona, in persona del Presidente p.t., rappresentata e difesa dagli avv.
Giancarlo Biancardi, Stefano Gattamelata, Isabella Sorio, con domicilio eletto
presso Stefano Gattamelata in Roma, Via di Monte Fiore 22;<br />
Inps - Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, in persona del Presidente
p.t., rappresentato e difeso per legge dagli avv. Antonino Sgroi, Lelio
Maritato, Carla D'Aloisio, Emanuele De Rose, Giuseppe Matano, Ester Sciplino,
domiciliata in Roma, Via della Frezza, 17; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della sentenza
del T.A.R. VENETO - VENEZIA: SEZIONE I n. 00218/2015, resa tra le parti,
concernente affidamento servizio di integrazione socio-didattica a favore di
allievi con disabilità sensoriali, anni scolastici 2014-2015 e 2015-2016.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso
in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti gli atti
di costituzione in giudizio della Società Cooperativa Sociale Onlus Segni di
Integrazione a r.l., della Provincia di Verona, che ha proposto appello
incidentale e dell’ Inps - Istituto Nazionale della Previdenza Sociale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le
memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli
atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore
nell'udienza pubblica del giorno 23 marzo 2016 il Cons. Nicola Russo e uditi
per le parti gli avvocati Reggio D'Aci in dichiarata delega di Manzi, Lucia
Alfieri per delega di Rubino, e Gattamelata.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto e
considerato in fatto e diritto quanto segue.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Provincia di
Verona indiceva, in data 9 aprile 2014, una gara per l’affidamento del servizio
di integrazione didattica a favore degli allievi con disabilità sensoriali per
gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016, da aggiudicarsi con l’offerta
economicamente più vantaggiosa. A questa procedura partecipavano la Società
Servizi Socio Culturali Cooperativa Sociale Onlus ed il R.T.I. composto dalla
Società Cooperativa Sociale Onlus Segni di Integrazione a r.l., in qualità di
mandataria, e dalla Società Cooperativa Sociale Elfo Onlus.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">All’esito
dell’esame delle offerte e della attribuzione dei relativi punteggi, in data 26
maggio 2014, veniva disposta l’aggiudicazione provvisoria in favore del R.T.I..
Successivamente, la stazione appaltante provvedeva al controllo del possesso
dei requisiti di moralità di cui all’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006: nello
specifico, la stazione appaltante acquisiva il d.u.r.c. I.N.P.S. - I.N.A.I.L.
di Palermo - prot. n. 30364143 del 16 luglio 2014 - da cui risultavano alcune
irregolarità contributive ascrivibili alla Società Cooperativa Sociale Onlus
Segni di Integrazione a r.l..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tale ultima
circostanza giustificava la comminazione dell’esclusione dalla procedura per il
R.T.I.: con la determinazione n. 2903 del 17 luglio 2014, oltre
all’estromissione dalla gara, veniva disposta l’escussione della cauzione
prestata dal R.T.I., nonché la segnalazione alla competente Autorità di
settore. Con il medesimo provvedimento veniva, altresì, aggiudicato
provvisoriamente il servizio, oggetto della procedura di gara, alla Società
Servizi Socio Culturali Cooperativa Sociale Onlus, seconda in graduatoria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con successiva
determinazione n. 3009 del 28 luglio 2014 il servizio veniva aggiudicato
definitivamente alla Società Servizi Socio Culturali Cooperativa Sociale Onlus,
alla quale era imposta una immediata esecuzione delle prestazioni scaturenti
dal contratto, stante l’imminenza dell’inizio dell’anno scolastico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con ricorso
r.g. n. 1241 del 2014, la Società Cooperativa Sociale Onlus Segni di
Integrazione a r.l. adiva il Tribunale amministrativo regionale per il Veneto,
per un verso, lamentando l’illegittimità dei provvedimenti con i quali era
stata disposta l’esclusione dalla procedura del R.T.I. ed il contestuale
affidamento del servizio alla Società Servizi Socio Culturali Cooperativa
Sociale Onlus e, per altro verso, domandando la declaratoria di inefficacia del
contratto nel frattempo stipulato ed il subentro nel medesimo. I motivi di
censura afferivano, in primo luogo, alla sussistenza di un credito nei
confronti di una pubblica Amministrazione di ammontare superiore
all’esposizione debitoria nei confronti dell’ente previdenziale: l’applicazione
dell’art. 13-bis d.l. n. 52 del 2012 (convertito in l. n. 94 del 2012) avrebbe
consentito al R.T.I. di operare una compensazione idonea a regolarizzare la
propria posizione contributiva nei confronti dell’ente previdenziale. In
secondo luogo, il d.u.r.c. avrebbe dovuto considerarsi illegittimo in virtù
della mancata applicazione dell’art. 7 comma 3 del decreto del Ministero del
Lavoro del 24 ottobre 2007 e dell’art. 31 comma 8 del d.l. n. 69 del 2013
(convertito in l. n. 98 del 2013): le disposizioni citate avrebbero imposto,
prima di considerare definitivamente accertata l’irregolarità contributiva, un
previo invito alla sanatoria del debito gravante sulla Società Cooperativa
Sociale Onlus Segni di Integrazione a r.l..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale
territoriale, con la sentenza n. 218 del 23 febbraio 2015, dopo aver respinto
l’eccezione di difetto di giurisdizione sollevata dall’I.N.P.S. ed affermato, dunque,
la sussistenza della giurisdizione amministrativa nella fattispecie de qua,
accoglieva nel merito il ricorso e, per l’effetto, annullava gli atti
impugnati, dichiarando l’inefficacia del contratto medio tempore stipulato, e
disponeva il relativo subentro a favore della ricorrente: a sostegno della
decisione citata, il Tar richiamava l’omessa applicazione dell’art. 31 comma 8
d.l. n. 69 del 2013 (convertito in l. n. 98 del 2013), che non avrebbe
consentito di considerare definitivamente accertata la irregolarità
contributiva ed, in ultima analisi, invocando il principio di massima
partecipazione alle procedure di evidenza pubblica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Società
Servizi Socio culturali Cooperativa Sociale Onlus impugnava, con atto di
appello assistito da tre articolati motivi, la sentenza del Tribunale
amministrativo regionale. In via preliminare, l’appellante sollevava il motivo,
già fatto valere in promo grado in via di eccezione e disatteso dal T.A.R.,
relativo al difetto di giurisdizione del giudice amministrativo con riferimento
alla legittimità e definitività del d.u.r.c.: stante la natura certificativa o
di attestazione, avente carattere meramente dichiarativo dei dati in possesso
dell’ente previdenziale, il d.u.r.c. rientrerebbe nell’alveo delle
dichiarazioni di scienza assistite da pubblica fede ai sensi dell’art. 2700
c.c. e facenti fede fino a querela di falso. Da ciò dovrebbe desumersi la
giurisdizione ordinaria per ogni ipotesi di controversia concernente le
inesattezze e gli errori contenuti nel d.u.r.c..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con il secondo,
articolato, motivo di gravame, la società appellante sostiene la erroneità del
richiamo all’art. 31 comma 8 del d.l. n.69 del 2013 effettuato dal giudice di
primo grado: la norma, nel caso di specie, non avrebbe potuto invocarsi per una
pluralità di motivi. Sotto un primo profilo, l’introduzione della citata
disposizione non potrebbe condurre ad una modificazione dell’art. 38 del d.lgs.
n. 163 del 2006, stante la necessità, a tal fine, di una espressa previsione
legislativa, come previsto dall’art. 255 del medesimo d.lgs. n. 163 del 2006.
In secondo luogo, l’applicazione dell’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013,
ipotizzato dal giudice di prime cure, avrebbe consentito una inammissibile
regolarizzazione postuma della posizione contributiva della Società Cooperativa
Sociale Onlus Segni di Integrazione a r.l.: in effetti, il campo di
applicazione della disposizione citata dovrebbe limitarsi all’ipotesi in cui
l’ente previdenziale debba adottare un d.u.r.c. attestante l’attuale situazione
contributiva di un operatore, non potendosi, al contrario, ipotizzare un invito
a regolarizzare una situazione contributiva pregressa. Sotto un ulteriore
profilo, l’appellante ritiene erroneo il richiamo al principio di massima
partecipazione alle procedure di affidamento di contratti pubblici: se fosse
avallata tale interpretazione, si consentirebbe la partecipazione alle gare
anche ad operatori che, pur non essendo in regola con il versamento dei
contributi previdenziali, attestino falsamente la regolarità della propria
posizione nei confronti dell’ente previdenziale. Questa possibilità, lungi dal
conformarsi allo spirito del principio di massima partecipazione alle gare,
lederebbe le regole della par condicio fra i concorrenti, partecipanti ad una
procedura di evidenza pubblica. Infine, l’applicazione del citato art. 1 comma
8, lederebbe, sotto un ulteriore profilo, la parità di trattamento nei
confronti degli operatori economici stabiliti in Stati diversi dall’Italia:
questi ultimi, ai fini della partecipazione alle procedure di affidamento dei
contratti, sono obbligati a produrre la documentazione attestante la regolarità
della propria posizione contributiva alla data di scadenza per la presentazione
delle offerte, in virtù del combinato disposto degli artt. 38 comma 2 e 47
comma 2 d.lgs. n. 163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con il terzo
motivo di appello, la Società Servizi Socio culturali Cooperativa Sociale Onlus
riteneva erronea la sentenza del Tar per violazione dell’art. 122 c.p.a.:
all’uopo, parte appellante censurava la insufficiente motivazione riguardo alla
scelta di ordinare il subentro nel contratto in favore del R.T.I.; inoltre,
lamentava l’assenza di una espressa domanda di parte in tal senso, visto che la
Società Cooperativa Sociale Onlus Segni di Integrazione a r.l. aveva proposto
il ricorso introduttivo del giudizio in proprio e non in qualità di mandataria
del R.T.I.; sotto un ulteriore profilo, veniva evidenziato che lo stato di
esecuzione delle prestazioni derivanti dal contratto, nonché le peculiari
caratteristiche strutturali delle medesime, non avrebbero giustificato un
subentro, se non con un consistente pregiudizio per gli utenti del servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si costituiva
in giudizio la Provincia di Verona, proponendo appello incidentale avverso la
sentenza di primo grado, con il quale sosteneva l’erroneità nell’applicazione
dell’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013: al riguardo venivano proposti motivi
di impugnazione in parte coincidenti con quelli già sollevati dall’appellante
principale. In particolare, secondo l’appellante incidentale, l’inapplicabilità
alla fattispecie de qua, del citato art. 31 comma 8, deriverebbe da
argomentazioni, anzitutto, di carattere letterale: in effetti, la disposizione
invocata non farebbe espresso riferimento ai contratti pubblici, a differenza
dei commi da 2 a 7 del medesimo articolo che, invece, richiamano espressamente
le procedure finalizzate all’affidamento di commesse pubbliche; inoltre, le
norme sull’evidenza pubblica, individuando la loro fonte nell’ordinamento
eurounitario, hanno un ambito di applicazione molto più ampio dell’art. 31
comma 8, il quale, invece, si rivolgerebbe soltanto all’I.N.P.S.,
all’I.N.A.I.L. ed alle Casse Edili. Da ciò potrebbe ricavarsi, altresì, una
diversità di rationes delle norme che compongono il d.l. n. 69 del 2013: se,
nel complesso, le disposizioni ivi contenute sono finalizzate alla promozione
dello sviluppo economico del mercato interno all’ordinamento, il comma 8
dell’art. 31 introduce un regime di favore per chi violi gli obblighi
contributivi. Da un punto di vista logico, inoltre, l’applicazione dell’art. 31
comma 8, nei termini indicati dal giudice di primo grado, condurrebbe ad un
insanabile contrasto con il regime sanzionatorio posto a garanzia della
veridicità delle dichiarazioni espresse in sede di presentazione delle offerte:
l’inapplicabilità dell’art. 31 comma 8, in altri termini, deriverebbe dalla
necessità di verificare il possesso dei requisiti di ammissione alla procedura,
alla data di scadenza dei termini di presentazione delle offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’appellante
incidentale censurava la sentenza del Tar anche perché, avallando la scelta del
giudice di prime cure, si concretizzerebbe una coincidenza fra la definitività
dell’accertamento sulla gravità delle violazioni contributive ed il termine
della procedura di regolarizzazione espressa nell’art. 31 comma 8 d.l. n. 69
del 2013; invece, secondo la Provincia di Verona, il d.u.r.c. in quanto
insindacabile dalle stazioni appaltanti, potrebbe essere contestato
dall’interessato soltanto con i mezzi e le forme previste dall’ordinamento e
correlate alla sua natura di dichiarazione di scienza, avente carattere
meramente dichiarativo dei dati in possesso dell’ente e facente prova fino a
querela di falso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Infine, secondo
l’appellante incidentale, l’art. 31 comma 8 non potrebbe condurre ad una
modifica dell’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006, stante la presenza della clausola
di modifica espressa di cui all’art. 255 d.lgs. n. 163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si costituiva
in giudizio l’appellata, Società Cooperativa Sociale Onlus Segni di Integrazione
a r.l., che, con memoria eccepiva l’infondatezza dell’appello principale,
chiedendone il rigetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si costituiva,
altresì, in giudizio l’I.N.P.S. sostenendo le ragioni poste a fondamento della
domanda cautelare proposta dall’appellante principale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Quinta
Sezione di questo Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1379 dell’1 aprile 2015,
in accoglimento della domanda cautelare proposta dall’appellante principale,
sospendeva l’esecutività della sentenza di primo grado, ritenendo prevalente,
fra gli opposti interessi, quello alla continuità del servizio svolto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dopo l’udienza
di merito, con ordinanza n. 4799 del 21 ottobre 2015, la Quinta Sezione ha
ritenuto opportuno sollevare due questioni, consequenziali fra di loro,
rimettendole all’esame di questa Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, a
causa dei contrasti interpretativi insorti e della notevole rilevanza pratica
che rivestono.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con il primo
dei due quesiti la Sezione remittente chiede “se rientri nella giurisdizione
del giudice amministrativo, adito per la definizione di una controversia avente
ad oggetto l’aggiudicazione di un appalto pubblico, ovvero al giudice
ordinario, accertare la regolarità del documento unico di regolarità
contributiva, quale atto interno della fase procedimentale di verifica dei
requisiti di ammissione dichiarati dal partecipante ad una gara”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sul punto, si
registra un contrasto giurisprudenziale fra chi afferma la sussistenza della
giurisdizione amministrativa e chi, invece, propende, per la giurisdizione
ordinaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A favore della
tesi secondo cui l’accertamento della regolarità del d.u.r.c., in sede di
verifica dei requisiti di ammissione dichiarati dal partecipante ad una gara,
rientri nell’ambito della giurisdizione amministrativa, si è espressa parte
della giurisprudenza di questo Consiglio di Stato (sentenze, Sez. V, 16
febbraio 2015 n. 781, id. 14 ottobre 2014 n. 5064; id. 11 maggio 2009 n. 2874;
Sez. VI, 4 maggio 2015 n. 2219). Secondo questo filone giurisprudenziale, la
verifica sulla regolarità del d.u.r.c. non verrebbe in rilievo autonomamente,
ma si inserirebbe nella fase procedimentale amministrativa di aggiudicazione di
un appalto: stante la sussistenza della giurisdizione esclusiva del giudice
amministrativo nelle controversie relative a procedure di affidamento di pubblici
lavori, servizi, forniture, ai sensi dell’art. 133 c.p.a., dovrebbe, dunque,
affermarsi la giurisdizione amministrativa rispetto alla verifica della
regolarità del d.u.r.c.. Tale verifica verrebbe effettuata ai sensi dell’art. 8
c.p.a.: in altri termini, l’accertamento del giudice amministrativo verrebbe
svolto in via incidentale, senza assumere l’efficacia di giudicato nel rapporto
previdenziale sotteso al rilascio del d.u.r.c. (cfr. Corte di Cassazione, Sez.
Un. ordinanza n. 3169 del 9 febbraio 2011). La Corte di Cassazione, con
l’ordinanza n. 25818 dell’11 dicembre 2007, ha affermato che non vi sarebbe
alcun travalicamento dei limiti della giurisdizione ordinaria, in quanto
l’oggetto dell’indagine del giudice amministrativo si incentrerebbe sulla mera
regolarità della certificazione prodotta, attestante la regolarità contributiva
dell’impresa partecipante alla gara di appalto, che, in ultima analisi, si
sostanzia in un requisito necessario ai fini della ammissione alla gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Di diverso
avviso, invece, è altra parte della giurisprudenza di questo Consiglio di Stato
(sentenza Sez. IV 12 marzo 2015 n. 1321, che richiama la sentenza dell’Adunanza
plenaria n. 8 del 4 maggio 2012), la quale afferma la sussistenza della
giurisdizione ordinaria in virtù, anzitutto, della natura del d.u.r.c. quale
atto rientrante fra le dichiarazioni di scienza, assistite da pubblica fede ai
sensi dell’art. 2700 c.c. e facenti prova fino a querela di falso. Inoltre, la
giurisdizione ordinaria si ricaverebbe dal principio di diritto, espresso dalla
citata sentenza dell’Adunanza Plenaria n. 8 del 4 maggio 2012, secondo cui “la
verifica della regolarità contributiva delle imprese partecipanti a procedure
di gara per l’aggiudicazione di appalti con la pubblica amministrazione è demandata
agli istituti di previdenza, le cui certificazioni (d.u.r.c.) si impongono alle
stazioni appaltanti, che non possono sindacarne il contenuto”. Da questo
principio, dunque, dovrebbe discendere che gli eventuali errori contenuti nel
d.u.r.c. incidono su situazioni giuridiche di diritto soggettivo e, data
l’attinenza al rapporto contributivo, possono essere corretti dal solo giudice
ordinario con gli appositi strumenti messi a disposizione dall’ordinamento
(querela di falso o giudizio in materia di previdenza ed assistenza
obbligatoria). In più, l’accertamento incidenter tantum ipotizzato da chi
propende per la giurisdizione amministrativa, non si concilierebbe con
l’accertamento fidefacente dei fatti e dei diritti sottesi al d.u.r.c.: in
effetti, nell’accertamento circa la regolarità di detta certificazione,
verrebbe in rilievo un rapporto obbligatorio, non un rapporto pubblicistico
(cfr. Consiglio di Stato, sentenze, Sez. V, 26 marzo 2014, n. 1468; id. 3
febbraio 2011, n. 789; Sez. IV 12 marzo 2009, n. 1458).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Sezione
rimettente ritiene, inoltre, di dover sottoporre all’esame di questa Adunanza
Plenaria un ulteriore quesito, qualora venga affermata la sussistenza della
giurisdizione del giudice amministrativo nella materia de qua. In particolare,
con il secondo quesito sottoposto ai sensi dell’art. 99 comma 1 c.p.a., la
Sezione rimettente chiede “se la norma di cui all'art. 31, comma 8, del d.l. 21
giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni, nella l. 9 agosto 2013, n.
98, sia limitata al rapporto tra impresa ed Ente preposto al rilascio del
d.u.r.c. senza che lo svolgimento di tale fase riguardi la stazione appaltante
(dovendo essa applicare comunque l’art. 38 del d. lgs. n. 163 del 2006, che
richiede il possesso dei requisiti al momento della partecipazione alla gara),
ovvero se la disposizione abbia sostanzialmente modificato, per abrogazione
tacita derivante da incompatibilità, detto art. 38 e si possa ormai ritenere
che la definitività della irregolarità sussista solo al momento di scadenza del
termine di quindici giorni da assegnare da parte dell’Ente previdenziale per la
regolarizzazione della posizione contributiva”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Anche in merito
alla presente questione vengono in rilievo due orientamenti giurisprudenziali
opposti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Secondo un
primo filone giurisprudenziale, avallato dal Tar Veneto nella fattispecie di
cui è causa, l’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013 farebbe emergere la volontà
del legislatore di favorire la massima partecipazione alle procedure di
affidamento dei contratti pubblici: per tale ragione la stazione appaltante non
dovrebbe limitarsi a prendere atto della irregolarità emersa dal d.u.r.c., ma
dovrebbe procedere a valutarne autonomamente il carattere definitivo (cfr.
Consiglio di Stato, sentenza, Sez. V, 14 ottobre 2014 n. 5064). A tali
conclusioni si dovrebbe giungere in virtù di un’implicita modifica all’art. 38
d.lgs. n. 163 del 2006, determinata proprio dall’entrata in vigore dell’art. 31
comma 8 d.l. n. 69 del 2013: in altri termini, l’assenza del requisito di
regolarità contributiva assumerebbe carattere definitivo soltanto al termine
dei quindici giorni previsti dalla procedura di regolarizzazione della
posizione contributiva (cfr. Consiglio di Stato, sentenza, Sez. V, 16 febbraio
2015, n. 781). Questo indirizzo interpretativo condurrebbe, quindi, a ritenere
possibile la presentazione di una domanda di partecipazione ad una gara, in
pendenza del termine assegnato dall’ente previdenziale per la regolarizzazione
della posizione contributiva, qualora sia stata al contempo estinta la
situazione di irregolarità: in tal caso, infatti, la situazione di irregolarità
non potrebbe ritenersi “definitivamente accertata” (v. Consiglio di Stato, Sez.
III, 1 aprile 2015, n. 1733).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un secondo e
contrapposto indirizzo giurisprudenziale afferma, invece, che non potrebbe
essere rimessa alla stazione appaltante la valutazione circa la gravità né la
definitività dell’irregolarità contributiva ascrivibile all’impresa
concorrente: l’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013, pur prevedendo un
meccanismo di “flessibilizzazione” delle situazioni di irregolarità
contributiva, non avrebbe modificato le modalità di verifica, da parte delle
stazioni appaltanti, dei requisiti partecipativi (cfr. Consiglio di Stato,
sentenza, Sez. VI, 4 maggio 2015, n. 2219). Di conseguenza, la definitività
della situazione di irregolarità contributiva dovrebbe coincidere sempre con il
termine previsto per la presentazione delle offerte per partecipare alla
procedura, concretizzandosi, in caso contrario, una lesione del principio della
par condicio fra concorrenti e dell’interesse pubblico alla scelta di un
contraente affidabile.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In vista
dell’udienza di discussione le parti hanno prodotto memorie illustrative e
riepilogative delle rispettive tesi, domande, eccezioni e conclusioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">All’udienza
pubblica del 23 marzo 2016, uditi i patrocinatori delle parti, la causa è stata
trattenuta in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’esame dei
quesiti sottoposti al vaglio di questa Adunanza Plenaria deve necessariamente
prendere le mosse dalla pregiudiziale questione di giurisdizione sollevata
dalla Sezione rimettente. Occorre, al riguardo, delimitare l’estensione della
giurisdizione del giudice amministrativo in relazione agli accertamenti
inerenti al documento unico di regolarità contributiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le
problematiche sorgono in virtù dell’apparente inconciliabilità fra la natura
del d.u.r.c. ed il criterio di riparto della giurisdizione fra giudice
amministrativo ed ordinario, che si basa sul criterio della causa petendi ed,
in definitiva, sulla situazione giuridica fatta valere. Le criticità si
paleserebbero nel corso dei giudizi aventi ad oggetto procedure di affidamento
di contratti pubblici ed, in particolare, con riguardo all’accertamento della
regolarità del d.u.r.c..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Come è noto, ai
sensi dell’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006, “Sono esclusi dalla partecipazione
alle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, forniture
e servizi, né possono essere affidatari di subappalti, e non possono stipulare
i relativi contratti i soggetti: [...] i) che hanno commesso violazioni gravi,
definitivamente accertate, alle norme in materia di contributi previdenziali e
assistenziali, secondo la legislazione italiana o dello Stato in cui sono
stabiliti”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel caso in cui
sorgano delle controversie inerenti ad un riscontro negativo in tema di
regolarità contributiva, come risultante dal d.u.r.c., si pone la problematica
del riparto di giurisdizione in quanto, per un verso, la certificazione
prodotta dall’ente previdenziale assume il carattere di dichiarazioni di
scienza, assistita da pubblica fede ai sensi dell’art. 2700 c.c. e facente
prova fino a querela di falso; per altro verso, tale accertamento si inserisce
nell’ambito di una procedura di evidenza pubblica, rispetto alla quale
sussiste, ai sensi dell’art. 133 c.p.a., la giurisdizione esclusiva del Giudice
Amministrativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ad avviso di
una parte della giurisprudenza, le contestazioni in merito agli errori
contenuti nel d.u.r.c. non potrebbero essere esaminate dal giudice
amministrativo, sia perché incidono su situazioni di diritto soggettivo, sia
perché disvelano un sottostante rapporto obbligatorio, di tipo non
pubblicistico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Collegio
ritiene, tuttavia, di dover risolvere la questione nel senso di devolvere alla
cognizione del giudice amministrativo, adito per la definizione di una
controversia avente ad oggetto l’aggiudicazione di un appalto pubblico,
l’accertamento circa la regolarità del d.u.r.c., quale atto interno della fase
procedimentale di verifica dei requisiti di ammissione dichiarati dal
partecipante ad una gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nelle
controversie in materia di contratti pubblici, in effetti, il d.u.r.c. viene in
rilievo non in via principale, ma in qualità di presupposto di legittimità di
un provvedimento amministrativo adottato dalla stazione appaltante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Al riguardo, il
Collegio evidenzia che non è revocabile in dubbio la natura di dichiarazione di
scienza attribuibile al d.u.r.c., che si colloca fra gli atti di certificazione
o di attestazione facenti prova fino a querela di falso. Questo elemento non
risulta, tuttavia, ostativo all’esame, da parte del giudice amministrativo,
della regolarità delle risultanze della documentazione prodotta dall’ente
previdenziale in un giudizio avente ad oggetto l’affidamento di un contratto
pubblico di lavori, servizi o forniture.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A ben vedere,
l’operatore privato può impugnare le determinazioni cui è giunta la stazione
appaltante, all’esito dell’accertamento sulla regolarità contributiva,
sollevando profili di eccesso di potere per erroneità dei presupposti, qualora
contesti le determinazioni derivanti dall’esito dell’attività valutativa.
Questa conclusione, affermata da una recente giurisprudenza di questo Consiglio
di Stato (sentenza, Sez. V, 16 febbraio 2015, n. 781), è giustificata dalla
possibilità, per il giudice amministrativo, di compiere un accertamento
puramente incidentale, ai sensi dell’art. 8 c.p.a., sulla regolarità del
rapporto previdenziale: ciò implica che le statuizioni, adottate sul punto,
hanno efficacia esclusivamente in relazione alla controversia concernente gli
atti di gara e non esplicano i loro effetti nei rapporti fra l’ente
previdenziale e l’operatore coinvolto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’ambito della
cognizione del Giudice Amministrativo, in effetti, concerne l’attività
provvedimentale successiva e consequenziale alla produzione del d.u.r.c. da
parte dell’ente previdenziale: l’operatore privato, nel giudizio instaurato
dinanzi all’autorità giudiziaria amministrativa, non censura direttamente
l’erroneità del contenuto del d.u.r.c., ma le statuizioni successive della
stazione appaltante, derivanti dalla supposta erroneità del d.u.r.c..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per tale
ragione ed in un’ottica di effettività della tutela, risulta doverosa la
concentrazione della verifica circa la regolarità della documentazione
contributiva, ancorché effettuata in via incidentale, in capo ad un’unica
autorità giudiziaria: il diritto di difesa verrebbe, in effetti, leso se si
costringesse il privato a contestare, dinanzi al giudice ordinario, la
regolarità del d.u.r.c. e, successivamente, dopo aver ottenuto l’accertamento
dell’errore compiuto dall’ente previdenziale, la illegittimità delle
determinazioni della stazione appaltante dinanzi al giudice amministrativo. Un
iter processuale di tal genere risulterebbe eccessivamente gravoso per il
privato ed incompatibile con la celerità che il legislatore ha imposto per il
rito degli appalti nel c.p.a.: l’attesa di una decisione sulla regolarità della
posizione previdenziale, non permetterebbe di impugnare entro i termini di cui
agli artt. 120 e ss. c.p.a., i provvedimenti adottati dalla stazione appaltante
in relazione alla procedura di evidenza pubblica di riferimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ciò non
impedisce all’operatore privato di impugnare autonomamente il d.u.r.c. con gli
ordinari strumenti predisposti dall’ordinamento: in tal caso, tuttavia, ci si
troverebbe al di fuori della cognizione del Giudice Amministrativo, per il
dirimente motivo che una tale controversia concernerebbe il rapporto
obbligatorio che lega l’operatore privato all’ente previdenziale e non le
decisioni della stazione appaltante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Come è
risaputo, con riferimento all’affidamento di lavori, servizi o forniture, il
giudice amministrativo è titolare di giurisdizione esclusiva (art. 244, primo
comma, d.lgs. 163/2006, già art. 6, primo comma, della l. 2005/2000) e può
pertanto compiere, a prescindere dalla consistenza della corrispondente
posizione soggettiva, ogni accertamento che gli sia domandato dalla parte per
verificare il rispetto dei principi comunitari in materia di concorrenza (tra i
quali la regolarità contributiva delle imprese partecipanti).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sostenere, in
tale contesto, che pur dovendo stabilire della legittimità degli appalti
pubblici (e quindi della conformità di questi anche alle regole di derivazione
comunitaria), il giudice amministrativo, ancorché domandato dalla parte, non
possa spingersi ad accertare la sussistenza o meno di un requisito di
partecipazione sol perché questo è attestato dal provvedimento di
un’amministrazione (come avviene per il d.u.r.c.), significherebbe limitare
irragionevolmente l’ambito della tutela accordata dall’ordinamento anche in
violazione dei principi comunitari di efficacia e rapidità dei mezzi di
ricorso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Allorché sia a
ciò chiamato dalla parte nell’ambito di una procedura pubblica volta
all’affidamento di lavori, servizi o forniture, il giudice amministrativo (come
del resto potrebbe fare alla stregua dell’art. 8 del c.p.a. - già art. 8 della
l. n. 1034/1971 - se nella materia considerata non gli fosse riconosciuta
giurisdizione esclusiva) ben può incidentalmente valutare la sussistenza dei
requisiti di partecipazione siano essi o meno attestati da atti della p.a.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Conforme
risulta, d’altronde, l’orientamento della Corte regolatrice, la quale, proprio
riferendosi alla certificazione INPS e ad una procedura concorsuale soggetta
alla disciplina comunitaria, ha già avuto modo di stabilire che appartiene alla
cognizione del giudice amministrativo “verificare la regolarità di una
certificazione costituente specifico requisito per la partecipazione alla gara
(Cass. civ., Sez. Un., 11 dicembre 2007, ord. 25818).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Come, dunque,
chiarito anche dalla Sezione rimettente, sul punto, le Sezioni Unite della
Corte di Cassazione, con la ordinanza n. 25818 dell’11 dicembre 2007
(confermata dalla successiva ordinanza n. 3169 del 9 febbraio 2011), hanno
avuto modo di chiarire che la giurisdizione, in controversie relative a
procedure di affidamento di lavori, servizi o forniture, appartiene al giudice
amministrativo quando venga in rilievo la certificazione attestante la
regolarità contributiva, sulla cui base l’Amministrazione abbia successivamente
adottato un provvedimento. Al riguardo, la Suprema Corte ha chiarito che la
certificazione sulla regolarità contributiva dell’impresa partecipante ad una
gara d’appalto costituisce uno dei requisiti posti dalla normativa in materia
di appalti pubblici ai fini dell’ammissione alla gara. Dunque, la giurisdizione
appartiene al giudice amministrativo perché è costui competente a sindacare la
decisione della stazione appaltante inerente alla sussistenza o meno di un
requisito utile a partecipare ad una procedura di affidamento di un contratto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ciò che
consente di affermare la giurisdizione amministrativa è, in definitiva, la
diversità del tipo di sindacato compiuto dal giudice amministrativo rispetto a
quello effettuato dal giudice ordinario sulla documentazione attestante la
regolarità contributiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In effetti, il
combinato disposto degli artt. 442 comma 1 e 444 comma 3 c.p.c. devolve alla
giurisdizione ordinaria le controversie in materia di assistenza e previdenza
obbligatorie: ciò implica che il giudice ordinario sarà chiamato ad accertare
la sussistenza di un diritto del prestatore di lavoro. Diversamente, l’art. 133
c.p.a., attribuisce alla giurisdizione amministrativa le controversie aventi ad
oggetto le procedure relative all’affidamento di lavori, servizi e forniture:
in quest’ambito, dunque, il giudice deve verificare la regolarità dei requisiti
che, ad esempio, un’impresa esclusa dalla relativa procedura ha prodotto in
sede di offerta, al fine di dichiarare illegittima detta esclusione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In altri
termini, la certificazione relativa alla regolarità contributiva dinanzi al
giudice amministrativo viene in rilievo alla stregua di requisito di
partecipazione alla gara e, pertanto, il regime relativo alla valutazione circa
la sua regolarità non può essere differente da quello previsto per gli altri
requisiti. Ad ulteriore conferma di questo assunto, il Collegio ritiene di
poter utilmente richiamare l’esempio delle certificazioni antimafia che la
Sezione rimettente ha descritto nell’ordinanza di rimessione. Anche in questa
ipotesi, infatti, si è in presenza di un provvedimento che, a seconda dei casi,
può costituire l’oggetto principale di una controversia oppure venire in
rilievo come requisito propedeutico alla partecipazione ad una procedura di
gara, nel qual caso ne viene esaminato il contenuto da parte del giudice
amministrativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alla luce delle
pregresse considerazioni, il quesito sottoposto a questa Adunanza Plenaria può
essere risolto enunciando il seguente principio di diritto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“Rientra nella
giurisdizione del giudice amministrativo, adito per la definizione di una
controversia avente ad oggetto l’affidamento di pubblici lavori, servizi e
forniture, l’accertamento inerente alla regolarità del documento unico di
regolarità contributiva, quale atto interno della fase procedimentale di
verifica dei requisiti di ammissione dichiarati dal partecipante ad una gara.
Tale accertamento viene effettuato, nei limiti del giudizio relativo
all’affidamento del contratto pubblico, in via incidentale, cioè con
accertamento privo di efficacia di giudicato nel rapporto previdenziale”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Risolta la
prima questione relativa alla giurisdizione nei termini anzidetti, viene in
rilievo, in modo consequenziale, il secondo quesito proposto dalla Sezione
rimettente. Esso concerne la corretta interpretazione del requisito della
definitività dell’accertamento delle violazioni in materia di contributi
previdenziali ed assistenziali, previsto dall’art. 38 comma 1 d.lgs. n. 163 del
2006, come causa di esclusione dalle procedure di affidamento delle concessioni
e degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In seguito
all’entrata in vigore dell’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013 (che riproduce
sostanzialmente, la procedura già prevista dall’art. 7 D.M. 24 ottobre 2007) è
stata introdotta una procedura di flesibilizzazione (c.d. “preavviso di
d.u.r.c. negativo”) che consente all’impresa richiedente il rilascio della
certificazione contributiva, di sanare la propria posizione, prima della
definitiva certificazione negativa: in virtù di tale procedura, l’ente
previdenziale, qualora riscontri delle irregolarità, deve invitare l’operatore
richiedente a sanare la propria posizione entro il termine di quindici giorni.
Soltanto qualora l’operatore non effettui la regolarizzazione della propria
posizione, entro il termine anzidetto, l’ente previdenziale potrà adottare un
d.u.r.c. negativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’introduzione,
o meglio la “legificazione” del preavviso di d.u.r.c. negativo, ha posto il
problema di individuare esattamente il momento a partire dal quale la
violazione della legislazione in materia di contributi previdenziali ed
assistenziali, possa ritenersi definitiva, ai fini dell’applicazione dell’art.
38 d.lgs. n. 163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sul punto, come
evidenziato nell’ordinanza di rimessione, è sorto un contrasto
giurisprudenziale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Collegio
ritiene che il quesito possa essere risolto rinviando al principio di diritto
espresso da questa Adunanza Plenaria nelle sentenze nn. 5 e 6 del 29 febbraio
2016. In quella sede, l’Adunanza Plenaria di questo Consiglio di Stato si è
espressa nel senso di ritenere che “Anche dopo l’entrata in vigore dell’art.
31, comma 8, del decreto legge 21 giugno 2013 n. 69, (Disposizioni urgenti per
il rilancio dell'economia), convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto
2013, n. 98, non sono consentite regolarizzazioni postume della posizione
previdenziale, dovendo l’impresa essere in regola con l'assolvimento degli
obblighi previdenziali ed assistenziali fin dalla presentazione dell'offerta e
conservare tale stato per tutta la durata della procedura di aggiudicazione e
del rapporto con la stazione appaltante, restando dunque irrilevante, un
eventuale adempimento tardivo dell'obbligazione contributiva. L’istituto
dell’invito alla regolarizzazione (il c.d. preavviso di DURC negativo), già
previsto dall’art. 7, comma 3, del decreto ministeriale 24 ottobre 2007 e ora
recepito a livello legislativo dall’art. 31, comma 8, del decreto legge 21
giugno 2013 n. 69, può operare solo nei rapporti tra impresa ed Ente
previdenziale, ossia con riferimento al DURC chiesto dall’impresa e non anche
al DURC richiesto dalla stazione appaltante per la verifica della veridicità
dell’autodichiarazione resa ai sensi dell’art. 38, comma 1, lettera i) ai fini
della partecipazione alla gara d’appalto”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In tal modo è
stato chiarito che l’art. 31 d.l. n. 69 del 2013 non ha modificato la
disciplina dettata dall’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006: la regola del preavviso
di d.u.r.c. negativo, dunque, non trova applicazione nel caso di certificazione
richiesta dalla stazione appaltante, ai fini della verifica delle dichiarazioni
rese dell’impresa partecipante. Il meccanismo, di cui al citato art. 31 comma
8, si applica solo nei rapporti fra ente previdenziale ed operatore economico
richiedente, senza venire in rilievo nel caso in cui sia la stazione appaltante
a richiedere il d.u.r.c. ai fini della verifica circa la regolarità
dell’autodichiarazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questa Adunanza
Plenaria ha giustificato le predette conclusioni con una serie di
argomentazioni, di carattere letterale, storico e sistematico, che, seppur
brevemente, il Collegio ritiene opportuno richiamare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In primo luogo,
l’inapplicabilità alle procedure di evidenza pubblica del meccanismo di cui al
comma 8 è desumibile dalla lettura complessiva dell’articolo 31 d.l. n. 69 del
2013. In effetti, i commi dal 2 al 7 di tale norma contengono un preliminare ed
espresso riferimento ai contratti di pubblici lavori, servizi o forniture o,
comunque, un rinvio al d.lgs. n. 163 del 2006. Diversamente, il comma 8 non
contiene un riferimento di tal genere, né sarebbe possibile desumerlo, in
maniera implicita, dal testo della disposizione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Inoltre, la
modifica al testo dell’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006 non può essere sostenuta
argomentando in merito ad una presunta incompatibilità fra le due disposizioni:
in questo senso osta l’art. 255 d.lgs. n. 163 del 2006 a tenore del quale
“[o]gni intervento normativo incidente sul codice, o sulle materie dallo stesso
disciplinate, va attuato mediante esplicita modifica, integrazione, deroga o
sospensione delle specifiche disposizioni in esso contenute”. Il d.l. n. 69 del
2013 contiene, all’art. 31 comma 2, le disposizioni del d.lgs. n. 163 del 2006
che sono state modificate, in conformità alla clausola di abrogazione esplicita
di cui all’art. 255: tuttavia, in tale elenco non rientra l’art. 38 d.lgs. n.
163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ad ulteriore
conferma della conclusione cui è giunta, questa Adunanza Plenaria ha
evidenziato l’assenza, nei commi da 3 a 7 dell’art. 31, di qualsivoglia
riferimento ad una possibile regolarizzazione postuma dell’inadempienza
contributiva imputabile all’operatore che abbia partecipato alla gara o che
stia eseguendo il contratto: nelle norme richiamate è la stazione appaltante a
richiedere all’ente previdenziale il rilascio del d.u.r.c., ai fini della
verifica della veridicità della autodichiarazione presentata dall’operatore
privato. Diversamente, il comma 8, nel disciplinare la procedura di preavviso
di d.u.r.c. negativo, si riferisce alle sole ipotesi in cui sia l’operatore
privato a richiedere all’ente previdenziale il rilascio della certificazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sotto il
profilo sistematico, questa Adunanza Plenaria afferma il parziale parallelismo
strutturale che sussiste fra il meccanismo di cui all’art. 31 comma 8 ed il
preavviso di rigetto disciplinato dall’art. 10-bis l. n. 214 del 1990. Al
riguardo viene premesso, per un verso, che il preavviso di rigetto - previsto
in via generale per i procedimenti iniziati ad istanza di parte - non opera,
per espressa scelta legislativa, in relazione ai procedimenti in materia previdenziale.
Per altro verso, il meccanismo di cui all’art. 31 comma 8 prevede un
procedimento in cui rileva la materia previdenziale ed al contempo strutturato
come procedimento ad istanza di parte. Pertanto, l’art. 31 comma 8, costituendo
una “deroga alla deroga”, non può applicarsi al di fuori delle ipotesi
espressamente descritte dal legislatore e, cioè, quelle in cui l’operatore
privato richieda all’ente previdenziale il rilascio del d.u.r.c.. Quando,
invece, è la stazione appaltante a richiedere la certificazione all’ente
previdenziale, ci si pone al di fuori dell’ambito applicativo della fattispecie
ex art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sempre sotto il
profilo sistematico, si afferma anche che “l’esclusione del c.d. preavviso di
DURC negativo nell’ambito del procedimento d’ufficio per la verifica della
veridicità delle dichiarazioni sostitutive rese in sede ai fini della
partecipazione alla gara, si pone in linea con alcuni principi fondamentali che
governano appunto le procedure di gara” e cioè quello di parità di trattamento
e di autoresponsabilità, nonché il principio di continuità nel possesso dei
requisiti di partecipazione alla gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Risulta
evidente, in effetti, che, consentire la partecipazione ad una gara ad
operatori che non possiedono, in materia di contributi previdenziali, i
requisiti necessari a prendere parte alla procedura comparativa, ma ne
autodichiarano il possesso, comporta due conseguenze evidenti: da un lato,
l’operatore potrebbe integrare un requisito indispensabile alla partecipazione
solo dopo aver preso parte alla gara ed in seguito al suo esito favorevole, a
differenza degli altri concorrenti; dall’altro lato, l’autodichiarazione resa
in sede di presentazione dell’offerta sarebbe viziata da una intrinseca
falsità, di per sé idonea a giustificare l’esclusione dalla procedura. Inoltre,
consentire una regolarizzazione postuma dei requisiti di partecipazione alla
gara urterebbe con la impossibilità, affermata anche dalla sentenza di questa
Adunanza Plenaria n. 8 del 20 luglio 2014, di perdere i requisiti neanche
temporaneamente nel corso della procedura.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Infine, da un
punto di vista storico - normativo, questa Adunanza Plenaria ha richiamato il
D.M. 24 ottobre 2007, il cui art. 7 comma 3 prevedeva un procedimento
strutturalmente simile a quello previsto dall’art. 31 comma 8:
“[n]ell’interpretazione di questa norma non si è mai dubitato che la regola del
previo invito alla regolarizzazione non trovasse applicazione nel caso di
richiesta della certificazione preordinata alle verifiche effettuate dalla
stazione appaltante ai fini della partecipazione alle gare d’appalto”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alla luce delle
precedenti considerazioni, il secondo quesito sottoposto dalla Sezione
rimettente deve essere risolto, in conformità al principio di diritto espresso
nelle sentenze di questa Adunanza Plenaria nn. 5 e 6 del 29 febbraio 2016, nel
senso di ritenere l’ambito di applicazione dell’art. 31 d.l. n. 69 del 2013
limitato ai rapporti fra ente previdenziale ed operatore privato richiedente il
rilascio del d.u.r.c.. Di conseguenza, va escluso che detta disposizione abbia
determinato una implicita modifica all’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’applicazione
dei suesposti principi alla fattispecie oggetto del presente contenzioso
determina: - che si debba respingere il primo motivo dell’appello principale
con il quale era stato riproposta, in sede di impugnazione, l’eccezione di
difetto di giurisdizione del Giudice Amministrativo in relazione
all’accertamento sulla regolarità del d.u.r.c., già disattesa dal giudice di
prime cure;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- che si debba,
invece, accogliere il secondo motivo dell’appello principale, con il quale la
Società Servizi Socio Culturali Cooperativa Sociale Onlus sostiene l’erroneità
della sentenza del Tar Veneto per aver ritenuto illegittima l’esclusione comminata
ai danni dell’appellata, argomentando tale illegittimità, sull’asserita mancata
applicazione dell’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il motivo è
fondato e va accolto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A causa
dell’impossibilità di applicare il preavviso di d.u.r.c. negativo al caso
concreto, il Collegio ritiene, in definitiva, legittimo l’operato
dell’Amministrazione la quale ha validamente escluso dalla procedura la società
appellata, in conseguenza delle irregolarità riscontrate all’esito del
controllo in merito alla regolarità contributiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La fondatezza
del secondo motivo dell’appello principale, relativo alla impossibilità di
applicazione dell’art. 31 comma 8 d.l. n. 69 del 2013 nei rapporti fra stazione
appaltante e ente preposto al rilascio del d.u.r.c., consente di ritenere assorbita
l’ulteriore censura, sollevata dalla società appellante, relativa alla errata
applicazione dell’art. 122 c.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’accoglimento
dell’appello principale determina, altresì, l’assorbimento dell’appello
incidentale proposto dalla Provincia di Verona.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alla luce delle
considerazioni sopra esposte, l’accoglimento del secondo motivo dell’appello
principale comporta che, in riforma della sentenza di primo grado, vada
respinto il ricorso introduttivo del giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La novità e la
complessità delle questioni affrontate, nonché i contrasti giurisprudenziali
esistenti sulle vicende affrontate, nonché il parziale accoglimento, consentono
al Collegio di disporre la compensazione integrale fra le parti delle spese del
doppio grado di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di
Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria) definitivamente pronunciando
sugli appelli, principale ed incidentale, come in epigrafe proposti, così
provvede:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- respinge il
primo motivo dell’appello principale e, per l’effetto, dichiara la giurisdizione
del giudice amministrativo sulla presente controversia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- accoglie il
secondo motivo dell’appello principale e, per l’effetto, in riforma della
sentenza impugnata, respinge il ricorso di primo grado;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- dichiara
assorbito l’appello incidentale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- compensa le
spese del doppio grado.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la
presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in
Roma nella camera di consiglio del giorno 23 marzo 2016 con l'intervento dei
magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alessandro
Pajno, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Filippo Patroni
Griffi, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sergio Santoro,
Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giuseppe
Severini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Luigi Maruotti,
Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo Deodato,
Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola Russo,
Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Salvatore
Cacace, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sandro Aureli,
Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto
Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Manfredo
Atzeni, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele Greco,
Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giulio
Castriota Scanderbeg, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: 0.75pt; text-align: center;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: 0.75pt; text-align: center;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 27pt; text-align: left;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 27pt; text-align: left;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA</span></span></div>
<div class="fatto" style="line-height: 27pt; margin: 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 25/05/2016</span></div>
<div class="fatto" style="line-height: 27pt; margin: 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="fatto" style="line-height: 27pt; margin: 0pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Dirigente della Sezione</span></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-87526539163072360672016-05-19T06:28:00.000-07:002016-05-19T06:28:10.688-07:00ADUNANZE PLENARIE: ______ (Ad. Plen., ordinanza collegiale interlocutoria 19 maggio 2016, n. 8).<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>
ADUNANZE PLENARIE:</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b> ______ </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>(Ad. Plen., </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>ordinanza collegiale interlocutoria </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #0b5394;">19 maggio 2016, n. 8)</span></b></span><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinwH4-_jt5WOPpwqQm7zzedXlEGU0PuEIcEvZzQTqq30q8Gg4C58WX3IGPROQv5FBHdvjRX5iYwFkMVBXMUcgI3qtcD6Uwl7JUfxWu-U-ZXxgrb5k54Hs7l-GRDi23JWH5RIaNg1DvgO6S/s1600/images.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinwH4-_jt5WOPpwqQm7zzedXlEGU0PuEIcEvZzQTqq30q8Gg4C58WX3IGPROQv5FBHdvjRX5iYwFkMVBXMUcgI3qtcD6Uwl7JUfxWu-U-ZXxgrb5k54Hs7l-GRDi23JWH5RIaNg1DvgO6S/s320/images.png" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Solo incombenti a carico della p.a. nella decisione della Plenaria n. 8 del 2016 (che infatti assume le vesti dell'ordinanza collegiale interlocutoria).</span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 24px;"><b>Ordinanza collegiale interlocutoria </b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha
pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ORDINANZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso
numero di registro generale 1 di A.P. del 2016, proposto da:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Lavinia De
Bottis, Michele Tenneriello, Luigia Di Iulio, Sonia Persichini, Carmen
Petriccione, Sabina Palladino, Antonietta Gallo, Maddalena Pizzonia, Chiara
Mastroianni, Pasqualina Feola, Elisabetta Merola, Orsola Bernardo, Maria
Izzo, Monica De Angelis, Paola Cundari, Caterina Martucci, Giovanni Rozzera
Tarcagnota, Antonio Iacobelli, Marta Amendola Fonzino, Orsola De Filippo,
Alessandra De Lillo, Gelosomina De Lucia, Lucia Palermo, Rosa Communara, Rosa
Di Laora, Stefania Martino, Giuseppe Feliciello, Gemma Anna Rossetti, Rosa
Marchione, Giustina Tartaglione, Annamaria Cataudo, Rosanna Iannone, Tiziana
Grimaldi, Concetta Tonziello, Loredana Sasso, Maria Rosaria Morelli, Teresa
Cirelli, Maria Carangelo, Carla Guarino, Daniela Barbato Ferraiuolo, Sara Del
Prato, Antonio Di Matteo, Chiara Iazzetta, Teresa De Lucia, Viola Affinita,
Giuseppina Foresta, Giovanni Brancaccio, Pietro Maione, Romina Pecchillo,
Maria Laura Marziani, Giovanni Brancaccio, Scilla Papa, Chiara Anna Luisa
Verdicchio, Giovanna Pepe, Emilia Tartaglione, Maddalena Vaiano, Raffaella
Salzillo, Maddalena Costanzo, Antonietta Di Giovanni, Rosa Marino, Lucia
Foscarin, rappresentati e difesi dagli avv. Filippo Bove, Francesco Cundari,
Giuseppe Cundari, con domicilio eletto presso Filippo Bove in Roma, Via A.
Fabretti, 8; Giuseppina Gallinaro, rappresentati e difesi dagli avvocati
Giuseppe Cundari, Filippo Bove e Francesco Cundari, con domicilio eletto
presso l’avvocato Filippo Bove in Roma, via A. Fabretti, 8;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero
dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, in persona del Ministro
pro-tempore, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura generale dello
Stato, presso i cui uffici è domiciliato in Roma, via dei Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso
numero di registro generale 2 di A.P. del 2016, proposto da:<br />
Maria Giovanna Russo, Anna Di Dario, Francesca Salzillo, Maria Ciocio, Rosa
Schiavottiello Ruotolo, Anna D'Addio, Maria Maddalena Merola, rappresentati e
difesi dagli avv. Francesco Cundari e Giuseppe Cundari, con domicilio eletto
presso Filippo Bove in Roma, via Ariodante Fabretti, 8; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero
dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, in persona del Ministro
legale rappresentante pro-tempore, rappresentato e difeso per legge dall' Avvocatura
generale dello Stato, presso i cui uffici è domiciliato in Roma, via dei
Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per la riforma, in entrambi i ricorsi:<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della
sentenza breve del T.a.r. Lazio - Roma: Sezione III Bis n. 4460/2015, resa
tra le parti, concernente aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per
il personale docente ed educativo della scuola<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti i
ricorsi in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti gli
atti di costituzione in giudizio del Ministero dell'Istruzione
dell'Università e della Ricerca;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le
memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti
gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore,
nell'udienza pubblica del giorno 27 aprile 2016, il consigliere di Stato Giulio
Castriota Scanderbeg e uditi per le parti gli avvocati dello Stato Pizzi e
Amorizzi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto che
gli appelli, riuniti con sentenza parziale della sesta Sezione n.364 del
2016, necessitano di essere ulteriormente istruiti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ritenuto, in
particolare, che questa Adunanza plenaria ravvisa l’esigenza di acquisire
ulteriori elementi istruttori, al fine di delineare un quadro più completo
della intera vicenda fattuale, con particolare riferimento alle seguenti
circostanze:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- alla
incidenza, sul piano straordinario di assunzione dei docenti precari in corso
di svolgimento, dell’eventuale assorbimento nelle graduatorie ad esaurimento
dei titolari di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002, sulla base
di una stima realistica che tenga conto del numero dei soggetti muniti di
quel titolo abilitante potenzialmente interessati ad entrare in graduatoria;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- al numero
dei soggetti, muniti del solo titolo abilitativo del diploma magistrale
conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, eventualmente già inseriti nelle
graduatorie ad esaurimento dopo l’entrata in vigore della legge n. 296 del
2006, se del caso anche per effetto di provvedimenti giurisdizionali
favorevoli: detto accertamento dovrà riguardare il periodo compreso tra il
primo aggiornamento delle graduatorie disposto con DDG 16 marzo 2007 ( per il
biennio 2007/2008 e 2008/2009) e le successive tornate di aggiornamento, fino
a ricomprendere la sessione di cui al d.m. 235 del 2014, oggetto della
impugnazione di primo grado, nonchè quella successiva regolata dal d.m. 325
del 2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- al numero
dei titolari di diploma magistrale conseguito entro l’anno 2001/2002 che
hanno seguito i corsi annuali abilitanti istituiti presso le Università ai
sensi dell’art. 2, comma c bis, del d.l. 7 aprile 2004 n. 97 ( convertito
nella legge 4 giugno 2004 n. 143) e che sono entrati eventualmente nelle
graduatorie ad esaurimento, nel suddetto periodo, in ragione di detto titolo
abilitante aggiuntivo. Tale indicazione dovrà essere completata con la
specifica indicazione delle Università italiane che hanno in concreto
attivato detti corsi abilitanti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">considerato
che all’espletamento dell’incombente istruttorio di cui innanzi provvederà
l’appellata Amministrazione scolastica, a mezzo di relazione scritta di
chiarimenti da depositarsi nella Segreteria di questa Adunanza plenaria nel
termine di giorni 90 dalla comunicazione della presente ordinanza;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">considerato
che, ai sensi dell’art. 65, comma 2, del c.p.a., viene fin d’ora fissata al
16 novembre 2016 l’udienza pubblica per la trattazione dei ricorsi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">P.Q.M.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio
di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria), non definitivamente
pronunciando sugli appelli di cui in epigrafe, dispone gli incombenti
istruttori di cui in parte motiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Fissa
l’udienza pubblica del 16 novembre 2016 per l’ulteriore trattazione dei
ricorsi .<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso
in Roma, nella camera di consiglio del giorno 27 aprile 2016, con
l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alessandro
Pajno, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Filippo
Patroni Griffi, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sergio
Santoro, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giuseppe
Severini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Luigi
Maruotti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo
Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola Russo,
Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sandro
Aureli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto
Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Manfredo
Atzeni, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele
Greco, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giulio
Castriota Scanderbeg, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Paolo
Giovanni Nicolo' Lotti, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN
SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 19/05/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co.
3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
</div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> </span></span></li>
</ul>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-82071395753390386482016-05-17T02:51:00.002-07:002016-05-17T02:52:54.959-07:00ELEZIONI: la sentenza del Consiglio di Stato sul "caso Fassina", tra "disorganico quadro normativo" e "strumentalità delle forme" (Cons. St., Sez .IV, sentenza 17 maggio 2016, n. 1987).<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 24px;"><span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>ELEZIONI:</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 24px;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #cc0000;"> </span><span style="color: #990000;">la sentenza del Consiglio di Stato </span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 24px;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #990000;">sul "</span><span style="color: #bf9000;">caso Fassina</span><span style="color: #990000;">" </span></b></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: medium;"><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>tra "disorganico quadro normativo" </b></span></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: medium;"><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>e "strumentalità delle forme" </b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>(Cons. St., Sez .IV, </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>sentenza 17 maggio 2016, n. 1987)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqhWzadeNOoTDPqW9irJND7hnjsY9rVqOn2c-AYxxJm6f-ighQWdzTBrCaYPmWc7vg4PeuCRG2lzS39GSDV_U4n5ci1nYcxxTyagNl3A0h4LHNlgBpl-3QiRGvL5HgyFXahm31bMcv2E4G/s1600/david_socrate_particR400.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqhWzadeNOoTDPqW9irJND7hnjsY9rVqOn2c-AYxxJm6f-ighQWdzTBrCaYPmWc7vg4PeuCRG2lzS39GSDV_U4n5ci1nYcxxTyagNl3A0h4LHNlgBpl-3QiRGvL5HgyFXahm31bMcv2E4G/s320/david_socrate_particR400.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sono sempre più convinto che senza un f<b>ormate legislativo chiaro, semplice e coordinato</b> (nonché conosciuto dagli addetti ai lavori, senza se e senza ma) con le altre disposizioni ordinamentali, il <b>formante giurisprudenziale</b>, per quanto rigoroso e razionalizzante, sia afflitto da limiti intrinseci, seppure in via derivata.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="background-color: white; line-height: 150%;">Visto che mi sembra sia iniziata una più decisa stagione delle "compilazioni settoriali" parzialmente innovative (almeno nel diritto amministrativo; vedi T.U. sulle partecipate e nuovo Codice dei Contratti pubblici) e che il nostro ordinamento rimane di <i>civil law</i>, nonostante la sempre maggiore rilevanza della funzione nomofilattica delle varie Giurisdizioni superiori, sancita anche dal legislatore, </span><span style="background-color: white; line-height: 150%;">l'opportunità storica di migliorare la qualità/efficacia della legislazione non credo possa e debba cedere il passo all'inveterato uso del pressappochismo redazionale.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Senza dimenticare la <b>nostra storia giuridica</b>: il codice civile, non a torto ritenuto un modello di legislazione per completezza e sistematicità, è il frutto del <b>"dialogo" tra legislatore e Giudici di merito e della Suprema Corte di Cassazione</b> (come spesso ripete il Prof. Abbamonte nei suoi mirabili Convegni): senza tale <b>"circolo virtuoso"</b>, il nostro codice sarebbe o troppo "teorico" (vedi la Pandettistica tedesca) o troppo "pragmatico", sul modello della legislazione "rimediale" che informa la normativa comunitaria, sovente "interpretata" dalla Corte di Giustizia, o della legislazione anglosassone (che comunque segue e razionalizza il diritto pretorio di <i>common law</i>, il quale è dotato di una stabilità inconcepibile nel nostro ordinamento, nonostante i limiti intrinseci alle induzioni generalizzatrici del legislatore d'Oltremanica rispetto all'approccio casistico giurisprudenziale).</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se il nostro sistema è divenuto misto, ritorni ad esser "puro" innanzitutto per la <b>rinnovata centralità della legge</b>, senza che ciò escluda la convergenza dei formanti giurisprudenziale e dottrinale.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Massima</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><i><span style="background: white; color: #0b5394; line-height: 150%;">1.</span></i></b><i><span style="background: white; line-height: 150%;"> <b><span style="color: #0b5394;">- </span></b>La questione controversa tra le
parti non riguarda la questione di carattere generale se in linea di principio
siano valide le sottoscrizioni assistite da autenticazioni prive di data: una
tale questione va comunque esaminata tenendo conto delle specifiche
disposizioni rilevanti nei vari settori dell’ordinamento (ad es., della legge
notarile del 1913, del codice civile, del d.P.R. n. 445 del 2000,
ecc.) Più limitatamente, la Sezione si deve occupare della specifica
portata delle disposizioni che riguardano il procedimento elettorale e, in
particolare, della l. n. 53 del 1990.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><i><span style="background: white; color: #0b5394; line-height: 150%;">2. -</span></i></b><i><span style="background: white; line-height: 150%;"> Quanto precede induce la
Sezione a ritenere che:</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><span style="color: #bf9000;"><b>2.1. -</b></span> dal quadro normativo vigente, non chiaro né coordinato, non risulta
espressamente affermata né è stata prevista la necessità, a pena di nullità,
della data delle autenticazioni amministrative;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><b><span style="color: #bf9000;">2.2. - </span></b>in mancanza di una esplicita previsione di una nullità, di ordine
strutturale o testuale, essa non può essere desunta, nell’ambito del
procedimento elettorale, dallo scopo che la data potrebbe eventualmente
soddisfare, non essendo ammesse nullità “funzionali”;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><b><span style="color: #bf9000;">2.3. - </span></b>a fronte di tale scarsa chiarezza del quadro normativo, deve essere
valorizzato il principio del favor partecipationis, per il quale – in
assenza di una chiara disposizione ostativa – può partecipare alla competizione
elettorale una lista in possesso di tutti i requisiti sostanziali richiesti;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><b><span style="color: #bf9000;">2.4. -</span></b> la rilevanza del momento temporale è sancita dal legislatore, a pena di
nullità, esclusivamente ai fini del rispetto dell’art. 14, comma 3, della l. n.
53 del 1990, secondo cui «le sottoscrizioni e le relative autenticazioni sono
nulle se anteriori al centottantesimo giorno precedente il termine fissato per
la presentazione delle candidature»;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><b><span style="color: #bf9000;">2.5. - </span></b>tale requisito temporale, in assenza di contrarie previsioni legislative,
può desumersi aliunde, se risulta con certezza che la sottoscrizione e
l’autenticazione non risalgono e non possono risalire ad un periodo anteriore
al centottantesimo giorno precedente al termine fissato per la presentazione delle
candidature;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><b><span style="color: #bf9000;">2.5. -</span></b> in materia elettorale, almeno limitatamente alla data delle
autenticazioni, rileva il principio di strumentalità delle forme, che può
essere egualmente soddisfatto, in ragione del valore preminente del favor
partecipationis, laddove la certezza sul rispetto della finalità, alla quale la
forma sia preordinata, sia comunque raggiunta;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><b><span style="color: #bf9000;">2.6. -</span></b> l’invalidità delle operazioni, alla stregua di tale fondamentale canone
interpretativo in materia elettorale, può essere ravvisata solo quando la
mancanza di elementi o di requisiti essenziali impedisca il raggiungimento
dello scopo che connota il singolo atto, mentre non possono comportare
l’annullamento delle operazioni le mere irregolarità, ossia quei vizi da cui
non derivi alcun pregiudizio per le garanzie o la compressione della libera
espressione del voto.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><i><span style="background: white; color: #0b5394; line-height: 150%;">3. -</span></i></b><b><i><span style="background: white; line-height: 150%;"> </span></i></b><i><span style="background: white; line-height: 150%;">L’applicazione del
principio del favor partecipationis risulta corroborata dalle
considerazioni della Corte Costituzionale e della Corte Europea dei diritti
dell’uomo:</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><span style="color: #bf9000;">3.1. -</span></span><span style="background: white; color: #0b5394; line-height: 150%;"> </span></i></b><i><span style="background: white; line-height: 150%;">con la sentenza n. 1 del 13 gennaio
2014, la Corte Costituzionale ha evidenziato che le disposizioni sui sistemi
elettorali sono ragionevoli se stabiliscono «oneri non sproporzionati rispetto
al perseguimento» di obiettivi legittimi, il che comporta che le medesime
disposizioni possono comportare l’esclusione delle liste solo quando siano
violate chiare previsioni che precisino le formalità da seguire e le
conseguenze derivanti nel caso di loro violazione;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><span style="color: #bf9000;">3.2. -</span></span></i></b><i><span style="background: white; line-height: 150%;"><span style="color: #bf9000;"> </span>con la sentenza 16 marzo 2006, n. 58278, la stessa Corte europea dei
diritti dell’uomo, Grande Chambre, ha evidenziato che la legislazione
elettorale dei singoli Stati deve tendere a procedure volte a determinare
l’effettiva volontà del popolo, il che comporta che l’esclusione di una lista
può essere disposta solo quando la legge la preveda chiaramente.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">in
sede giurisdizionale (Sezione Terza)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ai
sensi degli art. 74 e 129 c.p.a.;<br />
sul ricorso numero di registro generale 3784 del 2016, proposto da «<i>Sinistra
Per Roma - <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span> Sindaco</i>»,
in persona del sig. Stefano <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span>,
dalla sig.ra Floriana D’Elia, candidata, e dal sig. Felice Maggi, delegato alla
presentazione della lista, tutti rappresentati e difesi dall’Avv. Carlo
Contaldi La Grotteria, dall’Avv. Paolo Pittori, dall’Avv. Piero Sandulli,
dall’Avv. Pietro Adami e dall’Avv. Arturo Salerni, con domicilio eletto presso
lo studio dei primi due in Roma, Lungotevere dei Mellini, n. 24; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
Commissione Elettorale Circondariale di Roma, in persona del Presidente <i>pro
tempore</i>, l’U.T.G. - Prefettura di Roma, in persona del Prefetto <i>pro
tempore</i>, il Ministero dell’Interno, in persona del Ministro <i>pro
tempore</i>, rappresentati e difesi <i>ex lege</i>dall’Avvocatura Generale
dello Stato, presso i cui uffici sono domiciliati in Roma, via dei Portoghesi,
n. 12;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
signor Eugenio Pini; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">per
la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">della
sentenza del T.A.R. per il Lazio, Sede di Roma, Sez. II, bis, n. 5723/2016,
resa tra le parti, concernente esclusione dalla lista «<i>Sinistra per Roma - <b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span></b> Sindaco</i>», per le elezioni
amministrative del 5 giugno 2016;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">visti
il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">visti
gli atti di costituzione in giudizio della Commissione Elettorale Circondariale
di Roma, dell’U.T.G. - Prefettura di Roma e del Ministero dell’Interno;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">viste
le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">relatore
nell’udienza speciale elettorale del giorno 16 maggio 2016 il Cons.
Massimiliano Noccelli e uditi per gli odierni appellanti l’Avv. Carlo Contaldi
La Grotteria, l’Avv. Pietro Adami, l’Avv. Paolo Pittori, l’Avv. Arturo Salerni,
e per le Amministrazioni appellate l’Avvocato dello Stato Danilo Del Gaizo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.
Con decreto dell’8 aprile 2016, trasmesso alle singole Prefetture il successivo
11 aprile 2016, il Ministero dell’Interno ha fissato la data di svolgimento
delle consultazioni elettorali amministrative per la data del 5 giugno 2016.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.1.
In data 7 maggio 2016, il sig. Felice Maggi, delegato, ha presentato la lista «<i>Sinistra
per Roma – <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span> Sindaco</i>»,
con gli allegati richiesti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.2.
Il successivo 8 maggio 2016, con il verbale n. 3825, la Commissione Elettorale
Circondariale ha escluso tale lista dalla competizione elettorale per
l’elezione del Sindaco e dei Consiglieri del Consiglio di Roma Capitale,
osservando che per 679 sottoscrizioni il Vicepresidente del Municipio Roma 4,
che aveva effettuato l’autenticazione, non aveva indicato la data, ritenuta
elemento essenziale della stessa autenticazione, e concludendone, quindi, che
tali sottoscrizioni non potessero essere ritenute valide.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.3.
La Commissione, nel considerare conseguentemente valide solo 801 sottoscrizioni
riportanti la data della relativa autenticazione, constatava che la lista «<i>Sinistra
per Roma – <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span> Sindaco</i>»
non aveva rispettato il numero minimo delle sottoscrizioni previste per i
Comuni con popolazione superiore a 1.000.000 di abitanti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.4.
Con successivo verbale n. 1984 del 10 maggio 2016, infine, la stessa
Commissione Elettorale Circondariale ha confermato, in sede di riesame, il
provvedimento di esclusione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.
Avverso i due provvedimenti, di cui al verbale n. 3825 dell’8 maggio 2016 e al
verbale n. 1984 del 10 maggio 2016, la lista «<i>Sinistra per Roma – <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span> Sindaco</i>», la sig.ra
Floriana D’Elia, candidata, e il sig. Felice Maggi, delegato alla presentazione
della lista, hanno proposto ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Lazio, lamentandone l’illegittimità, e ne hanno chiesto
l’annullamento, con conseguente ammissione alla competizione elettorale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.1.
I ricorrenti hanno proposto tre distinte censure nei termini riassuntivi
seguenti:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">1)</span></i><span style="line-height: 150%;"> la violazione degli artt. 21, comma
1, e 38 del d.P.R. n. 445 del 2000, poiché le formalità richieste da tali
disposizioni non contemplerebbero l’apposizione della data nell’autenticazione
delle sottoscrizioni, sicché la mancanza della data non potrebbe costituire
causa di nullità;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">2)</span></i><span style="line-height: 150%;"> l’unica ipotesi di nullità prevista
in materia, quella dell’art. 14, comma 3, della l. n. 53 del 1990, non sarebbe
ravvisabile in concreto, per la possibilità di ricavare <i>aliunde</i> tale
elemento e, precisamente, dal fatto che, nel caso di specie, l’autentica è
stata effettuata da un soggetto investito della carica di Vicepresidente del IV
Municipio soltanto in data 29 dicembre 2015, sicché i verbali autenticati in
via amministrativa non potrebbero essere stati formati prima dei 180 giorni
previsti dal citato art. 14, comma 3, della l. n. 53 del 1990;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">3)</span></i><span style="line-height: 150%;"> l’esiguità del termine fissato per
la raccolta delle sottoscrizioni, in asserita violazione dell’art. 14 della l.
n. 53 del 1990 e dell’art. 32, commi 10 e 11, del testo unico approvato con il
d.P.R. n. 570 del 1960.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.2.
Si è costituito nel primo grado di giudizio il Ministero dell’Interno, con atto
depositato il 12 maggio 2016, per resistere al ricorso, sostenendo la
legittimità dell’esclusione impugnata e, comunque, l’inammissibilità della
censura relativa all’esiguità del termine per la raccolta delle sottoscrizioni
e per la stretta attinenza di tale censura ad un atto diverso da quelli gravati
e, cioè, il citato decreto dell’8 aprile 2016, con il quale è stata fissata la
data per lo svolgimento delle consultazioni elettorali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, con la sentenza n. 5723 del
13 maggio 2016, ha respinto il ricorso, compensando le spese di lite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.1.
Ha osservato il primo giudice che la disciplina delle modalità inerenti alla
autenticazione delle sottoscrizioni in materia elettorale deve essere
rinvenuta, essenzialmente, nel comma 2 e non nel comma 1 dell’art. 21 del
d.P.R. n. 445 del 2000 e, dunque, in una regolamentazione di maggior rigore
formale, per la delicatezza della funzione che la formalità dell’autenticazione
riveste nel procedimento elettorale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.2.
Da questa premessa il Tribunale Amministrativo Regionale ha tratto la
conseguenza che le invalidità che inficiano il procedimento di autenticazione
delle firme degli elettori, che accettano la candidatura o che presentano come
delegati le liste, non assumono un rilievo meramente formale, poiché le minute
regole da esse presidiate mirano a garantire la genuinità delle sottoscrizioni,
impedendo abusi e contraffazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.3.
L’autenticazione prevista dall’art. 21, comma 2, del d.P.R. n. 445 del 2000,
che contempla e richiede anche l’indicazione del luogo e della data,
rappresenta in tale prospettiva, secondo la sentenza impugnata (p. 5-6), un
elemento essenziale, non integrabile <i>aliunde</i>, sicché la mancanza
della data apposta dal pubblico ufficiale nell’autenticazione inficerebbe
irrimediabilmente la validità della relativa sottoscrizione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.4.
Né potrebbe essere addotto in senso contrario l’argomento, sostenuto dai
ricorrenti in primo grado, secondo cui l’art. 14, comma 3, della l. n. 53 del
1990 avrebbe individuato e circoscritto, in questa materia, l’unica ipotesi di
nullità speciale nell’anteriorità delle sottoscrizioni e delle autenticazioni
al centottantesimo giorno precedente il termine fissato per la presentazione
delle candidature, poiché quella in esame sarebbe, all’evidenza, una ‘nullità
aggiuntiva’ rispetto alle ordinarie forme di nullità previste per inosservanza
delle forme richieste per la validità dell’atto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.5.
In definitiva, secondo il primo giudice, la mancanza della data di
autenticazione delle sottoscrizioni renderebbe irrimediabilmente nullo l’atto
di presentazione delle liste relativamente a tali sottoscrizioni (p. 6 della
sentenza impugnata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.6.
Il Tribunale Amministrativo Regionale, infine, ha ritenuto inammissibile la
censura relativa all’esiguità del termine fissato per la raccolta delle firme,
censura qui non riproposta dagli odierni appellanti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.
Avverso la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale hanno proposto
appello sia la lista «<i>Sinistra per Roma – <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina </span>Sindaco</i>», sia la sig.ra Floriana D’Elia,
candidata, ed il sig. Felice Maggi, delegato alla presentazione della lista,
deducendo tre motivi di censura, e chiedendone la riforma, con conseguente
ammissione della lista alla competizione elettorale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.1.
Gli appellanti hanno dedotto, in sintesi, i seguenti motivi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a)
l’<i>error in iudicando</i> e la carenza di motivazione in relazione al
primo motivo dell’originario ricorso, relativo alla violazione dell’art. 14
della l. n. 53 del 1990, alla violazione degli art. 21, comma 1, e 38, commi 2
e 3, del d.P.R. n. 445 del 2000, la violazione dell’art. 2703 c.c. e l’eccesso
di potere per difetto dei presupposti (pp. 2-10 del ricorso);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b)
l’irragionevolezza dell’esclusione per una mancanza della stessa
Amministrazione e, cioè, per un errore del funzionario autenticatore, che
avrebbe dimenticato di apporre la data nell’autenticazione (p. 10 del ricorso);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c)
la violazione dei principi costituzionali ed europei, ispirati al più ampio <i>favor</i> per
la partecipazione alla competizione elettorale e alla libera espressione del
voto (pp. 10-12 del ricorso);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">d)
la violazione delle disposizioni, di cui al motivo a), anche nell’ipotesi in
cui si ritenesse applicabile l’art. 21, comma 2, del d.P.R. n. 445 del 2000,
non prevedendo la normativa di settore – la legge elettorale – una espressa
sanzione della nullità laddove manchi la data dell’autenticazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.2.
Si è costituito il Ministero dell’Interno appellato, il 16 maggio 2016,
deducendo, con articolata memoria difensiva, l’infondatezza dell’appello,
sostenendo tra le altre argomentazioni, in particolare, il carattere ‘statico’
e non mobile del rinvio dell’art. 14, comma 2, della l. n. 50 del 1993 alle
modalità previste dall’art. 20 della l. n. 15 del 1968, ora abrogato (pp. 6-7
del ricorso).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.3.
Gli appellanti hanno depositato lo stesso 16 maggio 2016 una ulteriore memoria
difensiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.4.
Nell’udienza del 16 maggio 2016 il Collegio, uditi i difensori delle parti, ha
trattenuto la causa in decisione ai sensi degli artt. 74 e 129 c.p.a.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.
Ritiene la Sezione che l’appello è fondato e deve essere accolto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.1.
La questione controversa tra le parti non riguarda la questione di carattere
generale se in linea di principio siano valide le sottoscrizioni assistite da
autenticazioni prive di data: una tale questione va comunque esaminata tenendo
conto delle specifiche disposizioni rilevanti nei vari settori dell’ordinamento
(ad es., della legge notarile del 1913, del codice civile, del d.P.R. n. 445
del 2000, ecc.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.2.
Più limitatamente, la Sezione si deve occupare della specifica portata delle
disposizioni che riguardano il procedimento elettorale e, in particolare, della
l. n. 53 del 1990.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.
Va premesso che questo Collegio non ignora l’orientamento, seguito e applicato
dal primo giudice nella sentenza qui impugnata, per il quale le invalidità che
inficiano il procedimento di autenticazione delle sottoscrizioni degli
elettori, che accettano la candidatura o che presentano come delegati le liste,
non assumono un rilievo meramente formale: le specifiche regole legislative
mirano a garantire la genuinità delle sottoscrizioni e ad impedire abusi e
contraffazioni, con la conseguenza che l’autenticazione, seppur distinta sul
piano materiale dalla sottoscrizione, rappresenta un elemento essenziale - non
integrabile <i>aliunde</i> - della presentazione della lista o delle
candidature e non un semplice elemento di prova volto ad evitare che le
sottoscrizioni siano raccolte antecedentemente al 180 giorno fissato per la
presentazione delle candidature (Cons. St., sez. V, 15 maggio 2015, n. 2920).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.1.
Nemmeno ignora il Collegio l’orientamento per il quale siano elementi essenziali
costitutivi della procedura di autenticazione sia l’apposizione del timbro, sia
l’indicazione del luogo e della data della sottoscrizione del pubblico
ufficiale procedente (Cons. St., sez. V, 11 febbraio 2013, n. 786).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7.
Ciò posto, ritiene la Sezione che occorre riesaminare <i>funditus</i> l’ambito
di applicazione delle disposizioni rilevanti in materia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7.1.
Infatti, per le autenticazioni amministrative l’ordinamento prevede regole
speciali, rispetto a quelle ‘ordinarie’ sulle autenticazioni, desumibili
dall’art. 2703 del codice civile e dall’art. 72 della legge notarile del 1913
(quanto, appunto, all’autentica formale notarile).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.
Nel presente giudizio, rilevano specificamente le disposizioni della l. n. 53
del 1990, recante «<i>misure urgenti atte a garantire maggiore efficienza al
procedimento elettorale</i>», il cui art. 14, comma 1, dispone che competenti ad
eseguire le autenticazioni – in questa materia – oltre ai notai sono diversi
soggetti, tra i quali i sindaci, gli assessori comunali e provinciali, i
presidenti dei consigli comunali e provinciali, i presidenti e vicepresidenti
dei consigli circoscrizionali, i segretari comunali e provinciali e i
funzionari incaricati dal sindaco o dal presidente della provincia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.1.
Il comma 2 dell’art. 14 della l. n. 53 del 1990 stabilisce che «<i>l’autenticazione
deve essere compiuta con le modalità di cui al secondo e al terzo comma
dell’articolo 20 della legge 4 gennaio 1968, n. 15</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.2.
Senonché, la l. n. 15 del 1968 è stata abrogata a seguito dell’entrata in
vigore dell’art. 77, comma 1, del d.P.R. n. 445 del 2000.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.3.
Le disposizioni di tale d.P.R. non sono state raccordate con quelle della legge
n. 53 del 1990, sicché manca una specifica e conseguente disposizione
legislativa di ‘raccordo’ tra tale legge e il sopravvenuto d.P.R. n. 445 del
2000 (raccordo che sarebbe stato oltremodo necessario, poiché per le competizioni
democratiche occorre un quadro normativo chiaro, che dia il massimo grado di
certezza).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.
Per la definizione del presente giudizio, dunque, acquistano un rilievo
centrale:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">a)</span></i><span style="line-height: 150%;"> il significato attuale dell’art. 14,
comma 2, della l. n. 53 del 1990, poiché – avendo perso il suo ‘originario
oggetto’ e, cioè, il richiamo alla l. n. 15 del 1968 – esso si può ora
considerare integrato o dal comma 1 o dal comma 2 del d.P.R. n. 445 del 2000;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">b)</span></i><span style="line-height: 150%;"> l’ambito di applicazione del comma 3
dell’art. 14 della medesima l. n. 53 del 1990 (che contiene una ‘norma di
chiusura’, applicabile pur dopo le anomale vicende normative che hanno
riguardato il comma 2), per il quale «<i>le sottoscrizioni e le relative
autenticazioni sono nulle se anteriori al centottantesimo giorno precedente il
termine fissato per la presentazione delle candidature</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.
Quanto al punto <i>a)</i> del § 9, anzitutto, in questo disorganico
quadro normativo va verificato se – per le competizioni elettorali – rilevi il
comma 1 o il comma 2 dell’art. 21 del d.P.R. n. 445 del 2000.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.1.
Il comma 1 dell’art. 21 citato dispone che «<i>l’autenticità della
sottoscrizione di qualsiasi istanza o dichiarazione sostitutiva di atto di
notorietà da produrre agli organi della pubblica amministrazione, nonché ai
gestori dei servizi pubblici è garantita con le modalità di cui all’art. 38,
comma 2 e comma 3</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.2.
Il comma 2 dello stesso art. 21 dispone che, «<i>se l’istanza o la
dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà è presentata a soggetti diversi
da quelli indicati al comma 1 o a questi ultimi al fine della riscossione da
parte di terzi di benefici economici, l’autenticazione è redatta da un notaio,
cancelliere, segretario comunale, dal dipendente addetto a ricevere la
documentazione o altro dipendente incaricato dal Sindaco; in tale ultimo caso,
l’autenticazione è redatta di seguito alla sottoscrizione e il pubblico
ufficiale, che autentica, attesta che la sottoscrizione è stata apposta in sua
presenza, previo accertamento dell’identità del dichiarante, indicando le
modalità di identificazione, la data ed il luogo di autenticazione, il proprio
nome, cognome e la qualifica rivestita, nonché apponendo la propria firma e il
timbro dell’ufficio</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.3.
Ritiene il Collegio che per le autenticazioni nelle competizioni elettorali, a
seguito della abrogazione della l. n. 15 del 1968 (e in assenza di una
conseguente modifica dell’art. 14, che sarebbe stata invece, come si è
accennato, necessaria), in sede interpretativa non può che considerarsi
preferibile l’applicazione dell’art. 21, comma 1, del d.P.R. n. 445 del 2000 e
non già del comma 2.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.4.
È ben vero che il comma 2 sembra riprodurre il contenuto dell’abrogato art. 20
della l. n. 15 del 1968.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.5.
Tuttavia, vi sono decisive considerazioni per ritenere che per le
autenticazioni nelle competizioni elettorali si applica l’art. 21, comma 1.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.6.
In primo luogo, vi è una ragione di carattere testuale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.7.
Il comma 1 dell’art. 21 si riferisce alla presentazione dell’istanza o della
dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà da produrre agli organi della
pubblica amministrazione, come nel caso di specie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.8.
Il comma 2 si riferisce, invece, alla presentazione di tali atti a soggetti
diversi dagli organi della pubblica amministrazione, ovvero ad organi della
pubblica amministrazione, quando si tratti della riscossione da parte di terzi
di benefici economici<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.9.
In secondo luogo, vi è anche una ragione di ordine teleologico, poiché le
modalità di presentazione agli organi delle pubbliche amministrazioni, ai sensi
dell’art. 38, comma 3, del d.P.R. n. 445 del 2000 (richiamato dal comma 1
dell’art. 14), sono connotate da una minore rigidità formale e da una maggiore
speditezza, ciò che informa il contenzioso elettorale e che consente vi sia,
senza ulteriori formalità, la sottoscrizione dell’interessato in presenza del
soggetto addetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.
Al riguardo, rilevano anche i principi enunciati dalla giurisprudenza della
Corte di Cassazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.1.
È stato osservato, significativamente, che «<i>il T.U. della documentazione
amministrativa del 2000 è finalizzato alla semplificazione delle procedure: da
un lato, non ha previsto l’autentica di firma per le istanze presentate alla
pubblica amministrazione o ai gestori di pubblici servizi (D.P.R. n. 445 del
2000, art. 21, comma 1 e art. 38, comma 3); dall’altro, ha previsto
l’autenticazione, anche da parte del ‘dipendente addetto a ricevere la
documentazione o altro dipendente incaricato dal Sindaco’, per le istanze
presentate agli organi della pubblica amministrazione o ai gestori di pubblici
servizi al fine della riscossione da parte di terzi di benefici economici,
nonché per le istanze presentate a soggetti diversi (art. art. 21, comma 2)</i>»
(Cass., sez. III, 30 agosto 2013, n. 19966).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.2.
Inoltre, si è rilevato che non mancano nella legislazione statale «<i>casi in
cui è specificamente conferita, al dipendente addetto dell’ufficio comunale, il
potere di autenticazione di determinati atti (a titolo esemplificativo, l. n.
53 del 1990, art. 14, in materia elettorale; l. n. 184 del 1983, art. 31, in
materia di adozione)</i> » sicché, in definitiva, «<i>emerge un sistema
normativo nel quale il potere di autenticazione del dipendente addetto
dell’ufficio comunale non è generalizzato, ma è di volta in volta individuato
dal legislatore</i>» (così, ancora, Cass., sez. III, 30 agosto 2013, n. 19966).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.3.
Quanto precede induce a ritenere che – a seguito dell’abrogazione della l. n.
15 del 1968 e in assenza di una diversa volontà del legislatore – le
disposizioni della l. n. 53 del 1990 sulle autenticazioni delle sottoscrizioni
si devono intendere integrate dall’art. 21, comma 1, del d.P.R. n. 445 del 2000
(e dall’art. 83, comma 3, del medesimo d.P.R., richiamato dall’art. 21, comma
1).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.4.
Non ostano a tale applicazione le disposizioni dell’art. 28 del testo unico
approvato con il d.P.R. n. 570 del 1960.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.5.
Con riferimento ad un procedimento per il quale era applicabile la l. n. 15 del
1968, questo Consiglio (Sez. V, 23 luglio 2010, n. 4846) aveva affermato che
l’autenticazione della sottoscrizione, prevista dall’art. 14 della l. n. 53 del
1990, doveva avere luogo in conformità all’art. 28 del testo unico approvato
con il d.P.R. n. 570 del 1960 (come modificato, tra l’altro proprio con la
legge n. 53 del 1990), che rinvia all’art. 20 della l. n. 15 del 1968, ora
abrogato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.6.
Tale principio, tuttavia, non può essere più considerato rilevante, proprio a
seguito della abrogazione della legge n. 15 del 1968 (disposta dal d.P.R. n.
445 del 2000).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.7.
Del resto, una tale interpretazione – nell’affermare la natura recettizia del
rinvio alla legge n. 15 del 1968 – non risulta condivisibile, perché incoerente
con l’evoluzione normativa sulla semplificazione in materia di documentazione
amministrativa (avutasi con il d.P.R. n. 445 del 2000).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.8.
La tesi della necessaria applicazione dell’art. 20 della l. n. 15 del 1968 – e,
oggi, dell’art. 21, comma 2, del d.P.R. n. 445 del 2000, tesi pur sostenuta in
alcuni precedenti pronunce di questo Consiglio (v. Cons. St., sez. V, 31 marzo
2014, n. 1542; Cons. St., sez. V, 18 gennaio 2005, n. 187) – oltre a non tener
conto della avvenuta sua abrogazione formale inverte il rapporto tra la regola
e l’eccezione, che sussiste tra il comma 1 e il comma 2 dell’art. 21, e si pone
in contrasto con il comma 1, che si applica a tutte le istanze e alle dichiarazioni
di notorietà da presentarsi alle pubbliche amministrazioni, con modalità che,
evidentemente, possono anche accordarsi e contemperarsi con la generale
definizione contenuta nell’art. 1, comma 1, lett. i), del d.P.R. n. 445 del
2000.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.
L’autenticazione amministrativa, del resto, fa parte di un sistema che risponde
a regole e a finalità proprie del regime pubblicistico che la connotano, in
deroga al sistema dell’autenticazione civilistica, retta dai principi generali
dettati dal codice civile (artt. 2703 e 2704 c.c.) e dalla legge notarile (art.
72), per quanto si applichi anche ad essa il generale principio secondo cui «<i>si
tratta, in sostanza, di attività certificativa che, in quanto volta ad
attribuire il valore della prova documentale, utilizzabile anche nei confronti
dei terzi, alla scrittura, non può prescindere dal rispetto delle forme per
essa richieste</i>» (Cass., sez. I, 27 aprile 2011, n. 9385).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.1.
In tale prospettiva, si deve anche rilevare che, sebbene la legge notarile
richieda, nell’art. 72, l’apposizione della data e del luogo
nell’autenticazione, la stessa disposizione generale dell’art. 2703, comma
secondo, c.c. non prevede espressamente la data dell’autenticazione tra i
requisiti formali richiesti a pena di nullità dell’autenticazione stessa,
limitandosi a definirla quale «<i>attestazione da parte del pubblico ufficiale
che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza</i>» e a richiedere, previamente,
l’identificazione della persona che sottoscrive (v., sul punto, Cass., sez. II,
22.5.2008, n. 13228).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Del
resto, anche l’art. 1, comma 1, lettera i), del d.P.R. n. 445 del 2000, nel
dare la definizione della «<i>autenticazione di sottoscrizione</i>», si
riferisce alla «<i>attestazione, da parte di un pubblico ufficiale, che la
sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento
dell'identita' della persona che sottoscrive</i>», senza richiamare la data ed
il luogo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.2.
E’ stato inoltre rilevato che l’autenticazione, avendo la funzione di verifica,
da parte del pubblico ufficiale, dell’identità del firmatario, non richiede che
l’autenticazione sia effettuata contestualmente o nella stessa data in cui
avviene la sottoscrizione della scrittura privata (Cass., Sez. Un., 5 maggio
2006, n. 10312).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.3.
E questo Consiglio di Stato, proprio in questa materia, ha chiarito che la
circostanza che, di solito, l’autenticazione segua immediatamente la
sottoscrizione non implica che la contestualità temporale sia un elemento
essenziale dell’autenticazione, sicché la mancanza della contestualità non ne
comporta l’inesistenza (Cons. St., sez. V, 31 marzo 2014, n. 1542).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.4.
Benché pertanto, come si è premesso <i>supra</i> al § 5.1., non
rilevi nel presente giudizio definire i requisiti, le forme e le conseguenze
dell’autentica notarile o, a livello di sistema, della scrittura privata
autenticata sul piano civile (poiché in questa sede occorre accertare, se nel
procedimento elettorale siano valide le sottoscrizioni con autentica
amministrativa priva di data), occorre comunque tener presente, anche sul piano
generale, il rilievo della data nell’autenticazione, «<i>la cui certezza,
diversamente che per l’atto pubblico, non è richiesta ai fini della validità,
ma soltanto della opponibilità, ove occorra stabilirne la anteriorità o la
posteriorità rispetto a un altro evento</i>» (Cass., sez. II, 30 marzo 2011, n.
7264).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.5.
Ed è questa, infatti, la questione che, seppur con le differenze che connotano
la peculiare materia elettorale, il Collegio deve risolvere, esaminando il tema
di cui al punto <i>b)</i> del § 9, anche con riferimento alla
previsione speciale dell’art. 14, comma 3, della l. n. 53 del 1990.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.
Ritiene la Sezione infatti che, pur se per l’autenticazione delle sottoscrizioni
si dovesse ritenere applicabile l’art. 21, comma 2, del d.P.R. n. 445 del 2000
(che richiede l’indicazione della data e del luogo di autenticazione), come
pure il Tribunale Amministrativo Regionale ha ritenuto nella sentenza
impugnata, non per questo la mancanza della data, nell’autenticazione, comporti
l’invalidità <i>ipso iure</i> della stessa autenticazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.1.
In materia elettorale, le previsioni dell’art. 14 della l. n. 53 del 2010
costituiscono <i>lex specialis</i> rispetto alla disciplina generale,
comminando la nullità delle sottoscrizioni e delle relative autenticazioni solo
se esse risultano anteriori al centottantesimo giorno precedente il termine
fissato per la presentazione delle candidature.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.2.
La nullità comminata dall’art. 14, comma 3, della l. n. 53 del 2010 non è
pertanto, con riferimento alla data delle autenticazioni e delle
sottoscrizioni, aggiuntiva rispetto alle altre nullità di ordine generale per
inosservanza delle forme.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.2.
La data dell’autenticazione, ovvero il periodo nel quale essa avviene, rileva
quindi se e solo nei limiti in cui essa comporti la violazione dell’art. 14,
comma 3, della l. n. 53 del 1990.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.3.
La sua mancanza non determina la nullità ove risulti, comunque <i>ictu
oculi</i> e anche <i>aliunde</i>, che le autenticazioni – come le
sottoscrizioni – non siano anteriori al centottantesimo giorno precedente il
termine fissato per la presentazione delle candidature.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.4.
Al di fuori della eccezionale ipotesi prevista per le competizioni elettorali
dall’art. 14, comma 3, della l. n. 53 del 1990, la legge non sanziona con la
nullità l’assenza della data nella autenticazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.5.
Come si è appena premesso al § 12.2., non si pone del resto, nel sistema
dell’autenticazione amministrativa in esame, una questione di ‘opponibilità’
della sottoscrizione – analogo a quello che si verifica in sede civilistica –
se non nei limiti, tassativi, previsti dall’art. 14, comma 3, della l. n. 53
del 1990, che sancisce la invalidità delle autenticazioni anteriori a tale
giorno.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.
Nel caso di specie, però, la violazione dell’art. 14, comma 3, della l. n. 53
del 1990 deve essere esclusa, per le seguenti dirimenti circostanze, ben
evidenziate dagli appellanti, e in particolare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
tutti i verbali contestati recano la firma e il seguente timbro «<i>ROMA
CAPITALE – MUNICIPIO IV – Il Vice Presidente – Carla Corciulo</i>» (doc. 5
fasc. parte appellante: circostanza non contestata);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
l’autentica nei moduli predisposti dal Ministero è prevista come atto
cumulativo e non già ‘firma per firma’;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
le sottoscrizioni sono state rese e autenticate sui moduli ministeriali recanti
la data del 5 giugno e, dunque, formati dopo l’indizione delle elezioni –
avvenuta l’8 aprile 2016 - e, quindi, nei 180 giorni previsti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">15.
Peraltro, il pubblico ufficiale autenticatore, che ha raccolto le firme, è
stato nominato non oltre il termine di 180 giorni, decorrente da quello fissato
per la presentazione delle candidature, poiché l’atto di investitura della
vicepresidente Carla Corciulo, che ha autenticato le sottoscrizioni, risale con
certezza inoppugnabile al 28 dicembre 2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.
Quanto precede induce la Sezione a ritenere che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dal quadro normativo vigente, non chiaro né coordinato, non risulta
espressamente affermata né è stata prevista la necessità, a pena di nullità,
della data delle autenticazioni amministrative;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in mancanza di una esplicita previsione di una nullità, di ordine strutturale o
testuale, essa non può essere desunta, nell’ambito del procedimento elettorale,
dallo scopo che la data potrebbe eventualmente soddisfare, non essendo ammesse
nullità “funzionali”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- a
fronte di tale scarsa chiarezza del quadro normativo, deve essere valorizzato
il principio del <i>favor partecipationis</i>, per il quale – in assenza
di una chiara disposizione ostativa – può partecipare alla competizione
elettorale una lista in possesso di tutti i requisiti sostanziali richiesti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la rilevanza del momento temporale è sancita dal legislatore, a pena di
nullità, esclusivamente ai fini del rispetto dell’art. 14, comma 3, della l. n.
53 del 1990, secondo cui «<i>le sottoscrizioni e le relative autenticazioni
sono nulle se anteriori al centottantesimo giorno precedente il termine fissato
per la presentazione delle candidature</i>»;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
tale requisito temporale, in assenza di contrarie previsioni legislative, può
desumersi <i>aliunde</i>, se risulta con certezza che la sottoscrizione e
l’autenticazione non risalgono e non possono risalire ad un periodo anteriore
al centottantesimo giorno precedente al termine fissato per la presentazione
delle candidature;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in materia elettorale, almeno limitatamente alla data delle autenticazioni,
rileva il principio di <i>strumentalità delle forme</i>, che può essere
egualmente soddisfatto, in ragione del valore preminente del <i>favor
partecipationis</i>, laddove la certezza sul rispetto della finalità, alla
quale la forma sia preordinata, sia comunque raggiunta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
l’invalidità delle operazioni, alla stregua di tale fondamentale canone
interpretativo in materia elettorale, può essere ravvisata solo quando la
mancanza di elementi o di requisiti essenziali impedisca il raggiungimento
dello scopo che connota il singolo atto, mentre non possono comportare
l’annullamento delle operazioni le mere irregolarità, ossia quei vizi da cui
non derivi alcun pregiudizio per le garanzie o la compressione della libera espressione
del voto (v., <i>ex plurimis</i>, Cons. St., sez. V, 15 maggio 2015, n.
2920).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">17.
L’applicazione del principio del <i>favor partecipationis</i> risulta
corroborata dalle considerazioni della Corte Costituzionale e della Corte
Europea dei diritti dell’uomo:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
con la sentenza n. 1 del 13 gennaio 2014, la Corte Costituzionale ha
evidenziato che le disposizioni sui sistemi elettorali sono ragionevoli se
stabiliscono «<i>oneri non sproporzionati rispetto al perseguimento</i>» di
obiettivi legittimi, il che comporta che le medesime disposizioni possono
comportare l’esclusione delle liste solo quando siano violate chiare previsioni
che precisino le formalità da seguire e le conseguenze derivanti nel caso di
loro violazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
con la sentenza 16 marzo 2006, n. 58278, la stessa Corte europea dei diritti
dell’uomo, <i>Grande Chambre</i>, ha evidenziato che la legislazione
elettorale dei singoli Stati deve tendere a procedure volte a determinare
l’effettiva volontà del popolo, il che comporta che l’esclusione di una lista
può essere disposta solo quando la legge la preveda chiaramente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">17.1.
A tale ultimo riguardo, proprio in tale ultima sentenza (§§ 103-104), la Corte
europea ha chiarito che «<i>vi sono molti modi per organizzare e gestire i
sistemi elettorali e numerose differenze in Europa specie nell’evoluzione
storica, nella diversità culturale, nel pensiero politico e spetta ad ogni
Stato contraente fondere tali diversità nella sua propria visione della
democrazia</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Va
rimarcato come la disciplina nazionale, ha aggiunto la Corte, deve comunque
consentire che le condizioni alle quali sono subordinati il diritto di votare o
di candidarsi alle elezioni non riducano i diritti ad un punto tale da
pregiudicare la loro essenza e privarli della loro effettività; che perseguano
uno scopo legittimo; che i mezzi impiegati non siano, soprattutto,
sproporzionati rispetto al fine che la legislazione nazionale persegue, sicché
tutte le condizioni imposte da questa devono rispecchiare «<i>la preoccupazione
di mantenere l’integrità e l’effettività di una procedura elettorale volta a
determinare la volontà del popolo mediante un suffragio universale</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">17.2.
Non vi è dubbio che, proprio alla luce di tali fondamentali principi
costituzionali ed europei, l’applicazione della strumentalità delle forme debba
a maggior ragione trovare applicazione alla questione sul rilievo della data
delle autenticazioni delle sottoscrizioni a fini elettorali, non disciplinata
dal legislatore nel senso della loro nullità <i>in re ipsa</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18.
Nella specie, e in conclusione, con certezza si può affermare le autenticazioni
hanno avuto luogo in un periodo non anteriore al centottantesimo giorno
precedente il termine fissato per la presentazione delle candidature, sicché,
nonostante la mancanza della data, si deve ravvisare la validità delle
autenticazioni contestate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">19.
Pertanto, l’appello va accolto e, in riforma della sentenza impugnata, deve
essere accolto il ricorso di primo grado, annullando i provvedimenti di
esclusione, impugnati in primo grado, di cui ai verbali n. 3825 dell’8 maggio
2016 e n. 1984 del 10 maggio 2016 della Commissione Elettorale Circondariale di
Roma, con conseguente ammissione della lista «<i>Sinistra per Roma – <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span> Sindaco</i>» alle elezioni
comunali di Roma.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">20.
Sussistono ragioni ai sensi del combinato disposto dell’art. 26 c.p.a. e
dell’art. 92, comma secondo, c.p.c., proprio attesa la novità del caso, per
compensare tra le parti le spese e gli onorari dei due gradi del giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), definitivamente
pronunciando sull’appello n. 3784 del 2016, come in epigrafe proposto, lo
accoglie e per l’effetto, in integrale riforma della sentenza impugnata,
accoglie il ricorso proposto in primo grado e annulla i verbali n. 3825 dell’8
maggio 2016 e n. 1984 del 10 maggio 2016 della Commissione Elettorale
Circondariale di Roma e conseguentemente ammette la lista «<i>Sinistra per Roma
– <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fassina</span> Sindaco</i>»
alle elezioni comunali di Roma.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Compensa
interamente tra le parti le spese del doppio grado di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 16 maggio 2016, con
l’intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Luigi Maruotti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Carlo Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Silvestro Maria Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincenzo Lopilato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Massimiliano Noccelli, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
16/05/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL
SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: "garamond" , serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-49582073127223899422016-05-12T04:42:00.001-07:002016-05-12T06:30:13.112-07:00ACCESSO AGLI ATTI: sulla natura del diritto d'accesso (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II, sentenza 11 maggio 2016, n. 1562).<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>ACCESSO AGLI ATTI:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b> sulla natura </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>del diritto d'accesso</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>(T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II, </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>sentenza 11 maggio 2016, n. 1562)</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEw_Qia7I13Vm0x607inv58oFZlXvvIuLW9agMGnl19AiHuL8lUd2ho38rdwJQmZJziBSrymk9qrijGRV_V9ZRGWhQ6B1BkE0EN70Uvj10AcMwGThEhzaHq0uTA_Ct7RGRof_QOPfT_rM7/s1600/BeFunky_porte_e_opt-2.jpg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEw_Qia7I13Vm0x607inv58oFZlXvvIuLW9agMGnl19AiHuL8lUd2ho38rdwJQmZJziBSrymk9qrijGRV_V9ZRGWhQ6B1BkE0EN70Uvj10AcMwGThEhzaHq0uTA_Ct7RGRof_QOPfT_rM7/s320/BeFunky_porte_e_opt-2.jpg.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Massima</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b style="color: #0b5394;">1. </b>La sussistenza di un interesse diretto, concreto ed attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale si richiede di accedere, non significa che l'accesso sia stato configurato dal legislatore come meramente strumentale alla difesa in giudizio della situazione sottostante, assumendo valenza indipendente dalla sorte di un processo già pendente, ma anche dalla eventuale inammissibilità o infondatezza di un'eventuale futura azione, da proporsi una volta conosciuti gli atti in questione (ex plurimis: Consiglio di Stato, 7 febbraio 2014, n. 600). <b><span style="color: #783f04;">1.1. </span></b>Ne consegue che il giudizio sull'accesso prescinde dall'utilità che l'istante potrà trarne anche quando l'azione giudiziaria appaia palesemente infondata o decaduta.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">1.2.</span></b> Inoltre, poiché la disciplina dell'accesso difensionale non prevede un momento preciso in cui il relativo diritto debba essere esercitato, è sufficiente che il giudice accerti che la conoscenza della documentazione amministrativa sia potenzialmente utilizzabile ai fini della difesa di interessi giuridicamente rilevanti, essendo irrilevante che l'interessato non dia successivo corso all'azione giudiziale.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">1.3.</span><span style="color: #0b5394;"> </span></b>Ciò in quanto il valore della difesa in giudizio, costituzionalmente tutelato, va inteso in maniera ampia, non essendo peraltro il giudice dell'accesso anche il giudice del processo principale.</i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">2. </span></b>Tuttavia, è corretto ritenere che la regola dell'accesso difensivo non abbia un valore assoluto, ma che debba cedere di fronte ad un limite qualificato tra quelli elencati di natura inderogabile nell'art. 24, ovvero all'esito di un bilanciamento di interessi che pure devono essere tutelati, aventi rango pari a quello alla difesa sotteso all’accesso.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">2.1</span></b> Pur essendo l'istituto dell'accesso agli atti amministrativi finalizzato alla realizzazione di valori di rango costituzionale — quali la difesa in giudizio, l’imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa — lo stesso è, difatti, suscettibile di compressione, anche nella forma più lieve del differimento della sua soddisfazione, laddove confliggente con valori di pari rango, dovendo sempre operarsi un bilanciamento di interessi in concreto, che tenga conto del rango comparativo degli interessi contrapposti, quello tutelato con l'esclusione dell'accesso e quello alla cui tutela mira l'istanza ostensiva.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">2.2 </span></b>Ed infatti, l'accesso è concepito come mezzo perseguire la trasparenza, in un'ottica, però, strumentale, la quale non viene tutelata come bene in sé, ma come mezzo funzionale per il soddisfacimento di un interesse corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata di cui deve essere titolare il soggetto che pretende l'accesso e con i limiti derivanti da esigenze di tutela di altri interessi con lo stesso confliggenti.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">2.3 </span></b>Ciò in quanto la vigente normativa prevede la possibilità di conformare tale diritto, soprattutto nella forma del differimento, riferendosi tale strumento del differimento alle ipotesi in cui – come avviene nella fattispecie in esame – sussista in capo al richiedente una posizione di interesse attuale e concreto, ma tale posizione receda a fronte della esistenza di interessi, di rango superiore, che sarebbero compromessi dalla immediata ostensione della documentazione richiesta.</i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">3.</span></b> Ciò posto ritiene il Collegio, con riferimento alla fattispecie in esame, che l’interesse all’ostensione della documentazione richiesta, di cui parte ricorrente è indubbiamente titolare, non possa tuttavia trovare immediata soddisfazione – dovendo piuttosto esserne disposto il differimento - inerendo l’accesso azionato ad atti che debbono ancora essere valutati in sede istruttoria dal competente organo di collaudo, ed ostando all’immediata esibizione degli stessi ragioni di pubblico interesse volte alla tutela del buon andamento dell’azione amministrativa che, come correttamente rappresentato dalla resistente Amministrazione, potrebbe subire condizionamenti o rallentamenti per effetto di un accesso consentito prima della conclusione del collaudo e della formulazione delle relative valutazioni.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">3.1</span><span style="color: #0b5394;"> </span></b>Il differimento dell’esercizio del diritto di accesso deve, difatti, ritenersi giustificato in quanto l’ostensione degli atti è suscettibile di riflettersi negativamente sullo sviluppo della fase di collaudo e della relativa istruttoria, riespandendosi quindi l’esercizio di tale diritto nel momento in cui siano venute meno le esigenze sottese al suo differimento.</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #783f04;">3.2</span><span style="color: #0b5394;"> </span></b>Né tale differimento pregiudica in alcun modo la posizione della società ricorrente, non discendendo dallo stesso alcuna preclusione all’esperimento delle azioni di tutela che la stessa intenderà adottare a difesa della propria posizione, comportando unicamente uno spostamento in avanti nel tempo della possibilità della loro effettiva promozione.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">4. </span></b>Traendo le necessarie conclusioni da quanto sin qui illustrato, deve dunque ritenersi che, con riferimento all’accertamento del diritto della società ricorrente all’accesso alla richiesta documentazione, pur sussistendone i relativi presupposti legittimanti – come riferiti alla sussistenza di un interesse concreto e attuale alla conoscenza degli atti richiesti e al nesso di strumentalità tra tali atti e la posizione giuridica della ricorrente, che appare essere meritevole di tutela – tuttavia il concreto esercizio del diritto di accesso correttamente è stato differito al momento di conclusione della fase del collaudo, rivelandosi tale differimento funzionale alla tutela di interessi, confliggenti con quello azionato da parte ricorrente e sullo stesso prevalenti in tale fase di svolgimento del procedimento di collaudo.</i></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il
Tribunale Ammi</span><span style="line-height: 150%;">nistrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Sezione
Seconda)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sul
ricorso numero di registro generale 1562 del 2016, proposto da:<br />
Soc Telecom Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore,
rappresentata e difesa dagli Avv. Francesco Cardarelli, Filippo Lattanzi,
Francesco Saverio Cantella, con domicilio eletto presso lo Studio Legale
Lattanzi - Cardarelli in Roma, Via G. Pierluigi Da Palestrina, 47; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 150%;">Consip</span><span style="line-height: 150%;"> S.p.a.,
in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli
Avv. Andrea Guarino, Cecilia Martelli, con domicilio eletto presso Andrea
Guarino in Roma, Piazza Borghese, 3; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tiscali
S.p.a.;<br />
BT Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore,
rappresentata e difesa dagli Avv. Mario Sanino, Gianpaolo Ruggiero, Angela
Gemma, Marco Di Lullo, con domicilio eletto presso Studio Legale Sanino in
Roma, viale Parioli, 180;<br />
Vodafone Omnitel B.V. e Ericsson Telecomunicazioni Spa, in proprio e nella
rispettiva qualità di mandataria e mandante di RTI, in persona dei rispettivi
legali rappresentanti pro tempore, la prima rappresentata e difesa dagli Avv.
Fabio Cintioli, Giuseppe Lo Pinto, Romano Rotelli, con domicilio eletto presso
lo Studio Legale Cintioli - Lo Pinto in Roma, Via Vittoria Colonna, 32; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">per
l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">della
nota del 30 dicembre 2015, prot. N. 32972, con la quale la <b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span></b> ha negato l’accesso alla
documentazione attinente alle procedure di collaudo avviate nella gara per
l'affidamento dei servizi di connettività nell'ambito del Sistema Pubblico di
Connettività (SPC) - CIG 5133642F61, di cui all’istanza di accesso del 2
dicembre 2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e
per l’accertamento<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">del
diritto della società ricorrente ad accedere alla documentazione di collaudo di
cui all’istanza di accesso;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
gli atti di costituzione in giudizio della <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span> S.p.a., di BT Italia S.p.a. e di Vodafone
Omnitel B.V.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Viste
le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Relatore
nella camera di consiglio del giorno 6 aprile 2016 la dott.ssa Elena Stanizzi e
uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ritenuto
e considerato in fatto e diritto quanto segue.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>FATTO
e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1 -
La società odierna ricorrente impugna la nota, in epigrafe indicata, con cui la <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span> ha opposto il diniego ad
accedere alla documentazione inerente le procedure di collaudo riferite alla
gara per l'affidamento dei servizi di connettività nell'ambito del Sistema
Pubblico di Connettività (SPC) - CIG 5133642F61, di cui all’istanza di accesso
del 2 dicembre 2015, chiedendo, altresì, parte ricorrente, l’accertamento del
proprio diritto ad ottenere copia di detta documentazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al
fine di rappresentare la propria posizione di interesse in ordine all’accesso
alla richiesta documentazione e di confutare le ragioni sottese al contestato
diniego, parte ricorrente procede preliminarmente alla dettagliata
illustrazione delle modalità che caratterizzano la procedura di gara cui la
domanda di accesso di riferisce.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
tale direzione, riferisce che la gara - del valore di 2,5 miliardi di euro,
basata sul criterio del prezzo più basso, per per un servizio avente durata di
84 mesi - è stata aggiudicata in via definitiva a favore di Tiscali, per il 60%
e a favore di BT Italia e a RTI Vodafone Omnitel B.V. – Ericsson, questi ultimi
ciascuno per il 20% del volume complessivo, prevedendo la lex specialis che il
Contratto Quadro sarebbe stato stipulato con un numero minimo di due fornitori
previa accettazione delle condizioni economiche offerte dall’aggiudicatario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Precisa,
ancora, parte ricorrente di aver proposto innanzi a questo TAR ricorso –
iscritto al N. 6370/2013 R.G - e motivi aggiunti avverso l’impostazione
complessiva della gara e le valutazioni inerenti l’attendibilità delle offerte
presentate dalle società prime due classificatesi, sostenendo l’erroneità della
stima dei costi della commessa in relazione alle concrete modalità di
erogazione dei servizi ed affermando la non plausibilità delle relative
giustificazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prevedendo
la disciplina di gara la possibilità di effettuare il collaudo dei servizi
offerti dall’aggiudicatario e dai fornitori assegnatari anche prima della
stipulazione del Contratto Quadro, ed avendo avuto conoscenza, nell’ambito del
giudizio introdotto con il citato ricorso, dell’intenzione della <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span> di anticipare i collaudi,
parte ricorrente ha chiesto di prendere visione ed estrarre copia dei
provvedimenti di nomina dell’organo preposto al collaudo, dei documenti di
collaudo, di cui all’art. 15.7 dello Schema di Contratto Quadro OPA, trasmessi
dagli affidatari del servizio, della documentazione riguardante i test di
collaudo dei servizi in ambiente di prova, della corrispondenza intercorsa tra
le parti e di ogni altra documentazione connessa ed utile alla tutela della
posizione giurisdizionale della ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale
richiesta di accesso è stata esitata mediante adozione della gravata nota con
la quale la <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span> ha
differito l’accesso al momento della conclusione dell’attività di collaudo,
affermando altresì la non riconducibilità della fase di collaudo alla fase
pubblicistica dell’affidamento del servizio, pur essendo stata la fase di
collaudo avviata in una fase antecedente la sottoscrizione del Contratto Quadro
OPA con l’aggiudicatario e con i fornitori affidatari, e ritenendo, su tali
basi, la riconducibilità dell’accesso ad un controllo generalizzato
dell’operato dell’Amministrazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nella
gravata nota, si rappresenta, inoltre, l’assenza di un interesse concreto e
attuale all’accesso, non essendo la documentazione inerente il collaudo
funzionale in test bed direttamente correlata alla sostenibilità economica
dell’offerta tecnica dei fornitori, come tale inidonea ad influenzare il
contenzioso in atto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Avverso
tale nota deduce parte ricorrente il seguente, articolato, motivo di censura:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Violazione
e falsa applicazione dell’art. 13 del D.Lgs. n. 163 del 2006, degli artt. 22 e
seguenti della legge n. 241 del 1990, dell’art. 9 del D.P.R. n. 184 del 2006,
degli artt. 1, 11 e 17 del Regolamento per l’esercizio del diritto di accesso
adottato da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span>. Eccesso di
potere sotto il profilo del difetto di motivazione, della irragionevolezza e
contraddittorietà manifesta, nonché della falsità del presupposto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sostiene
parte ricorrente che le attività cui si riferisce la richiesta documentazione
attengono alla fase ad evidenza pubblica in quanto antecedenti la stipula del
Contratto Quadro e prodromiche alla stipula dello stesso, comportando l’esito
negativo del collaudo l’esclusione del concorrente, la riformulazione della
graduatoria e la rinnovazione della fase di interpello dei partecipanti,
incidendo, pertanto, sugli esiti della procedura di scelta del fornitore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre,
secondo parte ricorrente, l’accesso deve essere consentito a prescindere dalla
natura dell’atto, pubblica o privata, riferendosi a qualsiasi rappresentazione
grafica detenuta dall’Amministrazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con
riferimento alla sussistenza di un interesse concreto e attuale all’ostensione
della richiesta documentazione, sostiene parte ricorrente che la stessa serva
alla dimostrazione della originaria inadeguatezza dell’offerta, che forma
oggetto di specifico contenzioso, nel dettaglio illustrando la disciplina di
gara dalla quale emergerebbe siffatto collegamento, idoneo a testimoniare la
sussistenza di un interesse diretto alla conoscenza degli atti richiesti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Rileva,
infine, parte ricorrente, la contraddittorietà della gravata nota che, pur
differendo l’accesso, ne contesta i presupposti legittimanti e richiede la
presentazione di una ulteriore istanza con una diversa motivazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
è costituita in resistenza la <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Consip</span> difendendo
la legittimità del proprio operato, non essendosi ancora conclusa la procedura
di collaudo, rappresentando al riguardo il pregiudizio che potrebbe discendere
dal consentire l’accesso in tale fase per il buon andamento dell’azione
amministrativa e per la stessa attività di collaudo, che potrebbe subire un
rallentamento o comunque essere influenzata nelle relative valutazioni della
Commissione di collaudo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Contesta,
altresì, la resistente Amministrazione, la sussistenza di un collegamento tra
la documentazione richiesta e le esigenze difensive della ricorrente, essendo
tale documentazione riferita unicamente alle modalità organizzative dei servizi
messi a gara come descritte nei giustificativi e valutate in sede di verifica
di anomalia, e venendo in rilievo collaudi di test bed, da effettuare in
laboratorio, con conseguente ininfluenza ai fini della verifica dell’anomalia
in quanto non attinente all’offerta tecnica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
è costituita in giudizio la Vodafone Italia S.p.a. la quale ha precisato che la
propria offerta non è stata sottoposta a verifica di anomalia, eccependo
l’inammissibilità della domanda ostensiva della ricorrente in quanto avente ad
oggetto atti e documenti non ancora formati o che sono al vaglio istruttorio
dell’organo di collaudo, potendo quindi la documentazione richiesta essere resa
ostensibile solo dopo la conclusione del procedimento di collaudo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sulla
base, inoltre, della ricostruzione del procedimento di gara e delle modalità di
collaudo, afferma la controinteressata l’assenza di un nesso di strumentalità
tra la documentazione richiesta e l’esigenza difensiva fatta valere dalla
ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
è costituita in giudizio anche la BT Italia S.p.a., sostenendo la non attualità
dell’interesse – da qualificarsi in relazione alla natura defensionale
dell’accesso - della ricorrente, essendo stato il ricorso dalla stessa
presentato già introitato per la decisione, nonché l’assenza del requisito
della concretezza dell’interesse per non essersi ancora concluso il collaudo,
confutando, con articolate argomentazioni, le censure sollevate da parte
ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con
memoria successivamente depositata parte ricorrente ha controdedotto a quanto
sostenuto dalle parti costituitesi in giudizio, insistendo nella proprie
deduzioni e ulteriormente argomentando.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla
camera di consiglio del 6 aprile 2016 la causa è stata chiamata e, sentiti i
difensori delle parti presenti, trattenuta per la decisione, come da verbale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2 –
Come sopra sinteticamente dato atto dell’oggetto del giudizio e delle posizioni
che si fronteggiano, ritiene il Collegio che il ricorso debba essere rigettato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Posto
che l'azione prevista dall'art. 25 della legge n. 241 del 1990 e dell’art. 116
c.p.a., ancorché strutturalmente di tipo impugnatorio, introduce in realtà un
giudizio di accertamento sul diritto di accesso siccome volta ad appurare la
sussistenza o meno del titolo all'accesso nella specifica situazione alla luce
dei parametri normativi di riferimento, e ciò indipendentemente dalla maggiore
o minore correttezza delle ragioni addotte dall'Amministrazione per
giustificare il diniego stesso, occorre procedere alla verifica della
sussistenza dei presupposti legittimanti l’azione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
come illustrato in parte narrativa, l’interesse azionato da parte ricorrente è
da ricondursi all’esigenza di verificare, attraverso la documentazione prodotta
dagli affidatari del servizio in sede di collaudo - avviato prima della stipula
del Contratto Quadro - la sostenibilità delle offerte presentate da tali
affidatari, già contestata in sede giurisdizionale nell’ambito di un giudizio
già trattenuto per la decisione alla data di proposizione del ricorso in esame,
nonché per verificare la sussistenza di eventuali difformità tra l’architettura
del servizio proposto dai fornitori e i requisiti previsti dalla disciplina di
gara, anche al fine di dimostrare l’originaria inadeguatezza delle offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così
delineata la posizione della società ricorrente rispetto alla documentazione
richiesta, ritiene il Collegio che debba riconoscersi, in capo alla stessa, la
sussistenza di un interesse attuale e concreto alla conoscenza della
documentazione riferita alla fase di collaudo, essendo la stessa strettamente
connessa e strumentale alla dichiarata necessità di difendere i propri
interessi in sede giurisdizionale, evidentemente per fasi successive rispetto a
quella introdotta innanzi a questo TAR con il ricorso N. 6370/2013 R.G.,
arricchito da motivi aggiunti, già trattenuto per la decisione al momento della
proposizione del ricorso in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al
riguardo, va precisato che parte ricorrente ha partecipato alla gara per
l'affidamento dei servizi di connettività nell'ambito del Sistema Pubblico di
Connettività, non riuscendo a collocarsi, nella relativa graduatoria, in
posizione utile per ottenere l’affidamento del servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sulla
base delle regole di gara, va rilevato che le attività di collaudo in test bed,
cui inerisce la richiesta ostensiva, risultano essere prodromiche alla stipula
del contratto e, l’eventuale loro esito negativo, determinerebbe l’esclusione
del concorrente aggiudicatario e la riformulazione della graduatoria, con
conseguente possibilità, in tale evenienza, per la società ricorrente, di
divenire affidataria del servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’incidenza
dell’esito del collaudo sugli esiti della procedura di scelta degli affidatari
del servizio posto a base della gara, determina quindi l’insorgenza, in capo
alla società ricorrente, di un interesse concreto, attuale e meritevole di
tutela alla conoscenza della documentazione inerente il collaudo, trattandosi
di documentazione strumentale alla necessità di difesa del proprio interesse a
conseguire l’affidamento attraverso la contestazione dell’attendibilità,
tecnica ed economica, delle offerte presentate dai concorrenti risultati
affidatari del servizio e della loro conformità alle specifiche tecniche
previste dal capitolato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Difatti,
la sussistenza di un interesse diretto, concreto ed attuale, corrispondente ad
una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale si
richiede di accedere, non significa che l'accesso sia stato configurato dal
legislatore come meramente strumentale alla difesa in giudizio della situazione
sottostante, assumendo valenza indipendente dalla sorte di un processo già
pendente, ma anche dalla eventuale inammissibilità o infondatezza di
un'eventuale futura azione, da proporsi una volta conosciuti gli atti in
questione (ex plurimis: Consiglio di Stato, 7 febbraio 2014, n. 600). Ne consegue
che il giudizio sull'accesso prescinde dall'utilità che l'istante potrà trarne
anche quando l'azione giudiziaria appaia palesemente infondata o decaduta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre,
poiché la disciplina dell'accesso difensionale non prevede un momento preciso
in cui il relativo diritto debba essere esercitato, è sufficiente che il
giudice accerti che la conoscenza della documentazione amministrativa sia
potenzialmente utilizzabile ai fini della difesa di interessi giuridicamente
rilevanti, essendo irrilevante che l'interessato non dia successivo corso
all'azione giudiziale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
in quanto il valore della difesa in giudizio, costituzionalmente tutelato, va
inteso in maniera ampia, non essendo peraltro il giudice dell'accesso anche il
giudice del processo principale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A
ciò aggiungasi che l'oggetto del giudizio sul diniego di accesso riguarda la
fondatezza della pretesa sostanziale — con la conseguenza che la relativa
istanza va valutata esclusivamente in relazione al dovere di ostensione in capo
alla P.A. e non a valutazioni sull'eventuale giudizio cui l'accesso è
preordinato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tuttavia,
è corretto ritenere che la regola dell'accesso difensivo non abbia un valore
assoluto, ma che debba cedere di fronte ad un limite qualificato tra quelli
elencati di natura inderogabile nell'art. 24, ovvero all'esito di un
bilanciamento di interessi che pure devono essere tutelati, aventi rango pari a
quello alla difesa sotteso all’accesso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
posto ritiene il Collegio, con riferimento alla fattispecie in esame, che
l’interesse all’ostensione della documentazione richiesta, di cui parte
ricorrente è indubbiamente titolare, non possa tuttavia trovare immediata
soddisfazione – dovendo piuttosto esserne disposto il differimento - inerendo
l’accesso azionato ad atti che debbono ancora essere valutati in sede
istruttoria dal competente organo di collaudo, ed ostando all’immediata
esibizione degli stessi ragioni di pubblico interesse volte alla tutela del
buon andamento dell’azione amministrativa che, come correttamente rappresentato
dalla resistente Amministrazione, potrebbe subire condizionamenti o
rallentamenti per effetto di un accesso consentito prima della conclusione del
collaudo e della formulazione delle relative valutazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Legittimamente,
quindi, l’accesso è stato differito al momento della conclusione delle
operazioni di collaudo, allorquando le esigenze rappresentate – come riferite
alla necessità di consentire uno spedito ed imparziale svolgimento delle
operazioni di collaudo – saranno superate per effetto delle intervenute
valutazioni, rimesse all’organo competente, circa la conformità dei servizi
offerti dagli affidatari della gara rispetto alle specifiche tecniche previste
nel Capitolato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pur
essendo l'istituto dell'accesso agli atti amministrativi finalizzato alla
realizzazione di valori di rango costituzionale — quali la difesa in giudizio,
l’imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa — lo stesso è,
difatti, suscettibile di compressione, anche nella forma più lieve del
differimento della sua soddisfazione, laddove confliggente con valori di pari
rango, dovendo sempre operarsi un bilanciamento di interessi in concreto, che
tenga conto del rango comparativo degli interessi contrapposti, quello tutelato
con l'esclusione dell'accesso e quello alla cui tutela mira l'istanza ostensiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ed
infatti, l'accesso è concepito come mezzo perseguire la trasparenza, in
un'ottica, però, strumentale, la quale non viene tutelata come bene in sé, ma
come mezzo funzionale per il soddisfacimento di un interesse corrispondente ad
una situazione giuridicamente tutelata di cui deve essere titolare il soggetto
che pretende l'accesso e con i limiti derivanti da esigenze di tutela di altri
interessi con lo stesso confliggenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
in quanto la vigente normativa prevede la possibilità di conformare tale diritto,
soprattutto nella forma del differimento, riferendosi tale strumento del
differimento alle ipotesi in cui – come avviene nella fattispecie in esame –
sussista in capo al richiedente una posizione di interesse attuale e concreto,
ma tale posizione receda a fronte della esistenza di interessi, di rango
superiore, che sarebbero compromessi dalla immediata ostensione della
documentazione richiesta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nelle
ipotesi di consentito differimento deve ricondursi la fattispecie in esame,
essendo in corso di svolgimento la fase di collaudo delle modalità con cui il
servizio sarà erogato da parte degli affidatari, e rispetto a tale fase
emergono esigenze di tutela del buon andamento dell’azione amministrativa,
volte ad evitare che tale fase – prima della formulazione delle valutazioni
conclusive – subisca interferenze da parte di soggetti estranei al relativo
procedimento, in modo da presidiarne la genuinità e l’imparzialità, interessi
questi che potrebbero subire interferenze o condizionamenti dalle eventuali
azioni che, sulla base dell’acquisizione della documentazione riferita a tale
fase, potrebbero essere intraprese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
differimento dell’esercizio del diritto di accesso deve, difatti, ritenersi
giustificato in quanto l’ostensione degli atti è suscettibile di riflettersi
negativamente sullo sviluppo della fase di collaudo e della relativa
istruttoria, riespandendosi quindi l’esercizio di tale diritto nel momento in
cui siano venute meno le esigenze sottese al suo differimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Né
tale differimento pregiudica in alcun modo la posizione della società
ricorrente, non discendendo dallo stesso alcuna preclusione all’esperimento
delle azioni di tutela che la stessa intenderà adottare a difesa della propria
posizione, comportando unicamente uno spostamento in avanti nel tempo della
possibilità della loro effettiva promozione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Traendo
le necessarie conclusioni da quanto sin qui illustrato, deve dunque ritenersi
che, con riferimento all’accertamento del diritto della società ricorrente
all’accesso alla richiesta documentazione, pur sussistendone i relativi
presupposti legittimanti – come riferiti alla sussistenza di un interesse
concreto e attuale alla conoscenza degli atti richiesti e al nesso di
strumentalità tra tali atti e la posizione giuridica della ricorrente, che appare
essere meritevole di tutela – tuttavia il concreto esercizio del diritto di
accesso correttamente è stato differito al momento di conclusione della fase
del collaudo, rivelandosi tale differimento funzionale alla tutela di
interessi, confliggenti con quello azionato da parte ricorrente e sullo stesso
prevalenti in tale fase di svolgimento del procedimento di collaudo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
le ragioni dianzi illustrate, il ricorso in esame va quindi rigettato, non
potendo riconoscersi in capo alla società ricorrente il diritto ad ottenere
l’accesso alla documentazione richiesta fintanto che non si sia concluso il
procedimento di collaudo in corso, per l’effetto dovendo ritenersi la
legittimità della gravata nota – in disparte i denunciati profili di sua
intrinseca contraddittorietà - che tale differimento ha disposto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le
spese di giudizio, tenuto conto della peculiarità della vicenda contenziosa,
possono essere equamente compensate tra le parti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma
- Sezione Seconda<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">definitivamente
pronunciando sul ricorso N. 1562/2016 R.G., come in epigrafe proposto, lo
rigetta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Spese
compensate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 6 aprile 2016 con
l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Antonino Savo Amodio, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Elena Stanizzi, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roberto Caponigro, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
11/05/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL
SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: "garamond" , serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-75171139713996701352016-05-09T09:31:00.002-07:002016-05-09T09:31:34.369-07:00APPALTI & CGUE: il Consiglio di Stato rimette alla Corte di Giustizia la decisione sulla conformità della disciplina nazionale sull'avvalimento interpretata sulla base della direttiva 2014/24/UE (Cons. St., Sez. IV, ordinanza 15 aprile 2016, n. 1552). <div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>APPALTI & CGUE:</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b> il Consiglio di Stato rimette </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>alla Corte di Giustizia </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>la decisione </b></span><b style="line-height: 24px;">sulla conformità </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="line-height: 24px;"><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">della disciplina nazionale sull'avvalimento </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #990000;">interpretata sulla base della </span><span style="color: #783f04;">direttiva 2014/24/UE </span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>(Cons. St., Sez. IV, ordinanza 15 aprile 2016, n. 1552) </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgfbppdqZT9MqZ-Hb51UCD2J0YKKX8Fr8VJTLFt_GyEFRnhxAO1sSXLBTvaLjgxwc77hyKNGjG6z4lKWIOxzOmBknydRahr-UVlSXcly7So8HwJzz8Lluw8sVEEzVvmrk52sZ6pYPRG0KW/s1600/Sistine_Chapel_Daniel_beforandafter.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgfbppdqZT9MqZ-Hb51UCD2J0YKKX8Fr8VJTLFt_GyEFRnhxAO1sSXLBTvaLjgxwc77hyKNGjG6z4lKWIOxzOmBknydRahr-UVlSXcly7So8HwJzz8Lluw8sVEEzVvmrk52sZ6pYPRG0KW/s400/Sistine_Chapel_Daniel_beforandafter.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordinanza non recentissima, ma importante: il Consiglio di Stato ritiene infatti che la "nuova" <b>direttiva 2014/24/UE</b>, che ha sostituito la precedente 2004/18/CE, in relazione all'<b>istituto dell'avvalimento</b>, possa spiegare effetti, quantomeno interpretativi (e latamente "<i>self-executing</i>"), anche sulla disciplina nazionale antecedente all'<b>art. 50 D.Lgs. n. 50 del 2016</b>, quindi all'<b>art. 49 del D.Lgs. n. 163 del 2006</b>, applicabile a tutte le controversie aventi ad oggetto gare indette antecedentemente al 18 aprile 2016.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Senza questo passaggio logico "acceleratorio" dell'entrata in vigore dei principi di cui alla direttiva 2014/24/UE, non si capirebbe la questione sollevata dal Consiglio di Stato alla Core di Giustizia (con buona pace di ogni <u>distinzione manichea</u> tra "prima" e "dopo" il 18 aprile 2016).</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quesito pregiudiziale rimesso alla Corte di Giustizia</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">(Dica la Corte) "</span><i>Se gli artt. 47 secondo alinea e 48 terzo alinea della
Direttiva 2004/18/CE, come sostituiti dall’art. 63 della Direttiva 2014/24/UE
ostino ad una disciplina normativa nazionale che esclude, o possa essere
interpretata nel senso che esclude, la possibilità per l’operatore economico,
ossia per il soggetto che concorre alla gara, di indicare altra impresa in
luogo di quella originariamente assunta quale “impresa ausiliaria”, che abbia
perduto o abbia visto ridurre i requisiti di partecipazione, e quindi comporti
l’esclusione dell’operatore economico dalla gara per fatto non a lui
riconducibile né oggettivamente né soggettivamente".</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #cc0000;"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Ordinanza collegiale (di rimessione alla Corte di Giustizia) per esteso</b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in
sede giurisdizionale (Sezione Quarta)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ORDINANZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul
ricorso numero di registro generale 6073 del 2015, proposto da:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Casertana
Costruzioni S.r.l., con sede in Caserta, in persona del legale rappresentante
pro-tempore, in proprio e quale capogruppo e mandataria del costituendo
raggruppamento temporaneo d'imprese con Qatar Costruzioni S.r.l., rappresentata
e difesa dagli avv.ti Ernesto Sticchi Damiani e Giuseppe Ceceri, e presso lo
studio del primo elettivamente domiciliata in Roma, alla piazza San Lorenzo in
Lucina n. 12, per mandato a margine dell'appello;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti - Provveditorato Interregionale per le
opere pubbliche della Campania e del Molise, in persona del Dirigente
pro-tempore, rappresentato e difeso ex lege dall'Avvocatura generale dello
Stato, e presso gli uffici della medesima domiciliato per legge in Roma, alla
via dei Portoghesi n. 12;<br />
Azienda Regionale Campana per la Difesa del Suolo - A.R.CA.DI.S., in persona
del legale rappresentante pro-tempore, non costituita;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-
Consorzio Stabile Infratech, in proprio e quale capogruppo e mandataria del
costituendo raggruppamento temporaneo d'imprese con SIBA S.p.A. e Idroeco
S.r.l., rappresentato e difeso dagli avv.ti Lorenzo Lentini e Francesco
Migliarotti, e elettivamente domiciliato in Roma, alla via Confalonieri n. 11,
presso lo studio dell'avv. Antonio Troiani, per mandato a margine della memoria
di costituzione nel giudizio d'appello;<br />
- W.E.E. Water Enviroment Energy S.p.A., Ing. Massimo Fontana, Studio Tecnico
Associato Thinkd, Ing. Claudio Della Rocca, Dott. Nicola Maione, Ing. Vittorio
Ciotola, FIN.SE.CO S.p.A., Edilgen S.p.A., Site S.r.l., in persona dei legali
rappresentanti e/o titolari pro-tempore, non costituiti nel giudizio di primo
grado e di appello<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per
la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sentenza
del T.A.R. per la Campania, Sede di Napoli, Sezione I, n, 1846 del 27 marzo
2015, resa tra le parti, con cui è stato accolto il ricorso incidentale
proposto da Consorzio Stabile Infratech e per conseguenza dichiarato
improcedibile il ricorso principale n.r. 5835/2014, proposto da Casertana
Costruzioni S.r.l. per l'annullamento dell'aggiudicazione dell'appalto
integrato per la progettazione esecutiva, il coordinamento della sicurezza in
fase di progettazione e la realizzazione dei lavori relativi all'intervento
denominato "La Bandiera Blu del Litorale Domizio", indetto dal
Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche della Campania e del
Molise, per delega dell' Azienda Regionale Campana per la Difesa del Suolo -
A.R.CA.DI.S., per l'importo complessivo a base di gara di € 33.921.446,69 oltre
IVA, da aggiudicare con il criterio dell'offerta economicamente più
vantaggiosa, con compensazione delle spese del giudizio<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
il ricorso in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
gli atti di costituzione in giudizio del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti e del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche della
Campania e del Molise e del Consorzio Stabile Infratech in proprio e quale
capogruppo e mandataria del costituendo raggruppamento temporaneo d'imprese con
SIBA S.p.A. e Idroeco S.r.l.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste
le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore
nell'udienza pubblica del giorno 3 novembre 2015 il Cons. Leonardo Spagnoletti
e uditi l’avv. Sticchi Damiani, in proprio e in dichiarata delega dell’avv.
Ceceri per l’appellante Casertana Costruzioni S.r.l., l’avvocato dello Stato
Fedeli per le Autorità statali appellate, gli avv.ti Lentini e Migliarotti per
l’appellato Consorzio Stabile Infratech;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">I
fatti di causa.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.)
Con bando trasmesso alla GUCE il 7 giugno 2013 e pubblicato sulla GURI del 10 giugno
2013, il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per la Campania e
il Molise, quale ente delegato dall’Agenzia Regionale della Campania per la
difesa del suolo (in acronimo A.R.CA.DI.S.), ha indetto una procedura aperta,
ai sensi dell'art. 53, comma 2, lett. e), del d.lgs. 12 aprile 2006, n.163 per
l'affidamento della progettazione esecutiva, del coordinamento della sicurezza
in fase di progettazione e della realizzazione dei lavori, previa acquisizione
del progetto definitivo in sede di gara, concernenti il grande progetto
"La Bandiera Blu" del Litorale Domitio, Lotto funzionale n. 1, per i
Comuni di Carinola, Francolise, Cellole e Sessa Aurunca, da aggiudicarsi con il
criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per un importo a base di
gara di € 33.921.456,69, comprensivi del costo della progettazione definitiva,
esecutiva e degli oneri di sicurezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.)
Il disciplinare di gara precisava che, ai fini della partecipazione alla gara
era richiesta attestazione rilasciata da S.O.A. (società organismo di
attestazione) relativa al possesso di qualificazione per prestazioni di
progettazione ed esecuzione relativi alle categorie OG 6 classifica VII
(categoria prevalente) e OS 22 classifica VII.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.)
Alla gara hanno partecipato, tra le altre concorrenti Casertana Costruzioni
S.r.l, quale mandataria e capogruppo del costituendo raggruppamento temporaneo
d’imprese (d’ora innanzi r.t.i.) con la mandante Qatar Costruzioni S.r.l., le
quali hanno dichiarato di avvalersi, ai sensi dell’art. 49 del d.lgs. n.
163/2006, della qualificazione (e dell’attestazione) di due imprese ausiliarie,
e per quanto in specie interessa la mandante Qatar Costruzioni S.r.l. del
Consorzio stabile Grandi Attività Progettuali a responsabilità limitata (in
acronimo G.A.P.), in possesso di attestazione SOA per la categoria OS 22
classifica VII.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.)
All’esito dello svolgimento delle operazioni di gara è risultato aggiudicatario
il costituendo r.t.i. Consorzio Stabile Consorzio Stabile Infratech-SIBA
S.p.A.-Idroeco S.r.l., che ha conseguito punti 83,590, mentre il r.t.i.
Casertana Costruzioni S.r.l.-Qatar Costruzioni S.r.l. è risultato secondo
miglior offerente con punti 73,046.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.)
Con ricorso proposto al T.A.R. per la Campania, Sede di Napoli, iscritto al
numero 5835 del registro ricorsi, Casertana Costruzioni S.r.l., in proprio e
quale capogruppo e mandataria del r.t.i. con Qatar Costruzioni S.r.l., ha
impugnato il provvedimento di aggiudicazione definitiva (decreto del
Provveditore interregionale n. 0032279 di prot. dell'8 ottobre 2014),
l’aggiudicazione provvisoria, i verbali e gli atti della gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.)
Nel ricorso è stato sostenuto che l’aggiudicataria non poteva essere ammessa
alla gara e avrebbe dovuto esserne esclusa per due ordini di ragioni:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-
le mandanti del raggruppamento temporaneo di progettisti indicato
dall’aggiudicataria non possedevano, cumulativamente, almeno il 40% dei
requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi richiesti dal
disciplinare di gara, tenuto conto che la mandataria poteva avvalersi di quelli
posseduti entro la misura massima del 60%;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-
la cauzione provvisoria era stata prestata con polizza fideiussoria recante una
sottoscrizione del legale rappresentante dell’intermediario finanziario non
autenticata da un notaio, in violazione del disciplinare di gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">7.)
A sua volta il Consorzio Stabile Infratech, quale capogruppo e mandataria del
r.t.i. con SIBA S.p.A. e Idroeco S.r.l., si costituiva in giudizio e proponeva
ricorso incidentale di tipo c.d. escludente, sostenendo che a sua volta il r.t.i.
Casertana Costruzioni S.r.l. - Qatar Costruzioni S.r.l. avrebbe dovuto essere
escluso dalla gara perché durante il corso di svolgimento della gara il
Consorzio Stabile G.A.P., impresa ausiliaria della mandante Qatar Costruzioni
S.r.l., aveva perduto la qualificazione per la classifica richiesta delle OS
22, essendo abilitata per la sola classifica IV, oltre che per altre ragioni
relative alla contestata genericità e indeterminatezza dei contratti di
avvalimento con riferimento al fatturato e alla presunta insussistenza dei
requisiti di qualificazione in capo alle imprese ausiliarie<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">8.)
Con sentenza n. 1846 del 27 marzo 2015 il T.A.R. per la Campania, premesso di
ritenere prioritario l’esame del ricorso incidentale escludente, secondo
l’orientamento dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 9 del 25
febbraio 2014, ha accolto il ricorso incidentale proposto da r.t.i.
aggiudicatario, e in particolare il primo motivo del medesimo, rilevando come
l'impresa ausiliaria di Qatar S.r.l. (che aveva messo a disposizione i propri
requisiti di qualificazione per la categoria OS22, di cui Qatar S.r.l. assumeva
la realizzazione del 100%) avesse perduto in corso di gara la qualificazione
per la classifica d'importo richiesta (VIII) risultando così qualificata per classifica
ben inferiore (IV), e che tale circostanza implicasse quindi la perdita in capo
alla mandante e quindi in capo al r.t.i. dei requisiti di partecipazione, da
possedersi per l'intera durata del procedimento e sino alla aggiudicazione e
alla stipula del contratto, a nulla rilevando le deduzioni del r.t.i.
ricorrente principale circa la riferibilità del fatto a causa di forza
maggiore, né precisata né provata, e comunque trattandosi di circostanza
riconducibile a culpa in eligendo nella scelta dell'impresa ausiliaria, né
apparendo applicabile in quanto non ancora recepita né recante disciplina
dettagliata l'invocato art. 69 della nuova direttiva appalti 2014/24/UE, e
infine non potendosi invocare applicazione analogica della norma eccezionale e
di stretta interpretazione dell'art. 37 commi 18 e 19 del d.lgs. n. 163/2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">9.)
Con appello notificato il 26 giugno 2015 e depositato l’8 luglio 2015,
Casertana Costruzioni S.r.l. ha impugnato la sentenza del T.A.R. per la
Campania, deducendo, in estrema sintesi, l’erroneità della sentenza perché essa
ha eluso il profilo essenziale della questione controversa, ossia “…coniugare
la regola speciale, operante nel settore del diritto dei contratti pubblici,
della necessità di permanenza dei requisiti in corso di gara, con il principio
generale dell'esimente della forza maggiore, che conforma l'intero ordinamento
giuridico ed opera anche nel settore dei contratti pubblici in forza del
richiamo di cui all'art. 2, comma 4, del Codice dei contratti pubblici”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In
sostanza l’impresa ausiliata che ha confidato nel possesso del requisito di
qualificazione in capo all’impresa ausiliaria, verificato al momento della
sottoscrizione del contratto di avvalimento, non può essere chiamata a
rispondere della successiva perdita (o riduzione) di quel requisito,
ascrivibile a fatto dell’impresa ausiliata, e quindi di terzo, non essendo
individuabile una<i>culpa in eligendo</i>, come ritenuto dal TAR, e apparendo
l’automatica esclusione, senza possibilità di sostituzione dell’impresa
ausiliaria con altra impresa, contraria alla giurisprudenza comunitaria in tema
di rilevanza del fatto di forza maggiore, e soprattutto in contrasto con l’art.
63 della Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quest’ultimo
infatti prevede che “L'amministrazione aggiudicatrice impone che l'operatore
economico sostituisca un soggetto che non soddisfa un pertinente criterio di
selezione o per il quale sussistono motivi obbligatori di esclusione.
L'amministrazione aggiudicatrice può imporre o essere obbligata dallo Stato
membro a imporre che l'operatore economico sostituisca un soggetto per il quale
sussistono motivi non obbligatori di esclusione”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In
sostanza tale disposizione esprimerebbe un principio “…di
regolarizzazione/sostituzione, per fatti del terzo ausiliario esulanti dalla
sfera di controllo del R.T.I., (che) in quanto proprio dell'ordinamento europeo
ed espressione dei più generali principi di proporzionalità, correttezza, buona
fede oggettiva e ragionevolezza, prevale su qualsiasi difforme previsione o orientamento
giurisprudenziale presente nei singoli Stati membri”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sotto
tale aspetto la questione della non vigenza della direttiva, pendendo il
termine per la sua attuazione, è priva di rilevanza, a differenza di quanto
sostenuto dal TAR, perché essa assume valore sul piano interpretativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E
comunque essa può essere oggetto, quantomeno, di rinvio pregiudiziale alla
Corte di Giustizia dell’Unione Europea, “…al fine di accertare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-
che il diritto comunitario osta all'automatica, inesorabile e meccanica espulsione
dalla gara di un raggruppamento temporaneo di imprese per un fatto non
imputabile al R.T.I. bensì al terzo ausiliario, configurante una fattispecie di
forza maggiore sopravvenuta in corso di gara e non evitabile dalle imprese del
R.T.I. con il massimo della diligenza esigibile dalle stesse;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-
che, di contro, il diritto comunitario consente, in caso di forza maggiore per
fatto del terzo ausiliario sopravvenuto in corso di gara, la sostituzione
dell'ausiliario originario con altro ausiliario in possesso del requisito”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’appellante
ha quindi riproposto le censure già dedotte in primo grado e non esaminate in
relazione alla dichiarata improcedibilità del ricorso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">10.)
Nel giudizio si sono costituiti l’appellato Consorzio Stabile Infratech che ha
sua volta ha dedotto l’infondatezza dell’appello e riproposto le deduzioni
difensive svolte in primo grado, e le Autorità amministrative appellate, che
pure hanno chiesto il rigetto dell’appello.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">11.)
Dopo il deposito delle memorie difensive e di replica l’appello è stato
chiamato in trattazione all’udienza pubblica del 3 novembre 2015 e riservato
per la decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">La
normativa nazionale rilevante</span></i><span style="line-height: 150%;">.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">12.)
L’art. 40 del d.lgs. 12 aprile 2006 n.163 (“Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE
e 2004/18/CE”), intitolato “<i>Qualificazione per eseguire lavori pubblici</i>”
dispone, per quanto qui rileva, che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“1.
I soggetti esecutori a qualsiasi titolo di lavori pubblici devono essere
qualificati e improntare la loro attività ai principi della qualità, della
professionalità e della correttezza. Allo stesso fine i prodotti, i processi, i
servizi e i sistemi di qualità aziendali impiegati dai medesimi soggetti sono
sottoposti a certificazione, ai sensi della normativa vigente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.
Con il regolamento previsto dall'articolo 5, viene disciplinato il sistema di
qualificazione, unico per tutti gli esecutori a qualsiasi titolo di lavori
pubblici, di importo superiore a 150.000 euro, articolato in rapporto alle
tipologie e all'importo dei lavori stessi. Con il regolamento di cui
all'articolo 5 possono essere altresì periodicamente revisionate le categorie
di qualificazione con la possibilità di prevedere eventuali nuove categorie.”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’art.
49 dello stesso d.lgs. n. 163/2006, intitolato “<i>Avvalimento</i>” a sua
volta, stabilisce, per quanto qui interessa, che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
concorrente, singolo o consorziato o raggruppato ai sensi dell'articolo 34, in
relazione ad una specifica gara di lavori, servizi, forniture può soddisfare la
richiesta relativa al possesso dei requisiti di carattere economico,
finanziario, tecnico, organizzativo, ovvero di attestazione della
certificazione SOA avvalendosi dei requisiti di un altro soggetto o
dell'attestazione SOA di altro soggetto”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">La
normativa comunitaria rilevante.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">13.)
L’art. 47 della Direttiva 2004/18/CE al secondo alinea, intitolato “<i>Capacità
economica e finanziaria</i>” prevede che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“Un
operatore economico può, se del caso e per un determinato appalto, fare
affidamento sulle capacità di altri soggetti, a prescindere dalla natura
giuridica dei suoi legami con questi ultimi. In tal caso deve dimostrare alla
amministrazione aggiudicatrice che disporrà dei mezzi necessari, ad esempio
mediante presentazione dell'impegno a tal fine di questi soggetti”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’art.
48 successivo, intitolato “<i>Capacità tecniche e professionali</i>”, a sua
volta, al terzo alinea stabilisce che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“Un
operatore economico può, se del caso e per un determinato appalto, fare
affidamento sulle capacità di altri soggetti, a prescindere dalla natura
giuridica dei suoi legami con questi ultimi. Deve, in tal caso, provare
all'amministrazione aggiudicatrice che per l'esecuzione dell'appalto disporrà
delle risorse necessarie ad esempio presentando l'impegno di tale soggetto di
mettere a disposizione dell'operatore economico le risorse necessarie”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’art.
63 della Direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014, intitolato “<i>Affidamento
sulle capacità di altri soggetti</i>”, prevede per quanto qui rileva che
(corsivi dell’estensore):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.
Per quanto riguarda i criteri relativi alla capacità economica e finanziaria
stabiliti a norma dell'articolo 58, paragrafo 3, e i criteri relativi alle
capacità tecniche e professionali stabiliti a norma dell'articolo 58, paragrafo
4, un operatore economico può, se del caso e per un determinato appalto, fare
affidamento sulle capacità di altri soggetti, a prescindere dalla natura
giuridica dei suoi legami con questi ultimi. Per quanto riguarda i criteri
relativi all'indicazione dei titoli di studio e professionali di cui
all'allegato XII, parte II, lettera f), o alle esperienze professionali
pertinenti, gli operatori economici possono tuttavia fare affidamento sulle
capacità di altri soggetti solo se questi ultimi eseguono i lavori o i servizi
per cui tali capacità sono richieste. Se un operatore economico vuole fare
affidamento sulle capacità di altri soggetti, dimostra all'amministrazione
aggiudicatrice che disporrà dei mezzi necessari, ad esempio mediante
presentazione dell'impegno assunto da detti soggetti a tal fine.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'amministrazione
aggiudicatrice verifica, conformemente agli articoli 59, 60 e 61, se i soggetti
sulla cui capacità l'operatore economico intende fare affidamento soddisfano i
pertinenti criteri di selezione o se sussistono motivi di esclusione ai sensi
dell'articolo 57. <i>L'amministrazione aggiudicatrice impone che
l'operatore economico sostituisca un soggetto che non soddisfa un pertinente
criterio di selezione o per il quale sussistono motivi obbligatori di
esclusione</i>. <i>L'amministrazione aggiudicatrice può imporre o essere
obbligata dallo Stato membro a imporre che l'operatore economico sostituisca un
soggetto per il quale sussistono motivi non obbligatori di esclusione.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Se
un operatore economico si affida alle capacità di altri soggetti per quanto
riguarda i criteri relativi alla capacità economica e finanziaria,
l'amministrazione aggiudicatrice può esigere che l'operatore economico e i
soggetti di cui sopra siano solidalmente responsabili dell'esecuzione del
contratto”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’art.
91 della Direttiva 2014/24/UE, nello stabilire che la “La direttiva 2004/18/CE
è abrogata a decorrere dal 18 aprile 2016”, precisa che “I riferimenti alla
direttiva abrogata si intendono fatti alla presente direttiva e si leggono
secondo la tavola di concordanza di cui all'allegato XV”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
tavola di concordanza di cui all’allegato XV nella parte che interessa è così
formulata:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Articolo
63, paragrafo 1 Articolo 47, paragrafi 2 e 3; articolo 48, paragrafi 3 e 4<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Articolo
63, paragrafo 2 —<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">I
possibili profili di contrasto tra la normativa nazionale e la normativa
comunitaria.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">14.)
La normativa nazionale italiana, attuativa della direttiva 2004/18/CE, e
segnatamente l’art. 49 del d.lgs. n. 163/2006, mentre ammette, in attuazione
dell’art. 47 secondo alinea e 48 terza alinea della Direttiva 2004/18/CE (ora
sostituiti dalla disciplina dell’art. 63 della Direttiva 2014/24/UE) che il
concorrente possa avvalersi dei requisiti e attestazioni di altra impresa c.d.
ausiliaria, non consente espressamente, e a differenza di quanto previsto, sia
pure per la fase di esecuzione dall’art. 38 commi 17 e 18 dello stesso d.lgs.
n. 163/2006, che in caso di perdita o riduzione dei requisiti di partecipazione
in capo all’impresa ausiliaria indicata essa possa essere sostituita con altra
impresa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
disciplina normativa comunitaria assegna, dunque, rilievo, in chiave
sostanziale, alla prova che l’impresa di cui il concorrente si avvale abbia i
requisiti di capacità economica e finanziaria e tecnica, e l’art. 69 innanzi
citato stabilisce, nel caso in cui il soggetto indicato “<i>non soddisfa un
pertinente criterio di selezione o per il quale sussistono motivi obbligatori
di esclusione”,</i> che l’amministrazione aggiudicatrice impone all’operatore
economico, ossia a soggetto che concorre alla gara, di sostituire tale
soggetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
pone, quindi, ad avviso del Collegio, il dubbio se la normativa nazionale,
nella parte in cui esclude, o possa essere interpretata nel senso che esclude,
la possibilità per l’operatore economico, ossia per il soggetto che concorre
alla gara, di indicare altra impresa in luogo di quella originariamente assunta
quale “impresa ausiliaria”, che abbia perduto o abbia visto ridurre i requisiti
di partecipazione, e quindi comporti l’esclusione dell’operatore economico
dalla gara per fatto non a lui riconducibile né oggettivamente né
soggettivamente, sia compatibile con la normativa comunitaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In
tal senso il Collegio ritiene di dover pertanto sottoporre alla Corte di
Giustizia dell'Unione Europea la seguente questione pregiudiziale:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“<i>Se
gli artt. 47 secondo alinea e 48 terzo alinea della Direttiva 2004/18/CE, come
sostituiti dall’art. 63 della Direttiva 2014/24/UE ostino ad una disciplina
normativa nazionale che esclude, o possa essere interpretata nel senso che
esclude, la possibilità per l’operatore economico, ossia per il soggetto che
concorre alla gara, di indicare altra impresa in luogo di quella
originariamente assunta quale “impresa ausiliaria”, che abbia perduto o abbia
visto ridurre i requisiti di partecipazione, e quindi comporti l’esclusione
dell’operatore economico dalla gara per fatto non a lui riconducibile né
oggettivamente né soggettivamente</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) visti l’articolo
267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, l’articolo 79 del
codice del processo amministrativo e l’art. 295 del codice di procedura civile,
chiede alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di pronunciarsi in via
pregiudiziale sulla questione di interpretazione del diritto dell’Unione
europea specificata in motivazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina
la sospensione del processo relativo all'appello n.r. 6073/2015 e la
trasmissione di copia della presente ordinanza alla Cancelleria della Corte di
Giustizia dell'Unione Europea.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 3 novembre 2015 con
l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giorgio Giaccardi, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Fabio Taormina, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Silvestro Maria Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Leonardo Spagnoletti, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giuseppe Castiglia, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
15/04/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL
SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-18620688780158563202016-05-06T10:09:00.003-07:002016-05-06T10:17:23.144-07:00APPALTI & PROCESSO: qualche riflessione estemporanea sul progresso del processo amministrativo (partendo dalla nullità della nomina di un membro della Commissione di gara e sulle relativa rilevanza in sede di questione processuali preliminari) - [T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II bis, sentenza 4 maggio 2016, n. 5063]. <div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: center;">
<div align="center" style="line-height: 115%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b style="font-family: 'trebuchet ms', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 115%;"><span style="color: #073763; line-height: 115%;"><br /></span></b>
<b style="line-height: 115%;"><span style="color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: x-large; line-height: 115%;">APPALTI & PROCESSO: </span></b></div>
</div>
</div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #990000; line-height: 115%;">qualche riflessione estemporanea </span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #990000; line-height: 115%;">sul progresso del processo
amministrativo </span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #783f04; line-height: 115%;">(partendo dalla nullità della nomina </span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #783f04; line-height: 115%;">di un membro della Commissione di
gara </span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #783f04; line-height: 115%;">e sulle relativa rilevanza </span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #783f04; line-height: 115%;">in sede di questione processuali
preliminari) - </span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #0b5394; line-height: 115%;">[T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II bis,</span></b></span><br />
<b style="font-family: 'trebuchet ms', sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #0b5394; line-height: 115%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: x-large;">sentenza
4 maggio 2016, n. 5063]</span></span></b></div>
<div align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large;"><span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: 22.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; line-height: 150%; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLpEx1gSf4JSOdR7PpGn5phbaqwRYcYbZXsW0soE9k7qTdLSofh_CJiN9tiWrnOwR13Q8tE9S_Mxl-SpIoCcODUB2M0ulTDcN39liYxKZ5UjyHUAAg8f6NWgraAt_Vi1B_GH8jp83XrvJ6/s1600/guinizzelli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLpEx1gSf4JSOdR7PpGn5phbaqwRYcYbZXsW0soE9k7qTdLSofh_CJiN9tiWrnOwR13Q8tE9S_Mxl-SpIoCcODUB2M0ulTDcN39liYxKZ5UjyHUAAg8f6NWgraAt_Vi1B_GH8jp83XrvJ6/s400/guinizzelli.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="line-height: 150%;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La sentenza in esame è
una delle poche d'accoglimento da parte del T.A.R. Lazio, Roma tra tutte quelle
depositate il 4 maggio u.s.</span></div>
<div style="line-height: 18pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si dirà che si tratta
di evenienza fisiologica.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 18pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho qualche dubbio.</span></div>
<div style="line-height: 18pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Guardiamo (quasi) tutti
i provvedimenti depositati nella predetta data e prendiamo atto che: <o:p></o:p></span></div>
</div>
<ul style="line-height: 150%;">
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">74 le sentenz</span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e pubblicate (di cui 17 sentenze brevi): </span><b style="font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">DI MERITO</b><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, </span></span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 150%;"><u><b>7 d'accoglimento pieno e 23 di rigetto</b></u> - 17 sono sempre di accoglimento (di cui 6 sentenze brevi), con nomina del commissario, ma per ricorsi in ottemperanza in materia di equo indennizzo (legge Pinto); le rimanenti sono di cessata materia del contendere; <b>DI RITO</b>, <u>10 tra inammissibilità, improcedibilità ed irricevibilità</u> (solo una);</span></span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 150%;">44 le ordinanze cautelari depositate (quelle collegiali non rilevano): <b><u>30 di rigetto, 11 di accoglimento</u></b> (con o senza fissazione dell'udienza pubblica) e 3 interlocutorie;</span></li>
</ul>
<div style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il rapporto tra provvedimenti giurisdizionali favorevoli e provvedimenti sfavorevoli è, quindi, pari al rapporto 1/3 (a voler essere clementi: le sentenze in rito, non conteggiate, sono quasi sempre sfavorevoli).</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-weight: bold; line-height: 24px;">Ora le ipotesi possono esser varie </span><span style="line-height: 24px;">(con tutti i limiti di un'analisi riferita ad un solo giorno ed ad un solo TAR, per quanto importante)</span><span style="font-weight: bold; line-height: 24px;">: </span><span style="line-height: 24px;">o gli Avvocati scrivono ricorsi pessimi o peggiori (rispetto a prima), o i Giudici tendono a mantenere fermi i provvedimenti amministrativi (per temperie culturale, politica, tendenza del TAR o delle Sezioni o dei Presidenti, etc.), oppure l'azione amministrativa è migliorata in termini di legittimità (non credo).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una cosa è certa: <u>il diritto amministrativo</u>, che tuttoggi è essenzialmente pretorio, progredisce quando i Giudici accolgono le "novità" veicolate dai motivi elaborati dagli Avvocati in sede ricorsuale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ed il <b><u>progresso del diritto amministrativo</u></b>, inteso anche (anzi sopratutto) come effettività della tutela giurisdizionale dei privati contro i pubblici poteri,<u> è interesse dei Giudici, degli Avvocati, dei ricorrenti delle pubbliche amministrazioni e della collettività intera.</u></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-weight: bold; line-height: 24px;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b style="line-height: 150%;"><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b>
<b style="line-height: 150%;"><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Massima</span></span></b></span><br />
<div style="line-height: 150%;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b>
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><span style="color: #0b5394;">1. </span></b><i>In merito al vizio di irregolare costituzione della commissione giudicatrice della gara, </i></span></span><i><span style="line-height: 150%;">la determinazione dirigenziale di nomina di un soggetto a Presidente della Commissione giudicatrice, adottata assumendo a presupposto, ai sensi dell'art. 84, co. 3, del D.Lgs. n. 163/2006, un Decreto del Sindaco di nomina di quest’ultimo a dirigente a tempo determinato,</span><span style="line-height: 150%;"> affetto da invalidità insanabile, ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. n. 39/2013 - secondo cui sono nulli gli incarichi conferiti in violazione delle disposizioni del presente decreto - implica l'illegittimità, sub specie di nullità, della Composizione della Commissione di gara " a monte", ed "a valle" l'illegittimità derivata di tutti gli atti compiuti dalla medesima.</span></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">2.</span></b> Giuridicamente irrilevante, a tal fine, risulta infatti la circostanza che il Presidente nominato non abbia comunicato, all’atto della nomina a dirigente, la sussistenza della riportata causa di inconferibilità e incompatibilità, in quanto personalmente non a conoscenza delle relative prescrizioni normative, nonché il dato che quest’ultimi elementi non erano stati documentalmente richiesti dal Comune interessato.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">3.</span></b> Né la suddetta nullità – nonché, come si vedrà oltre, gli atti medio tempore concretamente adottati dalla Commissione di gara – può ritenersi sanata ex post dall’intervenuta riconferma della nomina a dirigente adottata, nei confronti dello stesso, con successivo Decreto sindacale.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">4. </span></b>Ciò in ragione dei seguenti cumulativi elementi:<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>che la nullità, come è noto, non può essere sanata con effetti retroattivi;<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">4.1</span></b> che il Decreto di nomina della Commissione di gara del 27.11.2014, precedente al Decreto sindacale di rinnovo dell’incarico dirigenziale del 31.12.2014, non risulta essere stato a sua volta riconfermato ex post;<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">4.2</span></b> che anche gli atti medio tempore adottati dalla Commissione di gara illegittimamente costituita non risultano essere stati “riconfermati” ex post, per cui almeno quest’ultimi risultano irreversibilmente affetti da illegittimità in via derivata.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">5.</span></b> Né coglie nel segno l’eccezione sollevata dall’aggiudicataria controinteressata, per cui entrambi i ricorsi introduttivi sarebbero in parte qua inammissibili per irregolare costituzione del contradditorio attesa l’omessa notifica degli atti introduttivi anche al predetto Presifente, tenuto conto, per un verso, che entrambi i ricorrenti non hanno in realtà impugnato in via principale il Decreto sindacale di nomina di quest’ultimo a dirigente, quanto piuttosto semplicemente dedotto tale invalidità come fonte giuridica dell’illegittimità degli atti di gara - unici provvedimenti amministrativi ad essere direttamente impugnati, con la conseguenza, quindi, che nella fattispecie non si tratterebbe, peraltro, di disapplicazione provvedimentale, quanto piuttosto di accertamento incidentale (relativo tra l’altro ad atti di natura privatistico – datoriale afferenti a diritti soggettivi e quindi conoscibili incidentalmente, appunto, ex art. 8 cpa) - incentrandosi difatti il loro interesse nella sola direzione della caducazione degli atti della procedura ad evidenza pubblica in esame; per altro verso, che ai sensi dell’art. 31, comma 4, del c.p.a. “la nullità dell'atto può sempre essere rilevata d'ufficio dal giudice”.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>Infine, quanto all’invocata ricorrenza, in via subordinata, dei presupposti della figura giuridica del c.d. funzionario di fatto - e, quindi, della conservazione degli effetti degli atti amministrativi invalidi – deve di contro rilevarsi che quest’ultima teoria “trova vita solo allorquando si tratti di esercizio di funzioni essenziali e/o indifferibili, che per loro natura riguardino i terzi con efficacia immediata e diretta”(CdS, sez. IV, 20 maggio 1999 n. 853), sicché è invocabile solo a vantaggio dei terzi medesimi, e non a discapito, come nella fattispecie, degli altri concorrenti non aggiudicatari.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">5.1</span></b> La suddetta figura, infatti, assolve alla duplice esigenza di salvaguardare la continuità della azione amministrativa e di tutelare l’affidamento del soggetto terzo (l’amministrato) che, in buona fede ed incolpevolmente, ha ritenuto legittimo l’esercizio della pubblica funzione.<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">5.2 </span></b>Elementi che non ricorrono, viceversa, nella vicenda in esame atteso che i terzi concorrenti non aggiudicatari della gara verrebbero eventualmente lesi dagli atti “sanati”, e non già tutelati.</i></span></span></div>
<div style="line-height: 150%;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b>
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b>
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Tribunale
Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Sezione Seconda Bis)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale
15300 del 2015, proposto da:<br />
Tekneko Sistemi Ecologici s.r.l., in persona del legale rappresentante <i>pro
tempore</i>, rappresentata e difesa dall'Avv. Marcello Collevecchio, con
domicilio eletto presso il suo studio sito in Roma, alla Via di Porta Pinciana
n. 6; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Comune di Cerveteri, in persona del
Sindaco <i>pro tempore</i>, rappresentato e difeso dall'Avv. Valerio
Morini, con domicilio eletto presso il suo studio sito in Roma, al Viale delle
Milizie n. 1; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Camassambiente s.p.a., in persona del
legale rappresentante <i>pro tempore</i>, in proprio ed in qualità di
capogruppo/mandataria del A.T.I. con A.S.V. s.p.a., rappresentata e difesa
dagli Avv.ti Andrea Manzi e Felice Mangieri, con domicilio eletto presso lo
studio dell’Avv. Andrea Manzi sito in Roma, alla Via F. Confalonieri n. 5;<br />
Azienda Servizi Vari s.p.a., in persona del legale rappresentante <i>pro
tempore</i>; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale
15605 del 2015, proposto da:<br />
Massimi Aurelio e figli s.r.l., in persona del legale rappresentante pro
tempore, rappresentato e difeso dall'Avv. Sabatino Alessio Marrama, con
domicilio eletto presso il suo studio sito in Roma, alla Via Oslavia n. 14; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Comune di Cerveteri, in persona del
Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall'avv. Valerio Morini, con
domicilio eletto presso il suo studio sito in Roma, al Viale delle Milizie n.
1; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Camassambiente s.p.a., in persona del
legale rappresentante pro tempore, in proprio ed in qualità di
capogruppo/mandataria del A.T.I. con A.S.V. s.p.a., rappresentata e difesa
dagli Avv.ti Felice Mangieri e Francesco Silvio Dodaro, con domicilio eletto
presso lo studio dell’Avv. Andrea Manzi sito in Roma, alla Via F. Confalonieri
n. 5;<br />
Tekneko Sistemi Ecologici s.r.l., in persona del legale rappresentante pro
tempore,<br />
A.T.I. CNS-Consorzio Nazionale Servizi soc. cooperativa e Paoletti Ecologica
s.r.l., in persona del legale rappresentante della mandataria CNS-Consorzio
Nazionale Servizi soc. cooperativa;<br />
Impresa Sangalli Giancarlo & C. s.r.l., in persona del legale
rappresentante pro tempore; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">per l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A) quanto al ricorso R.G. n. 15300 del
2015:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- della Determina dirigenziale n. 1848,
del 9.11.2015, del Comune di Cerveteri, di aggiudicazione all'ATI
Camassambiente s.p.a.- Azienda Servizi Vari s.p.a. della gara di appalto per
l'affidamento del servizio di igiene urbana e servizi complementari (CIG
5893414714);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- della Determina dirigenziale n. 1526 del
17.9.2015 di aggiudicazione provvisoria e di approvazione dei verbali della
Commissione giudicatrice;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- di tutti gli atti presupposti, connessi
e consequenziali, ivi compresi anche l’atto di nomina della commissione e i
verbali di gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- nonché, come precisato nelle conclusioni
del ricorso, per la dichiarazione di inefficacia del contratto ove <i>medio
tempore</i> stipulato e, in via gradatamente subordinata, per il subentro
nel contratto e/o la condanna al risarcimento dei danni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">B) quanto al ricorso R.G. n. 15605 del
2015:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- della Determina dirigenziale n. 1848,
del 9.11.2015, del Comune di Cerveteri di aggiudicazione all'ATI Camassambiente
s.p.a.- Azienda Servizi Vari s.p.a. della gara di appalto per l'affidamento del
servizio di igiene urbana e servizi complementari (CIG 5893414714);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- della Determina dirigenziale n. 1526,
del 17.9.2015, di aggiudicazione provvisoria e di approvazione dei verbali
della Commissione giudicatrice;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- della Determina dirigenziale n. 2083,
del 27.11.2014, di nomina della Commissione di gara della suddetta procedura di
affidamento ad evidenza pubblica:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- di tutti i verbali di gara nonché di
tutti gli atti presupposti, connessi o consequenziali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti i ricorsi introduttivi e i relativi
allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti altresì gli atti di costituzione in
giudizio del Comune di Cerveteri e i ricorsi incidentali della Camassambiente
s.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visto infine l’art. 35, lett. C), c.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno
13 aprile 2016 il dott. Francesco Elefante e uditi per le parti i difensori
come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto
quanto segue.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1. Con ricorso iscritto al R. G. n.
15300/2015 la società ricorrente TEKNEKO Sistemi Ecologici s.r.l. adiva
l’intestato T.A.R. deducendo l’illegittimità degli atti di cui in epigrafe ed
allegando in punto si fatto, a tal fine, quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che con bando del 14 agosto del 2014 il
Comune di Cerveteri indiceva una procedura di gara aperta per l’affidamento del
servizio di igiene urbana e servizi complementari, per la durata di 7 anni,
prevedendo come criterio di aggiudicazione il metodo dell’offerta
economicamente più vantaggiosa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che il disciplinare di gara richiedeva,
relativamente ai requisiti di ammissione afferenti la capacità tecnica e
professionale dei concorrenti, di aver espletato negli ultimi tre anni,
regolarmente e con buon esito, “servizi rientranti nella stessa tipologia dei
servizi in appalto” “per una popolazione amministrata non inferiore a
complessivi 120. 000 abitanti nel triennio” di cui “almeno un servizio di
raccolta differenziata, per conto di committente pubblico, con le modalità
porta a porta, avente una popolazione servita alla data del 31 dicembre 2013
non inferiore a quella del comune di Cerveteri di 55. 315 abitanti”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che all’esito delle operazioni di gara
si posizionava al secondo posto immediatamente dopo l’A.T.I. Camassambiente
s.p.a. (mandataria)/A.S.V. s.p.a. (mandante),che veniva quindi dichiarata
aggiudicataria in via provvisoria dell’appalto dalla Commissione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che con nota datata 9 novembre 2015 la
stazione appaltante comunicava altresì l’avvenuta aggiudicazione in via
definitiva della gara alla citata A.T.I.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. In ragione di quanto sinteticamente
riportato parte ricorrente deduceva, in punto di diritto, i seguenti motivi di
gravame:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1) “<i>Violazione falsa applicazione degli
articoli 41, 42 e 48, del D.Lgs n. 163/ 2006 nonché dei paragrafi 6.1.C2 e
8.4.B5 del disciplinare di gara. Eccesso di potere per travisamento dei fatti,
insussistenza dei presupposti, difetto di istruttoria. Mancato possesso del
requisito tecnico relativo al servizio di raccolta porta a porta</i>” in capo
alla aggiudicataria atteso che quest’ultima aveva dichiarato, con il modulo
predisposto dalla stazione appaltante, di avere svolto, a seguito di
avvalimento da parte dell’A.S.V. s.p.a. il servizio richiesto soltanto presso
il Comune di Bitonto (BA), avente una popolazione di 57. 000 abitanti e “<i>resa
di raccolta differenziata al 31.12.2013: 29%</i>”. Dichiarazione quest’ultima
viceversa inidonea, perché generica, a dimostrare il possesso dei requisiti
richiesti dal disciplinare di gara, in quanto non attestante l’effettivo
svolgimento del servizio della raccolta differenziata in modalità “porta porta”.
Senza tacere, peraltro, che oltre al citato vizio formale l’A.S.V. s.p.a. non
aveva mai effettivamente svolto, nel merito, la dichiarata attività di raccolta
“porta a porta” presso il Comune di Bitonto, essendosi piuttosto limitata al
servizio di mera raccolta stradale dei rifiuti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2) “<i>Violazione e falsa applicazione
degli artt. 49 del D.Lg. n. 163/ 2006 ed 88 del D.P.R. n. 207/2010. Violazione
falsa applicazione dell’art. 1376 c.c. Eccesso di potere per travisamento dei
fatti e carenza di istruttoria</i>” atteso che l’insussistenza del requisito di
capacità tecnica in capo alla aggiudicataria, di cui al precedente motivo, era
ulteriormente suffragato dal generico tenore delle clausole contenute nel
richiamato contratto di avvalimento e nella dichiarazione dell’ausiliaria
A.S.V. s.p.a., entrambi carenti di qualsiasi specificazione relativamente al
contenuto del servizio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3) “<i>Violazione falsa applicazione
dell’art. 75 del D.Lgs. n. 163/2006 e dell’art. 8.7. del disciplinare di gara.
Eccesso di potere per mancata declaratoria di invalidità della fideiussione
presentata dall’ATI</i> ” aggiudicataria atteso che la polizza
quest’ultima presentata era stata stipulata con la società “Lig Insurance”
colpita da un provvedimento di inibizione all’esercizio dell’attività assicurativa
da parte dell’IVASS, mentre in realtà le offerte dovevano essere viceversa
garantite da un operatore finanziario per tutta la durata delle fasi di gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4) “<i>Violazione e falsa applicazione
dell’art. 38, comma 1, lettera f), del D.Lgs. n. 163/ 2006 e dell’art. 6.1 del
disciplinare di gara. Eccesso di potere per mancata esclusione della
controinteressata</i>” atteso che la Commissione di gara non aveva provveduto
ad escludere l’ATI aggiudicataria nonostante fosse pienamente al corrente
dell’esistenza di errori gravi nell’esecuzione del servizio di raccolta
differenziata in precedenza svolto presso il Comune di Binetto;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5) in via subordinata “<i>Violazione e
falsa applicazione dell’art. 84, comma 3, del D.L.gs. n. 163/2006, nonché degli
artt. 7 e 20 del D.Lgs n. 39/ 2013 e 10 del Regolamento Uffici e Servizi del
Comune di Cerveteri. Errata composizione della commissione giudicatrice</i>”
attesa l’illegittima composizione della Commissione giudicatrice, di cui alla
determina dirigenziale n. 2083 del 27 novembre 2014, considerato che il
Presidente del Seggio non poteva in realtà rivestire la carica di dirigente,
quale presupposto di cui all’art. 84 del c.c.p. (come altresì chiarito dalla
Commissione audit del Comune di Cerveteri con provvedimento del 14 aprile 2015).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3. Si costituiva in giudizio la
controinteressata aggiudicataria Camassambiente s.p.a. che, nel proporre
ricorso incidentale, deduceva <i>ex adverso</i> i seguenti profili di
illegittimità:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- inammissibilità del ricorso principale
per “<i>Violazione falsa applicazione degli articoli 41, 42 e 48, del D.Lgs. n.
163/2006 nonché dei paragrafi 6.1.C2 e 8.4.B5 del disciplinare di gara. Eccesso
di potere per travisamento dei fatti, insussistenza dei presupposti e difetto
di istruttoria. Mancato possesso del requisito tecnico relativo alla gestione
di un Comune di almeno 55.315 abitanti</i>”atteso che la ricorrente non aveva
mai gestito servizi di igiene urbana in un unico Comune con popolazione pari a
55.315 abitanti non potendo a tali fine essere computata, infatti, la maggiore
affluenza stagionale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- inammissibilità del ricorso principale
per “<i>Violazione falsa applicazione dell’art. 75 del D.L.gs n. 163/2006
nonché dell’art. 8.7 del disciplinare di gara. Eccesso di potere per mancata
declaratoria di invalidità della fideiussione presentata dalla TEKNEKO</i>”
atteso che la ricorrente si era rivolta ad una compagnia non abilitata
(FINWORD) perché cancellata dalla Banca d’Italia, con provvedimento del 30
giugno 2015, dall’albo speciale di cui all’art. 107 T.U.B.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- “<i>Violazione e falsa applicazione
dell’articolo 38, comma 1, lett. f) del D.L.gs. n. 163/ 2006 nonché
dell’articolo 6.1. del disciplinare di gara. Eccesso di potere per mancata
esclusione della TEKNEKO</i>” avendo quest’ultima commesso gravi inadempimenti
nell’espletamento di commesse di igiene urbana, ivi compresa quella affidata
dallo stesso Comune di Cerveteri;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in via gradata, “<i>Violazione del
principio di proporzionalità. Eccesso di potere per travisamento dell’erroneità
di presupposto. Violazione degli articoli 2 e 42 del decreto legislativo 163
del 2006</i>” atteso che gli artt. 6.1.C2 e 8.4.B5 del disciplinare di gara non
potevano essere interpretati nel senso di richiedere che l’esecuzione della
raccolta differenziata, con modalità porta a porta, fosse relativa ad ogni tipo
di rifiuto per 55.315 abitanti, come viceversa erroneamente argomentato dalla
ricorrente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in via ulteriormente gradata, “<i>Violazione
del principio di proporzionalità. Eccesso di potere per travisamento ed
erroneità di presupposto. Violazione degli artt. 2 e 38, lettera f), del D.Lgs.
n. 163/2006 nonché del principio di massima partecipazione</i>” non potendosi
ritenere rilevante, ai fini dell’esclusione dalla gara in esame, qualsiasi
inadempimento anche ove successivo alla presentazione delle offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4. Si costituiva altresì in giudizio il
resistente Comune di Cerveteri deducendo, di contro, quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in via prioritariamente logica, con
specifico riferimento al quinto motivo di gravame proposto avanzato dalla
ricorrente - involgente l’asserita illegittima costituzione della Commissione
di gara - l’inammissibilità del motivo di impugnazione per intervenuto decorso
del termine di impugnazione del provvedimento di nomina del citato organo,
risalente al 27 novembre 2014 nonché, in ogni caso, l’infondatezza nel merito
della dedotta censura. Senza tacere l’applicabilità alla fattispecie in esame,
in ogni caso, del c.d. principio di conservazione dell’atto amministrativo
nonché dell’istituto giuridico del “funzionario di fatto”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- l’infondatezza del primo motivo di
ricorso atteso che il disciplinare di gara richiedeva solamente, in capo alle
concorrenti, di aver svolto solo un singolo servizio di raccolta porta a porta,
il quale poteva anche coincidere con una singola tipologia di rifiuti (per
l’ATI aggiudicataria, il servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti
ingombranti e il cartone);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- l’infondatezza del secondo motivo di
ricorso, atteso che il contratto di avvalimento prodotto dalla aggiudicataria
trovava la sua compiuta disciplina, in via integrativa, nel codice degli
appalti nonché nel relativo regolamento di attuazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- l’infondatezza del terzo motivo di
ricorso, atteso che alla data di presentazione delle offerte la compagnia LIG
(fideiubente) era in realtà abilitata e regolarmente iscritta all’IVASS,
essendo stata sospesa solo successivamente. Senza tacere che le concorrenti
avevano in ogni caso la possibilità di presentare altra compagnia assicurativa
in sede di aggiudicazione definitiva;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- infine, l’infondatezza del quarto motivo
di ricorso, attesa l’insussistenza in fatto delle asserite gravi inadempienze
in capo all’aggiudicataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5. Al suddetto ricorso si aggiunge, nella
presente trattazione, quello iscritto al R.G. n. 15605/2015, proposto dalla
società Massimi Aurelio e figli s.r.l. (quinta classificata nella medesima gara
di cui si è già detto), con il quale venivano dedotti, avverso gli atti in
epigrafe specificati, i seguenti motivi di gravame:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1)“<i> Illegittimità e nullità dei
Decreti sindacali nn. 40 del 1 ottobre 2014 e 48 del 31 dicembre 2014 di nomina
dell’Ing. Mauro Nunzi alla carica di dirigente a tempo determinato del Comune
di Cerveteri e di dirigente responsabile della Struttura apicale del Comune di
Cerveteri denominata III° Area Assetto Uso e Sviluppo del territorio, per
violazione delle disposizioni di cui agli artt. 7 e 20 del D.L.gs n. 39/2013,
nonché dell’art. 10 del Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e dei Servizi
del Comune di Cerveteri. Violazione di legge. Eccesso di potere. Errore nei
presupposti</i>”. Premesso, da un lato, che ai sensi del citato art. 7 “a
coloro che nell’anno precedente abbiano fatto parte della Giunta o del
Consiglio di una Provincia, di un Comune con popolazione superiore ai 15.000
abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione,
nella stessa regione dell’amministrazione locale conferisce l’incarico” non
potevano essere conferiti “incarichi dirigenziali”; e, dall’altro, che l’art.
10 del citato Regolamento comunale prevedeva espressamente che la Presidenza
delle commissioni di gara doveva essere assegnata, in via esclusiva, al
dirigente o responsabile della Ripartizione gare e contratti del Comune di
Cerveteri, deduceva che l’Ing. Mauro Nunzi era stato Consigliere Comunale
presso il Comune di Civitavecchia fino alla data del 25 novembre 2013, per cui,
in base alla riportata normativa, non poteva essere destinatario di alcun
incarico, presso i Comuni della stessa Regione Lazio, fino al 24 novembre 2014,
ivi compreso quindi il Comune di Cerveteri. Dal che ne conseguiva, per un
verso, l’illegittimità e nullità del decreto del Sindaco del Comune di
Cerveteri n. 40, del 1 ottobre 2014, di nomina dello stesso a dirigente a tempo
determinato; per altro verso, e per quegli stessi motivi, l’illegittimità e
nullità del successivo decreto del Sindaco del Comune di Cerveteri n. 48 del 31
dicembre 2014 di conferma del medesimo incarico dirigenziale a tempo
determinato, precedentemente assegnato, nonché di conferimento, nel contempo,
con effetto dal 1 gennaio 2015, dell’incarico di dirigente responsabile della
Struttura apicale III° Area Assetto Uso e Sviluppo del territorio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2) “<i>Illegittimità e nullità della
Determinazione Dirigenziale n. 2083 del 27 novembre 2014 del Comune di
Cerveteri di nomina della commissione della gara […] per violazione delle
disposizioni di cui all’art. 84 del codice dei contratti pubblici; degli
articoli 7 e 20 del D.Lgs. n. 39/2013 e dell’art. 10 del Regolamento
sull’ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Cerveteri.
Illegittimità e nullità di tutti i verbali da 1 a 16 della commissione di gara
per gli stessi motivi. Violazione di legge. Eccesso di potere per errore sui
fatti presupposti</i>” atteso che in sede di costituzione della commissione
giudicatrice era stato nominato come Presidente del seggio l’Ing. Mauro Nunzi
pur non potendo quest’ultimo rivestire, viceversa, la carica di dirigente
comunale ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs. n. 49/2013;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3) “<i>Illegittimità in via derivata</i>”
di tutti gli atti di gara (ivi compresa l’aggiudicazione definitiva).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6. Si costituiva in giudizio, anche nel
citato ricorso riunito, l’aggiudicataria Camassambiente s.p.a. la quale,
mediante proposizione di ricorso incidentale, deduceva il seguente profilo di
illegittimità:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">inammissibilità del ricorso principale per
“<i>Violazione e falsa applicazione degli articoli 41,42 e 48, del decreto
legislativo numero 163 del 2006, dei paragrafi 6.1.C2 e 8.4.B5 del disciplinare
di gara. Eccesso di potere per travisamento dei fatti, insussistenza dei
presupposti, difetto di istruttoria. Mancato possesso del requisito tecnico
relativo alla gestione di un Comune di almeno 55.315 abitanti</i>” atteso che
la ricorrente aveva dichiarato di aver gestito, nel triennio 2011-2013, il
Comune di Ladispoli, avente tuttavia una popolazione pari a 41. 000 abitanti,
non potendo infatti essere computato l’incremento di presenze stagionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7. Si costituiva altresì in giudizio il
Comune di Cerveteri deducendo, in sintesi, le medesime argomentazioni difensive
già spiegate nel ricorso RG n. 15300/2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">All’udienza del 13 aprile 2016 le citate
cause, previa riunione, venivano chiamate e trattenute in decisione. La
ricorrente Tekneko deduceva, quale elemento nuovo sopravvenuto, l’intervenuta
stipula del contratto tra l’aggiudicataria e la stazione appaltante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span>
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8. I ricorsi di cui in epigrafe, in quanto
oggettivamente e soggettivamente connessi, vanno anzitutto riuniti, per essere
trattati congiuntamente e decisi con una sola sentenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9. Ciò posto, il ricorso introduttivo del
giudizio recante R.G. n. 15605/2015 nonché il ricorso introduttivo del giudizio
recante R.G. n. 15300/2015, quest’ultimo limitatamente al quinto motivo di
gravame, devono essere accolti perché fondati. Tutti i restanti motivi di
gravame dedotti con il citato ultimo ricorso principale nonché entrambi i
ricorsi incidentali, proposti dall’aggiudicataria controinteressata nell’ambito
dei suddetti giudizi riuniti, devono conseguentemente essere dichiarati
improcedibili.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10. <i>In limine litis</i>, tuttavia,
è doveroso dare atto di alcuni profili pregiudiziali strettamente processuali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.1. Preliminarmente, infatti, deve
evidenziarsi in via generale che risulta logicamente prioritaria l’analisi del
motivo di gravame – dedotto sia in via principale con il ricorso introduttivo
“riunito” recante R.G. 15605/215, sia in via subordinata (quinto e ultimo
motivo) con il ricorso principale recante R.G. n. 15300/2015 – involgente
l’illegittima costituzione della Commissione giudicatrice della gara in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A tale ordine di esame dei motivi di
impugnazione complessivamente dedotti con entrambi i ricorsi riuniti si giunge,
invero, in base al ragionamento per cui la verifica della regolare costituzione
della Commissione di gara costituisce <i>ictu oculi</i> antecedente
logico rispetto all’accertamento dell’illegittimità degli atti della procedura
dalla stessa adottati ed in questa sede impugnati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In tal senso depone, <i>ad adiuvandum</i>,
il principio di diritto recentemente stabilito da Consiglio di Stato, Adunanza
Plenaria, sentenza 27 aprile 2015, n. 5, secondo cui “<i>in tutte le situazioni
di incompetenza, carenza di proposta o parere obbligatorio</i>” - nonché di
irregolare costituzione, come nella fattispecie, dell’organo deliberante - “<i>si
versa nella situazione in cui il potere amministrativo non è stato ancora
esercitato, sicché il giudice non può fare altro che rilevare, se assodato, il
relativo vizio e assorbire tutte le altre censure, non potendo dettare le
regole dell'azione amministrativa nei confronti di un organo che non ha ancora
esercitato il suo munus</i>” in quanto “<i>taluni vizi di legittimità esprimono
una così radicale alterazione dell'esercizio della funzione pubblica che il
codice</i>” del processo amministrativo “<i>ha imposto al giudice
amministrativo di non ritenersi vincolato, a tutela della legalità dell'azione
amministrativa e degli interessi pubblici sottostanti, dalla prospettazione del
ricorrente e dalla eventuale graduazione dei motivi da quest'ultimo effettuata”</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.2. A quanto esposto, inoltre, deve
altresì aggiungersi, sempre in via generale, che l’analisi del dedotto motivo
di gravame di “<i>errata composizione della commissione giudicatrice</i>” - in
quanto astrattamente espressivo, come detto, di una “<i>radicale alterazione
dell'esercizio della funzione pubblica</i>” - si impone, in via preliminare,
anche rispetto ai profili di illegittimità avanzati in giudizio dall’impresa
aggiudicataria controinteressata mediante la proposizione dei ricorsi
incidentali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In tale direzione, infatti, si muove il
recente pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Grande
Sezione, sentenza 5 aprile 2016, C-689, secondo cui è irrilevante, ai fini
della corretta applicazione dei principi affermati nella sentenza CGUE, sez. X,
4 luglio 2013, C-100/2012 (c.d. sentenza Fastweb) il numero di partecipanti
alla procedura di aggiudicazione dell’appalto pubblico, il numero di
partecipanti che hanno presentato ricorsi e la divergenza dei motivi dai
medesimi dedotti ( nello specifico, “<i>l’articolo 1, paragrafi 1, terzo comma,
e 3, della direttiva 89/665/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1989, che
coordina le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative relative
all’applicazione delle procedure di ricorso in materia di aggiudicazione degli
appalti pubblici di forniture e di lavori, come modificata dalla direttiva
2007/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2007, deve
essere interpretato nel senso che osta a che un ricorso principale proposto da
un offerente, il quale abbia interesse a ottenere l’aggiudicazione di un
determinato appalto e che sia stato o rischi di essere leso a causa di una
presunta violazione del diritto dell’Unione in materia di appalti pubblici o
delle norme che traspongono tale diritto, e diretto a ottenere l’esclusione di
un altro offerente, sia dichiarato irricevibile in applicazione di norme
processuali nazionali che prevedono l’esame prioritario del ricorso incidentale
presentato da detto altro offerente</i>”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dal che ne consegue, nella fattispecie,
che l’astratta fondatezza, o meno, dei motivi di gravame proposti dalla
ricorrente incidentale – afferenti, viceversa, esclusivamente l’illegittimità <i>ex
adverso</i> ed <i>utiliter</i> degli atti adottati “a valle”
dalla Commissione di gara - non precluderebbe in ogni caso l’esame del vizio
inerente l’irregolare costituzione, “a monte”, del suddetto consesso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con l’ulteriore conseguenza, dal punto di
vista processuale, che ragioni di ordine ed economia processuale impongono
ancora una volta, in definitiva, che sia comunque sottoposto al vaglio
giurisdizionale, innanzitutto, il più volte richiamato profilo di impugnazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.3. Ciò premesso, occorre tuttavia dare
atto dell’infondatezza dell’eccezione di tardività del ricorso su tale
specifico punto dedotta, nell’ambito di entrambi i riuniti giudizi, dall’ente
locale resistente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come in precedenza riportato, infatti, il
Comune di Cerveteri ha sollevato al riguardo l’eccezione di inammissibilità (<i>rectius</i>,
tardività) <i>in parte qua</i> dei ricorsi introduttivi per
intervenuto decorso del termine decadenziale di impugnazione della Determina
dirigenziale n. 2083, del 27.11.2014, di nomina della Commissione di gara, sul
rilievo che i citati atti introduttivi sono stati rispettivamente proposti in
date 7.12.2015 e 9.12.2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come anticipato, la suddetta eccezione
deve essere rigettata atteso che - come correttamente evidenziato al riguardo
dalla ricorrente TEKNEKO (cfr. memoria del 25.3.2016) - “<i>nel processo
amministrativo il ricorso di primo grado non è inammissibile per mancata
immediata impugnazione del provvedimento di nomina della commissione di gara
pubblica, dal momento che l'onere di immediata impugnativa è circoscritto alle
clausole del bando di gara impeditive della partecipazione alla procedura o
impositive di oneri manifestamente incomprensibili o del tutto sproporzionati
per eccesso rispetto ai contenuti della procedura concorsuale, e pertanto
immediatamente lesive sotto questi profili mentre ogni altra questione, ivi
compresa la legittima composizione della commissione di gara, è rimessa
all'impugnazione contro l'altrui aggiudicazione, perché è solo in questo
momento che si concretizza la lesione” –</i>e quindi l’interesse al ricorso<i> -
“per le altre partecipanti alla procedura e può conseguentemente ritenersi
sorto l'onere di impugnazione</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11. Così sinteticamente risolte le
questioni processuali richiamate dalla vicenda scrutinata, può quindi passarsi
al vaglio, nel merito, del dedotto vizio di irregolare costituzione della
commissione giudicatrice della gara in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il citato motivo va accolto perché
fondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le risultanze probatorie, infatti, hanno
evidenziato che la determinazione dirigenziale n. 2083, del 27.11.2014, di
nomina dell’Ing. Mauro Nunzi a Presidente della Commissione giudicatrice, è
stata adottata assumendo a presupposto - ex art. 84, comma 3, del D.Lgs. n.
163/2006 – il Decreto del Sindaco del Comune di Cerveteri n. 40, del 1 ottobre
2014, di nomina di quest’ultimo a dirigente a tempo determinato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Decreto, quest’ultimo, viceversa affetto
da invalidità insanabile, ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. n. 39/2013, secondo
cui sono nulli gli incarichi conferiti in violazione delle disposizioni del
presente decreto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al momento di adozione del suddetto
decreto sindacale n. 40 del 1 ottobre 2014, infatti, non poteva essere affidato
all’Ing. Nunzi alcun incarico dirigenziale nell’ambito della Regione Lazio posto
che questi era già stato nominato Consigliere Comunale presso il Comune di
Civitavecchia fino alla data del 25 novembre 2013, per cui - ai sensi dell’art.
7, comma 2, lett. b), del D.L.gs. n. 39/2013 – lo stesso non poteva in realtà
essere destinatario di alcun incarico dirigenziale, fino al 24 novembre 2014,
da parte del Comune di Cerveteri (come, peraltro, correttamente accertato dalla
Commissione Anticorruzione del Comune di Cerveteri con atto prot. n. 17840 del
14 maggio 2015).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Giuridicamente irrilevante, a tal fine,
risulta infatti la circostanza che l’Ing. Nunzi non abbia comunicato, all’atto
della nomina a dirigente, la sussistenza della riportata causa di
inconferibilità e incompatibilità, in quanto personalmente non a conoscenza
delle relative prescrizioni normative, nonché il dato che quest’ultimi elementi
non erano stati documentalmente richiesti dal Comune interessato (nei moduli
sottoposti alla sua firma in sede di conferimento dell’incarico a Presidente
del seggio di gara).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Né la suddetta nullità – nonché, come si
vedrà oltre, gli atti <i>medio tempore</i> concretamente adottati
dalla Commissione di gara – può ritenersi sanata <i>ex post</i> dall’intervenuta
riconferma della nomina a dirigente adottata, nei confronti dello stesso, con
successivo Decreto sindacale del 31.12.2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò in ragione dei seguenti cumulativi
elementi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che la nullità, come è noto, non può
essere sanata con effetti retroattivi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che il Decreto di nomina della
Commissione di gara del 27.11.2014, precedente al Decreto sindacale di rinnovo
dell’incarico dirigenziale del 31.12.2014, non risulta essere stato a sua volta
riconfermato <i>ex post</i>;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- che anche gli atti <i>medio tempore </i>adottati
dalla Commissione di gara illegittimamente costituita tra il 27.11.2014 ed il
31.12.2014 (nello specifico: i verbali nn. 1, 2, e 3, rispettivamente del
1.12.2104, 4.12.2104 e 23.12.2014) non risultano essere stati “riconfermati” <i>ex
post, </i>per cui almeno quest’ultimi risultano irreversibilmente affetti
da illegittimità in via derivata<i>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Né coglie nel segno l’eccezione sollevata
dall’aggiudicataria controinteressata, per cui entrambi i ricorsi introduttivi
sarebbero <i>in parte qua</i> inammissibili per irregolare
costituzione del contradditorio attesa l’omessa notifica degli atti
introduttivi anche all’Ing. Nunzi, tenuto conto, per un verso, che entrambi i
ricorrenti non hanno in realtà impugnato in via principale il Decreto sindacale
n. 40 di nomina di quest’ultimo a dirigente, quanto piuttosto semplicemente
dedotto tale invalidità come fonte giuridica dell’illegittimità degli atti di
gara - unici provvedimenti amministrativi ad essere direttamente impugnati, con
la conseguenza, quindi, che nella fattispecie non si tratterebbe, peraltro, di
disapplicazione provvedimentale, quanto piuttosto di accertamento incidentale
(relativo tra l’altro ad atti di natura privatistico – datoriale afferenti a
diritti soggettivi e quindi conoscibili incidentalmente, appunto, ex art. 8
cpa) - incentrandosi difatti il loro interesse nella sola direzione della
caducazione degli atti della procedura ad evidenza pubblica in esame; per altro
verso, che ai sensi dell’art. 31, comma 4, del c.p.a. “<i>la nullità dell'atto
può sempre essere rilevata d'ufficio dal giudice</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12. Infine, quanto all’invocata
ricorrenza, in via subordinata, dei presupposti della figura giuridica del c.d.
funzionario di fatto - e, quindi, della conservazione degli effetti degli atti
amministrativi invalidi – deve di contro rilevarsi che quest’ultima teoria “<i>trova
vita solo allorquando si tratti di esercizio di funzioni essenziali e/o
indifferibili, che per loro natura riguardino i terzi con efficacia immediata e
diretta</i>”(CdS, sez. IV, 20 maggio 1999 n. 853), sicché è invocabile solo a
vantaggio dei terzi medesimi, e non a discapito, come nella fattispecie, degli
altri concorrenti non aggiudicatari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La suddetta figura, infatti, assolve alla
duplice esigenza di salvaguardare la continuità della azione amministrativa e
di tutelare l’affidamento del soggetto terzo (l’amministrato) che, in buona
fede ed incolpevolmente, ha ritenuto legittimo l’esercizio della pubblica
funzione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Elementi che non ricorrono, viceversa,
nella vicenda in esame atteso che i terzi concorrenti non aggiudicatari della
gara verrebbero eventualmente lesi dagli atti “sanati”, e non già tutelati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13. In definitiva, per le ragioni esposte,
il ricorso introduttivo del giudizio recante R.G. n. 15605/2015 nonché il
ricorso introduttivo del giudizio recante R.G. n. 15300/2015, quest’ultimo
limitatamente al quinto motivo di gravame, devono essere accolti perché
fondati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dall’accoglimento dei suddetti ricorsi
deriva, in primo luogo, l’illegittimità e, per effetto, l’annullamento di tutti
gli atti impugnati, di cui in epigrafe.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In secondo luogo, ai sensi dell’art. 122
c.p.a., l’inefficacia del contratto <i>medio tempore</i> eventualmente
stipulato dalla stazione appaltante con l’ATI Camassambiente s.p.a/Azienda
Servizi vari s.p.a. – elemento sopravvenuto dedotto, sebbene dubitativamente,
all’udienza del 13.4.2016 – a decorrere, ove il contratto stesso sia stato
effettivamente stipulato per iniziale esecuzione dell’affidamento in
discussione, dal 120° giorno successivo al deposito della presente sentenza,
avuto riguardo all’essenzialità del servizio di cui trattasi e alla necessità
di rinnovare la gara (cfr. al riguardo CdS, Ad. Pl., n. 13/2013 che,
argomentando dal contenuto dell’art. 122 cpa, precisa che i vizi della specie
comportano appunto, in ogni caso, “l’obbligo di rinnovare la gara”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Infine, ai sensi dell’art. 35, lett. C),
c.p.a., l’improcedibilità per difetto di interesse dei restanti motivi di
gravame dedotti con il ricorso introduttivo del giudizio recante R.G.
15300/2015 nonché quelli dedotti con ambedue i ricorsi incidentali proposti
nell’ambito dei suddetti giudizi riuniti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14. Atteso l’esito del giudizio, il Comune
di Cerveteri deve essere condannato al pagamento delle spese di lite -
liquidate come in dispositivo - nei confronti di ciascuno dei ricorrenti, in
base al principio della soccombenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Spese compensate con riguardo a tutti gli
altri rapporti processuali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">P.Q.M.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio (Sezione Seconda Bis), definitivamente pronunciando e previa riunione
dei ricorsi in epigrafe, così dispone:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a) accoglie in parte il ricorso
introduttivo recante R.G. n. 15300/2015, per le ragioni di cui in parte motiva,
nonché pienamente il ricorso introduttivo recante R.G. n. 15605/2015 e, per
l’effetto, dispone l’annullamento di tutti gli atti rispettivamente impugnati
nonché l’inefficacia del pedissequo contratto, ove stipulato dalla stazione
appaltante, con la decorrenza stabilita, ex art. 122 cpa, nella parte motiva
della presente sentenza;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b) dichiara l’improcedibilità, per la
restante parte, del ricorso introduttivo recante R.G. n. 15300/2015, come da
motivazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c) dichiara altresì l’improcedibilità dei
ricorsi incidentali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c) condanna il Comune di Cerveteri al
pagamento delle spese di lite in favore della ricorrente Tekneko Sistemi
Ecologici s.r.l. e della ricorrente Massimi Aurelio e figli s.r.l., in persona
dei rispettivi legali rappresentante <i>pro tempore</i>, che liquida in
complessivi euro 3.500,00 (euro tremilacinquecento/00) cadauno, oltre accessori
come per legge e rimborso del contributo unificato. Spese compensate
relativamente a tutti gli altri rapporti processuali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 13 aprile 2016 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Domenico Lundini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Antonella Mangia, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Francesco Elefante, Referendario,
Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il 04/05/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-27414393255638936322016-05-04T07:11:00.000-07:002016-05-04T07:11:02.182-07:00PROCESSO & ENTI LOCALI: sull'immediata o differita degli atti normativi degli Enti locali (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II, sentenza 22 febbraio 2016, n. 2283).<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>PROCESSO & ENTI LOCALI: </b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sull'immediata o differita </b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>degli atti normativi degli Enti locali </b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394;">(T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II, </span></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sentenza 22 febbraio 2016, n. 2283)</b></span></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN6K2FvYID-fNO47TlPSJDM9xOlf-I-71B05eLTgJH1MQGTKRTSUGbHhqq3tB2_zbkRBsIGqJt4ikZNkfGokUT4GlFwz4-AR0QR54Fr2D6S_kiia5WKwPSKAFvYzD8Add5QCzPTbNUShCy/s1600/Snapseed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN6K2FvYID-fNO47TlPSJDM9xOlf-I-71B05eLTgJH1MQGTKRTSUGbHhqq3tB2_zbkRBsIGqJt4ikZNkfGokUT4GlFwz4-AR0QR54Fr2D6S_kiia5WKwPSKAFvYzD8Add5QCzPTbNUShCy/s320/Snapseed.jpg" width="320" /></a></div>
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Massima</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 24px;"><i><br /></i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 24px;"><i>La deliberazione di Giunta Capitolina n. 50 del 2014 - specie nella parte in cui va a modificare il regime transitorio di cui all'art. 34 del Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni e a ridurre la tipologia dei formati ammessi per i cartelloni pubblicitari - contiene vere e proprie "<b>volizioni-azione</b>" - da distinguere dalle c.d. "volizioni preliminari" -, ossia previsioni che, essendo destinate ad una immediata applicazione producono un immediato effetto lesivo nella sfera giuridica dei destinatari e, quindi, devono essere impugnate immediatamente, a prescindere, quindi, dall'adozione di atti applicativi, </i></span></span><i style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 24px;">pena l'irricevibilità del ricorso per tardività.</i></div>
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Tribunale
Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Sezione Seconda)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha pronunciato la
presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
3006 del 2014, proposto dall’AIPE - Associazione Imprese di Pubblicità Esterna,
nonché dalle società AP Italia Srl in liquidazione, Wayap Srl, Moretti
Pubblicità Srl, Pateo Srl uninominale e APA - Agenzia Pubblicità Affissioni
Srl, in persona dei rispettivi legali rappresentanti <i>pro tempore</i>,
rappresentati e difesi dagli avvocati Paola Conticiani, Fabio Massimo Ventura,
Ettore Corsale e Antonio Lirosi ed elettivamente domiciliati in Roma, via
Giovanni Bettolo n. 17, presso lo studio dell’avvocato Ettore Corsale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco <i>pro
tempore</i>, rappresentato e difeso dagli avvocati Enrico Maggiore e Domenico
Rossi, dell’Avvocatura capitolina, presso la cui sede è elettivamente
domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
14401/2014, proposto dalla società Defi Italia Spa, in persona del suo legale
rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Patrizia
Maria Rosa Zingone ed Angelo Clarizia, ed elettivamente domiciliato in Roma,
via Principessa Clotilde n. 2, presso lo studio dell’avvocato Angelo Clarizia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Antonio Ciavarella, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
14431 del 2014 proposto dalla società Fox ADV Srl, in persona del suo legale
rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Fabio Massimo
Ventura, Paola Conticiani e Ettore Corsale ed elettivamente domiciliato in
Roma, via Giovanni Bettolo n. 17, presso lo studio dell’avvocato Ettore
Corsale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">società Clear Channel Affitalia Srl, non
costituita in giudizio; </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
14433 del 2014 proposto dalla società D&D Srl Outdor Advertising, in
persona del suo legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli
avvocati Fabio Massimo Ventura, Paola Conticiani e Ettore Corsale, ed
elettivamente domiciliato in Roma, via Giovanni Bettolo n. 17, presso lo studio
dell’avvocato Ettore Corsale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">società Clear Channel Affitalia Srl, non
costituita in giudizio; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e con l'intervento di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ad opponendum:<br />
Verdi Ambiente e Società - V.A.S. APS Onlus, Associazione Bastacartelloni -
Francesco Fiori, Cittadinanzaattiva Lazio Onlus, Istituto Internazionale per il
Consumo e l’Ambiente - I.I.C.A. e Centro di Iniziativa per la Legalità
Democratica - C.I.L.D., in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro
tempore, rappresentati e difesi dagli avvocati Giuseppe Mazzarella, Giuseppe Lo
Mastro e Romana D’Ambrosio, con domicilio eletto in Roma, viale delle Milizie
n. 9, presso lo studio dell’avvocato Giuseppe Lo Mastro; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
14435 del 2014, integrato con motivi aggiunti, proposto dalle società Wayap Srl
e AP Italia Srl in liquidazione, in persona dei rispettivi legali
rappresentanti pro tempore, rappresentati e difesi dagli avvocati Fabio Massimo
Ventura, Ettore Corsale e Paola Conticiani, con domicilio eletto in Roma, via
G. Bettolo n. 17, presso l’avvocato Ettore Corsale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Massimo Baroni, Domenico Rossi
ed Enrico Maggiore, dell’Avvocatura capitolina, presso la cui sede è
elettivamente domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">società Clear Channel Affitalia Srl, non
costituita in giudizio; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
14436 del 2014, integrato con motivi aggiunti, proposto dalla società APA -
Agenzia Pubblicità Affissioni Srl, in persona del suo legale rappresentante pro
tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonio Lirosi e Marco
Martinelli, con domicilio eletto in Roma, via delle Quattro Fontane n. 20,
presso Studio legale Gianni, Origoni, Grippo & Partners; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Massimo Baroni, Domenico Rossi
ed Enrico Maggiore, dell’Avvocatura capitolina, presso la cui sede è
elettivamente domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">società Clear Channel Affitalia Srl, non
costituita in giudizio; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
14526 del 2014 proposto dalle società Ars Pubblicità Srl, Cosmo Pubblicità Srl,
G.B.E. Srl e New Poster Srl in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro
tempore, rappresentati e difesi dall’avvocato Antonino Galletti ed
elettivamente domiciliato in Roma, piazzale Don Minzoni n. 9, presso lo studio
del predetto avvocato; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Domenico Rossi ed Enrico
Maggiore, dell’Avvocatura capitolina, presso la cui sede è elettivamente
domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
15194 del 2014 proposto dalla associazione CONF. IRPA – Confederazione Imprese
Pubblicitarie Romane Associate e dalla società O.P.A. Srl, D.D.N. Srl, Studio
Immagine Srl, F.A.R.G. Pubblicità di Tonatti Maria & C. Sas, Sarila Srl,
Mediacom Srl, Battage Srl, Puntoline Srl, Tre C Pubblicità Srl, Joint Media
Srl, Fabiano Pubblicità Srl, Pubbli Toni Srl, OR.SA. Pubblicità Sas di Orecchio
F. & Co. Srl, Pubblistudio Srl, Gmpshop.Com Sas di Giovanni Masto & C.,
Unigamma Srl, Publi Media Srl, Graficolor New Srl e Comunicando Leader Srl, in
persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, rappresentati e
difesi dagli avvocati Giuseppe Scavuzzo e Marco Luzza, con domicilio eletto in
Roma, via Germanico n. 24, presso lo studio dell’avvocato Giuseppe Scavuzzo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
15195 del 2014 proposto dalle società Pubbli Roma Srl, Gregor Srl, R.B.
Pubblicità - Realizzazione Budget Pubblicità Srl, Spot Pubblicità Srl, Nuovi
Spazi Srl, Stunt Pubblicity Srl e My Max Srl, in persona dei rispettivi legali
rappresentanti pro tempore, rappresentati e difesi dagli avvocati Giuseppe
Scavuzzo, Marco Luzza e Monica Gelli, con domicilio eletto in Roma, via
Germanico n. 24, presso lo studio dell’avvocato Giuseppe Scavuzzo; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
n. 15651 del 2014 proposto dall’AIPE - Associazione Imprese di Pubblicità
Esterna, nonché dalle società Moretti Pubblicità Srl e Pateo Srl uninominale,
in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, rappresentati e
difesi dagli avvocati Fabio Massimo Ventura, Paola Conticiani e Ettore Corsale,
ed elettivamente domiciliati in Roma, via Giovanni Bettolo n. 17, presso lo
studio dell’avvocato Ettore Corsale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21;</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
15804 del 2014 proposto dalla società Opera Srl, in persona del suo legale
rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Luigi
Patricelli e Francesco Mingiardi con domicilio eletto in Roma, via Archimede n.
143, presso lo studio dei predetti avvocati; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Domenico Rossi ed Enrico
Maggiore, dell’Avvocatura capitolina, presso la cui sede è elettivamente
domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
15806 del 2014 proposto dalla società ATC Communications, in persona del suo
legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Luigi
Patricelli e Francesco Mingiardi con domicilio eletto in Roma, via Archimede n.
143, presso lo studio dei predetti avvocati, nonché dalla Fallimento A.R.P. Srl
(già società A.R.P. Srl), in persona del suo legale rappresentante pro tempore,
rappresentato e difeso dall’avvocato Carlo Mirabile, con domicilio eletto in
Roma, via Borgognona n. 47, presso lo studio del predetto avvocato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Domenico Rossi ed Enrico
Maggiore, dell’Avvocatura capitolina, presso la cui sede è elettivamente
domiciliato in Roma, via del Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
15829 del 2014 proposto dalla società Sipea Srl, in persona del suo legale
rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Alessandra
Ruggieri e Guido Rinaldi, ed elettivamente domiciliato in Roma, via Casperia n.
20, presso lo studio dell’avvocato Guido Rinaldi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sul ricorso numero di registro generale
3553 del 2015 proposto dalle società Ars Pubblicità Srl, Cosmo Pubblicità Srl,
G.B.E. Srl e New Poster Srl in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro
tempore, rappresentati e difesi dall’avvocato Antonino Galletti ed
elettivamente domiciliato in Roma, piazzale Don Minzoni n. 9, presso lo studio
del predetto avvocato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roma Capitale, in persona del Sindaco pro
tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Rossi, dell’Avvocatura
capitolina, presso la cui sede è elettivamente domiciliato in Roma, via del
Tempio di Giove n. 21; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">società Clear Channel Affitalia Srl, non
costituita in giudizio; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">per l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 3006 del 2014,
della deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013,
recante “<i>indirizzi finalizzati alla chiusura del procedimento di riordino
degli impianti pubblicitari di cui alla delibera della Giunta Comunale n.
1689/1997 e ss.mm.ii. e contestuale modifica e revoca parziale della
deliberazione della Giunta Capitolina n. 116 del 5 aprile 2013</i>”, nelle
parti indicate nel ricorso, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e
conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 14401 del 2014,
della deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 49 del 30 luglio 2014,
pubblicata dall’11 al 25 agosto 2014, con la quale è stato approvato il “<i>Piano
Regolatore degli Impianti Pubblicitari</i>”, della deliberazione dell’Assemblea
capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, pubblicata dall’11 al 25 agosto 2014, e
successivamente modificata e ripubblicata dal 19 settembre al 3 ottobre 2014,
recante “<i>modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 37 del
30 marzo 2009, avente ad oggetto modifiche ed integrazioni alla deliberazione
consiliare n. 100 del 12 aprile 2006, riguardante il Regolamento comunale
recante norme in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche
affissioni</i>”, della nota prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014, a firma
del dirigente della Direzione Attività Economiche e Produttive, nonché di ogni
altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 14431 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi
compresi: A) i verbali della IX Commissione capitolina permanente relativi
all’iter di approvazione della predetta deliberazione; B) la suddetta nota
prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014; C) il nuovo regolamento della
pubblicità approvato con la predetta deliberazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 14433 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi
compresi: A) i verbali della IX Commissione capitolina permanente relativi
all’iter di approvazione dell’impugnata deliberazione; B) la suddetta nota
prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014; C) il nuovo regolamento della
pubblicità approvato con la predetta deliberazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 14435 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi
compresi: A) i verbali della IX Commissione capitolina permanente relativi
all’iter di approvazione dell’impugnata deliberazione; B) la suddetta nota
prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso per motivi aggiunti
proposto nel giudizio introdotto con il ricorso n. 14435 del 2014, dei seguenti
atti: A) la deliberazione della Giunta capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014,
pubblicata in data 22 gennaio 2015, avente il seguente oggetto: “<i>Affidamento
ad Æqua Roma S.p.A. della redazione dei Piani di Localizzazione dei mezzi e
degli impianti pubblicitari e indirizzi per la gestione temporanea degli
impianti pubblicitari inseriti nella nuova Banca Dati</i>”, nelle parti
indicate nel ricorso; B) la nota in data 27 gennaio 2015, con la quale
l’Amministrazione capitolina ha portato a conoscenza di tutte le società
inserite nella Nuova Banca Dati e, dunque, anche della ricorrente l’adozione
della predetta deliberazione n. 380 del 20 dicembre 2014, diffidandole ad
adeguare gli impianti secondo le prescrizioni contenute in tale deliberazione
entro il termine del 20 maggio 2015; C) ogni altro atto presupposto, connesso e
conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 14436 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi
compresi: A) i verbali della IX Commissione capitolina permanente relativi
all’iter di approvazione dell’impugnata deliberazione; B) la suddetta nota
prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso per motivi aggiunti
proposto nel giudizio introdotto con il ricorso 14436 del 2014, della suddetta
deliberazione della Giunta capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014, nonché di
ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 14526 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso per motivi aggiunti
proposto nel giudizio introdotto con il ricorso n. 14526 del 2014, della
determinazione dirigenziale rep. n. QH/1689/2015, prot. n. QH/53707 in data 27
luglio 2015, avente il seguente oggetto “Approvazione Lavori Conferenza di
Sevizi di cui alle DD n. 815/2015 e n. 856/2015 – Piani di Localizzazione
Impianti Pubblicitari – Art. 32 della Deliberazione A.C. n. 49/2014”, nonché di
ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi comprese: A) la
determinazione dirigenziale n. 815 in data 1° aprile 2015; B) la determinazione
dirigenziale n. 856 in data 8 aprile 2015; C) il verbale della conferenza di
servizi del 13 luglio 2015; d) la nota del 27 luglio 2015, di trasmissione
delle risultanze della conferenza di servizi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 15194 del 2014
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 15195 del 2014
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 15651 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi
compresi: A) i verbali della IX Commissione capitolina permanente relativi
all’iter di approvazione dell’impugnata deliberazione; B) la suddetta nota
prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014; C) il nuovo regolamento della
pubblicità approvato con la predetta deliberazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 15804 del 2014,
delle suddette deliberazioni dell’Assemblea capitolina n. 49 e n. 50 del 30
luglio 2014, nonché della suddetta nota prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre
2014 e di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 15806 del 2014,
delle suddette deliberazioni dell’Assemblea capitolina n. 49 e n. 50 del 30
luglio 2014, nonché della suddetta nota prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre
2014 e di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 15829 del 2014,
della suddetta deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 50 del 30 luglio
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi
compresa la suddetta nota prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- quanto al ricorso n. 3553 del 2015,
della suddetta deliberazione della Giunta capitolina n. 380 del 20 dicembre
2014, nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti i ricorsi, i motivi aggiunti ed i
relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti gli atti di costituzione in giudizio
di Roma Capitale e l’atto di costituzione in giudizio di Verdi Ambiente e
Società - V.A.S. APS Onlus, Associazione Bastacartelloni - Francesco Fiori,
Cittadinanzaattiva Lazio Onlus, Istituto Internazionale per il Consumo e
l’Ambiente - I.I.C.A. e Centro di Iniziativa per la Legalità Democratica -
C.I.L.D.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno
27 gennaio 2016 il dott. Carlo Polidori e uditi per le parti i difensori come
specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto
quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1. L’Associazione Imprese di Pubblicità
Esterna - AIPE e le imprese operanti nel settore della pubblicità che con il
ricorso n. 3006/2014 hanno impugnato la deliberazione della Giunta capitolina
n. 425/2013 hanno dettagliatamente illustrato la complessa evoluzione della
disciplina in materia di istallazione di impianti pubblicitari sul territorio
di Roma Capitale, sulla quale si vanno ad innestare: A) le deliberazioni n.
49/2014 e n. 50/2014, da ultimo adottate dall’Assemblea capitolina per porre
fine alla c.d. procedura di riordino di cui alla deliberazione n. 254/1995,
anch’esse impugnate con gran parte dei ricorsi in epigrafe indicati; B) gli
ulteriori provvedimenti attuativi di tali deliberazioni, che formano oggetto di
taluni dei ricorsi in epigrafe indicati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. In particolare nella parte in fatto del
predetto ricorso n. 3006/2014 viene posto in rilievo quanto segue: A) il
decreto legislativo n. 507/1993 ha demandato ai Comuni il compito di adottare
un apposito regolamento per disciplinare le modalità di rilascio dei titoli per
l’installazione di impianti pubblicitari e determinare la relativa imposta di
pubblicità; B) in attuazione di tale decreto legislativo l’Assemblea capitolina
con la deliberazione n. 289/1994 ha adottato il Regolamento sulla pubblicità e
sulle pubbliche affissioni (di seguito denominato “Regolamento”), prevedendo
che l’assegnazione degli impianti sarebbe stata effettuata a mezzo di gara
pubblica, ma introducendo (all’art. 30) una disciplina transitoria in base alla
quale le concessioni e le autorizzazioni per l’istallazione degli impianti
rilasciate con provvedimenti adottati entro il 31 dicembre 1993 erano
confermate per un periodo, rispettivamente, di cinque o tre anni ed erano
rinnovabili per un ulteriore periodo di pari durata; C) l’Assemblea capitolina
con la successiva deliberazione n. 254/1995 ha approvato il primo piano
dell’impiantistica pubblicitaria, ma - preso atto della complessità della
situazione che si sarebbe venuta a determinare in caso di aggiudicazione dei
nuovi titoli a mezzo gara pubblica senza aver preventivamente censito quelli
vigenti, eliminato il fenomeno dell’abusivismo ed esaminato le istanze ancora
pendenti - ha previsto un nuovo periodo transitorio, durante il quale le
imprese operanti nel settore avrebbero avuto diritto ad ottenere i titoli
richiesti ovvero al rinnovo di quelli già rilasciati; D) tale periodo
transitorio era caratterizzato da una “procedura riordino”, nell’ambito della
quale ogni impresa del settore avrebbe dovuto presentare, entro 90 giorni dalla
pubblicazione della predetta deliberazione, un’apposita domanda di
partecipazione alla procedura stessa (autodenunciandosi, qualora in possesso di
impianti già installati con autorizzazione, ovvero richiedendo l’esame delle
istanze già presentate, anche nel caso di impianti già installati), mentre i
competenti uffici comunali avrebbero dovuto provvedere all’esame delle domande
nel termine di 90 giorni dalla presentazione delle stesse; E) per la
regolamentazione della procedura del riordino è intervenuta la deliberazione
della Giunta capitolina n. 1689/1997, ove è stata prevista la compilazione di
quattro distinti modelli, denominati Modelli R (da compilare per gli impianti
muniti di autorizzazione alla data del 31 dicembre del 1993, per la quale
veniva chiesto il rinnovo), Modelli E (da compilare per la segnalazione di
istanze presentate negli anni precedenti per nuovi impianti ancora da
installare e in attesa di risposta alla data del 31 dicembre del 1994), Modelli
ES (da compilare per gli impianti installati senza autorizzazione, ma con
domanda già presentata e in attesa di risposta alla medesima data del
31dicembre del 1994) e Modelli SPQR (da compilarsi per gli impianti di
proprietà comunale, per i quali veniva chiesto il rinnovo della concessione);
F) l’art. 14 di tale deliberazione prevedeva che il rinnovo dei titoli avrebbe
avuto una durata di cinque anni per le concessioni e di tre anni per le
autorizzazioni, fatto salvo l’ulteriore rinnovo previsto dal Regolamento; G)
ulteriori integrazioni alla disciplina della procedura del riordino sono
intervenute dapprima con la deliberazione della Giunta capitolina n. 426/2004 e
poi con le deliberazioni del Commissario straordinario n. 6/2008 e n. 38/2008;
H) in particolare, la deliberazione n. 38/2008 ha modificato l’art. 14 della
deliberazione n. 1689/1997 (già novellato dalla deliberazione n. 6/2008)
prevedendo che “<i>la durata delle autorizzazioni e delle concessioni già
rilasciate o da rilasciare attinenti alla procedura del riordino è unificata e
la scadenza del primo quinquennio è fissata al 31.12.2009. Si rimanda a quanto
previsto dalla deliberazione di Consiglio Comunale n. 100/2006 per la
disciplina dei rinnovi</i>”; I) nelle more della conclusione della procedura di
riordino l’Assemblea capitolina ha adottato le deliberazioni n. 100/2006 e n.
37/2009, con le quali è stato dapprima approvato e poi modificato il nuovo
Regolamento; L) in particolare il nuovo Regolamento (nel testo risultante dalle
modifiche apportate dalla deliberazione n. 37/2009), nel ribadire la regola
della gara pubblica per il rilascio di nuovi titoli (cfr. gli articoli 7 e 10),
ha introdotto una nuova disciplina transitoria per gli impianti inseriti nella
procedura di riordino prevedendo, in particolare, al comma 5-bis dell’art. 34,
che “<i>l’esame delle domande di riordino ancora nella fase istruttoria è
sospeso e sarà effettuato sulla base dei criteri introdotti dai piani previsti
dall’art. 19 del Regolamento</i>” (ossia dal piano regolatore e dai piani di
localizzazione degli impianti pubblicitari) e, al comma 9 dell’art. 34, che “<i>le
concessioni e le autorizzazioni rinnovate, rispettivamente per cinque o tre
anni, all’esito del procedimento di riordino ... possono essere rinnovate per
ulteriori periodi ciascuno non superiore, rispettivamente, a cinque e tre anni</i>”;
M) in seguito è intervenuta la deliberazione della Giunta Capitolina n.
116/2013, nella quale è stato ribadito (al quinto capoverso) quanto già
disposto dall’art. 34 del Regolamento, confermando che “<i>l’efficacia nel
tempo della posizione amministrativa degli impianti di cui al precedente
capoverso è regolata dal combinato disposto dell’art. 34 comma 9 del
Regolamento di Pubblicità, come modificato dalla deliberazione del Commissario
Straordinario con i poteri della Giunta Comunale n. 38/2008, e dall’art. 64 del
D. Lgs. n. 446/1997, a condizione che sia ottemperato alle prescrizioni
impartite dall’Amministrazione nei modi e nelle forme di cui al comma 10
dell’art. 34</i>”, ed è stato disposto (al sesto capoverso) che, “<i>sempre ai
fini della chiusura del procedimento di riordino, … gli impianti di cui ai
predetti due ultimi capoversi, se rispettano le condizioni ivi stabilite,
costituiscono parte integrante dei Piani di Localizzazione adottati in
conseguenza del Piano Regolatore degli impianti pubblicitari, e ove in
contrasto con le prescrizioni stabilite da quest’ultimo, sono ammessi
prioritariamente alla trasformazione in componenti e complementi di arredo
urbano di cui all’art. 4 comma 1 lett. I del Regolamento di Pubblicità, anche
nell’ambito dei progetti di cui all’art 6 commi 1 bis e 5 del predetto
Regolamento</i>”; N) tuttavia la Giunta capitolina è nuovamente intervenuta
sulla disciplina della procedura di riordino con l’impugnata deliberazione n.
425/2013; P) tale deliberazione - nel disporre la “<i>modifica e revoca
parziale</i>” della deliberazione n. 116/2013 - lede gli interessi delle
imprese che hanno preso parte alla procedura di riordino sia nella parte (primo
capoverso) in cui dispone che la permanenza sul territorio degli impianti
inseriti nella Nuova Banca Dati degli impianti pubblicitari (di seguito
denominata “NBD”) è assicurata “<i>a titolo temporaneo</i>” nelle more
dell’adozione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (di seguito
denominato “PRIP”), perché così esclude la possibilità che gli impianti oggetto
della procedura di riordino confluiscano nei piani di localizzazione che
saranno adottati in base al PRIP, sia nella parte (terzo capoverso) in cui
sostituisce il quinto capoverso della deliberazione di Giunta Capitolina n.
116/2013, perché espunge il riferimento all’art. 64 del decreto legislativo n.
446/1997 erroneamente ritenendolo “<i>un mero errore materiale</i>”, sia nella
parte (quarto capoverso) in cui dispone che, “<i>in riferimento al sesto
capoverso della deliberazione di Giunta Capitolina n. 116/2013, ... il
recepimento automatico delle risultanze del procedimento di riordino
all’interno del Piano Regolatore e nei conseguenti Piani di Localizzazione non
altera, tuttavia, la scadenza naturale dei titoli degli impianti di cui alla
medesima procedura di riordino</i>”, perché in tal modo limita nel tempo la
posizione amministrativa degli impianti ivi indicati, ancorandola alla “<i>scadenza
naturale dei titoli</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3. Quindi le ricorrenti avverso la
deliberazione n. 425/2013 deducono le seguenti censure: <i>violazione e
falsa applicazione degli articoli 34, commi 9 e 10 del Regolamento, nel testo
risultante dalle modifiche apportate dalla deliberazione n. 37/2009; violazione
e falsa applicazione dell’art.3 della legge n. 241/1990, violazione e falsa
applicazione degli articoli 62 e 64 del decreto legislativo n. 446/1997;
eccesso di potere per illogicità, per ingiustizia manifesta, per difetto dei
presupposti e per difetto di istruttoria</i>. Innanzi tutto le ricorrenti
sostengono che l’impugnata deliberazione sarebbe viziata per difetto di
motivazione, perché dal riferimento alla “<i>scadenza naturale dei titoli</i>”
(contenuto nel quarto capoverso) non si comprende quale sia la durata
dell’efficacia dei titoli ai quali la Giunta intende riferirsi, né quale sia il <i>dies
a quo</i> al quale ancorare la durata dell’efficacia dei titoli. Inoltre
sostengono che la previsione di una “<i>scadenza naturale dei titoli</i>”
relativi agli impianti inseriti nella procedura di riordino, disancorata dalla
conclusione della procedura stessa, sarebbe viziata da eccesso di potere per
illogicità ed ingiustizia manifesta. Difatti, secondo le ricorrenti, dall’art.
34 del Regolamento (nel testo risultante dalle modifiche apportate dalla
deliberazione n. 37/2009) e dalla stessa deliberazione della Giunta Capitolina
n. 116/2013 si desume che la conclusione della procedura di riordino è
propedeutica alla pianificazione futura, perché le risultanze di tale procedura
devono essere recepite nei piani di localizzazione degli impianti (cfr. il
sesto capoverso del dispositivo della deliberazione n. 116/2013) e, quindi,
sarebbe irragionevole ed ingiusto limitare l’efficacia di titoli rilasciati
all’esito della procedura di riordino prima che la procedura stessa si sia
conclusa, anche perché la decorrenza dell’efficacia di un titolo autorizzatorio
si giustifica solo se il titolare dello stesso sia stato posto in condizione di
operare nella legalità. Del resto uno dei presupposti della procedura di
riordino era costituito proprio dalla necessità di eliminare il fenomeno
dell’abusivismo e di consentire alle imprese regolarmente autorizzate di
operare nella legalità, mentre le imprese ricorrenti - a fronte dei ritardi
dell’Amministrazione nella conclusione della procedura di riordino e nella
repressione del fenomeno dell’abusivismo - hanno visto fortemente limitata la
propria azione e, quindi, era ragionevole attendersi che l’Amministrazione
rinnovasse i titoli per il tempo necessario per rientrare degli investimenti
effettuati. A ciò si deve poi aggiungere, sempre secondo le ricorrenti, che la
previsione di una “<i>scadenza naturale</i>” delle posizioni amministrative
relative agli impianti inseriti nella procedura di riordino contrasta con
l’art. 34, comma 9, del Regolamento (nel testo risultante dalle modifiche
apportate dalla deliberazione n. 37/2009), nella parte in cui dispone che le
concessioni e le autorizzazioni sono rinnovate “<i>all’esito del procedimento
di riordino di cui alle deliberazioni del Consiglio Comunale n. 289/1994 e n.
254/1995</i>”; difatti da tale disposizione si desumerebbe che fino a quando
non sia conclusa la procedura di riordino non sono configurabili né il primo
rinnovo, né l’ulteriore rinnovo dei titoli. Parimenti illegittimo risulterebbe
il terzo capoverso del dispositivo della deliberazione n. 425/2013, che ha
sostituito il quinto capoverso del dispositivo della deliberazione n. 116/2013
espungendo il riferimento all’art. 64 del D. Lgs. n. 446/1997. Difatti la
Giunta capitolina non avrebbe considerato che il riferimento a tale articolo si
pone come base legale necessaria per legittimare, nelle more della conclusione
della procedura di riordino, la permanenza degli impianti a suo tempo
autorizzati. Infine le ricorrenti sostengono che la disposizione di cui al
primo capoverso della impugnata deliberazione - ove è previsto che la
permanenza sul territorio degli impianti inseriti nella NBD è assicurata “<i>a
titolo temporaneo</i>” nelle more dell’adozione del PRIP - «svela la malcelata
scelta della Giunta capitolina di derogare a quanto previsto dal Regolamento
comunale in ordine al transito ed all’adeguamento degli impianti regolari nel
futuro piano regolatore».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4. La società Fox ADV Srl con il ricorso
n. 14431/2014 - avente ad oggetto le deliberazioni dell’Assemblea capitolina n.
49/2014 e n. 50/2014 e la nota prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014 - in
punto di fatto premette quanto segue: A) essa operava nel settore della
progettazione, produzione, istallazione su strade e noleggio di impianti
pubblicitari e disponeva di una serie di impianti autorizzati sul territorio
del Comune di Roma; B) per tale ragione ha partecipato alla c.d. procedura di
riordino degli impianti pubblicitari a suo tempo avviata dal Comune di Roma; C)
nel febbraio 2013 ha ceduto il ramo di azienda relativo alla proprietà ed alla
gestione degli impianti pubblicitari alla società Gregor Srl. Quindi la società
Fox ADV Srl - dopo aver illustrato anch’essa la complessa evoluzione della
disciplina in materia di istallazione di impianti pubblicitari e dopo ricordato
che la deliberazione n. 425/2013 è stata impugnata da taluni operatori del
settore con il suddetto ricorso n. 3006/2014 - riferisce che l’Assemblea
Capitolina nella seduta del 30 luglio 2014: A) nel dichiarato intento di dare
attuazione agli articoli 19 e 20 del Regolamento, con la deliberazione n.
49/2014 ha finalmente approvato il PRIP; B) nonostante la pendenza della
procedura di riordino, con la deliberazione n. 50/2014 ha nuovamente modificato
il Regolamento introducendo disposizioni che frustrano le consolidate certezze
delle imprese partecipanti alla procedura di riordino, perché contrastano con
quanto previsto dai previgenti commi 9 e 10 dell’art. 34 del Regolamento. In
particolare la deliberazione n. 50/2014: A) prevede che l’inserimento degli
impianti nella NBD - creata al solo fine di censire tutti gli impianti
pubblicitari presenti sul territorio capitolino alla data del 31 dicembre 2009
- “<i>ha determinato la chiusura della procedura di riordino ad essi relativo,
condizionatamente al rispetto delle prescrizioni del codice della strada, come
derogato dalla deliberazione del Commissario straordinario n. 45/2008, nonché
delle vigenti disposizioni regolamentari, ivi compresa la relativa posizione
contabile a partire dal titolo sottostante</i>” (art. 34, comma 14, del
Regolamento, come modificato dalla deliberazione n. 50/2014); B) limita la
permanenza sul territorio degli impianti “<i>riconosciuti come validi</i>”
nella NBD soltanto “<i>fino al 31.12.2014 senza possibilità di rinnovo o
rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle procedure
di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione</i>” (art. 34,
comma 9, primo periodo, del Regolamento, come modificato dalla deliberazione n.
50/2014); C) dispone che “<i>non si procede al rilascio dei singoli atti
autorizzatori relativamente agli impianti predetti</i>” (art. 34, comma 9,
secondo periodo, del Regolamento, come modificato dalla deliberazione n.
50/2014); D) prevede per i “<i>progetti specifici</i>”, per i “<i>progetti di
impiantistica pubblicitaria connotati da caratteristiche innovative</i>” e per
gli “<i>impianti funzionali a progetti di sicurezza urbana e di monitoraggio
della viabilità</i>” la possibilità di derogare ai limiti massimi di superficie
espositiva ed alle localizzazioni del PRIP e dei piani di localizzazione,
sottoponendo tali progetti all’approvazione della Giunta, ma non fissa i
criteri per l’esercizio di tale potere di deroga (art. 6 del Regolamento, come
modificato dalla deliberazione n. 50/2014); E) attribuisce alla Giunta un
analogo potere di deroga alle prescrizioni introdotte dagli strumenti di
pianificazione per i formati degli impianti (art. 20, comma 1, lett. f, punto
5, del Regolamento, come modificato dalla deliberazione n. 50/2014). Inoltre la
società ricorrente riferisce che l’Amministrazione con la nota prot. n. LR/BG
61384 del 23 settembre 2014, indirizzata a tutte le imprese titolari di
impianti inseriti nella NBD, nell’evidenziare gli aspetti salienti della nuova
disciplina regolamentare introdotta con la deliberazione n. 50/2014, ha
ribadito che: A) l’inserimento nella NBD comporta la “<i>chiusura del
procedimento di riordino</i>”; B) gli impianti possono essere mantenuti sul
territorio comunale anche oltre il 31 dicembre 2014, “<i>ma solo fino
all’espletamento delle procedure di gara</i>” di cui all’articolo 7, comma 2,
del Regolamento. Infine la ricorrente precisa che, nonostante la cessione del
ramo d’azienda, persiste il suo interesse all’annullamento degli atti
impugnati; difatti essa: A) al pari della società Gregor, cessionaria del ramo
d’azienda, non ha mai ricevuto l’atto attestante la voltura dei titoli; B) ha
ceduto un ramo d’azienda costituito da impianti autorizzati con titoli (le
istanze di riordino) per i quali era previsto il rinnovo e, quindi, rischia che
la società cessionaria, a causa dei provvedimenti impugnati, chieda la
risoluzione del contratto ed il risarcimento dei danni subiti conseguenti alla
frustrazione dell’aspettativa al rinnovo dei titoli; C) continua ad operare nel
settore in qualità di agente per il reperimento di clientela, in favore di
alcune aziende operanti a Roma con titoli scaturiti dalla procedura di
riordino, tra cui la stessa società Gregor Srl.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5. Avverso i provvedimenti impugnati la
società Fox ADV Srl deduce quindi le seguenti censure:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 3, 25, 41 e 97 Cost., dell’art. 11 delle preleggi, degli
articoli 1, 2 e 3 della legge n. 241/1990, degli articoli 62 e 64 del decreto
legislativo n. 446/1997 e dei principi di certezza del diritto, di legalità, di
buon andamento e di imparzialità, di correttezza e buona fede, del legittimo
affidamento, di proporzionalità e di irretroattività degli atti amministrativi;
eccesso di potere per sviamento, per illogicità, per irragionevolezza, per
contraddittorietà, per ingiustizia grave e manifesta, per travisamento in fatto
ed in diritto, per difetto di istruttoria e di motivazione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo si articola su tre
distinte censure, la prima delle quali mira a denunciare l’illegittimità delle
nuove disposizioni dell’art. 34 del Regolamento, introdotte dalla deliberazione
n. 50/2014, nella parte in cui consentono all’Amministrazione di sottrarsi
all’obbligo di provvedere sulle istanze presentate nell’ambito della procedura
di riordino. In particolare la ricorrente - premesso che tali disposizioni, pur
essendo inserite in un atto di natura regolamentare, sono prive dei requisiti
di generalità ed astrattezza perché si riferiscono a fattispecie specifiche ed
a soggetti determinati, da identificare nelle imprese che hanno partecipato
alla procedura di riordino - sostiene che la fittizia conclusione di tale
procedura, prevista dalle nuove disposizioni dei commi 9 e 14 dell’art. 34: A)
è affetta da sviamento di potere, perché si pretende di utilizzare una
dotazione informatica avente rilevanza meramente contabile - qual è la NBD -
per eludere l’obbligo di concludere i singoli procedimenti; B) contrasta non
solo con gli articoli 1, 2 e 3 della legge n. 241/1990, ma anche con le
precedenti determinazioni dell’Amministrazione (e, in particolare, con l’art.
34, comma 9, del Regolamento, come modificato dalla deliberazione n. 100/2006),
ove viene ribadita l’esigenza di concludere i singoli procedimenti mediante
l’adozione di provvedimenti espressi. Del resto l’inserimento nella NBD aveva
il solo scopo di censire gli impianti esistenti sul territorio e di costituire
una dotazione informatica per esigenze essenzialmente contabili, con la
conseguenza che tale adempimento non avrebbe potuto sostituire l’esame delle
singole istanze presentate nell’ambito della procedura di riordino, perché
l’istruttoria richiedeva non solo l’accertamento del possesso del titolo
sottostante, ma anche la verifica della corretta collocazione dell’impianto con
riferimento alle norme del codice della strada, come dimostra la previsione
secondo la quale un’eventuale ricollocazione dell’impianto sarebbe stata
disposta sulla base delle risultanze dei piani di cui agli articoli 19 e 20 del
Regolamento. La ricorrente deduce poi che l’esistenza dell’obbligo di
concludere la procedura di riordino con l’adozione di provvedimenti espressi -
oltre ad essere stata accertata da questo Tribunale con la sentenza n.
5288/2014 - è stata riconosciuta dalla stessa Assemblea capitolina con l’art.
33 del Regolamento, ove si prevede che gli Uffici comunali continuino ad esercitare
la competenza in ordine alla “<i>gestione del procedimento di riordino degli
impianti pubblicitari di cui alla deliberazione del C.C. n. 254/95 e della
deliberazione di Giunta comunale n. 1689 del 9.5.1997 e dei connessi
adempimenti, per quanto previsti dal presente regolamento</i>”. Inoltre,
secondo la ricorrente, che il mero inserimento degli impianti nella NBD non
potesse determinare la chiusura della procedura di riordino si desumerebbe
anche: A) dal fatto che fino all’abrogazione dell’art. 34, comma 5-bis, del
Regolamento (disposta dalla impugnata deliberazione n. 50/2014) la procedura di
riordino era sospesa, perché la verifica delle domande avrebbe dovuto essere
effettuata sulla base del PRIP e dei piani di localizzazione degli impianti
previsti dall’art. 19 del Regolamento, sicché l’inserimento nella NBD, essendo
avvenuto dopo la sospensione della procedura di riordino disposta dall’art. 34,
comma 5-bis, non poteva comportare la chiusura un procedimento che risultava
sospeso; B) dall’esigenza di stabilire una data certa per la decorrenza dei
titoli rilasciati all’esito della procedura del riordino. Né potrebbe opinarsi
diversamente in ragione di quanto evidenziato dall’Assemblea capitolina nelle
premesse della deliberazione n. 50/2014; difatti: A) l’inerzia protrattasi per
circa venti anni è un fatto imputabile esclusivamente all’Amministrazione,
sicché non giova invocare il “<i>lungo tempo trascorso dall’avvio</i>” della
procedura di riordino ed alla “<i>diversa ubicazione in cui si sono trovati
moltissimi impianti rispetto alla posizione originale di cui all’istanza di
riordino</i>”, si deve considerare che; B) la collocazione degli impianti sul
territorio comunale costituiva comunque il presupposto per attivare la
procedura riordino, sicché l’Amministrazione non può invocare la “<i>insistenza
sul territorio</i>” di cui gli impianti inseriti nella procedura di riordino
avrebbero beneficiato nel tempo; C) il principio della certezza del diritto
impone comunque l’adozione di provvedimenti espressi, sicché non rilevano le
invocate esigenze di non aggravamento del procedimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La seconda censura riguarda l’ulteriore
disposizione dell’art. 34, comma 9, del Regolamento relativa alla cessazione
degli effetti dei titoli alla data del 31 gennaio 2014, “<i>senza possibilità
di rinnovo o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito
delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione</i>”.
Secondo la ricorrente tale disposizione, implicando la decorrenza retroattiva
dell’efficacia di titoli mai rilasciati, contrasterebbe - oltre che con i
principi di ragionevolezza e di irretroattività degli atti amministrativi -
anche con l’art. 64 del decreto legislativo n. 446/1997. In particolare nel
caso in esame la retroattività del provvedimento amministrativo - comunque di
per sé illegittima - non sarebbe neppure collegata al rilascio di titoli
formali, ma alla mera <i>fictio juris</i> per cui l’inserimento nella
NBD avrebbe determinato la chiusura della procedura del riordino. Inoltre la
retrodatazione della decorrenza dell’efficacia dei titoli (a far data dal 2009)
sarebbe incompatibile con la disciplina transitoria prevista dall’art. 64 del
decreto legislativo n. 446/1997 (secondo il quale “<i>Le autorizzazioni alla
installazione di mezzi pubblicitari e le concessioni di spazi ed aree
pubbliche, rilasciate anteriormente alla data dalla quale hanno effetto i
regolamenti previsti negli articoli 62 e 63, sono rinnovate a richiesta del
relativo titolare o con il pagamento del canone ivi previsto, salva la loro
revoca per il contrasto con le norme regolamentari</i>”), perché tale
disposizione riguarda il rinnovo di autorizzazioni e concessioni rilasciate
prima dell’adozione del regolamento di cui all’art. 62 (avvenuta con la
deliberazione n. 100/2006) e comunque fino all’approvazione definitiva dei
piani di localizzazione ed al conseguente rilascio dei nuovi titoli, mentre
Roma Capitale non ha ancora approvato i piani di localizzazione. Pertanto i
titoli vigenti al momento dell’adozione della deliberazione n. 100/2006
dovrebbero considerarsi rinnovati ai sensi dell’art. 64 del decreto legislativo
n. 446/1997, come dimostra il fatto che la stessa Amministrazione capitolina
dal 2009 in poi ha rilasciato ogni anno copia dello stralcio della NBD riferita
alle singole aziende, da intendersi come titolo annuale transitorio ai sensi
del citato art. 64.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La terza censura è incentrata sulla
lesione del principio del legittimo affidamento e mira a dimostrare che la
disciplina introdotta nell’art. 34 del Regolamento non tiene conto del
legittimo affidamento ingenerato dai precedenti atti e comportamenti
dell’Amministrazione, che hanno indotto le imprese del settore a realizzare
cospicui investimenti nell’ottica di poter continuare a gestire i propri
impianti e di inserirli nella pianificazione futura. In particolare Roma
Capitale avrebbe deciso di non concludere i procedimenti afferenti alla
procedura riordino, sebbene dagli atti adottati nel corso dei vent’anni
precedenti emergesse l’esigenza di concludere tali procedimenti con
provvedimenti espressi (cfr. le deliberazioni n. 254/1995, n. 1689/1997 e n.
100/2006). Inoltre Roma Capitale avrebbe violato il legittimo affidamento delle
imprese che hanno preso parte alla procedura di riordino perché ha limitato
l’efficacia dei “titoli” rilasciati all’esito di tale procedura a soli cinque mesi,
prevedendo la scadenza degli stessi al 31 dicembre 2014 e comunque non oltre
l’esito delle gare di prossima indizione, così omettendo di considerare le
proprie precedenti determinazioni in forza delle quali le concessioni e le
autorizzazioni venivano rinnovate rispettivamente per cinque e per tre anni dal
momento del rilascio, con possibilità di un ulteriore rinnovo (cfr. l’art. 34,
comma 9, del Regolamento adottato con la deliberazione n. 100/2006); del resto
tale affidamento neppure poteva ritenersi intaccato dalle previsioni contenute
nella deliberazione di Giunta n. 426/2004 e nelle deliberazioni commissariali
n. 6/2008 e 38/2008, perché tali provvedimenti erano diretti a fissare un
termine meramente acceleratorio per la conclusione della procedura di riordino
(31 dicembre 2009) e non potevano certo derogare alle previsioni regolamentari
all’epoca vigenti, perché la Giunta e il Commissario straordinario difettano
del potere di modificare norme regolamentari. Un’ulteriore lesione del
legittimo affidamento deriverebbe dalla previsione dell’art. 34 che,
assimilando l’inserimento degli impianti nella NBD al rilascio dei titoli, fa
retroagire la decorrenza dei titoli al 2009, con conseguente scadenza degli
stessi al 31 dicembre 2014. Parimenti lesiva del legittimo affidamento sarebbe
la nuova disciplina transitoria posta dall’art. 34 del Regolamento nella parte
in cui non tiene conto dell’aspettativa delle imprese che hanno partecipato
alla procedura di riordino a veder inseriti gli impianti che rispettano determinate
condizioni (conformità al codice della strada e regolarità contabile) nella
pianificazione futura; del resto prima della deliberazione n. 50/2014 la
procedura di riordino era propedeutica alla pianificazione futura, con la
conseguenza che le risultanze del riordino avrebbero dovuto essere recepite nei
piani di localizzazione (cfr. le deliberazioni n. 116/2013 e 425/2013).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Sviamento di potere per
compromissione della finalità della disciplina transitoria; eccesso di potere
per illogicità, per irragionevolezza, per contraddittorietà, per travisamento
in fatto ed in diritto, per manifesta e grave ingiustizia, per disparità di
trattamento, per difetto di istruttoria e di motivazione; violazione dei
principi di ragionevolezza, di proporzionalità e di effettività del regime
transitorio; di certezza del diritto, del legittimo affidamento e dei principi
di buon andamento e di imparzialità.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente lamenta che l’art. 34, commi
9 e 14, del Regolamento, come modificato dalla deliberazione n. 50/2014, abbia
azzerato il regime transitorio relativo al passaggio dal regime di rilascio dei
titoli su domanda individuale al regime fondato sulla gara pubblica. In
particolare la previsione di un termine incongruo (31 dicembre 2014) per
l’efficacia di titoli mai rilasciati e di un ulteriore incerto termine di
tolleranza della permanenza degli impianti sul territorio comunale (fino
all’espletamento delle gare) si porrebbe in contrasto con i principi di
certezza del diritto, di ragionevolezza e di proporzionalità, ai quali ogni
disciplina transitoria deve uni formarsi. Infatti, se è vero che nel dettare
una disciplina transitoria il legislatore (o comunque l’ente titolare della
potestà regolamentare) gode di un’ampia discrezionalità, tuttavia non si può
dubitare che - come riconosciuto anche dalla Corte Costituzionale (<i>ex multis</i>,
la sentenza n. 325/2010) - i limiti di durata di una disciplina transitoria per
essere “congrui” e “ragionevoli” debbono essere “sufficientemente ampi”, in
modo da consentire un passaggio graduale alla nuova disciplina e attenuare le
conseguenze negative dell’eventuale passaggio da un regime più favorevole ad
uno meno favorevole. Ciò posto, la previsione del termine del 31 dicembre 2014
non garantirebbe un periodo transitorio sufficientemente ampio, perché la
permanenza degli impianti sul territorio comunale è prevista per un periodo di
soli cinque mesi dalla data di adozione delle modifiche regolamentari.
Parimenti incongruo risulterebbe l’ulteriore termine riferito alla conclusione
delle procedure di gara, perché l’assoluta indeterminatezza di tale termine
contrasterebbe con la finalità stessa della disciplina transitoria. La
irragionevolezza della nuova disciplina transitoria determinerebbe poi
un’ulteriore lesione del legittimo affidamento, perché la previgente disciplina
transitoria comportava un più graduale passaggio al regime delle gare
pubbliche, perché era previsto che i titoli avrebbero potuto essere rinnovati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 1 e 3 della legge n. 241/1990; eccesso di potere per illogicità,
irragionevolezza, contraddittorietà, travisamento in fatto ed in diritto,
manifesta e grave ingiustizia; disparità di trattamento, difetto di istruttoria
e di motivazione; violazione dei principi di ragionevolezza, di
proporzionalità, di effettività del regime transitorio e di certezza del
diritto; illegittimità derivata</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente si duole del fatto che non
siano state evidenziate le ragioni che hanno indotto Roma Capitale: A) a
modificare i formati precedentemente ammessi escludendo il formato 4x3, sebbene
tale formato rappresenti uno di quelli più diffusi sia in Italia che
all’estero; B) ad obbligare gli operatori ad un’immediata e costosissima
attività di adeguamento degli impianti difformi. Inoltre l’irragionevolezza
della nuova disciplina risulterebbe ancor più evidente perché gli attuali
possessori di impianti formato 4x3 devono adeguarsi alle nuove prescrizioni
regolamentari entro il ravvicinato termine ultimo del 31 gennaio 2015, sebbene
la l’Amministrazione stessa abbia già espresso la sua volontà di porre termine
ai rapporti alla data dal 31 dicembre 2014 o, comunque, all’esito delle
imminenti gare. In altri termini, Roma Capitale avrebbe imposto un adempimento
che - oltre ad essere gravoso e di difficile esecuzione, per il brevissimo
termine assegnato per l’adeguamento degli impianti - sarebbe anche inutile, in
ragione della imminente scadenza dei titoli, ed ingiusto, perché in caso di
inadempimento all’obbligo di adeguamento degli impianti sono previste sanzioni
che (in forza dell’art. 7, comma 4, della deliberazione n. 50/2014) impediscono
di partecipare alle procedure di gara. Infine l’impugnata nota del 23 settembre
2014 sarebbe illegittima, oltre che per tutti i vizi che inficiano la
deliberazione n. 50/20144, anche in via autonoma, nella parte in cui prevede un
termine troppo ravvicinato (31 gennaio 2015) per l’adeguamento degli impianti
formato 4x3.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Illegittimità delle previsioni
contenute nell’art. 6, commi 1-ter, 1-quater e 5, e nell’art. 20, comma 1,
lett. f), n. 5, del regolamento approvato con deliberazione n. 50/2014 per
violazione del riparto di competenze delineato dagli artt. 42, comma 2, lett.
b), e 48 del decreto legislativo n. 267/2000; eccesso di potere per violazione
dei principi in materia di esercizio del potere di deroga e per illogicità ed
irragionevolezza</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente - premesso che l’art. 6,
comma 1-ter, del Regolamento attribuisce alla Giunta il potere di derogare alla
quantità massima di esposizione della superficie dei mezzi pubblicitari qualora
vengano presentati progetti speciali - sostiene che tale disposizione contrasta
con la disciplina del riparto di competenze tra gli organi dell’Ente locale,
perché in base all’art 42 del decreto legislativo n. 267/2000 è il Consiglio
comunale l’organo chiamato non solo ad adottare i piani territoriali, ma anche
a disciplinare eventuali deroghe. Del resto, di ciò era ben consapevole anche
Roma Capitale, che nella versione precedente dell’art. 6, comma 5, prevedeva
l’esercizio del potere di deroga non già in capo alla Giunta, bensì in capo
all’Amministrazione intesa nella sua interezza, così implicitamente rinviando
al riparto di competenze previsto dagli articoli 42 e 48 del decreto
legislativo n. 267/2000.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Analoghe considerazioni varrebbero per le
ulteriori previsioni con le quali viene attribuito alla Giunta il potere di: A)
derogare ai limiti della superficie massima prevista dalla pianificazione
generale nei casi di “<i>progetti di impianti relativi a sistemi di
comunicazione ed informazione turistico-culturale</i>” e di “<i>progetti di
impiantistica pubblicitaria connotati da caratteristiche innovative</i>” (art.
6, comma 1-quater), nonché di “<i>impianti funzionali a progetti di Sicurezza
Urbana o di monitoraggio della viabilità</i>” (cfr. art. 6, comma 5); B) ai
formati e tipi ammessi per gli impianti speciali (cfr. art. 20, comma 1, lett.
f), n. 5). Infatti - fermo restando che il potere di deroga non è delegabile -
il conferimento di tale potere alla Giunta comunque sarebbe avvenuto in assenza
di una sua precisa delimitazione, mentre la natura straordinaria del potere di
deroga impone quantomeno la fissazione dei limiti entro i quali lo stesso può
essere esercitato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">V) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 7 e ss. della legge n. 241/1990 e dell’art. 97 Cost., dei
principi del giusto procedimento, di proporzionalità e di buon andamento
dell’azione amministrativa, violazione e falsa applicazione della deliberazione
consiliare n. 57/2006 e della deliberazione di Giunta comunale n. 621/2002; eccesso
di potere per difetto di istruttoria, contraddittorietà e violazione di norme
interne e della prassi amministrativa</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La società ricorrente - premesso la
disciplina posta dagli articoli 7 e ss. della legge n. 241/1990 deve ritenersi
applicabile anche alla chiusura della procedura di riordino, perché la
deliberazione n. 50/2014 difetta dei requisiti di generalità ed astrattezza -
sostiene che nel caso in esame la partecipazione al procedimento delle imprese
interessate avrebbe consentito di sottoporre all’attenzione
dell’Amministrazione capitolina tutte le incongruenze e criticità relative ad
un repentino passaggio dal regime del rilascio di autorizzazioni singole al
regime della gara. Del resto di ciò si trarrebbe conferma: A) dal fatto che
nell’ordinamento generale sia stato introdotto (dall’art. 14 della legge n.
246/2005) l’istituto dell’analisi di impatto della regolazione (di seguito
denominato “AIR”), che prevede quale momento necessario della regolazione la
consultazione dei soggetti incisi dalla nuova normativa; B) dal fatto che Roma
Capitale abbia introdotto tale istituto di partecipazione nel proprio
ordinamento attraverso la deliberazione della Giunta comunale n. 621 del 29
ottobre 2002 (recante il “Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e dei
Servizi del Comune di Roma e s.m.i.”), nella quale sono stati previsti i
criteri sulla base dei quali individuare le iniziative da sottoporre ad AIR,
indicando tra queste proprio le modifiche al Regolamento e l’adozione del PRIP.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6. Anche le società D&D Srl Outdor
Advertising (nella dichiarata qualità di impresa operante nel settore della
pubblicità), con il ricorso n. 14433/2014, le società Wayap Srl e AP Italia Srl
(nella dichiarata qualità di imprese operanti nel settore della pubblicità),
con il ricorso n. 14435/2014, nonché l’AIPE - Associazione Imprese di
Pubblicità Esterna e le società Moretti Pubblicità Srl e Pateo Srl uninominale,
con il ricorso n. 15651/2014, hanno impugnato la deliberazione n. 50/2014 e la
nota prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014, deducendo censure pressoché
identiche a quelle proposte con il ricorso n. 14431/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7. Ulteriori impugnazioni della
deliberazione n. 50/2014 sono state proposte: A) dalla società Defi Srl, con il
ricorso n. 14401/2014; B) dalla società APA - Agenzia Pubblicità Affissioni
Srl, con il ricorso n. 14436 del 2014; C) dalle società Ars Pubblicità Srl,
Cosmo Pubblicità Srl, G.B.E. Srl e New Poster Srl, con il ricorso n.
14526/2014; D) dall’associazione CONF. IRPA – Confederazione Imprese Pubblicitarie
Romane Associate e dalle società O.P.A. Srl, D.DN. Srl, Studio Immagine Srl,
F.A.R.G. Pubblicità di Tonatti Maria & C. Sas, Sarila Srl, Mediacom Srl,
Battage Srl, Puntoline Srl, Tre C Pubblicità Srl, Joint Media Srl, Fabiano
Pubblicità Srl, Pubbli Toni Srl, OR.SA. Pubblicità Sas di Orecchio F. &
Co., Pubblistudio Srl, GMPSHOP.COM Sas di Givanni Masto & C., Unigamma Srl,
Publi Media Srl, Graficolor New Srl e Comunicando Leader Srl, con il ricorso n.
15194/2014; E) dalle società Pubbli Roma Srl, Gregor Srl, R.B. Pubblicità
(Realizzazione Budget Pubblicità) Srl, Spot Pubblicità Srl, Nuovi Spazi Srl,
Stunt Pubblicity Srl e My Max Srl, con il ricorso n. 15195/2014; F) dalla
società Opera Srl, con il ricorso n. 15804/2014; G) dalle società Fallimento
A.R.P. Srl (già società A.R.P. Srl) e ATC Communications Srl, con il ricorso n.
15806/2014; H) dalla società Sipea Srl, con il ricorso n. 15829/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8. In particolare la società Defi Srl -
nella dichiarata qualità di impresa operante nel settore della pubblicità sui
tetti degli edifici e di soggetto che ha partecipato alla procedura di riordino
- con il ricorso n. 14401/2014, oltre ad impugnare la deliberazione n. 50/2014,
ha impugnato anche la deliberazione n. 49/2014 deducendo le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Illegittimità delle deliberazioni n.
49/2014 n. 50/2014 per violazione dei principi preposti alla regolare
formazione della volontà assembleare; nullità per violazione dell’art.
21-septies della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente lamenta innanzi tutto che
l’Assemblea capitolina abbia anteposto l’adozione del PRIP all’adozione delle
modifiche al Regolamento, evidenziando che tale modus operandi non può
ritenersi ammissibile perché il PRIP ha valore attuativo rispetto al
Regolamento. Inoltre lamenta che la deliberazione n. 50/2014 nella sua parte
dispositiva non riporti alcune delle modifiche che invece si riscontrano nel
testo del Regolamento allegato alla deliberazione medesima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per violazione dell’art. 21-septies della legge n. 241/1990 per
totale indeterminatezza del PRIP; eccesso di potere per contraddittorietà tra
il PRIP ed il Regolamento approvato con la deliberazione n. 50/2014; violazione
dell’art. 97 della Costituzione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente - premesso che il PRIP
divide il territorio comunale in due zone (A e B), la seconda delle quali è
suddivisa in tre sottozone (B1, B2 e B3) - lamenta la totale indeterminatezza
del piano, evidenziando che la zonizzazione non è graficamente intellegibile
perché le 14 tavole allegate recano mappe colorate che non consentono di
distinguere le singole zone.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per eccesso di potere per irragionevolezza, illogicità,
contraddittorietà e disparità di trattamento</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente si limita ad affermare che
il PRIP, anche nelle parti in cui non risulta viziato per la sua
indeterminatezza, risulta comunque illegittimo perché «la discrezionalità
amministrativa incontra il limite della ragionevolezza, della logicità e della
non contraddittorietà dei provvedimenti che ne costituiscono l’esercizio».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 50/2014 per violazione degli articoli 25 e 41 e 97 della Costituzione,
dell’art. 11 delle preleggi, degli articoli 1, 2 e 3 della legge n. 241/1990;
eccesso di potere per contraddittorietà</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente si limita ad affermare che
l’insieme delle modifiche apportate al Regolamento «stravolge l’impostazione
data al riordino delle attività pubblicitarie sul territorio capitolino nei
vent’anni precedenti. Tanto fa in violazione dei principi afferenti la vigenza
delle norme nel tempo, dei principi, costituzionali e non, concernenti
l’efficacia e il buon andamento della pubblica amministrazione, le norme
basilari poste a presidio della regolarità dei procedimenti amministrativi, il
conseguente legittimo affidamento dei cittadini».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">V) <i>Illegittimità della deliberazione n.
50/2014 per violazione dell’art. 42 del decreto legislativo n. 267/2000;
incompetenza</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il quarto motivo del ricorso n. 14431/2014. Anche la
ricorrente sostiene che la nuova disciplina introdotta negli articoli 6, 7, 19,
comma 3, e 20, comma 1, lett. f), del Regolamento contrasta con la disciplina
del riparto di competenze tra gli organi dell’Ente locale, perché viene
conferito alla Giunta il potere di modificare il Regolamento per il tramite di
provvedimenti da emanarsi caso per caso e sulla scorta di presupposti generici
ed indefiniti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9. La società APA Srl - nella dichiarata
qualità di impresa operante nel settore della pubblicità e di soggetto che ha
preso parte alla procedura di riordino - con il ricorso n. 14436 del 2014
deduce le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Violazione e falsa applicazione
dei principi di certezza del diritto e delle regole in materia di formazione
della volontà degli organi collegiali; nullità per carenza degli elementi
essenziali del provvedimento; eccesso di potere in tutte le sue figure
sintomatiche e, in particolare, per difetto dei presupposti, illogicità
manifesta, irragionevolezza e sviamento</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente - premesso che la
deliberazione n. 50/2014 è stata oggetto di due distinte pubblicazioni -
osserva innanzi tutto che la seconda pubblicazione si è resa necessaria per
porre rimedio al fatto che la parte dispositiva della deliberazione oggetto
della prima pubblicazione non riportava alcune disposizioni (come, ad esempio,
quella dell’art. 6, comma 1-quater, che costituisce oggetto del quinto motivo
di ricorso) che risultavano invece dal testo del Regolamento allegato alla
deliberazione. Ciò posto, la ricorrente sostiene che la seconda pubblicazione
non sarebbe sufficiente per emendare un vizio che attiene alla fase della
formazione della volontà dell’organo collegiale, perché sarebbe stato invece
necessario procedere ad una nuova convocazione dell’organo stesso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre la ricorrente sostiene che la
seconda pubblicazione non avrebbe comunque emendato tutti i vizi strutturali
dell’impugnata deliberazione; infatti: A) la parte dispositiva della
deliberazione oggetto della seconda pubblicazione non riporta la clausola
(presente, invece, nella precedente deliberazione n. 37/09) secondo la quale “<i>il
testo del regolamento come sopra modificato risulta quello allegato, parte
integrante al presente atto</i>”; B) il testo del Regolamento oggetto della
seconda pubblicazione continua a riportare talune disposizioni che non sono
presenti nella parte dispositiva della deliberazione; C) nel testo del
Regolamento oggetto della seconda pubblicazione si registra in più casi la
mancata corrispondenza con le modifiche regolamentari apportate con l’impugnata
deliberazione. Pertanto non sarebbe possibile ritenere che sul testo del
Regolamento oggetto della seconda pubblicazione si sia formata la volontà
dell’organo collegiale e ciò vizierebbe radicalmente l’impugnata deliberazione,
al punto da renderla radicalmente nulla ai sensi dell’art. 21-septies della
legge n. 241/1990, per carenza degli elementi essenziali del provvedimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 25, comma 2, 41 e 97 Cost., dell’art. 11 delle preleggi, degli
articoli 1, 2, 3 e 21-bis della legge n. 241/1990 e degli articoli 62 e 64 del
decreto legislativo n. 446/1997, nonché dei principi di irretroattività degli
atti amministrativi, certezza del diritto, legittimo affidamento, correttezza e
buona fede, legalità, buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa
e proporzionalità. eccesso di potere in tutte le sue figure sintomatiche e, in
particolare, per sviamento, illogicità, ingiustizia grave e manifesta,
contraddittorietà, irragionevolezza, travisamento ed erronea valutazione dei
fatti, disparità di trattamento, difetto di istruttoria e di motivazione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014. Anche la
ricorrente: A) si duole del fatto che le nuove disposizioni dell’art. 34 del
Regolamento consentano all’Amministrazione di sottrarsi all’obbligo di
provvedere sulle istanze presentate nell’ambito della procedura di riordino; B)
contesta la decorrenza retroattiva dell’efficacia di titoli mai rilasciati; C)
lamenta la lesione del suo legittimo affidamento evidenziando che, a seguito
della presentazione delle domande di partecipazione alla procedura di riordino,
confidava nel rilascio di provvedimenti espressi con efficacia quinquennale o
triennale, nella possibilità di ulteriori rinnovi e nell’inserimento automatico
degli impianti assentiti in sede di riordino all’interno dei piani di localizzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 41 e 97 Cost. e degli articoli 62 e 64 del decreto legislativo
n. 446/1997, nonché dei principi di effettività e gradualità del regime
transitorio, certezza del diritto, legittimo affidamento, buon andamento e
imparzialità dell’azione amministrativa e proporzionalità; eccesso di potere in
tutte le sue figure sintomatiche e, in particolare, per sviamento, illogicità,
ingiustizia grave e manifesta, contraddittorietà, irragionevolezza,
travisamento ed erronea valutazione dei fatti, disparità di trattamento,
difetto di istruttoria e di motivazione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il secondo motivo del ricorso n. 14431/2014. Anche la
ricorrente lamenta che le modifiche apportate all’art. 34, commi 9 e 14, del
Regolamento abbiano azzerato il regime transitorio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 41 e 97 Cost. e degli articoli 1 e 3 della legge n. 241/1990,
nonché dei principi di certezza del diritto, legittimo affidamento, buon
andamento e imparzialità dell’azione amministrativa e proporzionalità; eccesso
di potere in tutte le sue figure sintomatiche e, in particolare, per
illogicità, ingiustizia grave e manifesta, contraddittorietà, irragionevolezza,
travisamento ed erronea valutazione dei fatti, disparità di trattamento,
difetto di istruttoria e di motivazione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il terzo motivo del ricorso n. 14431/2014, avente anch’esso
ad oggetto la disposizione dell’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento,
nella parte in cui è stato escluso il formato 4x3. In particolare la ricorrente
sostiene che tale disposizione regolamentare e le relative disposizioni
attuative (di cui all’impugnata nota del 23 settembre 2014): A) si pongono in
contrasto con l’art. 34, comma 1, del Regolamento stesso, che sembrerebbe
invece consentire tale formato; B) sono immotivate ed irragionevoli, perché si
riferiscono a tutto il territorio comunale, senza operare alcun distinguo; C)
sono ulteriormente irragionevoli perché viene prevista la decadenza automatica
di tutti i titoli a decorrere 31 dicembre 2014 e viene imposto l’adeguamento
degli impianti ai nuovi formati entro il 31 gennaio 2015, così obbligando gli
operatori del settore a farsi carico di ingenti investimenti per l’adeguamento
di impianti che saranno solo tollerati fino all’assegnazione dei nuovi titoli e
senza accordare un congruo periodo per l’ammortamento delle spese sostenute; D)
fissano un termine per l’adeguamento degli impianti (31 gennaio 2015) che
risulta troppo breve ed inadeguato, sia in ragione della mole degli interventi
da eseguire (posto che la ricorrente medesima ha ben 270 impianti dislocati su
tutto il territorio comunale), sia in ragione della mancata adozione delle
norme tecniche recanti le caratteristiche estetiche e costruttive degli
impianti; E) prevedono conseguenze sproporzionate per il caso di mancato
adeguamento degli impianti, come il divieto di partecipare alle gare di
imminente indizione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">V) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 41 e 97 Cost., degli articoli 42 e 48 del decreto legislativo n.
267/2000 e degli articoli 16 e 25 dello Statuto di Roma Capitale, nonché dei
principi di correttezza e buona fede, legalità, buon andamento e imparzialità
dell’azione amministrativa e proporzionalità; incompetenza; eccesso di potere
in tutte le sue figure sintomatiche e, in particolare, per sviamento,
illogicità manifesta e irragionevolezza</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il quarto motivo del ricorso n. 14431/2014. Anche la
ricorrente sostiene che la nuova disciplina introdotta nell’art. 6 del
Regolamento contrasta con la disciplina del riparto di competenze tra gli
organi dell’Ente locale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">VI) <i>Violazione e falsa applicazione dell’art.
97 Cost., dell’art. 7 della legge n. 241/1990, nonché dei principi di legalità,
buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa, giusto procedimento e
proporzionalità; eccesso di potere in tutte le sue figure sintomatiche e, in
particolare, per difetto di istruttoria e di motivazione, travisamento ed
erronea valutazione dei fatti, perplessità, contraddittorietà e violazione
della prassi</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il quinto motivo del ricorso n. 14431/2014. Anche la
ricorrente lamenta: A) di non essere stata ammessa a partecipare al
procedimento; B) che l’impugnata deliberazione n. 50/2014 non è stata preceduta
dall’AIR.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10. Le società Ars Pubblicità Srl, Cosmo
Pubblicità Srl, G.B.E. Srl e New Poster Srl - nella dichiarata qualità di
soggetti operanti nel settore della pubblicità - con il ricorso n. 14526/2014
deducono le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Violazione e falsa applicazione
dell’articolo 62 del decreto legislativo n. 446/1997, degli articoli 1 e 2
della legge n. 241/1990 e dell’art. 97 Costituzione; eccesso di potere per
contraddittorietà, travisamento dei fatti, difetto assoluto di motivazione,
illogicità, irrazionalità e perplessità dell’azione amministrativa</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014. Anche le
ricorrenti si dolgono del fatto che Roma Capitale: A) abbia deciso di non
definire i procedimenti relativi alla procedura di riordino mediante l’adozione
di provvedimenti espressi; B) abbia fissato la scadenza dei rapporti in essere
alla data del 31 dicembre 2014, facendo decorrere retroattivamente l’efficacia
dei titoli; C) pur ricevendo con puntualità il pagamento dei canoni relativi
agli impianti, abbia negato, senza un’adeguata motivazione, il rinnovo dei
titoli.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Violazione dell’art. 41 della
Costituzione, dell’art. 1375 cod. civ. e dei principi del legittimo
affidamento, correttezza, equità, efficienza economicità e ragionevolezza
dell’azione amministrativa; eccesso di potere per ingiustizia manifesta</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014, incentrate sulla
lesione del legittimo affidamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Violazione dell’art. 97 della
Costituzione ed eccesso di potere per carenza di istruttoria, illogicità,
irrazionalità e perplessità dell’azione amministrativa</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca una censura
analoga a quella dedotta con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014,
incentrata sul fatto che Roma Capitale - invece di adottare singoli
provvedimenti sulle istanze presentate nell’ambito della procedura di riordino
- abbia definito i procedimenti con una disposizione valida <i>erga omnes</i>,
senza tener conto della peculiare situazione di ciascun impianto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Violazione dell’art. 97 della
Costituzione e degli articoli 2-bis, 7 e 10-bis della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca una censura
sostanzialmente analoga a quella dedotta con il quinto motivo del ricorso n.
14431/2014, incentrata sul fatto che la deliberazione n. 50/2014 sia stata
adottata in assenza del necessario contraddittorio procedimentale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11. La Confederazione Imprese
Pubblicitarie Romane Associate e le società che, nella dichiarata qualità di
soggetti operanti nel settore della pubblicità, unitamente ad essa hanno proposto
il ricorso n. 15194/2014, avverso la deliberazione n. 50/2014 deducono le
seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 2, 3, 4, 25, 41 e 97 Costituzione, degli articoli 3 e 36 del
decreto legislativo n. 507/1993, dell’art. 52 del decreto legislativo n.
446/1997 e del D.P.R. n. 495/1992, nonché dei principi in materia di
irretroattività degli atti amministrativi, diritti quesiti e diritto di
insistenza; eccesso di potere</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure
sostanzialmente analoghe a quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n.
14431/2014. Anche le ricorrenti sostengono che l’impugnata deliberazione incide
ingiustamente sulla consolidata posizione degli operatori del settore, in
violazione dei principio di irretroattività degli atti amministrativi e ledendo
i diritti quesiti ed il diritto di insistenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Violazione e falsa applicazione
dell’art. 52, comma 2, del decreto legislativo n. 446/1997</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo è incentrato sulla
violazione dell’art. 52, comma 2, del decreto legislativo n. 446/1997, secondo
il quale i regolamenti con i quali gli enti locali disciplinano le proprie
entrate, anche tributarie, “<i>sono approvati con deliberazione del comune e
della provincia non oltre il termine di approvazione del bilancio di previsione
e non hanno effetto prima del 1° gennaio dell’anno successivo</i>”, e sul fatto
che Roma Capitale con la deliberazione n. 50/2014 abbia svincolato l’esito
della procedura di riordino dalla preventiva approvazione del PRIP e dei piani
di localizzazione. In particolare, secondo le ricorrenti, posto che il
Regolamento è stato adottato ai sensi del decreto legislativo n. 446/1997, nel
caso in esame la violazione del principio di irretroattività degli atti
amministrativi assumerebbe un particolare rilievo perché gli effetti della
deliberazione n. 50/2014 non sono subordinati all’approvazione del PRIP e dei
piani di localizzazione. Pertanto, posto che le modifiche del Regolamento non
avrebbero potuto produrre effetti prima del prossimo anno, la procedura di
riordino non poteva essere dichiarata conclusa, essendo suo presupposto
indefettibile il vaglio delle singole posizioni alla luce del PRIP e dei piani
di localizzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Violazione e falsa applicazione
dell’art. 34, comma 9, della deliberazione n. 100/2006; eccesso di potere per
errore su presupposti di fatto, e di diritto, difetto di motivazione e di
istruttoria, illogicità ed ingiustizia grave e manifesta</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le ricorrenti - premesso che a tutt’oggi
la procedura di riordino non può ritenersi conclusa, perche esse non hanno
ancora ottenuto i titoli richiesti, e che l’art. 34, comma 9, del Regolamento
(nel testo adottato con la deliberazione n. 100/2006) faceva espresso riferimento
ai titoli rilasciati all’esito della procedura di riordino - deducono che è
contrario ad ogni principio giuridico stabilire la scadenza della validità di
un titolo senza tener conto della data in cui il titolo stesso è stato
rilasciato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12. La società Pubbli Roma Srl, Gregor
Srl, società R.B. Pubblicità Srl, Spot Pubblicità Srl, Nuovi Spazi Srl, Stunt
Pubblicity Srl e My Max Srl - nella dichiarata qualità di soggetti operanti nel
settore della pubblicità - con il ricorso n. 15195/2014 avverso la deliberazione
n. 50/2014 deducono censure pressoché identiche a quelle proposte con il
ricorso n. 15194/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13. La società Opera Srl - nella
dichiarata qualità di gestore degli impianti ubicati sui terrazzi di immobili
siti in corso Francia, viale Rossini, viale dell’Alberone e via Gregorio VII -
con il ricorso n. 15804/2014, oltre ad impugnare la deliberazione n. 50/2014,
ha impugnato anche la deliberazione n. 49/2014 deducendo le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Illegittimità della deliberazione n.
50/2014 per violazione dei principi preposti alla regolare formazione della
volontà assembleare; violazione dell’art. 21-septies della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14401/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per violazione dell’art. 21-septies della legge n. 241/1990 per
totale indeterminatezza del PRIP; eccesso di potere per contraddittorietà tra
il PRIP ed il Regolamento approvato con la deliberazione n. 50/2014; violazione
dell’art. 97 della Costituzione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il secondo motivo del ricorso n. 14401/2014. In particolare
la ricorrente evidenzia che: A) i suoi impianti sono collocati su tetti e
terrazzi di edifici ubicati in zone più o meno limitrofe al centro delimitato
dalle mura aureliane; B) alcuni di tali edifici sono molto vicini al c.d.
anello ferroviario (limite esterno della zona B2) e non è facile stabilire,
mancando un confine netto, se siano all’interno o all’esterno della zona B2,
con conseguente difficoltà di comprendere la tipologia di impianti consentita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per violazione dell’art. 3 della legge n. 241/1990 per carenza di
motivazione; eccesso di potere per irragionevolezza, disparità di trattamento e
ingiustizia manifesta</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In relazione alle scelte operate con la
deliberazione n. 49/2014 la ricorrente deduce che: A) non si comprende perché
Roma Capitale abbia riservato una diversa disciplina alle diverse aree del territorio
capitolino; B) in particolare, fatta eccezione per il centro storico - per il
quale una distinzione potrebbe risultare comprensibile, anche se non
condivisibile - non sono state indicate le ragioni per cui alcuni mezzi
pubblicitari possono essere utilizzati nella zona B3 e non nella zona B2, anche
perché la zona B3 è più periferica, ma certo non può dirsi che la zona B2 (per
lo più coincidente con l’anello ferroviario) sia centralissima; B) non si
comprende neppure per quale motivo siano state operate discriminazioni tra le
diverse tipologie di impianti; D) in particolare non sono state indicate le
ragioni per cui nella zona B2 sono ammessi gli impianti su pareti cieche, ma
non gli impianti sui terrazzi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 50/2014 e della nota del 23 settembre 2014 per violazione degli articoli 25,
41 e 97 della Costituzione, dell’art. 11 delle preleggi e degli articoli 1, 2 e
3 della legge n. 241/1990; eccesso di potere per contraddittorietà</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014. In particolare la
ricorrente - premesso che la deliberazione n. 50/2014 stravolge e rinnega
l’impostazione data nei vent’anni precedenti alla procedura di riordino -
deduce: A) che per effetto del nuovo regolamento «tutti gli impianti, a
prescindere dal fatto che abbiano partecipato al riordino degli anni ‘90 e a
prescindere dalla presenza nella NBD, saranno sacrificati sull’altare
dell’attribuzione degli spazi tramite gara, con buona pace dei principi che
impongono di tutelare l’aspettativa dei destinatari dell’attività
amministrativa»; B) la deliberazione n. 50/2014 lede i diritti delle imprese
del settore, che «sono trattati alla stregua di sudditi, chiamati <i>ad
horas</i> a demolire a loro spese il lavoro di anni», e viola i principi
di irretroattività degli atti amministrativi e del legittimo affidamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14. Anche le società Fallimento A.R.P. Srl
e ATC Communications Srl - nella dichiarata qualità, rispettivamente, di
proprietaria di impianti pubblicitari tra i quali spicca l’insegna luminosa
“Martini”, collocata sul lastrico solare del palazzo di via Bissolati n. 20, e
di affittuaria del ramo d’azienda costituito dalla predetta insegna luminosa -
con il ricorso n. 15806/2014 hanno impugnato sia la deliberazione n. 49/2014,
sia la deliberazione n. 50/2014, deducendo le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Illegittimità della deliberazione n.
50/2014 per violazione dei principi preposti alla regolare formazione della
volontà assembleare; violazione dell’art. 21-septies della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure pressoché
identiche a quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 15804/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per violazione dell’art. 21-septies della legge n. 241/1990 per
totale indeterminatezza del PRIP; eccesso di potere per contraddittorietà tra
il PRIP ed il Regolamento approvato con la deliberazione n. 50/2014; violazione
dell’art. 97 della Costituzione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca una censura
pressoché identica a quella dedotta con il secondo motivo del ricorso n.
15804/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per violazione dell’art. 3 della legge n. 241/1990 per carenza di
motivazione; eccesso di potere per irragionevolezza, disparità di trattamento e
ingiustizia manifesta</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca una censura
pressoché identica a quella dedotta con il terzo motivo del ricorso n.
15804/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Illegittimità della deliberazione
n. 49/2014 per eccesso di potere per irragionevolezza, illogicità,
irragionevolezza e disparità di trattamento</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La società ricorrente - premesso che dal
combinato disposto degli articoli 13 e 15 del PRIP si desume l’incompatibilità
con le norme di piano dell’insegna luminosa “Martini”, perché l’impianto ricade
nella zona B1, all’interno della quale non sono ammessi gli impianti su
terrazzi - deduce che, se è vero che tale insegna ha una notevole incidenza sul
tessuto urbano di via Veneto, è altrettanto vero che «tale incidenza ha finito
per caratterizzare, in maniera fortissima e tipizzante, quel determinato
contesto urbano», come dimostrano: A) sia il fatto che «da quando via Veneto è
divenuta il luogo simbolo della “Dolce vita” romana, l’impianto Martini è
presente e ben visibile»; B) sia il fatto che «l’impianto Martini figura, non a
caso, ma per il forte valore simbolico, che lo contraddistingue, in
innumerevoli fotografie storiche e, soprattutto, in due grandi opere della filmografia
italiana: la “Dolce vita” di Federico Fellini e “La grande bellezza” di
Sorrentino, recentemente premiato con l’Oscar». Pertanto la scelta operata con
il PRIP «rischia di togliere l’ultimo e più caratteristico fregio commerciale
di via Veneto, a dispetto della tradizione e del radicamento nel tessuto urbano
dell’insegna Martini».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">V) <i>Illegittimità della deliberazione n.
50/2014 e della nota del 23 settembre 2014 per violazione degli articoli 25, 41
e 97 della Costituzione, dell’art. 11 delle preleggi e degli articoli 1, 2 e 3
della legge n. 241/1990; eccesso di potere per contraddittorietà</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure pressoché
identiche a quella dedotta con il quarto motivo del ricorso n. 15804/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">VI) <i>Illegittimità delle deliberazioni
n. 49/2014 n. 50/2014 e della nota del 23 settembre 2014 per violazione degli
articoli 25, 41 e 97 della Costituzione, e dell’art. 3 della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il terzo motivo del ricorso n. 14431/2014. Difatti anche la
ricorrente si duole del fatto che non siano state evidenziate le ragioni che
hanno indotto ricorrente l’Assemblea capitolina ad escludere il formato 4x3.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">15. La società Sipea Srl - nella
dichiarata qualità di soggetto operante nel settore della pubblicità,
risultante dalla fusione con la società Ettore Sibilia Pubblicità e Affissioni
Srl - con il ricorso n. 15829/2014 ha impugnato la deliberazione n. 50/2014
deducendo le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Illegittimità dell’art. 34, comma 9,
del Regolamento, come modificato dalla deliberazione n. 50/2014</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca una censura
analoga ad una di quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014.
Difatti, secondo la ricorrente, l’Assemblea capitolina non avrebbe considerato
che tutti i titoli concessori relativi agli impianti oggetto della procedura di
riordino si sarebbero rinnovati per ulteriori 5 anni a far data dal 1° gennaio
2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Violazione e falsa applicazione
degli articoli 1175 e 1375 cod. civ., dell’art. 97 Cost., dell’art. 1 della
legge n. 241/1990 e del principio della tutela dell’affidamento; eccesso di
potere sotto molteplici profili</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche il presente motivo reca una censura
analoga ad una di quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014.
In particolare la nuova disciplina regolamentare non terrebbe alcun conto della
consolidata posizione della ricorrente, che nel 2008 ha effettuato un
investimento di ben 9 milioni di euro per acquisire le quote della società
Ettore Sibilia Pubblicità e Affissioni Srl.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Violazione e falsa applicazione
delle deliberazioni della Giunta Capitolina n. 116/2013 e n. 423/2013; eccesso
di potere per errore sui presupposti di fatto e di diritto e difetto di
motivazione e di istruttoria</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche il presente motivo reca una censura
analoga ad una di quelle dedotte con il primo motivo del ricorso n. 14431/2014.
In particolare la ricorrente sostiene che l’impugnata deliberazione si fonda
sull’erroneo presupposto che l’inserimento degli impianti nella NBD abbia
comportato la chiusura della procedura di riordino, mentre l’istituzione della
NBD rispondeva solo ad esigenze di natura contabile.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Violazione dell’art. 21-quinquies
della legge n. 241/1990; eccesso di potere sotto ulteriori profili</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente si duole del fatto che la
disciplina introdotta con l’art. 34, comma 9, del Regolamento abbia determinato
la revoca generalizzata di tutte le autorizzazioni relative ad impianti ubicati
sul suolo privato (per i quali il rinnovo in atto verrebbe a scadenza il 31
dicembre 2016), in assenza dei presupposti per l’esercizio del potere di
autotutela previsti dall’art. 21-quinquies della legge n. 241/1990.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">V) <i>Invalidità derivata dell’art. 34,
comma 9, del Regolamento</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente - premesso che la
limitazione della permanenza sul territorio comunale degli impianti inseriti
nella NBD fino al 31 dicembre 2014 si fonda sulla deliberazione del Commissario
Straordinario n. 38 del 2008, con la quale la scadenza del primo quinquennio di
efficacia delle autorizzazioni e delle concessioni, già rilasciate o da
rilasciare, è stata fissata al 31 dicembre 2009 - deduce che tale deliberazione
è anch’essa illegittima per i motivi indicati nel ricorso n. 5659/2009, che
risulta tuttora pendente innanzi a questo Tribunale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">VI) <i>Illegittimità della nota prot. n.
LR/BG 61384 del 23 settembre 2014</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il presente motivo reca censure analoghe a
quelle dedotte con il terzo motivo del ricorso n. 14431/2014. In particolare la
ricorrente deduce che: A) la nuova disciplina introdotta con l’art. 34, commi 9
e 10, del Regolamento non impone nessun adeguamento degli impianti formato 4x3;
B) diversamente opinando, l’impugnata deliberazione sarebbe illegittima perché
la trasformazione degli impianti 4x3 entro il ravvicinato termine del 31
gennaio 2015 comporterebbe ingentissimi investimenti in un periodo di grave
crisi economica, a distanza di pochi anni dalla trasformazione degli impianti
da 6x3 a 4x3 e in assenza delle norme tecniche che dovrebbero determinare le
caratteristiche estetiche e costruttive dei nuovi impianti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16. Roma Capitale si è costituita in
giudizio per resistere ai ricorsi in epigrafe indicati e con memorie depositate
in data 12 e 23 dicembre 2014 (nei giudizi introdotti con i ricorsi n.
14431/2014, n. 14433/2014, n. 14435/2014, n. 14436/2014 e n. 14526/2014) ha
illustrato, a sua volta, il contesto giuridico e fattuale nel quale vanno ad
inserirsi le impugnate deliberazioni n. 49 e 50 del 2014, evidenziando innanzi
tutto quanto segue: A) tali provvedimenti sono oggetto di plurime impugnazioni
da parte delle imprese del settore, molte delle quali operano sul territorio
comunale da oltre quarant’anni o quantomeno da vent’anni anni se si tratta di
imprese che hanno preso parte alla procedura di riordino, avviata nel 1994; B)
se non si fosse provveduto alla chiusura di tale procedura, l’avvio delle
procedure di gara per il rilascio dei nuovi titoli sarebbe stato «solo
l’ennesimo esercizio teorico di buone intenzioni». Quindi Roma Capitale ha
replicato a molte delle suesposte censure osservando quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.1. In particolare, in relazione alla
violazione dei principi di ragionevolezza e di irretroattività degli atti
amministrativi - connessa al fatto che l’Assemblea capitolina con la
deliberazione n. 50/2014 abbia ritenuto di far decorrere l’efficacia dei titoli
relativi agli impianti dal 2009, ossia dall’inserimento degli impianti stessi
nella NBD - si deve considerare che: A) come evidenziato nel punto 7 del
dispositivo della deliberazione n. 254/1995, la procedura di riordino
rappresentò lo strumento per avere un quadro esaustivo di tutti gli impianti
esistenti sul territorio e dei titoli relativi, al fine di rinnovare i titoli
già esistenti, ove rinnovabili; B) con riferimento agli impianti denunziati
nell’ambito della procedura di riordino l’Amministrazione nel corso degli
ultimi vent’anni ha dovuto verificare la rinnovabilità dei titoli, tenendo
conto della ricorrenza delle condizioni previste dal Regolamento e dal codice
della strada, e da oltre un decennio ha stabilito (con la deliberazione di
Giunta n. 426/2004, che ha modificato l’art. 14 della precedente deliberazione
n. 1689/1997) che “<i>per tutte le concessioni il primo quinquennio,
rinnovabile, avrà termine il 31 dicembre 2009</i>”; C) anche la successiva deliberazione
commissariale n. 38/2008 ha confermato che “<i>la durata delle autorizzazioni e
delle concessioni già rilasciate o da rilasciare attinenti alla procedura del
riordino è unificata e la scadenza del primo quinquennio è fissata al
31.12.2009</i>”; D) nell’aprile del 2009 è stato poi avviato una censimento, in
contraddittorio con le imprese del settore, di tutti gli impianti pubblicitari,
finalizzato alla costituzione della NBD, che doveva servire (al pari della
procedura di riordino) ad avere contezza di tutti gli impianti esistenti sul
territorio capitolino e, in primo luogo, di quelli denunziati nell’ambito della
procedura di riordino; E) in perfetta sintonia con tali premesse, la Giunta
capitolina con due successive deliberazioni, la n. 116/2013 e la n. 425/2013,
ha disposto (con riferimento ai modelli R, E, E+S e SPQR) che l’avvenuto
inserimento degli impianti all’interno della NBD avrebbe determinato “<i>la
chiusura del procedimento di riordino ad essi relativo</i>”; F) tale
disposizione, già contenuta nella deliberazione n. 116/2013 e poi confermata
con la successiva deliberazione n. 425/2013, è oramai divenuta definitiva,
perché la deliberazione 116/2013 non è stata impugnata; G) la deliberazione n.
50/2014 si configura, quindi, come un provvedimento «meramente ricognitivo di
un fatto - l’avvenuta chiusura del riordino con la NBD del 2009 - già
definitivamente proclamato dai precedenti provvedimenti»; H) l’Assemblea
capitolina - nel prevedere la data del 31 dicembre 2014 come termine ultimo per
l’insistenza degli impianti sul territorio comunale - si è avvalsa della
facoltà, già prevista dal Regolamento, di non concedere alcun ulteriore rinnovo
dei titoli.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.2. Quanto alla dedotta elusione
dell’obbligo di provvedere sulle istanze presentate nell’ambito della procedura
di riordino si deve considerare che: A) rispetto alla disciplina prevista dalla
deliberazione n. 254/1995 e dalla deliberazione 1689/1997, l’Assemblea
Capitolina ha confermato la chiusura della procedura di riordino per tutti gli
impianti inseriti nella NBD e di vietare la possibilità di rinnovo o rilascio
di nuovi titoli, ritenendo «superata l’esigenza di esaminare tutte le ulteriori
istanze presentate all’interno del procedimento di riordino e non confluite
nella predetta Nuova Banca Dati, trattandosi di richieste di posizioni non solo
confliggenti con il modello legislativo di pianificazione territoriale da
attuarsi con procedure ad evidenza pubblica, ma ormai tanto risalenti nel tempo
da essere non più riconducibili all’attuale assetto del territorio»; B) stante
quanto precede, la pretesa delle controparti, relativa all’adozione di
provvedimenti espressi, non tiene conto del fatto che i titoli già esistevano e
dovevano essere solo rinnovati, previa verifica della ricorrenza dei
presupposti per il rinnovo (operazione effettuata con la deliberazione n.
50/2014); C) la riprova della valenza dell’attività istruttoria svolta
dall’Amministrazione nella fase di formazione della NBD si desume da molteplici
decisioni assunte dal Consiglio di Stato in sede cautelare (<i>ex multis</i>,
Consiglio di Stato, Sez. V, ordinanza n. 2241 del 28 maggio 2014), con le quali
la consultazione della NBD, finalizzata all’adozione di ordini di rimozione di
impianti pubblicitari abusivi, è stata ritenuta un «atto istruttorio sufficientemente
approfondito».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.3. Quanto alla dedotta violazione del
principio del legittimo affidamento si deve considerare che: A) al momento
dell’adozione dei primi provvedimenti inerenti la procedura di riordino
l’Amministrazione era intenzionata - «di certo con una alta dose di ottimismo»
- a concludere il procedimento in poco tempo, come dimostra la previsione nella
deliberazione n. 254/1995 con la quale l’Amministrazione si impegna ad attuare,
sia pure in via sperimentale, i primi due piani particolareggiati su aree di
rilevante interesse pubblicitario entro 120 giorni lavorativi (punto 19); B)
stante la previsione regolamentare di un eventuale ulteriore (ed unico) rinnovo
quinquennale, le imprese partecipanti alla procedura di riordino potevano sperare
di mantenere i propri impianti, al più, sino all’anno 2005/2006, mentre
l’attività svolta da tali soggetti si è protratta ben oltre i due lustri
previsti come termine massimo di permanenza sul territorio comunale (periodo
che, per l’appunto, avrebbe potuto ingenerare un legittimo affidamento),
coprendo un arco temporale di ben venti anni (1994-2014).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.4. Con particolare riferimento alla
dedotta incompatibilità della retrodatazione della decorrenza dell’efficacia
dei titoli (a far data dal 2009) con la disciplina transitoria prevista
dall’art. 64, comma 1, del decreto legislativo n. 446/1997 - che, secondo la
tesi delle controparti, comporterebbe l’automatico rinnovo di tutti titoli fino
alla completa attuazione del PRIP e dei piani di localizzazione - si deve
considerare che: A) il decreto legislativo n. 446/1997 ha completato un lungo
percorso di semplificazione del settore, perché dopo una prima fase nella quale
per collocare regolarmente un impianto pubblicitario su suolo pubblico dovevano
essere corrisposti il canone di pubblicità, la tassa per l’occupazione di suolo
pubblico (TOSAP) e l’imposta di pubblicità, si è passati al regime del
pagamento della sola imposta e del canone (che nel frattempo aveva assorbito la
TOSAP) e, da ultimo, con l’art. 62 del decreto legislativo n. 446/1997 è stata
prevista la possibilità, per gli enti pubblici, di adottare il c.d. “canone a
tariffa”, con contestuale abolizione dell’imposta di pubblicità; B) tale
radicale semplificazione necessitava dell’adozione di un nuovo Regolamento,
espressamente previsto dall’art. 62, comma 1 (previsione attuata con la
deliberazione n. 100/2006); C) in tale contesto deve essere collocata la norma
invocata dalle parti ricorrenti, ossia l’art. 64, comma 1, del decreto
legislativo n. 446/1997, nel senso che, nel momento in cui è stato previsto il
passaggio dal regime del canone/imposta a quello del canone unico a tariffa, è
stata prevista anche la possibilità, per il soggetto titolare
dell’autorizzazione, di proseguire nel rapporto con l’Amministrazione,
facendone esplicita istanza, ovvero continuando a corrispondere le somme
dovute; D) la deliberazione n. 50/2014 non contrasta, quindi, con l’art. 64 del
decreto legislativo n. 446/1997, perché - avendo Roma Capitale effettuato
nell’anno 2006 il passaggio al regime del canone a tariffa per le iniziative
pubblicitarie (cfr. la deliberazione consiliare n. 100/2006) - al momento
dell’istituzione della NBD (anno 2009) non c’era alcun regime transitorio da
applicare in quanto tutti i titoli relativi agli impianti inseriti nella
procedura di riordino sono stati rinnovati nel corso del tempo, di fatto sino
al 2009 e formalmente dal 2009 al 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.5. Con particolare riferimento alla
dedotta illegittimità dell’abrogazione dell’art. 34, comma 5-bis, del Regolamento
- secondo il quale (in base al testo novellato dalla deliberazione n. 37/2009)
“<i>l’esame delle domande di riordino ancora in fase istruttoria è sospeso e
sarà effettuato sulla base dei criteri introdotti dai Piani di cui al
precedente articolo 19</i>” - si deve considerare che le “domande di riordino
ancora in fase istruttoria” (da identificare con le domande di cui ai modelli E
ed E+S) non si riferiscono ad impianti presenti sul territorio e in precedenza
autorizzati, per i quali vale quanto già detto in merito alla contestata
elusione dell’obbligo di provvedere, sicché nessuna violazione è stata commessa
con riferimento agli impianti già assistiti da titoli (oggetto dei modelli R),
rispetto ai quali nessuna sospensione era stata disposta perché non vi era
alcuna specifica istruttoria da compiere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.6. Quanto all’esclusione degli impianti
formato 4x3, si deve considerare che: A) la deliberazione n. 50/2014 non ha
imposto alcuna trasformazione di tali impianti fino alla data del 31 dicembre
2014, perché solo successivamente a tale data - nell’ottica di ridurre
l’impatto di tali impianti pubblicitari nel panorama di una città come Roma,
dotata di un enorme patrimonio culturale, artistico e paesaggistico - viene
chiesto ai soggetti che intendano continuare ad operare sul territorio comunale
di ridurre le dimensioni degli impianti stessi, adottando entro il 1° febbraio
2015 il meno invasivo formato 3x2, con conseguente riduzione della complessiva
superficie espositiva da 168.000 mq a 138.000 mq; B) il cambio del formato si
configura, quindi, come un necessario adeguamento alle scelte discrezionali
operate dall’Amministrazione nell’ambito delle competenze in materia di cura
del territorio, ad essa affidate dall’art. 62 dal decreto legislativo n.
446/1997 (il quale prevede che regolamento di cui al comma 1 deve individuare
la tipologia dei mezzi di effettuazione della pubblicità esterna che incidono
sull’arredo urbano o sull’ambiente) e dal Codice della Strada (ove si prevede
che i cartelli, le insegne di esercizio egli altri mezzi pubblicitari
installati entro i centri abitati sono soggetti alle limitazioni dimensionali
previsti dai regolamenti comunali).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.7. Quanto alle ulteriori censure
incentrate sul fatto che il passaggio al formato 3x2, anche in ragione dei
ridotti tempi concessi per effettuare le modifiche richieste, comporterebbe
costi elevatissimi, sì da risultare inattuabile, si deve considerare che: A)
come evidenziato dall’Ufficio Affissioni e Pubblicità nella nota prot. n. 85723
in data 11 dicembre 2014, molti operatori del settore hanno già provveduto
spontaneamente ad adeguarsi ai nuovi formati, così dimostrando l’infondatezza
della tesi delle controparti; B) analizzando i dati forniti dall’Ufficio
Affissioni e Pubblicità con la predetta nota emerge che il costo per la
realizzazione del formato SPQR (ossia quello approvato dall’Amministrazione
capitolina e dalla Sovrintendenza, che sarà obbligatorio a seguito
dell’espletamento della gara ad evidenza pubblica per l’individuazione dei
soggetti titolari delle future concessioni e che fino all’effettuazione della
gara è solo facoltativo, ben potendo gli operatori decidere di adottare un
diverso modello, purché di formato 3x2) si aggira tra i 500 e gli 800 euro,
sicché solo con il risparmio del CIP per un anno (pari a 700 euro) il costo
della sostituzione è ammortizzato in un solo anno; C) non giova alle
controparti invocare l’incertezza del periodo intercorrente tra il cambio di
formato e l’espletamento delle gare pubbliche, sia perché fino all’espletamento
delle gare verosimilmente passerà un periodo di tempo che permetterà di
giustificare, anche economicamente (risparmio del CIP unito agli incassi nel
periodo transitorio), l’adeguamento ai nuovi formati, sia perché tale
adeguamento non è oggetto di un obbligo, ma solo di una facoltà riconosciuta a
coloro che intendano continuare ad operare sul territorio comunale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.8. Infine, quanto alla concessione di
un termine estremamente ridotto per l’adeguamento degli impianti al nuovo
formato, si deve considerare che: A) tutte le imprese del settore erano ben a
conoscenza della scadenza dei titoli alla data del 31 dicembre 2014 e, proprio
per evitare che tali soggetti non potessero più svolgere alcuna attività fino
alla conclusione delle procedure di gara, l’Amministrazione ha previsto la
facoltà di continuare ad operare, temperata dall’obbligo di provvedere
all’adeguamento degli impianti ai nuovi formati; B) per consentire tale
adeguamento è stato concesso anche tutto il mese di gennaio 2015, sicché il
termine del 31 gennaio 2015 non può essere considerato eccessivamente breve.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">17. Questa Sezione con le ordinanze n.
6524, n. 6523, n. 6522 e n. 6508 in data 18 dicembre 2014 ha accolto le domande
cautelari proposte unitamente ai ricorsi n. 14431/2014, n. 14433/2014, n.
14435/2014 e n. 14436/2014 solo limitatamente al termine stabilito per la
conversione degli impianti in formato 4x3 ed ha disposto una «<i>proroga</i>»
di tale termine fino alla data del 20 maggio 2015 (data fissata per la
trattazione, nel merito, dei predetti ricorsi).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18. Con atto depositato in data 27 marzo
2015 sono intervenuti, <i>ad opponendum</i>, nel giudizio introdotto con
il ricorso n. 14433/2014, i seguenti soggetti: Verdi Ambiente e Società
(V.A.S.) APA Onlus, Associazione Bastacartelloni Francesco Fiori, Cittadinanza
Lazio Onlus, Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente (I.I.C.A.) e
Centro di Iniziativa per la Legalità Democratica (C.I.L.D.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">19. Talune delle società ricorrenti in
data 17 e 18 aprile 2015 hanno presentato memorie con le quali hanno illustrato
le suesposte censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">20. Le società Wayap Srl e AP Italia Srl,
con ricorso per motivi aggiunti proposto nel giudizio introdotto con il ricorso
n. 14435/2014, hanno impugnato: A) la deliberazione della Giunta capitolina n.
380/2014, con la quale è stato affidato alla società Æqua Roma il compito di
redigere i piani di localizzazione degli impianti pubblicitari e sono stati
forniti indirizzi per la gestione temporanea degli impianti pubblicitari
inseriti nella NBD, nelle more della conclusione delle procedure di gara
all’esito delle quali saranno assegnati i nuovi titoli; B) la nota in data 27
gennaio 2015, con la quale l’Amministrazione ha portato a conoscenza di tutte
le società censite nella NBD l’adozione della predetta deliberazione di Giunta,
diffidandole all’adeguamento degli impianti secondo le prescrizioni contenute
in tale deliberazione entro il 20 maggio 2015. Avverso tali provvedimenti le
ricorrenti deducono le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Elusione del giudicato cautelare;
violazione e falsa applicazione degli articoli 1 e 3 della legge n. 241/1990,
nonché dei principi di buon andamento e di imparzialità della P.A., di parità
di trattamento e di concorrenza; eccesso di potere per contraddittorietà,
illogicità e irragionevolezza</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale motivo concerne la deliberazione n.
380/2014 nella parte in cui - nel dichiarato intento di ottemperare alle
suddette ordinanze cautelari - dispone che entro il termine del 20 maggio 2015:
A) “<i>tutti gli impianti SPQR, ivi compresi quelli già inseriti nella Nuova
Banca Dati, devono essere installati o mantenuti sul territorio solo se
presentano le caratteristiche dei progetti tipo di cui alla deliberazione G.C.
25/2010, allo scopo di proseguire in tutti i Municipi con l’azione di
adeguamento già avviata con la deliberazione predetta</i>”; B) “<i>tutti gli
impianti pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella
Nuova Banca Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del
Regolamento di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del
colore grigio antracite RAL 7016 Pantone 3305, allo scopo di assicurare
uniformità tra gli impianti installati sul territorio e migliorarne l’impatto
visivo complessivo nonché l’inserimento nel contesto urbano</i>”. A tal
riguardo le ricorrenti - premesso che trattasi di obblighi di adeguamento
ulteriori rispetto all’obbligo di trasformare gli impianti formato 4x3 -
deducono che la deliberazione n. 380/2014 non è conforme a quanto disposto da
questo Tribunale con l’ordinanza cautelare n. 6522 del 2014, perché tale
provvedimento «ha chiaramente rinviato ogni disposizione in ordine al termine
di trasformazione del formato alle decisioni che verranno assunte all’udienza
di merito». Inoltre, per il caso in cui si ritenesse che questo Tribunale abbia
inteso accordare una mera proroga del termine del 31 gennaio 2015, le
ricorrenti deducono che anche il termine del 20 maggio 2015 risulta
irragionevole e inadeguato in ragione: A) della mole di attività necessarie per
l’adeguamento degli impianti; B) del fatto che le deliberazioni n. 50/2014 e n.
380/2014 non indicano una data certa che consenta alle imprese interessate di
sapere fino a quando potranno mantenere gli impianti trasformati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Violazione dell’art. 19, comma 2,
del Regolamento; carenza di potere; violazione dell’art. 42 del decreto
legislativo n. 267/2000; eccesso di potere per illogicità manifesta e difetto
assoluto di motivazione</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale motivo concerne la deliberazione n.
380/2014 nella parte in cui: A) sancisce che “<i>in applicazione dell’art. 19,
comma 2, del Regolamento … tutti gli impianti pubblicitari, sia SPQR che di
proprietà privati, già inseriti nella Nuova Banca Dati e mantenuti sul
territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del Regolamento di Pubblicità devono presentare
la caratteristica tecnica del colore grigio antracite RAL 7016 Pantone 3305,
allo scopo di assicurare uniformità tra gli impianti installati sul territorio
e migliorarne l’impatti visivo complessivo nonché l’inserimento nel contesto
urbano</i>”; B) prevede (tra i criteri per la redazione dei piani di
localizzazione) che “<i>gli impianti SPQR sono previsti nel formato mt 3x2, mt
1,40x2 e palina mt 1x1</i>”; C) prevede (sempre tra i criteri per la redazione
dei piani di localizzazione) che “<i>gli impianti privati devono essere
suddivisi in lotti. Ogni lotto deve ricomprendere circuiti di impianti
pubblicitari localizzati in più Municipi” e che “ogni lotto deve ricomprendere
circuiti di impianti localizzati in più Municipi. Ogni lotto deve avere
impianti con un dimensionamento misto mt. 3x2; mt. 1,40x2 e mt. 1x1. Uno dei
lotti deve essere destinato a fornire il servizio di pubblica utilità di Bike
Sharing, e dovrà essere dimensionato ed ubicato sul territorio in termini di
sostenibilità economica del servizio. Il lotto del Bike Sharing, tenuto conto
di quanto previsto dal PGTU, dovrà prevedere una superficie espositiva di
minimo 8.000 mq. Un altro lotto, con una superficie espositiva di massimo 5.000
mq., deve essere destinato a finanziare servizi di pubblica utilità, quali ad
esempio servizi igienici pubblici, elementi di arredo urbano, il servizio di
pubbliche affissioni. È possibile prevedere anche ulteriori lotti destinati a
servizi di pubblica utilità. I formati degli impianti per i lotti funzionali ai
servizi di pubblica utilità sono esclusivamente mt. 1,20x1,80 e mt. 3,2x1,40.
Un altro lotto dovrà essere dedicato al Circuito Cultura e Spettacolo con
impianti modello SPQR mt. 2x2 distribuiti su tutti i Municipi</i>”. In
proposito le ricorrenti deducono che: A) sebbene l’art. 19, comma 2, del
Regolamento attribuisca alla Giunta la competenza ad approvare le norme
tecniche per l’installazione degli impianti, tuttavia la prescrizione relativa
al colore degli impianti non può essere ricondotta all’art. 19, comma 2, sia perché
le norme tecniche alle quali tale disposizione regolamentare si riferisce
riguardano gli impianti da installare in forza dei titoli che verranno
rilasciati in base al PRIP e all’esito delle procedure di gara, mentre gli
impianti ai quali si riferisce la suddetta prescrizione sono quelli inseriti
nella NBD, il mantenimento dei quali è consentito dalla nuova disciplina
regolamentare solo fino alla conclusione delle procedure di gara, sia perché le
competenze attribuite ai Consigli comunali sono esclusive e, quindi, solo i
Consigli possono esercitarle; B) parimenti estranea alle competenze della
Giunta - oltre che immotivata - risulta l’ulteriore prescrizione che limita il
formato degli impianti SPQR ammessi, perché i formati relativi a tali impianti
sono stabiliti dall’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento; C) analoghe
considerazioni valgono per la disciplina relativa alla composizione dei lotti,
trattandosi di materia di competenza dell’Assemblea capitolina, disciplinata
dall’art. 7, comma 1-bis, del Regolamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Illegittimità derivata dei
provvedimenti impugnati</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le ricorrenti deducono che i provvedimenti
impugnati sono illegittimi anche per effetto dei vizi dell’atto presupposto,
costituito dalla deliberazione n. 50/2014, già denunciati con il ricorso
introduttivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">21. Anche la società APA Srl, con ricorso
per motivi aggiunti proposto nel giudizio introdotto con il ricorso n.
14436/2014, ha impugnato la deliberazione n. 380/2014 deducendo le seguenti
censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Illegittimità derivata del criterio
prescelto per l’ubicazione degli impianti pubblicitari</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale motivo concerne la deliberazione n.
380/2014 nella parte in cui dispone che “<i>per le ubicazioni verrà fatto
prioritario riferimento alle attuali localizzazioni e formati riportati nella
Nuova Banca Dati</i>”. In particolare la ricorrente deduce che l’impugnata
deliberazione è illegittima per effetto dei vizi della deliberazione n.
50/2014, già denunciati con il ricorso introduttivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Illegittimità della mancata
previsione di taluni formati ammessi dal Regolamento per violazione e falsa
applicazione degli articoli 41 e 97 Cost., 1 e 3 della legge n. 241/1990, degli
articoli 42 e 48 del decreto legislativo n. 267/2000, degli articoli 16 e 25
dello Statuto di Roma Capitale e dell’art. 20, comma 1, lett. f), del
Regolamento, nonché dei principi certezza del diritto, legittimo affidamento,
buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa e proporzionalità;
incompetenza; eccesso di potere in tutte le sue figure sintomatiche e, in
particolare, per ingiustizia grave e manifesta, contraddittorietà,
irragionevolezza, travisamento ed erronea valutazione dei fatti, disparità di
trattamento e difetto di motivazione e di istruttoria</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale motivo concerne la deliberazione n.
380/2014 nella parte in cui prevede (tra i criteri per la redazione dei piani
di localizzazione) che: A) “<i>gli impianti SPQR sono previsti nel formato mt
3x2, mt 1,40x2 e palina mt 1x1</i>”; B) per gli impianti privati da suddividere
in lotti, ogni lotto “<i>deve avere impianti con un dimensionamento misto mt.
3x2; mt. 1,40x2 e mt. 1x1</i>”. In particolare la ricorrente deduce che tali
previsioni: A) contrastano con la disposizione dell’art. 20, comma 1, lett. f),
del Regolamento, che contempla un numero di formati notevolmente superiore
rispetto a quelli previsti dalla Giunta; B) sono affette da un difetto assoluto
di motivazione, perché non è possibile comprendere le ragioni della preferenza
accordata ad alcuni formati piuttosto che ad altri; C) sono viziate per
incompetenza, perché nessuna disposizione del Regolamento prevede il potere
della Giunta di limitare i formati ammessi; D) costituiscono un’indebita
limitazione dei diritti delle imprese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Illegittimità derivata della
mancata previsione del formato 4x3</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale motivo concerne la deliberazione n.
380/2014 nella parte in cui non prevede il formato 4x3. In particolare la
ricorrente deduce che l’impugnata deliberazione è illegittima per effetto dei
vizi della deliberazione della n. 50/2014, già denunciati con il ricorso
introduttivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Illegittimità della nuova
prescrizione relativa al colore degli impianti per violazione e falsa
applicazione degli articoli 25, comma 2, 41 e 97 Cost., 11 delle preleggi, 1, 2
3, 7 e 21-bis della legge n. 241/1990, degli articoli 62 e 64 del decreto
legislativo n. 446/1997, degli articoli 42 e 48 del decreto legislativo n.
267/2000, degli articoli 16 e 25 dello Statuto di Roma Capitale, della
deliberazione di Giunta n. 621 del 2002 e dell’art. 19 del Regolamento, nonché
delle regole in materia di formazione della volontà degli organi collegiali e
dei principi certezza del diritto, legittimo affidamento, correttezza e buona
fede, buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa, proporzionalità
e giusto procedimento; incompetenza; eccesso di potere in tutte le sue figure
sintomatiche e, in particolare, per sviamento, difetto dei presupposti,
illogicità manifesta, ingiustizia grave e manifesta, perplessità
contraddittorietà, irragionevolezza, travisamento ed erronea valutazione dei
fatti, disparità di trattamento, violazione della prassi e difetto di
motivazione e di istruttoria; illegittimità derivata</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tale motivo concerne la deliberazione n.
380/2014 nella parte in cui impone di adeguare entro il 20 maggio 2015 il
colore degli impianti mantenuti sul territorio capitolino ai sensi dell’art.
34, comma 9, del Regolamento. Innanzi tutto la ricorrente deduce che tale
previsione è illegittima per effetto dei vizi di legittimità della
deliberazione della n. 50/2014, già denunciati con il ricorso introduttivo. Inoltre
deduce che tale previsione è illegittima anche per vizi propri perché: A) viene
imposta una nuova ed onerosa attività di adeguamento in relazione ad impianti
che (per effetto della delibera n. 50/2014) già versano in una condizione di
precarietà e in assenza delle norme tecniche, sicché sussiste il rischio di
dover sostenere gravosi oneri in relazione ad impianti che in futuro potrebbero
non permanere sul territorio comunale o potrebbero essere oggetto di nuovi
interventi per adeguarli alle norme tecniche; B) il termine del 20 maggio 2015
risulta comunque incongruo, specie se rapportato al gran numero di impianti
gestiti dalla ricorrente medesima, ed è stato erroneamente ancorato al termine
assegnato con l’ordinanza cautelare n. 6508 del 2014, perché la Giunta ha
erroneamente interpretato tale ordinanza nel senso che questo Tribunale abbia
ritenuto il predetto termine (di appena quattro mesi) comunque congruo per
l’esecuzione di ogni ulteriore adempimento imposto alle imprese nelle more
dell’udienza pubblica; C) l’attività di adeguamento è concretamente inattuabile
perché la Giunta ha imposto la verniciatura degli impianti indicando la
caratteristica tecnica del colore grigio antracite che corrisponde al codice
RAL (il 7016), ma non corrisponde al Pantone (il 3305), che sta ad indicare il
colore verde bottiglia; D) non può fondarsi sull’art. 19, comma 2, del
Regolamento perché in forza dell’art. 4, comma 3, e dell’art. 12, comma 3, del
Regolamento, le norme tecniche devono essere intese come un corpus unitario di
prescrizioni, coerenti e coordinate, che disciplina tutte le caratteristiche
degli impianti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">22. Anche le società Ars Pubblicità Srl,
Cosmo Pubblicità Srl, G.B.E. Srl e New Poster Srl con il ricorso n. 3353/2015
hanno impugnato la deliberazione n. 380/2014, deducendo le seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Violazione e falsa applicazione
dell’art. 62, comma 1, lett. b), del D.Lgs. 446/1997; violazione dell’art. 97
Cost.; eccesso di potere per difetto assoluto di motivazione, illogicità,
irrazionalità e perplessità dell’azione amministrativa, disparità di
trattamento, nonché per contraddittorietà con l’art. 20,comma 1, lett. f), del
Regolamento, con l’art. 35 del PRIP e con la Deliberazione n. 25 del 10
febbraio 2010</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Innanzi tutto le ricorrenti sostengono che
l’impugnata deliberazione contrasta con l’art. 62, comma 1, lett. b), del
D.Lgs. 446/1997, perché tale disposizione non conferisce all’Amministrazione il
potere di incidere sulle autorizzazioni già rilasciate, potendo la stessa
soltanto regolamentare, per il futuro, le modalità per ottenere il rilascio di
nuove concessioni. Inoltre ribadiscono che, per effetto delle nuove
disposizioni in tema di localizzazione degli impianti pubblicitari, esse
subiscono un rilevante pregiudizio dovuto al fatto che Roma Capitale ha
arbitrariamente stravolto le regole per la permanenza degli impianti SPQR sul
territorio capitolino. Quindi, si dolgono del fatto che l’Amministrazione: A)
non abbia chiarito da cosa sia dipesa la restrizione alla persistenza di alcune
tipologie impianti pubblicitari sul territorio capitolino, né perché abbia
unilateralmente deciso di avviare la predisposizione dei piani di
localizzazione degli impianti in prossimità dell’udienza pubblica fissata per
la decisione sulle impugnazioni proposte avverso le deliberazioni n. 49 e n.
50; B) non abbia individuato idonee soluzioni alternative, non pregiudizievoli
per i consolidati interessi degli operatori del settore. In particolare
lamentano l’illegittimità della previsione secondo la quale entro il 20 maggio
2015, in applicazione dell’art. 19, comma 2, del Regolamento, “<i>tutti gli
impianti pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella
Nuova Banca Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del
Regolamento di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del
colore grigio antracite PAL 7016 Pantone 335</i>”. Deducono poi che la
disciplina introdotta con l’impugnata delibera contrasta: A) con la
disposizione dell’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento, che contempla un
numero di formati notevolmente superiore rispetto a quelli indicati dalla
Giunta; B) con gli articoli 34 e 35 della delibera n. 49 del 2014, ove agli
sono fissate le caratteristiche degli impianti ammessi; C) con la deliberazione
della Giunta Comunale n. 25/2010, con la quale sono stati approvati i progetti
tipo per una serie di tipologie di impianti, fra i quali gli impianti di
proprietà comunale da concedere in locazione a terzi (c.d. impianti SPQR).
Infine sostengono che l’impugnata delibera - nel prevedere che “<i>un altro
lotto dovrà essere dedicato al Circuito Cultura e Spettacolo con impianti
modello SPQR mt. 2X2 distribuiti su tutti i Municipi</i>” - determina una grave
disparità di trattamento tra gli operatori del settore, perché il formato 2x2
dovrebbe essere utilizzato per la sponsorizzazione di tutte le attività e non
solo di quelle attinenti il settore cultura e spettacolo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Violazione dell’art. 1375 cod. civ.
e dei principi di buon andamento, correttezza, equità, efficienza, economicità
e ragionevolezza; eccesso di potere per ingiustizia manifesta; violazione
dell’art. 41 Cost</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le ricorrenti lamentano la violazione dei
principi di buona fede, correttezza e proporzionalità dell’azione
amministrativa, che dovrebbero sovrintendere i rapporti tra soggetti pubblici e
privati, in modo da imporre a questi ultimi, specie se titolari di posizioni
qualificate e consolidate, il minor sacrificio possibile della loro sfera
giuridica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Violazione dell’art. 97 Cost. e
degli articoli 7 e ss. della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le ricorrenti si dolgono del fatto che
l’Amministrazione non abbia comunicato l’avvio del procedimento, nonostante i
destinatari dell’impugnata delibera fossero facilmente identificabili, così
precludendo ogni possibile apporto delle imprese del settore all’elaborazione
dei criteri per la redazione dei piani di localizzazione degli impianti
pubblicitari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23. Roma Capitale con memorie depositate
in data 10 e 18 aprile 2015 ha replicato alle censure proposte con i suddetti
ricorsi avverso la deliberazione n. 380/2014 evidenziando innanzi tutto che
tale provvedimento si pone come il necessario completamento del complesso
processo di riassetto della disciplina del settore delle affissioni, concluso
con l’adozione delle deliberazioni n. 49 e 50 del 2014, e rappresenta la prima
fase di attuazione del PRIP.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23.1. Inoltre, quanto alle censure
incentrate sull’erronea interpretazione delle ordinanze cautelari con le quali
è stato prorogato al 20 maggio 2015 il termine per l’adeguamento degli impianti
formato 4x3, Roma Capitale ha replicato che nessuna sospensione dell’obbligo di
porre in essere le attività di adeguamento può essere invocata dalle parti
ricorrenti, perché questo Tribunale ha accordato unicamente una proroga del
termine per ultimare la trasformazione degli impianti. Del resto, secondo Roma
Capitale, si deve considerare che: A) molte società - tra le quali anche alcune
ricorrenti - hanno proseguito nell’attività di trasformazione degli impianti
anche dopo l’emissione delle ordinanze cautelari, mentre l’Amministrazione con
la nota prot. n. 5093 del 2015 si è pienamente conformata al giudicato
cautelare stabilendo di non sanzionare gli impianti non ancora trasformati sino
alla data del 20 maggio 2015; B) la deliberazione n. 380/2014, da un lato, si
configura come un atto dovuto, perché consente l’avvio della fase di attuazione
del PRIP, consistente nella redazione dei piani di localizzazione, e dall’altro
completa il processo di adeguamento degli impianti SPQR alle disposizioni già
approvate con la deliberazione della Giunta capitolina n. 25 del 2010, ma
vincolanti unicamente per il I municipio. Difatti con tale deliberazione era
stato disposto che con successivo atto sarebbero stati fissati gli obblighi per
tutti gli altri municipi, circostanza nota a tutte le imprese del settore e mai
contestata. Inoltre, secondo Roma Capitale, ad ulteriore conferma
dell’infondatezza delle censure incentrate sull’elusione del giudicato
cautelare rileva la circostanza che la prescrizione relativa al colore degli
impianti che le imprese intendono mantenere sul territorio fino
all’espletamento delle gare non è stata oggetto di valutazione da parte di
questo Tribunale perché non era contenuta nel Regolamento. Inoltre tale
prescrizione, essendo funzionale al decoro della città, è frutto di valutazioni
attinenti al merito dell’azione amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23.2. Quanto poi alle censure incentrate
sulla mancata previsione del formato 4x3, Roma Capitale - premesso che i titoli
relativi agli impianti formato 4x3 sono scaduti alla data del 31 dicembre 2014
- ha replicato che, come già evidenziato da questo Tribunale nell’ordinanza
cautelare 2 aprile 2015, n. 1486: A) la temporanea permanenza degli impianti
formato 4x3 costituisce una mera facoltà e non già un obbligo per le imprese
interessate; B) la trasformazione di tali impianti è funzionale al decoro della
città la cui tutela rientra nel merito dell’azione amministrativa e, quindi,
non è sindacabile dagli operatori del settore; C) di conseguenza costoro, se
vogliono continuare a mantenere gli impianti sul territorio comunale, devono
attenersi alle prescrizioni dettate a protezione di interessi superiori, come
quello ambientale, storico e architettonico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23.3. Quanto alle censure incentrate
sull’incompetenza della Giunta capitolina a fissare il colore degli impianti,
Roma Capitale ha replicato evidenziando che: A) la Giunta è competente ad
adottare norme tecniche, in forza di un’espressa previsione regolamentare; B)
il colore in contestazione era già stato fissato, per gli impianti SPQR, con la
predetta deliberazione n. 25/2010, che non risulta impugnata. Parimenti
infondata, secondo Roma Capitale, risulta l’eccezione incentrata sulla
incompetenza della Giunta a deliberare in tema di suddivisione del territorio
in lotti, perché la Giunta ha formulato indirizzi funzionali e complementari
alla localizzazione degli impianti, competenza questa di spettanza della Giunta
stessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23.4. Alla censura incentrata
sull’esclusione di taluni formati per gli impianti SPQR Roma Capitale ha
replicato evidenziando che l’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento si
limita ad elencare i formati ammissibili. Pertanto la Giunta con la
deliberazione n. 380/14, nell’ambito delle possibilità fissate nel Regolamento,
ha operato una suddivisione dei vari formati per tipologie di impianti,
finalizzata ad omogeneizzare la pianificazione di dettaglio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23.5. Alla censura incentrata sull’omessa
comunicazione dell’avvio del procedimento Roma Capitale ha replicato invocando
l’inapplicabilità delle norme sulla partecipazione al procedimento
amministrativo in caso di di attività dirette all’emanazione di atti normativi
e amministrativi generali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">24. Le società Ars Pubblicità Srl, Cosmo
Pubblicità Srl, G.B.E. Srl e New Poster Srl con ricorso per motivi aggiunti
proposto nel giudizio introdotto con il ricorso n. 14526/2014 hanno impugnato
anche la determinazione dirigenziale n. QH/1689/2015 in data 27 luglio 2015,
con la quale sono stati approvati i lavori Conferenza di sevizi convocata, ai
sensi dell’art. 32 delle NTA del PRIP, ai fini dell’adozione di piani di
localizzazione degli impianti pubblicitari. Le società ricorrenti premettono
che: A) nonostante la pendenza dei suddetti ricorsi - e, in particolare, del
ricorso n. 3353 del 2015, avente ad oggetto i criteri dettati con la deliberazione
n. 380/2014 per la redazione dei piani di localizzazione degli impianti -
l’Amministrazione capitolina ha convocato la Conferenza di servizi prevista
dall’art. 32 delle NTA del PRIP; B) con l’impugnata determinazione dirigenziale
del 27 luglio 2015 sono stati dichiarati conclusi i lavori e sono state
approvate le risultanze della Conferenza di servizi; C) nel corso della
Conferenza è stato chiesto alla Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e alla
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma
il parere vincolante sui progetti redatti da Æqua Roma, relativi ai piani di
localizzazione riguardanti impianti che insistono in aree ove sono presenti
beni paesaggistici e culturali; D) i suddetti progetti sono stati inviati da
Æqua Roma dapprima con nota del 30 marzo 2015 e poi, a seguito di alcune
modifiche, con nota del 2 aprile 2015. Quindi le società ricorrenti deducono le
seguenti censure.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>Illegittimità derivata dalla
deliberazione n. 50/2014 e dalla deliberazione n. 380/2014 per violazione e
falsa applicazione dei principi di irretroattività dei provvedimenti
amministrativi, di certezza del diritto, del legittimo affidamento, di
correttezza e buona fede, di buon andamento e imparzialità dell’azione
amministrativa; violazione e falsa applicazione dell’art. 62, comma 1, lett.
b), del D.Lgs. 446/1997 e degli articoli 1 e 2 della legge n. 241/1990 per
l’irragionevole durata del procedimento di riordino degli impianti
pubblicitari; violazione dell’art. 97 Cost.; eccesso di potere per
contraddittorietà e travisamento dei fatti, difetto assoluto-di motivazione,
illogicità, irrazionalità e perplessità dell’azione amministrativa</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’impugnata determinazione dirigenziale
del 27 luglio 2015 - nel recepire i criteri dettati dalla Giunta Capitolina per
la redazione dei piani di localizzazione e, in particolare, quello secondo cui
“<i>per le ubicazioni verrà fatto prioritario riferimento alle attuali
localizzazioni e formati riportati nella Nuova Banca Dati, in particolare per
gli impianti SPQR, in considerazione dell’attività di controllo nel frattempo
intervenuta a partire dal processo riorganizzativo del settore Affissioni e
Pubblicità realizzato nel corso degli ultimi anni</i>” - determinerebbe
un’ulteriore lesione del legittimo affidamento delle imprese del settore.
Difatti - come già dedotto nel ricorso introduttivo e nel ricorso n. 3553 del
2015 - Roma Capitale con la delibere n. 100/2006 e n. 37/2009 aveva rinnovato i
rapporti concessori per un periodo di cinque anni, prorogabile di ulteriori
cinque anni, con ciò radicando nelle ricorrenti stesse il legittimo
affidamento, affinché si giungesse alla positiva definizione della procedura di
riordino «con il recepimento automatico dei propri impianti nei piani di
localizzazione», con conseguente sottrazione degli stessi e delle loro
ubicazioni alle procedure di gara per tutta la durata dei titoli rinnovati o
rilasciati all’esito del riordino, pari ad almeno 5 anni. Pertanto, secondo le
ricorrenti, le conclusioni della Conferenza di Servizi sarebbero illegittime in
quanto, come si può verificare dai progetti dei piani di localizzazione, i
posizionamenti ed i formati degli impianti non corrispondono (se non in minima
parte) con quelli degli impianti di proprietà delle ricorrenti medesime
attualmente inseriti nella NBD. Inoltre le ricorrenti deducono che anche la
determinazione dirigenziale del 27 luglio 2015 si pone in contrasto con l’art.
62, comma 1, lett. b), del D. Lgs. n. 446/1997, perché tale disposizione non
conferisce il potere di incidere sulle autorizzazioni già rilasciate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>Illegittimità derivata dalla
deliberazione n. 380/2014 per violazione e falsa applicazione degli articoli 41
e 97 Cost., 1 e 3 della legge n. 241/1990, 42 e 48 del D.Lgs. 267/0000, 16 e 25
dello Statuto di Roma Capitale, nonché dell’art. 20, comma 1, lett. f), della
deliberazione n. 50/2014; violazione del principio del legittimo affidamento e
del minor sacrificio; violazione dell’art. 1375 cod. civ. e dei principi di
buon andamento, correttezza, equità, efficienza, economicità e ragionevolezza;
eccesso di potere per ingiustizia manifesta</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’impugnata determinazione dirigenziale
del 27 luglio 2015 sarebbe illegittima, in via derivata, anche nella parte in
cui perpetua i vizi della deliberazione n. 380/2014 che, nel dettare ad Æqua
Roma i criteri per la realizzazione dei piani di localizzazione degli impianti,
ha indebitamente ridotto il numero dei formati previsti dall’art. 20, comma 1,
lett. f), del Regolamento, così violando i principi di buona fede, correttezza
e proporzionalità dell’azione amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>Illegittimità derivata dalla
deliberazione n. 50/2014 e dalla deliberazione n. 380/2014 per violazione e
falsa applicazione degli articoli 41 e 97 Cost., nonché degli articoli 1 e 3
della legge n. 241/1990, violazione dei principi di certezza del diritto, del
legittimo affidamento, di buon andamento e imparzialità dell’azione
amministrativa, di proporzionalità; eccesso di potere per illogicità,
ingiustizia grave e manifesta, contraddittorietà, irragionevolezza,
travisamento ed erronea valutazione dei fatti, disparità di trattamento,
difetto di istruttoria e di motivazione, in ragione della omessa valutazione
dei singoli titoli in possesso delle società ricorrenti</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’impugnata determinazione dirigenziale
del 27 luglio 2015 sarebbe poi illegittima, sempre in via derivata, per le
ragioni già esposte con il ricorso introduttivo e con il ricorso n. 3553/2015,
per non aver previsto il formato 4x3. In proposito le ricorrenti osservano che:
A) solo all’esito della Conferenza di servizi (o, quantomeno, al momento della
trasmissione dei progetti da parte di Æqua Roma) l’Amministrazione ha potuto
avere una seppur parziale cognizione della quantità e tipologia di impianti che
nel nuovo regime potranno esser mantenuti sul territorio; B) tale circostanza
rende ancor più evidente l’illegittimità della trasformazione degli impianti di
formato 4x3, nonché la colorazione di tutti gli impianti del colore grigio
antracite, adempimenti che sono state imposti a tutti gli operatori del settore
già nell’attuale fase di transizione. Difatti sarebbe stato ragionevole imporre
gli adeguamenti solo per i impianti destinati a permanere sul territorio anche
in futuro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>Violazione e falsa applicazione del
principio della certezza del diritto; eccesso per difetto dei presupposti,
illogicità manifesta, irragionevolezza e difetto di istruttoria; violazione
degli articoli 7 e ss. della legge n. 241/1990; violazione dell’art. 97 Cost. e
dell’art. 2-bis della legge n. 241/1990</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Innanzi tutto le ricorrenti deducono che:
A) Æqua Roma con nota del 2 aprile 2015 ha trasmesso nuove proposte dei piani
di localizzazione, modificative ed integrative di quelle in precedenza inviate
con nota del 30 marzo 2015; B) con la determinazione dirigenziale in data 8
aprile 2015 è stata modificata la precedente determinazione dirigenziale del 1°
aprile 2015 - nella parte in cui stabilisce che l’indizione della Conferenza di
Servizi è finalizzata ad ottenere i pareri “<i>su tutte le 15 proposte di piani
di localizzazione formulate dalla Società Æqua Roma con nota prot. QHH/22759
del 30.3.2015</i>” - sostituendo tale frase con la seguente: “<i>su tutte le
proposte di Piani di Localizzazione formulate dalla Società Æqua Roma con nota
prot. QH/23791 del 2.4.2015</i>”; C) ciononostante con l’impugnata
determinazione dirigenziale del 27 luglio 2015 Æqua Roma è stata incaricata di
apportare le “<i>materiali modifiche</i>” conseguenti ai pareri delle
Sovraintendenze non già sulla proposta dei piani di localizzazione di cui alla
nota del 2 aprile 2015, bensì ma su quella di cui alla nota del 30 marzo 2015.
Infine le ricorrenti si dolgono del fatto che l’Amministrazione non abbia
comunicato l’avvio del procedimento, così precludendo ogni possibile apporto
delle imprese del settore alla redazione dei piani di localizzazione degli
impianti pubblicitari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">25. Roma Capitale con memorie depositate
in data 17 e 18 settembre 2015 ha insistito per la reiezione dei ricorsi in
epigrafe indicati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">26. Talune delle società ricorrenti hanno
presentato memorie con le quali hanno replicato alle difese di Roma Capitale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">27. Roma Capitale con memorie depositate
in data 22 dicembre 2015 ha ulteriormente insistito per la reiezione dei
ricorsi in epigrafe indicati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">28. Alla pubblica udienza del 27 gennaio
2016 i ricorsi in epigrafe indicati sono stati chiamati e trattenuti per la
decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>DIRITTO </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1. In via preliminare il Collegio ravvisa
i presupposti per disporre, ai sensi dell’art. 70 cod. proc. amm., la riunione
dei ricorsi in epigrafe indicati, sussistendo evidenti ragioni di connessione
soggettiva ed oggettiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. Sempre in via preliminare, anche al
fine di verificare l’interesse ad agire in relazione a ciascuno dei predetti
ricorsi, occorre procedere alla qualificazione della deliberazione della Giunta
capitolina n. 425/2013 e delle deliberazioni dell’Assemblea capitolina n.
49/2014 e n. 50/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.1. La deliberazione della Giunta
capitolina n. 425/2013 (recante “<i>Indirizzi finalizzati alla chiusura del
procedimento di riordino degli impianti pubblicitari di cui alla deliberazione
di Giunta comunale n. 1689/1997 e contestuale modifica e revoca parziale della
deliberazione di Giunta capitolina n. 116 del 5 aprile 2013</i>”), impugnata
con il ricorso n. 3006/2014, si configura come un atto amministrativo generale
con il quale è stato precisato il contenuto della precedente deliberazione
della Giunta capitolina n. 116/2013 (recante “<i>Indirizzi finalizzati alla
chiusura del procedimento di riordino degli impianti pubblicitari di cui alla
deliberazione di Giunta comunale n. 1689/1997</i>”), a sua volta adottata al
dichiarato fine di “<i>fissare le disposizioni transitorie che consentano, al
tempo stesso, sia di chiudere definitivamente la procedura di riordino ... (ad
oltre 15 anni di distanza dal suo avvio, quanto, soprattutto, di pervenire ad
un progressivo raggiungimento degli obiettivi del Piano Regolatore
anticipandone alcuni effetti sulla base dei dati contenuti nella nuova Banca
Dati</i>”. Ciononostante tale deliberazione, secondo la prospettazione delle
ricorrenti, sarebbe immediatamente lesiva perché andrebbe ad incidere, in modo
innovativo, sull’efficacia temporale dei titoli rilasciati all’esito della
procedura di riordino di cui alla deliberazione n. 254/1995.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.2. Quanto alla deliberazione n. 50/2014
- con la quale è stata approvata la proposta della Giunta rubricata “<i>Modifiche
ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 37 del 30 marzo 2000, avente
ad oggetto Modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 100 del
12 aprile 2006, riguardante il Regolamento comunale recante le norme in materia
di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni</i>” - è un atto che
rientra nella potestà regolamentare dell’Assemblea capitolina ai sensi del
combinato disposto degli articoli 52 e 62 del decreto legislativo 15 dicembre
1997, n. 446, con l’art. 42, comma 2, lett. a), del decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267. In particolare giova evidenziare che: A) quest’ultima
disposizione attribuisce al Consiglio comunale la potestà regolamentare
dell’Ente locale; B) l’art. 52 del decreto legislativo n. 446/1997 dispone che
i Comuni “<i>possono disciplinare con regolamento le proprie entrate, anche
tributarie, salvo per quanto attiene alla individuazione e definizione delle
fattispecie imponibili, dei soggetti passivi e della aliquota massima dei
singoli tributi, nel rispetto delle esigenze di semplificazione degli
adempimenti dei contribuenti</i>. ...”; C) il successivo art. 62 consente (al
comma 1) ai Comuni di escludere, con apposito regolamento adottato a norma
dell’art. 52, “<i>l’applicazione, nel proprio territorio, dell’imposta comunale
sulla pubblicità di cui al capo I del decreto legislativo 15 novembre 1993, n.
507, sottoponendo le iniziative pubblicitarie che incidono sull’arredo urbano o
sull’ambiente ad un regime autorizzatorio e assoggettandole al pagamento di un
canone in base a tariffa</i>”, specificando (al comma 2), che in tale
regolamento deve essere individuata la “<i>tipologia dei mezzi di effettuazione
della pubblicità esterna che incidono sull’arredo urbano o sull’ambiente ai
sensi del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e del relativo
regolamento di attuazione approvato con decreto del Presidente della Repubblica
16 dicembre 1992, n. 495</i>”, e devono essere previste “<i>le procedure per il
rilascio e per il rinnovo dell’autorizzazione</i>”. Ciò posto - sebbene la
giurisprudenza, nell’affrontare il tema dell’impugnabilità immediata dei
regolamenti, abbia anche recentemente ribadito (da ultimo Consiglio di Stato,
Sez. VI, 26 marzo 2015, n. 1596) che l’interessato non è, di regola,
legittimato ad impugnare le norme regolamentari perché la generalità e
l’astrattezza delle prescrizioni normative impedisce di ravvisare l’attualità
della lesione e una posizione differenziata rispetto al <i>quisque de
populo</i> - tuttavia nel caso in esame non v’è motivo di dubitare della
sussistenza della legittimazione e dell’interesse a ricorrere. Infatti con
alcuni dei predetti ricorsi viene impugnata anche la nota del 23 settembre
2014, con la quale l’Amministrazione - nel comunicare a tutte le imprese
titolari di impianti inseriti nella NBD, ivi comprese le società ricorrenti,
che l’inserimento nella NBD ha determinato la “<i>chiusura del procedimento di
riordino</i>”, sicché esse “<i>possono, sulla base di quanto previsto dall’art.
34, comma 9, mantenere i loro impianti sul territorio fino al 31.12.2014 e
comunque non oltre l’esito delle procedure di gara di cui al medesimo comma 9,
senza che si proceda al rilascio di singoli titoli autorizzatori</i>” - ha
contestualmente diffidato le predette imprese a procedere, entro la data del 31
gennaio 2015, “<i>all’adeguamento degli impianti inseriti nella NBD</i>” alle
prescrizioni di cui all’art. 20, comma 1, lett. f) del Regolamento, con il
quale è stata ridotta la tipologia dei formati ammessi, escludendo, tra gli
altri, il formato 4x3. Inoltre, con particolare riferimento ai ricorsi con il
quali non è stata impugnata la predetta nota del 23 settembre 2014, giova
evidenziare che la deliberazione n. 50/2014 - specie nella parte in cui va a
modificare il regime transitorio dell’art. 34 del Regolamento (come già
modificato dalla deliberazione consiliare n. 37/2009) e a ridurre la tipologia
dei formati ammessi - contiene vere e proprie “volizioni-azione”, ossia
previsioni che, secondo la giurisprudenza <i>(ex multis</i>, T.A.R.
Sicilia Palermo, Sez. II, 4 dicembre 2014, n. 3167), essendo destinate a un’immediata
applicazione producono un immediato effetto lesivo nella sfera giuridica dei
destinatari e, quindi, devono essere impugnati immediatamente, a prescindere
dall’adozione di atti applicativi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.3. Quanto al PRIP approvato con la
deliberazione n. 49/2014, si configura come un atto generale di pianificazione
territoriale, adottato dall’Assemblea capitolina ai sensi del combinato
disposto dell’art. 42, comma 2, lett. b), del decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267 (che attribuisce alla competenza del Consiglio comunale l’adozione
dei piani territoriali) con l’art. 3, comma 3, del decreto legislativo 15
novembre 1993, n. 507 (secondo il quale il regolamento per l’applicazione
dell’imposta sulla pubblicità e per l’effettuazione del servizio delle pubbliche
affissioni “<i>deve in ogni caso determinare la tipologia e la quantità degli
impianti pubblicitari, le modalità per ottenere il provvedimento per
l’installazione, nonché i criteri per la realizzazione del piano generale degli
impianti</i>”) e gli articoli 19 e del Regolamento (che fissano,
rispettivamente, le norme per la redazione ed approvazione del PRIP e i criteri
per l’elaborazione del piano). Ne consegue che - con particolare riferimento ai
ricorsi n. 14401/2014, n. 15804/2014 e n. 15806/2014 - non v’è motivo di
dubitare della sussistenza dell’interesse a ricorrere avverso la predetta
deliberazione, perché le impugnazioni riguardano la zonizzazione operata con il
PRIP e, quindi, disposizioni che incidono in via immediata e diretta sulla
sfera giuridica dei destinatari del piano.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3. Passando all’esame delle censure
innanzi esposte, il Collegio osserva che rivestono carattere pregiudiziale
quelle dedotte con il ricorso n. 3006/2014 avverso la deliberazione della
Giunta capitolina n. 425/2013, nessuna delle quali può essere accolta alla luce
delle seguenti considerazioni. Innanzi tutto dalle premesse alla precedente
deliberazione della Giunta capitolina n. 116/2013 (in parte revocata e
modificata dalla deliberazione n. 425/2013) si evince quanto segue: A) nell’aprile
del 2009, nelle more della conclusione della procedura di riordino degli
impianti pubblicitari di cui alla deliberazione n. 254/1995, a seguito della
pubblicazione della deliberazione assembleare n. 37/2009 “<i>è stato avviato un
censimento straordinario di tutta l’impiantistica pubblicitaria esistente sul
territorio comunale allo scopo di aggiornare archivi ormai datati, di
rafforzare il recupero dell’evasione tributaria per mancato pagamento del
canone di pubblicità, di contrastare in modo più efficace l’abusivismo e
definire in modo agevolato il contenzioso pendente in funzione deflattiva della
gran mole di procedimenti giurisdizionali pendenti</i>”; B) “<i>al
raggiungimento di tutti i risultati predetti si è intervenuti con la creazione
di una Nuova Banca Dati di tutta l’impiantistica pubblicitaria presente sul
territorio capitolino alla data del 31 dicembre 2009, che costituisce una
dotazione informatica strutturale di tutto il settore, sia sotto il profilo
contabile che amministrativo</i>”; C) nelle more dell’entrata in vigore del
PRIP, e considerato che la concreta applicazione dello stesso avrebbe comunque
richiesto l’adozione dei piani di localizzazione, si rendeva comunque
necessario “<i>fissare le disposizioni transitorie che consentano, al tempo
stesso, sia di chiudere definitivamente la procedura di riordino (ad oltre
quindici anni di distanza dal suo avvio), quanto soprattutto di pervenire ad un
progressivo raggiungimento degli obiettivi del Piano Regolatore anticipandone
alcuni effetti sulla base dei dati contenuti nella Nuova Banca Dati</i>”. Sulla
base di tali premesse la Giunta capitolina con la predetta deliberazione n.
116/2013 ha disposto (per quanto d’interesse in questa sede) di: A) “<i>proseguire
nell’implementazione della Nuova Banca Dati</i>” (primo cpv.); B) “<i>assicurare
la permanenza sul territorio di tutti gli impianti pubblicitari in essa
contenuti a titolo temporaneo nelle more dell’adozione del Piano Regolatore
degli impianti pubblicitari e dei suoi relativi Piani di localizzazione, a
condizione che gli impianti rispettino le prescrizioni del Codice della strada
e del suo Regolamento attuativo, come derogato dalla deliberazione del
Commissario straordinario n. 45/2008</i>” (secondo cpv.); C) “<i>consentire la
suddetta permanenza temporanea nella Nuova Banca Dati a condizione che siano
rispettate le altre prescrizioni del vigente Regolamento di Pubblicità
(deliberazione Consiglio Comunale n. 37/2009), ivi compresi gli adempimenti
tributari connessi all’esposizione tributaria e quelle in tema di insistenza in
aree vincolate come disciplinato dalla deliberazione del Commissario
straordinario predetta</i>” (terzo cpv.); D) “<i>stabilire che l’inserimento
nella Nuova Banca Dati degli impianti di tipo SPQR, R, ES, E, nonché di quelli
di cui all’articolo 33-bis del Regolamento di Pubblicità e di quelli di tipo
CONV, di cui all’art. 34, comma 4-bis, del Regolamento, determina la chiusura
del procedimento di riordino ad essi relativo, a condizione che siano
rispettate le prescrizioni del codice della strada, come derogato dalla
deliberazione del Commissario straordinario n. 45/2008 e la relativa posizione
contabile a far data dal titolo sottostante</i>” (quarto cpv.); E) “<i>confermare
che l’efficacia nel tempo della posizione amministrativa degli impianti di cui
al precedente capoverso è regolata dal combinato disposto dell’art. 34 comma 9
del Regolamento di Pubblicità, come modificato dalla deliberazione del
Commissario Straordinario con i poteri della Giunta Comunale n. 38/2008, e
dell’art. 64 del D. Lgs. n. 446/1997, a condizione che sia ottemperato alle
prescrizioni impartite dall’Amministrazione nei modi e nelle forme di cui al
comma 10 dell’art. 34</i>” (quinto cpv.). Tale disciplina è stata poi
sostanzialmente confermata con la deliberazione n. 425/2013. Infatti con tale
provvedimento la Giunta capitolina ha disposto (per quanto d’interesse in
questa sede) di: A) “<i>assicurare la permanenza sul territorio di tutti gli
impianti pubblicitari contenuti nella Nuova Banca Dati, limitatamente alle
tipologie SPQR, R, ES, E, nonché di quelli di cui all’articolo 33-bis del
Regolamento di Pubblicità e di quelli di tipo CONV, di cui all’art. 34, comma
4-bis, del Regolamento, a titolo temporaneo nelle more dell’adozione del Piano
Regolatore degli impianti pubblicitari e dei suoi relativi Piani di
localizzazione, a condizione che gli impianti rispettino le prescrizioni del
Codice della Strada, come integrate dalla deliberazione del Commissario
straordinario n. 45/2008, … nonché le prescrizioni del Regolamento di
Pubblicità di cui alla deliberazione di Consiglio Comunale n. 37/2009, nonché
quelle in tema di insistenza in aree vincolate come disciplinato dalla
deliberazione del Commissario straordinario predetta, confermando che
l’inserimento nella Nuova Banca Dati determina la chiusura del procedimento di
riordino ad essi relativo all’ulteriore condizione che la relativa posizione
contabile sia regolare a far data dal titolo sottostante alla scheda di
riordino</i>” (primo cpv.), senza innovare, nella sostanza, quanto già disposto
al secondo e al quarto capoverso della propria precedente deliberazione n.
116/2013; B) sostituire il quinto capoverso della deliberazione n. 116/2013 con
il seguente: “<i>confermare che l’efficacia nel tempo della posizione
amministrativa degli impianti di cui al precedente capoverso è regolata dal
disposto dell’art. 34 comma 9 del Regolamento di Pubblicità, come modificato
dalla deliberazione del Commissario Straordinario con i poteri della Giunta
Comunale n. 38/2008, a condizione che sia ottemperato alle prescrizioni
impartite dall’Amministrazione nei modi e nelle forme di cui al comma 10
dell’art. 34</i>” (terzo cpv.), limitandosi ad espungere il riferimento
all’art. 64 del D. Lgs. n. 446/1997 contenuto nel quinto capoverso della
propria precedente deliberazione; C) precisare, con riferimento a quanto già
previsto al sesto capoverso della deliberazione n. 116/2013, che “<i>il
recepimento automatico delle risultanze del procedimento di riordino
all’interno del Piano Regolatore e nei conseguenti Piani di Localizzazione non
altera, tuttavia, la scadenza naturale dei titoli degli impianti di cui alla
medesima procedura di riordino</i>” (quarto cpv.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.1. Stante quanto precede, il Collegio
ritiene che le censure in esame, ancor prima che infondate, siano inammissibili
in quanto: A) è stata la deliberazione n. 116/2013 (con il quarto capoverso) a
sancire - sul presupposto che la NBD censisca tutti gli impianti presenti sul
territorio capitolino alla data del 31 dicembre 2009 (unica data fissata da
ultimo con la deliberazione commissariale n. 38/2008 per la scadenza del primo
quinquennio di efficacia delle autorizzazioni e delle concessioni già
rilasciate o da rilasciare attinenti alla procedura del riordino) -
l’equivalenza tra l’inserimento degli impianti nella NBD e l’adozione dei
provvedimenti formali di chiusura dei procedimenti avviati per tali impianti
con la presentazione delle domande di partecipazione alla procedura di
riordino, in modo da far decorrere dal 1° gennaio 2010 i cinque anni di
efficacia dei titoli previsti dall’art. 34, comma 9, del Regolamento (nel testo
risultante dalle modifiche apportate dalla deliberazione n. 37/2009), mentre la
successiva deliberazione n. 425/2013 si è limitata a confermare che
l’inserimento dell’impianto nella NBD determina la chiusura della procedura di
riordino; B) come si può evincere dall’ultimo capoverso della deliberazione n.
425/2013, quest’ultima non ha revocato integralmente la deliberazione n.
116/2013, ma solo le parti con essa in contrasto, sicché nessuna utilità
deriverebbe alle ricorrenti dall’accoglimento delle censure in esame, perché
investono la deliberazione n. 116/2013 proprio nella parte in cui conferma
l’equivalenza tra l’inserimento degli impianti nella NBD e l’adozione dei
provvedimenti di chiusura della procedura di riordino.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.2. Analoghe considerazioni valgono per
la censura relativa alla disposizione di cui al primo capoverso della
deliberazione n. 425/2013 (ove è previsto che la permanenza sul territorio
degli impianti inseriti nella NBD è assicurata “<i>a titolo temporaneo</i>”
nelle more dell’adozione del PRIP), che - secondo la prospettazione delle
ricorrenti - «svela la malcelata scelta della Giunta capitolina di derogare a
quanto previsto dal Regolamento comunale in ordine al transito ed
all’adeguamento degli impianti regolari nel futuro piano regolatore». Infatti
il Collegio osserva che la volontà di “<i>assicurare la permanenza sul
territorio di tutti gli impianti pubblicitari in essa contenuti a titolo
temporaneo nelle more dell’adozione del Piano Regolatore degli impianti
pubblicitari e dei suoi relativi Piani di localizzazione</i>” era già stata
chiaramente espressa dalla Giunta capitolina nel secondo capoverso del
dispositivo della deliberazione n. 116/2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.3. Fermo restando quanto precede, solo
per completezza il Collegio osserva che le censure in esame risultano comunque
destituite di ogni fondamento. Innanzi tutto, quanto alla censura incentrata
sul difetto di motivazione, risulta evidente che il quarto capoverso della
deliberazione n. 425/2013, nel far riferimento alla “<i>scadenza naturale dei
titoli degli impianti di cui alla medesima procedura di riordino</i>”, muove
dal presupposto che l’efficacia temporale dei titoli relativi agli impianti
inseriti nella NBD sia fissata dall’art. 34, comma 9, del Regolamento; pertanto
non sussiste alcuna incertezza sulla durata dei titoli ai quali la Giunta
intende riferirsi, trattandosi del quinquennio previsto dall’art. 34, comma 9,
del Regolamento, né sul <i>dies a quo</i> al quale ancorare
l’efficacia temporale dei titoli, da identificare nel 1° gennaio 2010. Né
miglior sorte merita l’ulteriore censura, secondo la quale sarebbe
irragionevole ed ingiusto limitare l’efficacia di titoli rilasciati all’esito
della procedura di riordino, ossia con decorrenza 1° gennaio 2010, prima che la
procedura stessa si sia conclusa; difatti la Giunta già nella deliberazione n.
116/2013 aveva posto in rilievo l’esigenza di introdurre disposizioni
transitorie che consentissero di chiudere definitivamente la procedura di
riordino predetta, essendo trascorsi oltre 15 anni dal suo avvio. Infine
pienamente condivisibili appaiono le considerazioni svolte nelle premesse alla
deliberazione n. 425/2013 con riferimento a quanto disposto nel terzo della
delibera stessa, ove si afferma che il riferimento all’art. 64 del decreto
legislativo n. 446/1997, contenuto nel quinto capoverso della deliberazione n.
116/2013, costituiva “<i>un mero errore materiale</i>”; difatti nelle premesse
alla deliberazione n. 425/2013 è stato correttamente osservato che “<i>l’Amministrazione
ha già affrontato in modo specifico il tema della durata degli impianti di cui
alla procedura di riordino sia con la previsione di cui all’art. 34, comma 9,
sia con le modalità dell’eventuale rinnovo delle autorizzazioni di cui al comma
10 del medesimo articolo, rispetto alla quale nulla può innovare la
deliberazione della Giunta capitolina n. 116/2013</i>”. In particolare, giova
porre in rilievo sin d’ora che - come ricordato da Roma Capitale nelle sue
difese - il decreto legislativo n. 446/1997 segna il passaggio da un regime nel
quale per collocare un impianto pubblicitario su suolo pubblico dovevano essere
corrisposti all’Amministrazione il canone di pubblicità, la tassa per
l’occupazione di suolo pubblico (TOSAP) e l’imposta di pubblicità, ad un
diverso regime caratterizzato dal pagamento della sola imposta e del canone
(che nel frattempo aveva assorbito la TOSAP), ferma restando la possibilità,
per i Comuni, di adottare il c.d. “canone a tariffa”, con contestuale
abolizione dell’imposta di pubblicità, mediante l’adozione del Regolamento,
previsto dall’art. 62, comma 1, del decreto legislativo n. 446/1997 è stata
prevista. Ebbene, proprio in tale contesto si colloca la disposizione dell’art.
64, comma 1, del decreto legislativo n. 446/1997, nel senso che, nel momento in
cui è stato previsto il passaggio dal regime del canone/imposta a quello del
canone unico a tariffa, è stata prevista la possibilità, per il titolare
dell’autorizzazione, di proseguire nel rapporto con l’Amministrazione,
facendone esplicita istanza, ovvero continuando a corrispondere le somme
dovute. Pertanto la Giunta nelle premesse alla deliberazione n. 425/2013 è
correttamente pervenuta alla conclusione che l’art. 64, comma 1, del decreto
legislativo n. 446/1997 “<i>risulta irrilevante ai fini della definizione della
durata nel tempo delle posizioni amministrative riferite agli impianti di cui
alla procedura di riordino</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4. Passando all’esame dei ricorsi proposti
avverso la deliberazione n. 50/2014, il Collegio preliminarmente osserva che
alla luce delle considerazioni sin qui svolte risulta inammissibile il quinto
motivo del ricorso n. 15829/2014, con il quale la società Sipea Srl lamenta
l’illegittimità della disposizione dell’art. 34, comma 9, del Regolamento (come
modificata dalla deliberazione n. 50/2014) - nella parte in cui limita al 31
dicembre 2014 la permanenza sul territorio comunale degli impianti inseriti
nella NBD - muovendo dal presupposto che tale limitazione si fondi sulla
deliberazione del Commissario Straordinario n. 38/2008, impugnata dalla
medesima società innanzi a questo Tribunale con il ricorso n. 5659/2009,
tuttora pendente. Difatti - se è vero che con tale deliberazione commissariale
è stato modificato l’art. 14 della deliberazione della Giunta n. 1689/1997 (già
novellato dalla deliberazione n. 6/2008) prevedendo che “<i>la durata delle
autorizzazioni e delle concessioni già rilasciate o da rilasciare attinenti
alla procedura del riordino è unificata e la scadenza del primo quinquennio è
fissata al 31.12.2009</i>” - è altrettanto vero che (come si avrà modo di
precisare) la deliberazione n. 50/2014 si fonda sulla sopravvenuta
deliberazione della Giunta capitolina n. 116/2013, con la quale (come già
evidenziato) è stata disposta l’equivalenza tra l’inserimento degli impianti
nella NBD e l’adozione dei provvedimenti formali di chiusura dei procedimenti
avviati per tali impianti con la presentazione delle relative domande di
partecipazione alla procedura di riordino, in modo da far decorrere dal 1°
gennaio 2010 i cinque anni di efficacia dei titoli previsti dall’art. 34, comma
9, del Regolamento (nel testo risultante dalle modifiche apportate dalla
deliberazione n. 37/2009). Pertanto si deve ritenere che: A) allo stato, la
società Sipea Srl non conseguirebbe alcuna utilità per effetto di un eventuale
annullamento della deliberazione commissariale n. 38/2008; B) non vi sia,
quindi, alcuna ragione per accogliere l’istanza della società Sipea Srl di
riunione del ricorso n. 15829/2014 con il ricorso n. 5659/2009.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5. Nel merito, occorre procedere innanzi
tutto all’esame dalle censure (comuni ai ricorsi n. 14401/2014, n. 14436/2014,
n. 15804/2014 e n. 15806/2014) con le quali viene dedotto che: A) la seconda
pubblicazione della deliberazione n. 50/2014 non è stata preceduta da una nuova
convocazione dell’Assemblea capitolina; B) tale deliberazione (nel testo
oggetto della seconda pubblicazione) non riporta, nella sua parte dispositiva,
alcune delle modifiche alla disciplina regolamentare che invece si riscontrano
nel testo del Regolamento allegato alla deliberazione medesima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.1. Quanto alla prima censura, il
Collegio preliminarmente osserva che la deliberazione oggetto della seconda
pubblicazione è strutturata come segue: A) una prima parte, costituita da un
estratto dal verbale n. 54 del 2014 - relativo alle deliberazioni assunte
dall’Assemblea capitolina nella seduta pubblica del 30 luglio 2014 - nel quale
sono riportate la proposta formulata dalla Giunta e la decisione assunta
dall’Assemblea, con l’indicazione analitica di tutte le modifiche ed
integrazioni apportate al Regolamento approvato con la deliberazione n.
37/2009; B) un allegato, costituito dal testo del Regolamento come risultante
dalle modifiche ed integrazioni approvate dall’Assemblea nella seduta del 30
luglio 2014. Inoltre giova rammentare che i verbali delle sedute dell’Assemblea
capitolina costituiscono atti pubblici e, quindi, ai sensi dell’art. 2700 cod.
civ. fanno “<i>piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del
documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni
delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in
sua presenza o da lui compiuti</i>”. Poste tali premesse il Collegio ritiene
che nessun rilievo possa assumere in questa sede la circostanza che nella prima
parte della deliberazione oggetto della seconda pubblicazione (sostitutiva
della precedente) siano riportate disposizioni (come, ad esempio, l’art. 6,
comma 1-quater) che non figuravano nel testo della deliberazione oggetto della
prima pubblicazione, ma solo nel testo del Regolamento alla stessa allegato.
Infatti, posto che l’estratto dal verbale n. 54 del 2014 che forma oggetto
della seconda pubblicazione costituisce un atto pubblico, le ricorrenti
avrebbero dovuto proporre una querela di falso per dimostrare che su
disposizioni come quella dell’art. 6, comma 1-quater non si era formata la
volontà dell’organo collegiale. In altri termini il Collegio ritiene che - a
fronte dell’efficacia privilegiata che la legge attribuisce ad un atto
pubblico, qual è l’estratto dal verbale n. 54 del 2014 oggetto della seconda
pubblicazione - ogni contestazione avente ad oggetto la mancata formazione
della volontà dell’Assemblea capitolina sulle modifiche ed integrazioni al
Regolamento risultanti dal predetto verbale avrebbe dovuto essere sollevata innanzi
al Giudice ordinario mediante la proposizione di una querela di falso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.2. Quanto alla seconda censura, muove
dalla constatazione che nella prima parte della deliberazione n. 50/2014 che
forma oggetto della seconda pubblicazione non siano riportate talune delle
modifiche ed integrazioni che invece risultano dal testo del Regolamento alla
stessa allegato. Ciò posto, la censura in esame risulta, ancor prima che
infondata, inammissibile per carenza di interesse perché nessuna di tali
discordanze forma oggetto di specifiche censure. In ogni caso il Collegio
ritiene che la presenza di discordanze tra la parte dispositiva della
deliberazione (ossia l’ultima parte dell’estratto dal verbale n. 54 del 2014,
recante l’indicazione analitica di tutte le modifiche ed integrazioni apportate
al Regolamento) ed il testo del Regolamento riportato in allegato alla
deliberazione stessa non sia sufficiente per ritenere che il provvedimento
impugnato sia radicalmente nullo, ai sensi dell’art. 21-septies della legge n.
241/1990. Infatti la stessa società APA Srl ha correttamente rilevato che la
parte dispositiva della deliberazione n. 50/2014 non riporta la clausola finale
che figurava nella parte dispositiva della precedente deliberazione n. 37/2009,
secondo la quale “...<i>il testo del regolamento come sopra modificato risulta
quello allegato, parte integrante al presente atto</i>”. Pertanto il Collegio
ritiene il testo del Regolamento oggetto della seconda pubblicazione non
costituisca parte integrante della deliberazione n. 50/2014, ma abbia carattere
“meramente compilativo”, con l’ulteriore conseguenza che, in caso di
discordanze tra il testo del Regolamento allegato alla deliberazione e la parte
dispositiva della deliberazione stessa, prevale quest’ultima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6. Comuni a quasi tutti i ricorsi sono le
censure incentrate sul fatto che l’Assemblea capitolina - nel prevedere (con
l’art. 34, comma 9, del Regolamento, nel testo introdotto dalla deliberazione
n. 50/2014) che “<i>gli impianti riconducibili alla procedura di riordino, già
riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio, nel
rispetto del presente regolamento, fino al 31 gennaio 2014, senza possibilità
di rinnovo o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito
delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione</i>”
- avrebbe violato i principi di ragionevolezza e di irretroattività degli atti
amministrativi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.1. A tal riguardo non v’è dubbio sul
fatto che anche per i regolamenti - da qualificare come atti oggettivamente
normativi, ma soggettivamente amministrativi - viga la regola generale della
irretroattività degli effetti dell’azione amministrativa. Infatti la
giurisprudenza in più occasioni (<i>ex multis</i>, T.A.R. Campania Napoli, Sez.
I, 8 maggio 2013, n. 2364; T.A.R. Toscana Firenze, 25 agosto 2010, n. 4892) ha
evidenziato che tale regola costituisce un’espressione del principio di
legalità e dell’esigenza di certezza dei rapporti giuridici, in forza della
quale è precluso all’amministrazione incidere unilateralmente e con effetto <i>ex
ante</i>sulla sfera giuridica dei destinatari e, quindi, tale regola a maggior
ragione opera nel caso di provvedimenti aventi contenuto regolamentare. Infatti
il principio di irretroattività, derivando dall’art. 11 delle preleggi, è derogabile
per effetto di una disposizione di legge pari ordinata, ma non anche in sede di
esercizio del potere regolamentare, che è fonte normativa gerarchicamente
subordinata alla legge, sicché solo in presenza di una specifica norma di legge
i regolamenti amministrativi possono avere efficacia retroattiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.2. Ciò posto - e considerato che,
secondo la previgente disciplina transitoria prevista dall’art. 34, comma 9,
del Regolamento (nel testo introdotto dalla deliberazione n. 100/2006 e non
modificato dalla deliberazione n. 37/2009) per gli impianti inseriti nella
procedura di riordino “<i>l’esame delle domande di riordino ancora nella fase
istruttoria è sospeso e sarà effettuato sulla base dei criteri introdotti dai
piani previsti dall’art. 19 del Regolamento</i>” (art. 34, comma 5-bis) e “<i>le
concessioni e le autorizzazioni rinnovate, rispettivamente per cinque o tre
anni, all’esito del procedimento di riordino</i>... <i>possono essere
rinnovate per ulteriori periodi ciascuno non superiore, rispettivamente, a
cinque e tre anni</i>” (art. 34, comma 9) - assume rilievo decisivo accertare
se sia condivisibile o meno la tesi delle società ricorrenti secondo la quale
l’Assemblea capitolina modificando tale disciplina transitoria avrebbe
implicitamente attribuito efficacia retroattiva all’inserimento degli impianti
nella NBD, in modo da far decorrere dal 1° gennaio 2010 il quinquennio di cui
alla previgente disposizione dall’art. 34, comma 9. Ebbene il Collegio ritiene
che questa tesi non possa essere accolta perché un attento esame degli atti di
causa rivela che la disciplina contenuta nella nuova disposizione introdotta
nell’art. 34, comma 9, del Regolamento non ha una portata realmente innovativa,
bensì una portata meramente ricognitiva di effetti giuridici derivanti da
precedenti provvedimenti amministrativi, oramai divenuti inoppugnabili. In
particolare giova qui ribadire che la Giunta capitolina con la deliberazione n.
116/2013 ha disposto di: A) assicurare la permanenza sul territorio di tutti
gli impianti pubblicitari inseriti nella NBD “<i>a titolo temporaneo nelle more
dell’adozione del Piano Regolatore degli impianti pubblicitari e dei suoi
relativi Piani di localizzazione, a condizione</i> …” (secondo cpv.); C)
stabilire che l’inserimento degli impianti nella NBD “<i>determina la chiusura
del procedimento di riordino ad essi relativo, a condizione</i> …” (quarto
cpv.). Tale disciplina è stata poi confermata con la deliberazione n. 425/2013,
con la quale la Giunta ha deliberato di “<i>assicurare la permanenza sul
territorio di tutti gli impianti pubblicitari contenuti nella Nuova Banca Dati, </i>… <i>a
titolo temporaneo nelle more dell’adozione del Piano Regolatore degli impianti
pubblicitari e dei suoi relativi Piani di localizzazione, a condizione …,
confermando che l’inserimento nella Nuova Banca Dati determina la chiusura del
procedimento di riordino ad essi relativo all’ulteriore condizione</i> …”
(primo cpv.). In sintonia con tali deliberazioni, l’Assemblea capitolina sin
dalle premesse alla deliberazione n. 50/2014 pone in rilievo che: A) tutti gli
elementi acquisiti nell’ambito della procedura di riordino “sono stati valutati
e recepiti dall’Amministrazione all’interno del procedimento di inserimento
nella Nuova Banca Dati dell’anno 2009”; B) conseguentemente “<i>non può che
confermarsi che il predetto inserimento ha determinato la chiusura del
procedimento di riordino in aderenza con le statuizioni di cui ai precedenti
atti giuntali</i>”. Coglie, quindi, nel segno la Difesa di Roma Capitale quando
afferma che la deliberazione n. 50/2014 non produce effetti retroattivi, perché
si configura come un provvedimento «meramente ricognitivo di un fatto -
l’avvenuta chiusura del riordino con la NBD del 2009 - già definitivamente
proclamato dai precedenti provvedimenti». Difatti il Collegio ritiene che: A)
sia stata la Giunta capitolina, con la deliberazione n. 116/2013 a stabilire
(cfr. il quarto capoverso) l’equivalenza tra l’inserimento degli impianti nella
NBD (a prescindere dalla tipologia di impianto) e l’adozione dei provvedimenti
formali (favorevoli agli interessati) di chiusura dei procedimenti a suo tempo
avviati con la presentazione delle domande di partecipazione alla procedura di
riordino; B) la stessa Giunta con la successiva deliberazione n. 425/2013 si
sia limitata a confermare tale equivalenza; C) la nuova disposizione dell’art.
34, comma 9, del Regolamento (nella parte in cui fissa il termine del 31
dicembre 2014 per la permanenza sul territorio degli impianti inseriti nella
banca dati) non sia altro che una logica conseguenza della disposizione
introdotta con il successivo comma 14, con la quale - in coerenza con le
suddette deliberazioni n. 116/2013 e n. 425/2013 - viene ulteriormente
confermato che “<i>l’inserimento nella Nuova Banca Dati degli impianti SPQR, R,
ES, E, nonché di quelli di cui all’articolo 33-bis del Regolamento di
Pubblicità e di quelli di tipo CONV, di cui all’art. 34, comma 4-bis, del
Regolamento, ha determinato la chiusura della procedura di riordino ad essi
relativo, condizionatamente al rispetto delle prescrizioni del codice della
strada, come derogato dalla deliberazione del Commissario straordinario n.
45/2008, nonché delle vigenti disposizioni regolamentari, ivi compresa la
relativa posizione contabile a partire dal titolo sottostante</i>”; D) l’unica
parte realmente innovativa della nuova disciplina transitoria introdotta dalla
deliberazione n. 50/2014 nell’art. 34, comma 9, del Regolamento sia quella che
recepisce la decisione dell’Assemblea capitolina - evidentemente destinata a
produrre i propri effetti per il futuro - di escludere la possibilità di
ulteriori rinnovi dei titoli.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.3. Del resto a diverse conclusioni non è
possibile pervenire neppure muovendo dal presupposto che le deliberazioni n.
116/2013 e n. 425/2013 sarebbero state adottate al solo fine di accelerare la
chiusura della procedura di riordino, sicché l’unica interpretazione possibile
delle deliberazioni stesse sarebbe nel senso che l’equivalenza tra
l’inserimento nella NBD e l’adozione dei provvedimenti di chiusura della
procedimento di riordino - nel frattempo sospeso per effetto dell’art. 34,
comma 5-bis, del Regolamento, introdotto dalla deliberazione n. 37/2009
(secondo il quale “<i>l’esame delle domande di riordino ancora nella fase
istruttoria è sospeso e sarà effettuato sulla base dei criteri introdotti dai
piani previsti dall’art. 19 del Regolamento</i>”) - avrebbe potuto essere
sancita solo dopo la pubblicazione del PRIP, mentre diversamente opinando le
suddette deliberazioni si porrebbero in insanabile contrasto con il predetto
art. 34, comma 5-bis. Infatti questa tesi è contraria: A) sia alla ratio delle
deliberazioni n. 116/2013 e n. 425/2013, perché nelle premesse della
deliberazione n. 116/2013 viene chiaramente evidenziata l’esigenza di “<i>fissare
le disposizioni transitorie che consentano </i>… <i>di chiudere
definitivamente la procedura di riordino</i>”; B) sia alla lettera delle
predette deliberazioni, che non subordinano affatto la chiusura della procedura
di riordino alla pubblicazione del PRIP. Inoltre il Collegio ritiene che gli
effetti delle deliberazioni n. 116/2013 e n. 425/2013 non possano comunque
essere messi in discussione in questa sede perché: A) dagli atti di causa non
risulta che la deliberazione n. 116/2013 sia stata impugnata; B) come già
evidenziato, il ricorso n. 3006/2014, con il quale è stata impugnata la
deliberazione n. 425/2013, risulta inammissibile ancor prima che infondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7. Parimenti infondata risulta la censura
secondo la quale la retrodatazione della decorrenza dei titoli (a far data dal
2009) sarebbe incompatibile con la disciplina transitoria prevista dall’art. 64
del decreto legislativo n. 446/1997 per il rinnovo dei titoli rilasciati prima
dell’emanazione del regolamento di cui all’art. 62. In particolare, secondo le
parti ricorrenti, posto che Roma Capitale non ha ancora approvato i piani di
localizzazione, in base ai quali saranno rilasciati i nuovi titoli, quelli
vigenti al momento dell’adozione della deliberazione n. 100/2006 dovrebbero
considerarsi rinnovate ai sensi del predetto art. 64 del decreto legislativo n.
446/1997, secondo il quale “<i>Le autorizzazioni alla installazione di mezzi
pubblicitari e le concessioni di spazi ed aree pubbliche, rilasciate
anteriormente alla data dalla quale hanno effetto i regolamenti previsti negli
articoli 62 e 63, sono rinnovate a richiesta del relativo titolare o con il
pagamento del canone ivi previsto, salva la loro revoca per il contrasto con le
norme regolamentari</i>”. Tuttavia si è già evidenziato che: A) il decreto
legislativo n. 446/1997 segna il passaggio da un regime nel quale per collocare
un impianto pubblicitario su suolo pubblico dovevano essere corrisposti
all’Amministrazione il canone di pubblicità, la tassa per l’occupazione di
suolo pubblico (TOSAP) e l’imposta di pubblicità, ad un diverso regime
caratterizzato dal pagamento della sola imposta e del canone (che nel frattempo
aveva assorbito la TOSAP), ferma restando la possibilità, per i Comuni, di
adottare il c.d. “canone a tariffa”, con contestuale abolizione dell’imposta di
pubblicità, mediante l’adozione del Regolamento, previsto dall’art. 62, comma
1, del decreto legislativo n. 446/1997 è stata prevista; B) in tale contesto si
colloca la disposizione dell’art. 64, comma 1, del decreto legislativo n.
446/1997, nel senso che, nel momento in cui è stato previsto il passaggio dal
regime del canone/imposta a quello del canone unico a tariffa, è stata prevista
la possibilità di proseguire nel rapporto con l’Amministrazione, facendone
esplicita istanza, ovvero continuando a corrispondere le somme dovute; C) la
deliberazione n. 50/2014 non si pone, quindi, in contrasto con l’art. 64 del
decreto legislativo n. 446/1997 perché Roma Capitale ha effettuato il passaggio
al regime del canone a tariffa nell’anno 2006 (ossia con l’adozione della
deliberazione consiliare n. 100/2006), sicché al momento dell’istituzione della
NBD (anno 2009) non c’era alcun regime transitorio da applicare, perché tutti i
titoli inseriti nella procedura di riordino sono stati rinnovati nel corso del
tempo, di fatto sino al 2009 e formalmente dal 2009 al 2014. Inoltre si è già
detto che la Giunta nelle premesse alla deliberazione n. 425/2013 ha
correttamente rilevato come il riferimento all’art. 64 del decreto legislativo
n. 446/1997, contenuto nel quinto capoverso del dispositivo della deliberazione
n. 116/2013, costituisse un “<i>mero errore materiale</i>” e, quindi, ha
provveduto ad espungere tale riferimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8. Prive di fondamento risultano anche le
ulteriori censure (dedotte con i ricorsi n. 15194/2014 e n. 15195/2014)
incentrate sulla violazione dell’art. 52, comma 2, del decreto legislativo n.
446/1997, secondo il quale i regolamenti con i quali gli Enti locali
disciplinano le proprie entrate, anche tributarie, “<i>sono approvati con
deliberazione del comune e della provincia non oltre il termine di approvazione
del bilancio di previsione e non hanno effetto prima del 1° gennaio dell’anno
successivo</i>”, e sul fatto che Roma Capitale con la deliberazione n. 50/2014
abbia svincolato l’esito della procedura di riordino dalla preventiva
approvazione del PRIP e dei piani di localizzazione. In particolare, secondo le
ricorrenti, posto che le modifiche del Regolamento non avrebbero potuto
produrre effetti prima del prossimo anno, la procedura di riordino non poteva
essere dichiarata conclusa, essendo suo presupposto indefettibile il vaglio
delle singole posizioni alla luce del PRIP e dei piani di localizzazione.
Tuttavia in relazione alla prima censura si deve qui ribadire che la conferma
delle deliberazioni di Giunta non ha effetto innovativo, fermo restando che, in
ogni caso, gli effetti relativi al mancato rinnovo dei titoli per un ulteriore quinquennio
decorrono dal 1° gennaio 2015. Invece, quanto al fatto che l’Assemblea
capitolina abbia svincolato l’esito della procedura di riordino dalla
preventiva approvazione del PRIP e dei piani di localizzazione, il Collegio non
ritiene censurabile tale scelta, che si giustifica in ragione di dare
finalmente attuazione (dopo quasi vent’anni) alla regola della gara pubblica
per l’affidamento degli spazi pubblicitari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9. Né miglior sorte meritano le censure
incentrate sul fatto che l’Assemblea capitolina - nel prevedere (con
l’ulteriore disposizione inserita nel corpo dell’art. 34, comma 9, del
Regolamento) che “<i>non si procede al rilascio dei singoli atti autorizzatori
relativamente agli impianti predetti</i>” - consenta all’Amministrazione di
sottrarsi all’obbligo di provvedere sulle istanze presentate dalle imprese
partecipanti alla procedura di riordino. In particolare le ricorrenti -
premesso che tale obbligo, sancito in termini generali dall’art. 2 della legge
n. 241/1990, è stato confermato dagli articoli 33 e 34 del Regolamento (nel
testo introdotto dalla deliberazione n. 100/2006) e recentemente ribadito anche
da questa stessa Sezione con la sentenza 20 maggio 2014, n. 5288 - sostengono
che la fittizia conclusione della procedura di riordino: A) sarebbe affetta da
sviamento di potere, perché si pretende di utilizzare la NBD al fine di eludere
l’obbligo di provvedere e senza considerare che l’inserimento nella NBD era
finalizzato a censire gli impianti pubblicitari per esigenze essenzialmente
contabili e tributarie, con la conseguenza che tale adempimento non avrebbe
potuto sostituire la verifica delle singole posizioni relative alle istanze
presentate nell’ambito della procedura di riordino, verifica che richiedeva non
solo l’accertamento del possesso del vecchio titolo sottostante, ma anche della
corretta collocazione dell’impianto riguardo alle norme del codice della
strada; B) si tradurrebbe in un surrettizio rimedio all’inerzia
dell’Amministrazione, protrattasi per circa venti anni, che si configura pur sempre
come un fatto imputabile all’Amministrazione stessa; C) sarebbe illogica,
perché prima dell’abrogazione dell’art. 34, comma 5-bis, del Regolamento
(disposta con l’impugnata deliberazione n. 50/2014) la procedura di riordino
era sospesa in quanto la verifica delle domande avrebbe dovuto essere
effettuata sulla base dei criteri introdotti dal Piano Regolatore e dai piani
di localizzazione degli impianti e dei mezzi pubblicitari previsti dall’art. 19
del Regolamento, sicché l’inserimento nella NBD, essendo avvenuto dopo la
sospensione della procedura di riordino disposta dall’art. 34, comma 5-bis, non
poteva comunque comportare la chiusura di un procedimento che risultava
sospeso; D) sarebbe comunque incompatibile con l’esigenza di stabilire una data
certa per la decorrenza dei titoli rilasciati all’esito della procedura del
riordino.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.1. In proposito il Collegio
preliminarmente osserva che le ragioni poste a fondamento della decisione di
non procedere al formale rilascio dei titoli relativi agli impianti inseriti
nella NBD si evincono chiaramente dalle premesse alla deliberazione n. 50/2014,
ove è stato posto in rilievo come: A) “<i>in considerazione anche delle
normative statale e nazionale nel frattempo intervenute, le quali obbligano ad
una pianificazione da attuarsi a mezzo procedure ad evidenza pubblica</i>”
l’insistenza sul territorio capitolino degli impianti inseriti nella NBD “<i>non
possa essere ulteriormente protratta oltre il 31 dicembre 2014, se non per il
tempo necessario ad adottare gli atti gestionali conseguenti all’approvazione
degli strumenti di pianificazione previsti per legge</i>”; B) debba, quindi, “<i>ritenersi
superata la necessità di adozione e rilascio dei singoli provvedimenti
autorizzatori, dal momento che la previsione di cessazione degli effetti delle
autorizzazioni al 31 dicembre 2014 finirebbe per aggravare inutilmente il
procedimento amministrativo, essendo garantite le posizioni denunziate nel
procedimento di riordino come validate dalla Nuova Banca Dati per tutto il
tempo pregresso e sino all’espletamento degli atti di cui sopra</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.2. Ciò premesso, giova rammentare che la
giurisprudenza in diverse occasioni (<i>ex multis</i>, Cons. Stato, Ad. Plen.
25 febbraio 2013, n. 5; T.R.G.A. Trentino-Alto Adige, Bolzano, 5 dicembre 2014,
n. 278) si è pronunciata sulla scelta di mettere a gara gli spazi pubblici per
la collocazione degli impianti pubblicitari commerciali. In particolare
l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha affermato quanto segue: «<i>Alla
definizione della disciplina della collocazione degli impianti pubblicitari
concorrono la normativa sulla viabilità, che sottopone gli impianti, per la
sicurezza del traffico veicolare, ad autorizzazione comunale se collocati nei
centri abitati (art. 23, comma 4, del codice della strada (d.lgs. n. 285 del
1992), quella sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici (articoli 49 e
153 del codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42 del 2004), se
gli impianti incidano su tali profili, e la normativa tributaria, posta in
particolare dal d.lgs. n. 507 del 1993 (e poi dal d.lgs. n. 446 del 1997). In
fatto la collocazione degli impianti pubblicitari commerciali su aree pubbliche
urbane, che qui interessa, è vincolata dalla naturale limitatezza degli spazi
disponibili all’interno del territorio comunale, ulteriormente ristretta per
effetto dei vincoli sia di viabilità sia di tutela dei beni culturali gravanti
sul territorio. Ciò motiva la statuizione di cui all’art. 3, comma 3, del
citato d.lgs. n. 507 del 1993, per cui ciascun Comune “deve” determinare, oltre
la tipologia, anche “la quantità” degli impianti pubblicitari e approvare un
“piano generale degli impianti”, con la delimitazione della superficie
espositiva massima dei diversi tipi di impianti (nella prassi ripartita tra le
zone del territorio urbano), definendosi con ciò un mercato contingentato. La
normativa sulla installazione degli impianti a tutela della sicurezza stradale,
e dei valori culturali, si raccorda così a quella ulteriore basata sul
presupposto, necessitato e condizionante, del contingentamento dell’attività in
questione poiché comportante l’uso di una risorsa pubblica scarsa qual è il
suolo pubblico. Si configura con ciò un rapporto tra l’ente locale e il privato
il cui modello di riferimento, alla luce della sua qualificazione sostanziale,
è quello concessorio “atteso che è giustappunto una concessione di area
pubblica il provvedimento iniziale che conforma il rapporto” (Cons. Stato, n.
529 del 2009 citata), potendo disciplinare il regolamento comunale anche “le
modalità per ottenere il provvedimento per l’installazione” (art. 3, comma 3,
del d.lgs. n. 507 del 1993), confluendo nel quadro di tale rapporto, di
conseguenza, la regolazione unitaria dei profili di tutela della sicurezza
stradale e dei valori culturali. Ciò rilevato ritiene l’adunanza plenaria che
sia corretto allocare l’uso degli spazi pubblici contingentati con gara,
dovendosi altrimenti ricorrere all’unico criterio alternativo dell’ordine
cronologico di presentazione delle domande accoglibili, che è di certo meno idoneo
ad assicurare l’interesse pubblico all’uso più efficiente del suolo pubblico e
quello dei privati al confronto concorrenziale. Il procedimento di gara non
contrasta infatti con la libera espressione dell’attività imprenditoriale di
cui si tratta, considerato, in linea generale, che la procedura ad evidenza
pubblica è istituto tipico di garanzia della concorrenza nell’esercizio
dell’attività economica privata incidente sull’uso di risorse pubbliche e che,
in particolare, la concessione tramite gara dell’uso di beni pubblici per
l’esercizio di attività economiche private è istituto previsto
nell’ordinamento, essendo perciò fondata la qualificazione della gara come
strumento per assicurare il principio costituzionale della libera iniziativa
economica anche nell’accesso al mercato degli spazi per la pubblicità (Cons.
Stato, V, n. 529 del 2009, cit; cfr. anche VI, 9 febbraio 2011, n. 894). Quanto
sopra è peraltro coerente con i principi comunitari, in particolare di non
discriminazione, di parità di trattamento e di trasparenza; questo Consiglio ha
infatti chiarito da tempo che, sul presupposto per cui con la concessione di
un’area pubblica si fornisce un’occasione di guadagno a soggetti operanti sul
mercato (come è nella specie), si impone di conseguenza una procedura
competitiva per il rilascio della concessione, necessaria per l’osservanza dei
ricordati principi a presidio e tutela di quello, fondamentale, della piena
concorrenza (Sez. VI, 25 gennaio 2005, n. 168)</i> ». Inoltre si deve
porre in rilievo che la regola generale sancita dall’art. 2 della legge n.
241/1990, in base alla quale l’amministrazione deve concludere il procedimento
con l’adozione di un provvedimento espresso, deve essere comunque contemperata
con i criteri di economicità e di efficacia richiamati dall’art. 1, comma 1,
della medesima legge, ai quali si ispira il successivo comma 2, secondo il
quale l’Amministrazione “<i>non può aggravare il procedimento se non per
straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.3. Poste tali premesse generali - e
considerato l’elevatissimo numero di impianti inseriti nella NBD - il Collegio
ritiene senz’altro condivisibile la tesi sostenuta da Roma Capitale nelle sue
difese, secondo la quale - avendo l’Assemblea capitolina sancito il definitivo
passaggio, a decorrere dal 1° gennaio 2015, al diverso regime nel quale gli
spazi pubblici per la collocazione degli impianti pubblicitari sono assegnati
solo all’esito di apposite procedure selettive - il rilascio di titoli
destinati comunque a cessare i propri effetti alla data del 31 dicembre 2014 si
sarebbe tradotto in un inutile aggravio del procedimento. Del resto sin dalle
premesse alla deliberazione n. 50/2014 è stato chiarito che, nelle more della
conclusione delle procedure di gara finalizzate all’assegnazione dei nuovi
titoli, gli operatori del settore sarebbero stati comunque garantiti
dall’inserimento dei propri impianti nella NBD. Coglie, quindi, nel segno Roma
Capitale quando conclusivamente afferma che l’Assemblea Capitolina ha ritenuto
di confermare la chiusura della procedura di riordino per tutti gli impianti
inseriti nella NBD e di vietare la possibilità di rinnovo o rilascio di nuove
autorizzazioni, ritenendo «superata l’esigenza di esaminare tutte le ulteriori
istanze presentate all’interno del procedimento di riordino e non confluite
nella predetta Nuova Banca Dati, trattandosi di richieste di posizioni non solo
confliggenti con il modello legislativo di pianificazione territoriale da
attuarsi con procedure ad evidenza pubblica, ma ormai tanto risalenti nel tempo
da essere non più riconducibili all’attuale assetto del territorio».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.4. A ciò si deve aggiungere che la tesi
secondo la quale l’inserimento nella NBD era finalizzato a censire gli impianti
pubblicitari soltanto per esigenze di natura contabile e tributaria è
palesemente smentita dalle premesse alla deliberazione di Giunta n. 116/2013,
nelle quali viene posto in rilievo che: A) “<i>è stato avviato un censimento
straordinario di tutta l’impiantistica pubblicitaria esistente sul territorio
comunale allo scopo di aggiornare archivi ormai datati, di rafforzare il
recupero dell’evasione tributaria per mancato pagamento del canone di
pubblicità, di contrastare in modo più efficace l’abusivismo e definire in modo
agevolato il contenzioso pendente in funzione deflattiva della gran mole di
procedimenti giurisdizionali pendenti</i>”; B) “<i>al raggiungimento di tutti i
risultati predetti si è intervenuti con la creazione di una Nuova Banca Dati di
tutta l’impiantistica pubblicitaria presente sul territorio capitolino alla
data del 31 dicembre 2009, che costituisce una dotazione informatica
strutturale di tutto il settore, sia sotto il profilo contabile che
amministrativo</i>”. Inoltre la definitiva conferma degli effetti non meramente
contabili dell’attività svolta dall’Amministrazione attraverso l’inserimento
degli impianti nella NBD si desume dalle decisioni assunte dal Consiglio di
Stato in sede cautelare (<i>ex multis</i>, Consiglio di Stato, Sez. V,
ordinanza n. 2241 del 28 maggio 2014), con le quali la consultazione della NBD
è stata ritenuta «atto istruttorio sufficientemente approfondito» per
identificare gli impianti abusivi e, quindi, per giustificare l’adozione degli
ordini di rimozione degli impianti non censiti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10. Passando all’esame delle molteplici
censure incentrate sulla lesione del principio del legittimo affidamento, il
Collegio preliminarmente osserva che le stesse mirano a dimostrare che la
disciplina introdotta nell’art. 34 del Regolamento non tiene conto dei
precedenti atti e comportamenti con i quali l’Amministrazione avrebbero
ingenerato negli operatori del settore che hanno preso parte alla procedura di
riordino un legittimo affidamento ad ottenere: A) la definizione dei
procedimenti avviati con le istanze presentate nell’ambito di tale procedura
mediante il rilascio di provvedimenti espressi, concessori o autorizzatori,
aventi efficacia quinquennale o triennale; B) un ulteriore rinnovo, di durata
quinquennale o triennale, dei titoli rilasciati con tali provvedimenti; C) l’inserimento
degli impianti autorizzati nella futura pianificazione territoriale (ossia nei
piani di localizzazione). In particolare le ricorrenti lamentano che Roma
Capitale avrebbe deciso: A) di non concludere i procedimenti relativi alla
procedura riordino, ma senza tener conto delle proprie precedenti
determinazioni (cfr. le deliberazioni n. 254/1995, n. 1689/1997 e n. 100/2006)
dalle quali emergeva l’esigenza di definire tali procedimenti con provvedimenti
espressi; B) di limitare l’efficacia dei “titoli” formatisi per effetto della
fittizia conclusione della procedura di riordino a soli cinque mesi (mediante
la previsione relativa alla scadenza degli stessi al 31 dicembre 2014), ma
senza tener conto delle proprie precedenti determinazioni (cfr. l’art. 34,
comma 9, del Regolamento adottato con la deliberazione n. 100/2006) in forza
delle quali le concessioni e le autorizzazioni venivano rinnovate
rispettivamente per cinque e per tre anni dal momento del rilascio del titolo,
con possibilità di ulteriore rinnovo, e senza considerare che tale affidamento
non era venuto meno per effetto delle previsioni contenute nella deliberazione
di Giunta n. 426/2004 e nelle deliberazioni commissariali n. 6/2008 e 38/2008,
perché tali provvedimenti erano diretti a fissare un termine meramente
acceleratorio per la conclusione della procedura di riordino (31 dicembre
2009); C) di non riprodurre nella nuova disciplina transitoria introdotta
nell’art. 34 le previsioni contenute nelle deliberazioni n. 116/2013 e 425/2013
in base alle quali la procedura di riordino era propedeutica alla futura
pianificazione (e, quindi, a conclusione di tale procedura le risultanze del
riordino sarebbero state recepite nei piani di localizzazione), ma senza tener
conto dell’interesse delle imprese che hanno partecipato alla procedura
riordino a veder inseriti gli impianti che rispettano determinate condizioni
(conformità al codice della strada e regolarità contabile) nella pianificazione
futura e senza considerare i cospicui investimenti effettuati dalle imprese
nell’ottica di poter inserire i propri impianti nella pianificazione futura.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.1. Ciò premesso giova innanzi tutto
rammentare che i principi di correttezza e buona fede hanno da tempo assunto
valore di paradigma cui devono conformarsi non solo i rapporti tra privati, ma
anche quelli tra amministrazione e amministrati. Al riguardo la giurisprudenza
(<i>ex multis</i>, T.A.R. Friuli-Venezia Giulia Trieste, Sez. I, 13 agosto
2015, n. 387; T.A.R. Lombardia Milano, Sez. I, 16 gennaio 2013, n. 291) ha già
avuto modo di chiarire che «<i>il dovere della p.a. di operare in modo chiaro e
lineare e di rispettare le situazione consolidate di legittimo affidamento
costituisce principio dell’azione amministrativa le cui radici si fanno sempre
più robuste. Nel diritto pubblico, la teorizzazione dei limiti del potere
amministrativo in funzione protettiva dell’affidamento del cittadino è
storicamente comparso quale fattore di bilanciamento tra l’intensità
dell’interesse pubblico e quello dell’interesse privato meritevole di
considerazione per il fatto di trarre scaturigine da un precedente atto
dell’amministrazione. Se, in principio, la rilevanza attribuita all’interesse
del destinatario del provvedimento favorevole è inizialmente discesa dalla
configurazione del potere di autotutela come potere di amministrazione attiva
in cui l’interesse del cittadino riceve una tutela “oggettiva” risultante dal
corretto uso del potere discrezionale, i più recenti approdi dimostrano come la
tutela pubblicistica dell’affidamento ben possa realizzarsi quale posizione
soggettiva autonoma dotata di diretta protezione da parte dell’ordinamento (e,
dunque, anche al di fuori della valutazione che si compie in ordine agli atti
di ritiro). L’affidamento suscettibile di applicazione anche nel diritto
pubblico, a questa stregua, si collega direttamente all’obbligo di buona fede
oggettiva quale regola di condotta che (per quanto riconosciuta espressamente
nelle sole disposizioni del codice civile) conforma l’assiologia
dell’ordinamento generale, venendo così a coincidere con l’aspettativa di
coerenza dell’amministrazione con il proprio precedente comportamento, la quale
diviene fonte di un vero e proprio obbligo, per quest’ultima, di tenere in
adeguata considerazione l’interesse dell’amministrato, la cui protezione non si
presenta più come il prodotto, accessorio, della cura dell’interesse pubblico,
ma come l’oggetto di un’autonoma pretesa, contrapposta all’interesse
dell’amministrazione. Il risultato è che la verifica giurisdizionale
dell’osservanza del principio di buona fede non coincide con quella svolta in
termini di eccesso di potere (ovvero secondo il paradigma della logicità e
ragionevolezza) bensì attiene all’osservanza di una norma (quella di buona fede
e correttezza) che si rivolge all’amministrazione nella relazione con il
cittadino. L’impostazione di ricondurre la buona fede tra gli obblighi di
comportamento dell’amministrazione esigibili dal privato, del resto, ben si
raccorda con le istituzioni giuridiche dell’ordinamento sovranazionale in cui
risulta oramai costituzionalizzato il “diritto alla buona amministrazione” tra
i diritti connessi alla posizione fondamentale di cittadinanza (art. 41 della
Carta europea dei diritti; art. II-101 del Trattato per la Costituzione
europea), il cui pregnante contenuto valoriale riveste una indubbia funzione di
integrazione e interpretazione delle norme vigenti, imponendo di prendere in
rinnovata considerazione la formulazione delle regole che presiedono
all’esercizio del potere</i>».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.2. Inoltre - posto che le ricorrenti
fanno espresso riferimento al legittimo affidamento ingenerato da atti e
comportamenti dell’Amministrazione - giova illustrare ancora più in dettaglio
l’evoluzione normativa del settore. Innanzi tutto che l’Assemblea capitolina:
A) in attuazione del decreto legislativo n. 507/1993, che ha demandato ai
Comuni il compito di disciplinare le modalità di rilascio dei titoli per
l’installazione degli impianti pubblicitari, con la deliberazione n. 289/1994
ha adottato l’apposito Regolamento con il quale, da un lato, ha previsto che
l’assegnazione dei titoli sarebbe stata effettuata a mezzo di gara pubblica e,
dall’altro, ha introdotto una disciplina transitoria in base alla quale le
concessioni e le autorizzazioni rilasciate entro il 31 dicembre 1993 erano
confermate per un periodo, rispettivamente, di cinque o tre anni ed erano
rinnovabili per un ulteriore periodo di pari durata (cfr. l’art. 30, comma 3,
del Regolamento); B) con la successiva deliberazione n. 254/1995 ha approvato
il primo piano dell’impiantistica pubblicitaria (cfr. il punto 1), ma ha
previsto un nuovo periodo transitorio caratterizzato da una procedura riordino,
nell’ambito della quale ogni impresa avrebbe dovuto presentare, entro 90 giorni
dalla pubblicazione della predetta deliberazione, un’apposita domanda di
partecipazione alla procedura, mentre i competenti uffici comunali avrebbero
dovuto esaminare le domande nel termine di 90 giorni dalla presentazione delle
stesse (cfr. i punti 7 e 9). Tuttavia in tale decennio (1995-2005) l’Amministrazione
capitolina non è riuscita a dare attuazione al disegno che ha ispirato il
Regolamento e, quindi, nelle more della conclusione della procedura di
riordino, è stato dapprima approvato (con la deliberazione n. 100/2006) e poi
modificato (con deliberazione n. 37/2009) il nuovo Regolamento. Tale
provvedimento: A) da un lato, ha ribadito la regola in base alla quale
l’assegnazione dei titoli sarebbe stata effettuata a mezzo di gara pubblica
(cfr. gli articoli 7 e 10); B) dall’altro, ha introdotto una nuova disciplina
transitoria per gli impianti inseriti nella procedura di riordino, prevedendo
al comma 5-bis dell’art. 34, che “<i>l’esame delle domande di riordino ancora
nella fase istruttoria è sospeso e sarà effettuato sulla base dei criteri
introdotti dai piani previsti dall’art. 19 del Regolamento</i>” (ossia dal
piano regolatore e dai piani di localizzazione degli impianti pubblicitari) e,
al comma 9 dell’art. 34, che “<i>le concessioni e le autorizzazioni rinnovate,
rispettivamente per cinque o tre anni, all’esito del procedimento di riordino
... possono essere rinnovate per ulteriori periodi ciascuno non superiore,
rispettivamente, a cinque e tre anni</i>”. Quanto alla decorrenza concessioni e
delle autorizzazioni rinnovate, dapprima la Giunta con la deliberazione n.
426/2004 ha modificato l’art. 14 della precedente deliberazione n. 1689/1997
(relativa alla procedura di riordino), prevedendo che “<i>per tutte le
concessioni il primo quinquennio, rinnovabile, avrà termine il 31 dicembre
2009, mentre per le autorizzazioni il primo triennio, rinnovabile, avrà termine
il 31 dicembre 2007</i>”; quindi la successiva deliberazione commissariale n.
38/2008 è nuovamente intervenuta sulla materia prevedendo che “<i>la durata
delle autorizzazioni e delle concessioni già rilasciate o da rilasciare
attinenti alla procedura del riordino è unificata e la scadenza del primo
quinquennio è fissata al 31.12.2009</i>”. In ragione di quanto previsto nella
deliberazione commissariale n. 38/2008 in merito alla “scadenza del primo
quinquennio”, la Giunta capitolina nel 2013 (ossia dopo ben otto anni
dall’inizio del secondo periodo transitorio) è nuovamente intervenuta con le
già ricordate delibere n. 116 e n. 425. In particolare con la deliberazione n.
116/2013 la Giunta ha disposto di: A) “<i>proseguire nell’implementazione della
Nuova Banca Dati</i>” (primo cpv.); B) “<i>assicurare la permanenza sul
territorio di tutti gli impianti pubblicitari in essa contenuti a titolo
temporaneo nelle more dell’adozione del Piano Regolatore degli impianti
pubblicitari e dei suoi relativi Piani di localizzazione</i> …” (secondo
cpv.); C) “<i>stabilire che l’inserimento nella Nuova Banca Dati degli impianti
… determina la chiusura del provvedimento di riordino ad essi relativo</i> …”
(quarto cpv.); D) “<i>confermare che l’efficacia nel tempo della posizione
amministrativa degli impianti di cui al precedente capoverso è regolata dal
combinato disposto dell’art. 34 comma 9 del Regolamento di Pubblicità, come
modificato dalla deliberazione del Commissario Straordinario con i poteri della
Giunta Comunale n. 38/2008, e dell’art. 64 del D. Lgs. n. 446/1997</i> …”
(quinto cpv.); E) “<i>stabilire, sempre ai fini della chiusura del procedimento
di riordino, che gli impianti di cui ai predetti due ultimi capoversi, se
rispettano le condizioni ivi stabilite, costituiscono parte integrante dei
Piani di Localizzazione adottati in conseguenza del Piano Regolatore degli
impianti pubblicitari, e ove in contrasto con le prescrizioni stabilite da
quest’ultimo, sono ammessi prioritariamente alla trasformazione in componenti e
complementi di arredo urbano di cui all’art. 4 comma 1 lett. I del Regolamento
di Pubblicità, anche nell’ambito dei progetti di cui all’art 6 commi I bis e 5
del predetto Regolamento</i>” (sesto cpv.). Tale disciplina è stata
sostanzialmente confermata dalla successiva deliberazione n. 425/2013, con la
quale è stato disposto di: A) <i>“assicurare la permanenza sul territorio
di tutti gli impianti pubblicitari contenuti nella Nuova Banca Dati, … a titolo
temporaneo nelle more dell’adozione del Piano Regolatore degli impianti
pubblicitari e dei suoi relativi Piani di localizzazione, … confermando che
l’inserimento nella Nuova Banca Dati determina la chiusura del procedimento di
riordino ad essi relativo</i> …” (primo cpv.); B) sostituire il quinto
capoverso della deliberazione n. 116/2013 con il seguente: “<i>confermare che
l’efficacia nel tempo della posizione amministrativa degli impianti di cui al
precedente capoverso è regolata dal disposto dell’art. 34 comma 9 del
Regolamento di Pubblicità, come modificato dalla deliberazione del Commissario
Straordinario con i poteri della Giunta Comunale n. 38/2008</i> …” (terzo
cpv.); C) precisare, con riferimento al sesto capoverso della deliberazione n.
116/2013, che “<i>il recepimento automatico delle risultanze del procedimento
di riordino all’interno del Piano Regolatore e nei conseguenti Piani di
localizzazione non altera, tuttavia, la scadenza naturale dei titoli degli
impianti di cui alla medesima procedura di riordino</i>” (quarto cpv.). Da
ultimo è intervenuta la deliberazione n. 50/2014, con la quale - a distanza di
ben vent’anni dall’adozione della deliberazione n. 289/1994 - l’Assemblea
capitolina ha disposto: A) di limitare la permanenza sul territorio degli
impianti inseriti nella NBD “<i>fino al 31.12.2014 senza possibilità di rinnovo
o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle
procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione</i>”
(art. 34, comma 9, primo periodo, del Regolamento); B) che “<i>non si procede
al rilascio dei singoli atti autorizzatori relativamente agli impianti predetti</i>”
(art. 34, comma 9, secondo periodo, del Regolamento); C) che l’inserimento
degli impianti nella NBD “<i>ha determinato la chiusura della procedura di
riordino ad essi relativo</i> …” (art. 34, comma 14, del Regolamento).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.3. Tenuto conto di quanto precede, il
Collegio ritiene che non sussista la denunciata lesione del principio del
legittimo affidamento, alla luce delle seguenti considerazioni. Innanzi tutto
si deve ribadire che la deliberazione n. 50/2014 è frutto del condivisibile
intento di: A) dare finalmente attuazione alla regola - sancita sin dalla
deliberazione n. 289/1994 e mai posta in discussione - in base alla quale
l’assegnazione dei titoli per l’installazione degli impianti pubblicitari nel
territorio di Roma Capitale sarebbe stata effettuata a mezzo di una gara
pubblica, evidentemente finalizzata a garantire la concorrenza nel settore
delle affissioni; B) porre termine ad un regime transitorio - durato quasi
vent’anni - in base al quale è stato garantito il diritto di insistenza dei
soggetti già operanti nel settore, a danno dei soggetti interessati ad entrare
nel settore stesso. Pertanto - come correttamente evidenziato da Roma Capitale
nelle sue difese - nel caso in esame osta radicalmente alla possibilità di
configurare un affidamento meritevole di tutela proprio il fatto la chiusura
della c.d. procedura di riordino si sia protratta ben oltre i due lustri
(1995-2005) prevedibili in base alla disciplina regolamentare posta dalla
deliberazione n. 254/1995, coprendo un arco temporale di quasi venti anni
(1995-2014).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.4. In aggiunta a quanto precede, con
riferimento all’affidamento riposto nella definizione dei procedimenti relativi
procedura di riordino mediante il rilascio di provvedimenti espressi, è
sufficiente evidenziare che tale affidamento in realtà era già venuto meno per
effetto della previsione contenuta nel quarto capoverso della deliberazione n.
116/2013, con la quale è stato deciso che l’inserimento nella NBD determinava
la chiusura del procedimento di riordino.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.5. Quanto poi all’affidamento riposto
nella possibilità di un ulteriore rinnovo (a decorrere dal 31 dicembre 2014,
data di “scadenza del primo quinquennio”) dei titoli derivanti dall’inserimento
nella NBD, è ben vero che la deliberazione n. 425/2013 (nel sostituire il
quinto capoverso della deliberazione n. 116/2013) ha confermato che “<i>l’efficacia
nel tempo della posizione amministrativa degli impianti … è regolata dal
disposto dell’art. 34 comma 9 del Regolamento di Pubblicità</i>”; tuttavia la
previgente disposizione dell’art. 34, comma 9, del Regolamento (secondo la
quale “<i>le concessioni e le autorizzazioni rinnovate, rispettivamente per
cinque o tre anni, all’esito del procedimento di riordino ... possono essere
rinnovate per ulteriori periodi ciascuno non superiore, rispettivamente, a
cinque e tre anni</i>”) non poteva certo essere interpretata nel senso che il
rinnovo costituisse un vero e proprio diritto, perché dal tenore letterale
della stessa si desume chiaramente che il rinnovo era sottoposto ad una
valutazione di natura discrezionale. Pertanto, come correttamente evidenziato
da Roma Capitale nelle sue difese, l’Assemblea capitolina - nel prevedere la
data del 31 dicembre 2014 come termine ultimo per l’insistenza degli impianti
sul territorio comunale - si è avvalsa della facoltà, prevista dalla normativa
regolamentare, di non concedere alcun ulteriore rinnovo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.6. Infine, quanto al mancato
inserimento degli impianti oggetto della procedura di riordino nella futura
pianificazione territoriale (ossia nei piani di localizzazione), il Collegio
osserva che le disposizioni contenute nel sesto capoverso della deliberazione
n. 116/2013 e nel quarto capoverso della deliberazione n. 425/2013 sono state
tenute nella dovuta considerazione in sede di adozione della deliberazione n.
50/2014. Infatti l’art. 7, comma 5-bis, del Regolamento (inserito dalla
deliberazione n. 50/2014) dispone che “<i>in sede di prima applicazione dei
Piani di localizzazione di cui all’art. 19, gli impianti pubblicitari di
proprietà di Roma Capitale sono oggetto di concessione, nel rispetto dei
principi di evidenza pubblica, prioritariamente alle imprese che hanno
partecipato alla procedura di cui alle deliberazioni di Consiglio Comunale n.
254/1994 e di Giunta Comunale n. 1689/1997 con i criteri che saranno
successivamente definiti dalla Giunta capitolina</i>. ...”. Ciò posto, risulta
evidente che non è configurabile la dedotta lesione del legittimo affidamento
(specie se intesa nel senso che in sede di prima applicazione dei piani di
localizzazione avrebbero dovuto essere previste vere e proprie deroghe ai
principi dell’evidenza pubblica), perché si deve considerare che: A) la portata
della previsione contenuta nel sesto capoverso della deliberazione n. 116/2013,
secondo la quale gli impianti oggetto del procedimento di riordino sarebbero
stati “<i>parte integrante</i>” dei piani di localizzazione, era stata ridimensionata
dal quarto capoverso della deliberazione n. 425/2013 precisando che “<i>il
recepimento automatico</i>” delle risultanze dei piani di localizzazione “<i>non
altera, tuttavia, la scadenza naturale dei titoli degli impianti di cui alla
medesima procedura di riordino</i>”; B) le previsioni contenute nel sesto
capoverso della deliberazione n. 116/2013 e nel quarto capoverso della
deliberazione n. 425/2013, essendo contenute in atti della Giunta capitolina,
comunque non potevano assumere carattere vincolante per l’Assemblea capitolina,
alla quale soltanto spetta l’esercizio della potestà regolamentare di cui
all’art. 52 del decreto legislativo n. 446/1997.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11. Le considerazioni sin qui svolte
dimostrano altresì l’infondatezza del quarto motivo del ricorso n. 15829/2014,
con il quale la società Sipea Srl si duole del fatto che la disciplina
introdotta con l’art. 34, comma 9, del Regolamento abbia determinato - in
assenza dei presupposti per l’esercizio del potere di autotutela previsti
dall’art. 21-quinquies della legge n. 241/1990 - la revoca generalizzata di
tutte le autorizzazioni relative ad impianti ubicati sul suolo privato, per i
quali il rinnovo in atto verrebbe a scadenza il 31 dicembre 2016. Difatti è
sufficiente ribadire che la previgente disposizione dell’art. 34, comma 9, del
Regolamento non poteva essere interpretata nel senso che il rinnovo delle
autorizzazioni relative agli impianti privati costituiva un vero e proprio
diritto; pertanto l’Assemblea capitolina - nel prevedere la data del 31
dicembre 2014 come termine ultimo per l’insistenza di tutti gli impianti sul
territorio comunale - si è avvalsa della facoltà, prevista dalla normativa
regolamentare, di non concedere alcun ulteriore rinnovo di titoli rilasciati
senza il preventivo svolgimento di procedure di gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12. Parimenti infondata risulta la censura
incentrata sul fatto che la disciplina inserita dalla deliberazione n. 50/2014
nei commi 9 e 14 dell’art. 34 del Regolamento abbia azzerato il regime
transitorio relativo al passaggio dal regime di rilascio dei titoli su domanda
individuale al diverso regime fondato sulla gara pubblica. In particolare le
ricorrenti sostengono che la previsione di un termine incongruo per l’efficacia
di titoli mai rilasciati (31 dicembre 2014) e di un incerto termine di tolleranza
della permanenza degli impianti già presenti sul territorio comunale (fino
all’espletamento delle gare) si porrebbe in contrasto con i principi di
certezza del diritto, di ragionevolezza e di proporzionalità, ai quali ogni
disciplina transitoria deve uni formarsi; difatti: A) il termine del 31
dicembre 2014 non avrebbe garantito un periodo transitorio sufficientemente
ampio, perché la permanenza degli impianti sul territorio comunale è prevista
per un periodo di soli cinque mesi dalla data di adozione delle modifiche
regolamentari; B) il secondo termine, essendo riferito alla futura conclusione
delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione,
per la sua assoluta indeterminatezza contrasterebbe con la finalità stessa della
disciplina transitoria. In proposito il Collegio osserva che non è contestabile
la premessa su cui si fonda la censura in esame, costituita dalla
giurisprudenza della Corte Costituzionale (<i>ex multis</i>, sentenza 17
novembre 2010, n. 325) secondo la quale il legislatore nel dettare una
disciplina transitoria, pur godendo di un’ampia discrezionalità, deve prevedere
termini di durata della disciplina stessa “congrui” e “ragionevoli”, ossia
“sufficientemente ampi”, in modo da consentire il graduale passaggio dalla
vecchia alla nuova disciplina e attenuare le conseguenze negative
dell’eventuale passaggio da un regime più favorevole ad uno meno favorevole. Di
converso non si può convenire sull’applicabilità di tale giurisprudenza alla
fattispecie in esame, perché nell’esaminare le censure incentrate sulla lesione
del legittimo affidamento si è già posto in rilievo che le imprese del settore,
nel passaggio al regime nel quale gli spazi pubblici per la collocazione degli
impianti pubblicitari sono assegnati solo all’esito di apposite procedure
selettive, hanno già beneficiato di un regime transitorio che si è protratto
per quasi vent’anni. Inoltre si deve considerare che la conclusione del regime
transitorio non è stata rigidamente ancorata al termine del 31 dicembre 2014
perché, come già evidenziato, l’art. 34, comma 9, del Regolamento consente la
permanenza sul territorio degli impianti inseriti nella NBD fino alla
conclusione delle procedure di gara e alla data della pubblica udienza (26
gennaio 2016) tali procedure non erano state neppure avviate, sicché il regime
transitorio dell’art. 34 si è già protratto ben oltre il termine del 31
dicembre 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13. Palesemente infondata risulta la
censura incentrata sul fatto che non siano state evidenziate dall’Assemblea
capitolina le ragioni in base alle quali sono stati modificati i formati
precedentemente ammessi, escludendo il formato 4x3. In proposito si deve
innanzi tutto rammentare che, secondo l’art. 3, comma 2, della legge n.
241/1990, la motivazione non è richiesta per gli atti normativi, come
l’impugnata deliberazione n. 50/2014. Inoltre questa Sezione in un recente
provvedimento cautelare (T.A.R. Lazio Roma, Sez. II, ordinanza 2 aprile 2015,
n. 1486), reso in altro giudizio avente ad oggetto la deliberazione n. 380/2014,
ha già chiarito che le scelte relative alle caratteristiche degli impianti, in
quanto rispondenti ad esigenze di decorso urbano, attengono al merito
dell’azione amministrativa e, quindi, sono sindacabili dal Giudice
amministrativo solo nei limiti in cui risultino manifestamente illogiche,
arbitrarie, o sproporzionate. Ciò posto, il Collegio ritiene che valgono
comunque ad escludere la fondatezza della censura in esame le considerazioni
svolte da Roma Capitale nelle sue difese, ove è stato posto in rilievo che la
scelta relativa al formato 4x3 è frutto della volontà di ridurre l’impatto
degli impianti pubblicitari su una città come Roma - notoriamente
caratterizzata da un enorme patrimonio culturale, artistico e paesaggistico -
attraverso l’adozione, a partire dal 1° febbraio 2015, del meno invasivo
formato 3x2, che determina una riduzione della complessiva superficie
espositiva da 168.000 mq a 138.000 mq.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14. Considerazioni in parte diverse
valgono, invece, per le censure incentrate: A) sull’irragionevolezza del
termine del 31 gennaio 2015 assegnato ai gestori di impianti formato 4x3 per
adeguarsi alle nuove prescrizioni regolamentari, specie in ragione del gran
numero di impianti gestiti da molte delle società ricorrenti; B) sul fatto che
tale adempimento, oltre che eccessivamente oneroso, sarebbe anche inutile, in
ragione della brevità del regime transitorio di cui l’art. 34, comma 9, del
Regolamento, ed irragionevole, perché in caso di mancato adeguamento degli
impianti agli operatori del settore è preclusa la partecipazione alle imminenti
procedure di gara. Infatti risultano solo in parte condivisibili le
considerazioni svolte da Roma Capitale nelle sue difese, ove è stato
evidenziato che: A) l’adeguamento ai nuovi formati non è oggetto di un obbligo,
ma solo una facoltà riconosciuta alle imprese che intendano continuare ad
operare sul territorio comunale nel periodo transitorio; B) molti operatori del
settore hanno già provveduto spontaneamente ad adeguarsi ai nuovi formati; C)
la gestione degli impianti durante il periodo transitorio consentirà alle
imprese interessate di ammortizzare i costi connessi all’adeguamento di tali
impianti. 14.1. In particolare - premesso che dalla disposizione dell’art. 34,
comma 1, del Regolamento si desume con certezza che dal 1° gennaio 2015 il
formato 4x3 non è più ammesso - il Collegio osserva che anche questa Sezione ha
recentemente posto in rilievo (T.A.R. Lazio Roma, Sez. II, ordinanza n.
1486/2015 cit.) come il mantenimento degli impianti sul territorio comunale, nelle
more della conclusione delle procedure di gara, costituisca una mera facoltà e
non un obbligo per gli imprenditori interessati. Pertanto costoro non hanno
motivo di dolersi né dei costi connessi all’adeguamento degli impianti formato
4x3, né della brevità del regime transitorio, né della mancata adozione, da
parte della Giunta, delle norme tecniche recanti le caratteristiche estetiche e
costruttive degli impianti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.2. Invece, proprio in considerazione
del gran numero di impianti gestiti da molte delle società ricorrenti e delle
gravi conseguenze (cfr. gli articoli 3 e 7, comma 2-bis, del Regolamento,
espressamente richiamati nell’impugnata nota del 23 settembre 2014) connesse al
mancato adeguamento degli impianti entro il termine ultimo del 31 gennaio 2015,
questa Sezione con le ordinanze cautelari n. 6508, n. 6522, n. 6523 e n. 6524
in data 18 dicembre 2014 ha sospeso l’impugnata nota del 23 settembre 2014
limitatamente al predetto termine del 31 gennaio 2015 ed ha contestualmente
disposto una «proroga» del termine stesso fino al 20 maggio 2015 (data della
prima udienza pubblica fissata per l’esame di parte dei ricorsi in epigrafe
indicati). Per tali ragioni il Collegio ritiene che le censure in esame possano
essere accolte nella parte in cui viene dedotta la brevità del termine del 31
gennaio 2015, assegnato con la nota del 23 settembre 2014 per provvedere
all’adeguamento degli impianti formato 4x3.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">15. Quanto alle censure relative alle
disposizioni del Regolamento che conferiscono alla Giunta il potere di derogare
ai limiti della superficie massima prevista dalla pianificazione generale (art.
6, comma 1-ter, in materia di “<i>progetti specifici</i>”, art. 6, comma
1-quater in materia di “<i>progetti di impianti relativi a sistemi di
comunicazione ed informazione turistico-culturale</i>” e di “<i>progetti di
impiantistica pubblicitaria connotati da caratteristiche innovative</i>”, art.
6, comma 5, in materia di “impianti funzionali a progetti di Sicurezza Urbana o
di monitoraggio della viabilità”), nonché ai formati ammessi (art. 20, comma 1,
lett. F, n. 5, in materia di impianti speciali), il Collegio non ravvisa alcun
contrasto con le regole sul riparto di competenze tra gli organi dell’Ente
locale previste dagli articoli 42 e 48 del decreto legislativo n. 267/2000.
Infatti la competenza generale dell’Assemblea capitolina in materia di adozione
dei piani territoriali non è incisa dalle predette deroghe, sia perché il
potere di deroga è conferito dalla stessa Assemblea capitolina con le predette
disposizioni regolamentari, sia perché non si tratta di un potere generalizzato
di deroga (nel qual caso potrebbe effettivamente ritenersi violata la
disciplina del riparto di competenze tra gli organi dell’Ente locale), bensì di
un potere esercitabile in presenza di fattispecie ben definite dal Regolamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16. Parimenti infondate risultano le
censure incentrate sul fatto che non sia stata garantita la partecipazione al
procedimento finalizzato all’adozione della deliberazione n. 50/2015 alle
imprese del settore e, in particolare, a quelle che hanno preso parte alla
procedura di riordino. Difatti non giova alle ricorrenti invocare gli articoli
7 e seguenti della legge n. 241/1990 perché l’art. 13 della legge stessa, nel
disciplinare l’ambito di applicazione delle disposizioni sulla partecipazione
al procedimento amministrativo, prevede che tali disposizioni non trovino
applicazione in caso di attività amministrative dirette all’emanazione di atti
normativi, tra i quali rientra anche il Regolamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">17. Quanto poi alla denunciata mancanza dell’AIR,
il Collegio preliminarmente rammenta che l’art. 14, comma 1, della legge n.
246/2005 definisce tale istituto come la “valutazione preventiva degli effetti
di ipotesi di intervento normativo ricadenti sulle attività dei cittadini e
delle imprese e sull’organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche
amministrazioni, mediante comparazione di opzioni alternative”, sicché non v’è
dubbio che nel caso in esame una fase di consultazione dei soggetti incisi
dalla nuova disciplina del settore avrebbe consentito a Roma Capitale di
mettere a fuoco tutti gli effetti della nuova disciplina del settore delle
affissioni. Tuttavia la mancanza di tale fase consultazione non può essere
addotta quale vizio di legittimità della deliberazione n. 50/2015 in quanto: A)
l’art. 14 della legge n. 246/2005 chiarisce, al comma 2, che la disciplina
posta dall’articolo stesso riguarda “l’elaborazione degli schemi di atti
normativi del Governo”; B) se è vero che Roma Capitale ha introdotto l’AIR nel
proprio ordinamento attraverso la deliberazione della Giunta comunale n. 621
del 29 ottobre 2002 (recante il “Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e
dei Servizi del Comune di Roma e s.m.i.”), è anche vero che l’art. 4 dispone
soltanto che “l’Amministrazione, tramite il Dipartimento Politiche per la
Semplificazione Amministrativa e della Comunicazione, svolge l’analisi di
impatto della regolamentazione per valutare, anche nella fase di proposta, gli
effetti sui cittadini, sulle imprese e sulla propria organizzazione, dei propri
atti normativi ed amministrativi generali, compresi gli atti di programmazione
e pianificazione, con particolare riferimento alla semplificazione
amministrativa”, ma non prevede un’istruttoria aperta alla partecipazione dei
cittadini e delle imprese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18. Passando alle ulteriori censure
proposte con i ricorsi n. 14401/2014, n. 15804/2014 e n. 15806/2014, il
Collegio osserva innanzi tutto che non sussiste la violazione dei principi
preposti alla formazione della volontà assembleare dedotta in relazione al fatto
che l’Assemblea capitolina abbia anteposto l’adozione del PRIP all’adozione
delle modifiche al Regolamento. Infatti - sebbene sia incontestabile la
premessa su cui si fonda tale censura, relativa al fatto che il PRIP abbia
valore attuativo della disciplina regolamentare - cionondimeno non può farsi a
meno di rilevare come dall’esame della prima parte delle deliberazioni n. 49 e
n. 50 (ove sono riportati gli estratti del verbale n. 54/2014) si evince che
entrambi i provvedimenti collegiali sono stati approvati alle ore 11,05, ossia
contestualmente, sicché risulta evidente che la numerazione delle due
deliberazioni non sta affatto ad indicare che la volontà dell’organo collegiale
si è formata prima sull’adozione del PRIP e poi sull’adozione delle modifiche al
Regolamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">19. Quanto poi alle censure aventi ad
oggetto la deliberazione n. 49/2014, si è già evidenziato che non v’è motivo di
dubitare della sussistenza dell’interesse a ricorrere avverso tale
provvedimento, perché la zonizzazione operata con il PRIP è idonea ad incidere
in via immediata e diretta sulla sfera giuridica dei destinatari del piano;
tuttavia da ciò discende che, qualora un soggetto si ritenga leso da una scelta
operata attraverso la zonizzazione, deve indicare con precisione quale sia l’impianto
inciso da tale scelta. Ciò posto, il Collegio osserva che la società Defi Srl
(con il ricorso n. 14401/2014), la società Opera Srl (con il ricorso n.
15804/2014) e le società Fallimento A.R.P. Srl e ATC Communications Srl (con il
ricorso n. 15806/2014), nel censurare la «totale indeterminatezza» del PRIP,
deducono che la zonizzazione non è graficamente intellegibile perché le tavole
allegate al piano recano «mappe colorate che non consentono di contestualizzare
le singole zone» e, quindi, non consentono di comprendere se un determinato
impianto sia conforme o meno alle NTA del PRIP. Tuttavia nessuna delle predette
società ha indicato con precisione quali siano gli impianti per i quali la
zonizzazione risulta non intellegibile. In particolare la società Defi Srl si è
limitata ad affermare soltanto che «vanta cinque posizioni nella città di
Roma»; la società Opera Srl, pur avendo riferito che gestisce impianti
pubblicitari ubicati sui terrazzi di immobili siti in corso Francia, viale
Rossini, viale dell’Alberone e via Gregorio VII, si è poi limitata ad affermare
genericamente che i suoi impianti «sono collocati su tetti e terrazzi in zone
più o meno limitrofe al centro delimitato dalle mura aureliane» e che «alcuni
sono moto vicini all’anello ferroviario», senza specificare quali sarebbero gli
impianti per i quali la zonizzazione risulta non intellegibile; le società
Fallimento A.R.P. Srl e ATC Communications Srl hanno fatto espresso riferimento
soltanto all’insegna luminosa “Martini”, collocata sul lastrico solare del
palazzo di via Bissolati n. 20, in relazione alla quale non sussiste alcuna
situazione di incertezza in quanto la stessa - per espressa ammissione delle
ricorrenti stesse (cfr. il quarto motivo del ricorso n. 15806/2014) - rientra
nella sottozona B1 del PRIP. Ne consegue che, non avendo le società ricorrenti
indicato con precisione gli impianti per i quali la zonizzazione non sarebbe
intellegibile, le censure in esame devono essere dichiarate inammissibili
perché generiche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">20. Prive di fondamento risultano poi le
ulteriori censure dedotte con i ricorsi n. 15804/2014 e n. 15806/2014, a mezzo
delle quale vengono censurate le scelte di fondo operate con la deliberazione
n. 49/2014 sotto il profilo della violazione dell’art. 3 della legge n. 241/1990
e dell’eccesso di potere per irragionevolezza, disparità di trattamento e
ingiustizia manifesta. In particolare le ricorrenti deducono che non è dato
comprendere per quale motivo: A) sia stata riservata una diversa disciplina
alle diverse aree del territorio capitolino, evidenziando che - fatta eccezione
per il centro storico, per il quale una distinzione potrebbe risultare
comprensibile, anche se non condivisibile - non sono state indicate in
motivazione le ragioni per cui alcuni mezzi pubblicitari possano essere
utilizzati nella zona B3 e non nella zona B2, specie perché la zona B3 è più
periferica, ma certo non può dirsi che la zona B2 (grosso modo coincidente con
l’anello ferroviario) sia centralissima; B) siano state operate discriminazioni
tra i diversi tipi di impianti, evidenziando che nella zona B2 sono ammessi gli
impianti su pareti cieche, ma non gli impianti sui terrazzi. Ebbene, quanto al
difetto di motivazione è sufficiente rammentare che l’art. 3, comma 2, della
legge n. 241/1990 esclude l’obbligo di motivazione per gli atti a contenuto
generale, tra i quali rientra anche l’impugnata deliberazione n. 49/2014.
Invece, quante alle ulteriori censure, si deve ribadire che le scelte relative
alle caratteristiche degli impianti, essendo rispondenti ad esigenze di decorso
urbano, attengono al merito dell’azione amministrativa e, quindi, sono
sindacabili dal Giudice amministrativo solo nei limiti in cui risultino
manifestamente illogiche, arbitrarie, o sproporzionate. Ciò posto è sufficiente
evidenziare che: A) l’art. 13 delle NTA del PRIP include nella zona A “le aree
in cui è vietata l’istallazione di impianti pubblicitari e di impianti per
pubbliche affissioni” e nella zona B le aree in cui l’istallazione degli
impianti è ammessa secondo le modalità disciplinate dalle stesse NTA,
suddividendo tale zona nella sottozona B1, che “<i>comprende le aree incluse
all’interno del tracciato delle mura aureliane, delle mura gianicolensi e delle
mura vaticane</i>”, nella sottozona B2, che “<i>include le aree esterne al tracciato
delle mura e incluse all’interno del tracciato dell’anello ferroviario ed il
quartiere dell’EUR</i>”, e nella sottozona B3, che “<i>comprende tutte le
restanti aree esterne al tracciato dell’anello ferroviario ed al quartiere
dell’EUR</i>”; B) la stessa ricorrente ammette che il criterio in base al quale
è stata operata la suddivisione della zona B e sono state operate le scelte
relative agli impianti ammessi nelle sottozone B1, B2 e B3 attiene alla
maggiore o minore centralità delle stesse, e tale criterio non appare
manifestamente illogico o arbitrario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">21. Considerazioni analoghe a quelle
appena svolte valgono anche per il quarto motivo del ricorso n. 15806/2014,
avente ad oggetto la scelta operata attraverso il combinato disposto degli
articoli 13 e 15 del PRIP, per effetto dei quali nella sottozona B1 non sono
più ammessi gli impianti privati su terrazzi, con conseguente incompatibilità
con le norme di piano dell’insegna luminosa “Martini” ubicata sull’edificio di
via Leonida Bissolati n. 20. Infatti le società ricorrenti, dopo aver ricordato
che tale insegna ha fortemente caratterizzato il tessuto urbano di via Veneto,
come dimostrano opere cinematografiche quali la “Dolce vita” di Federico
Fellini e “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, recentemente premiato con
l’Oscar», affermano che la scelta operata con il PRIP «rischia di togliere
l’ultimo e più caratteristico fregio commerciale di via Veneto, a dispetto
della tradizione e del radicamento nel tessuto urbano dell’insegna Martini».
Ciò posto, risulta evidente che le ricorrenti mirano in realtà a stimolare un
sindacato di merito sulle scelte operate dall’Assemblea capitolina, che esula
dalle competenze di questo Tribunale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">22. Infine il Collegio ritiene palesemente
inammissibili, perché generici, il terzo ed il quarto motivo del ricorso n.
14401/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23. Passando all’esame del ricorso n.
3353/2015 e dei ricorsi per motivi aggiunti aventi ad oggetto la deliberazione
della Giunta capitolina n. 380/2014 (con la quale è stato affidato alla società
Æqua Roma il compito di redigere i piani di Localizzazione e sono stati forniti
indirizzi per la gestione temporanea degli impianti inseriti nella NBD) e la
nota in data 27 gennaio 2015 (con la quale è stata comunicata a tutte le
società censite nella NBD l’adozione della predetta deliberazione n. 380/2014,
con contestuale diffida ad adeguare gli impianti entro il termine del 20 maggio
2015 secondo le ulteriori prescrizioni contenute in tale deliberazione), il
Collegio osserva innanzi tutto che la reiezione delle censure dedotte avverso
la deliberazione n. 50/2014 - da qualificare come atto presupposto - determina
evidentemente la reiezione di tutte le censure incentrate sull’illegittimità derivata
della deliberazione n. 380/2014. Analoghe considerazioni valgono per le censure
dedotte con il ricorso n. 3353/2014 ed incentrate sulla violazione dell’art.
62, comma 1, lett. b), del D.Lgs. 446/1997, sulla violazione della regola
dell’irretroattività degli atti amministrativi e sulla violazione dei principi
di buona fede, correttezza e proporzionalità dell’azione amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">24. Parimenti da respingere sono le
censure incentrate sulla elusione del c.d. “giudicato cautelare”, formatosi
sulle ordinanze di questa Sezione n. 6508 e n. 6522 del 2014. Tali censure
riguardano innanzi tutto il nuovo termine del 20 maggio 2015 assegnato alle
imprese interessate per provvedere non solo all’adeguamento degli impianti 4x3,
già imposto dalla deliberazione n. 50/2014, ma anche alle ulteriori attività di
adeguamento imposte con la deliberazione n. 380/2014, la quale per l’appunto
dispone che entro il predetto termine: A) “<i>tutti gli impianti SPQR, ivi
compresi quelli già inseriti nella Nuova Banca Dati, devono essere installati o
mantenuti sul territorio solo se presentano le caratteristiche dei progetti
tipo di cui alla deliberazione G.C. 25/2010</i>”; B) “<i>tutti gli impianti
pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella Nuova Banca
Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del Regolamento
di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del colore grigio
antracite RAL 7016 Pantone 3305</i>”. In particolare con i motivi aggiunti
proposti nel giudizio introdotto con il ricorso n. 14435 del 2014 viene dedotto
che la deliberazione n. 380/2014 non è conforme a quanto disposto con le
predette ordinanze cautelari perché questo Tribunale «ha chiaramente rinviato
ogni disposizione in ordine al termine di trasformazione del formato alle
decisioni che verranno assunte all’udienza di merito». A tal riguardo il
Collegio osserva innanzi tutto che questo Tribunale ha sospeso l’efficacia
della previsione relativa al termine finale del 31 gennaio 2015 giudicandolo
inadeguato in relazione alla gran mole di interventi richiesti per
l’adeguamento di tutti gli impianti formato 4x3, mentre nel concedere la
«proroga» del termine al 20 maggio 2015 non ha inteso affatto sostituirsi
all’Amministrazione nell’indicare il nuovo termine da assegnare alle imprese
per completare l’adeguamento di tali impianti. Infatti la concessione della
«proroga» del predetto termine mirava soltanto a precisare che il differimento
del termine ultimo per l’adeguamento degli impianti, quantomeno fino alla
celebrazione della prima udienza pubblica fissata per la trattazione del merito
(nella quale sarebbe stata definitivamente esaminata la censura relativa
all’incongruità del termine del 31 gennaio 2015), non faceva certo venir meno
l’obbligo di adeguare gli impianti, imposto agli operatori interessati a
continuare ad operare sul territorio comunale anche dopo il 31 dicembre 2014.
Pertanto, da un lato, questo Tribunale non ha affatto invaso la sfera di potere
riservata all’Amministrazione capitolina; dall’altro, non vi è motivo di
ritenere che la deliberazione n. 380/2014 sia stata adottata in violazione del
giudicato cautelare perché, come ben evidenziato da Roma Capitale nelle sue
difese, le suddette ordinanze cautelari non hanno comportato nessuna
sospensione dell’obbligo di porre in essere le attività di adeguamento degli
impianti formato 4x3. Inoltre palesemente infondata risulta la censura (dedotta
con il ricorso n. 3353/2015) incentrata sul fatto che l’Amministrazione abbia
deciso di avviare la predisposizione dei piani di localizzazione degli impianti
in prossimità dell’udienza pubblica fissata per la decisione sulle impugnazioni
proposte avverso le deliberazioni n. 49 e n. 50; difatti le decisioni assunte
da questo Tribunale nella sede cautelare non precludevano affatto
all’Amministrazione di avviare le attività finalizzate alla predisposizione dei
piani di localizzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">25. Né miglior sorte merita la censura con
la quale viene dedotta l’incompetenza della Giunta a prescrivere che <i>“in
applicazione dell’art. 19, comma 2, del Regolamento … tutti gli impianti
pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella Nuova Banca
Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del Regolamento
di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del colore grigio
antracite RAL 7016 Pantone 3305</i>”. Infatti il Collegio ritiene che: A) la
competenza della Giunta a fissare il colore degli impianti sia desumibile
dall’art. 19, comma 2, del Regolamento che, per l’appunto, attribuisce alla
Giunta la competenza ad adottare norme tecniche per l’installazione degli
impianti; B) l’adozione di norme tecniche non postuli necessariamente (come
invece affermato da una delle ricorrenti) che la Giunta predisponga un corpus
di prescrizioni, coerenti e coordinate, che disciplina tutte le caratteristiche
degli impianti; C) non vi sia alcuna ragione per operare la distinzione
(proposta da una delle ricorrenti) tra norme tecniche riguardanti gli impianti
da installare in forza dei titoli che verranno rilasciati in base al PRIP e
all’esito delle procedure di gara (per i quali troverebbe applicazione l’art.
19, comma 2, del Regolamento), e norme tecniche riguardanti gli impianti
inseriti nella NBD, il mantenimento dei quali è consentito dalla nuova
disciplina regolamentare solo fino alla conclusione delle procedure di gara
(per i quali non troverebbe applicazione l’art. 19, comma 2, del Regolamento).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">26. Quanto alla censura incentrata sulla
inattuabilità della prescrizione secondo la quale “<i>tutti gli impianti
pubblicitari, sia SPQR che di proprietà privati, già inseriti nella Nuova Banca
Dati e mantenuti sul territorio ai sensi dell’art. 34 comma 9 del Regolamento
di Pubblicità devono presentare la caratteristica tecnica del colore grigio
antracite RAL 7016 Pantone 3305</i>”, il Collegio osserva che il codice <i>“RAL
7016</i>” corrisponde al colore grigio antracite, mentre il “<i>Pantone 3305</i>”
in realtà corrisponde ad un verde bottiglia. Tuttavia ciò non è sufficiente per
ritenere che la pitturazione degli impianti fosse concretamente inattuabile,
perché dalla suddetta prescrizione comunque si evince la volontà di imporre per
tutti gli impianti pubblicitari “<i>la caratteristica tecnica del colore grigio
antracite</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">27. Palesemente infondate risultano anche
le censure incentrate sulla violazione degli articoli 7 e seguenti della legge
n. 241/1990, perché l’art. 13 della legge stessa, nel disciplinare l’ambito di
applicazione delle disposizioni sulla partecipazione al procedimento
amministrativo, prevede espressamente che tali disposizioni non trovino
applicazione in caso di attività amministrative dirette all’emanazione di atti
amministrativi generali, tra i quali rientra anche la deliberazione n.
380/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">28. Considerazioni in parte diverse
valgono per le censure con le quali viene dedotto che: A) il termine del 20
maggio 2015 risulterebbe inadeguato, rispetto alla mole di attività necessarie
per l’adeguamento degli impianti imposte dalle deliberazione n. 50/2014 e n.
380/2014, e comunque irragionevole, perché tali deliberazioni non indicano una
data certa che consenta alle imprese interessate di sapere fino a quando
potranno mantenere gli impianti trasformati; B) con la deliberazione n.
380/2014 sono state imposte nuove ed onerose attività di adeguamento in assenza
delle norme tecniche che la Giunta dovrà emanare ai sensi dell’art. 19, comma
2, del Regolamento e in relazione ad impianti che, per effetto della delibera
n. 50/2014, versano in una condizione di precarietà, sicché sussiste il rischio
di dover sostenere gravosi oneri per adeguare impianti che in futuro potrebbero
non essere mantenuti sul territorio comunale o essere oggetto di nuovi
interventi per adeguarli alle prescrizioni imposte con le norme tecniche. In
particolare risultano solo in parte condivisibili le considerazioni svolte da Roma
Capitale nelle sue difese, ove è stato evidenziato che la deliberazione n.
380/2014 completa il processo di adeguamento degli impianti SPQR alle
disposizioni già approvate con la deliberazione della Giunta capitolina n.
25/2010, ma vincolanti unicamente per il I municipio. Infatti - fermo restando
che, come già evidenziato, il mantenimento degli impianti sul territorio
comunale, nelle more della conclusione delle procedure di gara, costituisce una
mera facoltà e non un obbligo per le imprese interessate - il Collegio ritiene
che, in considerazione del gran numero di impianti gestiti da molte delle
società ricorrenti, dei nuovi obblighi di adeguamento imposti con la
deliberazione n. 380/2014 (in aggiunta a quelli derivanti dalla deliberazione
n. 50/2014), nonché delle gravi conseguenze connesse al mancato adeguamento
degli impianti, le censure in esame possano essere accolte nella parte in cui
viene dedotta l’inadeguatezza, per eccessiva brevità, del termine del 20 maggio
2015, in quanto imposto con una deliberazione pubblicata in data 22 gennaio
2015, ossia appena quattro mesi prima della scadenza del predetto termine.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">29. Parimenti fondate risultano le censure
incentrate sull’incompetenza della Giunta a: A) limitare ulteriormente la
tipologia dei formati degli impianti SPQR ammessi; B) prevedere, per gli
impianti privati che devono essere suddivisi in lotti, la composizione di
ciascun lotto. Difatti nel Regolamento sono puntualmente indicati i compiti
demandati alla Giunta (si vedano, ad esempio, le disposizioni relative al
potere di derogare ai limiti della superficie massima prevista dalla
pianificazione generale ed ai formati ammessi o quella relativa al potere di
emanare le c.d. norme tecniche). Inoltre, secondo la giurisprudenza (<i>ex
multis</i>, Consiglio di Stato, Sez. V, 20 agosto 2013, n. 4192), in relazione
alla limitata serie di atti tassativamente individuati dall’art. 42, comma 2,
del decreto legislativo n. 267/2000 si configura una competenza esclusiva del
Consiglio comunale. Ciò posto, il Collegio ritiene che - a fronte della
previsione dell’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento, ove sono
dettagliatamente indicati le caratteristiche tipologiche ed i formati ammessi -
non spetti alla Giunta limitare la tipologia dei formati degli impianti SPQR ammessi.
Analoghe considerazioni valgono per le censure relative alla composizione dei
lotti in quanto - a fronte della previsione dell’art. 7, comma 1-bis, del
Regolamento, ove è previsto che “<i>il territorio capitolino viene suddiviso al
massimo in dieci lotti, che ricomprendono impianti ricadenti proporzionalmente
in tutti i municipi, a garanzia di un’omogeneità economica complessiva</i>” -
vi è motivo di ritenere che non spetti alla Giunta disciplinare la composizione
di ciascun lotto con disposizioni di dettaglio come quelle contenute nella
deliberazione n. 380/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">30. Per effetto dell’accoglimento delle
censure incentrate sull’incompetenza della Giunta, viene meno l’interesse
all’esame delle ulteriori censure aventi ad oggetto le suddette disposizioni
della deliberazione n. 380/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">31. Passando al ricorso per motivi
aggiunti proposto nel giudizio introdotto con il ricorso n. 14526 del 2014 -
avente ad oggetto la determinazione dirigenziale del 27 luglio 2015, con la
quale sono stati approvati i lavori Conferenza di sevizi convocata, ai sensi
dell’art. 32 delle NTA del PRIP, ai fini dell’adozione di piani di
localizzazione degli impianti pubblicitari - risulta innanzi tutto infondata la
censura incentrata sulla lesione del legittimo affidamento delle imprese del
settore nel «recepimento automatico dei propri impianti nei piani di
localizzazione». Difatti, come già evidenziato, l’art. 7, comma 5-bis, del
Regolamento (inserito dalla deliberazione n. 50/2014) dispone che “<i>in sede
di prima applicazione dei Piani di localizzazione di cui all’art. 19, gli
impianti pubblicitari di proprietà di Roma Capitale sono oggetto di
concessione, nel rispetto dei principi di evidenza pubblica, prioritariamente
alle imprese che hanno partecipato alla procedura di cui alle deliberazioni di
Consiglio Comunale n. 254/1994 e di Giunta Comunale n. 1689/1997 con i criteri
che saranno successivamente definiti dalla Giunta capitolina</i>. ...”. Ciò
posto, si deve ribadire che non è configurabile alcuna lesione del legittimo
affidamento se i posizionamenti ed i formati degli impianti corrispondono solo
in parte con quelli degli impianti di proprietà delle società ricorrenti.
Difatti la disposizione dell’art. 7, comma 5-bis, del Regolamento non poteva
certo essere intesa nel senso che, in sede di prima applicazione dei piani di
localizzazione, avrebbero dovuto essere previste vere e proprie deroghe ai
principi dell’evidenza pubblica per consentire alle imprese del settore di
mantenere sul territorio capitolino tutti gli impianti inseriti nella NBD.
Parimenti infondata risulta, per le ragioni già esposte in occasione dell’esame
dei ricorsi proposti avverso la deliberazione n. 50/2014, la censura incentrata
sulla violazione dell’art. 62, comma 1, lett. b), del D. Lgs. n. 446/1997.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">32. Né miglior sorte meritano le censure
incentrate: A) sulla mancata previsione del formato 4x3; B)
sull’irragionevolezza delle previsioni che, nelle more della conclusione delle
procedure di gara, hanno imposto obblighi di adeguamento anche per gli impianti
non contemplati nei piani di localizzazione. Difatti si è già posto in rilievo
che: A) non risulta manifestamente arbitraria o sproporzionata la scelta di
ridurre l’impatto degli impianti pubblicitari sul territorio capitolino
attraverso l’adozione del meno invasivo formato 3x2; B) il temporaneo
mantenimento di tali impianti costituisca una mera facoltà e non un obbligo per
le imprese interessate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">33. Passando alla censura incentrata sul
fatto che con il terzo capoverso del dispositivo della determinazione
dirigenziale del 27 luglio 2015 sia stato dato incarico alla società Æqua Roma
di “<i>effettuare sulla proposta dei Piani di Localizzazione ..., di cui alla
nota prot. QHH/22759 del 30.3.2015, le materiali modifiche al fine di adeguarla
ai pareri</i> ...”, il Collegio ritiene che il riferimento alla nota prot.
QHH/22759 del 30.3.2015 costituisca un mero refuso, perché i piani di
localizzazione devono evidentemente essere adeguati ai pareri resi dalle
competenti Soprintendenze con riferimento alle ultime alle stesse inviate dalla
società Æqua Roma.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">34. Palesemente infondata risulta la
censura incentrata sulla violazione degli articoli 7 e seguenti della legge n.
241/1990, perché l’art. 13 della legge stessa, nel disciplinare l’ambito di
applicazione delle disposizioni sulla partecipazione al procedimento
amministrativo, prevede che tali disposizioni non trovino applicazione in caso
di attività amministrative dirette alla emanazione di atti di pianificazione,
tra i quali rientrano anche i piani di localizzazione degli impianti
pubblicitari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">35. Diverse considerazioni valgono,
invece, per la censura incentrata sulla limitazione dei formati ammessi,
rispetto a quelli previsti dall’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento.
Difatti le ragioni che hanno determinato l’accoglimento dell’analoga censura
rivolta avverso la deliberazione n. 380/2014 valgono evidentemente anche per la
censura in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">36. Stante quanto precede il Collegio
conclusivamente dispone come segue. I ricorsi n. 3006/2014, n. 14401/2014, n.
14526/2014, n. 15194/2014, n. 15195/2014, n. 15804/2014, n. 15806/2014 in parte
devono essere dichiarati inammissibili e in parte devono essere respinti perché
infondati. I ricorsi n. 14431/2014, n. 14433/2014, n. 14435/2014, n.
14436/2014, n. 15651/2014, e n. 15829/2014 devono essere accolti limitatamente
alla domanda di annullamento dell’impugnata nota del 23 settembre 2014, nella
parte in cui prevede che l’adeguamento degli impianti inseriti nella NBD alle
previsioni dell’art. 20, comma 1, lett. f), del Regolamento debba essere
effettuato “<i>entro il termine ultimo del 31.1.2015</i>”. Il ricorso n.
3553/2015 ed i ricorsi per motivi aggiunti proposti nei giudizi introdotti con
i ricorsi n. 14435/2014, n. 14436/2014 devono essere accolti, con assorbimento
delle restanti censure, limitatamente alla domanda di annullamento
dell’impugnata deliberazione n. 380/2014 nella parte in cui prevede: A) che “<i>gli
impianti SPQR sono previsti nel formato mt 3x2, mt 1,40x2 e palina mt 1x1</i>”;
B) che “<i>gli impianti privati devono essere suddivisi in lotti. Ogni lotto
deve ricomprendere circuiti di impianti pubblicitari localizzati in più
Municipi” e che “ogni lotto deve ricomprendere circuiti di impianti localizzati
in più Municipi. Ogni lotto deve avere impianti con un dimensionamento misto
mt. 3x2; mt. 1,40x2 e mt. 1x1. Uno dei lotti deve essere destinato a fornire il
servizio di pubblica utilità di Bike Sharing, e dovrà essere dimensionato ed
ubicato sul territorio in termini di sostenibilità economica del servizio. Il
lotto del Bike Sharing, tenuto conto di quanto previsto dal PGTU, dovrà
prevedere una superficie espositiva di minimo 8.000 mq. Un altro lotto, con una
superficie espositiva di massimo 5.000 mq., deve essere destinato a finanziare
servizi di pubblica utilità, quali ad esempio servizi igienici pubblici,
elementi di arredo urbano, il servizio di pubbliche affissioni. È possibile
prevedere anche ulteriori lotti destinati a servizi di pubblica utilità. I
formati degli impianti per i lotti funzionali ai servizi di pubblica utilità
sono esclusivamente mt. 1,20x1,80 e mt. 3,2x1,40. Un altro lotto dovrà essere
dedicato al Circuito Cultura e Spettacolo con impianti modello SPQR mt. 2x2
distribuiti su tutti i Municipi</i>”; C) il termine del “<i>20 maggio 2015</i>”,
per l’adeguamento di tutti gli impianti SPQR, da installare o mantenere sul
territorio, alle caratteristiche dei progetti tipo di cui alla deliberazione
della Giunta Capitolina n. 25/2010. Il ricorso per motivi aggiunti proposto nel
giudizio introdotto con il ricorso n. 14526 del 2014 deve essere accolto
limitatamente alla domanda di annullamento dell’impugnata determinazione
dirigenziale del 27 luglio 2015 nella parte in cui approva piani di
localizzazione degli impianti pubblicitari che limitano i formati ammessi ai
soli formati previsti dalla deliberazione della Giunta Capitolina n. 380/2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">37. Tenuto conto della novità e della
complessità delle questioni trattate sussistono giusti motivi per compensare
tra le parti le spese del presente giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio (Sezione Seconda) definitivamente pronunciando sui ricorsi riuniti n.
3006/2014, n. 14401/2014, n. 14431/2014, n. 14433/2014, n. 14435/2014, n.
14436/2014, n. 14526/2014, n. 15194/2014, n. 15195/2014, n. 15651/2014, n.
15804/2014, n. 15806/2014, n. 15829/2014 e n. 3553/2015, nonché sui ricorsi per
motivi aggiunti in epigrafe indicati, li accoglie in parte e, per l’effetto,
annulla la nota del dirigente della Direzione Attività Economiche e Produttive
prot. n. LR/BG 61384 del 23 settembre 2014, la deliberazione della Giunta
Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014 e la determinazione dirigenziale prot.
n. QH/53707 in data 27 luglio 2015 nei limiti indicati in motivazione.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">Spese compensate.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 27 gennaio 2016 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Silvia Martino,
Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roberto Caponigro,
Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Carlo Polidori,
Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il 22/02/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-16427415119314110302016-04-22T03:40:00.000-07:002016-04-22T03:47:55.353-07:00APPALTI: il TAR capitolino decide anche il ricorso Fastweb sul "SPC 2" - Sistema Pubblico di Connettività - (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. III, sentenza 22 aprile 2016, n. 4725).<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large; line-height: 24px;"><b>APPALTI: </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="line-height: 24px;"><span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;">il TAR capitolino decide </span></b><br />
<b style="line-height: 24px;"><span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;">anche il ricorso Fastweb </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="line-height: 24px;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="color: #990000;">sul </span><span style="color: #783f04;">"SPC 2" </span><span style="color: #990000;">- Sistema Pubblico di Connettività - </span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;">(T.A.R. Lazio, Roma, Sez. III, </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;">sentenza 22 aprile 2016, n. 4725)</span></b></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="text-align: center;">
<img src="http://www3.picturepush.com/photo/a/3423846/img/3423846.png" height="60" width="400" /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Finalmente arriva anche la sentenza "gemella" sul ricorso Fastweb (l'udienza pubblica era stata discussa il 13 gennaio 2016).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Stesse conclusioni da parte del TAR Capitolino rispetto al ricorso Telecom.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>Simul stabunt simul cadent.</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Sentenza per esteso</b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Sezione
Terza)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sul
ricorso numero di registro generale 1570 del 2015, integrato da motivi
aggiunti, proposto dalla<br />
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a., in persona
del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati prof.
Aristide Police, Renzo Ristuccia, Luca Tufarelli, Mario Di Carlo, con domicilio
eletto presso lo stesso avv. Renzo Ristuccia in Roma, Via E. Q. Visconti, 20; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Consip
S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli
avvocati Cecilia Martelli e prof. Andrea Guarino, con domicilio eletto presso
lo stesso avv. Andrea Guarino in Roma, p.zza Borghese, 3;<br />
Agenzia per l'Italia Digitale, rappresentata e difesa per legge dall'Avvocatura
Generale dello Stato, presso i cui Uffici è domiciliata in Roma, Via dei
Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tiscali
Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e
difesa dagli avvocati prof. Riccardo Villata, Andreina Degli Esposti e
Benedetto Giovanni Carbone, con domicilio eletto presso lo stesso prof.
Riccardo Villata in Roma, Via G. Caccini, 1;<br />
BT Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa
dagli avvocati prof. Mario Sanino, Gianpaolo Ruggiero, Marco Di Lullo e Angela
Gemma, con domicilio eletto presso Studio Legale Sanino in Roma, viale Parioli,
180;<br />
Telecom Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata
e difesa dagli avvocati prof. Francesco Cardarelli, Filippo Lattanzi e
Francesco Saverio Cantella, con domicilio eletto presso lo stesso avv. Filippo
Lattanzi in Roma, Via P.G. Da Palestrina, 47;<br />
Wind Telecomunicazioni S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t.,
rappresentata e difesa dagli avvocati Angelo Raffaele Cassano e prof. Marcello
Clarich, con domicilio eletto presso lo stesso avv. Marcello Clarich in Roma,
viale Liegi, 32;<br />
Vodafone Omnitel B.V., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata
e difesa dagli avvocati Giuseppe Lo Pinto e prof. Fabio Cintioli, con domicilio
eletto presso lo stesso avv. Fabio Cintioli in Roma, Via Vittoria Colonna, 32;<br />
Ericsson Telecomunicazioni S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t.,
rappresentata e difesa dagli avvocati prof. Filippo Satta, Anna Romano e
Raffaele Fragale, con domicilio eletto presso lo Studio Legale Satta Romano
& Associati, in Roma, Foro Traiano 1/A;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">per
l'annullamento,<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">previa
sospensione dell’efficacia,<o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
degli atti della Consip S.p.a. relativi alla procedura ristretta per
l’affidamento dei servizi di connettività nell’ambito del sistema pubblico di
connettività (SPC) – id. SIGEF 1367 – CIG 5133642F61 e, in particolare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della nota prot. 525/2015 del 12.1.2015 avente ad oggetto la richiesta di
adeguamento ai “prezzi” offerti dal concorrente aggiudicatario provvisorio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della nota prot. 34118 7 2014 del 24.12.2014 (e suoi allegati) avente ad
oggetto la comunicazione dell’aggiudicazione provvisoria;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della delibera di indizione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del Bando del 23.5.2013 con in quale la Consip ha avviato la procedura
ristretta per l'aggiudicazione del contratto-quadro finalizzato alla fornitura
dei servizi di connettivita' nell'ambito del sistema pubblico di connettivita'
(SPC), nonche' del 'Documento descrittivo' contenente la disciplina di
dettaglio e degli allegati a quest’ultimo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della rettifica e dei chiarimenti in fase di prequalifica;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del provvedimento implicito o esplicito di ammissione all’offerta delle altre
concorrenti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della Lettera d’Invito di cui alla nota prot. 37895/2013 del 29.11.2013 e
relativi allegati, ivi inclusi, fra gli altri, i criteri di calcolo dei Prezzi
Totali Ponderati (PTP), gli schemi di Offerta economica, il Capitolato Tecnico,
lo Schema di Contratto Quadro OPA, lo schema di contratto esecutivo OPA, lo
schema di contratto quadro OPO, lo schema di contratto esecutivo OPO, i livelli
di servizio e penali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della rettifica e dei chiarimenti resi in fase di offerta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dei verbali di gara tutti, tanto relativi alla fase di prequalifica, quanto
alla fase di offerta (non noti);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del provvedimento conclusivo del sub-procedimento di verifica dell’anomalia
dell’offerta (non noto);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del provvedimento di aggiudicazione provvisoria e del verbale della seduta del
19.12.2014 nel corso della quale la Commissione ha stilato la “graduatoria
provvisoria”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dell’approvazione dell’aggiudicazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del provvedimento di aggiudicazione definitiva ove nelle more intervenuto;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del provvedimenti di assegnazione delle parti ove nelle more intervenuto;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dei Contratti quadro OPA e OPO nonché dei contratti esecutivi (ove nelle more,
stipulati);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché
con successivi “motivi aggiunti” notificati in data 28 maggio 2015:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del provvedimento di aggiudicazione definitiva efficace del 28.4.2015 e della
sua comunicazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dei provvedimenti dell’Amministratore Delegato Consip prot. n. 1459/SAD/S e
prot. 1460/SAD/S del 19.12.2014 che hanno ritenuto congrue le offerte di BT e
Tiscali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dei verbali, comunicazioni, atti e documenti endo-procedimentali per la
verifica dell’anomalia delle offerte;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dei verbali di gara relativi alla fase di prequalifica e alla fase di offerta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
degli atti relativi al procedimento di soccorso istruttorio del marzo 2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
della nota Consip prot. n. 10467 del 16.4.2015 a BT di avvenuta comprova dei
requisiti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
degli atti e delle comunicazioni relativi al sub-procedimento di adeguamento ai
prezzi offerti da Tiscali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
delle comunicazioni interne a Consip;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
del bando della lettera di invito e dei relativi allegati; dei chiarimenti
nonché di tutti gli altri atti impugnati con il ricorso originario e sopra
specificamente indicati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
di ogni ulteriore atto connesso e collegato presupposto o consequenziale anche
se non conosciuto per i vizi esposti nelle censure articolate nel ricorso
introduttivo e nei successivi motivi aggiunti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
gli atti di costituzione in giudizio di Consip S.p.a., di Soc. Tiscali Italia
S.p.a., di Agenzia per l'Italia Digitale, di BT Italia S.p.a., di Telecom
Italia S.p.a., di Wind Telecomunicazioni S.p.a., di Vodafone Omnitel B.V. e di
Ericsson Telecomunicazioni S.p.a.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Viste
le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Relatore
nell'udienza pubblica del giorno 13 gennaio 2016 il dott. Claudio Vallorani e
uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ritenuto
e considerato in fatto e diritto quanto segue:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.
Con bando pubblicato sulla GUUE n. 2013/S 099 – 169861 del 23.5.2013 (e sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 60 del 24.5.2013), la Consip
S.p.a. indiceva la procedura ristretta per l’aggiudicazione del Contratto
Quadro, per l’affidamento dei servizi di connettività nell’ambito del Sistema
Pubblico di Connettività (di seguito anche SPC), ai sensi dell’art. 83 del
d.lgs. n. 82 del 2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale, di seguito anche
CAD), in favore delle pubbliche Amministrazioni, aventi ad oggetto
specificamente:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i
servizi di trasporto dati (TR), che pesano sulla base d’asta per il 68,3%, e
comprendono il servizio di trasporto dati su rete convenzionale in rame (STDE),
su rete in fibra ottica (STDO) e con modalità satellitari (STDS) e, più in
generale “wireless”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i
servizi di sicurezza perimetrale (SICP), che pesano per il 19,5% sulla base
d’asta e comprendono il servizio d sicurezza perimetrale unificata (SPUN) e
centralizzata (SCEN);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i
servizi di comunicazione evoluta (SCOE), che pesano per il 5% sulla base
d’asta, costituiti dai servizi di comunicazione vocale su protocollo internet
VOIP e di telepresenza, ossia di comunicazione audio e video TELP;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
il supporto professionale SSUP comprendente il servizio di supporto
specialistico (SSUS) e di formazione (FORM);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">il
tutto meglio descritto nel Documento descrittivo (doc. 4 ric., vedi punto
II.1.5), nel bando (doc. 3 ric.) e, successivamente specificato nella lettera
di invito e, in particolare, nel Capitolato Tecnico e nell’Allegato 2 alla
lettera di invito(doc. 6 ric.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ognuno
di questi servizi fondamentali si articola a sua volta in una molteplicità di
servizi “elementari” o profili, meglio descritti negli allegati sopra
menzionati<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’obbiettivo
della procedura, pertanto, era (ed è) la realizzazione del Servizio Pubblico di
Connettività (SPC), secondo la definizione che ne fornisce l’art. 73, comma 2,
CAD, secondo cui esso è “l'insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole
tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la diffusione del
patrimonio informativo e dei dati della pubblica amministrazione, necessarie
per assicurare l'interoperabilità di base ed evoluta e la cooperazione
applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la
sicurezza, la riservatezza delle informazioni, nonché la salvaguardia e
l'autonomia del patrimonio informativo di ciascuna pubblica amministrazione”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’aggiudicazione
include anche i c.d. Servizi OPO in quanto il Fornitore Aggiudicatario è
obbligato a prestare in favore degli altri contraenti (c.d. “Fornitori
Assegnatari”) servizi corrispondenti ai principali servizi di connettività OPA
(servizi STDE e parte dei servizi STDO), ai prezzi offerti alle pp.aa. con un
ribasso del 5%. I servizi OPO vanno erogati (da parte dell’Aggiudicatario) agli
altri Fornitori Assegnatari senza alcun limite quantitativo sino al
ventiquattresimo mese di esecuzione e, successivamente, nel limite del 50% del
fatturato dei Fornitori Assegnatari (vedi lettera di invito, doc. 6 ric., pag.
6).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
SPC deve garantire prestazioni con elevati standard di qualità e sicurezza,
coinvolgendo più operatori qualificati, nel rispetto della disciplina
dell’evidenza pubblica (vedi art. 83 CAD).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Gli
elementi salienti della disciplina di gara, come determinati dal bando e dal
documento descrittivo possono così riassumersi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a)
l’oggetto della gara, per una base d’asta iniziale pari a 2,5 miliardi di euro
(successivamente ridotto a 2,4 miliardi di euro), prevedeva che l’aggiudicazione
dovesse avvenire secondo il criterio del prezzo più basso (punto IV.2.1. del
bando); più specificamente, il criterio che Consip adottava per la formazione
della graduatoria era quello del PTP Globale – “Prezzo Totale Ponderato
Globale” in base al quale, per ciascuno dei servizi fondamentali o macroservizi
sopra elencati, il concorrente doveva offrire il proprio PTP, da ricavare
attraverso un algoritmo specifico per ciascuno di tali macroservizi, in
funzione del prezzo offerto per ogni servizio “elementare” compreso nel
macroservizio e del coefficiente di ponderazione, connesso a detto servizio
“elementare”; i prezzi totali ponderati (PTP) di ciascun macroservizio erano
poi da sommare, per la determinazione del PTP Globale e della graduatoria finale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b)
la durata del “contratto quadro OPA” (contratto tipicamente normativo), alla
cui stipula la procedura comparativa è finalizzata, era fissata in 84 mesi
(VI.3, n. 13);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c)
la procedura riguardava un affidamento c.d. “multifornitore” in quanto
all’esito della gara si doveva procedere all’affidamento del contratto quadro a
più concorrenti, a condizione che il numero minimo di offerte valide fosse pari
ad almeno tre (3); era esclusa ogni aggiudicazione nel caso in cui il numero di
offerte valide fosse stato inferiore a tre; la fornitura veniva suddivisa per
un numero di parti (in ogni caso non superiore a quattro), inferiore di almeno
una unità rispetto al numero delle offerte valide inserite nella graduatoria
finale; al concorrente primo classificato (fornitore aggiudicatario) sarebbe
spettata la prima e più rilevante parte della fornitura mentre ai concorrenti
successivi nell’ordine di graduatoria (in numero massimo di tre), sarebbero
state assegnate distinte parti di fornitura (di consistenza decrescente),
successive alla prima parte, fino all’esaurimento delle stesse (massimo 3 parti
oltre la prima);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">d)
pertanto, nel caso di 3 offerte valide, i fornitori selezionati sarebbero stati
2, nel caso di 4 offerte valide i fornitori selezionati sarebbero stati 3, nel
caso, infine, di un numero di offerte valide pari o superiore a 5, il numero
dei selezionati sarebbe stato di 4;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e)
quindi le parti di fornitura da assegnare sarebbero state, a seconda dei casi
sopra enumerati, 2 ovvero 3 ovvero 4 con le seguenti rispettive quote
percentuali di fornitura, da applicare all’importo globale massimo, con
assegnazione della quota maggiore all’impresa aggiudicataria:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
60% e 40% (in caso di due soli assegnatari);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
60%, 20% e 20% (in caso di tre assegnatari);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
52%, 16%, 16% e 16% (in caso di quattro assegnatari) (come successivamente
meglio specificato dal par. 6 della lettera di invito, doc. 6 ric.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">f)
l’assegnazione delle parti di fornitura successive alla prima era subordinata
all’impegno irrevocabile da parte dei vari assegnatari di prestare i servizi
alle medesime condizioni di prezzo offerte dal fornitore aggiudicatario (punto
VI.3, n. 3 del bando e art. 83, comma 2, CAD).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
termine di presentazione delle offerte, originariamente fissato dalla lettera d’invito
al 30.1.2014, è stato poi differito al 12.3.2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.
Successivamente Consip S.p.a., con avviso di rettifica spedito per la
pubblicazione in GUUE il 5.7.2013, disponeva l’eliminazione dai servizi dedotti
in gara dei “servizi di calcolo e memorizzazione”, in origine previsti dal
punto II.2.1. del bando e, nel contempo, riduceva l’importo stimato a base
d’asta da 2,5 miliardi di euro a 2,4 miliardi di euro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Eseguite
le operazioni di prequalificazione, presentavano la propria offerta i seguenti
operatori economici:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
Tiscali S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
British Telecom (BT) Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a. –
IBM Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
Telecom Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- RTI Wind S.p.a. – Postecom – Postemobile;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
RTI Vodafone Omnitel BV – Ericcson Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
procedure selettiva proseguiva con la valutazione delle offerte presentate da
parte della Commissione di gara: l’apertura delle buste “B” contenenti le
offerte economiche e la lettura del PTP Globale offerto da ciascuna impresa
partecipante venivano effettuate nella seduta del 15 maggio 2014. Venivano
quindi assoggettate alla verifica di congruità le offerte delle prime due
imprese classificate in graduatoria, Tiscali Italia S.p.a. e BT Italia S.p.a.
(risultate anomale ai sensi dell’art. 83, comma 1, d .lgs. n. 163 del 2006). La
verifica che si protraeva per circa nove mesi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
stessa ha avuto esito positivo per entrambe le offerte e Consip S.p.a., con
nota prot. n. 34118 del 24.12.2014, ha comunicato a tutti gli operatori
economici partecipanti la graduatoria provvisoria, stilata in data 19.12.2014,
in funzione del Prezzo Totale Ponderato Globale (PTP) offerto da ciascun
concorrente (doc. 2 ric.):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Concorrente
PTP Globale (Euro)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1)
Tiscali Italia S.p.a. 264.867.582,31;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2)
BT Italia S.p.a. 423.438.611,11;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3)
RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.A. – IBM
S.p.a. 715.719.280,50;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4)
Telecom Italia S.p.a. 746.253.661,67;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5) Costituendo RTI Wind S.p.a./ Cons.CPU
865.450.196,27;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span lang="EN-US" style="line-height: 150%;">6) Cost. </span><span style="line-height: 150%;">RTI
Vodafone O. B.V./Ericsson 1.275.869.826,37.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.
Conseguentemente, in applicazione della legge di gara e seguendo l’ordine della
graduatoria, Consip ha avviato la fase dell’interpello nei confronti delle
imprese classificatesi alle spalle di Tiscali, chiedendo loro se intendevano
adeguarsi o meno alle condizioni economiche offerte dall’aggiudicataria, al
fine di conseguire (con assunzione di impegno irrevocabile) l’assegnazione di
quota parte del contratto quadro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Hanno
risposto positivamente BT Italia (con nota del 22.1.2015) e Vodafone Omnitel
(con nota del 2.2.2015). Quest’ultima, nella lettera di interpello della
Consip, veniva informata (al pari della Wind) che degli operatori che la
precedevano in graduatoria “solo uno dei concorrenti ha dichiarato di adeguare
le proprie condizioni economiche”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
hanno aderito le restanti imprese tra cui l’odierna ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
particolare, con nota del 12.1.2015 (doc. 1 ric.), Consip aveva interpellato <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a. (terza classificata in
graduatoria), la quale non riteneva di assoggettarsi alle condizioni economiche
offerte dalla Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.
Contro quest’ultima nota e gli ulteriori atti di gara in epigrafe indicati
insorge <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a.
che in data 22.1.2015 ha notificato il presente ricorso a Consip S.p.a.,
all’Agenzia per l’Italia Digitale e alle altre società che hanno partecipato
alla procedura ristretta per l’assegnazione del SPC2, deducendo i motivi di
impugnazione che di seguito si sintetizzano.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Motivo
I<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Violazione
degli artt. 82, 86, 87 e 88 d.lgs. n. 163 del 2006. Anomalia delle offerte di
Tiscali e BT. Eccesso di potere per difetto di istruttoria, travisamento dei
fatti e difetto di motivazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Secondo
la ricorrente – che ammette di non avere avuto ancora accesso ai documenti di
gara al momento della presentazione del ricorso - l’offerta dell’aggiudicataria
Tiscali (non diversamente da quella della seconda classificata BT Italia)
conterrebbe un ribasso medio ponderato oggettivamente insostenibile, di per sé
sintomatico di grave anomalia della propria offerta, non essendo giustificabile
un corrispettivo così macroscopicamente inferiore a quello offerto dagli altri
concorrenti: il ribasso medio ponderato di Tiscali è pari all’88,96% e
corrisponde al 37,01 % del PTP di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> (Euro
715.719.281), prima offerta non anomala con un divario di 450 milioni di euro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">BT
a propria volta ha offerto un ribasso medio ponderato dell’82,34% ed il suo
prezzo è pari al 59,20% dell’offerta di<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> (prima
non anomala). Secondo la ricorrente i prezzi unitari offerti
dall’aggiudicataria (e dalla stessa BT Italia) sarebbero incompatibili con il
livello qualitativo preteso dal Capitolato Tecnico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
prezzi unitari esposti nelle tabelle d’offerta di Tiscali rifletterebbero
“costi di approvvigionamento che, stando ai prezzi regolamentari di riferimento
di Telecom Italia, o sono sottocosto o corrispondono a risorse e/o servizi di
accesso che non consentono l’erogazione dei servizi di connettività della
qualità richiesta dal Capitolato Tecnico”. In particolare, sulla base del
parere tecnico allegato (doc. 12, pag. 3), la ricorrente sostiene che il
servizio di trasporto dati su portante elettrica (STDE), in virtù dei pesi di
gara, non potrebbe essere inferiore a 219 milioni di euro (a fronte dei soli
137 milioni offerti come prezzo del servizio da Tiscali e dei circa 140 milioni
offerti da BT Italia). L’anomalia sarebbe ancora più accentuata con riguardo ai
servizi OPO che l’aggiudicataria è tenuta a fornire agli altri assegnatari che
lo richiedano, con un ribasso del 5% rispetto ai prezzi praticati alle pp.aa.
beneficiarie: i prezzi dei servizi OPO finirebbero per essere più bassi del
costo che Tiscali dovrebbe sostenere per acquisire le risorse e i servizi di
accesso dalla stessa Telecom. Vi sarebbe inoltre assoluta incertezza giuridica
e tecnica sulla possibilità per l’aggiudicatario di poter prestare i servizi
OPO in quanto il Capitolato Tecnico (doc. 6.d ric.) prevede che detti servizi
siano erogati tramite l’Infrastruttura Pubblica di Connettività denominata QXN,
la quale è in corso di rielaborazione: non essendo ancora operativa la “nuova”
QXN (per la realizzazione della quale peraltro è stata indetta apposita
procedura di gara), i costi per la fornitura dei servizi OPO sarebbero assi più
sostenuti avvalendosi, per l’interconnessione, della (ben più limitata) QXN
attuale (2005). La ricorrente sostiene infine che, con riguardo alle
prestazioni contrattuali relative ai servizi di supporto specialistico (SSUS),
dalle tabelle di prezzo risulterebbe che sia Tiscali che BT avrebbero proposto
un costo del personale per giornata/uomo inferiore ai minimi tabellari espressi
dalla contrattazione collettiva (violazione dell’art. 82, comma 3-bis, d.lgs.
n. 163 del 2006).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Motivo
II.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Illegittimità
sotto vari profili (artt. 3, 11, 12, 53, 54, 55, 59, 82, 86, 87 e 118 del
d.lgs. n. 163 del 2006; violazione della Direttiva 2004/18/CE e dell’art. 102
TFUE) ed eccesso di potere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con
riguardo alla clausola di allineamento alle condizioni economiche proposte
dalla migliore offerente (vedi par. 7 della lettera di invito, pagg. 32 – 33) -
e cioè alla previsione di gara che condiziona l’assegnazione delle parti di
fornitura successive alla prima, all’accettazione, da parte dei concorrenti che
hanno presentato la migliore offerta dopo la prima, dei medesimi corrispettivi
offerti dal primo classificato - <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> afferma
che essa non si rinviene in nessuna delle procedure di affidamento dei
contratti tassativamente previste dalla Direttiva 2004/18/CE e dall’art. 56 del
d.lgs. 163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 150%;">Fastweb</span><span style="line-height: 150%;">,
in particolare, ritiene di individuare plurimi profili di illegittimità nel
meccanismo di adeguamento dei prezzi sopradescritto, che possono riassumersi
come segue (vedi pagg. 21 e ss del ricorso introduttivo):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.
Violazione delle procedure tipiche e tassative di aggiudicazione.
Incompatibilità con il diritto comunitario;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. Inversione
del procedimento e proposta del prezzo da parte della SA e non da parte della
concorrente partecipante alla gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.
Errata interpreazione dell’art. 83 del d.lgs. n. 82 del 2005 (c.d. CAD),
laddove prevede la stipula di contratti quadro multi-fornitore “per garantire
la fruizione”, da parte delle pp.aa., “delle stesse condizioni contrattuali
proposte dal miglior offerente”: sostiene il ricorrente che due sono le
alternative letture della disposizione ammissibili: o la si interpreta come
riferita alle sole condizioni tecniche di prestazione del servizio (e non anche
al relativo corrispettivo) e, in tal caso, “nulla quaestio”; oppure, come
deroga alla disciplina degli affidamenti dei contratti della p.a.: in
quest’ultimo caso si dovrebbe rimettere la questione di legittimità
costituzionale della norma in commento dinnanzi alla Corte costituzionale per
violazione della legge delega, che si rinviene nella Legge n. 229 del 2003 su
cui tanto il CAD quanto il d.lgs. 42 del 2005 (il cui art. 12 corrisponde
all’art. 83 del CAD) si fondano: la delega legislativa contenuta nell’art. 10
della legge n. 229 cit., infatti, non fa alcun riferimento alle procedure di
gara e agli strumenti contrattuali di acquisizione dei servizi verso la p.a. e
pertanto né l’art. 83 cit. né l’antecedente art. 10 della legge n. 229 del 2003
erano autorizzati ad intervenire sulla disciplina degli affidamenti pubblici;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.
Abuso dello strumento dell’accordo quadro per distorcere la concorrenza:
all’interno di una procedura di gara destinata ad esaurire, tendenzialmente,
l’intera domanda delle pp.aa. per i servizi in parola, Consip si trova in una
posizione dominante (vicina al monopolio dal lato della domanda) e finisce per
abusare di questa posizione per imporre ai fornitori il prezzo di vendita
contro l’espresso divieto dell’art. 102, par. 2, lett. a), TFUE;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.
Violazione dell’art. 82, comma 3bis, d.lgs. n. 163 del 2006: ritornando sul
meccanismo dell’adeguamento ai prezzi della migliore offerente, la ricorrente
ne evidenzia possibili profili di contrasto con l’art. 82, comma 3bis, Codice
dei contratti pubblici, in quanto l’accettazione di questi prezzi da parte
delle concorrenti che rispondano positivamente all’interpello
dell’aggiudicataria dovrebbe avvenire al netto delle spese relative al costo
del personale, “finendo altrimenti per imporsi ai lavoratori l’adeguamento ai
medesimi livelli retributivi presenti nell’impresa aggiudicataria –
eventualmente determinati da situazioni particolari applicabili a quell’impresa
– o l’uscita dal mercato”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.
Violazione dell’art. 118 d.lgs. n. 163 del 2006 con riguardo ai servizi OPO:
come detto l’aggiudicazione include anche i c.d. Servizi OPO in quanto il
Fornitore Aggiudicatario è obbligato a prestare in favore degli altri
contraenti (c.d. “Fornitori Assegnatari”) servizi corrispondenti ai principali
servizi di connettività OPA (servizi STDE e parte dei servizi STDO), ai
medesimi prezzi offerti alle pp.aa. con un ribasso del 5%; i servizi OPO
debbono essere erogati dall’Aggiudicatario agli altri Fornitori Assegnatari
senza alcun limite quantitativo, sino al ventiquattresimo mese di esecuzione e,
successivamente, nel limite del 50% del fatturato dei Fornitori Assegnatari
(art. 1 lettera di invito, doc. 6 ric., pag. 6); la ricorrente ravvisa nel meccanismo
descritto la violazione dell’art. 118 del Codice dei contratti pubblici in
quanto l’art. 8 della lettera di invito prevede che, ai fini del raggiungimento
della soglia del 30 % di cui all’art. 118 cit. “non saranno computati i servizi
OPO che ciascun Fornitore assegnatario potrà chiedere al Fornitore
aggiudicatario per erogare servizi OPA oggetto dei Contratti esecutivi del
Contratto Quadro OPA da essi stipulato”. L’erogazione illimitata dei servizi
OPO (quanto meno nei primi ventiquattro mesi) costituirebbe deroga alla soglia
normativa ed inderogabile oltre la quale il subappalto è vietato, considerato
che il contratto OPO ha ad oggetto la prestazione di servizi STDE e STDO,
oggetto dell’appalto pubblico principale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7.
Uso improprio dello strumento dell’adeguamento (già di per sé illegittimo) da
parte della lettera di interpello Consip prot. n. 525/2015 del 12.1.2015 che
non chiarisce il volume di prestazioni per il quale è richiesto l’adeguamento
del prezzo ovvero la percentuale del massimale per cui un concorrente dovrebbe
impegnarsi (massimale che, in relazione alle percentuali contrattuali in
astratto assegnabili, potrebbe variare da un minimo del 16 %, in caso di
quattro fornitori assegnatari, ad un massimo del 40%, in caso di due soli
fornitori); mancherebbe pertanto certezza su un elemento essenziale
dell’offerta (i volumi prestazionali);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.
Violazione degli artt. 11 e 12 d.lgs. n. 163 del 2006: si contesta, sotto i
richiamati parametri normativi, l’illegittimità del sub-procedimento di
adeguamento del prezzo, senza previamente procedere all’approvazione della
graduatoria provvisoria, di cui all’art. 12, comma 1, d.lgs. cit..;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.
Mancanza di una verifica di anomalia sui Fornitori Assegnatari: si contesta la
mancanza nella legge di gara di una previsione che prescriva la necessaria
verifica di congruità (oltre che per le offerte di Tiscali e BT Italia) anche
per le offerte dei concorrenti interpellati che aderiscano, giacché, secondo la
ricorrente, la sostenibilità dell’offerta economica dipende dai mezzi e
dall’organizzazione aziendale (sicché il positivo vaglio dell’offerta della
prima classificata, non comporta alcuna automatismo nella valutazione di
congruità dell’analoga offerta di altra impresa assegnataria).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Motivo
III. Violazione dell’art. 11 d.lgs. n. 163 del 2006, della Direttiva 89/665/CE
(come modificata dalla Direttiva 2007/66/CE), in particolare art. 2bis.
Violazione del diritto di difesa. Eccesso di potere sotto vari profili: la
clausola di allineamento viene criticata sotto gli ulteriori profili
menzionati, in quanto impone un’accettazione piena e incondizionata delle
condizioni contrattuali offerte dalla prima classificata, entro un termine
brevissimo (gg. 10 dalla comunicazione) ben inferiore ai gg. 35 dello “stand
still” che l’ordinamento concede ai concorrenti per sottoporre la gara al
sindacato giurisdizionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
società ricorrente conclude chiedendo a questo Giudice:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via principale: l’accertamento dell’anomalia delle offerte di Tiscali S.p.a.
e di BT Italia S.p.a. e di dichiarare dovuta la loro esclusione annullando “in
parte qua” gli atti di gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via gradata: di rimettere gli atti alla S.A. per il compiuto espletamento
della verifica di anomalia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via subordinata, l’annullamento degli atti impugnati procedendo, per quanto
necessario, a sollevare questione pregiudiziale di interpretazione della
normativa comunitaria dinanzi alla Corte di giustizia UE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.
In data 11 febbraio 2015 si è tenuta la camera di consiglio per l’esame della
domanda cautelare proposta contestualmente al ricorso. In tale occasione le
parti hanno concordato per il rinvio al merito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.
Avendo avuto accesso alla documentazione in possesso della S.A., attinente alle
giustificazioni addotte dalle due imprese sottoposte a verifica dell’anomalia
(Tiscali e BT Italia), <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a.,
con atto depositato in data 15.6.2015, ha proposto motivi aggiunti con
contestuale istanza di misure cautelari, ove si formulano domande di merito
sostanzialmente coincidenti con quelle già avanzate nel ricorso introduttivo, integrate
però dalle ulteriori domande dirette all’accertamento della necessità di
esclusione dalla procedura anche di Vodafone Omnitel B.V. e di Ericcson S.p.a.
ed all’accertamento dell’anomalia dell’offerta della stessa Vodafone Omnitel
(oltre che di Tiscali S.p.a. e di BT Italia S.p.a.), anche a mezzo di
espletanda CTU.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
nuovi motivi di gravame (numerati da 1 a 16) ampiamente articolati dalla <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, risultano per la maggior parte
incentrati su molteplici, asseriti profili di anomalia riferiti alle offerte
dell’aggiudicataria Tiscali (assegnataria del 60% del contratto quadro) e delle
due imprese che hanno dato positivo riscontro all’interpello (BT Italia e
Vodafone) così ottenendo l’assegnazione di parte della commessa, nella misura
del 20% per ciascuna.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
motivi aggiunti possono riassumersi come segue (tenuto conto del loro numero e
del livello di tecnicismo che caratterizzata molte delle censure in essi
contenute).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SULL’OFFERTA
DI TISCALI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1)
Violazione degli artt. 82, 86 e 87 del d.lgs. n. 163 del 2006 e dell’art. 26
d.lgs. 81 del 2008; grave e manifesto difetto di istruttoria. Difetto grave di
motivazione con particolare riguardo ai costi irrisori per la sicurezza da
rischio specifico indicati in offerta e all’omessa giustificazione di tali
costi in sede di verifica dell’anomalia dell’offerta: Tiscali, nella propria
offerta economica (doc. 47, pag. 16) quantifica in soli Euro 40.891,67 totali
(nell’intero arco dei sette anni di durata del Contratto SPC2), le proprie
spese per oneri di sicurezza da rischio specifico, importo che sarebbe del
tutto inadeguato a far fronte agli adempimenti prescritti dal d.lgs, n. 81 del
2008 e ben inferiore a quanto offerto dagli altri assegnatari (compresa BT
Italia che li quantifica in Euro 355.000,00); l’insufficiente quantificazione
degli oneri di sicurezza costituirebbe di per sé causa di esclusione ai sensi
degli artt. 86, comma 3, 87, comma 4 e 82, comma 3-bis, Codice dei contratti
pubblici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2)
Violazione dei livelli di servizio (c.d. SLA) richiesti per i servizi STDE
dagli Allegati 5 (Capitolato Tecnico) e 5bis. Difetto dei requisiti tecnici
minimi dell’offerta. Modifica degli impegni assunti con l’offerta in fase di
verifica dell’anomalia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
menzionati documenti di gara richiedono i livelli minimi di servizio (SLA) a
cui ogni concorrente deve uniformarsi nella predisposizione del progetto
tecnico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
particolare la tabella al par. 1.1.2 dell’Allegato 5bis (doc. 6.i ric.) fissa
le specifiche di gara nella parte relativa al “Tempo di ripristino per
disservizio bloccante”. Sostiene <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> che
i tempi indicati implicitamente da Tiscali per il ripristino di tali disservizi
non sarebbero compatibili con i suddetti SLA e che nel progetto tecnico Tiscali
non ha incluso un servizio in linea con gli SLA; ciò sarebbe sufficiente ad
escludere l’offerta di Tiscali che, sul punto, evidenzia una difformità dell’offerta
tecnica dalle prescrizioni della “lex specialis”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3)
Offerta condizionata e con vincoli ulteriori per l’Amministrazione; violazione
dei livelli di servizio (SLA) richiesti per i servizi STDE dagli allegati 5
(Capitolato tecnico) e 5bis (livelli di servizio e penali); difetto dei
requisiti tecnici minimi dell’offerta; modifica dell’offerta in fase di
verifica dell’anomalia; previsione della fornitura del servizio con tecnologia
“Shared Access”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
ricorso allo “Shared Access” (o accesso disaggregato condiviso) sarebbe
incompatibile con la disciplina di gara mentre Tiscali prevede di basarsi su di
esso per la fornitura del 31% del servizio STDE per i profili da A1 a A8 (circa
il 12,5% degli accessi totali indicati dai pesi di gara). Secondo <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, questa tecnologia imporrebbe al
cliente finale di mantenere nei sette anni di durata del contratto uno o più
collegamenti in fonia tradizionale con Telecom Italia e tanto non sarebbe
previsto dal Capitolato Tecnico; le singole amministrazioni contraenti (parti
dei futuri contratti esecutivi del contratto quadro OPA) dovrebbero infatti
vincolarsi a mantenere almeno un collegamento di fonia tradizionale con Telecom
Italia e farsi carico (al di fuori delle previsioni del Capitolato) di
raccogliere e trasmettere gli identificativi degli accessi su cui attivare la
tecnologia in discorso: ciò costituisce un onere e una condizione ulteriore
all’attivazione del servizio, alla cui osservanza, peraltro, la singola p.a.
non è affatto tenuta; oltre a ciò lo “Shared Access” non sarebbe compatibile
con le previsioni di Capitolato anche sotto il profilo della qualità del
servizio (in particolare non assicura il rispetto degli SLA in caso di guasto
bloccante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4)
Violazione dell’art. 75 d. lgs. n. 163 del 2006 per mancata presentazione della
cauzione provvisoria idonea a coprire la sottoscrizione del Contratto Quadro
OPO, limitandosi testualmente la fideiussione bancaria presentata (doc. 19
ric.) a garantire la sottoscrizione del Contratto Quadro OPA;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5)
Violazione dell’art. 118 d.lgs. n. 163 del 2006 per il subappalto delle
prestazioni relative al Contratto OPO. Oltre a ribadire quanto già dedotto nel
motivo II (n. 6) del ricorso introduttivo in ordine alla violazione dell’art.
118 d.lgs. n. 163/2006, parte ricorrente rileva anche che Tiscali, nei propri
giustificativi, ha dichiarato di voler subappaltare a terzi i lavori per la
realizzazione dei segmenti di rete necessari per assicurare il servizio
(inclusi gli scavi). Orbene, il subappalto da parte di Tiscali delle
prestazioni che essa dovesse rendere agli altri fornitori nell’ambito del
contratto OPO costituirebbe subappalto di subappalto (c.d. “a cascata”),
espressamente vietato dall’art. 118 cit..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SULL’OFFERTA
DI BT ITALIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6)
Violazione dell’art. 42 d.lgs. n. 163 del 2006 e del’art. III.2.3 lett. c) del
Bando per insufficiente comprova dei servizi di accesso resi nel triennio
antecedente la data di pubblicazione del Bando. Secondo <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, in sede di verifica dei requisiti
ex art. 48 d.lgs. n. 163, BT Italia non avrebbe comprovato il possesso del
requisito previsto dal suddetto articolo del Bando e consistente nell’avere
realizzato nel triennio antecedente il bando, almeno 20.000 servizi di accesso
con proprie infrastrutture e/o l’offerta di accesso disaggregato di altri
operatori; in particolare, secondo l’impostazione ricorsuale, nonostante la
copiosa documentazione fornita alla S.A. BT avrebbe documentato soli 699
accessi con fatture e ulteriori 1.075 accessi, mediante dichiarazione di
un’Amministrazione fruitrice, il che dimostrerebbe l’assenza del requisito
essenziale di capacità tecnica, determinando la necessaria esclusione della
Società dalla gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SUI
COSTI DEL PERSONALE ESPRESSI DA BT E TISCALI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7)
Violazione degli artt. 82, 86 e 87 d.lgs. 163 del 2006. Violazione della lettera
di invito. Difetto di istruttoria e di motivazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sostiene <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> che tanto Tiscali quanto BT
Italia avrebbero dichiarato un numero di giorni medi lavorati annualmente pari
a 224 la prima e a 225 la seconda, contro un massimo teorico di 220 giornate
lavorative che, tenuto conto dei giorni di malattia, permessi sindacali ecc. si
riducono ad un massimo di 210 giornate; ciò comporterebbe inattendibilità della
verifica svolta dalla Commissione circa il rispetto della contrattazione
collettiva e, oltre a ciò, sottostima del costo del personale. Sotto altro
profilo vi sarebbe stata quantificazione del costo per giornata/uomo, inferiore
ai livelli minimi inderogabili. Inoltre la ricorrente lamenta la mancata
indicazione del costo totale del personale in sede di offerta e l’anomalia
delle offerte di Tiscali e BT Italia in relazione ai costi del personale. Sotto
quest’ultimo profilo le due concorrenti avrebbero illegittimamente formulato i
propri giustificativi fornendo un conto economico che non rispetterebbe i pesi
ponderali e i vincoli di esecuzione (elencati nella nota a piè di pagina 24 del
ricorso avversario).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8)
Violazione degli artt. 86, 87 e 88 d.lgs. n. 163 del 2006; difetto di
istruttoria, irrazionalità manifesta, difetto di motivazione. Violazione del
principio di buon andamento dell’Amministrazione. Ribadito che lo stesso
divario tra i prezzi offerti da Tiscali e BT (le cui offerte sono risultate
entrambe anomale) e quelli proposti dalle altre partecipanti alla competizione
è di per sé “prova” di ingiustificabile anomalia; tenuto altresì conto che si
tratta di concorrenti meno infrastrutturate rispetto alle altre imprese in
graduatoria, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> contesta
come incongrue entrambe le offerte in quanto: i) omettono di indicare alcuni
costi necessari a garantire i requisiti capitolari (quali il parallelo
operativo, la diversificazione dei DSLAM, i livelli di servizio attesi); ii)
sottostimano altri costi legati agli investimenti da effettuare, alla necessità
di ampliare la copertura territoriale, alla tipologia e quantità dei servizi e
delle risorse da acquisire dall’Operatore Dominante o dagli altri operatori, al
dimensionamento e al costo del personale impiegato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Altri
costi necessari a rispettare le previsioni di Capitolato che la Commissione
aggiudicatrice non avrebbe considerato sono legati ai seguenti aspetti:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
necessità di acquistare i servizi di accesso alla rete da Telecom o dagli altri
operatori infrastrutturati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
impossibilità per Tiscali di utilizzare lo “Shared Access” nella misura
indicata con conseguente necessità di adeguare il costo a quello del servizio
c.d. “full unbundling”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
esigenza di garantire il parallelo operativo e cioè la necessità dell’operatore
subentrante di accollarsi dei costi tra l’inizio della fatturazione del
servizio e l’avvenuta migrazione delle linee;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la diversificazione del DSLAM perché occorre garantire una “ridondanza” degli
apparati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
costi necessari a supportare l’erogazione dei servizi OPO ai Fornitori
Assegnatari.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al
fine di meglio argomentare le proprie deduzioni, la ricorrente richiama il
parere tecnico del Prof. Melen da essa allegato (doc. 55 ric.) nel quale si
dimostrerebbe che l’impatto economico dei costi non solo eroderebbe il margine
operativo postulato dagli offerenti, ma addirittura lo azzererebbe del tutto.
Tali aspetti verranno meglio approfonditi nella successiva trattazione in
diritto e nell’esame dello specifico motivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9)
(segue) Sulla particolarità della situazione economico/finanziaria di Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A
supporto delle critiche sopra sintetizzate e relative alla posizione di
insuperabile anomalia di Tiscali, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> afferma
che “la gara risulta pertanto affidata ad una società la cui continuità
aziendale è legata non solo all’aggiudicazione definitiva della gara Consip, ma
anche ala rinegoziazione dei termini a cui i creditori (le Banche) sono
disponibili ad accettare modifiche al mancato raggiungimento di alcuni
obbiettivi….”. Secondo la ricorrente, in altri termini, sarebbe a rischio la
continuità aziendale di Tiscali e la sostenibilità della commessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10)
mancata verifica dell’anomalia delle offerte di BT Italia e Vodafone a seguito
dell’accettazione dei prezzi di Tiscali. Violazione degli artt. 82, 86 e 87
d.lgs. n. 163 del 2006. Violazione dell’art. 26 d.lgs. n. 81 del 2008. Sostiene
ancora la ricorrente che la verifica di anomalia delle offerte di BT e di
Vodafone, a seguito dell’interpello della Consip e dell’accettazione dei prezzi
offerti dall’aggiudicataria, era necessaria atteso che, allineandosi alle
condizioni economiche della Tiscali, entrambe le società hanno ridotto in modo
rilevante le rispettive offerte economiche prodotte in gara (che erano di
entità ben più elevata rispetto all’offerta prima classificata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Rileva
inoltre la ricorrente che il superamento della verifica di anomalia da parte di
Tiscali non comporterebbe alcuna automatica estensione all’accertamento della
congruità delle offerte delle altre due Società, aventi una struttura dei costi
e un’organizzazione di impresa loro proprie, rispetto alle quali,
specificamente, deve essere dimostrata la sostenibilità delle offerte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SULL’OFFERTA
DEL R.T.I. VODAFONE – ERICSSON<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11)
Violazione dell’art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006 e dell’art. III.2.1, lett. b)
del bando per omessa dichiarazione della operazione societaria tra la
cessionaria Ericsson S.p.a. e la cedente Microsoft avvenuta in data 9 settembre
2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Rileva
la società ricorrente che l’operazione societaria menzionata (acquisto di ramo
di azienda), inizialmente non dichiarata dalla mandante Ericsson, è stata
successivamente dichiarata dalla stessa (dopo richiesta di ragguagli da parte
della S.A.) con lettera del 3.4.2015 (doc. 18.10 ric.). Vi sarebbe pertanto
violazione dell’art. 38 Codice dei contratti pubblici sotto il profilo della
“falsa dichiarazione” e mancata dichiarazione dei requisiti generali in capo
alla cedente Microsoft, essendosi la mandante limitata, nella sua lettera, a
dichiarare che l’operazione societaria sarebbe di scarso valore economico e
estranea alle attività dell’appalto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12)
Violazione degli artt. 41 e 42, d.lgs. n. 163 del 2006. Violazione dell’art. 49
d.lgs. n. 163 del 2006 e dell’art. 88 D.P.R. 207 del 2010. Inidoneità
dell’avvalimento tra Ericsson S.p.a. (ausiliata) ed E-Via S.p.a. (ausiliaria).
False dichiarazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
dichiarazione di avvalimento di Ericsson (doc. 30), di E-Via (doc. 31) e lo
stesso contratto di avvalimento tra le due società sarebbero carenti di
elementi essenziali oltre che non veridiche nei loro contenuti. Deduce in
particolare la ricorrente che non sarebbero stati indicati, nei suddetti
documenti, i mezzi e le risorse oggetto di avvalimento e che non
corrisponderebbe al vero il possesso, dichiarato in capo a E-Via, di
un’infrastruttura di trasmissione in fibra ottica così come dell’iscrizione al
RIPE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13)
Violazione dell’art. 39, d.lgs. n. 163 del 2006 in quanto Ericsson non sarebbe
iscritta nel registro delle imprese per l’esercizio attività inerenti i servizi
di trasporto dati, sicurezza, comunicazione evoluta, supporto professonale e
cioè proprio lo svolgimento delle attività oggetto di affidamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SULLA
PROCEDURA DI GARA<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14)
Violazione degli artt. 3, 11, 12, 53, 54, 55, 59, 70, 82, 86, 87 e 118 del
d.lgs. n. 163 del 2006. Violazione della Direttiva n. 18 e dell’art. 102 TFUE.
Violazione degli artt. 41, 76 e 77 Cost.. Violazione dell’art. 119 d.P.R. n.
207 del 2010. Riprendendo le censure relative alla procedura di gara già svolte
nel secondo motivo del ricorso introduttivo, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> ribadisce l’illegittimità del sub-procedimento
di adeguamento dei prezzi alla luce delle richiamate disposizioni normative sia
nazionali che del diritto europeo sull’evidenzia pubblica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">15)
Con questo specifico motivo la società ricorrente contesta la circostanza che
Consip abbia assegnato a BT, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> e
Telecom termine fino al 22.1.2015 per rispondere all’interpello al fine di
adeguare i propri prezzi a quelli dell’aggiudicataria Tiscali mentre a Wind e
Vodafone è stato assegnato un termine più lungo di ben dieci giorni. Ciò
avrebbe violato la “par condicio” ponendo i due ultimi operatori menzionati in
una condizione di vantaggio competitivo, potendo disporre di un tempo di
valutazione maggiore rispetto a quello concesso a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre
si critica come illegittimo il comportamento della S.A. che ha aperto le nuove
offerte dei concorrenti aderenti all’interpello in momenti diversi, senza
convocazione della seduta pubblica, senza convocare la commissione di gara e
senza verbalizzare le relative operazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16)
Con il sedicesimo ed ultimo dei motivi aggiunti la ricorrente contesta il
meccanismo di adeguamento dei prezzi che ha consentito a BT Italia e Vodafone
di modificare la propria offerta. Per Vodafone si tratterebbe altresì di
offerta del tutto nuova in quanto l’adeguamento dei prezzi unitari non è stato
accettato da tutto il RTI Vodafone ma dalla sola mandataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 150%;">Fastweb</span><span style="line-height: 150%;"> conclude
il proprio atto di motivi aggiunti formulando le seguenti istanze conclusive:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via principale: l’accertamento dell’anomalia delle offerte e/o del difetto
di legittimazione a partecipare alla gara di Tiscali S.p.a., di BT Italia
S.p.a. e di Vodafone Omnitel B.V., con esclusione delle loro offerte dalla gara
ed annullamento gli atti di gara nella parte in cui non l’hanno disposta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via gradata: di rimettere gli atti alla S.A. per il compiuto espletamento
della verifica di anomalia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via subordinata, l’annullamento anche integrale degli atti di gara
procedendo, per quanto necessario, a sollevare questione pregiudiziale di
interpretazione della normativa comunitaria dinanzi alla Corte di giustizia UE
o questione di legittimità costituzionale dinnanzi alla Corte costituzionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7.
Si sono costituite in giudizio, per resistere al ricorso e ai motivi aggiunti
proposti, l’amministrazione aggiudicatrice Consip S.p.a. nonché le società
controinteressate Tiscali Italia S.p.a., BT Italia S.p.a., Vodafone – Omnitel
B.V., le quali hanno tutte ampiamente controdedotto avverso i motivi di
gravame, per quanto di rispettivo interesse, mediante le memorie e i documenti
rispettivamente versati in atti, sia in vista della camera di consiglio per la
trattazione dell’istanza cautelare, sia, successivamente, in vista della
pubblica udienza. BT Italia S.p.a. e Vodafone – Omnitel B.V. svolgono anche
puntuali deduzioni dirette a dimostrare l’infondatezza delle censure articolate
in ricorso in ordine all’asserita anomalia dell’offerta dell’aggiudicataria
Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le
parti costituite menzionate, seppur con diverse sfumature connesse alle diverse
posizioni processuali, concludono tutte chiedendo a questo Giudice la
declaratoria di inammissibilità ovvero, in ogni caso, il rigetto del ricorso e
dei motivi aggiunti proposti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
è altresì costituita in vista della pubblica udienza Ericsson Telecomunicazioni
S.p.a. (mandante del costituendo RTI con Vodafone capogruppo) che, con apposita
memoria del 17.12.2015, svolge osservazioni e controdeduzioni miranti al
rigetto delle censure della ricorrente specificamente rivolte a contestare la
legittimità della partecipazione da parte della stessa Ericsson.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
sono costituite altresì, con comparsa formale, anche la Wind Telecomunicazioni
S.p.a. (anch’essa partecipante in RTI alla procedura ristretta) e l’Agenzia per
l’Italia Digitale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Anche
Telecom S.p.a. ha depositato una succinta memoria di costituzione, ove conclude
in termini adesivi rispetto alle domande svolte da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.
Hanno proposto ricorso incidentale contro la società ricorrente le
controinteressate Tiscali Italia S.p.a. (con atto spedito a notifica il
23.6.2015 e depositato il 30 giugno 2015, integrato con motivi aggiunti
depositati in data 2.7.2015), BT Italia S.p.a. (con ricorso spedito a notifica
il 25.6.2013 e depositato il giorno sucecssivo) e Vodafone Omnitel B.V. (con
ricorso depositato il 26.6.2015).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
contenuti dei gravami incidentali, tutti miranti ad ottenere l’esclusione di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a. dalla procedura
selettiva, in estrema sintesi, possono riassumersi nei termini di seguito
esposti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.
Ricorso incidentale di Tiscali S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I.
Violazione, da parte di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>,
dell’art. 38, primo comma, lett. c) e secondo comma, d.lgs. n. 163 del 2006 e
del par. 4.2, lett. b) e 5 del Documento descrittivo nonché del punto 2, lett.
c, Allegato 2: le citate disposizioni della “lex specialis” (vedi doc. 2 ric.
inc. Tiscali) imponevano ai concorrenti di formulare la dichiarazione di cui
all’art. 38, comma 1, lett. c), con riguardo ai soggetti cessati dalla carica
nell’anno antecedente la data di pubblicazione del bando; la dichiarazione di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> è stata totalmente negativa
(assenza di soggetti cessati dalle cariche nel periodo rilevante); tuttavia dall’estratto
della visura camerale <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> in
atti (doc. 4 ric. inc.) risulta che, fino alla data del 10 settembre 2012, il
dott. S. Parisi avrebbe operato in qualità di amministratore della società con
amplissimi poteri (vedi pagg. 135 – 139 dell’estratto camerale); la
dichiarazione negativa di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> sui
“cessati” sarebbe pertanto non veritiera e meritevole di essere sanzionata con
l’esclusione dalla gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II.
Ulteriore violazione delle medesime disposizioni sub I): non sarebbe stata
dichiarata, in sede di pre-qualifica, l’operazione di acquisto di un ramo di
azienda dalla Cinecittà Centro Commerciale s.r.l. e, quindi, non sarebbero
stati dichiarati gli esponenti societari rilevanti in seno a quest’ultima né
rese le dichiarazioni ex art. 38 d.lgs. n. 163/2006 rispetto agli stessi;
soltanto tardivamente (e in modo inammissibile) la lacuna sarebbe stata
pretesamente colmata da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> mediante
dichiarazione dell’operazione all’atto della presentazione dell’offerta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III.
Violazione e/o falsa applicazione degli artt. 42 del Codice dei contratti
pubblici, 275 del Regolamento attuativo di esso e dell’art. 37 del medesimo
Codice: IBM, mandante del RTI Fasteweb, sarebbe priva dei requisiti di capacità
tecnica ex art. III.2.3 del Bando (doc. 8, pag. 7, ric. inc.), che la mandante
stessa attesta come posseduti dalla sola mandataria <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>. La stessa IBM sarebbe priva
dell’autorizzazione generale prescritta dal punto III.2.1. Ad avviso della
ricorrente incidentale, ciò determina la necessaria esclusione del RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> in quanto la legge di gara
consentiva il cumulo dei requisiti posseduti in quote differenti dalle singole
componenti del raggruppamento ma non la partecipazione in assenza totale dei
requisiti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV.
Violazione del par. 4.2, lett. c) del Documento descrittivo e degli artt. 1393
e ss. e 46, comma 1bis, d.lgs. 163/2006: il RTI<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> meriterebbe
l’esclusione anche in ragione del fatto che la documentazione di gara relativa
alla menzionata mandante IBM non è stata presentata da un procuratore munito di
procura speciale, come richiesto dal Documento descrittivo (par. 4.2, lett. c),
ma da persona munita di procura generale riferita ad una generalità
indeterminata di procedure di gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.
Ricorso incidentale di BT Italia S.p.a.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I.
Mancata esclusione dell’ATI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> –
IBM nonostante la violazione degli artt. 38, 41, 42 e 46 co. 1bis e dell’art.
III.2.1 lett. b) del bando e nonostante la nullità della documentazione
amministrativa prodotta dalla mandataria <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>:
secondo la ricorrente incidentale i soggetti che hanno presentato la domanda di
partecipazione nella fase di pre-qualifica non erano muniti di procura idonea
alla sottoscrizione e presentazione della documentazione di gara, in quanto
l’A.D. che l’aveva rilasciata, statutariamente, non avrebbe avuto il potere di
assumere determinazioni in merito alla partecipazione a gare pubbliche del
valore economico di quella per cui è causa (vedi visura societaria allegata
come doc. 73 dalla BT Italia); nessun valore sanante, viceversa, potrebbe
riconoscersi alla procura successivamente conferita a determinati soggetti dal
C.d.A. di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, con
delibera del 17.12.2013, trattandosi di atto intervenuto tardivamente, quando
era ormai esaurita la fase di pre-qualificazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II.
Violazione delle medesime disposizioni normative e della legge di gara di cui
al precedente punto I in relazione alla mancata dichiarazione, in sede di
pre-qualifica, dell’operazione di cessione di ramo di azienda del 28.9.2012
dalla Algorithmics Limited (UK) alla IBM (mandante nel RTI ricorrente); sarebbe
stata del tutto omessa la dichiarazione (nella Busta A) sul possesso dei
requisiti morali dei procuratori e degli amministratori della summenzionata
società cedente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III.
Mancata e comunque illegittima comprova dei requisiti speciali di capacità
economico-finanziaria e tecnico-organizzativa in sede di sub-procedimento ex
art. 48 d.lgs. n. 163 del 2006: a seguito del sorteggio ex art. 48 cit. del RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> – IBM e della richiesta da
parte della Consip alle due società in costituendo RTI di comprovare i
requisiti, IBM, per quanto di sua spettanza, avrebbe certificato in modo
irregolare il possesso del requisito del fatturato specifico realizzato dalla
società nel triennio antecedente la gara (2010 – 2012); contrariamente a quanto
prescritto dal Bando, IBM ha prodotto dichiarazione ex art. 47 d.P.R. n. 445
del 2000 sottoscritta dal Presidente pro-tempore del Collegio Sindacale e non
dal Collegio (quindi da tutti i suoi componenti) secondo le prescrizioni della
“lex specialis”, che specificamente si riferisce all’intero Organo Collegiale e
non al solo Presidente;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV.
Ulteriore motivo di esclusione dalla gara del RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> – IBM: quest’ultima società,
sostiene BT Italia, si impegna nell’esecuzione di servizi oggetto di gara (49%
degli SPUN; 18% dei SSUS), mentre dalle risultanze della visura camerale si
evincerebbe che trattasi di servizi al di fuori dell’oggetto sociale della IBM
(sia considerando la sua attività prevalente che quella secondaria), il che
implica inidoneità della stessa a svolgere le prestazioni contrattuali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">V.
Ulteriore motivo di esclusione dalla gara del RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> – IBM: la domanda di
partecipazione e le dichiarazioni rese da IBM in fase di pre-qualifica sono
state sottoscritte dalla dott.sa Lanza (nella qualità di procuratore speciale);
le dichiarazioni e le attestazioni rese da IBM in fase di post-qualifica sono
state sottoscritte dall’A.D. dott. Ciniero e dal procuratore speciale dott.
Rebattoni; tutte le menzionate dichiarazioni sarebbero nulle, in quanto
all’A.D. lo Statuto attribuisce un potere illimitato di partecipazione alle
gare pubbliche, a prescindere dal relativo valore ma una simile previsione
statutaria sarebbe da considerare nulla proprio a causa delle genericità del
potere conferito; quanto ai due procuratori, considerata la provenienza degli
atti di procura dal menzionato A.D., le due procure ad essi conferite
dovrebbero ritenersi “generali” (e non come richiesto dalla legge di gara
“speciali”) e tali sarebbero anche sul piano del contenuto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
ricorrente incidentale BT Italia S.p.a., sulla base delle sopraesposte
deduzioni, chiede a questo Tribunale di accertare l’illegittimità
dell’ammissione alla gara del costituendo RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> – IBM Italia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.
Ricorso incidentale escludente di Vodafone Omnitel B.V.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I.
Violazione e falsa applicazione degli artt. 38, comma 1, lett. c) e 2 d.lgs.
163/06 e 75 d.P.R. 445/00: <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> avrebbe
emesso dichiarazione negativa non veridica con riferimento agli amministratori
cessati nell’anno antecedente la data di pubblicazione del bando; essa non ha
infatti dichiarato la posizione del dott. S. Parisi che avrebbe operato in
qualità di amministratore con amplissimi poteri (vedi l’analogo Motivo I di
ricorso incidentale di Tiscali) ;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II.
Violazione delle medesime disposizioni sotto ulteriore profilo: trattasi di
motivo “escludente” sovrapponibile a quello articolato anche da Tiscali (Motivo
II ric. inc. Tiscali), con riguardo alla circostanza che non sarebbe stata
dichiarata, in sede di pre-qualifica, l’operazione di acquisto di un ramo di
azienda dalla Cinecittà Centro Commerciale s.r.l. e, quindi, non sarebbero
stati dichiarati gli esponenti societari rilevanti in seno a quest’ultima né
rese le dichiarazioni ex art. 38 d.lgs. n. 163/2006 rispetto agli stessi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III.
Violazione e falsa applicazione degli artt. 42 e 37 d. lgs. 163 del 2006 e 275
d.P.R. 207 del 2010 (con riguardo alla mancanza dei requisiti di capacità
tecnica in capo alla mandante IBM): trattasi di motivo corrispondente a quello
sviluppato da Tiscali al punto III del proprio ricorso incidentale al quale,
pertanto si fa rinvio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV.
Violazione del par. 4.2, lett. c) del Documento descrittivo e degli artt. 1393
e ss. e 46, comma 1bis, d.lgs. 163/2006 (vedi analoga censura sub IV del
ricorso incidentale di Tiscali): il RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>-IBM
meriterebbe l’esclusione in ragione del fatto che la documentazione di gara
relativa alla mandante IBM non sarebbe stata presentata da un procuratore
munito di procura speciale, come richiesto dal Documento descrittivo (par. 4.2,
lett. c), ma da persona munita di procura generale riferita ad una generalità
indeterminata di procedure di gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
accoglimento dei suesposti motivi Vodafone conclude chiedendo che sia
dichiarato inammissibile il ricorso proposto da<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> in
proprio e nella qualità di mandataria del costituendo RTI con IBM.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.
All'esito della discussione in camera di consiglio del giorno 1 luglio 2015 i
difensori delle parti hanno concordato di rinviare la causa al merito con
fissazione della pubblica udienza al 13 gennaio 2016.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
vista della pubblica udienza sono stati depositati dalle parti interessate
(tutte le parti costituite ad eccezione di Wind Telecomunicazioni S.p.a. e
Agenzia per l’Italia Digitale) documenti, memorie ex art. 73 c.p.a. e note di
replica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">All’udienza
del 13 gennaio 2016, dopo ampia discussione, la causa è passata in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.
Si ritiene necessario svolgere alcune considerazioni introduttive in ordine
alla normativa nazionale su cui si basa la procedura comparativo-selettiva per
cui è causa, anche per apprezzarne i possibili profili di presunta
incompatibilità con il diritto dell’Unione Europea dedotti da parte ricorrente,
che, in particolare, avanza dubbi di legittimità comunitaria relativamente
all’art. 83, comma 1, d.lgs. n. 82 del 2005 (c.d. CAD – Codice
dell’Amministrazione Digitale) in quanto, a suo dire, se interpretato nel senso
di imporre l’adozione del meccanismo di allineamento al miglior prezzo,
dovrebbe essere disapplicato ovvero, in via subordinata, essere fatto oggetto
di questione pregiudiziale da rimettere alla Corte di Giustizia UE ai sensi
dell’art. 267 TFUE per asserita incompatibilità con la normativa comunitaria
sui contratti pubblici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
procedura ristretta in esame riguarda il SPC, sistema pubblico di connettività,
destinato ad interconnettere le amministrazioni pubbliche italiane, in modo da
condividere e scambiare dati e risorse informative. La definizione di tale
sistema si ricava dall’art. 73, comma 2, CAD a mente del quale “2. Il SPC è
l'insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche, per lo sviluppo,
la condivisione, l'integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e
dei dati della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare
l'interoperabilità di base ed evoluta e la cooperazione applicativa dei sistemi
informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza, la riservatezza
delle informazioni, nonché la salvaguardia e l'autonomia del patrimonio
informativo di ciascuna pubblica amministrazione.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
modello di affidamento dei servizi di connettività attraverso accordi quadro
nazionali per le amministrazioni centrali ovvero a livello regionale, per l’affidamento
dei servizi nell’ambito del territorio di ciascuna regione, è chiaramente
delineato dall’art. 83 CAD secondo cui: “1. Al fine della realizzazione del
SPC, DigitPA a livello nazionale e le regioni nell'ambito del proprio
territorio, per soddisfare esigenze di coordinamento, qualificata competenza e
indipendenza di giudizio, nonché per garantire la fruizione, da parte delle
pubbliche amministrazioni, di elevati livelli di disponibilità dei servizi e
delle stesse condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente, nonché una
maggiore affidabilità complessiva del sistema, promuovendo, altresì, lo
sviluppo della concorrenza e assicurando la presenza di più fornitori
qualificati, stipulano, espletando specifiche procedure ad evidenza pubblica
per la selezione dei contraenti, nel rispetto delle vigenti norme in materia,
uno o più contratti-quadro con più fornitori per i servizi di cui all'articolo
77, con cui i fornitori si impegnano a contrarre con le singole amministrazioni
alle condizioni ivi stabilite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.
Le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 12
febbraio 1993, n. 39, sono tenute a stipulare gli atti esecutivi dei
contratti-quadro con uno o più fornitori di cui al comma 1, individuati da
DigitPA. Gli atti esecutivi non sono soggetti al parere di DigitPA e, ove
previsto, del Consiglio di Stato. Le amministrazioni non ricomprese tra quelle
di cui al citato art. 1, comma 1, del decreto legislativo n. 39 del 1993, hanno
facoltà di stipulare gli atti esecutivi di cui al presente articolo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.
La realizzazione del SPC avviene nel rispetto dei seguenti principi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a)
sviluppo architetturale ed organizzativo atto a garantire la natura federata,
policentrica e non gerarchica del sistema;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b)
economicità nell'utilizzo dei servizi di rete, di interoperabilità e di
supporto alla cooperazione applicativa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c)
sviluppo del mercato e della concorrenza nel settore delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3-bis.
Le regole tecniche del Sistema pubblico di connettività sono dettate ai sensi
dell'articolo 71.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
sistema prevede pertanto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
più amministrazioni fruitrici, operanti ai diversi livelli territoriali
(livello centrale/nazionale e, quindi, ambiti regionali e locali), in modo che
il sistema possa soddisfare, tendenzialmente, l’intero fabbisogno delle
amministrazioni pubbliche;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la rete, composta nella sua componente fisica dalle reti dei diversi operatori
che agiscono nell’ambito del SPC;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
una pluralità di fornitori qualificati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una
delle principali caratteristiche del sistema è la sua unitarietà (quanto meno
in termini concettuali, virtuali), in quanto esso è basato sulla necessaria
integrazione ed interdipendenza dei servizi forniti dai diversi operatori
professionali, in grado di fornire i servizi che compongono il sistema SPC. E’
la stessa architettura tecnologica del SPC ad impedire, tecnicamente prima
ancora che giuridicamente, la possibilità di scomposizione dell’affidamento in
più lotti “fisici”. Di qui la scelta compiuta “a monte” dal legislatore con il
sopracitato art. 83 CAD e, “a valle”, in applicazione di esso dalla Consip
S.p.a. (mediante l’indizione della procedura ristretta in oggetto), di
procedere all’affidamento di un contratto-quadro nazionale da ripartire in
parti (e non in lotti), secondo le percentuali predeterminate dalla legge di
gara e da assegnare, per la parte più rilevante al fornitore aggiudicatario e,
per le parti ulteriori, ai fornitori assegnatari che, sulla base della
posizione in graduatoria, dichiarino il proprio irrevocabile impegno a fornire
i servizi di connettività alle medesime condizioni contrattuali offerte dal
primo classificato (come peraltro già avvenuto nella precedente, analoga gara
del 2005, che ha visto la partecipazione, con successiva stipula del
contratto-quadro, sia da parte di Telecom Italia che di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, quest’ultima aggiudicataria della
quota parte più rilevante).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.
Come già precisato nella superiore narrativa in fatto, la procedura è stata
suddivisa in due fasi procedimentali: la prima è la vera e propria procedura
competitiva la quale si conforma al modello della procedura ristretta definita
dall’art. 3, comma 38, del Codice dei contratti pubblici, ammessa ai sensi
degli artt. 54, comma 1, 55 e, con specifico riferimento agli accordi quadro,
59 del Codice stesso; tale procedura si è svolta dalla pubblicazione del bando
fino alla formazione della graduatoria (provvisoria e definitiva) e, quindi,
l’individuazione del fornitore aggiudicatario che ha formulato l’offerta-base
(o di riferimento); la seconda fase - che presuppone esaurita la procedura
comparativo-selettiva - consiste, come visto, nell’assegnazione delle
percentuali residue dell’accordo ai partecipanti che abbiano presentato valide
offerte e che, sulla base della rispettiva collocazione in graduatoria, abbiano
aderito all’interpello loro diretto, onde allinearsi all’offerta base.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Questa
seconda fase (interpello-accettazione delle condizioni contrattuali contenute
nell’offerta risultata migliore) non trova, in effetti, una sua precisa
collocazione all’interno del sistema degli affidamenti dei contratti pubblici
di derivazione comunitaria ma, ad avviso del Collegio, è comunque legittima in
quanto saldamente ancorata alle disposizioni di cui al comma 2 del citato art.
83 CAD che, come visto, prevede espressamente la stipula di “uno o più
contratti-quadro con più fornitori per i servizi di cui all'articolo 77, con
cui i fornitori si impegnano a contrarre con le singole amministrazioni alle
condizioni ivi stabilite”, previo espletamento di “specifiche procedure ad
evidenza pubblica per la selezione dei contraenti” e “assicurando la presenza
di più fornitori qualificati”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se
ai contenuti normativi sopra evidenziati si aggiunge la necessità che lo stesso
comma 2 dell’art. 83 cit. impone agli altri concorrenti selezionati di
adeguarsi alle “stesse condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente”,
la procedura bifasica per l’assegnazione del contratto quadro OPA appare del
tutto conforme al modello normativo, in quanto pienamente idonea a garantire la
duplice esigenza, sottesa alla norma in commento, di assicurare (almeno
tendenzialmente), in funzione pro-concorrenziale, la presenza di più fornitori
per l’erogazione dei medesimi servizi alle pp.aa. e, nel contempo, le migliori
condizioni contrattuali nell’interesse pubblico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al
contrario di quanto sostenuto dalla società ricorrente, non è dubitabile che
nelle “condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente” debbano essere
compresi anche i corrispettivi per i vari ed articolati servizi di cui SPC2 si
compone, atteso che non può arbitrariamente ed ingiustificatamente
estromettersi da detta locuzione l’elemento contrattuale essenziale, costituito
proprio dal prezzo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così
riassunto il quadro normativo di riferimento, a ben vedere la struttura della
gara SPC2, con la clausola “multifornitore” e la conseguente e peculiare fase
dell’interpello post-competitivo, appare l’unica in grado di garantire la
presenza di più fornitori abilitati alla stipula dei contratti esecutivi del
contratto-quadro OPA e, nel contempo, le migliori condizioni contrattuali per
le Amministrazioni beneficiarie, da “agganciare” all’offerta
dell’aggiudicatario, stante l’unicità del servizio pubblico di connettività
che, per le sue caratteristiche oggettive, come si è detto, non si presta alla
suddivisione in lotti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Collegio, pertanto, ritiene che il meccanismo sancito dal punto 6.1. della
lettera di invito (doc. 6 ric.) - secondo cui “l’assegnazione delle parti della
fornitura successive alla prima è subordinata all’accettazione, da parte dei
rispettivi fornitori assegnatari, a prestare servizi nelle medesime condizioni
di prezzo offerte dal Fornitore aggiudicatario” – sia pienamente conforme
all’art. 83 CAD il quale, se non impone, certamente autorizza il meccanismo
dell’allineamento all’offerta dell’aggiudicatario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Collegio non ravvisa profili di contrarietà della norma menzionata alla
Direttiva 2004/18/CE né ipotetici profili di incostituzionalità nei termini
ipotizzati dalla <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> perché,
con l’interpello post-competitivo, non si introduce una procedura negoziata al
di fuori dei casi tassativi in cui essa è consentita dalla Direttiva e dallo
stesso Codice dei contratti pubblici e, in ogni caso, atipica in quanto, “in
primis”, manca in radice la negoziazione tra concorrente e amministrazione
aggiudicatrice: in realtà una volta avutasi l’aggiudicazione al miglior
offerente, il fornitore che, sulla base della sua collocazione in graduatoria,
è destinatario dell’interpello della Consip non è legittimato a negoziare
alcunché, ma si trova piuttosto in una condizione analoga a quella del
destinatario di una proposta irrevocabile a termine (i cui contenuti sono già
integralmente determinati “per relationem” attraverso il richiamo integrale ai
prezzi offerti dall’aggiudicatario). Detto destinatario, aderendo alla proposta
entro il termine perentorio sancito dalla “lex specialis”, determina il
perfezionamento del vincolo contrattuale, senza poter rilanciare o
contro-proporre alcunché. Quindi, ontologicamente, quella del
fornitore/accettante non è un’offerta bensì l’accettazione di una proposta a
condizioni già predefinite. Per questo non trovano applicazione le disposizioni
della Direttiva n. 18 le quali, nel vietare la doppia offerta o la
rimodulazione o negoziazione delle offerte, al di fuori delle procedure competitive,
hanno pur sempre ad oggetto l’offerta sottoposta alla valutazione (di regola
comparativa) della S.A..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’art.
83 CAD, oltre a non essere in contrasto con specifiche disposizioni rinvenibili
nella Direttiva (né nel Codice degli appalti), non appare neanche in contrasto
con i principi di concorrenza e “par condicio” tra gli operatori economici che
partecipano alla gara per la stipula del contratto-quadro, in quanto la norma
prevede che la concorrenzialità si dispieghi pienamente nella fase anteriore
all’interpello, concepita come procedura comparativa (nella specie, ristretta)
che si svolge nel pieno rispetto delle pertinenti disposizioni del Codice dei
contratti pubblici (cfr. in particolare l’art. 59). Dunque è assicurata la
concorrenzialità dell’aggiudicazione al miglior offerente: concorrenzialità che
non viene certamente azzerata o superata dalla successiva fase dell’interpello,
che in realtà non lede la “par condicio” in quanto: - tutti i concorrenti sono
nella stessa condizione iniziale di aderirvi; - la successione degli interpelli
deve comunque tener conto della collocazione dell’impresa in graduatoria avendo
priorità le concorrenti (dopo l’aggiudicataria) meglio classificate; - la
misura è in realtà pro-competitiva impedendo (almeno tendenzialmente) che un
accordo quadro di enorme entità sia concentrato nella mani di un unico
fornitore, per quanto titolare dell’offerta rivelatasi migliore, consentendo
anche ad imprese in posizioni in graduatoria deteriori di avere delle “chances”
(altrimenti inesistenti) per aggiudicarsi una parte della commessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
le ragioni che precedono, in conclusione, l’art. 83, comma 2, CAD deve
interpretarsi nel senso di consentire una procedura selettiva bifasica, con
interpello successivo all’aggiudicazione, finalizzato all’eventuale
assegnazione di ulteriori “parti” del complessivo accordo quadro, essendo ciò
implicito nella previsione della necessaria “presenza di più fornitori
qualificati”, da coordinare con il precetto, contenuto nello stesso comma 2,
che tutti rispettino le stesse condizioni contrattuali proposte dal miglior
offerente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
norma così interpretata, pur non essendo inquadrabile in un preciso istituto
del diritto europeo dei contratti, non si pone però in contrasto né con
specifiche disposizioni di derivazione europea in materia di affidamenti
pubblici né con i principi della concorrenzialità e della “par condicio”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
sussistono pertanto ragioni per rimettere alla Corte di Giustizia UE alcuna
questione pregiudiziale ai sensi dell’art. 267 TFUE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.
Prima di affrontare la congerie dei motivi, rispettivamente articolati dalle
parti nel ricorso, nei motivi aggiunti e nei ricorsi incidentali,
preliminarmente, ai fini della scelta dell’ordine da preferire nella
trattazione delle questioni in contesa, giova rammentare la natura degli
interessi sottesi all’azione giudiziale complessivamente promossa da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a.. In base a quanto
rappresentato dalla stessa ricorrente, in particolare, nella propria memoria ex
art. 73 c.p.a. (cfr. par. I, pagg. 8-9), essa mostra di graduare le proprie
domande secondo il seguente schema:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
esse sono rivolte in primo luogo all’esclusione dalla gara, “singolarmente”, di
Tiscali, di BT Italia e di Vodafone nonché all’accertamento dell’anomalia delle
offerte “allineate” provenienti dalla medesime società con conseguente loro
esclusione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in via gradata, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> mira
ad ottenere il “remand” alla S.A. per la compiuta verifica dell’anomalia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in ulteriore subordine è chiesto l’annullamento in parte o “in toto” degli atti
di gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
primo luogo l’interesse che <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> aziona,
quale terza classificata alle spalle di Tiscali e BT Italia, è quello a vedere
accertata l’illegittimità dell’ammissione e della posizione in graduatoria di
Tiscali e BT Italia in quanto ottenendo la loro “eliminazione” dalla gara (per
incongruità dell’offerta o per carenza dei requisiti di
ammissione/partecipazione), otterrebbe l’aggiudicazione della gara alle
condizioni economiche contenute nella propria offerta. Trattasi pertanto di
interesse finale al conseguimento del “bene della vita” costituito
dall’assunzione della parte maggioritaria del contratto quadro SPC2.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
secondo luogo (e in via subordinata) la ricorrente vanta l’interesse a
contestare la procedura di gara con riferimento alla fase dell’allineamento dei
prezzi, “avendo diritto a mantenere la propria posizione in graduatoria e a
svolgere la relativa parte di servizio al prezzo da essa offerto in
graduatoria”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Questo
secondo interesse azionato sembra invece assumere valenza “strumentale”, in
quanto la possibilità di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a.
di vedersi aggiudicare parte del contratto-quadro sarebbe, comunque,
subordinata alla rinnovazione parziale del segmento finale della procedura
ristretta, con riformulazione della graduatoria - eventuale verifica della congruità
dell’offerta di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>(prima
graduata nella rinnovata graduatoria) - rinnovazione della fase dell’interpello
secondo le nuove condizioni contrattuali proposte dalla nuova aggiudicataria -
eventuale allineamento delle imprese collocatesi alle spalle di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sono
infine dirette alla rinnovazione dell’intera procedura le censure sopra passate
in rassegna che si rivolgono contro la struttura stessa della gara che sarebbe
in radice illegittima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
quanto precede, ritenendo ammissibili i motivi di gravame, sostenuti
dall’interesse finale (all’aggiudicazione) ovvero strumentale della ricorrente
(alla rinnovazione totale o parziale della procedura), essendo essa legittimata
alla proposizione degli stessi quale partecipante ammessa alla gara, che ha presentato
un’offerta valida, il Collegio seguirà l’ordine dei motivi impostato dalla
ricorrente. Ciò appare pienamente rispettoso di quanto espresso dal Cons.
Stato, Ad. Plen. 27 aprile 2015, n. 5 laddove (par. 9.2.) afferma che “deve
ritenersi che, in assenza della graduazione operata dalla parte, in ragione del
particolare oggetto del giudizio impugnatorio legato al controllo
sull’esercizio della funzione pubblica, il giudice stabilisce l’ordine di
trattazione dei motivi (e delle domande di annullamento) sulla base della loro
consistenza oggettiva (radicalità del vizio) nonché del rapporto corrente fra
le stesse sul piano logico - giuridico e diacronico procedimentale (in questo
senso si erano già pronunciate, sia pure incidentalmente, Ad. plen., n. 9 del
2014, pag. 36; Ad. plen. n. 7 del 2014, pag. 16 e 18; Ad. plen., 14 aprile
2010, n. 1; successivamente, funditus, Cons. Stato, Sez. V, 8 aprile 2014, n.
1662)”. Nel contempo l’ordine prescelto dei motivi appare pienamente conforme
al principio dispositivo (in assoluto valorizzato dalla citata A.P. n. 5 del
2015), in quanto considera la determinazione processuale della ricorrente di
subordinare la domanda di rinnovazione parziale ovvero totale della procedura
rispetto alla domanda mirante all’annullamento dell’ammissione alla gara delle
società controinteressate aderenti all’interpello (in via prioritaria Tiscali e
BT Italia).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto
ai ricorsi incidentali proposti dalle tre controinteressate (Tiscali, BT Italia
e Vodafone), il Collegio non condivide l’assunto delle stesse (vedi in part.
memoria ex art. 73 c.p.a. Tiscali pag. 21) secondo cui il relativo esame
avrebbe necessaria priorità sulla trattazione di ogni ulteriore questione, in
quanto l’effetto “escludente” del loro eventuale accoglimento produrrebbe il difetto
di legittimazione di Tiscali ad impugnare gli esiti della gara e quindi
l’inammissibilità di ricorso e motivi aggiunti. In realtà, l’affermazione
dell’esame necessariamente prioritario del ricorso escludente, nel caso di
contrapposizione tra impresa ricorrente e imprese controinteressate
partecipanti a procedura comparativa, non appare così perentoria ed assoluta
neanche nelle pronunce richiamate a sostegno della tesi (da Tiscali), stante
quanto si legge nella recente del Cons. Stato, IV, 9 novembre 2015, n. 5091,
laddove si afferma: “è corretta regola di trattazione dei motivi di ricorso
(ben lo ricapitola da ultimo Cons. St., VI, 10 febbraio 2015 n. 713) che questo
Giudice decida disponendo le questioni prospettate in ordine logico,
anteponendo le questioni di rito a quelle di merito e dando priorità sì ai
gravami incidentali, ma solo se essi abbiano carattere escludente, in rapporto
alla stessa fase procedimentale. È comunque possibile effettuare un esame
prioritario del ricorso principale, per ragioni logiche e di economia
processuale, qualora esso sia manifestamente infondato, inammissibile,
irricevibile o improcedibile. Tanto, ovviamente, avendo riguardo sia al
principio dispositivo (che consente agli interessati di graduare le proprie
domande, prospettandone alcune in via subordinata), sia alla facoltà del
Giudice adito di seguire, per le eventuali ulteriori censure prospettate, un
ordine logico di trattazione razionale, partendo dalle questioni a contenuto
più satisfattivo e procedendo per quelle via via più ristrette nei limiti
dell’interesse ai sensi dell’art. 34, c. 3, c.p.a.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
un successivo passaggio della sentenza in commento si legge poi che “in
sostanza, il principio di parità delle armi, che è il portato della
giurisprudenza comunitaria e che non richiede a rigore l' assoluta identità
causale del vizio (bastando la deduzione di cause escludenti che afferiscano
alla stessa fase procedimentale di verifica dell’ammissione a gara dell'impresa
e della sua offerta), si ha solo quando: 1) – si versi all'interno del medesimo
procedimento; 2) – gli operatori rimasti in gara siano solo due; 3) – il vizio
che affligge le posizioni delle parti (nel procedimento, prima che in giudizio)
sia identico non tanto in modo speculare, quanto sul piano della pari e
definitiva efficacia escludente”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Risulta
da quanto precede che quella della trattazione prioritaria del ricorso ad
effetto escludente non è una scelta sempre ineluttabile. Nella specie,
peraltro, manca la condizione di cui al punto 2) che precede (e cioè che gli
operatori rimasti in gara siano soltanto due). E’ peraltro intervenuta in
argomento la recentissima sentenza della Corte di Giustizia UE, Grande Camera,
5 aprile 2016, C-689/13 (Puligienica c. Airgest S.p.a.) che conforta l’ordine
di trattazione che il Collegio intende adottare sulla base del principio così
testualmente affermato: “1) L’articolo 1, paragrafi 1, terzo comma, e 3, della
direttiva 89/665/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1989, che coordina le
disposizioni legislative, regolamentari e amministrative relative
all’applicazione delle procedure di ricorso in materia di aggiudicazione degli
appalti pubblici di forniture e di lavori, come modificata dalla direttiva
2007/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2007, deve
essere interpretato nel senso che osta a che un ricorso principale proposto da
un offerente, il quale abbia interesse a ottenere l’aggiudicazione di un
determinato appalto e che sia stato o rischi di essere leso a causa di una
presunta violazione del diritto dell’Unione in materia di appalti pubblici o
delle norme che traspongono tale diritto, e diretto a ottenere l’esclusione di
un altro offerente, sia dichiarato irricevibile in applicazione di norme
processuali nazionali che prevedono l’esame prioritario del ricorso incidentale
presentato da detto altro offerente”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nella
presente causa, pertanto, in quanto caratterizzata da massima complessità in
relazione al numero delle parti ed all’elevato numero di censure che il
Collegio deve esaminare, ragioni logiche e di economia processuale inducono
alla previa trattazione nel merito di ciascuno dei motivi di ricorso e dei
motivi aggiunti, considerato anche che il rigetto degli stessi o la loro
ravvisata inammissibilità renderebbe superfluo, perché carente di interesse,
l’esame dei ricorsi incidentali escludenti e costituirebbe soluzione
maggiormente soddisfacente per gli interessi delle stesse
controinteressate-ricorrenti incidentali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.
Sul I motivo di ricorso (Violazione degli artt. 82, 86, 87 e 88 d.lgs. n. 163
del 2006. Anomalia delle offerte di Tiscali e BT Italia. Eccesso di potere per
difetto di istruttoria, travisamento dei fatti e difetto di motivazione).
Infondatezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Richiamando,
per l’illustrazione del motivo in esame, quanto esposto nella superiore narrativa
in fatto e rammentando che le censure sub I sono state articolate da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> prima di avere avuto accesso
alla documentazione di gara attinente alla verifica dell’anomalia e si
appuntano sull’asserita anomalia delle offerte di Tiscali e BT, in ragione
degli “incredibili” ribassi da entrambe proposti sui prezzi unitari e sullo stesso
Prezzo Totale Ponderato (PTP) Medio Globale, il Collegio deve svolgere alcune
considerazioni a carattere generale e preliminare che, si precisa sin d’ora,
sono pertinenti a tutti i numerosi motivi di gravame (vedi soprattutto i motivi
aggiunti) che la ricorrente sviluppa in tema di non congruità delle offerte
imputate alle tre società assegnatarie della commessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.1.
Stando all’ormai consolidata posizione assunta dalla giurisprudenza
amministrativa in tema, la verifica dell’anomalia dell’offerta spetta, esclusivamente,
all’organo a ciò deputato nell’ambito dell’Amministrazione aggiudicatrice, la
quale, nel valutare congrue o non congrue le giustificazioni addotte
dall’impresa aggiudicataria sottoposta a verifica, esprime comunque
valutazioni, che sono tipica espressione di discrezionalità tecnica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
termini più puntuali, ciò significa che, nelle gare pubbliche di appalto, la
valutazione di anomalia dell’offerta va fatta considerando tutte le circostanze
del caso concreto, poiché, ad esempio, anche un utile all’apparenza modesto può
comportare un vantaggio significativo sia per la prosecuzione in sé
dell’attività dell’impresa in futuro, sia per la qualificazione della stessa,
cosicché nelle gare pubbliche non è possibile stabilire una soglia minima di
utile al di sotto della quale l’offerta deve essere considerata anomala (salvi
i casi in cui il margine positivo risulta pari a zero).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
giudizio sull’anomalia delle offerte presentate in una gara di appalto è un
giudizio ampiamente discrezionale, espressione paradigmatica di discrezionalità
tecnica, sindacabile solo in caso di manifesta e macroscopica erroneità o
irragionevolezza; il Giudice Amministrativo può sì sindacare le valutazioni
della P.A., ma ciò gli è consentito soltanto sotto i profili della logicità,
della ragionevolezza e dell’adeguatezza dell’istruttoria, non potendo egli
procedere ad autonoma verifica della congruità dell’offerta e delle singole
voci, la quale costituirebbe un’inammissibile invasione della sfera di merito
riservata alla p.A.. Pertanto, il sindacato giurisdizionale resta limitato ai
casi di macroscopiche illegittimità, quali errori di valutazione gravi ed
evidenti, oppure valutazioni abnormi o inficiate da errori di fatto (vedi, ex
multis, Cons. Stato, sez. V, 2 dicembre 2015, n. 5450; id. sez. III, 10
novembre 2015, n. 5128; id., sez. III, sentenza 22 gennaio 2016 n. 211).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre,
il procedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta non ha carattere
sanzionatorio e non ha per oggetto la ricerca di specifiche e singole inesattezze
dell’offerta economica, mirando piuttosto ad accertare in concreto che
l’offerta, nel suo complesso, sia attendibile ed affidabile in relazione alla
corretta esecuzione dell’appalto. Esso mira a garantire e tutelare l’interesse
pubblico concretamente perseguito dall’Amministrazione attraverso la procedura
di gara per l’effettiva scelta del miglior contraente possibile ai fini
dell’esecuzione dell’appalto, così che l’esclusione dalla gara dell’offerente
per l’anomalia della sua offerta è l’effetto della valutazione (operata
dall’Amministrazione appaltante) di complessiva inadeguatezza della stessa
rispetto al fine da raggiungere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un
sindacato nel dettaglio sui singoli aspetti è, dunque, precluso al Giudice
Amministrativo, al quale non è consentito di procedere ad una autonoma
valutazione della congruità o meno di singole voci, non potendo egli svolgere
una attività valutativa rimessa, quanto alla sua intrinseca manifestazione,
unicamente all’Amministrazione procedente (cfr. Cons. Stato, sez. VI, 14 agosto
2015, n. 3935; id., sez. V, 22 dicembre 2014, n. 6231).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.2.
Così chiariti in via generale i limiti del sindacato consentito a questo
Giudice sul giudizio concretamente espresso dalla Commissione giudicatrice, si
rileva che quest’ultima è pervenuta a giudicare come non anomala l’offerta
della Tiscali Italia, all’esito di verifiche (che hanno riguardato anche
l’offerta di BT Italia) protrattesi per circa nove mesi, che, dalla
documentazione prodotta in causa dalla Consip S.p.a. (vedi, in particolare
docc. 22 - 36 res.), risultano essere state alquanto accurate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.3.
Il primo elemento che viene evidenziato come sospetto da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> attiene alla straordinarietà
del ribasso globalmente offerto dall’aggiudicataria (ma, in definitiva, anche
da BT Italia), rispetto al valore massimo di riferimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Invero
i ribassi sono stati alquanto significativi in generale, non solo con riguardo
alle due società sottoposte a verifica. Il “range” dei ribassi, in effetti, va
da quello massimo di Tiscali pari all’89%, fino a quello minimo - ma comunque,
in valore assoluto, importante – offerto dall’ATI Vodafone, pari al 47 %.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sul
punto è opportuno ricordare che l’importo a base d’asta di Euro
2.400.000.000,00 non costituisce il corrispettivo di un servizio, ma il limite
massimo del contratto quadro (da ripartire in due, ovvero tre ovvero quattro
parti), contratto normativo che fissa le condizioni che dovranno essere
osservate dai singoli contratti esecutivi tra fornitore e singola p.a.
richiedenti. Esso rappresenta, cioè, il valore-limite dell’impegno quantitativo
massimo che può essere preteso (da ripartire, nella specie, nelle note
percentuali del 60%, 20% e 20%) nella stipula dei futuri contratti che
interverranno tra fornitore e singola p.a. richiedente e che avranno contenuto
prestazionale e corrispettivi globali variabili, anche in modo rilevante, da
caso e caso. L’offerta doveva essere (ed è stata) aggiudicata, come si è visto,
sulla base del PTP globale (prezzo totale medio ponderato globale), il quale è
la risultante del complesso algoritmo che pone in relazione i prezzi unitari per
ciascun servizio di cui SPC2 si compone ed i coefficienti di ponderazione
corrispondenti a ciascuno di essi. L’importo di Euro 264.867.581,31 è il PTP
Medio Globale “offerto” da Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Esso
è stato valutato dalla Commissione ai soli fini dell’aggiudicazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
PTP globale non rappresenta né un prezzo di acquisto né un valore contrattuale
ma piuttosto un criterio di riferimento (espresso in modo sintetico) a cui i
futuri contratti OPA dovranno adeguarsi (vedi a conferma di ciò i documenti di
gara seguenti: l’Allegato 2 e 2 bis pag. 6; l’Allegato 3, punto I; l’Allegato
3, art. 4.3, tutti nella prima documentazione versata in atti dalla Consip
S.p.a.). E’ pertanto corretta l’affermazione della difesa della Tiscali secondo
cui la differenza tra l’importo a base d’asta ed il Prezzo Medio Ponderato
Globale non rappresenta un effettivo ribasso sul valore di un contratto ma
esprime, piuttosto, il merito economico risultante dallo specifico criterio di
valutazione previsto dalla lex specialis per l’aggiudicazione della gara; “tale
differenza è risultata particolarmente elevata poiché Tiscali, come usualmente
accade nelle gare ove i pesi rappresentano l’importanza di ogni prezzo
unitario, ha offerto sconti maggiori in corrispondenza dei servizi
caratterizzati da ponderazione maggiore” (vedi memoria ex art. 73 Tiscali che
richiama il parere tecnico allegato sub. 14, pag. 5 - 7).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A
ciò deve aggiungersi l’ulteriore peculiarità relativa al metodo di calcolo
della grandezza definita come PTP medio-globale (di cui all’Allegato 2 alla
lettera di invito, doc. 12 res.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
è già accennato al fatto che il PTP è calcolato combinando, tramite un
complesso algoritmo, il valore delle singole componenti del servizio, con i
corrispondenti coefficienti di ponderazione. E’ specificato nei “Criteri di
calcolo dei prezzi totali ponderati (PTP)” (Allegato 2 alla lettera di invito)
che “per ciascun servizio è definito il Prezzo Totale Ponderato (PTP) su 7
anni, calcolato a partire dai prezzi unitari mediante pesatura di un prefissato
mix di tipologie di servizi e di opzioni” (Allegato 2 cit., pag. 19)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pur
nella complessità delle formule matematiche impiegate, emerge un dato
incontestabile: nell’ambito dello stesso profilo di un singolo servizio, è
frequente che alle diverse componenti che lo compongono siano attribuiti “pesi”
di entità assai diversa. La forbice tra un peso ed un altro, infatti, è spesso
molto ampia, come accade - per fare alcuni esempi tra i moltissimi possibili -
per la componente STDE – A1 a cui è associato un peso di 1.489 a fronte della
componente STDE – A 2, a cui corrisponde un peso di 477; se alle componenti
STDE - A7, A8, A9 e A10 sono nell’ordine attribuiti, rispettivamente, i pesi
(non elevati) di 575, 115, 115 e 115, alla componente STDE – A3 è assegnato un
peso di 1.430 ed alla componente STDE – A4 è assegnato un peso di ben 3.184.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
può arrivare a pesi di 102.943 (per il servizio STDE – A 3) o addirittura di
229.226 (STDE - A4).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Gli
esempi si potrebbero moltiplicare considerato che le componenti dei singoli
servizi (quelli che la Consip definisce “servizi elementari”) sono 117 e che ad
ognuno di essi è associato un determinato coefficiente ponderale. Per una
disamina dell’enorme divario che può sussistere tra peso e peso si rinvia
all’Allegato 2 alla lettera di invito (vedi doc. 12 res.) nonché alle
esemplificazioni contenute nella “memoria unica” Vodafone (dep. 17.12.2015,
pag. 18 e ss.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Orbene,
la diversa pesatura di un prefissato mix di tipologie di profili di servizio e
di opzioni ha permesso a Tiscali di articolare un’offerta caratterizzata da
notevole ribasso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
è stato reso possibile dalla scelta dell’aggiudicataria di offrire prezzi
unitari particolarmente “aggressivi” sulle voci di maggiore ponderazione e
quindi maggiormente “premianti” e di praticare, viceversa, prezzi
particolarmente contenuti con riferimento ai servizi elementari meno redditizi
a livello di punteggio. Ciò non comporta alcun “indizio di anomalia” in quanto
la concorrente non ha fatto altro che sfruttare a proprio vantaggio i criteri
selettivi, conformandosi ad essi e non certo violandoli, assumendo una condotta
di gara che è appropriata all’interno di una procedura per definizione
competitiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
Commissione di gara, al termine dell’approfondita verifica eseguita, ha potuto
appurare che il PTP medio globale offerto da Tiscali è pienamente sostenibile
garantendo alla Società un utile di circa dieci milioni di euro. Riprendendo le
considerazioni di carattere generale sopra svolte mediante il richiamo ai più
consolidati orientamenti giurisprudenziali, la verifica non si è svolta (e non
doveva farlo) sulle singole componenti di prezzo dell’offerta economica ma ha
guardato alla sua complessiva sostenibilità economica (d'altronde il PTP da
offrire è quello “medio”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A
ben vedere le critiche della ricorrente in punto di “eccessivo ribasso” (sempre
tenendo conto del fatto che non si tratta di un vero e proprio ribasso perché
quello indicato nel bando non è un corrispettivo ma un limite massimo
“normativo” del valore economico dei futuri contratti esecutivi da stipulare)
non possono rivolgersi all’offerta economica di Tiscali in sé considerata né a
quella di BT Italia ma avrebbero dovuto, semmai, investire il meccanismo di
aggiudicazione ed i criteri di calcolo del PTP di cui all’Allegato 2 alla lettera
di invito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma
non state svolte censure in tale direzione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Concludendo
sul punto, l’entità del ribasso di Tiscali S.p.A. (al pari di quello della BT
Italia) non può costituire, di per sé stessa, né indizio né, tantomeno, prova
dell’anomalia dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.4.
Sempre all’interno del Motivo I <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> contesta
altresì l’incertezza giuridica e tecnica sulla possibilità concreta
dell’aggiudicatario di prestare i servizi OPO in quanto il Capitolato Tecnico
(doc. 6.d ric.) prevede che detti servizi siano erogati tramite
l’Infrastruttura Pubblica di Connettività denominata QXN la quale però è in
corso di rielaborazione: non essendo ancora operativa la “nuova” QXN (per la
realizzazione della quale peraltro è stata indetta apposita procedura di gara),
i costi per la fornitura dei servizi OPO avvalendosi, per l’interconnessione,
della (ben più limitata) QXN attuale (2005), sarebbero assi più sostenuti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’assunto
non convince in quanto è indimostrata, in termini tecnici e puntuali,
l’affermazione secondo cui i costi del servizio QXN saranno necessariamente
maggiori. Oltre a ciò non viene fornita dalla ricorrente alcuna stima del
possibile aumento rendendo così concretamente impossibile ogni argomentazione
in termini di anomalia. Non convince neanche la deduzione secondo cui i costi
(per la fornitura dei servizi OPO) dipenderanno da future negoziazioni giacché
il Consorzio QXN obbliga la società consortile a fornire l’accesso alla QXN a
parità di condizioni (v. Statuto QXN depositato da Consip sub 15).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
tutto quanto precede il motivo I nel suo complesso è infondato e va respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.
Sul Motivo II del ricorso: illegittimità sotto vari profili (artt. 3, 11, 12,
53, 54, 55, 59, 82, 86, 87 e 118 del d.lgs. n. 163 del 2006; violazione della
Direttiva 2004/18/CE e dell’art. 102 TFUE) ed eccesso di potere, con specifico
riferimento alla clausola che “impone” alle imprese collocate in graduatoria e
interpellate dalla S.A. di allinearsi alle condizioni economiche della migliore
offerente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
rinvia per il contenuto delle censure al par. 4 della superiore narrativa in
fatto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Motivo II è complessivamente infondato e deve essere respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.1.
Le critiche al meccanismo dell’allineamento al miglior prezzo (che, ad avviso
della ricorrente, determinerebbe l’illegittimità sotto plurimi riguardi di una
procedura negoziata e comunque atipica che non trova collocazione né nel Codice
dei contratti pubblici né nella Direttiva n. 18), sebbene assai articolate,
sono tutte infondate e meritano di essere respinte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ad
avviso del Collegio il meccanismo sancito dal punto 6.1 della lettera di invito
(doc. 6 ric.) - secondo cui “l’assegnazione delle parti della fornitura
successive alla prima è subordinata all’accettazione, da parte dei rispettivi
fornitori assegnatari, a prestare servizi nelle medesime condizioni di prezzo
offerte dal Fornitore aggiudicatario” – è pienamente conforme all’art. 83 CAD
il quale, se non impone, certamente autorizza il meccanismo dell’allineamento
all’offerta dell’aggiudicatario, il quale corrisponde alla “ratio” che sostiene
la previsione (necessità di assicurare una pluralità di fornitori
nell’erogazione dei servizi che compongono il SPC ma alle migliori condizioni
contrattuali per le pp.AA. beneficiarie dei servizi). Per le ragioni sopra
ampiamente esposte la norma “de qua” non presenta profili di contrasto né con
specifiche disposizioni della Direttiva o del Codice, né con i principi che
essa scaturiscono.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’interpello
post-competitivo non apre una procedura negoziata al di fuori dei casi
tassativi in cui essa è consentita dalla Direttiva e dallo stesso Codice dei
contratti pubblici in quanto, in realtà, manca in radice la negoziazione tra
concorrente e amministrazione aggiudicatrice: una volta avutasi
l’aggiudicazione al miglior offerente, il fornitore che, sulla base della sua
collocazione in graduatoria, è destinatario dell’interpello della Consip, non è
legittimato a negoziare alcunché ma si trova piuttosto in una condizione
analoga a quella del destinatario di una proposta irrevocabile a termine (i cui
contenuti sono già integralmente determinati “per relationem” attraverso il
richiamo integrale ai prezzi offerti dall’aggiudicatario). Come già in
precedenza esposto, detto destinatario, aderendo alla proposta entro il termine
perentorio sancito dalla “lex specialis”, determina il perfezionamento del
vincolo contrattuale, senza poter rilanciare o contro-proporre nulla. Quindi,
ontologicamente, il fornitore/accettante non formula un’offerta bensì accetta
una proposta a condizioni già predefinite. Per questo non trovano applicazione
le disposizioni della Direttiva richiamate dalla società ricorrente, circa il
divieto di doppia offerta, ovvero di rimodulazione o negoziazione dell’offerta
stessa al di fuori delle procedure competitive (Motivo II par. 1).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
fase di interpello post-competitivo, inoltre, non costituisce una lesione della
libertà di iniziativa economica privata delle concorrenti o una “imposizione”
nei loro confronti, essendo esse pienamente libere di accettare o meno i prezzi
contenuti nell’offerta risultata vincitrice (Motivo II par. 2).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
procedura così congegnata (o, meglio, la fase dell’interpello che si apre dopo
l’aggiudicazione) non appare in contrasto con i principi di concorrenza e “par
condicio” tra gli operatori economici che partecipano alla gara per la stipula
del contratto-quadro, in quanto la norma prevede che la concorrenzialità si
dispieghi pienamente nella fase anteriore all’interpello, concepita come
procedura comparativa (nella specie, ristretta) che si svolge nel pieno
rispetto delle pertinenti disposizioni del Codice dei contratti pubblici (cfr.
in particolare l’art. 59). Dunque (contrariamente a quanto sostenuto da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> nel par. 4 del Motivo II) è
assicurata la concorrenzialità dell’aggiudicazione al miglior offerente che non
viene certamente azzerata o superata dalla successiva fase dell’interpello, che
in realtà non lede la “par condicio” in quanto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
tutti i concorrenti sono nella stessa condizione iniziale di aderirvi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i
concorrenti interpellati, nell’ordine di graduazione derivante dalla rispettiva
collocazione nella graduatoria, non sono obbligati ad allineare i prezzi ma
possono liberamente decidere se accettare l’allineamento oppure rifiutarlo
(come ha fatto<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la successione degli interpelli deve comunque tener conto della collocazione
dell’impresa in graduatoria avendo priorità la concorrente (dopo
l’aggiudicataria) meglio classificata;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la misura è in realtà pro-competitiva impedendo che un accordo quadro di enorme
entità sia concentrato nella mani di un unico fornitore, per quanto autore
dell’offerta rivelatasi migliore, consentendo anche ad imprese in posizione
deteriore in graduatoria di avere delle “chances” (altrimenti, inesistenti) per
aggiudicarsi una parte della commessa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
in questa ottica, visto l’esito della gara e l’affidamento della parte più
rilevante della commessa oggetto di gara alla prima classificata Tiscali, viene
meno anche l’interesse della <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> alla
contestazione della fase dell’interpello post-gara, giacché essa ha rifiutato
l’assegnazione della quota propostale da Consip con il relativo allineamento,
estromettendo sé stessa dal meccanismo fissato dalla “lex specialis” (e fondato
sull’art. 83 del CAD) e perdendo così ogni interesse rispetto al successivo
sviluppo della procedura;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
sarebbe, semmai, la prima classificata (Tiscali) che, in ipotesi, avrebbe
potuto dedurre un pregiudizio certo derivante dall’applicazione della clausola
in esame la quale la priva di una quota cospicua della commessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A
quanto precede si aggiunge che, proprio perché non si tratta di offerta
sottoposta a valutazione comparativo-selettiva, ma di libera accettazione di
una proposta predefintita nei contenuti, non assoggettata ad alcuna valutazione
intrinseca, è fuori luogo il rilievo relativo alla omessa previsione di
un’ipotetica verifica di anomalia rispetto a dichiarazioni che,
strutturalmente, non costituiscono offerta economica nell’ambito di una gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
quanto precede non meritano accoglimento le censure contenute nel secondo
motivo di ricorso e miranti alla contestazione della clausola di adeguamento ai
prezzi del miglior offerente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.2.
Non merita condivisione neanche quanto specificamente dedotto dalla ricorrente
al punto 6 del Motivo II (Violazione dell’art. 118 d.lgs. n. 163 del 2006 con
riguardo ai servizi OPO), laddove si afferma che - poiché il Fornitore
Aggiudicatario è obbligato a prestare in favore degli altri contraenti (c.d.
“Fornitori Assegnatari”) servizi corrispondenti ai principali servizi di
connettività OPA (servizi STDE e parte dei servizi STDO), ai medesimi prezzi
offerti alle pp.aa. con un ribasso del 5% - questi servizi (detti “OPO”),
erogati dall’Aggiudicatario agli altri Fornitori Assegnatari (senza alcun
limite quantitativo, sino al ventiquattresimo mese di esecuzione e,
successivamente, nel limite del 50% del fatturato dei Fornitori Assegnatari),
integrerebbero di fatto un subappalto in violazione della soglia normativa ed
inderogabile di cui all’art. 118 cit. oltre la quale il subappalto è vietato,
considerato che il contratto OPO ha ad oggetto la prestazione dei servizi STDE
e STDO, che sono anche oggetto dell’appalto pubblico principale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sullo
specifico punto il Collegio non ritiene di accogliere la ricostruzione proposta
dalla ricorrente (che svolge ulteriori deduzioni in argomento anche nella
propria memoria conclusionale, pag. 32 e ss.), apparendo maggiormente aderenti
alla realtà giuridica del Contratto quadro OPO all’interno della “lex
specialis” di gara, gli argomenti svolti dalla difesa della Consip per
confutare la riconducibilità dei contratti esecutivi OPO alla tipicità del
subappalto, argomenti che si possono così riassumere:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
il contenuto e le condizioni economiche del Contratto quadro OPO (e del
relativo contratto esecutivo) non sono il frutto dell’autonomia negoziale del
Fornitore aggiudicatario che, a richiesta, è tenuto a fornire i servizi OPO
entro i limiti quantitativi e temporali sopra specificati determinati dalla
Stazione Appaltante (vedi par. 1.1. della lettera di invito);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
il Contratto quadro OPO è stipulato tra il Fornitore Aggiudicatario e la Consip
la quale non è in una posizione di terzietà (come il committente rispetto al
subappaltatore in un subappalto tipico) ma, al contrario, è in condizione di
esperire una pluralità di rimedi contrattuali in caso di inadempienza
dell’Aggiudicatario rispetto alle disposizioni del Contratto esecutivo OPO (che
è quello che interviene tra l’operatore aggiudicatario che fornisce il servizio
e operatore assegnatario che lo richiede), quali: la risoluzione del Contratto
quadro OPO; l’escussione della cauzione prestata dall’Aggiudicatario ai sensi
dell’art. 21.1. del Contratto quadro OPA; l’applicazione delle penali di cui
all’Allegato 5bis della lettera di invito (doc. 6 ric.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
come detto, l’Aggiudicatario è obbligato a fornire il servizio OPO richiesto da
altro operatore assegnatario;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i
servizi di connettività sono assicurati mediante la messa a disposizione degli
apparati (hardware e software) da parte del Fornitore Aggiudicatario che ne ha
il possesso o, comunque, la disponibilità; rispetto ad essi l’intervento umano
assume un valore marginale: per i servizi STDE il valore della manodopera è
pari a Euro 5.636.520,49 (a fronte di una valore delle prestazioni integranti il
servizio di Euro 137.441.181,80), mentre per i servizi STDO il valore della
manodopera è pari a Euro 951.762,64 (a fronte di una valore del servizio di
Euro 26.173.504,80), circostanza che concorre ad escludere la sussistenza del
subappalto nella specie, ove si consideri che ai sensi dell’art. 118, comma 11,
Codice dei contratti pubblici “11. Ai fini del presente articolo è considerato
subappalto qualsiasi contratto avente ad oggetto attività ovunque espletate che
richiedono l'impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i
noli a caldo, se singolarmente di importo superiore al 2 per cento dell'importo
delle prestazioni affidate o di importo superiore a 100.000 euro e qualora
l'incidenza del costo della manodopera e del personale sia superiore al 50 per
cento dell'importo del contratto da affidare”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
trattasi infine di attività a cui l’Aggiudicatario è obbligato per effetto
dell’aggiudicazione: si tratta dello stesso soggetto imprenditoriale
selezionato a seguito dell’espletamento della procedura ristretta e del quale
si sono accertati i requisiti personali e professionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.3.
Per tutto quanto precede il Motivo II del ricorso introduttivo va respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.
Quanto al terzo motivo di ricorso (Violazione dell’art. 11 d.lgs. n. 163 del
2006 e della Direttiva 89/665/CE, come modificata dalla Direttiva 2007/66/CE,
con particolare riguardo all’art. 2bis), il Collegio si limita a rilevare che
la dedotta violazione dell’obbligo di “stand still” (in quanto viene richiesta
un’accettazione incondizionata e irrevocabile prima che sia decorso il termine
di gg. 35 di cui all’art. 11, comma 10, cit.) è infondata in quanto <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> non può lamentare alcuna
lesione avendo potuto proporre la presente impugnazione e, in ogni caso, la
violazione dello “stand still” non costituisce vizio dell’aggiudicazione e non
ne determina l’invalidità (cfr. Cons. Stato, sez. V, 23.3.2015, n. 1565).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7.
Venendo all’esame dei motivi aggiunti il Collegio osserverà, per quanto
possibile, il medesimo ordine seguito da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>nella
redazione del proprio gravame, a partire dai vizi dedotti avverso l’offerta di
Tiscali a cui si riferiscono, specificamente, i motivi aggiunti dal n. 1) al n.
5) compreso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SULL’OFFERTA
DI TISCALI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.
Con il primo dei motivi aggiunti, come si è visto, Tiscali deduce la
“Violazione degli artt. 82, 86 e 87 del d.lgs. n. 163 del 2006 e dell’art. 26
d.lgs. 81 del 2008; grave e manifesto difetto di istruttoria. Difetto grave di
motivazione”, con riguardo ai costi irrisori per la sicurezza da rischio
specifico indicati in offerta e all’omessa giustificazione di tali costi in
sede di verifica dell’anomalia dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
ricorrente contesta che nell’offerta dell’Aggiudicataria sarebbero state omesse
voci (e corrispondenti costi) quali la sicurezza sui cantieri, i dispositivi di
protezione individuali dei lavoratori, gli “altri materiali di supporto”, gli
strumenti operativi e di consulenza per la sicurezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo non merita accoglimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
base all’art. 88, comma 1, del d.lgs. n. 81 del 2008 gli onerosi adempimenti in
materia di sicurezza pretesi dalla ricorrente attengono all’ambito dei cantieri
temporali e mobili propri degli appalti ovvero delle concessioni di lavori
edili di ingegneria civile, di cui all’art. 89, co. 1, del d.lgs. n. 81 cit. I
rischi concreti connessi ai servizi di connettività oggetto della gara
attengono in gran parte a prestazioni di assistenza che si svolgono al personal
computer e da remoto, con rischi molto limitati per la sicurezza ivi compresi i
rischi da “interferenza”, proprio grazie alla possibilità dei tecnici di
operare da remoto con massima riduzione di fenomeni interferenziali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
a caso il “Documento descrittivo” specificava che “in considerazione della
natura del servizio oggetto della presente gara, non sussiste, ai sensi dell’art.
26 del d.lgs. n. 81 del 2008, l’obbligo di procedere alla predisposizione dei
documenti di cui all’art. 26 commi 3 e 3ter del predetto decreto. Resta invece
inteso che i concorrenti dovranno indicare in sede di offerta la stima dei
costi relativi alla sicurezza di cui all’art. 87, comma 4, del d.lgs. 163/2006”
(pag. 6). Questo significa che la “lex specialis” poneva a carico dei
concorrenti l’indicazione dei soli costi di sicurezza aziendale (c.d.
“interni”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
a caso è nello schema del Contratto quadro OPA (art. 33.1.) che si puntualizza
che saranno le Amministrazioni beneficiarie ad integrare il documento di
valutazione dei rischi standard da interferenze allegato ai documenti di gara,
adeguandolo ai rischi specifici da interferenza individuabili nei luoghi ove
verrà eseguito l’appalto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
quanto precede risulta improprio il richiamo di parte ricorrente a voci che
attengono ad oneri di sicurezza che sono del tutto estranei al tipo di servizi
per cui è causa (sicurezza sui cantieri, dispositivi di protezione individuali
dei lavoratori), oppure attengono a rischi da interferenza la cui valutazione,
nella stessa documentazione di gara, è rimessa alla successiva fase della
stipula dei contratti esecutivi OPA quando si dovrà tener conto dei luoghi e dei
modi concreti in cui l’attività contrattuale dovrà espletarsi e gli oneri di
sicurezza verranno valutati e quantificati anche dalle Amministrazioni
beneficiarie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Va
anche evidenziato che Consip non aveva fissato un importo minimo per i costi di
sicurezza aziendale, gli unici che i concorrenti dovevano indicare. In termini
percentuali, peraltro, gli oneri di sicurezza quantificati da concorrenti come
Telecom, Vodafone e BT Italia non appaiono così distanti da quelli indicati da
Tiscali (vedi memoria ex art. 73 Tiscali, pag. 44).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.
Nel secondo dei motivi aggiunti <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> denuncia
“violazione dei livelli di servizio (c.d. SLA) richiesti per i servizi STDE
dagli Allegati 5 (Capitolato Tecnico) e 5bis. Difetto dei requisiti tecnici
minimi dell’offerta. Modifica degli impegni assunti con l’offerta in fase di
verifica dell’anomalia”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo è infondato e va respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
ricorrente deduce che Tiscali non sarebbe in grado di rispettare il tempo di
ripristino per disservizio bloccante contemplato dal par. 1.1.2 dei livelli di
servizio e penali, che è quantificato in “8 h per servizio base – 4 h per
servizio con opzione Affidabilità Elevata” (doc. 6 - lett. i ric., pag. 13). Al
riguardo deve rilevarsi, preliminarmente, che la prescrizione in esame non
prevede, in caso di sua violazione, alcuna sanzione espulsiva ma soltanto
l’applicazione di una penale (“0,5% del CToss relativo al servizio e alle
eventuali relative opzioni, per ogni 0,01 di scostamento in diminuzione dal
target previsto”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
prescrizione stessa, inoltre, attiene alla fase di esecuzione del contratto e
non alla procedura di affidamento il che appare sufficiente ad escludere che la
critica tecnica svolta possa di per sé condurre all’esclusione di Tiscali dalla
gara, essendo inevitabilmente rimessa alla successiva esecuzione dei contratti
esecutivi OPA la possibilità di verificare in concreto, di volta in volta, il
rispetto dei tempi di risoluzione del disservizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ad
ogni buon conto, nei limiti entro i quali è ammessa da parte del Giudice una
verifica su aspetti connotati da elevato tecnicismo già vagliati
dall’Amministrazione competente, le deduzioni attoree (seppur suffragate
dall’articolato parere tecnico del prof. Melen, doc. 55 mot. agg.) non appaiono
idonee a rappresentare una grave irragionevolezza o lacuna tecnica nell’offerta
di Tiscali. Si legge infatti nella relazione tecnica prodotta da Tiscali (doc.
14, pg. 32 e ss.) che il metodo impiegato per la dimostrazione (partendo da
alcuni costi unitari di servizi esposti da Tiscali nel documento di
precisazioni) degli eccessivi tempi di ripristino a seguito di “disservizio
bloccante” non condurrebbe, in termini certi, a provare l’anomalia. Infatti: -
i costi relativi agli SLA richiesti dal capitolato tecnico sono stati
distribuiti su tutti i servizi oggetto dell’offerta SPC e non per singolo
profilo; - si dimostrano molteplici errori, contenuti nel parere allegato dalla
ricorrente, nel calcolo del presunto costo extra da imputare alla commessa
Tiscali; - anche la percentuale di “guastabilità” dell’11,26% (desunta dalla
delibera AGCOM 747/13/CONS) si dimostra errata per eccesso in quanto si
riferisce in generale ai “guasti che compromettono il funzionamento della linea
fisica”, concetto più ampio rispetto a quello di “guasti bloccanti” a cui
specificamente si riferiscono gli SLA in esame; - non si tiene conto della
probabile riduzione del tasso di guasto connaturata all’evoluzione tecnologia
prevedibile in un arco di tempo di sette anni; - non si tiene conto del fatto
che i servizi SPC sono in gran parte concentrati in aree urbane densamente
infrastrutturate, ulteriore elemento che incide sul tasso di guasto; - non si
considera la riduzione dei costi unitari con riferimento a ciascun singolo
profilo di servizio STDE, indotta dall’acquisizione di nuovi clienti attestati
alle centrali che, come affermato da Tiscali (v. verbale di audizione
dell’11.11.2014), saranno convertite in tecnologie ULL, al fine di raggiungere
le percentuali di copertura diretta indicate sulla base degli stessi dati
riportati dall’aggiudicataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Considerati
unitariamente i suddetti elementi tecnici e/o fattuali che la difesa di Tiscali
ha adeguatamente evidenziato (vedi pag. 44 e ss. memoria art. 73 c.p.a.), i
quali non appaiono confutati o superati dalla difesa della ricorrente, il
Collegio osserva che la censura relativa all’inosservanza degli SLA, per il suo
carattere ipotetico e ricostruttivo, mostra plurimi elementi di dubbio e non
perviene alla dimostrazione, in termini di certezza, dell’inosservanza dei
prescritti livelli di servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
questo e per le altre ragioni sopra esposte il motivo deve essere respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.
Sul terzo motivo aggiunto di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> relativo
alla presunta modifica dell’offerta Tiscali in sede di verifica dell’anomalia
(in tema di accesso in modalità “Shared Access”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche
il motivo in esame si rivela infondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
primo luogo non è dubbio che l’attivazione in modalità “Shared Access” sia del
tutto legittima e non presenti controindicazioni sul piano tecnico. Ciò si
desume, in modo netto, dal bando di gara che, nel definire il requisito di
capacità tecnica, richiede che il concorrente debba “avere realizzato, negli ultimi
tre anni antecedenti la data di pubblicazione del bando, servizi di accesso
prestando proprie infrastrutture e/o l’offerta di accesso disaggregato di altri
operatori (in modalità full unbundling, sub local loop unbundling o shared
access) in misura complessiva non inferiore a n. 20.000 (ventimila) accessi”.
Non sarebbe logico consentire questa modalità di servizio di accesso ai fini
dell’ammissione alla gara e negarla, viceversa, ai fini della prestazione dei
servizi oggetto del Contratto quadro OPA. D’altro canto, sul piano tecnico,
“Shared Access” e ULL sono entrambe modalità di accesso disaggregato che
consentono ad un operatore alternativo (c.d. “olo”) di raggiungere i propri
clienti, avvalendosi della rete dell’operatore storico o “dominante” (in Italia,
Telecom). La differenza è soltanto nel fatto che nell’ULL l’operatore
alternativo prende in affitto il “doppino” da Telecom, mentre nello “Shared
Access” lo stesso prende in affitto dalla stessa Telecom “una porzione di
banda”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tiscali
ha previsto l’utilizzo della tecnologia “Shared Access” su una determinata
percentuale di accessi programmati, la quale ha carattere statistico e, secondo
le affermazioni di Tiscali, sarebbe stata calcolata in via prudenziale tenendo
conto (memoria art. 73 pag. 51):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- dell’elenco
delle sedi delle Amministrazioni fornito da Consip con l’Allegato 5 – ter alla
lettera d’invito;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
delle ulteriori informazioni in possesso diretto di Tiscali che è comunque un
operatore del settore;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
dell’attuale copertura della rete di Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
tecnologia in discorso conduce anche al risparmio dei costi a carico delle
pp.aa. beneficiarie consentendo loro di sfruttare le risorse fisiche già
presenti nelle rispettive sedi ma senza vincolare l’Amministrazione, come
ritiene erroneamente <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>,
a non cambiare il fornitore del servizio di fonia “se non con un processo più
lungo e oneroso”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
realtà, come argomentato da Tiscali, nel caso in cui l’Amministrazione volesse
cambiare il fornitore della fonia potrà farlo liberamente senza che ciò comporti
disservizi in suo danno giacché l’aggiudicataria potrà migrare automaticamente
dalla modalità “Shared Access”, non più possibile, alla modalità “Full
Unbundling”. L’ipotesi “allarmante” formulata da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>relativa all’Amministrazione che
“decidesse invece di cambiare operatore di fonia senza attendere il processo di
migrazione del servizio dati da parte di Tiscali su altra soluzione di
accesso”, sembra configurare una condotta della singola p.a. da un lato
irragionevole (perché contraria ai suoi stessi interessi) e dall’altro
contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione contrattuale, che impone
all’utente di sopportare una limitata e breve attesa per il tempo strettamente
necessario a consentire la migrazione senza interruzione della continuità del
servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre
la stessa Tiscali ha dimostrato che l’offerta di riferimento di Telecom Italia
per il 2013 per i servizi di accesso disaggregato all’ingrosso, approvata
dall’AGCOM con la delibera 747/13/CONS comprende, tra gli altri, testualmente:
il “vi. servizio di accesso disaggregato condiviso ai collegamenti della rete
di distribuzione in rame di Telecom Italia (shared access)”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
definitiva, al contrario di quanto dedotto dalla ricorrente <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, il ricorso allo “Shared Access”
deve ritenersi certamente ammesso; nell’organizzazione dei servizi da parte
dell’aggiudicataria il ricorso alla tecnologia in discorso appare comunque
basato su stime prudenziali e non squilibrate, essendo previsto in una
percentuale realistica di casi pari al 12,5%; come riportato nella relazione
tecnica prodotta in causa da Tiscali (doc. 14, pag. 35 e ss.) l’indice di
“guastabilità bloccante” delle linee in “Shared Access” è assai ridotto; l’uso
della tecnologia non impone vincoli assoluti a carico delle pp.aa. che, in caso
di cambio del fornitore della fonia, possono attivare il servizio con Tiscali
mediante la migrazione in modalità “full unbundling”. Inoltre non vi è prova
che, ove non sia acquistata l’opzione “premium” da Telecom Italia (con addebito
di costi aggiuntivi), il guasto bloccante venga sempre risolto oltre le otto
ore con conseguente violazione degli SLA di cui all’Allegato 5-bis ed
applicazione delle penali ivi previste: l’affermazione sul punto di Tiscali
appare piuttosto un’illazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Complessivamente
il terzo motivo aggiunto contiene censure che sono in larga parte contestate e
superate in modo plausibile dalla controdeduzioni della controinteressata
Tiscali. Ciò è sufficiente ad escludere l’accoglimento del motivo che,
riguardando profili tecnici dell’anomalia, avrebbe dovuto comprovare la
sussistenza palese di elementi di illogicità e/o anti-economicità e/o
irrealizzabilità della soluzione tecnologica contestata, il che, per tutto
quanto precede, non può essere affermato nel caso di specie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.
Sul motivo aggiunto n. 4) relativo all’asserita violazione dell’art. 75 del
d.lgs. n. 163 del 2006 da parte di Tiscali, per non avere prestato la cauzione
provvisoria anche a garanzia dell’adempimento dell’obbligo di sottoscrivere il
Contratto quadro OPO (oltre che il Contratto quadro OPA).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo è infondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.1.
Riprendendo e condividendo le ampie e pertinenti argomentazioni desunte dalla
recente sentenza di questo TAR, sez. III ter, 10 giugno 2015, n. 8143, questo
Tribunale ritiene che “la carenza e le irregolarità della cauzione provvisoria
non giustifichino l’esclusione della partecipante dalla gara, stante il
principio di tassatività delle cause di esclusione codificato dall’art. 46
comma 1 bis d. lgs. n. 163/2006, ma impongano alla stazione appaltante di promuovere
la regolarizzazione, ai sensi dei commi 1 e 1 ter della medesima disposizione,
anche attraverso la produzione di una nuova cauzione (in questo senso Cons.
Stato sez. IV n. 147/2015; Cons. Stato sez. V n. 3431/2014; TAR Sicilia -
Catania n. 580/2015; TAR Piemonte n. 116/2015; TAR Lazio – Roma n. 11141/2014;
TAR Campania – Napoli n. 4141/2014)”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A
tale conclusione si perviene a prescindere da ogni considerazione sul “nuovo
soccorso istruttorio” ai sensi del comma 2 bis dell’art. 38 del Codice, inserito
dal dall'art. 39, comma 1, D.L. 24 giugno 2014, n. 90 e non applicabile
pertanto alla gara per cui è causa indetta nell’ormai lontano maggio 2013. In
merito, infatti, va rilevato che, nel presupposto dell’applicazione del comma
1bis dell’art. 46, l’art. 75 d. lgs. n. 163/2006 non prevede l’esclusione per
la mancanza ed i vizi della cauzione provvisoria a differenza di quanto
stabilito dal comma 8 della medesima disposizione per la carenza dell’impegno
del fideiussore a rilasciare la garanzia definitiva per l’esecuzione del
contratto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’opzione
ermeneutica in esame risulta, per altro, coerente con il principio del “favor
partecipationis” posto dalla recente evoluzione normativa (si vedano i commi 2
bis dell’art. 38 e 1 ter dell’art. 46 d. lgs. n. 163/2006 introdotti dal d.l.
n. 90/2014) a fondamento dell’ampliamento del perimetro applicativo del
soccorso istruttorio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’art.
46 comma 1 bis d. lgs. n. 163/2006 prevede l’esclusione non per ogni vizio del
contenuto dell’offerta ma nei soli casi di “incertezza assoluta sul contenuto
dell’offerta” stessa. Deve rilevarsi che “la mancanza o l’irregolarità della
cauzione provvisoria, pur incidendo sul contenuto dell’offerta, non ne
determina l’“l’incertezza assoluta” e ciò in ragione della funzione meramente
accessoria riconosciuta alla stessa dalla medesima giurisprudenza invocata da
parte resistente secondo cui la cauzione può essere ricondotta alla “caparra
confirmatoria, sia perché è finalizzata a confermare la serietà di un impegno
da assumere in futuro, sia perché tale qualificazione risulta la più coerente
con l'esigenza, rilevante contabilmente, di non vulnerare l'amministrazione
costringendola a pretendere il maggior danno…In definitiva e in sostanza, si
tratta di una misura di indole patrimoniale, priva di carattere sanzionatorio
amministrativo nel senso proprio, che costituisce l'automatica conseguenza
della violazione di regole e doveri contrattuali espressamente accettati” (A.P.
n. 34/2014). In nessun caso, pertanto, la cauzione provvisoria costituisce elemento
strutturale essenziale la cui mancanza possa legittimare, ai sensi dell’art. 46
comma 1 bis d. lgs. n. 163/2006, l’esclusione dalla gara” (TAR Lazio, sez. III
ter, n. 8143/2015 cit.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
legittimità di una interpretazione della clausola in termini “espulsivi” non
può nella fattispecie essere supportata nemmeno dal richiamo alla sentenza del
Cons. Stato sez. V n. 278/2015 la quale, nel caso sottoposto al suo esame, ha
giustificato l’esclusione in ragione della mancata impugnazione della clausola,
presupposto che nell’ipotesi in questione non ricorre; la sentenza, per altro,
concerne una procedura che, come la presente, è stata indetta in epoca
antecedente all’entrata in vigore del d.l. n. 90/2014 e, in ogni caso, dà
espressamente atto dell’incompatibilità tra la disciplina dell’esclusione e il
disposto dell’art. 75 d. lgs n. 163/2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
punto di fatto si osserva che la cauzione provvisoria rilasciata dal Banco di
Sardegna per Tiscali prevede espressamente l’impegno al rilascio della cauzione
definitiva (doc. 19 <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.2.
Nella sufficienza delle ragioni che precedono, il rigetto del motivo si fonda
ulteriormente sulle seguenti considerazioni (sul punto vedi memoria per
l’udienza pubblica della Consip, pagg. 45 – 47):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la dizione letterale della lettera di invito (punto 2.B), ult. par.) prevede
che la cauzione provvisoria “copre e viene escussa per la mancata
sottoscrizione del Contratto quadro OPA per fatto del concorrente” senza alcun
richiamo testuale al Contrato quadro OPO;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la
stipula dei due Contratti quadro è obbligatoriamente contestuale sussistendo un
collegamento negoziale necessario tra gli stessi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
nell’ipotesi teorica in cui l’Aggiudicatario sottoscrivesse il solo Contratto
quadro OPA, sarebbe comunque escutibile dalla centrale di committenza la
garanzia definitiva, in quanto il par. 2.C) della lettera d’invito prevede
l’obbligo dello stesso Aggiudicatario di produrre la cauzione definitiva di cui
al par. 10 dell’invito, la quale in base al facsimile di cui all’Allegato 6
copre gli obblighi derivanti da entrambi i contratti Quadro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.
Sul motivo aggiunto sub 5): asserita violazione dell’art. 118 d.lgs. n. 163 del
2006 per il subappalto delle prestazioni relative al Contratto OPO.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo è infondato stante l’inconfigurabilità nella specie di un subappalto
avente ad oggetto le prestazioni che l’aggiudicataria sarà tenuta a svolgere, a
richiesta, in favore degli altri operatori assegnatari, relativamente ai
servizi STDE e STDO con prezzo scontato rispetto a quello praticato nei
confronti delle pp.aa. beneficiarie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sul
punto si richiamano gli argomenti già spesi ai fini del rigetto del motivo II,
punto 6), del ricorso originario (supra, par. 5.2.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ad
ulteriore supporto di essi il Collegio osserva anche che la “ratio” dell’art.
118 d.lgs. n. 163 del 2006 e, in generale, di ogni disposizione limitativa in
tema di subappalto si ravvisa nell’esigenza di tutelare l’interesse del
committente a non vedere sostituita, se non entro limiti quantitativamente
contenuti, la figura imprenditoriale dell’appaltatore da lui selezionata e
prescelta, con soggetti terzi con cui non ha alcun rapporto diretto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Questo
aspetto e questo interesse sono del tutto estranei alla fattispecie in esame in
cui il presunto “subappaltatore” è in realtà l’operatore aggiudicatario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre
è la stessa Amministrazione ad imporre, con la legge di gara da essa
predisposta, la possibilità dell’aggiudicatario di svolgere le prestazioni
rientranti nel Contratto quadro OPO, sicché non si rinvengono nella specie né l’interesse
della S.A. nè la “ratio” normalmente sottostante alle previsioni normative che
limitano e/o vietano il ricorso al subappalto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
non configurabilità di un subappalto a Tiscali con riferimento ai servizi OPO
che essa fornisce alle altre concorrenti assegnatarie che glielo richiedano,
esclude in radice la possibilità di individuare nel subappalto di Tiscali a
ditte terze di lavori per la realizzazione dei segmenti di rete necessari per
assicurare il servizio (inclusi gli scavi), un subappalto di subappalto (c.d.
“a cascata”), vietato dall’art. 118 cit..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo esaminato, per quanto precede, non può essere accolto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.
Il sesto motivo aggiunto, riferendosi alla sola posizione di BT Italia, può
considerarsi assorbito per le ragioni che verranno meglio esposte nel
prosieguo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Collegio, pertanto, può senz’altro passare all’esame dei motivi aggiunti 7), 8)
e 9) che risultano ancora incentrati su presunti profili di anomalia
dell’offerta dell’aggiudicataria Tiscali Italia S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.
Con il settimo motivo sopra esposto (vedi par. 6) narrativa in fatto) <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> contesta l’inadeguatezza e
l’erroneità della stima dei costi del personale tale da rendere inattendibile
l’offerta economica di Tiscali nel suo complesso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.1.
Considerati, preliminarmente, i limiti entro i quali può ammettersi il
sindacato giurisdizionale sulla verifica dell’anomalia da parte
dell’Amministrazione aggiudicatrice (vedi “supra” par. 4.1.), la quale svolge
al riguardo valutazioni tecnico-discrezionali ad essa riservate, salvo che non
siano travalicati i limiti della ragionevolezza, della logicità e
dell’oggettività dei dati di fatto presi in considerazione (Cons. Stato, sez.
V, 2 dicembre 2015, n. 5450; id. sez. III, 10 novembre 2015, n. 5128; id., sez.
III, sentenza 22 gennaio 2016 n. 211), il Collegio non considera comunque
fondate le doglianze esposte nel motivo in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
documentazione in atti - a partire dai verbali delle sedute della Commissione
prodotti dalla stessa ricorrente - relativa alle verifiche delle
giustificazioni di Tiscali, da parte della Commissione, dimostra l’avvenuto
svolgimento di un’attività approfondita, seria e prolungata da parte di Consip,
al fine di dirimere i possibili aspetti critici dell’offerta di Tiscali, con
particolare riguardo ai costi necessari a sostenere la corretta erogazione dei
servizi oggetto del Contratto OPA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
ritenuta congruità dell’offerta nel suo complesso trova la sua motivazione
nelle spiegazioni e nei giustificativi presentati dall’impresa assoggettata a
verifica che, secondo consolidato indirizzo, integrano “per relationem” la
motivazione della valutazione svolta dell’Amministrazione in caso di verifica
positiva. Anche con riferimento ai costi del personale, nei primi
giustificativi (doc. 16 Tiscali), nei secondi (doc. 17 Tiscali) e in sede di
audizione in data 10.12.2014, l’aggiudicataria ha sempre specificato gli
elementi richiesti dalla Commissione, anche relativi ai costi del personale
dedicato alle singole attività di servizio, precisando, su specifica richiesta
della Commissione i costi del personale dedicato ai servizi STDE, STDO, STDS,
SPUN, SCEN, VOIP, TELP.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Evidentemente
gli elementi forniti sono stati ritenuti dalla Commissione sufficienti ad
escludere ogni profilo di anomalia dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.2.
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> sostiene che Tiscali
e BT Italia avrebbero sovrastimato le giornate lavorative annue calcolandole in
gg. 224 la prima e in gg. 225 la seconda, anziché in gg. 210; da ciò
deriverebbero l’inattendibilità della verifica della Commissione che si è
basata su dati non veritieri e la sottostima del costo totale del personale
effettivo, elementi non rilevati dalla Commissione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La
censura appare in primo luogo generica e inconferente (non determinando
l’ammontare di costi sottostimati). Lo stesso iter logico induttivo che
condurrebbe ad affermare una sottostima dei costi del personale a partire da
una sovrastima delle giornate lavorative appare alquanto oscuro. In ogni caso
la censura non supera la prova di resistenza. Ove si considerino infatti i
numeri elaborati dal prof. Melen, consulente di parte della ricorrente, che nel
proprio parere imputa a Tiscali maggiori costi del personale per Euro
1.008.980,36 ed a BT Italia per Euro 1.324.571,00, i margini complessivi di
ricavo evidenziati da Tiscali e da BT Italia nel corso delle verifiche,
resterebbero comunque ampiamente positivi e tali da escludere ogni anomalia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.3.
Appare erronea e comunque non dimostrata anche l’affermazione secondo cui
Tiscali (e anche BT Italia) avrebbe applicato costi del personale più bassi
rispetto a quelli imposti dalla contrattazione collettiva e non avrebbe
indicato il “costo totale del personale in fase di offerta”. Invero
l’esplicitazione di quest’ultimo valore non era imposta dalla legge di gara che
prescriveva la sola indicazione dei costi unitari delle singole figure
professionali, come richiesto dall’Allegato 2bis Parte C) alla lettera
d’invito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
costi unitari sono stati indicati da Tiscali (e da BT Italia) e non risultano
inferiori ai livelli minimi inderogabili fissati dalla contrattazione collettiva
(in ogni caso parte ricorrente non ha fornito prova del contrario).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Diverso
profilo è invece quello di prezzi di singoli servizi che possono essere
inferiori ai costi, aspetto che non viene negato da Tiscali la quale tuttavia
ha dimostrato alla S.A. che non è pregiudicata la redditività della commessa
nel suo complesso, dimostrandosi comunque l’esistenza di un significativo utile
finale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.4.
In sintesi, le censure esposte nel settimo motivo, per lo più non suffragate da
concreti elementi probatori, non dimostrano, in ogni caso, l’inattendibilità o
l’insostenibilità dell’offerta di Tiscali nel suo complesso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
ne determina la reiezione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">15.
Con il motivo aggiunto n. 8), <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> deduce
“violazione degli artt. 86, 87 e 88 d.lgs. n. 163 del 2006; difetto di
istruttoria, irrazionalità manifesta, difetto di motivazione. Violazione del
principio di buon andamento dell’Amministrazione”. Come visto nella superiore
esposizione del motivo, la ricorrente muove sempre dalla considerazione del
divario tra i prezzi offerti da Tiscali e BT (le cui offerte sono risultate
entrambe anomale) e quelli proposti dalle altre partecipanti alla competizione,
il quale sarebbe di per sé “prova” di ingiustificabile anomalia. Oltre a ciò,
tenuto conto che si tratta di concorrenti meno infrastrutturate rispetto alle
altre imprese in graduatoria, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> contesta
come incongrue entrambe le offerte in quanto: i) omettono di indicare alcuni
costi necessari a garantire i requisiti capitolari (quali il parallelo
operativo, la diversificazione dei DSLAM, i livelli di servizio attesi); ii)
sottostimano altri costi legati agli investimenti da effettuare, alla necessità
di ampliare la copertura territoriale, alla tipologia e quantità dei servizi e
delle risorse da acquisire dall’Operatore Dominante o dagli altri operatori, al
dimensionamento e al costo del personale impiegato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I
rilievi hanno connotazione essenzialmente tecnica e si fondano sulle
argomentazioni e sui calcoli contenuti nel parere del prof. Melen del 25.5.2015
(doc. 55 ric.) a cui la difesa della ricorrente fa ampi e reiterati rinvii.
Ribaditi ancora una volta i limiti invalicabili che il Giudice Amministrativo
incontra nella cognizione di valutazioni di natura tecnica svolte da un organo
della p.a. e considerata, nella specie, la lunga e approfondita disamina svolta
dalla Commissione di gara, in sede di verifica dell’anomalia delle offerte di
Tiscali e di BT Italia, sulla posizione di Tiscali Italia S.p.a. (che a sua
volta si avvale della relazione tecnica dei professori Giacomazzi e Bernardini,
doc. 14 ric.) il Collegio può sinteticamente osservare quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a)
come già sopra rilevato (par. 4.3.) l’importo a base d’asta di Euro
2.400.000.000,00 non costituisce il corrispettivo di un servizio, ma il limite
massimo del Contratto-quadro OPA (da ripartire in due, ovvero tre ovvero
quattro parti), contratto normativo nell’osservanza del quale dovranno essere
stipulati i singoli contratti esecutivi tra fornitore e singole pp.aa.
richiedenti; esso rappresenta, cioè, il valore-limite dell’impegno quantitativo
massimo che può essere preteso (da ripartire, nella specie, nelle note
percentuali del 60%, 20% e 20%) nella stipula dei futuri contratti che
interverranno tra fornitore e singola p.a. richiedente e che avranno contenuto
prestazionale e corrispettivi variabili, anche in modo rilevante, da caso e
caso;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b)
l’offerta doveva essere (ed è stata) aggiudicata, come si è visto, sulla base
del PTP medio globale (prezzo totale medio ponderato globale), il quale è la
risultante del complesso algoritmo che pone in relazione i prezzi unitari per
ciascun servizio di cui SPC2 si compone ed i coefficienti di ponderazione
corrispondenti a ciascuno di essi. L’importo di Euro 264.867.581,31 “offerto”
da Tiscali è il PTP globale; esso è stato valutato dalla Commissione ai soli
fini dell’aggiudicazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c)
il PTP globale non rappresenta né un prezzo di acquisto né un valore
contrattuale ma piuttosto un criterio di riferimento (espresso in modo
sintetico) a cui i futuri contratti OPA dovranno adeguarsi (vedi a conferma di
ciò i documenti di gara seguenti: l’Allegato 2 e 2 bis pag. 6; l’Allegato 3,
punto I; l’Allegato 3, art. 4.3, tutti nella prima documentazione versata in
atti dalla Consip S.p.a.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">d)
è pertanto corretta l’affermazione della difesa della Tiscali secondo cui la
differenza tra l’importo a base d’asta ed il Prezzo Medio Ponderato Globale non
rappresenta un effettivo ribasso sul valore di un contratto ma esprime,
piuttosto, il merito economico risultante dallo specifico criterio di
valutazione previsto dalla lex specialis per l’aggiudicazione della gara (doc.
14 Tiscali, pag. 5 e ss.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e)
non convince l’argomentazione della ricorrente secondo cui l’apertura di
ulteriori 100 centrali ULL dichiarata da Tiscali come proprio obbiettivo per
l’adeguata copertura dei servizi alle pp.aa. sia insufficiente, in quanto: - si
basa su una lettura erronea dell’Allegato 5ter alla lettera di invito che è un
elenco delle “sedi” e non dei “servizi”; - non diversifica per dimensioni ed
importanza tali sedi, ciascuna delle quali è portatrice di esigenze diverse in
termini di numero e tipologia di servizi; - per una quota parte dei servizi
(6.977 su 41.807) delinea uno scenario per la distribuzione geografica (con
eccessiva stima dell’impiego del “bitstream”) che è ipotetico e non
necessariamente realistico; - non elimina le numerose duplicazioni di sedi
presenti nell’Allegato 5ter cit.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">f)
sulla possibilità tecnica e giuridica che Tiscali ha di avvalersi della
modalità di accesso definita “Shared Access” (nuovamente sottoposta a critica
da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>) è sufficiente
richiamare quanto già sopra esposto (par. 10);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">g)
quanto al sottodimensionamento degli investimenti necessari a conseguire
l’obbiettivo di copertura STDE le affermazioni della ricorrente non si basano
su dati comprovati ma a loro volta ipotetici (giova rammentare che la
documentazione di gara non fornisce dati sulla distribuzione della tipologia e
numerosità dei servizi per ciascuna sede così lasciando a ciascun concorrente
la facoltà di delineare uno scenario, per quanto possibile, realistico sulla
base delle informazioni possedute);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">h)
alla contestazione di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> secondo
la quale gli assunti di Tiscali sarebbero irrealistici laddove pretendono “di
operare sempre e in ogni caso i servizi STDE simmetrici con un solo doppino di
rame a fronte della necessità tecnica di utilizzarne due ogni qualvolta la
capacità trasmissiva del rame in situ non sia adeguata…”, la controinteressata
ha opposto la possibilità di “utilizzo della tecnologia EFM e delle sue
evoluzioni (cfr. IEEE 802.3ah), che consentono di erogare su di un singolo
doppino servizi simmetrici sino a 5,696 Mbt/s….” (memoria art. 73 Tiscali, pag.
79 e ss.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">i)
sulla infrastruttura di rete ottica a disposizione di Tiscali che sarebbe,
secondo la ricorrete, anch’essa stimata in modo irrealistico, si deve tener conto
del fatto che Tiscali ha effettuato il calcolo tenendo anche conto: - dei PoP
di proprietà (cfr. requisiti di prequalifica); - dei punti di collocazione
presso sedi di partners di diversi da Telecom Italia; - dei pozzetti e/o punti
intermedi di rigenerazione della fibra.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le
ragioni che precedono e le puntuali argomentazioni tecniche svolte nella
relazione allegata da Tiscali sono in grado di confutare in larga parte le
allegazioni eminentemente tecniche svolte da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>. Sussistono in realtà, su alcuni profili, margini di
incertezza e opinabilità inevitabilmente legati alla necessità, per
l’Aggiudicataria ma non solo per essa, di dover prevedere scenari e condizioni
future non predeterminabili in termini di certezza assoluta a partire dai dati
messi a disposizione dalla S.A. e di quelli già posseduti dall’operatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Siffatti
margini appaiono inevitabili per l’erogazione di servizi così articolati, la
cui esatta configurazione è anche rimessa alle determinazioni future dei
diversi soggetti coinvolti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
che in definitiva rileva è che lo scenario rappresentato da Tiscali in sede di
verifica dell’anomalia sia realistico e plausibile. La Commissione di gara è
pervenuta a tale convincimento mentre le osservazioni critiche provenienti da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> non appaiono idonee a
screditare l’offerta dell’aggiudicataria, come inattendibile o irrealistica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
queste ragioni anche il motivo ottavo deve essere respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">16.
Sul nono motivo aggiunto. Infondatezza. Si tratta di generiche e inconferenti
osservazioni sulla situazione economico/finanziaria dell’aggiudicataria. Del
tutto inidonee a dimostrare l’anomalia dell’offerta presentata in gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">17.
Sul motivo aggiunto sub 10): mancata verifica dell’anomalia delle offerte di BT
Italia e Vodafone a seguito dell’accettazione dei prezzi di Tiscali. Violazione
degli artt. 82, 86 e 87 d.lgs. n. 163 del 2006. Violazione dell’art. 26 d.lgs.
n. 81 del 2008.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come
si è detto la ricorrente sostiene che la verifica di anomalia delle offerte di
BT e di Vodafone, a seguito dell’interpello della Consip e dell’accettazione
dei prezzi offerti dall’aggiudicataria, era necessaria atteso che, allineandosi
alle condizioni economiche della Tiscali, entrambe le società hanno ridotto in
modo rilevante l’entità delle offerte economiche, rispettivamente prodotte in
gara (che erano ben più elevate rispetto all’offerta prima classificata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al
riguardo è sufficiente richiamare quanto già sopra esposto circa la natura
della dichiarazione di allineamento ai prezzi offerti dall’impresa
aggiudicataria (Tiscali), che non integra un’offerta competitiva, ma
un’accettazione (della proposta proveniente dalla Consip) che l’impresa a ciò
legittimata può liberamente esprimere oppure no, senza poterne tuttavia
determinare i contenuti, già integralmente predisposti dalla legge di gara,
“per relationem”, mediante il rinvio alle condizioni economiche proposte
nell’offerta risultata vincitrice.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Data
la fondamentale diversità rilevata nella natura stessa dell’atto di cui
trattasi, non trovano applicazione le disposizioni di cui all’art. 86 e ss. d.
lgs. n. 163 del 2006, né possono considerarsi pertinenti disposizioni o
principi in materia di anomalia dell’offerta ricavabili dalla Direttiva n.
18/04, le quali indistintamente si riferiscono alla offerta presentata in gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18.1.
A questo punto, dopo avere ritenuto infondati i plurimi motivi di gravame volti
ad ottenere l’esclusione dalla gara dell’aggiudicataria Tiscali per anomalia
dell’offerta - motivi aggiunti 7), 8) e 9) ma anche motivo I del ricorso
introduttivo che si riferisce in modo indistinto all’anomalia delle offerte di
Tiscali e BT Italia - il Collegio richiama integralmente quanto sopra esposto
(par. 3) in merito alla natura, in parte strumentale (rinnovazione totale o
parziale della gara), in parte finale (aggiudicazione), degli interessi sottesi
all’azione giudiziale complessivamente promossa da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Collegio deve ora valutare l’ammissibilità dei motivi dedotti dalla ricorrente
e non ancora esaminati, partendo dalla considerazione che <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> non può più aspirare, neanche
in astratto, all’aggiudicazione del Contratto quadro OPA in luogo della prima
classificata Tiscali (stante la reiezione delle censure specificamente riferite
a quest’ultima relativamente alla sua ammissione e collocazione in graduatoria);
ma la stessa non può nemmeno ambire all’assegnazione di quota-parte (20% ovvero
16%) del Contratto quadro alle condizioni offerte da Tiscali S.p.a., stante la
sua decisione di dare risposta negativa all’interpello, atto negoziale
irrevocabile che l’ha privata in via definitiva della possibilità di adeguarsi
a tali condizioni, anche nel caso in cui si rivelassero in ipotesi fondati i
motivi “escludenti” svolti nei confronti di BT Italia e Vodafone Omnitel.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si
intende dire che l’interesse, legittimante la proposizione dei motivi 11), 12)
e 13) (sull’offerta del RTI Vodafone – Ericcson), del motivo sub 6) (volto a
dimostrare la carenza del requisito di capacità tecnica in capo a BT Italia)
nonché delle censure volte a provare l’anomalia dell’offerta di BT Italia e
contenute nel medesimo contesto dei motivi già esaminati con riguardo alla
posizione di Tiscali, non è più ravvisabile, stante il rigetto da parte del
Collegio di tutte le censure introdotte da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> nei confronti dell’aggiudicataria Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò
implica che, anche nell’ipotesi in cui fossero fondate tanto le censure
avversanti la posizione di BT Italia quanto quelle proposte contro la Vodafone,
non vi sarebbe doverosa rinnovazione della gara, il che significa che, stante
la confermata congruità dell’offerta di Tiscali, ciò è di per sé sufficiente a
frustrare ogni aspirazione di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> sia
all’aggiudicazione che alla rinnovazione della gara per mancanza di
allineamenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18.2.
Tale convincimento si basa sulla piana lettura del punto 6.1 della lettera di
invito (doc. 6 ric. pag. 25) ove testualmente si afferma che “il numero di
offerte valide deve essere almeno pari a tre; non si procederà
all’aggiudicazione della gara nel caso in cui vi sia un numero di offerte
valide inferiore a tre”. L’ipotesi di gara deserta (con la conseguente
necessità di rinnovazione dell’intera procedura) viene così con nettezza
collegata alla sola fattispecie in cui vi sia un numero di offerte valide
presentate inferiore a tre (ipotesi non verificatasi nella specie) e non anche
alla ipotesi, del tutto distinta e non contemplata, di aggiudicazione
“solitaria” dell’intero contratto quadro all’offerta risultata vincitrice, per
mancanza di adesioni all’interpello post-competitivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una
diversa soluzione, oltre a non trovare alcun appiglio testuale negli atti di
gara, si presterebbe ad usi strumentali sulla base di condotte volontariamente
assunte da alcuni concorrenti che in ipotesi, ove insoddisfatti per l’offerta
economica dell’aggiudicataria, potrebbero condizionare l’esito della gara ed
impedirne l’assegnazione semplicemente non aderendo (in accordo tra di loro)
all’interpello, nonostante la presentazione di tre o più offerte valide. Non
può condurre a diversa soluzione, perché irrilevante, il chiarimento di diverso
tenore fornito dalla S.A. sulla domanda n. 32 della terza “tranche” di
chiarimenti (atto impugnato, in via cautelativa, da Tiscali mediante motivi
aggiunti al suo ricorso incidentale). Seguendo i migliori indirizzi
giurisprudenziali, i chiarimenti hanno una valenza soltanto interpretativa la
quale assume un ruolo di particolare importanza nella ricostruzione dell’esatta
portata di clausole della “lex specialis” che siano equivoche, ambigue. Mai il
chiarimento può condurre all’introduzione di nuovi contenuti e cioè
all’integrazione, modificazione, innovazione degli atti di gara laddove, come
nella specie, il testo della clausola sia inequivocabile, mentre
l’interpretazione autentica della S.A. condurrebbe alla creazione “ex novo” di
una fattispecie di “gara deserta” in nessun modo ricavabile dal testo della
disposizione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
tal caso si avrebbe violazione del “rigoroso principio formale della lex
specialis posto notoriamente a garanzia dei principi di cui all’art. 97 della
Costituzione” (Tar Lombardia, sez. IV, 4 giungo 2015, n. 1294; Cons. Stato,
sez. III, 20 aprile 2015, n. 1993).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18.3.
Sulla base di quanto sopra esposto, l’unica interpretazione possibile del punto
6.1 della lettera di invito è che la disposizione si limita a prevedere, quale
condizione per l’aggiudicabilità della gara, che siano state presentate almeno
tre offerte valide. Nella specie ne sono intervenute ben sei. Nessuna
prescrizione esplicita o implicita, viceversa, equipara alla mancanza di almeno
tre offerte valide la (totalmente diversa) ipotesi della mancanza totale di
allineamenti alle condizioni contrattuali dell’offerta vincitrice. Ciò
significa che, anche nell’ipotesi in cui si fossero ravvisati vizi decisivi sia
nell’offerta di BT Italia, che in quella di Vodafone, il contratto quadro andrebbe
comunque assegnato, nella sua interezza, a Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’affidamento
del contratto SPC2 a più fornitori (comunque allineati sulla migliore offerta)
è certamente un obbiettivo della gara, sul punto pienamente coerente con le
previsioni dell’art. 83 CAD, ma non si tratta di obbiettivo necessario ed
assoluto, dandosi la possibilità dell’assenza anche totale di adeguamenti alla
migliore offerta, atti negoziali rimessi alla piena autonomia privata dei
fornitori classificatisi alle spalle dell’aggiudicataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Equiparare
a “gara deserta” (assieme all’ipotesi dell’assenza di almeno tre offerte valide
presentate) l’assenza di almeno un allineamento all’offerta vincitrice
significherebbe consentire alle imprese classificatesi alle spalle della prima
in graduatoria di far “saltare” l’intera gara in ogni caso in cui le condizioni
contrattuali offerte da quest’ultima non fossero reputate soddisfacenti.
L’allineamento, in altri termini, non inciderebbe soltanto sulla sfera
giuridico-patrimoniale dell’impresa interessata ma avrebbe anche concreti
effetti sulla possibilità stessa di condurre a buon fine l’intera procedura.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’obbiettivo
dell’assegnazione del contratto a più fornitori, pertanto, deve considerarsi
certamente favorito e auspicato dalla “lex specialis”. Ma si tratta pur sempre
di obbiettivo tendenziale e non obbligatorio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla
luce degli argomenti che precedono diviene evidente la carenza di interesse
della ricorrente ad ottenere l’accoglimento delle censure relative ai vizi
delle offerte delle due assegnatarie BT e Vodafone (motivi 6), 11), 12) e 13),
in quanto il contratto sarebbe comunque aggiudicato alla Tiscali, stante il
rigetto delle doglianze articolate contro l’offerta di quest’ultima, da
considerare, per quanto sopra esposto, infondate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nel
contempo il rigetto dei motivi diretti all’esclusione dell’offerta di Tiscali,
impedisce a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> anche
di poter aspirare ad una rinnovazione parziale della procedura (con nuova
aggiudicazione a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> e
rinnovazione della sola fase di interpello a condizioni economiche più
favorevoli alle altre imprese interessate).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
può infine riconoscersi a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> neanche
un interesse finale a sostituirsi all’odierna aggiudicataria o a collocarsi al
secondo posto (o al terzo o al quarto rispetto ad essa) per la semplice ragione
che essa ha scientemente e consapevolmente deciso a suo tempo di rifiutare
l’adesione all’interpello avviato dalla Consip e nessun esito del presente
processo può rimetterla in termini rispetto alla scelta irreversibilmente
compiuta o cancellarne gli effetti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per
le ragioni che precedono i motivi menzionati possono dichiararsi assorbiti per
carenza di interesse, in quanto dal loro accoglimento non potrebbe derivare
alla ricorrente alcuna utilità, né strumentale (rinnovazione totale o parziale
della procedura indetta), né finale (aggiudicazione).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">18.4
Questa conclusione appare idonea a resistere all’applicazione dei principi
contenuti nella sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 5 del
2015 che, com’è noto, ha notevolmente limitato a specifiche fattispecie la
legittimità della prassi processuale dell’assorbimento dei motivi:
l’assorbimento in oggetto, invero, è riconducibile alla categoria, delineata
dal Supremo Consesso, dell’“assorbimento logico / necessario”. Secondo la pronuncia
citata, infatti, “oltre all’assorbimento sancito dalla legge, deve ritenersi
consentito l’assorbimento c.d. logico o necessario, che si profila quando
evidenti ragioni di ordine logico comportano che l’accoglimento o il rigetto di
un dato motivo implica l’assorbimento necessario di altre questioni; si pensi
ai seguenti casi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a)
la reiezione per motivi di rito, comporta il necessario assorbimento delle
questioni di merito (retro § 5.3.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b)
l’accoglimento di una censura (o domanda) prospettata alternativamente o in via
prioritaria rispetto ad un’altra, comporta l’assorbimento della censura
alternativa o subordinata (retro § 8.1).;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c)
il rigetto del ricorso principale comporta l’assorbimento del ricorso
incidentale (espressamente o implicitamente) subordinato o condizionato
all’accoglimento di quello principale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(….)
In sintesi (e rinviando a quanto più diffusamente illustrato retro ai §§ 9.1. e
9.2.), il giudice adito deve procedere, nell’ordine logico, preliminarmente
all’esame di quelle domande o di quei motivi che evidenziano in astratto una
più radicale illegittimità del provvedimento (o dei provvedimenti)
impugnato(i), per passare poi, soltanto in caso di rigetto di tali censure,
all’esame degli altri motivi che, pur idonei a determinare l’annullamento
dell’atto gravato, evidenzino profili meno radicali d’illegittimità….”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nella
specie, stante la peculiare struttura della gara e la possibilità astratta di
assegnare l’intero contratto alla sola impresa aggiudicataria, le censure
dirette a denunciare i vizi delle offerte di BT e di Vodafone, assumono
carattere logicamente subordinato rispetto alle censure dirette alla esclusione
della prima classificata. La reiezione di queste ultime determina il loro
assorbimento, in quanto, come detto, nessun risultato utile potrebbe trarre <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> dal loro ipotetico
accoglimento, stante il rigetto dei motivi, logicamente prioritari, diretti a
far valere l’anomalia dell’offerta dell’aggiudicataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
resta a questo punto al Collegio che l’esame delle censure, articolate nei
motivi aggiunti nn. 14) e 15), afferenti alla struttura della gara e
corrispondenti all’interesse strumentale (da riconoscere a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>) di poter ottenere il
travolgimento dell’intera gara e la riedizione di una nuova procedura
“corretta”, ove potersi giocare nuovamente le sue “chances” di vittoria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">20.
Nel motivo n. 14) la società ricorrente denuncia la violazione degli artt. 3,
11, 12, 53, 54, 55, 59, 70, 82, 86, 87 e 118 del d.lgs. n. 163 del 2006; della
Direttiva n. 18 e dell’art. 102 TFUE; degli artt. 41, 76 e 77 Cost.; dell’art.
119 d.P.R. n. 207 del 2010.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo non presenta sostanziali elementi di autonomia rispetto alle censure
relative alla procedura di gara già svolte nel secondo motivo del ricorso
introduttivo ove si contesta l’illegittimità del sub-procedimento di
adeguamento dei prezzi, alla luce delle richiamate disposizioni normative sia
nazionali che del diritto europeo sull’evidenzia pubblica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tali
censure sono state già sopra esaminate (par. 5).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">21.
Con il motivo n. 15) la società ricorrente contesta la circostanza che Consip
abbia assegnato a BT, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> e
Telecom termine fino al 22.1.2015 per rispondere all’interpello al fine di
adeguare i propri prezzi a quelli dell’aggiudicataria Tiscali mentre a Wind e
Vodafone è stato assegnato un termine più lungo di ben dieci giorni. Ciò
avrebbe violato la “par condicio” ponendo i due ultimi operatori menzionati in
una condizione di vantaggio competitivo, con un tempo di valutazione maggiore
rispetto a quello concesso a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>.
Inoltre si critica coma illegittimo il comportamento della S.A. che ha aperto
le nuove offerte dei concorrenti aderenti all’interpello in momenti diversi,
senza convocazione della seduta pubblica, senza convocare la commissione di
gara e senza verbalizzare le relative operazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
motivo è infondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto
al primo profilo si rileva che il tempo assegnato a Vodafone, per rispondere
all’interpello, non è stato maggiore rispetto a quello di cui ha beneficiato <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>. Il termine di giorni dieci,
infatti, va computato dalla ricezione della nota di interpello avvenuta in data
12.1.2015, per <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> e
in data 22.2.2015 per Vodafone: quest’ultima non ha beneficiato di dieci giorni
in più per svolgere le sue valutazioni atteso che soltanto dalla data di
ricezione indicata ha saputo di essere rientrata “in gioco”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
si ravvisa, pertanto, alcuna violazione della “par condicio”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto
alla asserita apertura delle buste contenenti le dichiarazioni di allineamento
in seduta non pubblica, si osserva che, per le ragioni già ampiamente esposte,
l’interpello non appartiene alla fase propriamente competitiva ma ne
costituisce un’appendice, basata su un “meccanismo” alquanto semplice: la S.A.
invia la richiesta di adesione che l’impresa destinataria decide di accettare
oppure rifiutare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non
è richiesta alcuna attività valutativa della S.A. chiamata semplicemente a
prendere atto della volontà delle singole concorrenti. Non è richiesta,
pertanto, la convocazione della Commissione di gara né la seduta pubblica,
trattandosi di operazione amministrativa che presuppone esaurita la fase
comparativo-selettiva e che spetta al Responsabile del procedimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">22.
Con il sedicesimo ed ultimo motivo di gravame, la società ricorrente contesta
che l’adeguamento ai prezzi unitari offerti da Tiscali è stato accettato dalla
sola Vodafone Omnitel e non da tutto il RTI costituendo che comprendeva anche
la mandante Ericcson. Si sarebbe così avuta “nella medesima gara tanto una
modifica soggettiva del concorrente sia una modifica oggettiva del prezzo offerto”
(con violazione dell’art. 37 del Codice dei contratti pubblici).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sulla
modifica oggettiva vale quanto già sopra ampiamente esposto sulla legittimità
del meccanismo dell’adeguamento. Quanto al profilo soggettivo è da escludere
che i rilievi di parte ricorrente possano condurre all’esclusione dell’offerta
di Vodafone (mandataria) la quale ha dimostrato di essere da sola (e per
intero) in possesso dei requisiti di partecipazione previsti dalla “lex
specialis”. Non si ha pertanto violazione dell’art. 37 cit. anche alla luce
della più recente giurisprudenza in argomento (vedi in particolare Cons. Stato,
sez. , 20.1.2015, n. 169).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">23.
Conclusivamente, tanto il ricorso introduttivo quanto tutti i motivi aggiunti
proposti da <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> debbono
essere rigettati in quanto infondati (assorbiti per carenza di interesse sono
invece i motivi aggiunti sub 6), 11), 12) e 13).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
rigetto nel merito sia del ricorso che dei motivi aggiunti rende superfluo
l’esame dei ricorsi incidentali escludenti proposti nella presente causa dalle
controinteressate Tiscali Italia S.p.a., British Telecom Italia S.p.a. e
Vodafone Omnitel B.V. La statuizione sul merito dei motivi articolati dalla
ricorrente principale, infatti, costituisce (obbiettivamente) statuizione
pienamente satisfattiva per gli interessi delle ricorrenti incidentali,
rispetto alla quale un’eventuale declaratoria di inammissibilità del ricorso
Telecom costituirebbe, oggettivamente, un “minus”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le
spese si causa seguono la soccombenza e sono regolate come da dispositivo nei rapporti
processuali tra la soccombente<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a.
e, rispettivamente, Consip S.p.a. (resistente), Tiscali, BT Italia e Vodafone
(controinteressate).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Possono
viceversa essere integralmente compensate le spese nei confronti delle restanti
parti in causa che hanno avuto un ruolo processuale marginale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza),
definitivamente pronunciando sul ricorso e sui motivi aggiunti, come in
epigrafe proposti, respinge sia l’uno che gli altri (ad eccezione dei motivi da
considerare assorbiti per quanto esposto in motivazione).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Condanna <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a., in persona del legale
rappresentante p.t., alla refusione degli onorari di lite che liquida nei
seguenti importi, tutti da incrementare di quanto dovuto per IVA, Cassa
Previdenza Avvocati ed oneri tutti di legge:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
Euro 10.000,00 (diecimila/00), in favore di Consip S.p.a., in persona del
legale rappresentante p.t.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
Euro 8.000,00 (ottomila/00), in favore di Tiscali Italia S.p.a., in persona del
legale rappresentate p.t.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
Euro 8.000,00 (ottomila/00), in favore di BT Italia S.p.a., in persona del
legale rappresentate p.t.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
Euro 8.000,00 (ottomila/00) in favore di Vodafone Omnitel B.V., in persona del
legale rappresentate p.t..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Integralmente
compensate le restanti spese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 13 gennaio 2016 con
l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Gabriella De Michele, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincenzo Blanda, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Claudio Vallorani, Referendario, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
22/04/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL
SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="background-color: white;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-16943848021887387342016-04-21T01:12:00.001-07:002016-04-21T01:13:53.211-07:00APPALTI: il TAR capitolino decide la controversia "SPC 2" - Sistema Pubblico di Connettività" - (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. III, sentenza 11 aprile 2016, n. 4284).<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 24px;"><b><span style="color: #073763; font-size: large;">APPALTI:</span></b></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 24px;"><b><span style="color: #990000; font-size: large;"> il TAR capitolino decide la controversia </span></b></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 24px;"><b><span style="color: #783f04; font-size: large;">"SPC 2" </span><span style="color: #990000; font-size: large;">- Sistema Pubblico di Connettività" - </span></b></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394; font-size: large;">(T.A.R. Lazio, Roma, Sez. III, </span></b></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; line-height: 24px;"><b><span style="font-size: large;"><span style="color: #0b5394;">sentenza 11 aprile 2016, n. 4284)</span></span></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSsbPmLZ8ouMfAjdXfZIYNREc869FQDROLzC-lWyvNVvXRmGPwbnnxSta8eub5Lxof9Y0p5HmTWpbBVJS8kXneNyfidurx-PnZr_BoNABtNV8UrddKnT7gkM9UuQMaV7cgUABHvluWgVvM/s1600/sliderhp_cloud_grigia.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSsbPmLZ8ouMfAjdXfZIYNREc869FQDROLzC-lWyvNVvXRmGPwbnnxSta8eub5Lxof9Y0p5HmTWpbBVJS8kXneNyfidurx-PnZr_BoNABtNV8UrddKnT7gkM9UuQMaV7cgUABHvluWgVvM/s400/sliderhp_cloud_grigia.gif" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Aspettando la sentenza "gemella" sul ricorso Fastweb, la decisione in materia di appalti pubblici (credo) più importante degli ultimi anni, per importanza strategica della commessa per il "Sistema Paese2, per qualità dei difensori e del Collegio, per complessità delle questioni giuridiche (nonché per valore dell'appalto: circa 2,4 miliardi di euro!).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una sentenza, peraltro, passata un po' sotto silenzio.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Buona lettura.</span></span></div>
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Sentenza per esteso</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>INTESTAZIONE</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>(Sezione Terza)<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>ha pronunciato la presente<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>SENTENZA<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale 6370 del<b> </b>2013, integrato da motivi aggiunti, proposto dalla<br />Società Telecom Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati prof. Francesco Cardarelli, Filippo Lattanzi e Francesco Saverio Cantella, con domicilio eletto presso lo Studio Legale Lattanzi - Cardarelli in Roma, Via G. Pierluigi Da Palestrina, 47; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>contro</b><o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Consip S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati Cecilia Martelli e prof. Andrea Guarino, con domicilio eletto presso lo stesso avv. Andrea Guarino in Roma, p.zza Borghese, 3;<br />Presidenza del Consiglio dei Ministri - Agenzia per l'Italia Digitale, rappresentata e difesa per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui Uffici è domiciliata in Roma, Via dei Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>nei confronti di</b><o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Soc. Tiscali Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati prof. Riccardo Villata, Andreina Degli Esposti e Benedetto Giovanni Carbone, con domicilio eletto presso lo stesso Riccardo Villata in Roma, via G. Caccini, 1;<br />Soc. BT Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati, Marco Di Lullo, prof. Mario Sanino, Gianpaolo Ruggiero e Angela Gemma, con domicilio eletto presso Studio Legale Sanino in Roma, viale Parioli, 180;<br />Soc. <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati prof. Aristide Police, Renzo Ristuccia, Luca Tufarelli e Mario Di Carlo, con domicilio eletto presso lo stesso avv. Renzo Ristuccia in Roma, Via E. Q. Visconti, 20;<br />Soc. Wind Telecomunicazioni S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati prof. Marcello Clarich e Angelo Raffaele Cassano, con domicilio eletto presso lo stesso avv. Marcello Clarich in Roma, viale Liegi, 32;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>e con l'intervento di</b><o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">ad opponendum:</span></i><span style="line-height: 150%;"><br />Vodafone Omnitel B.V., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avvocati prof. Fabio Cintioli e Giuseppe Lo Pinto, con domicilio eletto presso lo stesso avv. Fabio Cintioli in Roma, Via Vittoria Colonna, 32; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>per l'annullamento</b><o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">del Bando del 23.5.2013 con in quale la Consip ha avviato la procedura ristretta per l'aggiudicazione del contratto quadro finalizzato alla fornitura dei servizi di connettivita' nell'ambito del sistema pubblico di connettivita' (SPC), nonche' del 'Documento descrittivo' contenente la disciplina di dettaglio<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché, con successivi motivi aggiunti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">dell’Avviso di rettifica spedito per la pubblicazione in GUUE il 5.7.2013, il quale disponeva l’eliminazione dall’oggetto di gara dei “servizi di calcolo e memorizzazione”, in origine previsti dal punto II.2.1. del bando e, nel contempo, riduceva l’importo stimato a base d’asta da 2,5 miliardi di euro a 2,4 miliardi di euro;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché, con secondi motivi aggiunti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">della lettera di invito ricevuta il 29.11.2013 (doc. 6 Telecom), nella quale si ribadivano e precisavano le modalità di suddivisione del contratto quadro tra i diversi assegnatari;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché, con i terzi motivi aggiunti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">del verbale della seduta della Commissione aggiudicatrice del 19.12.2014, nel corso della quale sono state predisposte le graduatorie provvisorie e considerate non anomale le offerte di Tiscali e BT Italia; - delle note Consip S.p.a. del 24.12.2014 e del 12.1.2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché, con quarti motivi aggiunti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a) della presa d’atto della Consip S.p.a. delle note di allineamento da parte di BT Italia e di Vodafone Omnitel ai prezzi offerti dall’aggiudicatario Tiscali e del conseguente affidamento alle suddette società delle quote parte dell’appalto di rispettiva spettanza; b) delle seconde note di interpello del RTI Wind e del RTI Vodafone del 23.1.2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nonché, con quinto atto di motivi aggiunti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">delle offerte di Tiscali, di BT Italia e di Vodafone ai fini della loro esclusione dalla gara, sulla base di tre motivi di gravame, rubricati sub XII, XIII e XIV, rispettivamente diretti, nell’ordine, a far valere presunti vizi delle offerte<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti gli atti di costituzione in giudizio di Consip S.p.a., Presidenza del Consiglio dei Ministri - Agenzia per l'Italia Digitale, di Tiscali Italia S.p.a., di Vodafone Omnitel B.V., di BT Italia S.p.a. di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a., di Wind Telecomunicazioni S.p.a.,;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno 13 gennaio 2016 il dott. Claudio Vallorani e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1. Con bando pubblicato sulla GUUE n. 2013/S 099 – 169861 del 23.5.2013 (e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 60 del 24.5.2013), la Consip S.p.a. indiceva la procedura ristretta per l’aggiudicazione del Contratto Quadro, per l’affidamento dei servizi di connettività nell’ambito del Sistema Pubblico di Connettività (di seguito anche SPC), ai sensi dell’art. 83 del d.lgs. n. 82 del 2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale, di seguito anche CAD), in favore delle pubbliche Amministrazioni, aventi ad oggetto specificamente:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i servizi di trasporto dati (TR), comprendenti il servizio di trasporto dati su rete convenzionale in rame (STDE), su rete in fibra ottica (STDO) e con modalità satellitari (STDS);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i servizi di sicurezza perimetrale (SICP), comprendenti il servizio d sicurezza perimetrale unificata (SPUN) e centralizzata (SCEN);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i servizi di comunicazione evoluta (SCOE), costituiti dai servizi di comunicazione vocale su protocollo internet VOIP e di telepresenza, ossia di comunicazione audio e video TELP;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- il supporto professionale SSUP comprendente il servizio di supporto specialistico (SSUS) e di formazione (FORM)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i servizi di calcolo e memorizzazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">il tutto meglio descritto nel Documento descrittivo (doc. 2 ric., vedi punto II.1.5), nel bando (doc. 1 ric.) e, successivamente specificato nella lettera di invito e nell’Allegato 2 di essa (doc. 9 ric.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ognuno di questi servizi fondamentali si articola a sua volta in una molteplicità di servizi “elementari” o profili, meglio descritti negli allegati sopra menzionati<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’obbiettivo della procedura, pertanto, era (ed è) la realizzazione del Servizio Pubblico di Connettività (SPC), secondo la definizione che ne fornisce l’art. 73, comma 2, CAD, secondo cui esso è “l'insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e dei dati della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l'interoperabilità di base ed evoluta e la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza, la riservatezza delle informazioni, nonché la salvaguardia e l'autonomia del patrimonio informativo di ciascuna pubblica amministrazione”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SPC deve garantire prestazioni con elevati standard di qualità e sicurezza, coinvolgendo più operatori qualificati, nel rispetto della disciplina dell’evidenza pubblica (vedi art. 83 CAD).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Gli elementi salienti della disciplina di gara, come determinati dal bando e dal documento descrittivo in esame possono così riassumersi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a) l’oggetto della gara, per una base d’asta iniziale pari a 2,5 miliardi di euro, prevedeva che l’aggiudicazione dovesse avvenire secondo il criterio del prezzo più basso (punto IV.2.1. del bando); più specificamente il criterio che Consip adottava per la formazione della graduatoria era quello del PTP Globale – “Prezzo Totale Ponderato Globale” in base al quale, per ciascuno dei servizi fondamentali o macroservizi sopra elencati, il concorrente doveva offrire il proprio PTP, da ricavare attraverso un algoritmo specifico per ciascuno di tali macroservizi, in funzione del prezzo offerto per ogni servizio “elementare” compreso nel macroservizio e del coefficiente di ponderazione, connesso a detto servizio “elementare”; i prezzi totali ponderati (PTP) di ciascun macroservizio erano poi da sommare, per la determinazione del PTP Globale e della graduatoria finale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b) la durata del “contratto quadro OPA” (contratto tipicamente normativo), alla cui stipula la procedura comparativa è finalizzata, era fissata in 84 mesi (VI.3, n. 13);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c) la procedura riguardava un affidamento c.d. “multifornitore” in quanto all’esito della gara si doveva procedere all’affidamento del contratti quadro a più concorrenti, a condizione che il numero minimo di offerte valide fosse pari ad almeno tre (3); era esclusa ogni aggiudicazione nel caso in cui il numero di offerte valide fosse stato inferiore a tre; la fornitura veniva suddivisa per un numero di parti (in ogni caso non superiore a quattro), inferiore di almeno una unità rispetto al numero delle offerte valide inserite nella graduatoria finale; al concorrente primo classificato (fornitore aggiudicatario) sarebbe spettata la prima e più rilevante parte della fornitura mentre ai concorrenti successivi (in numero massimo di tre) nell’ordine di graduatoria, sarebbero state assegnate distinte parti di fornitura (di consistenza decrescente), successive alla prima parte, fino all’esaurimento delle stesse (massimo 3 parti oltre la prima);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">d) pertanto, nel caso di 3 offerte valide, i fornitori selezionati sarebbero stati 2, nel caso di 4 offerte valide i fornitori selezionati sarebbero stati 3, nel caso, infine, di un numero di offerte valide pari o superiore a 5, il numero dei selezionati sarebbe stato di 4;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e) quindi le parti di fornitura da assegnare sarebbero state, a seconda dei casi sopra enumerati, 2 ovvero 3 ovvero 4 con le seguenti rispettive quote percentuali di fornitura, da applicarsi all’importo globale massimo e con assegnazione della quota maggiore all’impresa aggiudicataria: - 60% e 40% (in caso di due soli assegnatari); - 60%, 20% e 20% (in caso di tre assegnatari); - 52%, 16%, 16% e 16% (in caso di quattro assegnatari) (come successivamente meglio specificato dal par. 6 della lettera di invito, doc. 6 ric.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">f) l’assegnazione delle parti di fornitura successive alla prima era subordinata all’impegno irrevocabile da parte dei vari assegnatari di prestare i servizi alle medesime condizioni di prezzo offerte dal fornitore aggiudicatario (punto VI.3, n. 3 del bando e art. 83, comma 2, CAD).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. Con ricorso spedito a notifica il 24.6.2013 e depositato entro il termine di rito, Telecom Italia S.p.a. impugnava il bando sulla base di due distinti motivi di impugnazione, sintetizzabili nei termini che seguono:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I. Violazione del principio di determinatezza dell’oggetto del contratto pubblico, come desumibile anche dagli artt. 28, 29, 42, 59, 64, 82 e 86 del d.lgs. n. 163/2006, nonché dagli artt. 9, 32, 35 e 48 della Direttiva 18/2004/CE e dell’art. 1655 cod. civ.; violazione della durata massima dell’accordo quadro prevista dall’art. 59, comma 8, d.lgs. n. 163/2006 e dall’art. 32, comma 2, Direttiva 18/2004/CE; violazione dell’art. 41 Cost. e del principio della libertà d’impresa: secondo Telecom Italia S.p.a., poiché la clausola “multifornitore” di cui al sopracitato punto VI.3 n. 3) del bando consente di poter individuare le singole “parti” della fornitura soltanto “ex post”, dopo la formulazione dell’offerta da parte di ciascuna impresa concorrente, essa non permetterebbe al singolo concorrente di poter formulare un’offerta consapevole con prezzi calibrati sui “volumi prestazionali” che egli dovrà poi erogare; il prezzo, infatti, è in funzione delle quantità di prestazioni da rendere e dunque la clausola in commento non consentirebbe la formulazione di un’offerta consapevole, basata sulla corretta valutazione della convenienza economica della prestazione da eseguire; gli articoli del Codice dei contratti pubblici sopracitati, secondo la ricorrente, esprimono tutti il principio della “determinatezza dell’oggetto di gara”; oltre a ciò, il meccanismo di assegnazione in parti del servizio a più fornitori produrrebbe un “effetto distorsivo della concorrenza” in quanto il criterio di aggiudicazione è dato dal prezzo più basso offerto che esclude che la competizione avvenga sul piano della qualità delle prestazioni offerte, implicando la necessità (disattesa) di disporre di ogni utile informazione; la “lex specialis”, in altri termini, indurrebbe i partecipanti ad assumere un margine di rischio maggiore rispetto a quello connaturato al tipo di selezione, al fine di ottenere un punteggio utile per conseguire l’aggiudicazione, con la probabilità di avere offerte incongrue, in assenza di indicazioni certe con riguardo alle quantità delle prestazioni aggiudicabili.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In aggiunta a quanto precede parte ricorrente denuncia la violazione, da parte del bando, dell’art. 59, comma 9, d.lgs. n. 163/2006, che stabilisce che la durata degli accordi quadro sia di regola pari a 4 anni (48 mesi), “salvo in casi eccezionali debitamente motivati, in particolare, dall’oggetto dell’accordo quadro da parte del bando”: dalla lettura del bando, al contrario, non si evince alcuna motivazione in ordine alla fissazione in 84 mesi della durata dell’accordo quadro, né essa può porsi in relazione all’ammortamento dell’investimento in un periodo superiore, ipotesi che non ricorre nelle specie dove i concorrenti “devono già disporre di una infrastruttura di rete sviluppata su tutto il territorio nazionale”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II. Violazione degli artt. 54-56, 59, 64, 82, 86 – 88 del d.lgs. n. 163/2006 e degli artt. 30, 32, 53 – 55 della Direttiva 18/2004/CE, nonché dell’art. 83 del d.lgs. n. 82/2005; eccesso di potere per illogicità manifesta e falsità del presupposto: la previsione che condiziona l’assegnazione delle parti di fornitura successive alla prima all’accettazione dei medesimi corrispettivi, offerti dal primo classificato, sarebbe contraria alla normativa sull’evidenza pubblica, in quanto: rispetto ai concorrenti successivi al primo la procedura ristretta si trasformerebbe in una procedura negoziata al di fuori delle ipotesi tassative di cui all’art. 56, comma 1, del Codice; si imporrebbe, in effetti, una rinegoziazione delle condizioni dell’offerta già formulata in sede di gara, ammessa, oltre che nelle ipotesi di cui al citato art. 56, soltanto in caso di dialogo competitivo, accordo quadro multifornitore incompleto, sistemi dinamici di acquisizione, aste elettroniche; le regole previste dal Codice per l’aggiudicazione di contratti di appalto devono essere seguite anche per l’aggiudicazione degli accordi quadro; in ogni caso il “rilancio” presuppone l’espletamento di un nuovo confronto informale tra gli originari fornitori. Oltre a ciò il meccanismo dell’adeguamento alla migliore offerta comporta violazione dell’inderogabile disciplina in materia di verifica delle offerte anormalmente basse, perché dovendosi adeguare ai corrispettivi proposti dal primo classificato, l’impresa interessata dovrà necessariamente ridurre i propri margini di utile, con conseguente probabile, se non certo, azzeramento dell’utile stesso, senza che vi sia la necessaria verifica di anomalia in quanto Consip si è soltanto riservata di procedere a tale verifica, con riguardo alle migliori offerte non oltre alla quinta (punto VI.3, n. 4), del bando).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Deduce inoltre Telecom Italia di essere tenuta, in quanto titolare delle rete pubblica fissa e, dunque, operatore “dominante” con notevole forza di mercato, a fornire agli operatori concorrenti l’interconnessione e l’accesso alla propria rete, alle condizioni economiche approvate dall’Autorità di settore; anche per le componenti “non regolamentate”, inoltre, Telecom Italia non può praticare verso le pp.aa. prezzi non riproducibili da un operatore concorrente e cioè inferiori ai costi da questo sostenuti, maggiorati di un congruo margine di utile. I vincoli di prezzo imposti alla società ricorrente nei confronti degli operatori alternativi (“olo”) comporterebbe le seguenti conseguenze: possibilità degli altri partecipanti alla competizione di conoscere in anticipo l’offerta della ricorrente; Telecom non potrà ulteriormente ridurre i corrispettivi ove voglia adeguarsi a quelli offerti dal primo classificato perché per fare questo dovrebbe violare i suddetti vincoli regolatori.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Denuncia inoltre la ricorrente che il criterio del prezzo più basso si pone anche in contrasto con gli obbiettivi del SPC, volto a garantire l’elevata qualità delle prestazioni che lo compongono.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il sopracitato punto VI.3 del bando, aggiunge la ricorrente, determina anche l’inosservanza dell’art. 59, comma 5, del Codice in quanto consente a Consip S.p.a. di procedere alla sottoscrizione del contratto quadro anche nel caso in cui, pur essendo pervenuto un numero di offerte valide pari o superiore a tre, alcune di esse vengano estromesse per non avere il concorrente accettato l’allineamento del prezzo, il che comporta la possibilità di stipulare l’accordo anche con un solo fornitore ovvero con due fornitori soltanto (ove si ritenga prevalente il vincolo “multi fornitore”), il che sembra in contrasto con il citato art. 59 secondo cui “5. Quando un accordo quadro è concluso con più operatori economici, il numero di questi deve essere almeno pari a tre, purché vi sia un numero sufficiente di operatori economici che soddisfano i criteri di selezione, ovvero di offerte accettabili corrispondenti ai criteri di aggiudicazione.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Conclude la ricorrente che, ove l’art. 83, comma 1, CAD fosse interpretato nel senso di imporre l’adozione del meccanismo di allineamento al miglior prezzo e la scelta del criterio più basso, la disposizione stessa sarebbe in contrasto con la direttiva 18/2004/CE (artt. 30, 32, 44, 53 e 55) e dovrebbe per ciò solo essere disapplicata, ovvero, in alternativa, essere sottoposta al sindacato della Corte di Giustizia UE in via pregiudiziale, ai sensi dell’art. 267 TFUE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3. Successivamente al deposito del ricorso, Consip S.p.a., con avviso di rettifica spedito per la pubblicazione in GUUE il 5.7.2013, disponeva l’eliminazione dai servizi dedotti in gara dei “servizi di calcolo e memorizzazione”, in origine previsti dal punto II.2.1. del bando e, nel contempo, riduceva l’importo stimato a base d’asta da 2,5 miliardi di euro a 2,4 miliardi di euro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Telecom Italia, con ricorso per motivi aggiunti spedito a notifica in data 19.9.2013 e depositato nei termini di rito, impugnava il suddetto provvedimento di modifica della “lex specialis”, censurandolo per i seguenti motivi (indicati seguendo la numerazione del ricorso introduttivo):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III. con questo motivo la società ricorrente mira ad estendere all’avviso di rettifica e agli altri provvedimenti ad esso connessi gli effetti caducatori che deriverebbero dall’accoglimento delle censure già dedotte con il ricorso originario; con l’eliminazione dei “servizi di calcolo e memorizzazione”, secondo la ricorrente, si elimina dal novero dei servizi oggetto di gara l’unica componente prestazionale “deregolamentata” sulla quale Telecom avrebbe avuto la possibilità di essere competitiva nella formulazione dell’offerta; dall’eliminazione di detta tipologia di prestazioni (priva peraltro di motivazione) discenderebbe l’ulteriore riduzione (se non la definitiva cancellazione) delle “chances” di Telecom Italia di aggiudicarsi una parte del contratto quadro;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV. in ogni caso l’estromissione dall’oggetto della gara della prestazioni di calcolo e memorizzazione (“Hosting” e “Data Storage”) sarebbe irrazionale e, perciò, illegittima in quanto esse, pur non costituendo la componente maggioritaria dell’appalto, avevano un’incidenza non trascurabile pari al 10% del valore annuo complessivo; la scelta sarebbe controproducente per la p.A. in funzione dell’obbiettivo di riduzione della spesa pubblica; oltre a ciò determina il rischio che i servizi in esame siano oggetto di progetti e contratti distinti, stipulati con diversi operatori economici, con inevitabile disallineamento temporale dei procedimenti e difficoltà di integrazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4. Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione era fissato al 16 settembre 2013, giorno in cui veniva avviata la fase di prequalifica (protrattasi fino al 5 novembre 2013) a cui venivano ammessi a partecipare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Tiscali S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- British Telecom (BT) Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a. – IBM Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Telecom Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- RTI Wind S.p.a. – Postecom – Postemobile;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- RTI Vodafone Omnitel BV – Ericcson Italia S.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- RTI Infracom Italia S.p.a. - Cloud Italia Communications – MC Link S.p.a. S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Eseguite le operazioni di prequalificazione, Consip provvedeva ad inviare agli operatori prequalificati (tutti gli operatori sopra elencati, ad eccezione dell’ultimo menzionato) la lettera di invito (doc. 6 Telecom), nella quale di ribadiva la suddivisione del contratto quadro secondo i criteri e le condizioni sopra enunciati. In particolare Telecom Italia S.p.a. la riceveva il 29.11.2013 (doc. 6 secondi mot. agg.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’invito riproduceva le clausole del bando di procedura ristretta oggetto dell’originario gravame e, in particolare, al par. 6.1 stabiliva che il numero dei fornitori prescelti sarebbe stato inferiore di un’unità al numero delle offerte valide e che la percentuale sul volume totale di ciascuna delle parti assegnate sarebbe variata in funzione del numero dei fornitori prescelti, secondo le seguenti percentuali, con la parte di maggiore rilievo assegnata all’impresa aggiudicataria (prima classificata in graduatoria):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in caso di due fornitori: 60% , 40%;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in caso di tre fornitori: 60% , 20 % , 20%;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in caso di quattro fornitori: 52% , 16% , 16% , 16 %.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il par. 7 della lettera di invito (vedi pagg. 32 – 33) riproduce invece la clausola di allineamento all’offerta economica del fornitore aggiudicatario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5. Con “secondi motivi aggiunti” articolati con atto spedito a notifica il 30.12.2013 e depositato in data 10.1.2014, Telecom Italia S.r.l. ha esteso alla lettera di invito le censure già articolate nell’originario ricorso, riproducendo in particolare sub V il I motivo di gravame, in origine svolto avverso il bando di gara e rubricato: “Violazione del principio di determinatezza dell’oggetto del contratto pubblico, come desumibile anche dagli artt. 28, 29, 42, 59, 64, 82 e 86 del d.lgs. n. 163/2006, nonché dagli artt. 9, 32, 35 e 48 della Direttiva 18/2004/CE e dell’art. 1655 cod. civ.; violazione della durata massima dell’accordo quadro prevista dall’art. 59, comma 8, d.lgs. n. 163/2006 e dall’art. 32, comma 2, Direttiva 18/2004/CE; violazione dell’art. 41 Cost. e del principio della libertà d’impresa”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Osserva inoltre la società ricorrente che le criticità contestate non vengono né superate né ridotte dalla previsione di cui al par. 1, pagg. 5 e ss, Allegato 2 dell’invito, secondo cui i fornitori assegnatari possono acquistare direttamente dal concorrente aggiudicatario i servizi, mediante contratti c.d. “OPO”, al prezzo da questi offerto in gara, scontato del 5%. Rileva al riguardo Telecom che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i servizi così acquisibili sono soltanto quelli di trasmissione dati su fibra ottica (non anche servizi di trasmissione dati satellitari, di sicurezza perimetrale, di comunicazione evoluta, professionali) e costiuiscono solo il 68% della base d’asta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la possibilità per gli assegnatari di acquistare il servizio a prezzo scontato si esaurisce decorsi i primi 24 mesi di durata del Contratto Quadro; successivamente detta modalità di acquisto sarà ammessa nei limiti del 50% del fatturato derivante dai contratti stipulati con le pp.AA. aderenti,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- lo strumento dei contratti OPO con annesso sconto sui servizi acquistati non costituirebbe, pertanto, adeguato “contrappeso all’obbligo di adeguamento del prezzo ai corrispettivi offerti dal primo classificato da parte degli altri assegnatari…”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche il secondo atto per motivi aggiunti si conclude con la domanda, in via principale, di annullamento dell’intera procedura selettiva e con la richiesta, in subordine, di disporre rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia ex art. 267 TFUE, previa sospensione del presente giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6. La procedure selettiva proseguiva con la valutazione delle offerte presentate da parte della Commissione di gara, a cui seguiva la formazione della graduatoria provvisoria in data 19.12.2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Venivano quindi assoggettate alla verifica di congruità le offerte delle prime due imprese classificate in graduatoria, Tiscali Italia S.p.a. e BT Italia S.p.a., verifica che si protraeva per circa nove mesi. La stessa ha avuto esito positivo per entrambe le offerte e Consip S.p.a., con nota prot. n. 34118 del 24.12.2014, ha comunicato a tutti gli operatori economici partecipanti la graduatoria provvisoria, stilata in data 19.12.2014 in funzione del Prezzo Totale Ponderato Globale (PTP) offerto da ciascun concorrente (doc. 7, terzi mot. agg.):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Concorrente PTP Globale (Euro)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1) Tiscali Italia S.p.a. 264.867.582,31;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2) BT Italia S.p.a. 423.438.611,11;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3) RTI <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.A. – IBM S.p.a. 715.719.280,50;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4) Telecom Italia S.p.a. 746.253.661,67;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5) Costituendo RTI Wind S.p.a./ Cons.CPU 865.450.196,27;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6) Cost. RTI Vodafone O. B.V./Ericcson 1.275.869.826,37.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Conseguentemente, in applicazione della legge di gara e seguendo l’ordine della graduatoria, Consip ha avviato la fase dell’interpello nei confronti delle imprese classificatesi alle spalle di Tiscali, chiedendo loro se intendevano adeguarsi o meno alle condizioni economiche offerte dall’aggiudicataria, al fine di conseguire (con assunzione di impegno irrevocabile) l’assegnazione di quota parte del contratto quadro.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Hanno risposto positivamente soltanto BT Italia e Vodafone Omnitel.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Hanno opposto rifiuto le restanti imprese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In particolare, con nota del 12.1.2015 del 12.1.2015 Consip ha interpellato Telecom Italia, la quale ha tempestivamente comunicato il proprio rifiuto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7. Con terzo atto di motivi aggiunti e contestuale istanza di misure cautelari, spedito a notifica in data 23.1.2015 e depositato il successivo 30 gennaio, Telecom Italia S.p.a. impugna: il verbale della seduta della Commissione aggiudicatrice del 19.12.2014, nel corso della quale sono state predisposte le graduatorie provvisorie e considerate non anomale le offerte di Tiscali e BT Italia; - le sopramenzionate note Consip S.p.a. del 24.12.2014 e del 12.1.2015. I motivi di ulteriore doglianza possono riassumersi come segue, secondo la numerazione progressiva seguita dalla ricorrente:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">VI. Invalidità derivata: con il motivo “de quo” si chiede espressamente l’estensione ai provvedimenti in esame dei profili di illegittimità già denunciati con il ricorso e con i primi due motivi aggiunti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">VII. Violazione, sotto diverso profilo, degli artt. 86 e ss. d.lgs. n. 163 del 2006; eccesso di potere per difetto di istruttoria; travisamento dei fatti e manifesta irragionevolezza: secondo la ricorrente la macroscopica divergenza delle offerte delle prime due classificate, da un lato, e di quelle presentate da tutte le altre concorrenti, dall’altro, sarebbe di per sé sintomatica di grave anomalia delle offerte prima e seconda classificata, non essendo giustificabile un corrispettivo tanto macroscopicamente inferiore a quello offerto dagli altri concorrenti (ad es. il prezzo di Tiscali per il servizio di trasmissione dai su rame è di circa il 57% più basso di quello offerto da Telecom; il servizio di trasmissione dati su fibra viene offerto da Tiscali per un corrispettivo più basso di circa l’88%, rispetto a quello offerto dalla ricorrente). Senza avere ancora avuto in copia la documentazione attinente alle verifiche ex art. 86 del Codice dei contratti pubblici, Telecom Italia deduce alcuni principi tecnico-economici e criteri metodologici a cui il seggio di gara avrebbe dovuto adeguarsi, diversamente risultando illegittime le sue determinazioni, principi e criteri attinenti in particolare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- alla capacità produttiva in eccesso di cui il fornitore potrebbe disporre (avendo già realizzato per la propria clientela investimenti per l’erogazione di servizi analoghi a quelli richiesti dal bando di gara); il bilancio Tiscali 2012 (doc. 10 ric.) dichiara la copertura di 688 aree di centrale ULL, BT Italia dichiara invece la copertura di 306 centrali ULL sia nel 2012 che nel 2013, con una estensione della propria rete in fibra ottica di circa Km. 13.500. Si tratta di livelli di infrastrutturazione molto modesti rispetto a quelli delle concorrenti Telecom Italia, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> e Wind. Entrambi gli operatori, infatti, per poter raccogliere il traffico dei propri clienti distribuiti su una più ampia area geografica, si sarebbero limitati all’interconnessione ai livelli gerarchici superiori (Nodo Distant o Nodo Remoto IP), preferendo sostenere i costi di trasporto nazionale previsti nell’Offerta di Riferimento, piuttosto che investire sulle proprie infrastrutture di rete;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- alla circostanza che il fornitore aggiudicatario non può conoscere preventivamente la dislocazione delle sedi delle Amministrazioni obbligate che le saranno assegnate, contrariamente a quanto accadeva nell’analoga gara per i servizi SPC del 2005, in cui le stesse erano assegnate a priori (l’affermazione è vera “in toto” per Tiscali, in parte per BT Italia che, presumibilmente, “erediterà” le n. 18 Amministrazioni a cui già forniva servizi di connettività sulla base del Contratto Quadro OPA 2005); non essendo stata fornita dalla S.A. alcuna informazione sulle sedi che già utilizzano servizi su fibra ottica, il grado di indeterminatezza per questa tipologia di servizi è estremamente elevato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- ai Servizi “OPO”: premesso che per una corretta valutazione della serietà dell’offerta economica presentata è necessario inserire nel conto economico della commessa tutti i servizi che il fornitore aggiudicatario fornirà (anche) ai fornitori assegnatari e considerato che per i servizi c.d. OPO l’aggiudicatario, in base alla menzionata clausola della “lex specialis”, dovrà praticare ai fornitori assegnatari uno sconto del 5% rispetto al prezzo da praticare all’Amministrazione, è presumibile che per il servizio STDO (trasmissione dati su portante ottica) sarà conveniente per l’assegnatario, piuttosto che effettuare scavi (per la giunzione tra sede dell’Amministrazione e il proprio anello metropolitano in fibra ottica), avvalersi del servizio in modalità OPO; la conseguenza logica è che il precedente fornitore aggiudicatario, <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a., dovrà cedere contratti sia ai nuovi fornitori dello specifico servizio, senza che nessun obbligo regolatorio su di essa incombente di fornire servizi in fibra ottica all’ingrosso;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- ai servizi di supporto specialistico (SSUS): la ricorrente deduce la necessità che il prezzo del giorno/uomo offerto per ciascuno dei profili richiesti deve corrispondere al costo giornaliero delle opportune figure professionali indicate dal fornitore nella Dichiarazione di Offerta – Parte C, al fine di rendere verificabile il rispetto dei trattamenti salariali minimi stabiliti dalla legge o da fonti da essa autorizzate; devono essere valutati i costi derivanti dagli scatti di anzianità di cui al CCNL applicabile, i requisiti professionali prescritti; i costi del personale non possono essere ridotti attraverso l’arbitrario ricorso al subappalto o a contratti diversi dal lavoro subordinato: per il primo infatti l’aggiudicatario avrebbe l’onere di dimostrare che l’offerta del subappaltatore sia fatta nel rispetto dei requisiti di cui all’art. 118 d.lgs. n. 163 del 2006 mentre i servizi SSUS prevedono l’impiego di personale qualificato e non hanno una durata predeterminata ma legata al ciclo di vita del servizio a cui le prestazioni professionali sono funzionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente conclude il terzo atto di motivi aggiunti reiterando, anche sulla base dei nuovi motivi, la propria domanda di annullamento dell’intera procedura selettiva e, in via subordinata, la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia ex art. 267 TFUE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8. Successivamente Telecom Italia S.p.a., con atto spedito a notifica in data 11.3.2015 e depositato il 18.3.2015, ha articolato i propri “quarti motivi aggiunti” avverso: a) la presa d’atto della Consip S.p.a. delle note di allineamento da parte di BT Italia e di Vodafone Omnitel ai prezzi offerti dall’aggiudicatario Tiscali ed il conseguente affidamento alle suddette società delle quote parte dell’appalto di rispettiva spettanza; b) delle seconde note di interpello del RTI Wind e del RTI Vodafone del 23.1.2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Telecom deduce il proprio interesse a quest’ultima impugnativa, in primo luogo, quale interesse strumentale all’annullamento dell’intera gara ed alla sua riedizione sulla base di criteri e meccanismi di aggiudicazione, corretti e legittimi: sostiene infatti che, con l’annullamento delle assegnazioni a BT Italia e a Vodafone, rimarrebbe la sola offerta di Tiscali, il che comporterebbe il travolgimento dell’intera procedura stante la previsione di cui al par. 6.1 della lettera di invito secondo cui l’aggiudicazione non avrà luogo in caso di presentazione di un numero offerte valide inferiori a tre. In secondo luogo, in via subordinata, la società rappresenta anche un proprio interesse “finale” all’aggiudicazione ma per il conseguimento di corrispettivi ben più remunerativi rispetto a quelli offerti da Tiscali in quanto, una volti esclusi dalla gara Tiscali, BT Italia e Vodafone, essa potrebbe aspirare all’assegnazione di una parte dell’appalto allineandosi ai prezzi più remunerativi di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a. che la precede in graduatoria e che ha formulato un ribasso non distante rispetto a quello proposto dalla medesima Telecom.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò premesso la società ricorrente articola i seguenti ulteriori motivi di gravame che, in estrema sintesi, si possono riepilogare come segue (sempre seguendo la numerazione progressiva adottata dalla ricorrente):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">VIII. Carattere condizionato dell’accettazione di BT Italia. Violazione del paragrafo 6.1 e 7 della lettera di invito. Eccesso di potere per difetto di istruttoria: la presentazione di separato ricorso da parte della seconda classificata BT Italia dinnanzi a questo stesso Tribunale (R.G. n. 877 del 2015) – gravame nel quale BT ha contestato: a) l’illogicità dell’offerta della Tiscali e il rischio di insostenibilità delle condizioni economiche da essa offerte, a cui BT Italia dovrebbe allinearsi per non perdere la parte di esecuzione contrattuale di competenza della seconda graduata; b) il brevissimo termine entro il quale BT Italia dovrebbe rispondere all’interpello della S.A., tale da non consentire una seria ponderazione della sostenibilità dell’offerta – induce a qualificare come “condizionata” l’offerta di BT Italia che, non a caso, nella nota del 22.1.2015 (contenente la propria dichiarazione di impegno irrevocabile ad adeguarsi ai prezzi della prima classificata), contraddicendosi, menziona espressamente la pendenza del ricorso RG. 877 del 2015, subordinando di fatto gli effetti della propria dichiarazione all’esito della lite; la volontà negoziale espressa sarebbe in ogni caso incompiuta e non piena in quanto, nell’atto stesso di aderire alle condizioni contrattuali della Tiscali, se ne contesta la sostenibilità economica; quest’ultimo elemento determinerebbe l’annullabilità del contratto ex art. 1428 cod. civ. per errore essenziale sulla causa del contratto, in quanto ricadente sulla remuneratività e sinallagmaticità di quest’ultimo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IX. Invalidità dell’offerta Vodafone per violazione del par. 2, allegati 2 e 2 bis della lettera di invito e per violazione degli artt. 46 e 74 d.lgs. n. 163 del 2006; eccesso di potere per illogicità e difetto di istruttoria: 1) sostiene la difesa di Telecom Italia che la parte B della dichiarazione di offerta economica del RTI Vodafone (doc. 19, pag. 25, quarti motivi agg.), in relazione ai servizi ETEP 1 e ETEP 2 ed alle voci relative ai contributi “una tantum”, si offre un corrispettivo pari a “zero”, circostanza che determinerebbe la necessaria esclusione della concorrente per incompletezza della dichiarazione ai sensi delle disposizioni della “lex specialis” in rubrica richiamate (e contenute nella lettera di invito, doc. 6 ric.) le quali disciplinano in termini rigorosi la formulazione dell’offerta economica; l’offerta di servizi senza un correlativo corrispettivo è da ritenere inammissibile trattandosi di elemento essenziale dell’offerta economica; 2) violazione del par. 2 e 4.2 della lettera di invito in quanto il procuratore che ha sottoscritto l’offerta economica e la successiva dichiarazione di allineamento ai prezzi Tiscali (dott. Brogetti) sarebbe un procuratore speciale privo dei poteri necessari per impegnare l’Impresa; questi, secondo la ricorrente, agirebbe sulla base di procura conferita dal Direttore Enterprise Vodafone (dott. Borsani), in forza di atto del Notaio Zona di Milano del 7.9.2012 – rep. 26185 (doc. 20 ric.); tuttavia quest’ultimo esponente della Società avrebbe conferito la procura con violazione dei limiti di spesa che attenevano ai poteri a lui conferiti dall’A.D. di Vodafone con atto del 2006 (doc. 21 ric.), dal quale si evince che i poteri rappresentativi erano stati conferiti con il limite di spesa di Euro 2.500.000,00 per ciascuna operazione, importo ben inferiore rispetto al valore dell’offerta presentata ai fini dell’assegnazione del 60 % del prezzo totale di appalto, corrispondente alla parte di maggior rilevanza che la “lex specialis” assegnava all’impresa prima classificata, pari ad euro 765.000.000 circa; il difetto di valido potere rappresentativo, alla data di presentazione della domanda di partecipazione, non è sanabile e comporta le necessità di escludere la Vodafone dalla procedura di gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">X. Omessa verifica dell’anomalia nei confronti di BT Italia e del TI Vodafone: la difesa di Telecom Italia ritorna a censurare ex post, alla luce dei valori offerti dalle società menzionate, l’originaria mancanza nel bando di gara di una clausola che imponesse l’obbligo per la S.A. di provvedere alla verifica dell’anomalia anche per le offerte successive alla prima; la verifica di sostenibilità delle due offerte allineatesi ai “prezzi Tiscali” era invece necessaria, considerato il divario economico tra detti prezzi e quelli inizialmente offerti, in sede di gara, da BT Italia e da Vodafone;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">XI. Illegittimo condizionamento dell’accettazione del RTI Vodafone: le censure si rivolgono alla nota di interpello della Consip datata 23.1.2015 (doc. 22 ric.) ed indirizzata alla Vodafone, nella quale, diversamente da quanto avvenuto nelle note in precedenza inviate a BT Italia e <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, si fornisce l’informazione secondo cui, fino a quel momento, uno solo dei concorrenti aveva dichiarato di volersi allineare ai corrispettivi offerti dalla prima classificati; l’informazione avrebbe posto Vodafone in una condizione di vantaggio competitivo rispetto alle altre concorrenti, consentendole di valutare: - la scelta più opportuna da compiere alla luce del rischio di estromissione dal mercato pubblico di connettività per ben sette anni, che la sua risposta negativa avrebbe comportato; - la quota percentuale da lei eseguibile che, in caso di accettazione, sarebbe stata necessariamente pari al 20% del valore globale. Vi è stata, a causa di quanto precede, alterazione del segmento procedimentale conclusivo della gara per cui è causa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Telecom conclude reiterando la richiesta di annullamento dell’intera procedura ovvero chiedendo, in via subordinata, la rinnovazione parziale di essa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9. Successivamente, dopo avere presentato istanza di accesso agli atti di gara ed avere ricevuto soltanto in data 4.5.2015, la documentazione afferente alla verifica dell’anomalia (svolta dalla Commissione giudicatrice nei confronti di Tiscali Italia S.p.a. e BT Italia S.p.a.), Telecom Italia S.p.a. ha spedito a notifica in data 28.5.2015 e depositato il successivo 12 giugno il proprio “quinto atto di motivi aggiunti” ove si enunciano tre motivi di gravame, rubricati sub XII, XIII e XIV, rispettivamente diretti, nell’ordine, a far valere presunti vizi delle offerte di Tiscali, di BT Italia e di Vodafone. Le censure, di indole tecnico – economica, assai articolate e complesse, possono in estrema sintesi così riassumersi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- motivo XII.1.1. in sede di verifica della congruità Tiscali ha inizialmente presentato le proprie giustificazioni fondando i conteggi sul 100% dell’importo massimo messo a gara; quindi, su richiesta della Commissione di gara, nei secondi giustificativi, Tiscali era chiamata a presentare ulteriori conteggi fondandoli questa volta sul 52 % del totale; le modifiche in concreto introdotte nei giustificativi sarebbero inammissibili in quanto, al contrario di quanto dichiarato dall’aggiudicataria, esse comportano un’illegittima modificazione di contenuto tecnico delle offerte che si rifletterebbe su voci di costo essenziali. Oltre a ciò, secondo la difesa di Telecom, nel passaggio dai primi ai secondi giustificativi, per l’acquisto necessario dei servizi “wholesale” dall’operatore dominante di rete (cioè la stessa Telecom), Tiscali avrebbe modificato in aumento l’utilizzo dell’ULL (Unblunding del Local Loop) a discapito del “bitstream”, in particolare nei servizi elementari STDE SHDSL, profili da STDE-S1 fino a STDE-S6; l’incidenza dell’ULL sarebbe così passata dal 63% al 73% degli accessi; detta modifica sarebbe inattendibile e strumentalmente rivolta a rappresentare dei costi minori, atteso il notevole risparmio che comporta la tecnologia ULL rispetto all’impiego della tecnologia “bitstream”; la modifca sarebbe altresì “inattendibile” in quanto non ipotizza una “distribuzione uniforme degli accessi dati STDE e dei relativi profili”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- XII.1.2. Telecom sostiene altresì che il costo per Tiscali non sarebbe di Euro 126.661.529,75 come dichiarato nei secondi giustificativi, bensì di Euro 146.180.689,35, atteso che si dovrebbe tener conto delle “originarie” percentuali di copertura delle diverse sedi della p.A. e non delle diverse ripartizioni tra modalità di accesso ULL e “bitstream” indicate nei secondi giustificativi; ne deriva che l’incremento dei costi, superiore ad Euro 19 milioni eroderebbe il margine della commessa, indicato in Euro 14.456.753,11 nei primi giustificativi; in particolare, secondo la ricorrente, sarebbero assai più elevati rispetto a quanto indicato da Tiscali i costi relativi alla realizzazione della copertura ULL, partendo dalle attuali n. 688 centrali di commutazione di Telecom nelle quali Tiscali, allo stato, può “attestarsi” mediante la modalità di accesso ULL (secondo cui l’ultimo segmento di una rete di telecomunicazione viene “affittato” da un operatore alternativo); sviluppando una scenario attendibile la copertura ULL complessiva di cui Tiscali potrebbe disporre sarebbe soltanto del 53% ed i costi per addivenire ad una copertura necessaria del 63% lieviterebbero ad oltre 171 milioni di euro, con erosione totale del margine di utile dichiarato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- XII. 1.3. la ricorrente contesta inoltre come “inattendibile” anche il costo unitario indicato per singolo accesso;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- XII. 2. con questa specifica censura Telecom contesta sotto tre distinti profili i costi di infrastrutturazione relativi al servizio di trasporto in fibra ottica (STDO):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- erroneità dell’indicazione della durata degli ammortamenti delle infrastrutture in fibra ottica in 15 anni quando invece i contratti applicativi hanno durata di 7 anni; di qui la rimodulazione del conteggio operato da Tiscali con un maggior costo di 3.988.311,94 euro;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- relativamente al numero di mensilità di accessi da realizzare complessivamente per la realizzazione dei servizi in discorso, Telecom sostiene anche che detto numero sia stato sottostimato, senza tenere conto dei servizi erogati in “affidabilità elevata” e “affidabilità elevata – finestra di erogazione estesa”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Telecom sostiene inoltre che la distanza media dalle proprie centrali alle 8.119 sedi di Amminsitrazioni che, presumibilmente, utilizzeranno i servizi STDO sarebbe di qualche chilometro; il differente calcolo della distanza (anch’essa sottostimata da Tiscali) spiegherebbe l’elevatissima differenza tra l’offerta Tiscali (assai più bassa) e quella Telecom per i servizi STDO;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- XII.3. Tiscali avrebbe considerato in maniera disomogenea costi e ricavi dei servizi di supporto ed indebitamente inquadrato come Co.Co.Pro (cioè “collaboratori a progetto”) le risorse professionali adibite ai servizi SSUP, senza considerare i costi per le attività di gestione dei progetti e dei contratti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- XII.4. Tiscali non avrebbe preso in considerazione i costi né per assicurare i livelli di servizio, né in termini di risoluzione dei guasti, come invece richiesto dalla disciplina di gara. Tiscali non avrebbe nemmeno stimato i costi riconnessi ad eventuali (provabilissime) penali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si rivolgono invece nei confronti della congruità ed attendibilità dell’offerta di BT Italia S.p.a. le censure di cui al motivo sub XIII, che possono così essere riassunte:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Motivo XIII.1: l’offerta di BT Italia violerebbe la disciplina del subappalto in quanto l’impresa avrebbe indicato nelle sue giustificazioni che intende affidarsi a terzi per l’installazione e manutenzione di apparati hardware; ciò, oltre a non essere stato dichiarato in offerta, dimostrerebbe che la BT Italia non ha la capacità di eseguire autonomamente le attività in discorso e comunque che non intende fornire alla S.A. le informazioni relative al rispetto da parte dei subappaltatori delle disposizioni in materia di trattamenti salariali e di sicurezza;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Motivo XIII.2: BT Italia non avrebbe dimostrato il rispetto del requisito di capacità tecnica di cui al punto III.2.3 lett. c) del bando di gara il quale prescrive che il concorrente debba avere realizzato nell’ultimo triennio almeno 20.000 accessi utilizzando proprie infrastrutture e/o l’offerta di accesso disaggregato di altri operatori; sostiene Telecom che gli accessi realizzati con queste modalità, sulla base delle fatture prodotte da BT sarebbero meno di 20.000 mentre gli accessi nella modalità “bitstream” non sarebbero computabili in quanto non considerati dalla citata clausola del bando né dai chiarimenti in argomento forniti a suo tempo dalla S.A.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- XIII.3. rimodulando l’andamento discendente dei prezzi futuri nel settore delle telecomunicazioni, tale da coinvolgere sia i costi che BT dovrà sostenere che i ricavi che potrà conseguire, Telecom pretende di pervenire ad una notevole riduzione del margine di redditività ipotizzato dalla concorrente (nel documento esplicativo BT Italia del 3.11.2014) nella misura del solo 2% del ricavo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si rivolgono infine ai presunti vizi dell’offerta del RTI Vodafone le censure articolate sub XIV dei quinti motivi aggiunti (pagg. 36 e ss.), che hanno ad oggetto, rispettivamente:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- le modalità di accettazione da parte della Vodafone dei prezzi di Tiscali, con nota del 2.2.2015 (doc. 55 ric.), sottoscritta dalla sola mandataria Vodafone con piena assunzione dell’impegno e soltanto “per conoscenza”, invece, dalla mandante Ericcson;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- l’omessa dichiarazione ex art. 38 lett. c) del Codice dei contratti pubblici nei confronti dei soggetti operanti presso società cedenti rami di azienda;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- l’incompleta allegazione della documentazione di avvalimento e la violazione dell’art. 275, comma 2, d.P.R. n. 207/2010;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- l’omessa comprova dei requisiti di partecipazione relativi all’infrastruttura in fibra posseduta e al numero di accessi realizzati nel triennio antecedente la gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10. Si sono costituite in giudizio, per resistere al ricorso e ai motivi aggiunti, l’amministrazione aggiudicatrice Consip S.p.a. nonché le società controinteressate Tiscali Italia S.p.a., BT Italia S.p.a. e Vodafone – Omnitel B.V., le quali hanno tutte ampiamente controdedotto, per quanto di rispettivo interesse, avverso i motivi di gravame mediante le memorie e i documenti rispettivamente versati in atti, sia in vista della camera di consiglio per la trattazione dell’istanza cautelare, sia, successivamente, in vista della pubblica udienza. BT Italia S.p.a. e Vodafone – Omnitel B.V., inoltre, svolgono puntuali deduzioni dirette a dimostrare l’infondatezza delle censure articolate in ricorso in ordine all’asserita anomalia dell’offerta dell’aggiudicataria Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le parti costituite menzionate, seppur con diverse sfumature connesse alle diverse posizioni processuali, concludono tutte chiedendo a questo Giudice la declaratoria di inammissibilità ovvero, in ogni caso, il rigetto del ricorso e dei motivi aggiunti proposti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si sono costituiti altresì, ma con comparsa formale, anche la Wind Telecomunicazioni S.p.a. (anch’essa partecipante in RTI alla procedura ristretta), l’Agenzia per l’Italia Digitale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a.. Quest’ultima ha prodotto memoria difensiva in vista della pubblica udienza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11. Hanno proposto ricorso incidentale contro la società ricorrente le controinteressate Tiscali Italia S.p.a. (con atto spedito a notifica il 23.6.2015 e depositato il successivo 30 giugno, integrato con motivi aggiunti depositati in data 2.7.2015), BT Italia S.p.a. (con ricorso spedito il 25.6.2015 e depositato il giorno successivo) e Vodafone Omnitel B.V. (ricorso avviato a notifica il 24.6.2015 e depositato il giorno successivo).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I contenuti dei gravami incidentali, tutti miranti ad ottenere l’esclusione di Telecom Italia dalla procedura selettiva, in estrema sintesi, possono riassumersi nei termini di seguito esposti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ricorso incidentale di Tiscali S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I. Violazione, da parte di Telecom, dell’art. 38, primo comma, lett. c) d.lgs. n. 163 del 2006 e deln par. 4.2, lett. b) e 5 del Documento descrittivo e del punto 2, lett. c, Allegato 2: le citate disposizioni della “lex specialis” (vedi doc. 2 ric. inc. Tiscali) imponevano ai concorrenti di formulare, già nella fase di prequalifica, la dichiarazione di cui all’art. 38, comma 1, lett. c), in caso di cessione d’azienda intervenuta nell’anno antecedente la pubblicazione del bando, anche con riferimento ai soggetti indicati dal medesimo articolo che avessero operato presso l’impresa cedente nell’ultimo anno; dalla visura camerale Telecom in atti (doc. 4 ric. inc.) risulta che in data 8 maggio era stata deliberata la scissione di Telecom Italia Sparkle S.p.a. con assegnazione a Telecom Italia S.p.a. del ramo di azienda “Network Operations”, la quale è stata poi formalizzata con atto notarile del 30.7.2015 (iscritto il successivo 6 agosto), con effetto decorrente dal primo settembre; nella propria dichiarazione di prequalifica datata 14.9.2013 (il termine di presentazione delle domande di partecipazione scadeva il 16 settembre), la ricorrente principale non ha dichiarato l’operazione societaria e, tantomeno, l’assenza di pregiudizievoli penali in capo al Presidente del C.d.A. ed all’A.D. della “cedente” Telecom Italia Sparkle; ne conseguirebbe la doverosa esclusione di Telecom dalla gara senza che possa invocarsi, per giungere a diversa conclusione, la clausola del documento descrittivo (v. pag. 17) che nega l’esclusione in caso di omessa allegazione di siffatte attestazioni, ove riferite ad operazioni di cessione di azienda o di ramo di azienda, dovendosi considerare illegittima la clausola stessa (cfr. TAR Lazio, Sez. III, 13.5.2014, n. 4954, confermata dal Cons. Stato, sez. IV, 20.1.2015, n. 140);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II. Violazione dell’art. 75, comma 7, d.lgs. 163/2006: Telecom ha presentato cauzione provvisoria ex art. 75 cit. con importo ridotto alla metà di quanto prescritto dagli atti di gara senza allegare il certificato ISO che abilitava alla dimidiazione; secondo la ricorrente incidentale il paragafo 2 della lettera di invito (doc. 6 ric.) imponeva che fosse effettivamente allegata la certificazione e, pertanto, dovendosi qualificare la cauzione provvisoria come elemento essenziale dell’offerta, la relativa mancanza comporta l’estromissione del’offerta medesima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In data 26.6.2015 Tiscali ha anche notificato atto di motivi aggiunti deducendo la illegittimità del chiarimento n. 39 della terza “tranche” di chiarimenti forniti da Consip S.p.a. (doc. 11 mot. agg., pag. 9) – ove lo stesso non venga ritenuto inefficace ovvero irrilevante da questo Giudice ai fini della modifica della normativa di gara – laddove si afferma che l’aggiudicazione non avrebbe avuto luogo anche nel caso in cui nessuna delle società assegnatarie accetti di allineare i prezzi. Secondo la ricorrente incidentale la disposizione citata, a prescindere dalla sua valenza non vincolante ed estranea alla normativa di gara, è illegittima per violazione dell’art. 6.1. delle lettera di invito (e per eccesso di potere per difetto dei presupposti) e per eccesso di potere sotto il profilo dell’illegittimità manifesta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ricorso incidentale di BT Italia S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I. Illegittimità della mancata esclusione di Telecom Italia S.p.a. in relazione all’omessa dichiarazione sui requisiti morali del l.r. della TE.SS. S.p.a. (violazione e/o falsa applicazione degli artt. 38, comma 1, lett. c) e 46, comma 1-bis, d.lgs. n. 163 del 2006): ad avviso di BT Italia, ai sensi del Documento descrittivo allegato al bando (pag. 17) Telecom Italia aveva l’onere di formulare la dichiarazione sul possesso dei requisiti morali non solo, coma ha fatto, con riferimento alla persona del Presidente della SAIAT S.p.a. - società fusasi per incorporazione con Telecom Italia con atto pubblico del 18.10.2012 (iscritto nel Registro delle Imprese il 29.10.2012, doc. 69 BT), intervenuto pertanto nell’anno antecedente alla pubblicazione del bando di gara – ma anche con riguardo all’Ing. M. Bressa, già A.D. della Accenture HR Service (alias TE.SS. S.p.a.), da qualificare “amministratore con i poteri di rappresentanza” in virtù del’amplissima procura conferitagli dalla SAIAT nella sua veste di l.r. della citata TE.SS. S.p.a. Dal contenuto della procura notarile, ad avviso della ricorrente incidentale, si può agevolmente dedurre che il menzionato Ing. Bressa godeva di poteri di rappresentanza e gestione del tutto analoghi per latitudine e finalità a quelli propri del l.r. della società SAIAT, successivamente confluita in Telecom nell’anno anteriore alla pubblicazione del bando di gara. L’omessa dichiarazione si porrebbe pertanto in contrasto con gli obblighi scaturenti dall’art. 38, comma 1, lett. c, determinando la necessaria espulsione di Telecom Italia dalla gara (non essendo invocabile in contrario il punto 2 A della lettera di invito, da considerare illegittimo nella parte in cui esclude la sanzione espulsiva in caso di omessa dichiarazione relativa agli esponenti della azienda ceduta oppure oggetto di scissione ovvero fusione);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II. Illegittimità della mancata esclusione di Telecom Italia S.p.a. in relazione al tardivo deposito del certificato ISO 9001 per violazione e/o falsa applicazione degli artt. 38, 42, 43, 46, 46, co.1-bis, 48, 73, 75, comma 7 del Codice dei contratti pubblici; violazione del punto III.1.1. del par. 2 del bando di gara: la censura di appunta sulla irregolarità della cauzione provvisoria presentata in misura dimidiata nonostante la mancata produzione del certificato ISO 9001. Gli argomenti sviluppati sono sovrapponibili a quelli dedotti da Tiscali nel proprio ricorso incidentale alla cui descrizione si può pertanto rinviare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In accoglimento dei motivi sopra esposti BT Italia chiede l’accertamento dell’illegittimità dell’ammissione della ricorrente principale alla gara in oggetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ricorso incidentale di Vodafone Omnitel B.V..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il ricorso mira anche in questo caso all’affermazione della illegittimità di tutti gli atti e dei verbali della procedura ristretta per l’affidamento dei servizi di connettività indetta da Consip, nella parte in cui non dispongono l’esclusione dalla gara di Telecom Italia S.p.a., tra i quali il verbale n. 4 della fase di prequalifica e i verbali 5 e 7 della procedura selettiva laddove si attesta la completezza, regolarità e conformità della documentazione amministrativa prodotta da Telecom Italia S.p.a.. Ad avviso di Vodafone, al contrario, doveva disporsi l’esclusione della Telecom sulla base dei medesimi motivi (I e II) articolati anche da Tiscali S.p.a. ai quali, per sinteticità, si fa rinvio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La ricorrente incidentale, pertanto, conclude con la richiesta di annullamento dei provvedimenti impugnati “in parte qua” e di declaratoria di inammissibilità del ricorso introduttivo proposto da Telecom Italia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12. All'esito della discussione in camera di consiglio del giorno 1 luglio 2015 i difensori delle parti hanno concordato rinviare la causa al merito con fissazione della pubblica udienza al 13 gennaio 2016.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In vista della pubblica udienza sono stati depositati dalle parti interessate (tutte le parti costituite ad eccezione di Wind S.p.a. e Agenzia per l’Italia Digitale) documenti, memorie ex art. 73 c.p.a. e note di replica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">All’udienza del 13 gennaio 2016, dopo ampia discussione, la causa è passata in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1. Si ritiene necessario svolgere alcune considerazioni introduttive in ordine alla normativa nazionale su cui si basa la procedura comparativo-selettiva per cui è causa, anche per apprezzarne i possibili profili di presunta incompatibilità con il diritto dell’Unione Europea dedotti da parte ricorrente, che, in particolare, avanza dubbi di legittimità comunitaria relativamente all’art. 83, comma 1, d.lgs. n. 82 del 2005 (c.d. CAD – Codice dell’Amministrazione Digitale) in quanto, a suo dire, se interpretato nel senso di imporre l’adozione del meccanismo di allineamento al miglior prezzo e la scelta del criterio del prezzo più basso, dovrebbe essere disapplicato ovvero, in via subordinata, essere fatto oggetto di questione pregiudiziale da rimettere alla Corte di Giustizia UE ai sensi dell’art. 267 TFUE per asserita incompatibilità con i seguenti articoli della Direttiva 18/2004/CE (vedi pagg. 23 – 25 ric.):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- art. 30: laddove prevede condizioni tassative alle quali è possibile ricorrere alla procedura negoziata preceduta dalla pubblicazione del bando;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- art. 32: a mente del quale gli accordi quadro devono essere conclusi secondo le regole di procedura previste dalla Direttiva fino all’aggiudicazione degli appalti su di esso basati, secondo i criteri di cui all’art. 53 della Direttiva e in modo da non distorcere la concorrenza, come avverrebbe invece nella specie, nella prospettiva ricorsuale, attraverso il meccanismo del riallineamento ai prezzi offerti dall’aggiudicataria, il quale integrerebbe una fattispecie di rinegoziazione delle originarie condizioni dell’offerta ai di fuori dei casi ammessi (procedura negoziata, sistema dinamico di acquisizione, asta elettronica, dialogo competitivo);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- artt. 44, 53 e 55 che prevedono i criteri di aggiudicazione dell’offerta senza alcuna possibilità di rimodulazione successiva di essa e subordinando comunque l’aggiudicazione del contratto alla congruità dell’offerta (come peraltro ribadito dalle pronunce della Corte di Giustizia n. 91 del 13.4.2010, 5.10.2000 nella causa C-337/98 e 19.6.2008 nella causa C-454/06).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. La procedura ristretta in esame riguarda il SPC, sistema pubblico di connettività, destinato ad interconnettere le amministrazioni pubbliche italiane, in modo da condividere e scambiare dati e risorse informative. La definizione di tale sistema si ricava dall’art. 73, comma 2, CAD a mente del quale “2. Il SPC è l'insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e dei dati della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l'interoperabilità di base ed evoluta e la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza, la riservatezza delle informazioni, nonché la salvaguardia e l'autonomia del patrimonio informativo di ciascuna pubblica amministrazione.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il modello di affidamento dei servizi di connettività attraverso accordi quadro nazionali per le amministrazioni centrali ovvero a livello regionale, per l’affidamento dei servizi nell’ambito del territorio di ciascuna regione, è chiaramente delineato dall’art. 83 CAD secondo cui: “1. Al fine della realizzazione del SPC, DigitPA a livello nazionale e le regioni nell'ambito del proprio territorio, per soddisfare esigenze di coordinamento, qualificata competenza e indipendenza di giudizio, nonché per garantire la fruizione, da parte delle pubbliche amministrazioni, di elevati livelli di disponibilità dei servizi e delle stesse condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente, nonché una maggiore affidabilità complessiva del sistema, promuovendo, altresì, lo sviluppo della concorrenza e assicurando la presenza di più fornitori qualificati, stipulano, espletando specifiche procedure ad evidenza pubblica per la selezione dei contraenti, nel rispetto delle vigenti norme in materia, uno o più contratti-quadro con più fornitori per i servizi di cui all'articolo 77, con cui i fornitori si impegnano a contrarre con le singole amministrazioni alle condizioni ivi stabilite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2. Le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, sono tenute a stipulare gli atti esecutivi dei contratti-quadro con uno o più fornitori di cui al comma 1, individuati da DigitPA. Gli atti esecutivi non sono soggetti al parere di DigitPA e, ove previsto, del Consiglio di Stato. Le amministrazioni non ricomprese tra quelle di cui al citato art. 1, comma 1, del decreto legislativo n. 39 del 1993, hanno facoltà di stipulare gli atti esecutivi di cui al presente articolo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3. La realizzazione del SPC avviene nel rispetto dei seguenti principi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a) sviluppo architetturale ed organizzativo atto a garantire la natura federata, policentrica e non gerarchica del sistema;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b) economicità nell'utilizzo dei servizi di rete, di interoperabilità e di supporto alla cooperazione applicativa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c) sviluppo del mercato e della concorrenza nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3-bis. Le regole tecniche del Sistema pubblico di connettività sono dettate ai sensi dell'articolo 71.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il sistema prevede pertanto: - più amministrazioni fruitrici, operanti ai diversi livelli centrale, regionali e locali, in modo che il sistema possa soddisfare, tendenzialmente, l’intero fabbisogno delle amministrazioni pubbliche; - la rete, composta nella sua componente fisica dalle reti dei diversi operatori che agiscono nell’ambito del SPC; - più fornitori qualificati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una delle principali caratteristiche del sistema è la sua unitarietà (quanto meno in termini concettuali, virtuali), in quanto esso è basato sulla necessaria integrazione ed interdipendenza dei servizi forniti dai diversi operatori professionali, in grado di fornire i servizi che compongono il sistema SPC. E’ la stessa architettura tecnologica del SPC ad impedire, tecnicamente prima ancora che giuridicamente, la possibilità di scomposizione dell’affidamento in più lotti “fisici”. Di qui la scelta compiuta “a monte” dal legislatore con il sopracitato art. 83 CAD e, “a valle”, in applicazione di esso dalla Consip S.p.a. (mediante l’indizione della procedura ristretta in oggetto), di procedere all’affidamento di un contratto-quadro nazionale da ripartire in parti (e non in lotti), secondo le percentuali predeterminate dalla legge di gara e da assegnare, per la parte più rilevante al fornitore aggiudicatario e, per le parti ulteriori, ai fornitori assegnatari che, sulla base della posizione in graduatoria, dichiarino il proprio irrevocabile impegno a fornire i servizi di connettività alle medesime condizioni contrattuali offerte dal primo classificato (come peraltro già avvenuto nella precedente, analoga gara del 2005, che ha visto la partecipazione, con successiva stipula del contratto-quadro, sia da parte di Telecom Italia che di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, quest’ultima aggiudicataria della quota parte più rilevante).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come meglio specificato nella superiore narrativa in fatto, la procedura è stata suddivisa in due fasi procedimentali: la prima è la vera e propria procedura competitiva la quale si conforma al modello della procedura ristretta definita dall’art. 3, comma 38, del Codice dei contratti pubblici, ammessa ai sensi degli artt. 54, comma 1, 55 e, con specifico riferimento agli accordi quadro, 59 del Codice stesso; tale procedura si è svolta dalla pubblicazione del bando fino alla formazione della graduatoria (provvisoria e definitiva) e l’individuazione del fornitore aggiudicatario e dell’offerta base (o di riferimento) da questo presentata; la seconda fase, che presuppone esaurita la procedura comparativo-selettiva, consiste, come visto, nell’assegnazione delle percentuali residue dell’accordo ai partecipanti che presentino valide offerte e che, sulla base della rispettiva collocazione in graduatoria, abbiano aderito all’interpello loro diretto, onde allinearsi all’offerta base.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Questa seconda fase (interpello-accettazione delle condizioni contrattuali dell’offerta risultata migliore) non trova una sua precisa disciplina all’interno del sistema degli affidamenti dei contratti pubblici di derivazione comunitaria ma, ad avviso del Collegio, è legittimo in quanto saldamente ancorato alle disposizioni di cui al comma 2 del citato art. 83 CAD che, come visto, prevede espressamente la stipula di “uno o più contratti-quadro con più fornitori per i servizi di cui all'articolo 77, con cui i fornitori si impegnano a contrarre con le singole amministrazioni alle condizioni ivi stabilite”, previo espletamento di “specifiche procedure ad evidenza pubblica per la selezione dei contraenti” e “assicurando la presenza di più fornitori qualificati”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se ai contenuti normativi sopra evidenziati si aggiunge la necessità che lo stesso comma 2 dell’art. 83 cit. impone agli altri concorrenti selezionati di adeguarsi alle “stesse condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente”, la procedura bifasica per l’assegnazione del contratto quadro OPA appare del tutto conforme al modello normativo, in quanto pienamente idonea a garantire la duplice esigenza, sottesa alla norma in commento, di assicurare (almeno tendenzialmente), in funzione pro-concorrenziale, la presenza di più fornitori per l’erogazione dei medesimi servizi alle pp.aa. e, nel contempo, le migliori condizioni contrattuali nell’interesse pubblico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al contrario di quanto sostenuto dalla società ricorrente, non è dubitabile che nelle “condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente” debbano essere compresi anche i corrispettivi per i vari ed articolati servizi di cui SPC2 si compone, atteso che non può arbitrariamente ed ingiustificatamente estromettersi da detta locuzione l’elemento contrattuale essenziale costituito proprio dal prezzo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così riassunto il quadro normativo di riferimento, a ben vedere la struttura della gara SPC2, con la clausola “multifornitore” e la conseguente e peculiare fase dell’interpello post-competitivo, appare l’unica in grado di garantire la presenza di più fornitori abilitati alla stipula dei contratti esecutivi del contratto-quadro OPA e, nel contempo, le migliori condizioni contrattuali per le Amministrazioni beneficiarie, espresse dall’offerta dell’aggiudicatario, stante l’unicità del servizio pubblico di connettività che, per le sue caratteristiche oggettive, come si è detto, non si presta alla suddivisione in lotti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Collegio, pertanto, ritiene che il meccanismo sancito dal punto 6.1. della lettera di invito (doc. 6 ric.) - secondo cui “l’assegnazione delle parti della fornitura successive alla prima è subordinata all’accettazione, da parte dei rispettivi fornitori assegnatari, a prestare servizi nelle medesime condizioni di prezzo offerte dal Fornitore aggiudicatario” – sia pienamente conforme all’art. 83 CAD il quale, se non impone, certamente autorizza il meccanismo dell’allineamento all’offerta dell’aggiudicatario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Collegio non ravvisa profili di contrarietà della norma menzionata alla Direttiva 2004/18/CE nei termini assunti dalla Telecom perché, con l’interpello post-competitivo, non si introduce una procedura negoziata al di fuori dei casi tassativi in cui essa è consentita dalla Direttiva e dallo stesso Codice dei contratti pubblici (v. artt. 56 e 57), in quanto, “in primis” manca in radice la negoziazione tra concorrente e amministrazione aggiudicatrice: in realtà una volta avutasi l’aggiudicazione al miglior offerente, il fornitore che, sulla base della sua collocazione in graduatoria, è destinatario dell’interpello della Consip non è legittimato a negoziare alcunché, ma si trova piuttosto in una condizione analoga a quella del destinatario di una proposta irrevocabile a termine (i cui contenuti sono già integralmente determinati “per relationem” attraverso il richiamo integrale ai prezzi offerti dall’aggiudicatario). Detto destinatario, aderendo alla proposta entro il termine perentorio sancito dalla “lex specialis”, determina il perfezionamento del vincolo contrattuale, senza poter rilanciare o contro-proporre alcunché. Quindi, ontologicamente, quella del fornitore/accettante non è un’offerta bensì accettazione di una proposta a condizioni già predefinite. Per questo non trovano applicazione le disposizioni della Direttiva n. 18 richiamate dalla società ricorrente le quali, nel vietare la doppia offerta o la rimodulazione o negoziazione delle offerte, al di fuori delle procedure competitive, hanno pur sempre ad oggetto l’offerta sottoposta alla valutazione (di regola comparativa) della S.A..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’art. 83 CAD, oltre a non essere in contrasto con specifiche disposizioni rinvenibili nella Direttiva (né nel Codice degli appalti), non appare neanche in contrasto con i principi di concorrenza e “par condicio” tra gli operatori economici che partecipano alla gara per la stipula del contratto-quadro, in quanto la norma prevede che la concorrenzialità si dispieghi pienamente nella fase anteriore all’interpello, concepita come procedura comparativa (nella specie, ristretta) che si svolge nel pieno rispetto delle pertinenti disposizioni del Codice dei contratti pubblici (cfr. in particolare l’art. 59). Dunque è assicurata la concorrenzialità dell’aggiudicazione al miglior offerente: concorrenzialità che non viene certamente azzerata o superata dalla successiva fase dell’interpello, che in realtà non lede la “par condicio” in quanto: tutti i concorrenti sono nella stessa condizione iniziale di aderirvi; la successione degli interpelli deve comunque tener conto della collocazione dell’impresa in graduatoria avendo priorità la concorrente (dopo l’aggiudicataria) meglio classificata; la misura è in realtà pro-competitiva impedendo che un accordo quadro di enorme entità sia concentrato nella mani di un unico fornitore, per quanto titolare dell’offerta rivelatasi migliore, consentendo anche ad imprese in posizioni in graduatoria deteriori di avere della “chances” (altrimenti inesistenti) per aggiudicarsi una parte della commessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per le ragioni che precedono, in conclusione, l’art. 83, comma 2, CAD deve interpretarsi nel senso di consentire una procedura selettiva bifasica, con interpello successivo all’aggiudicazione, finalizzato all’eventuale assegnazione di ulteriori “parti” del complessivo accordo quadro, essendo ciò implicito nella previsione della necessaria “presenza di più fornitori qualificati”, da coordinare con il precetto, contenuto nello stesso comma 2, che tutti rispettino le stesse condizioni contrattuali proposte dal miglior offerente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La norma così interpretata, pur non essendo inquadrabile in un preciso istituto del diritto europeo dei contratti, non si pone però in contrasto né con specifiche disposizioni di derivazione europea in materia di affidamenti pubblici né con i principi della concorrenzialità e della “par condicio”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non sussistono pertanto ragioni per rimettere alla Corte di Giustizia UE la questione pregiudiziale sollevata dalla ricorrente ai sensi dell’art. 267 TFUE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3. Prima di affrontare la congerie dei motivi, rispettivamente articolati dalle parti nel ricorso, nei motivi aggiunti e nei ricorsi incidentali, preliminarmente, ai fini della scelta dell’ordine da preferire nella trattazione delle questioni in contesa, giova rammentare la natura degli interessi legittimi sottesi all’azione giudiziale complessivamente promossa da Telecom Italia. Prendendo spunto da quanto rappresentato dalla stessa ricorrente nei propri “quarti motivi aggiunti” (cfr. par. 8 in fatto), Telecom qualifica il proprio interesse alla “eliminazione” dalla gara (per incongruità o per carenza dei requisiti di ammissione/partecipazione) delle offerte proposte dalle fornitrici assegnatarie BT Italia e Vodafone (sulla base di quanto a tal fine dedotto nel terzo, quarto e quinto atto per motivi aggiunti) in primo luogo, come interesse strumentale all’annullamento dell’intera gara ed alla sua riedizione sulla base di criteri e meccanismi di aggiudicazione, corretti e legittimi: sostiene infatti che, con l’annullamento delle due aggiudicazioni riferite a BT Italia e a Vodafone, rimarrebbe la sola offerta di Tiscali, il che comporterebbe il travolgimento dell’intera procedura stante la previsione di cui al par. 6.1 della lettera di invito secondo cui, nell’interpretazione della ricorrente, l’aggiudicazione non dovrebbe aver luogo anche in caso di mancanza di allineamenti all’offerta vincitrice (oltre che in caso di presentazione in gara di un numero offerte valide inferiore a tre). In secondo luogo, in via subordinata, la società rappresenta anche un proprio interesse “finale” all’aggiudicazione, ma per il conseguimento di corrispettivi ben più remunerativi rispetto a quelli offerti da Tiscali, in quanto, una volti esclusi dalla gara Tiscali, BT Italia e Vodafone, la ricorrente potrebbe aspirare all’assegnazione di una parte dell’appalto allineandosi ai prezzi più remunerativi di<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> S.p.a. che la precede in graduatoria e che ha formulato un ribasso non distante rispetto a quello proposto dalla medesima Telecom.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Appare evidente che anche questo secondo interesse assume valenza strumentale, in quanto la possibilità di Telecom Italia di vedersi aggiudicare parte del contratto-quadro sarebbe, comunque, subordinata alla rinnovazione parziale del segmento finale della procedura ristretta, con riformulazione della graduatoria - eventuale verifica della congruità dell’offerta di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>(prima graduata nella rinnovata graduatoria) - rinnovazione della fase dell’interpello secondo le nuove condizioni contrattuali proposte dalla nuova aggiudicataria - eventuale allineamento di Telecom a tali condizioni. Non a caso, nel quarto atto di motivi aggiunti Telecom Italia conclude formulando istanza di rinnovazione “parziale” della procedura ristretta, in via subordinata, rispetto alla rinnovazione totale di essa che deriverebbe dall’accoglimento dei motivi attinenti alla struttura stessa della gara ed alla sue modalità di svolgimento, come articolati nel ricorso introduttivo e nel primo e secondo atto di motivi aggiunti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E’ pertanto entro i limiti della strumentalità dell’interesse sostanziale che sostiene il ricorso (strumentalità distinguibile, per quanto sopra, in una strumentalità “radicale”, ove riferita al travolgimento dell’intera procedura e “attenuata”, se coinvolgente la sola fase finale della gara e il successivo interpello) che il Collegio dovrà valutare l’ammissibilità dei diversi motivi dedotti in progressione dalla ricorrente, la quale non può invece aspirare, neanche in astratto, all’assegnazione di quota-parte del contratto quadro alle condizioni offerte da Tiscali S.p.a., stante la sua decisione di dare risposta negativa all’interpello (doc. 8 Consip) risposta che la priva della possibilità di adeguarsi a tali condizioni, anche nel caso in cui si rivelassero in ipotesi fondati i suoi motivi “escludenti” nei confronti delle sole BT Italia e Vodoafne Omnitel.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per quanto precede, il Collegio – ritenendo ammissibili i motivi di gravame, sostenuti dall’interesse strumentale della ricorrente alla rinnovazione totale o parziale della procedura, essendo essa legittimata alla proposizione degli stessi quale partecipante ammessa alla gara, che ha presentato un’offerta valida – seguirà l’ordine dei motivi seguito dalla ricorrente, atteso che il ricorso introduttivo, i primi e i secondi motivi aggiunti contengono censure relative alla struttura della gara ed al suo svolgimento, mentre quelle successivamente articolate (terzi, quarti e quinti motivi aggiunti, dal VI al XIV) mirano al più limitato risultato della rinnovazione soltanto parziale della procedura. Ciò appare pienamente rispettoso rispetto a quanto espresso dal Cons. Stato, Ad. Plen. 27 aprile 2015, n. 5 laddove (par. 9.2.) si afferma: “deve ritenersi che, in assenza della graduazione operata dalla parte, in ragione del particolare oggetto del giudizio impugnatorio legato al controllo sull’esercizio della funzione pubblica, il giudice stabilisce l’ordine di trattazione dei motivi (e delle domande di annullamento) sulla base della loro consistenza oggettiva (radicalità del vizio) nonché del rapporto corrente fra le stesse sul piano logico - giuridico e diacronico procedimentale (in questo senso si erano già pronunciate, sia pure incidentalmente, Ad. plen., n. 9 del 2014, pag. 36; Ad. plen. n. 7 del 2014, pag. 16 e 18; Ad. plen., 14 aprile 2010, n. 1; successivamente, funditus, Cons. Stato, Sez. V, 8 aprile 2014, n. 1662)”. Nel contempo l’ordine prescelto dei motivi appare pienamente conforme al principio dispositivo (in assoluto valorizzato dalla citata A.P. n. 5 del 2015), in quanto considera la determinazione processuale della ricorrente di subordinare la domanda di rinnovazione parziale rispetto a quella di rinnovazione totale della procedura.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto ai ricorsi incidentali proposti dalle tre controinteressate (Tiscali, BT Italia e Vodafone), il Collegio non condivide l’assunto delle stesse (vedi in particolare memoria ex art. 73 c.p.a. Tiscali pagg. 18 e ss.) secondo cui il relativo esame avrebbe necessaria priorità sulla trattazione di ogni ulteriore questione, stante l’effetto escludente del loro eventuale accoglimento, in pregiudizio della ricorrente, con conseguente inammissibilità per carenza di interesse del ricorso e di tutti motivi aggiunti proposti. In realtà, l’affermazione dell’esame necessariamente prioritario del ricorso escludente, nel caso di contrapposizione tra impresa ricorrente e imprese controinteressate partecipanti a procedura comparativa, non appare così perentoria ed assoluta neanche nelle pronunce richiamate a sostegno della tesi, stante quanto si legge nella recente del Cons. Stato, IV, 9 novembre 2015, n. 5091, laddove si afferma: “è corretta regola di trattazione dei motivi di ricorso (ben lo ricapitola da ultimo Cons. St., VI, 10 febbraio 2015 n. 713) che questo Giudice decida disponendo le questioni prospettate in ordine logico, anteponendo le questioni di rito a quelle di merito e dando priorità sì ai gravami incidentali, ma solo se essi abbiano carattere escludente, in rapporto alla stessa fase procedimentale. È comunque possibile effettuare un esame prioritario del ricorso principale, per ragioni logiche e di economia processuale, qualora esso sia manifestamente infondato, inammissibile, irricevibile o improcedibile. Tanto, ovviamente, avendo riguardo sia al principio dispositivo (che consente agli interessati di graduare le proprie domande, prospettandone alcune in via subordinata), sia alla facoltà del Giudice adito di seguire, per le eventuali ulteriori censure prospettate, un ordine logico di trattazione razionale, partendo dalle questioni a contenuto più satisfattivo e procedendo per quelle via via più ristrette nei limiti dell’interesse ai sensi dell’art. 34, c. 3, c.p.a.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In un successivo passaggio della sentenza in commento si legge poi che “in sostanza, il principio di parità delle armi, che è il portato della giurisprudenza comunitaria e che non richiede a rigori l' assoluta identità causale del vizio (bastando la deduzione di cause escludenti che afferiscano alla stessa fase procedimentale di verifica dell’ammissione a gara dell'impresa e della sua offerta), si ha solo quando: 1) – si versi all'interno del medesimo procedimento; 2) – gli operatori rimasti in gara siano solo due; 3) – il vizio che affligge le posizioni delle parti (nel procedimento, prima che in giudizio) sia identico non tanto in modo speculare, quanto sul piano della pari e definitiva efficacia escludente”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Risulta da quanto precede che quella della trattazione prioritaria del ricorso ad effetto escludente non è una scelta sempre ineluttabile. Nella specie, peraltro, manca la condizione di cui al punto 2) che precede (e cioè che gli operatori rimasti in gara siano soltanto due).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nella presente causa, pertanto, in quanto caratterizzata da massima complessità in relazione al numero delle parti ed all’elevato numero di censure che il Collegio deve esaminare, ragioni logiche e di economia processuale inducono alla previa trattazione nel merito di ciascuno dei motivi di ricorso e dei motivi aggiunti, considerato anche che il rigetto degli stessi o la loro ravvisata inammissibilità renderebbe superfluo, perché carente di interesse, l’esame dei ricorsi incidentali escludenti e costituirebbe soluzione maggiormente soddisfacente per gli interessi delle stesse controinteressate-ricorrenti incidentali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4. Sul I motivo di ricorso (violazione del principio di determinatezza dell’oggetto del contratto). Infondatezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.1. Si rinvia per il contenuto delle censure al superiore par. 2 della narrativa in fatto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per poter valutare la fondatezza della prima censura contenuta nel motivo “de quo” (fondata sull’argomento che la clausola “multi-fornitore”, con la connessa variabilità dei “volumi prestazionali” da erogare, non consentirebbe al singolo concorrente di poter formulare un’offerta consapevole con prezzi calibrati su tali “volumi”; infatti, essendo il prezzo in funzione delle quantità di prestazioni da rendere, la clausola in commento non consentirebbe la formulazione di un’offerta consapevole, basata sulla corretta valutazione della convenienza economica della prestazione da eseguire), si deve partire dal presupposto che la gara in esame è finalizzata alla stipula (non di un ordinario appalto di servizi ma) di un accordo-quadro e cioè di un contratto normativo alle cui condizioni si dovranno adeguare i futuri contratti “esecutivi” (in numero non predeterminabile) che gli assegnatari del contratto quadro andranno a stipulare con le singole Amministrazioni richiedenti, entro il limite economico costituito dalla quota parte di rispettiva assegnazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La gara (come tutte le procedure competitive di competenza della Consip S.p.a.) si conforma alla previsione di cui all’art. 26 della legge n. 488 del 1998 secondo cui il fornitore assume l’impegno di eseguire la prestazione oggetto di gara “fino a concorrenza di un quantitativo massimo”, stabilito dalla disciplina di gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La “lex specialis”, nella specie, si conforma alla prescrizione avendo fissato il solo limite massimo dell’impegno assumibile dal fornitore e le possibili percentuali alternative entro cui tale impegno potrà essere ripartito tra gli assegnatari, nelle diverse ipotesi verificabili (in concreto l’ammontare delle prestazioni che saranno in effetti eseguite sarà determinabile soltanto “ex post”, al termine del lungo periodo di esecuzione del contratto quadro OPA).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come già esposto, la lettera di invito (pag. 26 del doc. 6 ric.) - in ciò conformandosi in via applicativa al comma 2 dell’art. 83 CAD - contiene la c.d. clausola “multifornitore” che suddivide il contratto quadro (e quindi l’intero ambito dei possibili futuri contratti esecutivi del contratto quadro), in un numero di parti inferiore di un un’unità al numero delle offerte valide in graduatoria finale (il numero massimo di parti, in ogni caso, non può però essere superiore a quattro).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La tabella a pag. 26 della lettera di invito prevede in particolare che: le parti di fornitura da assegnare a seconda dei casi sarebbero state 2 ovvero 3 ovvero, al massimo, 4 con le seguenti rispettive quote percentuali di fornitura, da applicarsi all’importo globale massimo e con assegnazione della quota maggiore all’impresa aggiudicataria:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- 60% e 40% (in caso di due soli fornitori);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- 60%, 20% e 20% (in caso di tre fornitori);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- 52%, 16%, 16% e 16% (in caso di quattro fornitori) (come meglio specificato dal par. 6 della lettera di invito, doc. 6 ric.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò significa che il concorrente che risponde positivamente all’interpello Consip sa che il limite massimo del suo impegno sarà al massimo pari al 40% della fornitura potenziale, mentre il 60% spetterà al concorrente che ottiene l’aggiudicazione del contratto-quadro. Sussistono pertanto scenari alternativi che, per quanto plurimi, costituiscono comunque un numero limitato di fattispecie possibili, che appaiono comunque “calcolabili” in termini di potenziali volumi prestazionali massimi e di probabili costi e ricavi ad essi connessi, consentendo a ciascun concorrente di modulare l’offerta economica, compatibile con la propria struttura imprenditoriale e funzionale alle proprie scelte strategiche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E’ chiaro, in altri termini, che il livello di determinatezza dell’oggetto contrattuale che può essere preteso con riguardo ad un contratto-quadro non può essere il medesimo che può riferirsi ad un ordinario appalto pubblico per l’esecuzione di uno o più servizi specifici. Peraltro, anche se si prescindesse dalla contestata clausola “multi-fornitore”, margini di incertezza (che non significa però “aleatorietà” della causa del contratto), sono in ogni caso fisiologici ed inevitabili nell’impiego di uno strumento contrattuale come il contratto o accordo-quadro, pienamente ammesso dal nostro ordinamento (vedi artt. 83 CAD, art. 3, comma 13 e art. 59 Codice dei contratti pubblici), in cui il “volume prestazionale” (per usare la locuzione della ricorrente) è, per definizione, un volume teorico, potenziale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Peraltro, la principale obiezione al motivo in esame deriva dalla circostanza che Telecom ha partecipato a pieno titolo alla competizione per cui è causa (così come partecipò nel 2005 alla precedente edizione della gara per l’assegnazione del SPC ed ottenne parte della commessa pubblica), presentando in gara la propria offerta economica e che manifesta oggi la propria persistente aspirazione all’assegnazione di parte della fornitura, proprio sulla base di detta offerta (che evidentemente considera congrua e conforme ai parametri tecnico-economici fissati dalla S.A.), dimostrando così, essa stessa, di avere potuto formulare un’offerta consapevole, sulla base di quegli stessi documenti che compongono la legge di gara (documento descrittivo, lettera di invito, Allegato 2 a quest’ultima), che sono oggi contestati sotto il profilo dell’indeterminatezza oggettiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nel contempo, l’oggetto e la natura delle prestazioni sono definite in modo puntuale dal Capitolato tecnico e non vi sono dubbi sulla determinatezza dei servizi da svolgere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Concludendo sul punto, la gara appare conforme al modello definito dall’art. 26 della legge n. 488 del 1999 che prescrive la sola determinazione del limite massimo dell’impegno del fornitore e, più in generale, alla definizione dell’accordo quadro fornita dall’art. 3, comma 13, d.lgs. n. 163 del 2006 secondo cui “L'«accordo quadro» è un accordo concluso tra una o più stazioni appaltanti e uno o più operatori economici e il cui scopo è quello di stabilire le clausole relative agli appalti da aggiudicare durante un dato periodo, in particolare per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le quantità previste.”, il che lascia intendere che le quantità di prestazioni da rendere non debba essere necessariamente e con precisione individuato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.2. In merito alla violazione dell’art. 59, comma 9, d.lgs. n. 163 del 2006 per superamento della durata massima (quadriennale) dell’accordo quadro, il Collegio osserva che la disposizione invocata dalla ricorrente prevede espressamente che la durata predetta non costituisce per la centrale di committenza un limite invalicabile, stante l’inciso “salvo in casi eccezionali debitamente motivati, in particolare, dall’oggetto dell’accordo quadro”. Orbene è innegabile che nella specie ci si trovi, evidentemente, di fronte ad una procedura competitiva di eccezionale valore, non solo sul piano economico (l’importo di 2,4 miliardi di euro previsto a base di gara è più che eloquente), ma anche a livello strategico e di interesse pubblico, trattandosi dello sviluppo del sistema pubblico di connettività per le pubbliche Amministrazioni alla luce delle innovazioni tecnologiche intervenute nel settore, finalizzato ad assicurare la più ampia modernizzazione delle connessioni informative tra i diversi soggetti pubblici ed a migliorare, attraverso il sistema SPC2, l’efficienza dei servizi pubblici erogabili ai cittadini. Basti pensare che la precedente edizione della gara, avente il medesimo oggetto (c.d. SPC1), ha riguardato qualcosa come 34.835 sedi di amministrazioni acquirenti ed è realistico immaginare che su un ordine di grandezza non inferiore si attesteranno le future forniture dei servizi in oggetto, da erogare sulla base di SPC2. La gestione di un così elevato numero di contratti - elevato non solo per l’aggiudicataria Tiscali ma anche per le due concorrenti assegnatarie delle parti minoritarie (che, ad esito di gara invariato, sono pari al 20 % per ciascuna di esse) - comporterà un enorme sforzo organizzativo per tutte le imprese interessate, il che, a maggior ragione, è confermato ove si ponga mente al “mix” di tipologie di servizio in concreto erogabili sulla base dei singoli appalti da stipulare, corrispondenti ai 117 servizi elementari di cui SPC2 si compone. La documentazione di gara attesta, in modo auto-evidente, la straordinaria complessità delle prestazioni oggetto di gara e la rilevanza dell’interesse pubblico ad esse sotteso, peraltro implicita nella stessa definizione che del SPC è data dall’art. 77 del CAD. Va inoltre evidenziato che – seppur in misura diversificata a seconda della disponibilità e della diffusione delle infrastrutture di rete da parte del singolo operatore di settore (la quale, com’è intuitivo, è massima soltanto per l’operatore dominante) – sia l’aggiudicataria che le imprese assegnatarie dovranno ammortizzare i rilevanti investimenti necessari per raggiungere, in modo capillare, le diverse sedi amministrative diffuse lungo l’intero territorio nazionale, circostanza che concorre, anch’essa, a far apparire la durata di 84 mesi ampiamente giustificata (sul punto giova precisare che la rete che i concorrenti devono dimostrare di possedere come requisito per la partecipazione alla gara non è da sola sufficiente per la copertura dei servizi oggetto di futura assegnazione, il che rende necessario il ricorso a consistenti investimenti futuri).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.3. Infondata è anche l’ulteriore censura contenuta nel motivo di ricorso sub I, specificamente diretta a contestare la scelta di Consip di applicare il criterio del prezzo più basso ai fini dell’aggiudicazione. Al riguardo, secondo l’orientamento consolidato della giurisprudenza amministrativa, “sia la scelta del criterio più idoneo per l'aggiudicazione di un appalto (tra quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa e quello del prezzo più basso), sia la scelta dei criteri più adeguati (tra quelli esemplificativamente indicati dall'art. 83 del d. lgs. 12 aprile 2006, n. 163 ) per l'individuazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, costituiscono espressione tipica della discrezionalità della stazione appaltante e, impingendo nel merito dell'azione amministrativa, restano sottratte al sindacato di legittimità del giudice amministrativo (peraltro nel caso di specie nemmeno sollecitato col ricorso di primo grado, in relazione alla congruità e logicità dei criteri stessi in rapporto alle previsioni di capitolato inerenti la struttura dell’offerta tecnica), con la conseguenza che il giudice amministrativo non può sostituire con proprie scelte quelle operate dall'Amministrazione” (Cons. Stato, sez. III, 15 aprile 2013 che a propria volta cita Cons. Stato, sez. V, 19 novembre 2009 , n. 7259; vedi in termini anche TAR Lazio, sez. II, 5 febbraio 2014, n. 1432; TAR Liguria, sez. II, 28 novembre 2013, n. 1449). Pertanto la Consip, nell’esercizio dell’ampia discrezionalità che in generale compete alle amministrazioni aggiudicatrici in materia, era pienamente legittimata ad adottare, il criterio “de quo”, in quanto nessuna delle disposizioni invocate dalla ricorrente e, in particolare, né l’art. 83 CAD, né l’art. 59 del d. lgs. n. 163 del 2006, imponevano l’adozione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Va anzi detto che un’ipotetica scelta in questa direzione avrebbe determinato problemi applicativi di non poco conto, in quanto non avrebbe garantito quella omogeneità tecnologica dei servizi che compongono il sistema, che soltanto la puntuale definizione di tutti gli aspetti tecnici da parte della S.A. poteva garantire (vedi il Capitolato Tecnico Consip, doc. 3 res.) e, nella successiva fase dell’interpello, avrebbe comportato il vincolo (problematico, sotto vari profili) per le imprese assegnatarie “successive” di adeguarsi alle diverse soluzioni tecniche escogitate dall’aggiudicataria. Inoltre, non è condivisibile l’affermazione della ricorrente, secondo cui il criterio prescelto non assicurerebbe la competizione sul piano della “qualità delle prestazioni”, per la semplice ragione che le caratteristiche tecniche e la qualità dei servizi da erogare, invero, è assicurata dal puntuale (e doveroso) rispetto del Capitolato tecnico da parte delle imprese assegnatarie. Costituisce infine “petizione di principio” l’asserzione secondo cui il meccanismo selettivo in oggetto favorirebbe l’assunzione di rischi eccessivi da parte delle imprese partecipanti e la formulazione di offerte incongrue, trattandosi di valutazione che può farsi soltanto “ex post”, in rapporto alle offerte effettivamente presentate, avendo la S.A. il potere-dovere di eseguire tutte le verifiche e gli approfondimenti istruttori del caso, ai sensi del’art. 86 d.lgs. n. 163/2006, sulle offerte ritenute anomale, come nei fatti avvenuto nella specie, nel corso del successivo iter procedimentale (quando sono state sottoposte ad approfondita verifica di anomalia sia l’offerta di Tiscali che quella di BT Italia).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il motivo sub I del ricorso introduttivo, per le ragioni che precedono, va respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5. Sul II motivo di ricorso (adozione di una procedura sostanzialmente negoziata attraverso il meccanismo dell’allineamento ai prezzi della migliore offerta/vincoli regolatori sui prezzi che Telecom, quale operatore dominante, può praticare e conseguente prevedibilità della sua offerta). Infondatezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si rinvia per il contenuto delle censure al superiore par. 2 della narrativa in fatto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Motivo II è complessivamente infondato e deve essere respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.1. Le critiche al meccanismo dell’allineamento al miglior prezzo - che, ad avviso della ricorrente, determinerebbe l’illegittima apertura di una procedura negoziata al di fuori dei casi ammessi dalla normativa nazionale e dalla Direttiva n. 18 - sono già state in larga parte affrontate nel precedente par. 2. Il Collegio, pertanto, non può che ribadire che il meccanismo sancito dal punto 6.1 della lettera di invito (doc. 6 ric.) - secondo cui “l’assegnazione delle parti della fornitura successive alla prima è subordinata all’accettazione, da parte dei rispettivi fornitori assegnatari, a prestare servizi nelle medesime condizioni di prezzo offerte dal Fornitore aggiudicatario” – è pienamente conforme all’art. 83 CAD il quale, se non impone, certamente autorizza il meccanismo dell’allineamento all’offerta dell’aggiudicatario, il quale corrisponde alla “ratio” che sostiene la previsione (necessità di assicurare una pluralità di fornitori nell’erogazione dei servizi che compongono il SPC ma alle migliori condizioni contrattuali per le pp.AA. beneficiarie dei servizi). Per le ragioni sopra ampiamente esposte la norma “de qua” non presenta profili di contrasto né con specifiche disposizioni della Direttiva o del Codice, né con i principi che essa scaturiscono.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Contrariamente a quanto sostenuto dalla società ricorrente, l’interpello post-competitivo non apre una procedura negoziata al di fuori dei casi tassativi in cui essa è consentita dalla Direttiva e dallo stesso Codice dei contratti pubblici (v. artt. 56 e 57) in quanto, in realtà, manca in radice la negoziazione tra concorrente e amministrazione aggiudicatrice: una volta avutasi l’aggiudicazione al miglior offerente, il fornitore che, sulla base della sua collocazione in graduatoria, è destinatario dell’interpello della Consip, non è legittimato a negoziare alcunché ma si trova piuttosto in una condizione analoga a quella del destinatario di una proposta irrevocabile a termine (i cui contenuti sono già integralmente determinati “per relationem” attraverso il richiamo integrale ai prezzi offerti dall’aggiudicatario). Come già in precedenza esposto, detto destinatario, aderendo alla proposta entro il termine perentorio sancito dalla “lex specialis”, determina il perfezionamento del vincolo contrattuale, senza poter rilanciare o contro-proporre alcunché. Quindi, ontologicamente, il fornitore/accettante non formula un’offerta bensì accetta una proposta a condizioni già predefinite. Per questo, come pure già sottolineato, non trovano applicazione le disposizioni della Direttiva richiamate dalla società ricorrente, circa il divieto di doppia offerta , ovvero di rimodulazione o negoziazione dell’offerta stessa al di fuori delle procedure competitive,..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La procedura così congegnata (o, meglio, la fase dell’interpello che si apre dopo l’aggiudicazione) non appare in contrasto con i principi di concorrenza e “par condicio” tra gli operatori economici che partecipano alla gara per la stipula del contratto-quadro, in quanto la norma prevede che la concorrenzialità si dispieghi pienamente nella fase anteriore all’interpello, concepita come procedura comparativa (nella specie, ristretta) che si svolge nel pieno rispetto delle pertinenti disposizioni del Codice dei contratti pubblici (cfr. in particolare l’art. 59). Dunque è assicurata la concorrenzialità dell’aggiudicazione al miglior offerente che non viene certamente azzerata o superata dalla successiva fase dell’interpello, che in realtà non lede la “par condicio” in quanto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- tutti i concorrenti sono nella stessa condizione iniziale di aderirvi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- i concorrenti interpellati, nell’ordine di graduazione derivante dalla rispettiva collocazione nella graduatoria, non sono obbligati ad allineare i prezzi ma possono liberamente decidere se accettare l’allineamento oppure rifiutarlo (come in effetti ha fatto Telecom)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la successione degli interpelli deve comunque tener conto della collocazione dell’impresa in graduatoria avendo priorità la concorrente (dopo l’aggiudicataria) meglio classificata;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la misura è in realtà pro-competitiva impedendo che un accordo quadro di enorme entità sia concentrato nella mani di un unico fornitore, per quanto autore dell’offerta rivelatasi migliore, consentendo anche ad imprese in posizioni deteriori in graduatoria di avere delle “chances” (altrimenti, inesistenti) per aggiudicarsi una parte della commessa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in questa ottica, visto l’esito della gara e l’affidamento della parte più rilevante della commessa oggetto di gara al primo classificato, l’interesse della Telecom non potrebbe trarre alcun beneficio dalla soppressione della fase dell’interpello post-gara, giacché eliminerebbe le sue residue “chances” di ottenere quanto meno una quota residua di minor rilevanza (e questo vale anche nella prospettiva di una rinnovazione parziale della procedura, a seguito dell’espulsione delle offerte di Tiscali, BT Italia e Vodafone, dal momento che in tal caso l’affidamento avrebbe come destinataria <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>, meglio classificata rispetto alla ricorrente); è semmai la prima classificata (Tiscali) che avrebbe potuto dedurre un pregiudizio certo derivante dall’applicazione della clausola in esame la quale la priva di una quota cospicua degli erogandi servizi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A quanto precede si aggiunge che, proprio perché non si tratta di offerta sottoposta a valutazione comparativo-selettiva, ma di libera accettazione di una proposta predefintita nei contenuti, non assoggettata ad alcuna valutazione intrinseca, è fuori luogo il rilievo relativo alla omessa previsione di un’ipotetica verifica di anomalia rispetto a dichiarazioni che, strutturalmente, non costituiscono offerta economica nell’ambito di una gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La censure, pertanto, non meritano accoglimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.2. Sempre nell’articolazione del secondo motivo di ricorso Telecom Italia sottolinea di non poter praticare verso le pp.a.a. prezzi non riproducibili da un qualsiasi operatore concorrente e cioè inferiori ai costi da questo sostenuti, maggiorati di un congruo margine di utile; i vincoli di prezzo, imposti dall’Autorità di regolazione alla società ricorrente, nei rapporti contrattuali dell’operatore dominante con gli operatori alternativi (c.d. “olo”), per la fornitura dei servizi intermedi o “wholesale”, comporterebbero, secondo la medesima ricorrente, le seguenti conseguenze: possibilità degli altri partecipanti alla competizione di conoscere in anticipo la relativa offerta; impossibilità di Telecom di ridurre i corrispettivi per adeguarsi a quelli offerti dal primo classificato perché, per fare questo, dovrebbe violare i suddetti vincoli regolatori sui prezzi per i servizi intermedi o “wholesale”. La censura non è condivisibile per un duplice ordine di ragioni: a) l’affermazione di Telecom circa il divieto legale di abbattere i prezzi soggetti alla regolazione dell’AGCOM è contraddittoria, in quanto implica la tacita ammissione che i prezzi praticati da Telecom agli “olo”, per i servizi intermedi, siano più elevati del dovuto, dal momento che il criterio economico fondamentale a cui l’Autorità si ispira nel fissarli è quello dell’orientamento al costo, onde non porre i concorrenti dell’operatore dominante in una condizione deteriore; b) va in ogni caso evidenziato che delle quattro categorie di macroservizi oggetto di gara ben tre non sono soggette a regolamentazione dei prezzi e, precisamente, i servizi attinenti a Sicurezza, Comunicazione evoluta e Supporto Professionale mentre nell’ambito dei Servizi di Trasmissione Dati sono deregolamentati i servizi ottici e satellitari, il che comporta la sicura presenza di ampi margini di manovra in capo a Telecom, nel proporre i prezzi correlativi agli svariati servizi di cui il sistema di connettività si compone e, quindi, nella formulazione della stessa offerta economica complessiva, con conseguente non prevedibilità di essa. Peraltro, ad ulteriore confutazione dell’affermazione della ricorrente, vanno considerate le tre tabelle depositate dalla resistente Consip S.p.a. sub 4 e sub 16 della propria produzione documentale (cfr. pag. 19 memoria Consip per l’udienza pubblica), ove si dimostra che, con riguardo ad una serie di servizi di base, “evoluti” e quindi “su portante ottica”, l’offerta di Tiscali è superiore, in modo significativo, al prezzo “regolatorio” al di sotto del quale Telecom non può andare. Ciò comporta che, avuto riguardi ai servizi (di numero rilevante) di cui alle menzionate tabelle, la ricorrente, riducendo i propri margini di utile, avrebbe potuto eguagliare in convenienza, se non superare, l’offerta di Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6. Sul III e IV dei motivi aggiunti. Infondatezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si rinvia per il contenuto delle censure al superiore par. 3 della narrativa in fatto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Motivo III è infondato e deve essere respinto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Esso si riferisce all’Avviso di rettifica con cui la S.A. ha disposto l’eliminazione dall’oggetto dalla gara dei “servizi di calcolo e memorizzazione” (in sintesi, secondo la ricorrente in tal modo è stata estromessa, dal novero dei servizi oggetto di gara, l’unica componente prestazionale “deregolamentata”, sulla quale Telecom avrebbe avuto la possibilità di essere competitiva nella formulazione dell’offerta; dall’eliminazione di detta tipologia di prestazioni, priva di motivazione, discenderebbe l’ulteriore riduzione, se non la cancellazione, delle “chances” di Telecom Italia di aggiudicarsi una parte del contratto quadro).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto all’asserita invalidità derivata dai vizi che renderebbero illegittima la “lex specialis” (III motivo) è sufficiente richiamare quanto sopra argomentato in merito all’infondatezza del ricorso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto all’ulteriore profilo, dedotto con il IV motivo, il Collegio, “mutatis mutandis”, ritiene di poter estendere ad esso i medesimi argomenti sopra utilizzati al fine del rigetto della censura relativa alla adozione del criterio del prezzo più basso (in luogo di quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa), spettando alla scelta discrezionale della S.A., tendenzialmente insindacabile, la scelta dell’oggetto e la strutturazione della gara. Nella specie la scelta correttiva compiuta da Consip non presenta aspetti di illegittimità e/o di irrazionalità se si considera che il SPC, come delineato dagli art. 73 e ss. del CAD, non contempla i servizi di calcolo e memorizzazione (“Hosting” e “Data Storage”). La stessa, per quanto possibile nella presente sede, appare anche opportuna in considerazione del dato tecnico e fattuale per cui i servizi “de quibus” (c.d. “cloud”), sono stati interessati da interessanti innovazioni e vengono svolti da soggetti imprenditoriali che esulano dalla ristretta cerchia dei grandi gruppi societari che sono in grado di svolgere servizi di trasporto dati ai livelli quantitativi e qualitativi prescritti nella presente gara. Le considerazioni della ricorrente finiscono per essere valutazioni di mera opportunità peraltro rivolte alla convenienza del mantenimento dei servizi in questione nel proprio interesse e non nell’interesse della p.A..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla fine del 2013, peraltro, Consip S.p.a. ha indetto una specifica gara per i citati servizi di “Hosting” e “Data Storage”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Entrambi i motivi articolati nel primo atto per motivi aggiunti debbono pertanto respingersi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7. Secondo atto di motivi aggiunti (motivo V). Infondatezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per l’esposizione dello specifico motivo si richiama la superiore narrativa in fatto, (par. 5). Non può accertarsi alcuna invalidità derivata della lettera di invito, stante l’infondatezza di tutti i motivi anteriori e già passati in rassegna.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Parte ricorrente reitera ed approfondisce, con ulteriori argomentazioni, la censura relativa alla dedotta illegittimità dell’eliminazione dal’oggetto della gara dei servizi di “Hosting” e “Data Storage” poc’anzi esaminati. Il Collegio, ribadendo le considerazioni già svolte, rileva che la censura è infondata atteso che detti servizi (detti anche servizi “cloud”):<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sono oggettivamente diversi dalle comunicazioni elettroniche a cui il SPC afferisce;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- non sono regolamentati né soggetti ad autorizzazioni o licenze;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sono erogati avvalendosi di infrastrutture diverse da quelle necessarie alla erogazione dei servizi di telecomunicazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- sono sempre stati affidati, in passato, attraverso la stipula di contratti quadro distinti da quelli aventi ad oggetto i servizi di connettività;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- possono essere forniti da operatori diversi rispetto a quelli che erogano i servizi di connettività, all’interno di un mercato diverso e ben più variegato rispetto a quello a cui fa riferimento al gara in oggetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’ulteriore censura di Telecom Italia investe la previsione di cui al par. 1, pagg. 6 e ss., Allegato 2 della lettera di invito (doc. 6 ric.), secondo cui i fornitori assegnatari possono acquistare direttamente dal concorrente aggiudicatario (che è obbligato a fornirli) i servizi di trasporto dati STDE e STDO, dettagliatamente descritti nel Capitolato Tecnico, mediante contratti c.d. “OPO” aventi ad oggetto tali servizi ma con uno sconto del 5% rispetto al prezzo destinato, per gli stessi servizi, agli utenti finali (amministrazioni beneficiarie) in base al contratto “OPA”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Secondo la ricorrente l’obbligo in questione - che la “lex specialis” stabilisce a carico della società aggiudicataria – non costituirebbe adeguato “contrappeso all’obbligo di adeguamento del prezzo ai corrispettivi offerti dal primo classificato da parte degli altri assegnatari…”, in quanto avente portata limitata soltanto ad una parte dei servizi oggetto di gara (e rientranti nel contratto quadro OPA destinato a regolare i contratti tra fornitore ed amministrazione beneficiaria ed avente una durata di 24 mesi, assai ridotta rispetto all’intera durata del contratto OPA, pari a 84 mesi).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In realtà la prospettiva in cui si pone la ricorrente appare arbitraria, non essendoci alcuna disposizione di gara o di legge che ponga una precisa relazione funzionale tra contratto OPO e contratto quadro OPA. E’ di intuitiva evidenza che il primo possa svolgere una funzione incentivante rispetto alle scelte di allineamento dei fornitori classificatisi alle spalle della prima classificata ed attinti dall’interpello. Ciò non significa però che l’OPO costituisca una “contrappeso economico”, diretto a compensare i minori ricavi che i fornitori assegnatari (non aggiudicatari) conseguiranno rispetto alle offerte presentate in gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In realtà la scelta, anche su questo specifico aspetto, è stata del tutto discrezionale, dovendosi ammettere che la S.A. non era tenuta a prevedere affatto una misura di questo genere e quindi, a maggior ragione, non era tenuta a forgiare lo strumento dello sconto OPO per i servizi richiesti dai fornitori, nei termini pienamente “compensativi” pretesi da parte ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La censura travalica pertanto in valutazioni di puro merito (attiene cioè all’opportunità delle scelte compiute da Consip nella strutturazione della legge di gara) e, per questo, va respinta, al pari del motivo sub V nella sua interezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8. Terzo atto di motivi aggiunti (motivi VI e VII). Infondatezza/inammissibilità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con terzo atto di motivi aggiunti e contestuale istanza di misure cautelari, come visto, Telecom Italia S.p.a. impugna: - il verbale della seduta della Commissione aggiudicatrice del 19.12.2014, nel corso della quale sono state predisposte le graduatorie provvisorie e considerate non anomale le offerte di Tiscali e BT Italia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la nota Consip S.p.a. del 24.12.2014, concernente l’esito positivo del procedimento di verifica dell’anomalia;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la nota Consip S.p.a. del 12.1.2015, relativa alla richiesta della S.A. a Telecom di adeguare la propria offerta a quella di Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con il motivo sub VI la ricorrente deduce l’invalidità derivata degli atti menzionati sulla base dei vizi dedotti negli atti precedentemente notificati. L’infondatezza di questi ultimi, per le ragioni già esplicate, determina senz’altro la reiezione del motivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto alle ragioni di ulteriore doglianza espresse nel motivo VII (avente ad oggetto la violazione degli artt. 86 e ss. d.lgs. n. 163 del 2006 e l’eccesso di potere sotto diversi profili) il Collegio osserva che, per ammissione della stessa ricorrente, le critiche allo svolgimento della verifica di anomalia sulle due migliori offerte (Tiscali e BT Italia) vengono svolte “al buio”, cioè in un momento in cui la stessa ricorrente non conosceva ancora la documentazione attinente alle attività verifica eseguite ai sensi dell’art. 86 d. lgs. n. 163 del 2006.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le doglianze, richiamandosi ad alcuni principi tecnici ed economici oltre che a criteri metodologici a cui, secondo Telecom, il seggio di gara avrebbe dovuto adeguarsi, assumono carattere palesemente ipotetico, senza alcun concreto riferimento alle giustificazioni addotte ed ai documenti prodotti dalle due società in sede di verifica di anomalia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il carattere astratto ed ipotetico delle censure rende le medesime inammissibili, salva la necessità di ritornare in prosieguo sulle questioni attinenti all’anomalia dell’offerta, nell’esame delle successive censure che investono la congruità delle offerte delle società contro, svolte con riguardo a profili e voci delle offerte economiche effettivamente presentate ed alle giustificazioni in effetti addotte a sostegno della congruità di esse.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9. Quarti motivi aggiunti. Inammissibilità/infondatezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.1. Come visto nella superiore narrativa in fatto, con i motivi in esame la ricorrente svolge quattro distinte censure, rispettivamente attinenti:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- al carattere “condizionato” dell’offerta di British Telecom Italia (motivo VIII);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- all’“incompletezza” dell’offerta di Vodafone, oltre a ciò sottoscritta da persona priva dei necessari poteri rappresentativi (motivo IX);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- alla mancata verifica di anomalia delle offerte di BT Italia e Vodafone allineatesi alla offerta della prima classificata Tiscali (motivo X);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- al contenuto della lettera di interpello inviata alla Vodafone nella quale la S.A. fornisce (indebitamente, ad avviso della ricorrente) l’informazione secondo cui soltanto uno dei due soggetti interpellati in precedenza ha dichiarato di adeguare le proprie condizioni economiche a quelle del miglior offerente (motivo XI).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.2. Il Collegio richiama integralmente quanto sopra esposto (par. 3) in merito alla natura strumentale degli interessi sottesi all’azione giudiziale complessivamente promossa da Telecom Italia. Si è già detto dei limiti della strumentalità dell’interesse sostanziale che sostiene il ricorso (strumentalità “radicale”, riferita al travolgimento dell’intera procedura e, con riguardo ai motivi diretti all’esclusione delle concorrenti, strumentalità “attenuata”, in quanto diretta alla rinnovazione della sola fase finale della gara e del successivo interpello), entro i quali il Collegio deve valutare l’ammissibilità dei diversi motivi dedotti in progressione dalla ricorrente, la quale non può invece aspirare, neanche in astratto, all’assegnazione di quota-parte del contratto quadro alle condizioni offerte da Tiscali S.p.a., stante la sua decisione di dare risposta negativa all’interpello (doc. 8 Consip), circostanza che la priva della possibilità di adeguarsi a tali condizioni, anche nel caso in cui si rivelassero in ipotesi fondati i suoi motivi “escludenti” nei confronti di BT Italia e Vodafone Omnitel.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si intende dire che l’interesse legittimante l’impugnazione degli atti considerati dai quarti motivi aggiunti non sarebbe ravvisabile nell’ipotesi in cui fossero fondate sia le censure avversanti la posizione di BT Italia che quelle proposte contro la Vodafone, ove si ritenessero infondate le censure escludenti nei confronti dell’aggiudicataria Tiscali. Ritiene infatti il Collegio che non vi sarebbe doverosa rinnovazione della gara nel caso di mancanza totale di allineamenti all’unica offerta vincitrice, il che significa che, anche se fosse confermata la congruità della sola offerta di Tiscali, ciò sarebbe di per sé sufficiente ad impedire ogni aspirazione di Telecom Italia alla rinnovazione della gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.3. Tale convincimento si basa sulla piana lettura del punto 6.1 della lettera di invito (doc. 6 ric. pag. 25) ove testualmente si afferma che “il numero di offerte valide deve essere almeno pari tre; non si procederà all’aggiudicazione della gara nel caso in cui vi sia un numero di offerte valide inferiore a tre”. L’ipotesi di gara deserta (con la conseguente necessità di rinnovazione dell’intera procedura) viene così con nettezza collegata alla sola fattispecie in cui vi sia un numero di offerte valide presentate inferiore a tre (ipotesi non verificatasi nella specie) e non anche alla ipotesi, del tutto distinta e non contemplata, di aggiudicazione “solitaria” dell’intero contratto quadro all’offerta risultata vincitrice, per mancanza di adesioni all’interpello post-competitivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La diversa soluzione propugnata da Telecom Italia, oltre a non trovare alcun appiglio testuale negli atti di gara, si presterebbe ad usi strumentali sulla base di condotte volontariamente assunte da alcuni concorrenti che, ove insoddisfatti per l’offerta economica dell’aggiudicataria, potrebbero condizionare l’esito della gara ed impedirne l’assegnazione semplicemente non aderendo (in accordo tra di loro) all’interpello, nonostante la presentazione di tre o più offerte valide.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non può condurre a diversa soluzione, perché irrilevante, il chiarimento di diverso tenore fornito dalla S.A. sulla domanda n. 32 della terza “tranche” di chiarimenti (doc. 11 Tiscali). Seguendo i migliori indirizzi giurisprudenziali, i chiarimenti hanno una valenza soltanto interpretativa la quale assume un ruolo di particolare importanza nella ricostruzione dell’esatta portata di clausole della “lex specialis” che siano equivoche, ambigue. Mai il chiarimento può condurre all’introduzione di nuovi contenuti e cioè all’integrazione, modificazione, innovazione degli atti di gara laddove, come nella specie, il testo della clausola sia inequivocabile, mentre l’interpretazione autentica della S.A. condurrebbe alla creazione “ex novo” di una fattispecie di “gara deserta” in nessun modo ricavabile dal testo della disposizione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In tal caso si avrebbe violazione del “rigoroso principio formale della lex specialis posto notoriamente a garanzia dei principi di cui all’art. 97 della Costituzione” (Tar Lombardia, sez. IV, 4 giungo 2015, n. 1294; Cons. Stato, sez. III, 20 aprile 2015, n. 1993).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.4. Tutto quanto precede conduce a ritenere ammissibili le censure articolate nel quarto atto di motivi aggiunti ed a scorgere un interesse al loro accoglimento soltanto subordinatamente all’accoglimento delle censure (vedi in particolare motivo XII) che condurrebbero all’esclusione dalla gara dell’offerta di Tiscali per anomalia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Diversamente il loro accoglimento (quindi, il loro stesso esame) sarebbe superfluo in quanto la gara andrebbe comunque aggiudicata a Tiscali, senza possibilità di riconoscere la pretesa alla rinnovazione totale della gara vantabile dalla ricorrente, anche nel caso in cui essa riuscisse a dimostrare la fondatezza dei motivi in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.5. Peraltro, per completezza e con la massima sinteticità consentita, va detto che nessuna delle doglianze dedotte da parte ricorrente con i “quarti motivi aggiunti” è fondata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.5.1. Quanto al motivo sub VIII, l’accettazione di BT Italia contiene esplicitamente “l’impegno irrevocabile e incondizionato” ad eseguite le prestazioni ai prezzi proposti dal miglior offerente. Il richiamo al decreto cautelare presidenziale n. 296 del 2015, reso nel corso del giudizio proposto dalla stessa BT Italia, è contenuto nella sola lettera di accompagno e non nella separata dichiarazione di accettazione (doc. 15 ric.; doc. 17 res.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Esso si limita a riferire un dato storico, oggettivo (l’adozione del decreto presidenziale che rigettava la domanda di sospensione cautelare “ante causam”), il quale non è idoneo a modificare il contenuto espresso della dichiarazione di impegno che, in sé considerata, non manifesta alcun assoggettamento a condizioni, né espresse né implicite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il motivo è pertanto infondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.5.2. Quanto al motivo sub IX, il Collegio ne rileva l’infondatezza in quanto i sensi del’Allegato 2bis alla lettera di invito (doc. 2b Vodafone), l’esclusione è prevista soltanto nell’ipotesi di mancato compilazione di un “prezzo unitario” (relativo ad uno qualsiasi dei numerosi servizi di cui si compone il SPC2). Nella specie Vodafone, in realtà, ha indicato il prezzo unitario sia in relazione al servizio ETEP 1, che in relazione al servizio ETEP 2. Detto prezzo unitario si componeva, per entrambi i servizi, di due componenti: canone “una tantum” e canone mensile. L’offerta della Vodafone non indica un valore per il primo ma lo quantifica per il secondo, il che significa che un prezzo unitario (coincidente con il valore del canone mensile) è stato indicato e non omesso, né formulato come pari a zero.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La distinta censura, relativa alla mancanza di adeguati poteri rappresentativi in capo al sottoscrittore dell’offerta, è infondata in punto di fatto. La Vodafone ha dimostrato in corso di causa che la procura al sig. Benedetto Brogelli è stata conferita dal Direttore Enterprise della società, per atto pubblico in data 19.3.2013 (doc. 9 Vodafone) e che essa comprende il potere di sottoscrivere e presentare offerte in gare indette, in qualunque forma, da qualsiasi soggetto pubblico o privato, di stipulare i relativi contratti, di indicare prezzi coerenti con quelli a base della gara (doc. 9, pag. 4). I poteri sono conferiti senza limitazioni di importo o valore economico e senza limitazioni riferite all’oggetto delle procedure di affidamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.5.3. Del pari infondato è il motivo sub X (mancata verifica dell’anomalia delle “offerte allineate” di BT e Vodafone). Al riguardo è sufficiente richiamare quanto già sopra esposto circa la natura della dichiarazione di allineamento ai prezzi offerti dall’impresa aggiudicataria (Tiscali), la quale non integra un’offerta competitiva, ma una accettazione (della proposta proveniente dalla Consip) che l’impresa a ciò legittimata può liberamente dichiarare oppure no, senza poterne tuttavia determinare i contenuti, già integralmente predisposti dalla legge di gara, “per relationem”, mediante il rinvio alle condizioni economiche proposte nell’offerta risultata vincitrice.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Data la fondamentale diversità rilevata nella natura stessa dell’atto di cui trattasi, non trovano applicazione le disposizioni di cui all’art. 86 e ss. d. lgs. n. 163 del 2006, né possono considerarsi pertinenti disposizioni o principi in materia di anomalia dell’offerta ricavabili dalla Direttiva n. 18/04.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.5.4. Quanto al contenuto della lettera di interpello inviata alla Vodafone nella quale la S.A. fornirebbe (indebitamente, ad avviso della ricorrente) l’informazione secondo cui soltanto uno dei due soggetti già interpellati ha dichiarato di adeguare le proprie condizioni economiche a quelle del miglior offerente (motivo XI), il Collegio, riprendendo le considerazioni svolte al precedente par. 9.3. sulla portata della clausola di cui al punto 6.1 della lettera di invito, esclude che l’informazione ricevuta potesse attribuire alla Vodafone alcun vantaggio competitivo in quanto, a prescindere dalla conoscenza dell’accettazione di BT Italia, il rifiuto opposto all’ allineamento non avrebbe comunque potuto determinare un esito di “gara deserta” stante la presentazione di ben sei offerte valide in gara.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10. Sull’anomalia dell’offerta di Tiscali Italia S.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si rinvia alla superiore narrativa in fatto (par. 9) per l’esauriente esposizione delle censure, articolate dalla ricorrente nel XII motivo di gravame, integralmente diretto a dimostrare l’anomalia insanabile dell’offerta della prima classificata, Tiscali Italia S.p.a., la quale, non avendo presentato alla S.A. giustificazioni idonee a spiegare le ragioni del PTP (prezzo totale ponderato) globalmente offerto, rivelatosi, secondo la ricorrente, incomprensibilmente basso, meriterebbe per questo di essere esclusa dalla procedura ristretta oggetto della presente causa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10. 1. Il Collegio, doverosamente, premette alcuni cenni all’ormai consolidata posizione assunta dalla giurisprudenza amministrativa, in tema di limiti al sindacato giurisdizionale sulla verifica dell’anomalia dell’offerta che spetta, esclusivamente, all’organo a ciò deputato nell’ambito dell’Amministrazione aggiudicatrice, la quale, nel valutare congrue o non congrue le giustificazioni addotte dall’impresa aggiudicataria sottoposta a verifica, esprime comunque valutazioni, che sono tipica espressione di discrezionalità tecnica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In termini più puntuali, ciò significa che, nelle gare pubbliche di appalto, la valutazione di anomalia dell’offerta va fatta considerando tutte le circostanze del caso concreto, poiché, ad esempio, anche un utile all’apparenza modesto può comportare un vantaggio significativo sia per la prosecuzione in sé dell’attività dell’impresa in futuro, sia per la qualificazione della stessa, cosicché nelle gare pubbliche non è possibile stabilire una soglia minima di utile al di sotto della quale l’offerta deve essere considerata anomala (salvi i casi in cui il margine positivo risulta pari a zero).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il giudizio sull’anomalia delle offerte presentate in una gara di appalto è un giudizio ampiamente discrezionale, espressione paradigmatica di discrezionalità tecnica, sindacabile solo in caso di manifesta e macroscopica erroneità o irragionevolezza; il Giudice Amministrativo può sì sindacare le valutazioni della P.A., ma ciò gli è consentito soltanto sotto i profili della logicità, della ragionevolezza e dell’adeguatezza dell’istruttoria, non potendo egli procedere ad una autonoma verifica della congruità dell’offerta e delle singole voci, il che costituirebbe un’inammissibile invasione della sfera propria della p.A.. Tale sindacato rimane limitato ai casi di macroscopiche illegittimità, quali errori di valutazione gravi ed evidenti, oppure valutazioni abnormi o inficiate da errori di fatto (vedi, ex multis, Cons. Stato, sez. V, 2 dicembre 2015, n. 5450; id. sez. III, 10 novembre 2015, n. 5128; id., sez. III, sentenza 22 gennaio 2016 n. 211).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre il procedimento di verifica dell’anomalia dell’offerta non ha carattere sanzionatorio e non ha per oggetto la ricerca di specifiche e singole inesattezze dell’offerta economica, mirando piuttosto ad accertare in concreto che l’offerta, nel suo complesso, sia attendibile ed affidabile in relazione alla corretta esecuzione dell’appalto. Esso mira a garantire e tutelare l’interesse pubblico concretamente perseguito dall’Amministrazione attraverso la procedura di gara per l’effettiva scelta del miglior contraente possibile ai fini dell’esecuzione dell’appalto, così che l’esclusione dalla gara dell’offerente per l’anomalia della sua offerta è l’effetto della valutazione (operata dall’Amministrazione appaltante) di complessiva inadeguatezza della stessa rispetto al fine da raggiungere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un sindacato nel dettaglio sui singoli aspetti è, dunque, precluso al Giudice Amministrativo, al quale non è consentito di procedere ad una autonoma valutazione della congruità o meno di singole voci, non potendo egli svolgere una attività valutativa rimessa, quanto alla sua intrinseca manifestazione, unicamente all’Amministrazione procedente (cfr. Cons. Stato, sez. VI, 14 agosto 2015, n. 3935; id., sez. V, 22 dicembre 2014, n. 6231).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.2. Così chiariti i limiti del sindacato consentito a questo Giudice sul giudizio concretamente espresso dalla Commissione giudicatrice, si rileva che quest’ultima è pervenuta a giudicare come non anomala l’offerta della Tiscali Italia, all’esito delle verifiche svolte (che hanno riguardato anche l’offerta di BT Italia), protrattesi per circa nove mesi, che, dalla documentazione prodotta in causa dalla Consip S.p.a. (vedi, in particolare docc. 21, 24, 25, 26, 27 e 31 res.), sono state alquanto accurate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il primo elemento che viene evidenziato come sospetto dalla Telecom attiene alla straordinarietà del ribasso globalmente offerto dall’aggiudicataria, rispetto al valore massimo di riferimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Invero i ribassi sono stati alquanto significativi in generale, non solo con riguardo alle due società sottoposte a verifica. Il “range” dei ribassi, in effetti, va da quello massimo di Tiscali pari all’89%, fino a quello minimo - ma comunque, in valore assoluto, importante – offerto dall’ATI Vodafone, pari al 47 %.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sul punto è opportuno ricordare che l’importo a base d’asta di Euro 2.400.000.000,00 non costituisce il corrispettivo di un servizio, ma il limite massimo del contratto quadro (da ripartire in due, ovvero tre ovvero quattro parti), contratto normativo in esecuzione del quale dovranno essere stipulati i singoli contratti esecutivi tra fornitore e singola p.a. richiedenti. Esso rappresenta, cioè, il valore-limite dell’impegno quantitativo massimo che può essere preteso (da ripartire, nella specie, nelle note percentuali del 60%, 20% e 20%) nella stipula dei futuri contratti – che avranno contenuto prestazionale e corrispettivi variabili, anche in modo rilevante, da caso e caso - che interverranno tra fornitore e singola p.a. richiedente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’offerta doveva essere (ed è stata) aggiudicata, come si è visto, sulla base del PTP globale (prezzo totale medio ponderato globale), il quale è la risultante del complesso algoritmo che pone in relazione i prezzi unitari per ciascun servizio di cui SPC2 si compone ed i coefficienti di ponderazione corrispondenti a ciascuno di essi. E’ tale PTP globale che l’importo di Euro 264.867.581,31, “offerto” da Tiscali, esprime.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Esso è stato valutato dalla Commissione ai soli fini dell’aggiudicazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il PTP globale non rappresenta né un prezzo di acquisto né un valore contrattuale ma piuttosto un criterio di riferimento (espresso in modo sintetico) a cui i futuri contratti OPA dovranno adeguarsi (vedi a conferma di ciò i documenti di gara seguenti: l’Allegato 2 bis pag. 6; l’Allegato 3, punto I; l’Allegato 3, art. 4.3, tutti nella prima documentazione versata in atti dalla Consip S.p.a.). E’ pertanto corretta l’affermazione della difesa della Tiscali secondo cui la differenza tra l’importo a base d’asta ed il Prezzo Medio Ponderato Globale non rappresenta un effettivo ribasso sul valore di un contratto ma esprime, piuttosto, il merito economico risultante dallo specifico criterio di valutazione previsto dalla lex specialis per l’aggiudicazione della gara (vedi memoria ex art. 73 Tiscali e la CTP da essa allegata, sub. 14, pag. 5 e ss.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A ciò deve aggiungersi l’ulteriore peculiarità relativa al metodo di calcolo della grandezza definita come PTP medio-globale (di cui all’Allegato 2 alla lettera di invito, doc. 12 res.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si è già accennato al fatto che il PTP è calcolato combinando, tramite un complesso algoritmo, il valore delle singole componenti del servizio, con i corrispondenti coefficienti di ponderazione. E’ specificato nei “Criteri di calcolo dei prezzi totali ponderati (PTP)” (Allegato 2 alla lettera di invito) che “per ciascun servizio è definito il Prezzo Totale Ponderato (PTP) su 7 anni, calcolato a partire dai prezzi unitari mediante pesatura di un prefissato mix di tipologie di servizi e di opzioni” (Allegato 2 cit., pag. 19)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pur nella complessità delle formule matematiche impiegate, emerge un dato non contestato: nell’ambito di uno stesso profilo di un servizio, è frequente che alle diverse componenti che lo compongono siano attribuiti “pesi” di entità assai diversa. La forbice tra un peso ed un altro, infatti, è spesso molto ampia, come accade - per fare alcuni esempi tra i moltissimi possibili - per la componente STDE – A1 a cui è associato un peso di 1.489 a fronte della componente STDE – A 2, a cui corrisponde un peso di 477; se alle componenti STDE - A7, A8, A9 e A10 sono nell’ordine attribuiti, rispettivamente, i pesi (non elevati) di 575, 115, 115 e 115, alla componente STDE – A3 è assegnato un peso di 1.430 ed alla componente STDE – A4 è assegnato un peso di ben 3.184.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si può arrivare a pesi di 102.943 (per il servizio STDE – A 3) o addirittura di 229.226 (STDE - A4).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Gli esempi si potrebbero moltiplicare considerato che le componenti dei singoli servizi (quelli che la Consip definisce “servizi elementari”) sono 117 e che ad ognuno di essi è associato un determinato coefficiente ponderale. Per una disamina dell’enorme divario che può sussistere tra peso e peso si rinvia all’Allegato 2 alla lettera di invito (vedi doc. 12 res.) nonché alle esemplificazioni contenute nella “memoria unica” Vodafone (dep. 17.12.2015, pag. 18 e ss.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Orbene, la diversa pesatura di un prefissato mix di tipologie di profili di servizio e di opzioni ha permesso a Tiscali di articolare un’offerta caratterizzata da notevole ribasso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciò è stato reso possibile dalla scelta dell’aggiudicataria di offrire prezzi unitari particolarmente “aggressivi” sulle voci di maggiore ponderazione e quindi maggiormente “premianti” e di praticare, viceversa, prezzi particolarmente contenuti con riferimento ai servizi elementari meno redditizi a livello di punteggio. Ciò non comporta alcun “indizio di anomalia” in quanto la concorrente non ha fatto altro che sfruttare a proprio vantaggio i criteri selettivi, conformandosi ad essi e non certo violandoli, assumendo una condotta di gara che è appropriata all’interno di una procedura per definizione competitiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La Commissione di gara, al termine dell’approfondita verifica eseguita, ha potuto appurare che il PTP medio globale offerto da Tiscali è pienamente sostenibile garantendo alla Società un utile di circa dieci milioni di euro. Riprendendo le considerazioni di carattere generale sopra svolte mediante il richiamo ai più consolidati orientamenti giurisprudenziali, la verifica non si è svolta (e non doveva farlo) sulle singole componenti di prezzo dell’offerta economica ma ha guardato alla sua complessiva sostenibilità economica (d'altronde il PTP da offrire è quello “medio”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A ben vedere le critiche della ricorrente in punto di “eccessivo ribasso” (sempre tenendo conto del fatto che non si tratta di un vero e proprio ribasso perché quello indicato nel bando non è un corrispettivo ma un limite massimo “normativo” del valore economico dei futuri contratti) non possono rivolgersi all’offerta di Tiscali in sé considerata ma avrebbero dovuto, semmai, investire il meccanismo di aggiudicazione ed i criteri di calcolo del PTP di cui all’Allegato 2 alla lettera di invito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma non state svolte censure in tale direzione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Concludendo sul punto, l’entità del ribasso di Tiscali S.p.A. (al pari di quello della BT Italia) non può costituire, di per sé stessa, né indizio né, tantomeno, prova dell’anomalia dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.3. Venendo all’esame delle ulteriori doglianze dedotte da Telecom Italia nel proprio motivo sub XII dei quinti motivi aggiunti, sempre partendo dal presupposto che le censure sulle modalità di svolgimento della verifica di anomalia possono trovare accoglimento soltanto ove pervengano a dimostrare errori di fatto, evidenti illogicità, macroscopiche illegittimità ecc., il Collegio osserva quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con riguardo alla critica secondo cui Tiscali avrebbe sviluppato il proprio conto economico sulla base del 100 % dei pesi di gara, senza avere successivamente rielaborato il proprio conto economico sulla base del 52 % dei pesi di gara, tenuto conto della parte di contratto ad essa effettivamente aggiudicata, si rileva che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- in sede di giustificazioni Tiscali ha affermato che “i costi di cui sopra (riferiti alla scenario del 100% di affidamento, ndr) possono essere ricondotti alla scenario riferito al 52 % dei pesi di gara, semplicemente moltiplicando tutti i valori riportati nelle tabelle di cui al punto a) della convocazione alla presente audizione, per il fattore 0,52%” (doc. 18 Tiscali, pag. 5);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la società ha altresì precisato che, in considerazione dei costi complessivi della infrastrutture indipendenti dalla eventuale riduzione di dimensione della fornitura, i suddetti costi sono stati determinati ad ogni modo sulla base di un dimensionamento tecnico delle infrastrutture atte a supportare il 100% della fornitura (pag. 17, doc. 19 Tiscali); la metodologia utilizzata è stata seguita anche in ragione del fatto che la componente di costi fissi risulta marginale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si deve ritenere pertanto che la Tiscali ha fornito giustificazioni sul punto controverso che la Commissione di gara ha ritenuto soddisfacenti. Non risultano ravvisabili in ciò né errori di fatto, né travisamenti, né palesi illogicità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.4. Non coglie nel segno neanche l’ulteriore critica svolta dalla ricorrente e riferita all’allegazione di una nuova tabella da parte di Tiscali (nei propri “secondi giustificativi”), recante diverse tecnologie utilizzate per l’erogazione dei servizi STDE. Sostiene Telecom che, per l’acquisto necessario dei servizi “wholesale” dall’operatore dominante di rete, cioè la stessa Telecom, Tiscali avrebbe modificato in aumento l’utilizzo dell’ULL (Unblunding del Local Loop) a discapito del “bitstream”, in particolare per i servizi elementari STDE SHDSL, profili da STDE-S1 fino a STDE-S6. L’incidenza dell’ULL sarebbe passata dal 63% al 73% degli accessi. Ciò sarebbe stato fatto al solo scopo di determinare l’abbattimento dei costi (stante la notevole convenienza dell’ULL rispetto al “bitstream”) e giustificare così un’offerta altrimenti insostenibile. La modifica, in altri termini, sarebbe “inattendibile”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In realtà, come correttamente ritenuto da Consip (vedi pag. 31 e ss. memoria art. 73 c.p.a.), ULL, “shared access” e “bitstream” sono tutte modalità attraverso le quali un operatore alternativo (c.d. OLO) diverso da Telecom può collegarsi ad un qualsiasi utente, cioè realizzare una accesso tra quest’ultimo e la propria rete.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tali modalità di accesso non sono esse stesse servizi di telecomunicazione o connettività (quali quelli oggetto della gara) ma, semplicemente, strumenti con cui l’operatore si assicura il supporto, l’infrastruttura per rendere tali servizi agli utenti finali. Le modalità di accesso sono, pertanto, fattori di produzione dei servizi finali, e, sul piano economico, rappresentano costi che l’impresa deve sostenere per erogare i servizi medesimi. Ciò implica che tali fattori sono liberamente utilizzati e organizzati dall’operatore alternativo di telecomunicazioni, nell’esercizio della propria autonomia imprenditoriale e non costituiscono elementi integrativi del contenuto tecnico dell’offerta. Nessuna prescrizione di gara, invero, può disciplinare l’organizzazione interna dell’attività di impresa e, nel caso di specie, il Capitolato Tecnico (doc. 3 res.) al n. R43 del punto n. 3.1. si limita a prevedere che i servizi da STDE – S1 a STDE – S6 “devono essere erogati con copertura geografica almeno coincidente con quella del servizio Wholesale Bitstream SHDSL” di Telecom “pro-tempore” vigente. Nella disciplina di gara le modalità attraverso cui i servizi menzionati saranno prestati è del tutto irrilevante, in quanto rimessa alle scelte imprenditoriali dell’operatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Discende da ciò che, tra i primi e i secondi giustificativi, Tiscali era pienamente legittimata a modificare il “mix” delle modalità di accesso utilizzabili tra ULL e Bitstream, non essendo tali modalità assoggettate a vincoli discendenti dalla disciplina di gara. In generale deve ritenersi che, in sede di giustificazioni, l’operatore economico può liberamente modificare le modalità tecniche di erogazione del servizio che non siano vincolate dalla disciplina di gara, potendo modificare le giustificazioni già presentate, operare compensazioni tra sottostime e sovrastime “purché l’offerta risulta nel suo complesso affidabile al momento dell’aggiudicazione e a tale momento dia garanzia di una seria esecuzione del contratto” (Cons. Stato, sez. V, 16 novembre 2015, n. 5218).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Consegue da ciò: che il risparmio derivante dalla diversa composizione dei fattori di produzione come formulata da Tiscali nei secondi giustificativi (per quello che attiene alle modalità di accesso alla rete) è legittimo e non può costituire indice di anomalia; che non è rinvenibile nella disciplina di gara alcun obbligo di “distribuzione uniforme degli accessi dati STDE e dei relativi profili”, tale da condizionare la ripartizione percentuale tra modalità ULL e modalità Bistream; - che, per i profili qui considerati, non vi è alcuna anomalia nel “margine positivo” dichiarato da Tiscali nei secondi giustificativi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.5. Con le deduzioni svolte al punto 2 del motivo XII (quinto atto di motivi aggiunti di Telecom) per i cui contenuti si rinvia alla superiore narrativa in fatto, il Collegio osserva:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- la modalità di accesso ULL comporta che l’ultimo segmento di una rete di telecomunicazione venga “affittato” da un operatore alternativo (c.d. “olo”), il quale all’interno della centrale di commutazione (della Telecom) viene ammesso a staccare il “doppino” in rame che collega l’utente finale alla prima “centrale di committenza” e a collegarlo alla propria rete; si dice che in tal modo l’ “olo” si “attesta” nella centrale con la propria rete “a monte” e con i propri apparati di commutazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- com’è naturale l’ULL ha un costo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Tiscali afferma di detenere già circa 700 centrali in ULL e di prevedere di attestarsi su 100 ulteriori centrali per la copertura integrale dei servizi di sua spettanza;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Telecom contesta questo dato e, sviluppando due scenari, di cui uno, a suo avviso, maggiormente realistico, afferma che la copertura ULL complessiva di cui Tiscali potrebbe disporre sarebbe soltanto del 53%, mentre i costi per addivenire ad una copertura necessaria del 63% lieviterebbero ad oltre 171 milioni di euro con erosione totale del margine di utile dichiarato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- al riguardo appare conferente quanto argomentato dalla Consip (vedi pag. 37 e ss. della memoria ex art. 73 c.p.a.) la quale rileva che, da parte della ricorrente, è stato travisato un dato di partenza: è cioè vero che il servizio SPC contempla un totale di 43.870 accessi ripartiti su 34.835 sedi delle amministrazioni beneficiarie, ma è altrettanto vero che, considerata la parte di commessa (o, meglio, di contratto quadro) di pertinenza di Tiscali, quest’ultima ne dovrà realizzare complessivamente il 52 %, pari “soltanto” a 22.812 accessi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- applicando a quest’ultimo dato numerico la percentuale degli accessi a mezzo ULL di cui Tiscali ha dichiarato di volersi avvalere, pari a 55,62 %, si perviene ad un numero di accessi ancora da realizzare, avvalendosi di ULL, pienamente compatibile con il numero di 100 ulteriori centrali presso le quali Tiscali ha dichiarato di volersi attestare;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- gli argomenti che precedono sono idonei ad escludere carattere irrazionale e/o illogico e/o erroneo all’intervento programmato da Tiscali per assicurare i servizi ad essa assegnati (mediante incremento dei collegamenti con ULL presso altre 100 centrali) ed al calcolo dei costi correlativi, il che, per quanto sopra ampiamente esposto, è sufficiente ad escludere il cattivo esercizio del potere (tecnico-discrezionale) di verifica di anomalia da parte della S.A., non essendo consentito a questo Giudice a sostituire la valutazione compiuta dalla Commissione giudicatrice con una propria valutazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.6. Sul calcolo della quota di costo per ogni singolo accesso realizzato mediante copertura ULL (quinti motivi aggiunti, pag. 12): la ricorrente perviene a quantificare un costo mensile di Euro 2,96 per ogni singolo accesso, dividendo il costo totale (Euro 2.654.496,12) degli investimenti necessari ad attivare accessi in ULL, per il numero di questi accessi dichiarato da Tiscali (12.452), così ottenendo un costo per singolo accesso di Euro 213,18, somma da ammortizzare in un periodo non superiore a 72 mesi (durata stimata dei contratti attuativi del contratto quadro), con conseguente determinazione di un valore mensile di Euro 2,96 (= 213,18: 72). L’importo, sostiene Telecom, sarebbe fortemente sottostimato rispetto a quanto stabilito dall’AGcom con riguardo al canone mese per una porta DSLAM, al quale si debbono aggiungere “pro- quota” gli altri costi di co-locazione, che conducono ad importi unitari ben più elevati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’affermazione non appare condivisibile alla luce di quanto affermato da Tiscali nei propri scritti difensivi (vedi pagg. 64-65 delle memoria ex art. 73 c.p.a.) in quanto la delibera 746/13/CONS dell’AGcom presa come riferimento da Telecom non concerne il costo unitario mensile associato all’investimento necessario per l’apertura delle nuove centrali ULL, riguardando la delibera l’attivazione dei servizi Bitstream (non l’ULL).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inoltre, come osserva in modo condivisibile Tiscali, “non è corretto applicare i 2,96 Euro sopra calcolati da Telecom anche sulle linee ULL Tiscali al netto degli investimenti, in quanto i 2,96 Euro costituiscono esclusivamente la quota parte di investimento imputabile alle linee ULL attestate alle centrali di nuova apertura”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le obiezioni della Telecom alle giustificazioni addotte sullo specifico punto da Tiscali, pertanto, appaiono inficiate da molteplici errori e non possono condurre ad un giudizio di anomalia dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche le affermazioni di Telecom sui maggiori costi infrastrutturali che l’aggiudicataria dovrebbe sostenere per l’erogazione del servizio di trasporto dati in fibra ottica (STDO), sembrano partire da un dato errato evidenziato da Tiscali (non confutata sul punto dalla ricorrente): “è privo di fondamento ipotizzare che i punti di attestazione dei link ottici siano sempre presso centrali Telecom. Tiscali ha infatti effettuato il calcolo considerando l’intera infrastruttura che comprende, come punti più prossimi di accesso, anche:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- POP di proprietà (cfr. requisti di prequalifica);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- punti di co-locazione presso sedi di partner divesri da Telecom;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- pozzetti e/o punt intermedi di rigenerazione della fibra…” (vedi pag. 65 memoria cit.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.6. Sull’ammortamento in quindici anni degli investimenti per realizzare gli “sbracci in rete per raggiungere la sede del Cliente”: l’affermazione sarebbe errata secondo Telecom in quanto la durata contrattuale è di soli sette anni (pag. 14 quinto atto di motivi aggiunti) e ciò condurrebbe ad una sottostima dei costi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sul punto appaiono plausibili le giustificazioni di Tiscali secondo cui: la vita utile di tali infrastrutture è ben superiore ai sette anni di durata contrattuale ed invero anche ai quindici anni, limite considerato soltanto per la necessità di osservare i criteri di ammortamento finanziario; la disponibilità di tali infrastrutture consente la vendita di ulteriori servizi ai clienti (es. “streaming”, voce ecc.); al termine del Contratto SPC 2 sarà comunque possibile per Tiscali, ove non risulti nuovamente aggiudicataria / assegnataria del futuro contratto quadro, rivendere l’infrastruttura ai fornitori che subentreranno; la disponibilità di tali infrastrutture favorisce la commercializzazione di analoghi e ulteriori servizi ad altri clienti eventualmente co-locati nello stesso edificio; Tiscali potrà trasformare l’attestazione di dette infrastrutture ai vari edifici in punti di presenza (PoP) dai quali collegare ulteriori clienti che si trovino nelle zone limitrofe.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.7. Quanto alle stime di Tiscali in tema di servizi di supporto (SSUP) e costi generali, contestate dalla ricorrente perché ritenute gravemente erronee con riferimento agli oneri economici da sostenere ed ai ricavi conseguibili (pagg. 19-23 dei quinti motivi aggiunti), il Collegio osserva che Tiscali ha dimostrato di essersi attenuta alle prescrizioni del Capitolato Tecnico (pag. 87 e ss.) che fissa una serie articolata di vincoli e limiti di spesa massima con riguardo al supporto al trasporto (punto R.280 del Capitolato), ai servizi STRA-1, ai servizi STRA-2, al supporto alla sicurezza, al supporto alla comunicazione evoluta, al servizio di formazione in aula, al servizio di formazione remota.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tiscali era tenuta a rispettare la metodologia di calcolo imposta dal Capitolato tecnico adottando un approccio estremamente conservativo in quanto ha ipotizzato, ai fini del calcolo, che le pp.AA. beneficiarie raggiungano sempre il massimo della spesa consentita per i servizi di supporto professionale come esposto nel Documento di giustificazioni che la Commissione giudicatrice ha ritenuto, anche a questo riguardo, soddisfacente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sugli ulteriori profili di presunta incongruità dedotti dalla Telecom con riferimento alle figure professionali richieste per i servizi SSUP, a quelle relative alla fase di commercializzazione e gestione amministrativa dei contratti esecutivi, alle figure professionali per i servizi di installazione e configurazione dei servizi di sicurezza perimetrale (SPUN), Tiscali è stata in grado di indicare puntualmente documenti allegati in fase di gara o, successivamente, nel corso della procedura di verifica in cui detti profili sono considerati, anche con riguardo ai relativi costi (sul punto si richiama, per ragioni di sintesi, la memoria Tiscali ex art. 73, pagg. 75-77 ed i documenti vi richiamati).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Detti aspetti sono stati pertanto, fino a prova contraria, valutati dalla Commissione di gara che, avendo ritenuto l’offerta giustificata in esito alla lunga attività di verifica eseguita, mostra in modo evidente di avere condiviso le giustificazioni addotte dalla Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.8. Si può pertanto concludere per il rigetto di tutte le censure di cui al motivo XII in quanto, in parte basate su presupposti o metodi erronei, in parte confutate in modo condivisibile dalle diverse prospettazioni dell’aggiudicataria e comunque, in generale, non idonee a scardinare la positiva verifica di congruità dell’offerta nel suo complesso (non essendo necessaria una congruità totale e puntuale su ogni singolo profilo), come valutata dalla Consip, che ha esercitato il suo potere di verifica dell’anomalia dell’offerta presentata da Tiscali Italia senza incorrere in palesi errori né fattuali, né logici, né giuridici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11. A questo punto il Collegio ritiene assorbiti, per carenza di interesse al loro esame, gli ulteriori motivi articolati dalla ricorrente sub XIII e sub XIV del quinto atto per motivi aggiunti e riferiti alla presunta anomalia delle offerte di BT Italia e di Vodafone.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Richiamando quanto già ampiamente sopra esposto (par. 3) in merito alla natura degli interessi azionati da Telecom Italia nella presente sede e seguendo quanto rappresentato dalla ricorrente nei propri “quarti motivi aggiunti” (“supra”, par. 8 del “fatto”), il Collegio osserva nuovamente che è la stessa Telecom, in primo luogo, a qualificare il proprio interesse alla “eliminazione” dalla gara (per incongruità o per carenza dei requisiti di ammissione/partecipazione) delle offerte delle fornitrici assegnatarie BT Italia e Vodafone (sulla base di quanto a tal fine dedotto nel terzo, quarto e quinto atto per motivi aggiunti), come interesse strumentale all’annullamento dell’intera gara ed alla sua riedizione sulla base di criteri e meccanismi di aggiudicazione, corretti e legittimi (con l’annullamento delle due assegnazioni riferite a BT Italia e a Vodafone, rimarrebbe la sola offerta di Tiscali, il che comporterebbe secondo Telecom il travolgimento dell’intera procedura stante la previsione di cui al par. 6.1 della lettera di invito). In secondo luogo, in via subordinata, la società rappresenta anche un proprio interesse “finale” all’aggiudicazione, mediante l’uscita di scena di tutte e tre le assegnatarie, il che le consentirebbe di poter conseguire corrispettivi ben più remunerativi rispetto a quelli offerti da Tiscali in quanto, una volti esclusi dalla gara Tiscali, BT Italia e Vodafone, essa potrebbe aspirare all’assegnazione di una parte dell’appalto, allineandosi ai prezzi più remunerativi di <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span>S.p.a. (nuova aggiudicataria potenziale) che la precede in graduatoria e che ha formulato un ribasso non distante rispetto a quello proposto dalla medesima Telecom.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tuttavia nessuno degli obbiettivi suddetti può essere più perseguito da Telecom Italia e a tale conclusione si perviene anche ove fossero ipoteticamente fondate le censure articolate al fine di ottenere l’esclusione di BT Italia (motivo XIII) e/o di Vodafone (Motivo XIV). Sulla base di quanto sopra dedotto (par. 9.3.) l’unica interpretazione possibile del punto 6.1 della lettera di invito è che la disposizione si limita a prevedere, quale condizione per l’aggiudicabilità della gara, che siano state presentate almeno tre offerte valide. Nella specie ne sono intervenute ben sei. Nessuna prescrizione esplicita o implicita, viceversa, equipara alla mancanza di almeno tre offerte valide la (totalmente diversa) ipotesi della mancanza totale di allineamenti alle condizioni contrattuali dell’offerta vincitrice. Ciò significa che, anche nell’ipotesi in cui si fossero ravvisati vizi decisivi sia nell’offerta di BT Italia, che in quella di Vodafone, il contratto quadro andrebbe comunque assegnato, nella sua interezza, a Tiscali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’affidamento del contratto SPC2 a più fornitori (comunque allineati sulla migliore offerta) è certamente un obbiettivo della gara, sul punto pienamente coerente con le previsioni dell’art. 83 CAD, ma non si tratta di obbiettivo necessario ed assoluto, dandosi la possibilità dell’assenza anche totale di adeguamenti alla migliore offerta, atti negoziali rimessi alla piena autonomia privata dei fornitori classificatisi alle spalle dell’aggiudicataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Equiparare a “gara deserta” (assieme all’ipotesi dell’assenza di almeno tre offerte valide presentate) l’assenza di almeno un allineamento all’offerta vincitrice significherebbe consentire alle imprese classificatesi alle spalle della prima in graduatoria di far “saltare” l’intera gara in ogni caso in cui le condizioni contrattuali offerte da quest’ultima non fossero reputate soddisfacenti. L’allineamento, in altri termini, non inciderebbe soltanto sulla sfera giuridico-patrimoniale dell’impresa interessata ma avrebbe anche concreti effetti sulla possibilità stessa di condurre a buon fine l’intera procedura.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L’obbiettivo dell’assegnazione del contratto a più fornitori, pertanto, deve considerarsi certamente favorito e auspicato dalla “lex specialis”. Ma si tratta pur sempre di obbiettivo tendenziale e non obbligatorio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla luce degli argomenti che precedono diviene evidente la carenza di interesse della ricorrente ad ottenere l’accoglimento delle censure relative ai vizi delle offerte delle due assegnatarie BT e Vodafone (motivi XIII e XIV), in quanto il contratto sarebbe comunque aggiudicato alla Tiscali, stante il rigetto delle doglianze articolate contro l’offerta di quest’ultima, da considerare, per quanto sopra esposto, infondate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nel contempo il rigetto dei motivi diretti all’esclusione dell’offerta di Tiscali, impedisce a Telecom anche di poter aspirare ad una rinnovazione parziale della procedura (con nuova aggiudicazione a <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Fastweb</span> e rinnovazione della fase di interpello a condizioni economiche più favorevoli alla ricorrente).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non può infine riconoscersi a Telecom neanche un interesse finale a sostituirsi all’odierna aggiudicataria o a collocarsi al secondo posto (o al terzo o al quarto rispetto ad essa) per la semplice ragione che Telecom ha scientemente e consapevolmente deciso a suo tempo di rifiutare l’adesione all’interpello avviato dalla Consip e nessun esito del presente processo può rimetterla in termini rispetto alla scelta irreversibilmente compiuta, o cancellarne gli effetti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per le ragioni che precedono i motivi articolati dalla ricorrente nel quinto atto di motivi aggiunti sub XIII e sub XIV possono dichiararsi assorbiti per carenza di interesse, in quanto dal loro accoglimento non potrebbe derivare alla ricorrente alcuna utilità, né strumentale (rinnovazione totale o parziale della procedura indetta), né finale (aggiudicazione). Questa conclusione appare idonea a resistere all’applicazione dei principi contenuti nella sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 5 del 2015 che, com’è noto, ha notevolmente limitato a specifiche fattispecie la legittimità della prassi processuale dell’assorbimento dei motivi: l’assorbimento in oggetto, invero, è riconducibile alla categoria, delineata dal Supremo Consesso, dell’“assorbimento logico necessario”. Secondo la pronuncia citata, infatti, “oltre all’assorbimento sancito dalla legge, deve ritenersi consentito l’assorbimento c.d. logico o necessario, che si profila quando evidenti ragioni di ordine logico comportano che l’accoglimento o il rigetto di un dato motivo implica l’assorbimento necessario di altre questioni; si pensi ai seguenti casi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a) la reiezione per motivi di rito, comporta il necessario assorbimento delle questioni di merito (retro § 5.3.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">b) l’accoglimento di una censura (o domanda) prospettata alternativamente o in via prioritaria rispetto ad un’altra, comporta l’assorbimento della censura alternativa o subordinata (retro § 8.1).;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">c) il rigetto del ricorso principale comporta l’assorbimento del ricorso incidentale (espressamente o implicitamente) subordinato o condizionato all’accoglimento di quello principale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In tale linea di pensiero, sin da epoca risalente, è stato affermato che il principio formale dell’assorbimento può trovare applicazione da parte del giudice solo nei casi in cui fra le questioni sottoposte al suo esame siano accertati nessi di continenza logica sotto profili di pregiudizialità o di dipendenza, secondo una intrinseca tassonomia, mentre non è consentito prescindere dalla pronunzia su alcuna questione, della quale debba riconoscersi la rilevanza nella fattispecie, in considerazione esclusivamente del risultato cui praticamente il giudice pervenga in base a diverso criterio di decisione, comunque ostativo dell’accoglimento della domanda del ricorrente (Cons. Stato, Ad. plen., 16 dicembre 1980 n. 52; successivamente, Sez. IV, 20 dicembre 2013, n. 6160). (….) In sintesi (e rinviando a quanto più diffusamente illustrato retro ai §§ 9.1. e 9.2.), il giudice adito deve procedere, nell’ordine logico, preliminarmente all’esame di quelle domande o di quei motivi che evidenziano in astratto una più radicale illegittimità del provvedimento (o dei provvedimenti) impugnato(i), per passare poi, soltanto in caso di rigetto di tali censure, all’esame degli altri motivi che, pur idonei a determinare l’annullamento dell’atto gravato, evidenzino profili meno radicali d’illegittimità….”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nella specie, stante la peculiare struttura della gara e la possibilità astratta di assegnare l’intero contratto alla sola impresa aggiudicataria, le censure dirette a denunciare i vizi delle offerte di BT e di Vodafone, assumono carattere logicamente subordinato rispetto alle censure dirette alla esclusione della prima classificata. La reiezione di quest’ultime ne determina l’assorbimento, in quanto, come detto, nessun risultato utile potrebbe trarre Telecom Italia dal loro ipotetico accoglimento, stante il rigetto dei motivi, logicamente prioritari, diretti a far valere l’anomalia dell’offerta dell’aggiudicataria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12. Conclusivamente, tanto il ricorso introduttivo quanto tutti i motivi aggiunti proposti da Telecom Italia debbono essere rigettati in quanto infondati (assorbiti per carenza di interesse sono invece i motivi di cui ai punti XIII e XIV del quinto atto per motivi aggiunti).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il rigetto nel merito sia del ricorso che dei motivi aggiunti rende superfluo l’esame dei ricorsi incidentali escludenti proposti nella presente causa dalle controinteressate Tiscali Italia S.p.a., British Telecom Italia S.p.a. e Vodafone Omnitel B.V. La statuizione sul merito dei motivi articolati dalla ricorrente principale, infatti, costituisce (obbiettivamente) statuizione pienamente satisfattiva per gli interessi delle ricorrenti incidentali, rispetto alla quale un’eventuale declaratoria di inammissibilità del ricorso Telecom costituirebbe, oggettivamente, un “minus”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le spese seguono la soccombenza e sono regolate come da dispositivo nei rapporti processuali tra la soccombente Telecom e, rispettivamente, Consip S.p.a. (resistente), Tiscali, BT Italia e Vodafone (controinteressate).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Possono viceversa essere integralmente compensate le spese nei confronti delle restanti parti in causa che hanno avuto un ruolo processuale marginale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sul ricorso e sui cinque motivi aggiunti, come in epigrafe proposti, respinge sia il ricorso che tutti i motivi aggiunti (ad eccezione di quelli da considerare assorbiti per quanto esposto in motivazione).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Condanna Telecom Italia S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., alla refusione degli onorari di lite che liquida nei seguenti importi, tutti da incrementare di quanto dovuto per IVA, Cassa Previdenza Avvocati ed oneri tutti di legge:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Euro 10.000,00 (diecimila), in favore di Consip S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Euro 8.000,00 (ottomila/00), in favore di Tiscali Italia S.p.a., in persona del legale rappresentate p.t.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Euro 8.000,00 (ottomila/00), in favore di BT Italia S.p.a., in persona del legale rappresentate p.t.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- Euro 8.000,00 (ottomila/00) in favore di Vodafone Omnitel B.V., in persona del legale rappresentate p.t..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Integralmente compensate le restanti spese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 13 gennaio 2016 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Gabriella De Michele, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincenzo Blanda, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Claudio Vallorani, Referendario, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; width: 653px;"><tbody>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></div>
</td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
<tr><td style="padding: 0.75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</td><td style="padding: 0.75pt;"></td><td style="padding: 0.75pt;"></td></tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il 11/04/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span><br />
<div>
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
</div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-33422823727692213082016-04-13T08:22:00.003-07:002016-04-13T09:02:52.044-07:00ADUNANZE PLENARIE: diritti fondamentali della persona e giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo (Ad. Plen., 12 aprile 2016, n. 7)<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 24px;"><b>ADUNANZE PLENARIE: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 24px;"><b>diritti fondamentali della persona e</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 24px;"><b> giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 24px;"><b>(Ad. Plen., 12 aprile 2016, n. 7)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />
</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitDq_hok8dWfTdu81D27CzB2dCuHfAXy-jirs91M5Dp1d56msL-Jku0ppDlxhgPiK2ZkVPCZMBLxmZ1OpM-IE38WvoWLchf2JBBTup7Ss5fA9fePpBkirD9RWRy41OGoFwyj3sM6KzPviQ/s1600/si+si+no.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitDq_hok8dWfTdu81D27CzB2dCuHfAXy-jirs91M5Dp1d56msL-Jku0ppDlxhgPiK2ZkVPCZMBLxmZ1OpM-IE38WvoWLchf2JBBTup7Ss5fA9fePpBkirD9RWRy41OGoFwyj3sM6KzPviQ/s400/si+si+no.jpg" width="400" /></a></div>
<b><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Massima</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 150%; text-align: justify;"><br />
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">1.</span></b> Nell'ambito della giurisdizione esclusiva amministrativa sulle controversie relative all’erogazione di servizi pubblici, nella specie scolastico, per come descritta dall’art.133, comma 1, lett. c, del c.p.a., ed in merito all’estensione o meno della giurisdizione esclusiva amministrativa anche alla fase di esecuzione del PEI, la pacifica natura di diritto soggettivo della posizione soggettiva azionata, quand’anche qualificato come “fondamentale”, non esclude la sussistenza della giurisdizione amministrativa.</i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">1.1</span></b> </i>P<i>er un verso, infatti, la giurisdizione esclusiva comprende senz’altro anche la tutela dei diritti soggettivi e, per un altro, la cognizione e la tutela dei diritti fondamentali, intendendosi per tali quelli costituzionalmente garantiti, non appare affatto estranea all’ambito della potestà giurisdizionale amministrativa, nella misura in cui il loro concreto esercizio implica l’espletamento di poteri pubblicistici, preordinati non solo alla garanzia della loro integrità, ma anche alla conformazione della loro latitudine, in ragione delle contestuali ed equilibrate esigenze di tutela di equivalenti interessi costituzionali.</i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">1.2.</span></b></i> <i>Non solo, ma l’affermazione dell’estensione della giurisdizione esclusiva amministrativa anche alla cognizione dei diritti fondamentali non vale in alcun modo a sminuire l’ampiezza della tutela giudiziaria agli stessi assicurata, nella misura in cui al giudice amministrativo è stata chiaramente riconosciuta la capacità di assicurare anche ai diritti costituzionalmente protetti una tutela piena e conforme ai precetti costituzionali di riferimento (Corte Cost., sentenza 27 aprile 2007, n.140), che nessuna regola o principio generale riserva in via esclusiva alla cognizione del giudice ordinario.</i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394;">2.</span> </i></b> <i>Né, per altro verso, i confini della giurisdizione esclusiva possono intendersi ristretti o ridimensionati, in ragione della natura vincolata o tecnica dell’esercizio della potestà oggetto del giudizio (potendosi, nella fattispecie esaminata, sostenere che la stima delle ore di sostegno necessarie all’alunno disabile deve indefettibilmente fondarsi su un apprezzamento della gravità della sua patologia e delle coerenti esigenze dell’insegnamento di sostegno, secondo parametri scientifici e, perciò, cogenti)</i>.<span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="color: #0b5394;"><b><i><span style="color: #990000;">2.1.</span></i></b> </span><i>E’ sufficiente, al riguardo, osservare che l’attribuzione al giudice amministrativo della giurisdizione esclusiva in determinate materia implica, evidentemente, una cognizione piena, e non limitata ai soli profili di esercizio discrezionale del potere, della controversie ad essa riferibili.</i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="color: #0b5394;"><b><i>2.2</i></b> </span>Ne consegue che, là dove il diritto azionato postuli, per la sua completa realizzazione, l’espletamento di una potestà pubblica che si risolve nella verifica, sulla base di canoni medici o scientifici, dei presupposti per la sua attuazione, la potestà cognitoria del giudice amministrativo deve intendersi estesa anche allo scrutinio della correttezza del predetto apprezzamento, in quanto implicato dalla disamina della fondatezza della pretesa azionata in giudizio, seppur nei limiti del sindacato relativo alla discrezionalità tecnica <o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">3. </span></b>Diversamente opinando, e, cioè, negando la giurisdizione amministrativa anche per le controversie relative alla contestazione di provvedimenti che precedono la formazione del PEI, si finirebbe per accedere ad una interpretazione </i>abrogans<i> dell’ambito operativo dell’art.133, comma 1, lett. c), c.p.a., che, come tale, dev’essere rifiutata, in quanto impedirebbe alla disposizione attributiva della giurisdizione esclusiva in materia di servizi pubblici di produrre qualsivoglia, apprezzabile effetto.</i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><o:p></o:p> <o:p></o:p> <o:p></o:p> <o:p></o:p> <o:p></o:p> </span><br />
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b><span style="color: #0b5394;">4.</span></b> Non solo, ma un’interpretazione siffatta dovrebbe essere rigettata anche perché vanificherebbe irragionevolmente la ratio dell’attribuzione al giudice amministrativo della giurisdizione esclusiva sulle controversie relative ai pubblici servizi, agevolmente identificabile nell’esigenza di concentrare dinanzi ad una sola autorità giudiziaria la cognizione piena delle controversie relative ad una materia che, per sua stessa natura, implica un indecifrabile intreccio di diritti ed interessi legittimi, tra le posizioni incise dall’espletamento delle relative potestà pubbliche, e di evitare, quindi, un complicato ed incerto concorso di azioni, dinanzi a diverse autorità giudiziarie (con il necessario limite dell’esplicazione del potere pubblicistico per mezzo dell’adozione di un provvedimento amministrativo, secondo il dettato della Corte Costituzionale, con la sentenza 6 luglio 2014, n. 204/2004).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></i></div>
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale 15 di A.P. del 2015, proposto da:<br />
Sonia Casa, rappresentata e difesa dall'avv. Simona Marotta, con domicilio eletto presso Segreteria Sezionale CdS in Roma, piazza Capo di Ferro, n. 13; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero dell'Istruzione dell'Universita' e della Ricerca, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliaa in Roma, Via dei Portoghesi, 12; Centro Servizi Amministrativi di Napoli, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, Via dei Portoghesi, 12; IC Sorrento; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della sentenza del T.A.R. CAMPANIA - NAPOLI: SEZIONE VIII n. 00370/2015, resa tra le parti, concernente assegnazione di sostegno scolastico;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti gli atti di costituzione in giudizio del Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca e del Centro Servizi Amministrativi di Napoli;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno 23 marzo 2016 il Cons. Carlo Deodato e uditi per le parti l’avvocato Marotta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con la sentenza impugnata il Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania, dopo aver rilevato che, in esecuzione dell’ordinanza istruttoria n. 1763/2014, l’Amministrazione resistente aveva depositato, in data 14 novembre 2014, il piano educativo individualizzato (d’ora innanzi PEI) relativo all’anno scolastico 2014/2015 riguardante l’alunno Liotti Nicola, affetto da autismo infantile, ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, in favore di quello ordinario, sul ricorso con il quale la Sig.ra Sonia Casa, nella qualità di madre del suddetto alunno, aveva impugnato il provvedimento n.1853/B19 del 24 luglio 2014, con cui il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Sorrento” aveva assegnato a suo figlio undici ore settimanali di sostegno, in luogo di quelle asseritamente adeguate allo stato di disabilità del minore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale campano ha motivato la declinatoria di giurisdizione con l’assorbente argomentazione dell’ossequio prestato alla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n.25011 del 25 novembre 2014, con la quale era stato chiarito, con un evidente esempio di overruling, che la cognizione delle controversie afferenti alla fase successiva all’adozione del PEI dev’essere ascritta entro il perimetro della giurisdizione ordinaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Avverso la predetta decisione ha proposto appello la Sig.ra Casa, contestando la correttezza della pronuncia declaratoria del difetto di giurisdizione amministrativa, insistendo, nel merito, nel sostenere l’illegittimità del provvedimento impugnato in primo grado e concludendo per il suo annullamento, in riforma della sentenza impugnata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Resiste il Ministero dell’istruzione, invocando il rigetto dell’appello.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con ordinanza n.4374/2015 in data 21 settembre 2015 la Sesta Sezione ha rimesso all’Adunanza Plenaria la soluzione delle questioni relative, in via generale, ai criteri identificativi dell’ambito della giurisdizione esclusiva amministrativa sulle controversie relative all’erogazione di pubblici servizi e, in particolare, all’estensione o meno della giurisdizione amministrativa anche alla fase di esecuzione del PEI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con ordinanza adottata nella camera di consiglio del 2 aprile 2015 è stata sospesa l’esecutività della sentenza impugnata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alla pubblica udienza del 23 marzo 2016, dinanzi all’Adunanza Plenaria, l’appello è stato trattenuto in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />
</span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.- Ai fini della definizione delle questioni devolute all’Adunanza Plenaria, da intendersi logicamente antecedenti rispetto a qualsiasi altra questione pregiudiziale (siccome afferenti alla sussistenza della giurisdizione amministrativa nel ricorso in esame), appare necessaria una compiuta, ancorchè sintetica, ricognizione della vicenda, sostanziale e processuale, controversa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.- Con ricorso notificato il 10 settembre (e depositato il 12 settembre) 2014 la Sig.ra Sonia Casa, nella qualità di madre del minore Nicola Liotti, proponeva ricorso dinanzi al T.A.R. per la Campania domandando l’annullamento del provvedimento in data 24 luglio 2014 con cui il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Sorrento” aveva riconosciuto al predetto alunno, affetto da autismo infantile, solo undici ore di sostegno per l’anno scolastico 2014-2015 e l’accertamento del suo diritto ad ottenere, anche per gli anni scolastici futuri, un insegnante di sostegno per un numero di ore adeguate alla sua patologia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con ordinanza n.1763, adottata nella camera di consiglio del 22 ottobre 2014, il T.A.R. accordava, in via interinale, la tutela cautelare e ordinava contestualmente all’Amministrazione il deposito della relazione assunta a sostegno del provvedimento impugnato e il PEI per l’anno scolastico 2014-2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Preso atto del deposito, in data 14 novembre 2014, del PEI (adottato in data 7 novembre 2014) il T.A.R., con sentenza in forma semplificata, dichiarava il difetto di giurisdizione amministrativa sulla base dell’assorbente rilievo della spettanza alla giurisdizione ordinaria della cognizione di controversie afferenti a una fase successiva all’adozione del PEI, secondo il canone di riparto stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (con la citata sentenza n.25011 del 2014).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con la citata ordinanza n.4374 del 2015 la Sesta Sezione, dopo aver disatteso l’eccezione relativa all’applicabilità dell’art. 5 c.p.c. in tema di perpetuatio iurisdictions, ha rimesso all’Adunanza Plenaria le questioni, giudicate rilevanti e decisive ai fini della disamina della fondatezza dell’appello proposto contro la decisione declinatoria della giurisdizione, relative alla definizione dei criteri identificativi dell’ambito della giurisdizione esclusiva amministrativa sulle controversie relative all’erogazione di servizi pubblici e all’estensione o meno della giurisdizione esclusiva amministrativa anche alla fase di esecuzione del PEI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.- La risoluzione dei quesiti affidati all’Adunanza Plenaria, ma, ancor prima, la delibazione della loro rilevanza, esigono la preliminare definizione dell’oggetto del presente giudizio e, segnatamente, del contenuto delle domande formulate con il ricorso di primo grado, con esclusivo riferimento ai quali dev’essere poi declinato il criterio di riparto della giurisdizione cristallizzato dalle Sezioni Unite con la decisione citata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.1- Dala lettura del ricorso proposto dalla Sig.ra Casa dinanzi al T.A.R. si evince, in particolare, che con il relativo gravame sono state proposte due azioni: una impugnatoria e una di accertamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.1.1- Con la prima è stato chiesto l’annullamento del provvedimento in data 24 luglio 2014 con cui è stato assegnato un numero di ore di sostegno asseritamente inadeguato rispetto alla gravità della patologia che affligge l’alunno interessato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.1.2- Con la seconda è stato, invece, chiesto, unitamente alle connesse e conseguenti domande di condanna dell’Amministrazione, l’accertamento del “diritto del minore di ottenere un insegnante di sostegno per un numero di ore adeguato alla sua patologia, previa valutazione, da effettuarsi, anno per anno, in sede di PEI, delle concrete esigenze”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.2- Entrambe le domande, a ben vedere, risultano intese ad ottenere l’accertamento della spettanza di un numero di ore di sostegno adeguato alle esigenze dell’alunno, prima dell’accertamento della consistenza dell’insegnamento di sostegno cristallizzato nel PEI, sia per l’anno scolastico 2014-2015, sia per quelli successivi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.2.1- Quanto, infatti, all’anno scolastico 2014-2015, risulta per tabulas che il PEI, che si rivela, peraltro, integralmente satisfattivo delle esigenze del minore (tanto che non è stato impugnato con i motivi aggiunti), è stato definito (in data 7 novembre 2014) in un momento successivo a quelli di assunzione del provvedimento gravato e di proposizione del ricorso dinanzi al T.A.R.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.2.2- In ordine, invece, agli anni scolastici successivi, la stessa domanda formulata nel ricorso si limita a chiedere l’accertamento, in astratto, di un diritto all’insegnamento di sostegno per un numero di ore adeguato, ma in difetto di qualsivoglia prospettazione della lesione, o della minaccia della lesione, del relativo diritto e, comunque, prima della sua conformazione da parte del PEI e, anzi, con l’esplicita subordinazione della declaratoria del diritto agli esiti della valutazione assunta, di anno in anno, a fondamento del PEI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.3- Si tratta, a ben vedere, di domande che, lungi dall’attenere alla fase di attuazione del PEI, si riferiscono (entrambe) a fasi antecedenti all’adozione del piano e si fondano, in qualche misura, sulla prospettazione preventiva (soprattutto la seconda) del pericolo di una futura lesione del diritto azionato (che, peraltro, anche per la prima si è poi rivelata infondata, nella misura in cui con il PEI 2014-2015 è stata riconosciuta all’interessato la “copertura piena delle ore di sostegno”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.- Così decifrate le domande proposte in primo grado, e in relazione alle quali dev’essere scrutinata la sussistenza della giurisdizione amministrativa, resta agevole rilevare che la questione, principalmente rimessa all’Adunanza Plenaria, dell’estensione della giurisdizione esclusiva amministrativa in materia di servizio pubblico scolastico (per come descritta dall’art.133, comma 1, lett. c, del c.p.a.) anche alla fase esecutiva del PEI si rivela ininfluente, ai fini della decisione dell’appello.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.1- Anche, infatti, secondo l’esegesi più riduttiva e restrittiva del perimetro della giurisdizione esclusiva amministrativa in subiecta materia, operata con la più volte menzionata sentenza delle Sezioni Unite (n.25011 del 2014), le controversie aventi ad oggetto la declaratoria della consistenza dell’insegnamento di sostegno ed afferenti alla fase che precede la formalizzazione del PEI, restano affidate alla cognizione del giudice amministrativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mentre, infatti, la Cassazione ha escluso la giurisdizione amministrativa per le controversie afferenti alla fase di attuazione del PEI sulla base del duplice rilievo che, dopo la definizione del piano, l’Amministrazione scolastica resta priva di qualsivoglia potestà che la autorizzi a ridimensionare il numero di ore di sostegno ivi stabilito e che l’eventuale omessa, puntuale attuazione del piano integra gli estremi di una discriminazione indiretta, azionabile ai sensi della legge n.67 del 2006 e del d.lgs. n.150 del 2011 solo dinanzi al giudice ordinario (per espressa previsione legislativa), le medesime argomentazioni non risultano in alcun modo spendibili per escludere le controversie afferenti alla fase prodromica al PEI dal perimetro della giurisdizione esclusiva amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Prima della definizione del piano che stabilisce il numero di ore di sostegno necessario a garantire una corretta formazione all’alunno disabile, infatti, l’Amministrazione scolastica resta pienamente investita delle potestà relative alla formazione del PEI e, soprattutto, nella fase che precede la definizione dello stesso, risulta inconfigurabile qualsivoglia profilo discriminatorio, che, secondo la stessa Cassazione, appare ravvisabile solo nell’omessa, parziale o incompleta attuazione del piano e che concreta, a ben vedere, l’identificazione della giurisdizione ordinaria, come provvista di capacità cognitoria, ai sensi dell’art.28 d.lgs. n.150 del 2011 (essendo stata proposta, nella fattispecie esaminata dalla Suprema Corte, un’azione antidiscriminatoria secondo il rito definito dalla predetta disposizione).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.2- Non solo, ma, al di fuori della peculiare situazione esaminata dalle Sezioni Unite (carente attuazione del PEI denunciata, in giudizio, come discriminatoria con il rito previsto dall’art.28 d.lgs. cit.), l’ampiezza della latitudine della giurisdizione esclusiva amministrativa in materia di servizi pubblici, segnalata dal carattere generale delle espressioni lessicali utilizzate all’art.133, comma 1, lett. c), c.p.a. (“relative a provvedimenti adottati dalla pubblica amministrazione…in un procedimento amministrativo”), preclude qualsiasi esegesi riduttiva del perimetro della cognizione piena affidata al giudice amministrativa in materia di pubblici servizi (infatti non rinvenibile anche nella giurisprudenza più restrittiva delle Sezioni Unite), in difetto di qualsivoglia positiva ed esplicita eccezione che la autorizzi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.3- Né, ovviamente, la pacifica natura di diritto soggettivo della posizione soggettiva azionata, quand’anche qualificato come “fondamentale”, esclude la sussistenza della giurisdizione amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per un verso, infatti, la profondità della capacità cognitiva del giudice amministrativa nelle materia dei servizi pubblici comprende senz’altro anche la tutela dei diritti soggettivi, in ragione della natura esclusiva della giurisdizione codificata all’art.133 c.p.a., e, per un altro, il carattere fondamentale del diritto nella specie azionato non può certo essere decifrato come un’eccezione innominata al perimetro della giurisdizione esclusiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La cognizione e la tutela dei diritti fondamentali, infatti, intendendosi per tali quelli costituzionalmente garantiti, non appare affatto estranea all’ambito della potestà giurisdizionale amministrativa, nella misura in cui il loro concreto esercizio implica l’espletamento di poteri pubblicistici, preordinati non solo alla garanzia della loro integrità, ma anche alla conformazione della loro latitudine, in ragione delle contestuali ed equilibrate esigenze di tutela di equivalenti interessi costituzionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non solo, ma l’affermazione dell’estensione della giurisdizione esclusiva amministrativa anche alla cognizione dei diritti fondamentali (peraltro ammessa, al punto 2.6, anche dalla Sezioni Unite nella sentenza più volte richiamata) non vale in alcun modo a sminuire l’ampiezza della tutela giudiziaria agli stessi assicurata, nella misura in cui al giudice amministrativo è stata chiaramente riconosciuta la capacità di assicurare anche ai diritti costituzionalmente protetti una tutela piena e conforme ai precetti costituzionali di riferimento (Corte Cost., sentenza 27 aprile 2007, n.140), che nessuna regola o principio generale riserva in via esclusiva alla cognizione del giudice ordinario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.4- Né, per altro verso, i confini della giurisdizione esclusiva possono intendersi ristretti o ridimensionati, in ragione della natura vincolata o tecnica dell’esercizio della potestà oggetto del giudizio (potendosi, nella fattispecie esaminata, sostenere che la stima delle ore di sostegno necessarie all’alunno disabile deve indefettibilmente fondarsi su un apprezzamento della gravità della sua patologia e delle coerenti esigenze dell’insegnamento di sostegno, secondo parametri scientifici e, perciò, cogenti).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ sufficiente, al riguardo, osservare che l’attribuzione al giudice amministrativo della giurisdizione esclusiva in determinate materia implica, evidentemente, una cognizione piena, e non limitata ai soli profili di esercizio discrezionale del potere, della controversie ad essa riferibili.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne consegue che, là dove il diritto azionato postuli, per la sua completa realizzazione, l’espletamento di una potestà pubblica che si risolve nella verifica, sulla base di canoni medici o scientifici, dei presupposti per la sua attuazione, la potestà cognitoria del giudice amministrativo deve intendersi estesa anche allo scrutinio della correttezza del predetto apprezzamento, in quanto implicato dalla disamina della fondatezza della pretesa azionata in giudizio, seppur nei limiti del sindacato relativo alla discrezionalità tecnica (Cons. St., sez. III, 12 aprile 2013, n.1989).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.5- Diversamente opinando, e, cioè, negando la giurisdizione amministrativa (sulla base di uno degli argomenti appena confutati, o di entrambi) anche per le controversie relative alla contestazione di provvedimenti che precedono la formazione del PEI, si finirebbe per accedere ad una interpretazione abrogans dell’ambito operativo dell’art.133, comma 1, lett. c), c.p.a., che, come tale, dev’essere rifiutata, in quanto impedirebbe alla disposizione attributiva della giurisdizione esclusiva in materia di servizi pubblici di produrre qualsivoglia, apprezzabile effetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Basti, al riguardo, osservare che, a fronte della gestione di alcuni pubblici servizi, quali, ad esempio, la sanità o la scuola, il cittadino resta titolare di diritti costituzionalmente garantiti (e, in particolare, alla salute e all’istruzione), per concludere che, preferendo l’opzione ermeneutica che esclude dai confini della giurisdizione esclusiva la cognizione dei diritti fondamentali, si produce l’effetto di ridurre entro ambiti inconsistenti il perimetro della potestà cognitiva affidata al giudice amministrativo nelle materie considerate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non solo, ma un’interpretazione siffatta dovrebbe essere rigettata anche perché vanificherebbe irragionevolmente la ratio dell’attribuzione al giudice amministrativo della giurisdizione esclusiva sulle controversie relative ai pubblici servizi, agevolmente identificabile nell’esigenza di concentrare dinanzi ad una sola autorità giudiziaria (segnalata dall’uso dell’aggettivo “esclusiva” e dalla sua valenza semantica di “unica”) la cognizione piena delle controversie relative ad una materia che, per sua stessa natura, implica un indecifrabile intreccio di diritti ed interessi legittimi, tra le posizioni incise dall’espletamento delle relative potestà pubbliche, e di evitare, quindi, un complicato ed incerto concorso di azioni, dinanzi a diverse autorità giudiziarie (restando confermato, per radicare la giurisdizione amministrativa, il necessario limite dell’esplicazione del potere pubblicistico per mezzo dell’adozione di un provvedimento amministrativo, secondo l’originaria e fondamentale statuizione della Corte Costituzionale, con la sentenza 6 luglio 20014, n.204).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.6- Anche la controversia in esame dev’essere, in conclusione, ascritta entro i confini dell’ambito della giurisdizione esclusiva amministrativa, con il conseguente accoglimento dell’appello.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.- All’accoglimento dell’appello sulla giurisdizione non segue, tuttavia, come vorrebbe l’appellante, la disamina, nel merito, del ricorso di primo grado, ma, in ossequio alla regola codificata all’art.105, comma 1, c.p.a., l’annullamento della sentenza che ha erroneamente declinato la giurisdizione, con rinvio del ricorso al T.A.R., perché definisca il ricorso originario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Competerà, ovviamente, ai giudici di prima istanza valutare la persistenza dell’interesse all’annullamento del provvedimento in data 24 luglio 2014 (essendo, ormai, terminato l’anno scolastico di riferimento) e l’ammissibilità della ulteriore domanda di accertamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.- La natura della pronuncia giustifica la compensazione tra le parti delle spese del presente grado di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span>
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria), definitivamente pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l'effetto, annulla la sentenza appellata e rinvia la causa al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania. Compensa le spese del presente grado di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 23 marzo 2016 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alessandro Pajno, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Filippo Patroni Griffi, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sergio Santoro, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giuseppe Severini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Luigi Maruotti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo Deodato, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Salvatore Cacace, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sandro Aureli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Manfredo Atzeni, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele Greco, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giulio Castriota Scanderbeg, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;"><tbody>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
<tr> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
</td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> <td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td> </tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 12/04/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Dirigente della Sezione</span><span style="font-family: "calibri light" , sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-40766020329617490202016-02-11T05:08:00.002-08:002016-02-11T05:08:33.865-08:00ADUNANZA PLENARIE: l'Antitrust e la competenza sanzionatoria sulla "pratica commerciale aggressiva" (Ad. Plen., sentenza 9 febbraio 2016, n. 3).<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGBMZIJAW-p8Phku6zCEVEonClQksQC-Mn_yOjjaClmVd0Ex4b_jr0NZAn-G-FJgQ67ZobLKQgyl9kM4sP_laie0yX2affSh62rsshJLaweNm5LqINWxTbdKWghr6aTt1uNhW93BHNCV0S/s1600/092A5+Aggressivit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGBMZIJAW-p8Phku6zCEVEonClQksQC-Mn_yOjjaClmVd0Ex4b_jr0NZAn-G-FJgQ67ZobLKQgyl9kM4sP_laie0yX2affSh62rsshJLaweNm5LqINWxTbdKWghr6aTt1uNhW93BHNCV0S/s400/092A5+Aggressivit%25C3%25A0.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ADUNANZA PLENARIE: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>l'Antitrust </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>e la competenza sanzionatoria </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sulla "pratica commerciale aggressiva"</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> (Ad. Plen., sentenza 9 febbraio 2016, n. 3)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Principi di diritto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;"> 1. </span></b>La competenza ad irrogare la sanzione per “pratica commerciale considerata in ogni caso aggressiva” è sempre individuabile nell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">2.</span></b> Non viene meno l’interesse alla pronuncia di annullamento per incompetenza dell’Antitrust, dovendo essere invece direttamente respinta la censura di incompetenza.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in sede giurisdizionale
(Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale 16
di A.P. del 2015, proposto da:<br />
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - Antitrust, in persona del
Presidente pro tempore, rappresentata e difesa per legge dall'Avvocatura dello
Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vodafone Omnitel NV, in persona del legale
rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Fabio
Cintioli e Vittorio Minervini, con domicilio eletto presso l’avvocato Fabio
Cintioli in Roma, via Vittoria Colonna, 32; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">nei confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Associazione Altroconsumo; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e con l'intervento di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ad opponendum:<br />
Telecom Italia S.p.A., in persona del legale rappresentante pro tempore,
rappresentata e difesa dagli avvocati Mario Siragusa e Fausto Caronna, con
domicilio eletto presso l’avvocato Mario Siragusa in Roma, piazza di Spagna,
15; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della sentenza del T.A.R. Lazio, Roma,
Sez. I, n. 01742/2013, resa tra le parti, concernente l’irrogazione di sanzione
amministrativa pecuniaria per pratica commerciale scorretta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso in appello e i relativi
allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visto l'atto di costituzione in giudizio
di Vodafone Omnitel NV;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno
9 dicembre 2015 il Cons. Paolo Giovanni Nicolò Lotti e uditi per le parti
l’Avvocato dello Stato Meloncelli e gli avvocati Minervini, Cintioli, Siragusa
e Caronna;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio, Roma, Sez. I, con la sentenza 18 febbraio 2013, n. 1742, ha accolto
il ricorso proposto dall’attuale parte appellata Vodafone Omnitel NV per
l’annullamento della decisione 6 marzo 2012, n. 23357, assunta all’esito del
procedimento PS7002 e notificata a Vodafone in data 23 marzo 2012, con cui
l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato Vodafone, in
qualità di professionista, al pagamento della sanzione amministrativa
pecuniaria di euro 250.000,99 in relazione alla pratica commerciale giudicata
scorretta ai sensi degli artt. 20, 24, 25 e 26, lett. f), d.lgs. n. 206-2005
(Codice del Consumo), e “consistente nell'aver omesso di informare in maniera
adeguata gli acquirenti delle SIM dell'esistenza di servizi accessori già
attivati, fra i quali, in particolare, la navigazione in internet ed il
servizio di segreteria telefonica”, anche nella parte in cui rigetta gli
impegni proposti da Vodafone.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La sentenza è stata appellata avanti al
Consiglio di Stato e la Sezione VI, cui è stato assegnato il ricorso, con
ordinanza 18 settembre 2015, n. 4352, ha rimesso all’Adunanza Plenaria le
seguenti questioni:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) se l’articolo 27, comma 1-bis, del
Codice del consumo, sia da interpretarsi come norma attributiva di una
competenza esclusiva ad AGCM in materia di pratiche commerciali scorrette,
anche a fronte di condotte disciplinate da specifiche norme settoriali di
derivazione europea (ritenute idonee a reprimere il comportamento sia con
riguardo alla completezza ed esaustività della disciplina, sia con riguardo ai
poteri sanzionatori, inibitori e conformativi attribuiti all’Autorità di
regolazione);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) in caso affermativo, se la circostanza
che lo <i>jus superveniens</i> abbia attribuito ad AGCM la competenza
all’esercizio del potere sanzionatorio in materia di pratiche commerciali
scorrette comporti il venir meno dell’interesse alla decisione in ordine alla
censura di incompetenza – formulata con riguardo alla sanzione adottata da tale
Autorità nel precedente regime - anche nell’ipotesi in cui la nuova norma abbia
aggravato il procedimento di irrogazione della sanzione con la previsione della
necessaria acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le parti, in sede di discussione avanti a
questa Adunanza all’udienza 9 dicembre 2015, hanno riproposto le tesi già
ribadite negli atti depositati in giudizio, insistendo in particolar modo (da
parte di Vodafone) sulla necessità di deferimento della questione oggetto del
giudizio alla Corte di Giustizia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1. Rileva preliminarmente questa Adunanza
che la fattispecie che ha dato luogo all’irrogazione della sanzione contestata
in questo giudizio consiste nell’aver attivato, da parte del professionista, i
servizi di navigazione in internet e di segreteria telefonica sulle SIM vendute
senza aver previamente acquisito il consenso del consumatore e senza averlo
reso edotto dell’esistenza della preimpostazione di tali servizi e della loro
onerosità, così esponendolo ad eventuali addebiti inconsapevoli connessi alla
navigazione internet e al servizio di segreteria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questa condotta è stata ritenuta “idonea a
determinare un indebito condizionamento tale da limitare considerevolmente, e
in alcuni casi addirittura escludere, la libertà di scelta degli utenti in
ordine all’utilizzo e al pagamento dei servizi reimpostati” e, quindi,
integrante la fattispecie della “pratica commerciale considerata in ogni caso
aggressiva”, attuata esigendo il pagamento immediato o differito o la
restituzione o la custodia di prodotti che il professionista ha fornito, ma che
il consumatore non ha richiesto, vietata ai sensi dell’art. 26, comma 1, lett.
f), d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La condotta appena descritta, oggetto di
sanzione da parte dell’Antitrust, è contestata nella misura in cui dà luogo a
conflitti di norme sostanziali applicabili appartenenti a <i>corpus</i> normativi
differenti, segnatamente riferibili nel caso di specie, nella prospettiva
dell’appellata Vodafone, al settore regolato dall’Autorità per le Garanzie
nelle Comunicazioni (“AgCom”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ciò anche in considerazione del fatto che
questa Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con sentenza 11 maggio 2012,
n. 11 (e successive sentenze da 12 a 16-2012) ha stabilito l’incompetenza
dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ad applicare la
disciplina sulle pratiche commerciali scorrette (artt. 21 e ss. Codice del
Consumo) nei settori in cui la tutela del consumatore è attribuita ad un’autorità
regolamentare, secondo lo schema della cd. specialità “per settori”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2. Questa Adunanza ritiene di poter
risolvere la questione relativa alla competenza dell’Autorità appellante (cui
entrambi i quesiti, sostanzialmente, fanno riferimento), valorizzando nel caso
in esame le condotte in specifico contestate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Secondo questa Adunanza, la fattispecie in
esame integra pacificamente una condotta anticoncorrenziale ai sensi della
normativa appena citata, pur attuata mediante l’inosservanza di obblighi imposti
dal Codice delle comunicazioni elettroniche e dalla normativa ad esso
riferibile.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tali condotte, infatti, consistono
specificamente in pratiche commerciali aggressive messe in opera attraverso la
violazione di obblighi informativi circa i servizi telefonici reimpostati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel nostro sistema, mentre la pratica
commerciale aggressiva è inequivocabilmente attratta nell’area di competenza
dell’Autorità Antitrust appellante, la violazione degli obblighi informativi
suddetta è invece, di per sé, suscettibile di sanzione da parte dell’Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ evidente, quindi, che nel caso di
specie si assiste ad una ipotesi di specialità per progressione di condotte
lesive che, muovendo dalla violazione di meri obblighi informativi comportano
la realizzazione di una pratica anticoncorrenziale vietata ben più grave per
entità e per disvalore sociale, ovvero di una pratica commerciale aggressiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si realizza quindi nell’ipotesi in esame,
sempre ai fini dell’individuazione dell’Autorità competente, più che un
conflitto astratto di norme in senso stretto, una progressione illecita,
descrivibile come ipotesi di assorbimento-consunzione, atteso che la condotta
astrattamente illecita secondo il corpus normativo presidiato dall’Autorità per
le Garanzie nelle Comunicazioni è elemento costitutivo di un più grave e più
ampio illecito anticoncorrenziale vietato secondo la normativa di settore
presidiata dall’Autorità Antitrust appellante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Infatti, la violazione dei predetti
obblighi informativi di per sé non è sufficiente ad integrare la fattispecie di
illecito concorrenziale, poiché da tali obblighi è necessario inferire
l’esistenza di un condizionamento tale da limitare considerevolmente, e in
alcuni casi addirittura escludere, la libertà di scelta degli utenti in ordine
all’utilizzo e al pagamento dei servizi reimpostati e, per conseguenza,
ritenere integrata la condotta del “pagamento immediato o differito di prodotti
che il consumatore non ha richiesto” che costituisce, ai sensi dell’art. 26 del
Codice del consumo citato, “pratica commerciale considerata in ogni caso
aggressiva”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3. Tale conclusione non è in contrasto con
le citate pronunce dell’Adunanza Plenaria da 11 a 16-2012, atteso che le stesse
stabilivano (al punto 6 della sentenza n. 11-2012) da un lato che “occorre
impostare il rapporto tra la disciplina contenuta nel Codice del consumo e
quella dettata dal Codice delle comunicazioni elettroniche e dai provvedimenti
attuativi/integrativi adottati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni”,
muovendo dalla circostanza che “la disciplina recata da quest'ultimo corpus
normativo, presenti proprio quei requisiti di specificità rispetto alla
disciplina generale, che ne impone l'applicabilità alle fattispecie in esame”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dall’altro, tuttavia, si specificava che
“ciò evidentemente non basta: per escludere la possibilità di un residuo campo
di intervento di Antitrust occorre anche verificare la esaustività e la
completezza della normativa di settore”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Proprio attuando tale ultimo inciso nel
caso di specie, si può evidenziare, alla luce di quanto appena descritto che il
comportamento contestato all'operatore economico con il provvedimento Antitrust
impugnato in questa sede non è per nulla interamente ed esaustivamente
disciplinato dalle norme di settore, che non comprende affatto un’ipotesi di
illecito come quella considerata, ovvero una “pratica commerciale considerata
in ogni caso aggressiva”, ricostruita sulla base dei processi inferenziali
sopra descritti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4. Peraltro, ritiene questo Collegio di
dovere parzialmente ritornare sulle decisioni citate di questa Adunanza
Plenaria da 11 a 16-2012, optando per un revirement parziale delle medesime
nella misura in cui esse possano essere lette come mera applicazione del
criterio di specialità per settori e non per fattispecie concrete.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tale revirement, nel senso ora precisato,
si impone anche in considerazione del fatto che, con lettera di costituzione in
mora in data 18 ottobre 2013, ex art. 258 TFUE, la Commissione Europea ha
aperto una procedura di infrazione (n. 2013-2169) nei confronti della
Repubblica Italiana per scorretta attuazione ed esecuzione della direttiva
2005/29/UE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori
nel mercato interno e della direttiva al servizio universale e ai diritti degli
utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Commissione ha contestato l’inadeguata
applicazione da parte italiana dell’art. 3, par. 4, e degli artt. da 11 a 13
della direttiva in materia di pratiche sleali poiché, in sostanza,
nell’ordinamento italiano non sarebbe correttamente applicato il principio
della “<i>lex specialis</i>” contenuto nella direttiva, che regola il
coordinamento tra tale disciplina (a carattere transettoriale) e le normative
specifiche di settore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In particolare, la Commissione ha
addebitato all’Italia che tale errata applicazione del diritto europeo,
riconducibile a criteri interpretativi delle disposizioni italiane di
recepimento della normativa europea stabiliti in alcune sentenze di giudici
amministrativi e in delibere dell’AGCM, avrebbe provocato la mancata attuazione
della direttiva pratiche commerciali sleali nel settore delle comunicazioni
elettroniche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Commissione contesta, in particolare,
la tesi per cui l’esistenza di una disciplina specifica settoriale, in quanto
considerata esaustiva, comporterebbe la prevalenza di tale disciplina su quella
generale, ancorché di derivazione europea, in materia di tutela dei
consumatori.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nell’interpretazione data dalle autorità
italiane si determinerebbe un contrasto tra legge speciale e norma generale non
soltanto quando esista una opposizione – tesi sostenuta dalla Commissione
europea – ma anche in presenza di una sovrapposizione per cui la disciplina
speciale regolerebbe la totalità delle fattispecie al punto che non avrebbe
ragione l’applicazione, sia pure in funzione sussidiaria o come norma di
chiusura, della disciplina generale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Secondo la Commissione, inoltre, a causa
di tale lacuna in Italia non vi sarebbe alcuna autorità indipendente competente
a far rispettare la direttiva pratiche commerciali sleali nel settore delle
comunicazioni elettroniche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nell’atto di avvio della procedura
d’infrazione si legge tra l’altro che “l’art. 3, par. 4, della direttiva non
consente di concludere che l’applicazione della stessa possa essere esclusa
solo perché esiste una legislazione più specifica per un dato settore. Tale
affermazione è corretta solo se tale legislazione più specifica si fonda su
altre norme dell’Unione e se è limitata agli aspetti da essa disciplinati”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5. Tale procedura di infrazione, che si è
aperta sul presupposto che questo Consiglio avesse completamente integralmente
e senza eccezioni adottato lo schema della specialità per settori, presupposto
per altro erroneo come si è visto, poiché una tale lettura ermeneutica,
eccessivamente rigida e schematica oblitera il contenuto articolato e complesso
delle pronunce, induce comunque ad un ripensamento di tale schema.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Schema che non può che essere quello della
specialità basato sul raffronto tra le fattispecie, secondo il collaudato
principio di specialità conosciuto nel nostro ordinamento che assurge a
criterio generale di regolazione dei rapporti tra norme sanzionatorie, penali e
amministrative, in tutte le materie disciplinate dalla legge nel nostro
ordinamento ove si verifichino conflitti apparenti di norme e sia necessario,
pertanto, risolvere le antinomie giuridiche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pertanto, ove disposizioni appartenenti ai
due diversi ambiti convergano sul medesimo fatto se ne applica una sola, quella
speciale, individuata in base ai criteri noti nel nostro ordinamento e in modo
compatibile, come è ovvio, con l’ordinamento comunitario nella specifica
materia di pertinenza comunitaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel caso di specie, e sempre ai fini della
competenza ad irrogare la sanzione, è evidente che l’art. 3, par. 4, della
direttiva 2005/29/UE impone che vi sia sempre l’intervento di un’Autorità
indipendente competente a far rispettare la predetta direttiva, sanzionando
all’uopo le pratiche commerciali sleali anche nel settore delle comunicazioni
elettroniche.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’Autorità indipendente menzionata dalla
direttiva è, nel nostro sistema nazionale, l’Autorità Antitrust.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6. Sul tema della competenza si deve
peraltro osservare che con l’art. 1, comma 6, lett. a), d. lgs. 21 febbraio
2014, n. 21, recante l’attuazione della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei
consumatori (v. anche l’art. 1, e l’Allegato B, della l. n. 96/2013 – legge di
delega europea 2013), è stato inserito, nell’art. 27 del codice del consumo, il
comma 1-bis, secondo cui “anche nei settori regolati, ai sensi dell'articolo
19, comma 3, la competenza ad intervenire nei confronti delle condotte dei
professionisti che integrano una pratica commerciale scorretta, fermo restando
il rispetto della regolazione vigente, spetta, in via esclusiva, all'Autorità
garante della concorrenza e del mercato, che la esercita in base ai poteri di
cui al presente articolo, acquisito il parere dell'Autorità di regolazione
competente”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La relazione illustrativa allo schema del
citato d.lgs. n. 21-2014 evidenzia che la norma di modifica del codice del
consumo con la quale si attribuisce in via esclusiva all’Antitrust, acquisito
il parere dell’Autorità di settore, la competenza a intervenire nei confronti
delle condotte dei professionisti che integrano una pratica commerciale
scorretta, ha l’obiettivo di superare la citata procedura d’infrazione n.
2013-2069 avviata dalla Commissione europea con lettera di costituzione in mora
del 18 ottobre 2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ciò posto, alla luce di quanto appena
detto, è evidente che tale norma ha una portata esclusivamente di
interpretazione autentica, atteso che, come detto, anche alla luce di una
corretta analisi ermeneutica delle sentenze dell’Adunanza Plenaria da 11 a
16-2012 e dell’applicazione dei principi da essa scaturenti è indubbia la
competenza dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ad
applicare la disciplina sulle pratiche commerciali scorrette nel caso oggetto
del presente giudizio già in base alla normativa antecedente che l’art. 1,
comma 6, lett. a), d. lgs. 21 febbraio 2014, n. 21 si è limitata, per quanto
qui rileva, soltanto a confermare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">7. Né in senso contrario può opporsi la
previsione, contenuta in tale norma sopravvenuta, di un eventuale previo parere
dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, poiché tale segmento
procedimentale, ora previsto nell’art. 16 della Delibera AGCM 1° aprile 2015,
n. 25411 (Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di tutela del
consumatore) era già previsto in precedenti delibere (cfr. Delibera AGCM 15
novembre 2007, n. 17589); il legislatore, pertanto, non ha fatto altro che
innalzare al rango di norma primaria una disposizione già esistente
nell’ordinamento, che, per tale motivo, non può ritenersi avere portata
sostanzialmente innovativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tale considerazione esime l’Adunanza
dall’esaminare il tema del principio del “<i>tempus regit actum</i>”, peraltro
correttamente applicato dalla sentenza della VI Sezione 5 marzo 2015, n. 1104,
in base al quale l’Amministrazione adotta i provvedimenti di sua competenza
sulla base della normativa anche, appunto, relativa alla competenza vigente nel
momento (nella specie, posteriore alla modifica normativa intervenuta)
dell’adozione del nuovo provvedimento da emanare nel riesercizio del potere
amministrativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">8. Inoltre, deve essere rilevato che in
nessun modo potrebbe porsi nel caso di specie, con specifico riferimento
all’individuazione dell’Autorità competente, un problema di compatibilità
comunitaria della normativa italiana, su cui insistono le controparti in
appello, tenendo conto del noto principio di indifferenza dell’Unione rispetto
all’organizzazione interna.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A questo riguardo, si osserva, infatti,
che in numerose occasioni la Corte di Giustizia ha affermato l'indifferenza dell'ordinamento
europeo rispetto all'articolazione delle competenze amministrative all'interno
degli Stati membri (cfr. <i>ex multis</i>, Corte di Giustizia, sentenza 25
maggio 1982, Commissione delle Comunità europee c. Regno dei Paesi Bassi, causa
C-96/81, in Raccolta 1982, p. 1791; sentenza 17 giugno 1986, Commissione delle
Comunità europee c. Regno del Belgio, causa 1/86, in Raccolta 1987, p. 2797;
sentenza 13 dicembre 1991, Commissione delle Comunità europee c. Repubblica
italiana, causa C-33/90, in Raccolta 1991, p. I-5987).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il principio sul quale si incentrano
queste decisioni è una dichiarazione di indifferenza del giudice comunitario
rispetto alla distribuzione delle competenze attuative all'interno degli Stati
membri dell'UE: ciò che la Corte di giustizia intende sottolineare è
soprattutto la volontà di non ascoltare giustificazioni ad inadempimenti di
obblighi comunitari che invochino meccanismi interni di riparto delle
competenze.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">9. Né, infine, si può condividere la tesi
di una violazione del principio <i>ne bis in idem</i>, poiché l’art. 4,
Prot. n. 7 CEDU implica soltanto, nella sostanza, la tendenziale messa al bando
del c.d. “doppio binario” sanzionatorio, vale a dire della previsione, per il
medesimo fatto, di sanzioni di natura distinta (sul piano della qualificazione
interna) applicabili alla stessa persona tramite procedimenti di diverso tipo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La violazione della norma convenzionale è
innescata non dalla mera pendenza contemporanea di due procedimenti (peraltro,
nel caso di specie, ne risulta pendente soltanto uno), ma dal fatto che uno di
essi venga instaurato o prosegua dopo che l'altro si è chiuso con una decisione
definitiva, non importa se di assoluzione o di condanna (cfr. Corte CEDU,
decisione Grande Stevens contro Italia 4 marzo 2014 e i c.d. criteri Engel ,
elaborati in una vecchia decisione del 1976 e progressivamente affinati).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pertanto, nessuna violazione del principio
del <i>ne bis in idem</i> può dedursi come sussitente nel caso in
esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">10. In conclusione, in risposta ai quesiti
sottoposti dalla Sezione VI, l’Adunanza Plenaria enuncia i seguenti principi di
diritto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- la competenza ad irrogare la sanzione
per “pratica commerciale considerata in ogni caso aggressiva” è sempre
individuabile nell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- non viene meno l’interesse alla
pronuncia di annullamento per incompetenza dell’Antitrust, dovendo essere
invece direttamente respinta la censura di incompetenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’Adunanza restituisce per il resto il
giudizio alla Sezione remittente ai sensi dell’art. 99, comma 4, c.p.a., cui
spetterà ovviamente anche la liquidazione delle spese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato in sede
giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">pronunciando sull'appello, come in
epigrafe proposto, enuncia i seguenti principi di diritto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- la competenza ad irrogare la sanzione
per “pratica commerciale considerata in ogni caso aggressiva” è sempre
individuabile nell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- non viene meno l’interesse alla
pronuncia di annullamento per incompetenza dell’Antitrust, dovendo essere
invece direttamente respinta la censura di incompetenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Restituisce per il resto il giudizio alla
Sezione remittente ai sensi dell’art. 99, comma 4, c.p.a.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Spese al definitivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 9 dicembre 2015 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Riccardo Virgilio, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pier Giorgio Lignani, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Stefano Baccarini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alessandro Pajno, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Paolo Numerico, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele Greco, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gabriella De Michele, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Paolo Giovanni Nicolo' Lotti, Consigliere,
Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Antonio Amicuzzi, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dante D'Alessio, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 09/02/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Dirigente della Sezione<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-42432610313914106782016-02-09T04:18:00.000-08:002016-02-09T04:18:13.783-08:00ADUNANZE PLENARIE (PROCESSO & ESPOPRIAZIONE P.U.): commissario "ad acta" e provvedimento di cui all'art. 42 "bis" del d.P.R. n. 327/2001 (Ad. Plen., 9 febbraio 2016, n. 2).<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOoakqJl-r_D_i7T4ELUKuO3_Z4CUnxXWJtx6V5lqc9ABpesq5aVvMGNUGsDUvo2AKi27RxxijZgV7ygYgfZK9U_M3xij4xekVygP0XpDDRCvdHhPDbO1IXYoK-Je9MovPxFPKJuEifUXi/s1600/ad-acta1-520x245.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOoakqJl-r_D_i7T4ELUKuO3_Z4CUnxXWJtx6V5lqc9ABpesq5aVvMGNUGsDUvo2AKi27RxxijZgV7ygYgfZK9U_M3xij4xekVygP0XpDDRCvdHhPDbO1IXYoK-Je9MovPxFPKJuEifUXi/s400/ad-acta1-520x245.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ADUNANZE PLENARIE</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> (PROCESSO & ESPOPRIAZIONE P.U.): </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>commissario "ad acta" e </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>provvedimento di cui all'art. 42 "bis" </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>del d.P.R. n. 327/2001 </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(Ad. Plen., 9 febbraio 2016, n. 2)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Principio di diritto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #7f6000;">1.</span></b> Il commissario ad acta può emanare il provvedimento di acquisizione coattiva previsto dall’articolo 42-</i>bis<i> d.P.R. n. 327 del 2001 – Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità -:</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="color: #0b5394;"><b>a)</b> </span>se nominato dal giudice amministrativo a mente degli artt. 34, co. 1, lett. e), e 114, co. 4, lett. d), c.p.a., qualora tale adempimento sia stato previsto dal giudicato </i>de quo agitur<i>;</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">b)</span></b> se nominato dal giudice amministrativo a mente dell’art. 117, co. 3, c.p.a., qualora l’amministrazione non abbia provveduto sull’istanza dell’interessato che abbia sollecitato l’esercizio del potere di cui al menzionato art. 42-bis.</i></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in sede giurisdizionale
(Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale 23
di A.P. del 2014, proposto dalla Signora Carmela Marraffa, rappresentata e
difesa dall'avvocato Carlo Caniglia, domiciliata ai sensi dell’art. 25 c.p.a.
presso la Segreteria della Quarta Sezione del Consiglio di Stato in Roma,
piazza Capo di Ferro n. 13; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Comune di Villa Castelli, in persona del
Sindaco <i>pro tempore</i>, rappresentato e difeso dall'avvocato Giovanni
Pomarico, domiciliato ai sensi dell’art. 25 c.p.a. presso la Segreteria della
Quarta Sezione del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro n. 13; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della sentenza del T.a.r. per la Puglia –
sede staccata di Lecce - Sezione I, n. 383 del 21 febbraio 2013.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;">Visti il ricorso in appello e i relativi
allegati;</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visto l'atto di costituzione in giudizio
del Comune di Villa Castelli;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vista l’ordinanza della Quarta Sezione del
Consiglio di Stato – n. 3347 del 3 luglio 2014 – che ha rimesso la presente
causa all’Adunanza plenaria ai sensi dell’art. 99, co.1, c.p.a.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vista l’ordinanza dell’Adunanza plenaria
del Consiglio di Stato - n. 28 del 15 ottobre 2014 - che ha sospeso il presente
giudizio essendo pendente la questione di legittimità costituzionale della
norma sancita dall’art. 42 <i>bis</i>, d.P.R. 8 giugno 2011, n. 327 –
Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
espropriazione per pubblica utilità -;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vista la sentenza della Corte
costituzionale n. 71 del 30 marzo 2015 pubblicata nella G.U., 1° s.s., 6 maggio
2015 n. 18;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vista l’istanza di fissazione d’udienza e
contestuale atto di riassunzione depositato dalla difesa della Signora Carmela
Marraffa in data 1 giugno 2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vista la memoria difensiva depositata
davanti all’Adunanza plenaria dalla difesa della Signora Carmela Marraffa in
data 14 settembre 2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore nella camera di consiglio del
giorno 7 ottobre 2015 il consigliere Vito Poli e uditi per le parti gli
avvocati Caniglia, e Pomarico;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto
quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>1. L’ OGGETTO DEL PRESENTE GIUDIZIO.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.1. L’oggetto del presente giudizio è
costituito dal provvedimento reso dal commissario <i>ad acta</i> -
nominato in sede di esecuzione di un giudicato - recante, nella sostanza,
l’emanazione di un decreto di acquisizione ex art. 42<i>-bis </i>d.P.R. 8
giugno 2011, n. 327 - Testo unico delle disposizioni legislative e
regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità – (in prosieguo
t.u. espr.), in danno della odierna ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.2. Più in dettaglio viene in rilievo la
domanda di esecuzione del giudicato formatosi sulla sentenza irrevocabile del
T.a.r. per la Puglia - sede staccata di Lecce, Sezione I, n. 3342 del 19
novembre 2008 che, in accoglimento del ricorso proposto dalla Signora Carmela
Marraffa:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) ha preso atto della irreversibile
trasformazione di un appezzamento di terreno (di proprietà dell’istante) in
giardino pubblico ad opera del comune di Villa Castelli che, sebbene avesse
disposto l’occupazione d’urgenza dell’area, non aveva emanato il successivo
decreto di esproprio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) ha condannato il comune a restituire
l’area, ovvero a concludere un accordo transattivo, o, in alternativa, ad
emanare un provvedimento di acquisizione ai sensi dell’allora vigente art. 43,
t.u. espr.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) ha scandito dettagliatamente la
tempistica di ciascuna fase ed i relativi adempimenti, formulando minute
prescrizioni anche in ordine ai criteri di liquidazione, per equivalente
monetario, del danno derivante dalla perdita della proprietà e del possesso <i>sine
titulo</i>, oltre che degli accessori;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d) ha espressamente stabilito che,
trascorsi i termini concessi per ciascuno degli alternativi adempimenti, la
parte privata avrebbe potuto agire in giudizio per l’esecuzione della
decisione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e) ha condannato il comune alla refusione
delle spese di lite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>2. IL GIUDIZIO DI PRIMO GRADO.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.1. Con una prima sentenza irrevocabile
resa in esecuzione del giudicato <i>de quo agitur</i>– T.a.r. Lecce,
Sezione I, n. 2241 del 2 ottobre 2009 -:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) è stata assodata la sostanziale inerzia
del comune ad eseguire il giudicato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) è stato ordinato all’ente di dare corso
a tutti gli adempimenti previsti dal giudicato entro un breve termine (45
giorni);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) è stata disposta la condanna dell’ente
alle spese di lite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.2. Con una seconda sentenza irrevocabile
resa sempre in esecuzione del giudicato – T.a.r Lecce, Sezione I, n. 928 del 24
maggio 2012 -:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) è stato ritenuto applicabile in luogo
dell’art. 43, l’art. 42<i>-bis</i> t.u. espr.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) si è preso atto che il comune non ha
inteso concludere un accordo transattivo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) sono state rinnovate le statuizioni
alternative, relative alla restituzione del terreno ovvero all’emanazione di un
provvedimento ex art. 42<i>-bis</i>, accompagnate dalle consequenziali misure
risarcitorie;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d) è stato concesso un ulteriore termine di
60 giorni;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e) è stato nominato il commissario <i>ad
acta</i> con il mandato di provvedere a tutti gli adempimenti occorrenti
per l’ottemperanza;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">f) è stata disposta l’ennesima condanna
dell’ente alle spese di lite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.3. Nella perdurante inerzia del comune,
il commissario <i>ad acta</i> ha emanato, in data 10 settembre 2012,
un provvedimento ex art. 43 t.u. espr. determinando il valore del bene ed il
risarcimento del danno.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.4. Il provvedimento commissariale è
stato reclamato dalla Signora Marraffa, ex art. 114, co. 6, c.p.a., sotto
molteplici aspetti (cfr. atto notificato in data 4 dicembre 2012).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.5. Il reclamo è stato respinto
dall’impugnata sentenza del T.a.r. di Lecce, Sez. I, n. 383 del 21 febbraio
2013 che, previa riqualificazione del provvedimento ex art. 42-<i>bis</i> cit.:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) ha escluso che il commissario dovesse
agire nel contraddittorio delle parti, acquisendo il contributo istruttorio
delle medesime;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) ha riconosciuto congrua la
determinazione del valore del terreno in relazione alla sua inedificabilità;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) ha escluso che la stima dell’Agenzia
del territorio, posta a base del provvedimento commissariale, fosse stata in
precedenza ritenuta incongrua o inutilizzabile dal medesimo T.a.r.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>3. IL GIUDIZIO DI APPELLO DAVANTI ALLA IV
SEZIONE DEL CONSIGLIO DI STATO.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.1. Con ricorso ritualmente notificato e
depositato la Signora Marraffa ha interposto appello avverso la su menzionata
sentenza articolando due autonomi motivi:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) con il primo (pagine 7 – 9 del
gravame), ha contestato che il commissario fosse esonerato dall’obbligo di
acquisire i pareri delle parti che sarebbero stati, viceversa, rilevanti e
decisivi in punto di scelta fra restituzione del bene o acquisizione coattiva;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) con il secondo (pagine 9 – 10 del
gravame), ha ribadito che il commissario, per individuare il valore del bene,
non avrebbe dovuto basarsi sulla stima dell’Agenzia del territorio perché tale
valutazione era stata considerata inappropriata dallo stesso T.a.r. nella
sentenza n. 2241 del 2009; da qui la violazione del mandato conferito
all’ausiliario dalla sentenza n. 928 del 2012 e l’invalidità, <i>in parte
qua, </i>del provvedimento reclamato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.2. Si è costituito il comune confutando
analiticamente la fondatezza dell’appello di cui ha chiesto il rigetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>4. L’ORDINANZA DI RIMESSIONE DELLA CAUSA
ALL’ADUNANZA PLENARIA ED I SUCCESSIVI SVILUPPI PROCESSUALI.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.1. Con ordinanza n. 3347 del 3 luglio
2014, la IV Sezione del Consiglio di Stato:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) ha ricostruito, in chiave storica e
sistematica, l’istituto dell’acquisizione disciplinato prima dall’art. 43 e poi
dall’art. 42<i>-bis</i>; t.u. espr.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) ha dato atto del contrasto registratosi
nella giurisprudenza del Consiglio di Stato circa la possibilità che in sede di
esecuzione del giudicato il giudice amministrativo, direttamente o per il
tramite dell’intervento del commissario <i>ad acta</i>, possa o meno
ordinare alla P.A. di adottare un provvedimento ex art. 42-<i>bis</i>, ovvero
limitarsi a sollecitare l’esercizio di tale potere, fissando all’uopo un
termine, scaduto il quale non rimarrebbe che assicurare la sola tutela
restitutoria;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) ha rilevato la pendenza della questione
di legittimità costituzionale dell’art. 42-<i>bis</i> t.u. espr. sollevata
dalle Sezioni unite della Corte di cassazione (cfr. ordinanze 13 gennaio 2014,
nn. 441 e 442);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d) all’esplicito scopo di meglio garantire
l’armonico coordinamento (ed il rispetto) dei principi della effettività della
tutela giurisdizionale, da un lato, e dell’autorità del giudicato, dall’altro,
ha sottoposto all’Adunanza planaria la seguente questione ovvero <i><<se
nella fase di ottemperanza – con giurisdizione, quindi, estesa al merito – ad
una sentenza avente ad oggetto una domanda demolitoria di atti concernenti una
procedura espropriativa, rientri o meno tra i poteri sostitutivi del giudice, e
per esso, del commissario ad acta, l’adozione della procedura semplificata di
cui all’art. 42-bis t.u. espr.>>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.2. Con ordinanza dell’Adunanza plenaria
- n. 28 del 15 ottobre 2014 – è stato sospeso il presente giudizio in attesa
della definizione delle sollevate questioni di legittimità costituzionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.3. Con sentenza parzialmente
interpretativa di rigetto n. 71 del 30 marzo 2015 - pubblicata nella G.U., 1°
s.s., 6 maggio 2015 n. 18 – la Corte costituzionale, in relazione ai vari
parametri evocati, ha dichiarato in parte inammissibile, in parte infondata, ed
in parte non fondata ai sensi di cui in motivazione, la questione di
legittimità costituzionale del più volte menzionato art. 42<i>-bis.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.4. Il giudizio è stato ritualmente
proseguito con l’istanza depositata in data 1 giugno 2015 dalla difesa della
signora Marraffa ed alla camera di consiglio dell’8 ottobre 2015 la causa è
stata trattenuta in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>5. LA NATURA GIURIDICA, I PRESUPPOSTI
APPLICATIVI E GLI EFFETTI DELLA ACQUISIZIONE EX ART. 42-BIS T.U. ESPR.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.1. Si riporta per comodità di lettura il
più volte menzionato art. 42 - <i>bis</i>, t.u. espr. - <i>Utilizzazione
senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico</i> – come
introdotto dall’art. 34, comma 1, d.l. n. 98 del 2011 convertito con
modificazioni nella l. n. 111 del 2011: <i><<1. Valutati gli
interessi in conflitto, l'autorità che utilizza un bene immobile per scopi di
interesse pubblico, modificato in assenza di un valido ed efficace
provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità, può disporre
che esso sia acquisito, non retroattivamente, al suo patrimonio indisponibile e
che al proprietario sia corrisposto un indennizzo per il pregiudizio
patrimoniale e non patrimoniale, quest'ultimo forfetariamente liquidato nella
misura del dieci per cento del valore venale del bene.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">2. Il provvedimento di acquisizione può
essere adottato anche quando sia stato annullato l'atto da cui sia sorto il
vincolo preordinato all'esproprio, l'atto che abbia dichiarato la pubblica
utilità di un'opera o il decreto di esproprio. Il provvedimento di acquisizione
può essere adottato anche durante la pendenza di un giudizio per l'annullamento
degli atti di cui al primo periodo del presente comma, se l'amministrazione che
ha adottato l'atto impugnato lo ritira. In tali casi, le somme eventualmente
già erogate al proprietario a titolo di indennizzo, maggiorate dell'interesse
legale, sono detratte da quelle dovute ai sensi del presente articolo.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">3. Salvi i casi in cui la legge disponga
altrimenti, l'indennizzo per il pregiudizio patrimoniale di cui al comma 1 è
determinato in misura corrispondente al valore venale del bene utilizzato per
scopi di pubblica utilità e, se l'occupazione riguarda un terreno edificabile,
sulla base delle disposizioni dell'articolo 37, commi 3, 4, 5, 6 e 7. Per il
periodo di occupazione senza titolo è computato a titolo risarcitorio, se dagli
atti del procedimento non risulta la prova di una diversa entità del danno,
l'interesse del cinque per cento annuo sul valore determinato ai sensi del
presente comma.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">4. Il provvedimento di acquisizione,
recante l'indicazione delle circostanze che hanno condotto alla indebita
utilizzazione dell'area e se possibile la data dalla quale essa ha avuto
inizio, è specificamente motivato in riferimento alle attuali ed eccezionali
ragioni di interesse pubblico che ne giustificano l'emanazione, valutate
comparativamente con i contrapposti interessi privati ed evidenziando l'assenza
di ragionevoli alternative alla sua adozione; nell'atto è liquidato
l'indennizzo di cui al comma 1 e ne è disposto il pagamento entro il termine di
trenta giorni. L'atto è notificato al proprietario e comporta il passaggio del
diritto di proprietà sotto condizione sospensiva del pagamento delle somme
dovute ai sensi del comma 1, ovvero del loro deposito effettuato ai sensi
dell'articolo 20, comma 14; è soggetto a trascrizione presso la conservatoria
dei registri immobiliari a cura dell'amministrazione procedente ed è trasmesso
in copia all'ufficio istituito ai sensi dell'articolo 14, comma 2.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">5. Se le disposizioni di cui ai commi 1, 2
e 4 sono applicate quando un terreno sia stato utilizzato per finalità di
edilizia residenziale pubblica, agevolata o convenzionata, ovvero quando si
tratta di terreno destinato a essere attribuito per finalità di interesse
pubblico in uso speciale a soggetti privati, il provvedimento è di competenza
dell'autorità che ha occupato il terreno e la liquidazione forfetaria
dell'indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale è pari al venti per cento
del valore venale del bene.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">6. Le disposizioni di cui al presente
articolo si applicano, in quanto compatibili, anche quando è imposta una
servitù e il bene continua a essere utilizzato dal proprietario o dal titolare
di un altro diritto reale; in tal caso l'autorità amministrativa, con oneri a
carico dei soggetti beneficiari, può procedere all'eventuale acquisizione del
diritto di servitù al patrimonio dei soggetti, privati o pubblici, titolari di
concessioni, autorizzazioni o licenze o che svolgono servizi di interesse
pubblico nei settori dei trasporti, telecomunicazioni, acqua o energia.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">7. L'autorità che emana il provvedimento
di acquisizione di cui al presente articolo nè dà comunicazione, entro trenta
giorni, alla Corte dei conti mediante trasmissione di copia integrale.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">8. Le disposizioni del presente articolo
trovano altresì applicazione ai fatti anteriori alla sua entrata in vigore ed
anche se vi è già stato un provvedimento di acquisizione successivamente
ritirato o annullato, ma deve essere comunque rinnovata la valutazione di
attualità e prevalenza dell'interesse pubblico a disporre l'acquisizione; in
tal caso, le somme già erogate al proprietario, maggiorate dell'interesse
legale, sono detratte da quelle dovute ai sensi del presente articolo.>></span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.2. Prima di procedere alla risoluzione
del quesito sottoposto all’Adunanza plenaria, è indispensabile ricostruire
(limitandosi a quanto di interesse) il quadro dei condivisibili principi che,
successivamente all’ordinanza di rimessione della IV Sezione, sono stati
elaborati dalla Corte costituzionale (cfr. sentenza n. 71 del 2015 cit.), dalle
Sezioni unite della Corte di cassazione (cfr. decisioni n. 735 del 19 gennaio
2015 e n. 22096 del 29 ottobre 2015) e dal Consiglio di Stato (cfr. sentenze
Sez. IV, n. 4777 del 19 ottobre 2015; n. 4403 del 21 settembre 2015; n. 3988
del 26 agosto 2015; n. 2126 del 27 aprile 2015; n. 3346 del 3 luglio 2014),
all’interno della consolidata cornice di tutele delineata dalla Corte europea
dei diritti dell’uomo per contrastare il deprecato fenomeno delle
<<espropriazioni indirette>> del diritto di proprietà o di altri
diritti reali (cfr., <i>ex plurimis</i> e da ultimo, con riferimento
all’ordinamento italiano, Corte europea dei diritti dell’uomo, Sez. II, 3
giugno 2014, Rossi e Variale; Sez. II, 14 gennaio 2014, Pascucci; Sez. II, 5
giugno 2012, Immobiliare Cerro; Grande Camera, 22 dicembre 2009, Guiso; Sez.
II, 6 marzo 2007, Scordino; Sez. III, 12 gennaio 2006, Sciarrotta; Sez. II, 17
maggio 2005, Scordino; Sez. II, 30 maggio 2000, Soc. Belvedere alberghiera;
Sez. II, 30 maggio 2000, Carbonara e Ventura).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.3. In linea generale, quale che sia la
sua forma di manifestazione (vie di fatto, occupazione usurpativa, occupazione
acquisitiva), la condotta illecita dell’amministrazione incidente sul diritto
di proprietà non può comportare l’acquisizione del fondo e configura un
illecito permanente ex art. 2043 c.c. – con la conseguente decorrenza del
termine di prescrizione quinquennale dalla proposizione della domanda basata
sull’occupazione <i>contra ius</i>, ovvero, dalle singole annualità per
quella basata sul mancato godimento del bene - che viene a cessare solo in
conseguenza:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) della restituzione del fondo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) di un accordo transattivo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) della rinunzia abdicativa (e non
traslativa, secondo una certa prospettazione delle SS.UU.) da parte del
proprietario implicita nella richiesta di risarcimento del danno per
equivalente monetario a fronte della irreversibile trasformazione del fondo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d) di una compiuta usucapione, ma solo nei
ristretti limiti perspicuamente individuati dal Consiglio di Stato allo scopo
di evitare che sotto mentite spoglie (i.e. alleviare gli oneri finanziari
altrimenti gravanti sull’Amministrazione responsabile), si reintroduca una
forma surrettizia di espropriazione indiretta in violazione dell’art. 1 del
Protocollo addizionale della Cedu (Sez. IV, n. 3988 del 2015 e n. 3346 del
2014); dunque a condizione che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I) sia effettivamente configurabile il
carattere non violento della condotta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">II) si possa individuare il momento esatto
della <i>interversio possesionis</i>;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">III) si faccia decorrere la prescrizione
acquisitiva dalla data di entrata in vigore del t.u. espr. (30 giugno 2003)
perché solo l’art. 43 del medesimo t.u. aveva sancito il superamento
dell’istituto dell’occupazione acquisitiva e dunque solo da questo momento
potrebbe ritenersi individuato, ex art. 2935 c.c., il<i><<….giorno in cui
il diritto può essere fatto valere>></i>;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e) di un provvedimento emanato ex art. 42<i>-bis</i> t.u.
espr.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4. Chiarito che l’acquisizione ex art.
42<i>-bis</i> cit. costituisce una delle possibili cause legali di
estinzione di un fatto illecito e che essa trova legittima applicazione anche
alle situazioni prodottesi prima della sua entrata in vigore (§ 6.9.1. della
sentenza della Corte cost. n. 71 del 2015 cit., che ha così definitivamente
fugato i dubbi adombrati dalle Sezioni unite al § 4 della sentenza n. 735 del
2015 cit.), giova evidenziare che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) la disposizione introduce una norma di
natura eccezionale; tale conclusione è coerente con l’impostazione tradizionale
che considera a tale stregua le norme limitatrici della sfera giuridica dei
destinatari, con particolare riguardo a quelle che attribuiscono alla P.A. un
potere ablatorio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un atto definibile come espropriazione in
sanatoria <i>stricto sensu</i>, e basato sulla illiceità dell’occupazione
di un bene altrui, infatti, segnerebbe una interruzione della consequenzialità
logica della disciplina generale (europea e nazionale) di riferimento in
materia di acquisizione coattiva della proprietà privata, ponendosi in
contrasto con essa attraverso una discriminazione – pure sancita dalla legge -
del trattamento giuridico di situazioni soggettive che altrimenti sarebbero
destinatarie della disciplina generale; da qui l’indefettibile necessità, ex
art. 14, disp. prel. c.c., di una esegesi rigorosa della norma medesima che
sia, ad un tempo, conforme al sistema di tutela della proprietà privata
disegnato dalla CEDU ma rispettosa del valore costituzionale della funzione
sociale della proprietà privata sancito dall’art. 42, co. 2, Cost. (che
costituisce il fondamento del potere attribuito alla P.A.), secondo un approccio
metodologico basato su una visione sistemica, multilivello e comparata della
tutela dei diritti, a sua volta incentrata sulla considerazione
dell’ordinamento nel suo complesso, quale risultante dalla interazione fra
norme (interne e internazionali) e principi delle Corti (interne e
sovranazionali);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) l’art. 42-<i>bis</i>, invece, configura
un procedimento ablatorio <i>sui generis, </i>caratterizzato da una
precisa base legale, semplificato nella struttura (<i>uno actu perficitur</i>),
complesso negli effetti (che si producono sempre e comunque<i> ex nunc</i>)<i>, </i>il
cui scopo non è (e non può essere) quello di sanatoria di un precedente
illecito perpetrato dall’Amministrazione (perché altrimenti integrerebbe una
espropriazione indiretta per ciò solo vietata), bensì quello autonomo, rispetto
alle ragioni che hanno ispirato la pregressa occupazione<i> contra ius, </i>consistente
nella soddisfazione di imperiose esigenze pubbliche, redimibili esclusivamente
attraverso il mantenimento e la gestione di qualsiasi opera dell’infrastruttura
realizzata <i>sine titulo;</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) un tale obbiettivo istituzionale,
inoltre, deve emergere necessariamente da un percorso motivazionale -
rafforzato, stringente e assistito da garanzie partecipativo rigorose – basato
sull’emersione di ragioni attuali ed eccezionali che dimostrino in modo chiaro
che l’apprensione coattiva si pone come <i>extrema ratio</i> (perché
non sono ragionevolmente praticabili soluzioni alternative e che tale assenza
di alternative non può mai consistere nella generica <i><<…eccessiva
difficoltà ed onerosità dell’alternativa a disposizione
dell’amministrazione..>></i>), per la tutela di siffatte imperiose
esigenze pubbliche;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d) sono coerenti con questa impostazione:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I) le importanti guarentigie previste per
il destinatario dell’atto di acquisizione sotto il profilo della misura
dell’indennizzo (avente natura indennitaria secondo Cass. civ., Sez. un., n.
2209 del 2015 cit.), valutato a valore venale (al momento del trasferimento,
alla stregua del criterio della <i>taxatio rei,</i> senza che,
dunque, ci siano somme da rivalutare ma, in ogni caso, tenuto conto degli
ulteriori parametri individuati dagli artt. 33 e 40 t.u.espr.), maggiorato
della componente non patrimoniale (dieci per cento senza onere probatorio per
l’espropriato), e con salvezza della possibilità, per il proprietario, di
provare autonome poste di danno;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">II) la previsione del coinvolgimento
obbligatorio della Corte dei conti in una vicenda che produce oggettivamente (e
indipendentemente dagli eventuali profili soggettivi di responsabilità da
accertarsi nelle competenti sedi) un aggravio sensibile degli esborsi a carico
della finanza pubblica;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e) per evitare che l’eccezionale potere
ablatorio previsto dall’art. 42-<i>bis</i> possa essere esercitato <i>sine
die</i> in violazione dei valori costituzionali ed europei di certezza e
stabilità del quadro regolatorio dell’assetto dei contrapposti interessi in
gioco, la disciplina ivi dettata è inserita in (ed arricchita da) un più ampio
contesto ordinamentale che - in ragione della sussistenza dell’obbligo della
P.A. di valutare se emanare un atto tipico sull’adeguamento della situazione di
fatto a quella di diritto - prevede per il proprietario strumenti adeguati di
reazione all’inerzia della P.A., esercitabili davanti al giudice amministrativo,
sia attraverso il c.d. “rito silenzio” (artt. 34 e 117 c.p.a.), sia in sede di
ordinario giudizio di legittimità avente ad oggetto il procedimento ablatorio
sospettato di illegittimità (o altro giudizio avente ad oggetto la tutela
reipersecutoria, come verificatosi nel caso di specie), secondo le coordinate
esegetiche esplicitamente stabilite dalla sentenza n. 71 del 2015 (in
particolare § 6.6.3.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">f) assume un rilievo centrale (in
particolare ai fini della risoluzione del quesito sottoposto all’Adunanza plenaria,
come si vedrà meglio in prosieguo) un ulteriore elemento caratterizzante
l’istituto in esame, ovvero l’impossibilità che l’Amministrazione emani il
provvedimento di acquisizione in presenza di un giudicato che abbia disposto la
restituzione del bene al proprietario; tale elemento – valorizzato dalla
sentenza n. 71 del 2015 in coerenza coi principi elaborati dalla Corte di
Strasburgo - si desume implicitamente dalla previsione del comma 2 dell’art. 42<i>-bis</i> nella
parte in cui consente all’autorità di adottare il provvedimento durante la
pendenza del giudizio avente ad oggetto l’annullamento della procedura
ablatoria (ovvero nel corso del successivo eventuale giudizio di ottemperanza),
ma non oltre, e quindi dopo che si sia formato un eventuale giudicato non
soltanto cassatorio ma anche esplicitamente restitutorio (come meglio si dirà
in prosieguo);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">g) ne consegue che la scelta che
l’amministrazione è tenuta ad esprimere nell’ipotesi in cui si verifichi una
delle situazioni contemplate dai primi due commi dell’art. 42<i>-bis</i>, non
concerne l’alternativa fra l’acquisizione autoritativa e la concreta
restituzione del bene, ma quella fra la sua acquisizione e la non acquisizione,
in quanto la concreta restituzione rappresenta un semplice obbligo civilistico
— cioè una mera conseguenza legale della decisione di non acquisire l’immobile
assunta dall’amministrazione in sede procedimentale — ed essa non costituisce,
né può costituire, espressione di una specifica volontà provvedimentale
dell’autorità, atteso che, nell’adempiere gli obblighi di diritto comune,
l’amministrazione opera alla stregua di qualsiasi altro soggetto
dell’ordinamento e non agisce <i>iure auctoritatis</i>;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">h) per concludere sul punto utilizzando un
argomento esegetico caro all’analisi economica del diritto, può dirsi che la
nuova disposizione, in buona sostanza, ha evitato che si riproducesse il <i>vulnus</i> arrecato
dal superato art. 43 t.u. espr., ovvero la possibilità, accordata dalla norma
all’epoca vigente, di far regredire la <i>property rule </i>(che
dovrebbe assistere il privato titolare della risorsa), a <i>liability rule</i> (con
facoltà della pubblica amministrazione di acquisire a propria discrezione
l’altrui bene con il solo pagamento di una compensazione pecuniaria),
introducendo pragmaticamente una regola di <i>second best,</i> da un
lato, riducendo al minimo l’ambito applicativo dell’appropriazione coattiva,
dall’altro, evitando che tale strumento divenga di uso routinario – causa
maggiori costi, responsabilità erariale, impossibilità di far valere
l’onerosità della restituzione quale giusta causa di acquisizione del bene,
partecipazione rafforzata del proprietario alla scelta finale, motivazione
esigente e rigorosa sulla impossibilità di configurare soluzioni diverse -
configurandosi come una normale alternativa all’espropriazione ordinaria: in
quest’ottica la procedura prevista dall’art. 42<i>-bis</i> non rappresenta
più (per usare il linguaggio della Corte di Strasburgo) il punto di emersione
di una <i>defaillance structurelle </i>dell’ordinamento italiano
(rispetto a quello europeo) ma costituisce, essa stessa, espropriazione
adottata secondo il canone della <<buona e debita forma>> predicato
dal paradigma europeo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>6. IL POTERE SOSTITUTIVO DEL COMMISSARIO <i>AD
ACTA</i> E L’ADOZIONE DEL PROVVEDIMENTO EX ART. 42 –<i>BIS </i>T.U.
ESPR.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.1. La possibilità di emanazione del
provvedimento ex art. 42<i>-bis</i> in sede di ottemperanza, da parte del
giudice amministrativo o per esso dal commissario <i>ad acta</i>, non può
essere predicata <i>a priori</i> e in astratto ma, al contrario, come
bene testimonia il caso di specie, postula una risposta articolata che prenda
necessariamente le mosse dal contesto processuale in cui è chiamato ad operare
il giudice (ed il suo ausiliario) e lo conformi ai principi dianzi illustrati
(in particolare al § 5.4.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.2. Si è visto in precedenza (<i>retro</i> §
5.4., lett. f), che l’effetto inibente (all’emanazione del provvedimento di
acquisizione) del giudicato restitutorio costituisce elemento essenziale
dell’istituto disciplinato dall’art. 42-<i>bis</i> nella lettura
costituzionalmente orientata che ne ha fatto il giudice delle leggi in armonia
con la CEDU: conseguentemente in presenza di un giudicato restitutorio il
provvedimento di acquisizione non può essere emanato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si pone il problema della individuazione
del giudicato restitutorio: <i>nulla quaestio</i> nel caso in cui il
giudicato (amministrativo o civile) disponga espressamente, <i>sic et
simpliciter</i>, la restituzione del bene, con l’unica precisazione che una
tale statuizione restitutoria potrebbe sopravvenire anche nel corso del
giudizio di ottemperanza. Si tratta di una conseguenza fisiologica della
naturale portata ripristinatoria e restitutoria del giudicato di annullamento
di provvedimenti lesivi di interessi oppositivi d’indole espropriativa (cfr.
Cons. Stato, Ad. plen. 29 aprile 2005, n. 2; Ad. plen., 4 dicembre 1998, n. 8;
Ad. plen., 22 dicembre 1982, n. 19).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In tutti questi casi è certo che
l’Amministrazione non potrà emanare il provvedimento ex art. 42<i>-bis.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.3. Tuttavia, costituisce fatto notorio
che, sovente, durante la pendenza del processo avente ad oggetto la procedura
espropriativa, il fondo subisce alterazioni tali da rendere necessario il
compimento, ai fini della sua restituzione, di rilevanti attività giuridiche o
materiali; a fronte di una situazione di tal fatta si possono verificare le
seguenti evenienze:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I) il privato potrebbe non avere un
interesse reale ed attuale alla tutela reipersecutoria – preferendo evitare di
essere coinvolto in attività spesso defatiganti - e dunque non propone una
rituale domanda di condanna dell’Amministrazione alla restituzione previa
riduzione in pristino, secondo quanto previsto dal combinato disposto degli
artt. 30, co. 1, e 34, co. 1, lett. c) ed e), c.p.a.; in questo caso il
giudicato si presenterebbe come puramente cassatorio, per scelta (e a tutela)
del proprietario, ma non si produrrebbe l’effetto inibitorio dell’emanazione
del provvedimento ex art. 42<i>-bis;</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">II) il proprietario ha interesse alla
restituzione e propone la relativa domanda ma il giudice non si pronuncia o si
pronuncia in modo insoddisfacente; in tal caso il rimedio è affidato ai normali
strumenti di reazione processuale, in mancanza (o all’esito) dei quali se il
giudicato continua a non recare la statuizione restitutoria, comunque
l’Amministrazione potrà emanare il provvedimento ex art. 42<i>-bis</i> non
sussistendo la preclusione inibente dianzi richiamata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.4. A diverse conclusioni deve giungersi
allorquando, come verificatosi nella vicenda in trattazione, il giudicato
rechi, in via esclusiva o alternativa, la previsione puntuale dell’obbligo
dell’Amministrazione di emanare un provvedimento ex art. 42<i>-bis</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In realtà è bene precisare subito che non
esiste la possibilità, tranne si versi in una situazione processuale
patologica, che il giudice condanni direttamente in sede di cognizione
l’Amministrazione a emanare <i>tout court</i> il provvedimento in
questione: vi si oppongono, da un lato, il principio fondamentale di
separazione dei poteri (e della riserva di amministrazione) su cui è costruito
il sistema costituzionale della Giustizia Amministrativa, dall’altro, uno dei
suoi più importanti corollari processuali consistente nella tassatività ed
eccezionalità dei casi di giurisdizione di merito sanciti dall’art. 134 c.p.a.
fra i quali non si rinviene tale tipologia di contenzioso (cfr. negli esatti
termini Cons. Stato, Ad. plen., 27 aprile 2015, n. 5).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A maggior ragione in una fattispecie in
cui vengono in rilievo sofisticate valutazioni sulla ricorrenza delle circostanze
eccezionali che giustificano l’acquisizione coattiva, cui si possono
eventualmente riconnettere gravi ricadute in termini di responsabilità
erariale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Se del caso, dovrà essere cura delle parti
evitare che si formi un giudicato di tal fatta su domande il cui <i>petitum</i> ha
proprio ad oggetto l’emanazione di un provvedimento ex art. 42<i>–bis</i>,
attraverso la proposizione di specifiche eccezioni (o mezzi di impugnazione
all’esito della sentenza di primo grado).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.5. Come si è testé rilevato è ben
possibile, invece, che il giudice amministrativo, adito in sede di cognizione
ordinaria ovvero nell’ambito del c.d. rito silenzio, a chiusura del sistema,
imponga all’amministrazione di decidere - ad esito libero, ma una volta e per
sempre, nell’ovvio rispetto di tutte le garanzie sostanziali e procedurali
dianzi illustrate - se intraprendere la via dell’acquisizione ex art. 42<i>-bis</i> ovvero
abbandonarla in favore delle altre soluzioni individuate in precedenza (retro §
5.3.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In questo caso non vi è ragione di
discostarsi dai principi recentemente enucleati dall’Adunanza plenaria di
questo Consiglio (cfr. sentenza 15 gennaio 2013, n. 2) in sintonia con la Corte
europea dei diritti dell’uomo (cfr. sentenza 18 novembre 2004, Zazanis), alla
stregua dei quali l’effettività delle tutela giurisdizionale e il carattere
poliforme del giudicato amministrativo, impongono di darvi esecuzione secondo
buona fede e senza che sia frustrata la legittima aspettativa del privato alla
definizione stabile del contenzioso e del contesto procedimentale: in tali
casi, la totale inerzia dell’autorità o l’attività elusiva di carattere
soprassessorio posta in essere da quest’ultima, consentiranno al giudice adito
in sede di ottemperanza di intervenire, secondo lo schema disegnato dagli artt.
112 e ss. c.p.a., direttamente o (più normalmente) di nominare un commissario <i>ad
acta</i> che procederà, nel rispetto delle prescrizioni e dei limiti
dianzi illustrati, a valutare se esistono le eccezionali condizioni
legittimanti l’acquisizione coattiva del bene ex art. 42<i>-bis.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">7. L’Adunanza plenaria restituisce gli
atti alla IV Sezione del Consiglio di Stato, ai sensi dell’art. 99, commi 1,
ultimo periodo, e 4, c.p.a., affinché si pronunci sull’appello in esame nel
rispetto del seguente principio di diritto: <i><<Il commissario ad
acta può emanare il provvedimento di acquisizione coattiva previsto
dall’articolo 42-bis d.P.R. 8 giugno 2011, n. 327 – Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per
pubblica utilità -:</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">a) se nominato dal giudice amministrativo
a mente degli artt. 34, comma 1, lett. e), e 114, comma, 4, lett. d), c.p.a.,
qualora tale adempimento sia stato previsto dal giudicato de quo agitur;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">b) se nominato dal giudice amministrativo
a mente dell’art. 117, comma 3, c.p.a., qualora l’amministrazione non abbia
provveduto sull’istanza dell’interessato che abbia sollecitato l’esercizio del
potere di cui al menzionato art. 42-bis>>.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Consiglio di Stato in sede
giurisdizionale (Adunanza Plenaria), non definitivamente pronunciando
sull'appello, come in epigrafe proposto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) formula i principi di diritto di cui in
motivazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) restituisce gli atti alla IV Sezione
del Consiglio di Stato per ogni ulteriore statuizione, in rito, nel merito
nonché sulle spese del giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 7 ottobre 2015 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Riccardo Virgilio, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pier Giorgio Lignani, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Stefano Baccarini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Paolo Numerico, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Luigi Maruotti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vito Poli, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Francesco Caringella, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Maurizio Meschino, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Salvatore Cacace, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele Greco, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 09/02/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Dirigente della Sezione</span><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-10024729430226147242016-01-29T04:13:00.000-08:002016-01-29T04:13:40.393-08:00ADUNANZE PLENARIE & MILITARI: sull'indennità di trasferimento del personale militare in caso di soppressione della sede di servizio (Ad. Plen., sentenza 29 gennaio 2016, n. 1).<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2NgYI8qFX8WvUbxPDVqAL7oV0smIrJjQdIc6JefKbKHSclBe2ROIryDRal021PKHgOi20-ZYLOtjkfd6SIPq4TT5KMMJwm8aRNOs5uUyqZLucVJ6GcgUj17zsCMPQQvd4gwKpCaZh_02F/s1600/Esodo-Chagall.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2NgYI8qFX8WvUbxPDVqAL7oV0smIrJjQdIc6JefKbKHSclBe2ROIryDRal021PKHgOi20-ZYLOtjkfd6SIPq4TT5KMMJwm8aRNOs5uUyqZLucVJ6GcgUj17zsCMPQQvd4gwKpCaZh_02F/s400/Esodo-Chagall.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ADUNANZE PLENARIE & MILITARI: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sull'indennità di trasferimento del personale militare</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> in caso di soppressione della sede di servizio </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(Ad. Plen., sentenza 29 gennaio 2016, n. 1)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #cc0000; line-height: 150%;"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #cc0000; line-height: 150%;"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #cc0000; line-height: 150%;"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #cc0000; line-height: 150%;">Principio
di diritto</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Prima
dell’entrata in vigore (al 1° gennaio 2013) dell’art. 1, co. 163, l. 24
dicembre 2012, n. 228 - che ha introdotto il comma 1-bis nell’art. 1, l. 29
marzo 2001, n. 86 - spetta al personale militare l’indennità di trasferimento
prevista dal comma 1 del medesimo articolo, a seguito del mutamento della sede
di servizio dovuto a soppressione (o diversa dislocazione) del reparto di
appartenenza (o relative articolazioni), anche in presenza di clausole di
gradimento (o istanze di scelta) della nuova sede, purché ricorrano gli
ulteriori presupposti individuati dalla norma, ovvero una distanza fra la nuova
e l’originaria sede di servizio superiore ai 10 chilometri e l’ubicazione in
comuni differenti.</span></span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span lang="EN-US" style="font-family: 'Times Nordic', serif;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span lang="EN-US"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span lang="EN-US"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span lang="EN-US"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IN NOME DEL POPOLO ITALIANO<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in
sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha
pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">sul
ricorso numero di registro generale 8 di A.P. del 2015, proposto dal Ministero
dell'economia e delle finanze - Comando generale della Guardia di finanza – in
persona del Ministro<i> pro tempore, </i>rappresentato e difeso per
legge dall'Avvocatura generale dello Stato, domiciliato in Roma, via dei
P</span><span style="line-height: 150%;">ortoghesi n. 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">i
signori Luciano Giamberardino, Demetrio Dosa, Giacomo Ficchì, Giulio Ciociola,
Gabriele Rizzi, Nunzio Marmorea, Andrea Rizza, Marco Colombo, tutti
rappresentati e difesi dall'avvocato Aldo Travi, con domicilio eletto presso lo
studio dell’avvocato Fabrizio Ravidà in Roma, via Attilio Bertoloni n. 44/46; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per
la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della
sentenza del T.a.r. per la Lombardia – Milano - Sezione I, n. 569 del 28
febbraio 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
il ricorso in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visto
l’atto di costituzione in giudizio dei signori Luciano Giamberardino, Demetrio
Dosa, Giacomo Ficchì, Giulio Ciociola, Gabriele Rizzi, Nunzio Marmorea, Andrea
Rizza, Marco Colombo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste
le memorie difensive depositate dall’Amministrazione e dagli intimati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore
nell'udienza pubblica del giorno 18 novembre 2015 il consigliere Vito Poli e
uditi per le parti gli avvocati Aldo Travi (in sede di chiamata preliminare) e
Maurizio Greco (per l’Avvocatura generale dello Stato);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto
e considerato in fatto e diritto quanto segue.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO
e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.
L’ OGGETTO DEL PRESENTE GIUDIZIO.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.1.
L’oggetto del presente giudizio è costituito dalla domanda di corresponsione
dell’indennità di trasferimento, prevista dall’art. 1, legge n. 86 del 29 marzo
2001, proposta da alcuni militari appartenenti al Corpo della Guardia di
finanza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.2.
Più in dettaglio, giova evidenziare in fatto che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a)
nell’ambito di una più vasta manovra di revisione dell’organizzazione
territoriale del Corpo della Guardia di finanza, il Comandante generale del
Corpo ha soppresso la Tenenza ubicata nel Comune di Sesto Calende (in provincia
di Varese) con decorrenza 1° agosto 2011 (cfr. determinazione 15 giugno 2011);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b)
con nota del Comando regionale Lombardia in data 22 giugno 2011, i militari in
servizio presso la Tenenza di Sesto Calende sono stati invitati a proporre
domanda di trasferimento presso altri reparti ubicati all’interno della
circoscrizione territoriale ricompresa nel Comando interregionale dell’Italia
Nord-occidentale con la previsione dell’assegnazione alla sede prescelta anche
in soprannumero;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c)
i signori Luciano Giamberardino, Demetrio Dosa, Giacomo Ficchì, Giulio
Ciociola, Gabriele Rizzi, Nunzio Marmorea e Andrea Rizza, hanno indicato quale
nuova sede di servizio la Compagnia di Gallarate, mentre il signor Marco
Colombo ha indicato il Gruppo della G.d.f. di Malpensa (cfr. le corrispondenti
otto istanze di trasferimento a domanda, tutte datate 13 luglio 2011, ed
espressamente motivate, conformemente alla modulistica di riferimento, in
relazione alla soppressione della Tenenza di Sesto Calende);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d)
con determinazioni del Comando regionale Lombardia, tutte datate 21 luglio
2011, i su menzionati militari sono stati trasferiti a domanda nelle sedi
prescelte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.
IL GIUDIZIO DI PRIMO GRADO.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.1.
Ricusata dall’Amministrazione la richiesta stragiudiziale di corresponsione
dell’indennità di trasferimento ex art. 1, l. n. 86 del 2001, gli istanti hanno
proposto ricorso davanti al T.a.r. per la Lombardia – allibrato al nrg. 2646
del 2012 - per l’accertamento del relativo diritto e la condanna al pagamento
della sorte capitale maggiorata dagli interessi legali dalla data del
trasferimento e sino all’effettivo soddisfo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.2
Radicatosi il contraddittorio, l’impugnata sentenza - T.a.r. per la Lombardia –
Milano - Sezione I, n. 569 del 28 febbraio 2014 -:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a)
ha ritenuto che il movimento di personale in questione, poiché disposto
nell’interesse dell’Amministrazione, fosse da sussumersi nel <i>genus </i>del
trasferimento d’ufficio e sotto tale angolazione perdesse rilevanza la
presentazione di una domanda di assegnazione alla sede prescelta da parte di
ciascuno dei militari ricorrenti perché comunque costretti ad abbandonare
l’originaria sede di servizio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b)
ha considerato non retroattiva, e quindi ininfluente, la norma sopravvenuta nel
corso del giudizio - sancita dall’art. 1, co. 163, legge n. 228 del 24 dicembre
2012 che ha introdotto nel corpo dell’art. 1, l. n. 86 del 2001, il comma<i> 1-bis</i> -
in forza della quale è vietato corrispondere l’indennità in questione ai
militari trasferiti ad altra sede di servizio a seguito della soppressione del
reparto di appartenenza;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c)
ha condannato l’Amministrazione al pagamento della sorte capitale maggiorata
degli interessi legali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d)
ha respinto la richiesta di rivalutazione monetaria delle somme dovute (tale
capo non è stato impugnato);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e)
ha compensato fra le parti le spese di lite.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.
IL GIUDIZIO DI APPELLO DAVANTI ALLA IV SEZIONE DEL CONSIGLIO DI STATO.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.1.
Con ricorso ritualmente notificato e depositato, il Ministero dell'economia e
delle finanze - Comando generale della Guardia di finanza – ha interposto
appello avverso la su menzionata sentenza articolando due connessi motivi di
gravame:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a)
con il primo (pagine 3 – 7 del ricorso), è stata lamentata la violazione e
falsa applicazione della legge n. 86 del 2001 nonché l’erronea valutazione
degli atti di causa; in particolare, richiamata la disciplina dei trasferimenti
(d’autorità e a domanda) e la novella introdotta dall'art. 1, co. 163 della l.
n. 228 del 2012, ed evidenziato il suo carattere innovativo e non
interpretativo, si nega che il criterio ermeneutico dell’<i>argumentum a
contrario </i>possa comportare il riconoscimento legale del diritto
all’indennità, in caso di trasferimenti conseguenti a soppressione di reparti o
articolazioni, per il periodo precedente e secondo la disciplina ante vigente
al 1° gennaio 2013;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b)
con il secondo motivo (pagine 7 – 12), è stata messa in luce la rilevanza della
dichiarazione di gradimento nell'ipotesi di trasferimento conseguente alla
soppressione del reparto; secondo l’Amministrazione militare, la presentazione
di istanza, contenente comunque una opzione preferenziale di gradimento per una
sede, esclude in radice, secondo consolidati orientamenti giurisprudenziali, la
configurabilità di un trasferimento d’autorità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.2.
Si sono costituiti in giudizio gli intimati confutando, con dovizia di
argomenti ma nel rispetto del dovere di sinteticità, la fondatezza dell’appello
di cui hanno chiesto il rigetto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.3.
Con ordinanza n. 5407 del 26 novembre 2014 è stata accolta la richiesta di
sospensione degli effetti dell’impugnata sentenza <i><<Considerato
che l’appello richiede definizione nel merito con approfondita rimeditazione
della problematica, e che a tal fine sarà fissata, con decreto presidenziale,
udienza di discussione nel tempo ragionevolmente più congruo; Considerata
l’opportunità che, nelle more della definizione di merito, la res
litigiosa permanga adhuc integra>>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.
L’ORDINANZA DI RIMESSIONE DELLA CAUSA ALL’ADUNANZA PLENARIA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.1.
Con ordinanza n. 3269 del 1 luglio 2015, la IV Sezione del Consiglio di Stato:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a)
ha ricostruito analiticamente, in chiave storica e sistematica, l’istituto
dell’indennità di trasferimento di cui al più volte menzionato art. 1, l. n. 86
del 2001;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b)
ha dato atto del contrasto registratosi nella giurisprudenza del Consiglio di
Stato (anche in sede consultiva) e del Consiglio di giustizia amministrativa
per la regione siciliana, circa la possibilità di considerare sussistenti i
presupposti per il riconoscimento dell’indennità, in presenza di clausole di
gradimento accessive al provvedimento di trasferimento (situazione cui ha assimilato
quella in cui sia stata presentata una vera e propria domanda di
trasferimento);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c)
ha manifestato univocamente la preferenza per la tesi – che ha fatto risalire
alla decisione della Quarta Sezione n. 5201 del 23 ottobre 2008 – secondo cui<i><<…..la
dichiarazione di gradimento e cioè la dichiarazione di accettazione del
trasferimento a domanda impedisce la configurabilità di un trasferimento
d’ufficio, in quanto non si è in presenza di una mera dichiarazione di
disponibilità al trasferimento; né ha alcun autonomo rilievo la circostanza che
con il predetto trasferimento l’Amministrazione ha perseguito un interesse
proprio: attivando le procedure di reperimento del personale con la richiesta
di espressa disponibilità al trasferimento a domanda, essa ha inteso far
coincidere, nel pieno rispetto dei principi di legalità, buon andamento ed
imparzialità che devono guidare l’azione amministrativa, l’interesse privato
con quello pubblico, senza che quest’ultimo in concreto possa considerarsi
prevalente…. Collegandosi alle incisive argomentazioni della decisione n. 5201
del 23 ottobre 2008, risulta, ad avviso di questo Collegio, assai difficile
negare la sostanziale consensualizzazione del movimento, e che questo quindi
non giunga, per dir così "a sorpresa", sebbene in un quadro in cui
all'interessato è stato offerto di poter valutare la soluzione preferibile
nell'ambito delle sedi viciniori disponibili, e di poter calibrare la sua
indicazione in funzione delle sue esigenze di vita, familiare e relazionale.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">Non
ritiene, invece, il Collegio che possa annettersi alcun rilievo esegetico alla
disciplina novativa di cui al comma 1 bis, poiché l'argomento a contrario, in
senso proprio e stretto, e quello che equivale al criterio esegetico "ubi
lex voluit dixit, ubi noluit tacuit", laddove non pare che una norma
sopravvenuta che disciplina in modo precipuo una fattispecie, e in quella
disciplina esaurisce la sua portata e i suoi effetti, possa avere valore
interpretativo retroattivo della fattispecie medesima.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">In
altri termini, la circostanza che i trasferimenti per soppressione di reparto
siano ora collocati fuori dall'ambito applicativo entro il quale opera il
riconoscimento del beneficio, non può condurre a sostenere, che invece, per il
passato, vi ricadessero, o quantomeno a riconoscere valore risolutivo della
questione esegetica, trascurando peraltro la circostanza che la nuova
disciplina prescinde affatto da qualsiasi consensualizzazione del
movimento.>>;</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d)
ha sottoposto all’Adunanza planaria la seguente questione ovvero<i> <<se
debba riconoscersi l'indennità di cui all'art. 1 comma 1 della legge 29 marzo
2001, n. 86 al personale ivi contemplato, e nel caso di specie a militari e
sottufficiali della Guardia di Finanza, che, in relazione alla soppressione (o
dislocamento) del reparto o articolazione organizzativa in cui prestavano
servizio, abbiano espresso, comunque, una indicazione preferenziale di
gradimento relativa a una sede distante oltre dieci chilometri da quella a quo,
cui sia stato dato seguito dall'Amministrazione. Il tutto per le ipotesi non
ricadenti sotto la vigenza dell’art. 1 comma 163 L. 24.12.2012 n. 228.>>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.2.
All’udienza pubblica del 18 novembre 2015 la causa è stata trattenuta in
decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.
NATURA GIURIDICA E PRESUPPOSTI APPLICATIVI DELL’INDENNITA’ EX ART. 1, L. N. 86
DEL 2001.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.1.
E’ da premettersi che la questione che deve essere affrontata dall’Adunanza
plenaria riguarda sotto il profilo soggettivo il personale militare e sotto
quello cronologico situazioni ad esaurimento perché, dal 1° gennaio 2013, la
soppressione (o la diversa dislocazione) dei reparti (e delle relative
articolazioni), cui consegua il trasferimento d’autorità del personale
interessato alla movimentazione, ai sensi del menzionato comma 1-<i>bis,</i> in
nessun caso può consentire il pagamento di qualsivoglia emolumento (previsto a
titolo di rimborso spese o indennità), collegato a tale mutamento di sede di
servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.2.
Si riporta per comodità di lettura il più volte menzionato art. 1, l. n. 86 del
2001, rubricato <i>Indennità di trasferimento, </i>nel testo vigente
- evidenziando che il comma 1<i>-bis</i> è stato introdotto dall’art. 1,
co. 163, della l. n. 228 del 2012, a decorrere dal 1° gennaio 2013 ai sensi del
comma 561 del medesimo articolo -: <<<i>1. Al personale volontario
coniugato e al personale in servizio permanente delle Forze armate, delle Forze
di polizia ad ordinamento militare e civile e del Corpo nazionale dei vigili
del fuoco, agli ufficiali e sottufficiali piloti di complemento in ferma
dodecennale di cui al Codice dell'ordinamento militare emanato con decreto
legislativo 15 marzo 2010, n. 66 , e, fatto salvo quanto previsto dall'
articolo 28, comma 1, del decreto legislativo 19 maggio 2000, n. 139, al
personale appartenente alla carriera prefettizia, trasferiti d'autorità ad
altra sede di servizio sita in un comune diverso da quello di provenienza,
compete una indennità mensile pari a trenta diarie di missione in misura intera
per i primi dodici mesi di permanenza ed in misura ridotta del 30 per cento per
i secondi dodici mesi.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">1-
bis. L'indennità di cui al comma 1 nonché ogni altra indennità o rimborso
previsti nei casi di trasferimento d'autorità non competono al personale
trasferito ad altra sede di servizio limitrofa, anche se distante oltre dieci
chilometri, a seguito della soppressione o dislocazione dei reparti o relative
articolazioni.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">2.
L'indennità di cui al comma 1 è ridotta del 20 per cento per il personale che
fruisce nella nuova sede di alloggio gratuito di servizio.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">3.
Il personale che non fruisce nella nuova sede di alloggio di servizio può
optare, in luogo del trattamento di cui al comma 1, per il rimborso del 90 per
cento del canone mensile corrisposto per l'alloggio privato fino ad un importo
massimo di lire 1.000.000 mensili per un periodo non superiore a trentasei
mesi. Al rimborso di cui al presente comma si applica l'articolo 48, comma 5,
del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.>>.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.3.
La tesi propugnata dall’Amministrazione e fatta propria dall’ordinanza di
rimessione - secondo cui anche prima dell’entrata in vigore della novella al
più volte menzionato art. 1, l. n. 86 cit., la mobilità del personale militare
dovuta alla soppressione (ovvero alla diversa dislocazione) del reparto di
appartenenza se conseguente a domande di trasferimento o clausole di gradimento
accessive al provvedimento di trasferimento non integra il presupposto del
trasferimento d’autorità richiesto dalla legge – è suffragata da una parte
della giurisprudenza della Quarta, della Prima e della Seconda Sezione del
Consiglio di Stato (cfr. da ultimo Sez. IV, n. 3835 del 28 giugno 2012; Sez. I,
n. 1290 del 14 marzo 2013; Sez. II, n. 4407 del 25 ottobre 2013), e si basa, in
sintesi, oltre che sugli argomenti utilizzati dall’ordinanza di rimessione (<i>retro </i>§
4.1.), sulle ulteriori <i>rationes decidendi</i>, di seguito sintetizzate:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a)
la clausola di gradimento si risolve in una formale manifestazione di
acquiescenza al provvedimento di trasferimento con tutte le relative
conseguenze di carattere economico;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b)
la presentazione dell’istanza di trasferimento nella sede prescelta, a seguito
della soppressione del reparto di appartenenza, interrompe il nesso di
causalità fra la scelta organizzativa dell’Amministrazione e il successivo
movimento del militare interessato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c)
la soppressione del reparto sostituito con un altro non dà luogo ad un vero e
proprio trasferimento d’autorità (che presuppone la permanenza della sede <i>a
quo</i>), ma ad un fenomeno di c.d. riorganizzazione necessitata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4.
Tale tesi non può trovare accoglimento alla stregua delle seguenti
considerazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4.1.
Storicamente, l’esigenza di sovvenire ai disagi personali e familiari legati ai
trasferimenti di sede di speciali categorie di personale statale
(fisiologicamente destinato a frequenti avvicendamenti) e, in particolare, del
personale militare – in relazione al quale il trasferimento d’autorità,
assumendo la veste di un vero e proprio ordine militare (ex art. 976 d.lgs. n.
66 del 15 marzo 2010, codice dell’ordinamento militare, che ha positivizzato il
diritto vivente), finisce per accentuarne l’onerosità quantomeno sotto il
profilo giuridico - ha costituito il presupposto di numerose interventi
normativi <i>ad hoc</i>, l’ultimo dei quali, per rilevanza sistematica, è
rappresentato dalla l. n. 86 del 2001 cit., che, <i>in parte qua</i>, ha
sostituito la disciplina recata dall’art. 1, l. n. 100 del 10 marzo 1987.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Circa
la natura giuridica, l’oggetto, i presupposti e gli effetti innovativi dettati
dalla l. n. 86 cit., si rinvia ai principi enucleati dall’Adunanza plenaria n.
23 del 14 dicembre 2011, senza tralasciare di osservare, specie in relazione a
quanto si dirà nel successivo § 5.4.4., che tale sentenza ha evidenziato come
il <i>trend</i>normativo, in modo innovativo, è nel senso di restringere <i><<…il
raggio operativo del beneficio dell’indennità di trasferimento>>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sintetizzando
le condivisibili conclusioni cui è pervenuta la giurisprudenza di questo
Consiglio in ordine all’indennità di cui alla l. n. 86 cit. (che pure si pone,
per molti aspetti, in continuità con quella di cui alla l. n. 100 del 1987 ),
si osserva quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a)
gli elementi costitutivi del diritto di credito alla corresponsione della
indennità di trasferimento sono: I) un provvedimento di trasferimento
d’ufficio; II) una distanza fra la vecchia e la nuova sede di oltre 10
chilometri; III) l’ubicazione della nuova sede in un comune diverso;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b)
è qualificabile come d’ufficio il trasferimento diretto a soddisfare in via
primaria l’interesse pubblico, da ritenersi prioritario nei casi di
assegnazione di funzioni superiori o spiccatamente diverse o di maggiore
responsabilità rispetto a quelle precedentemente ricoperte senza che rilevino
le eventuali dichiarazioni di assenso o di disponibilità dell’interessato; la
considerazione del requisito della permanenza del disagio arrecato dal nuovo
incarico a causa del mutamento, in senso proprio, della sede di servizio,
induce ad escludere, in linea generale, che in caso di comando o distacco possa
essere attribuita l’indennità con la conseguenza che la destinazione alla prima
sede di servizio al termine della stessa fase addestrativa non costituisce
trasferimento d’autorità (come risulta oggi esplicitato dall’art. 976, co.1,
cod. ord. mil.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c)
in linea generale, e salve le specifiche deroghe normative, l’indennità di
trasferimento mutua lo stesso regime giuridico dell’indennità di missione; da
qui gli ulteriori conseguenti corollari: I) la decorrenza retroattiva delle
promozioni, eventualmente conseguite dal personale destinatario dell’indennità,
non comporta l’attribuzione <i>ex novo</i> del compenso ovvero il
ricalcolo per i periodi già decorsi alla data del decreto di promozione (ex
art. 4, l. n. 836 del 1973); II) non spetta il beneficio in ogni caso di
assegnazione solo temporanea ad altra sede di servizio (ad esempio in caso di
assegnazione ad una diversa sede per facilitare l’esercizio del mandato
elettorale), ovvero, atteso il carattere novativo del rapporto, nel caso di
superamento di concorso pubblico con il conferimento di posti di ruolo non
rientranti nella quota riservata al personale militare già in servizio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">d)
anche nella vigenza della l. n. 100 del 1987, il trasferimento del militare ad
altra sede, disposto a seguito della soppressione dell’ente o della struttura
alla quale il suddetto dipendente era originariamente assegnato, si qualificava
necessariamente come trasferimento d’ufficio in quanto palesemente preordinato
alla soluzione di un problema insorto a seguito di una scelta organizzativa
della stessa Amministrazione e, quindi, alla tutela di un pubblico interesse,
risultando ininfluente la circostanza che gli interessati fossero stati
invitati a presentare istanza di trasferimento e che agli stessi fosse stata
contestualmente offerta la possibilità d’indicare, per altro entro ben definiti
ambiti territoriali, le nuove sedi di gradimento (Cons. Stato, Sez. IV, 12
luglio 2007, n. 3964; successivamente, nello stesso senso, Cons. gist. amm., 18
giugno 2014, n. 333).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4.2.
Seguendo un approccio sostanziale all’interpretazione della disciplina di
riferimento, assume un valore decisivo la circostanza che il mutamento di sede
origina da una scelta esclusiva dell’Amministrazione militare che, per la
miglior cura dell’interesse pubblico, decide di sopprimere un reparto (o una
sua articolazione) obbligando inderogabilmente i militari di stanza a
trasferirsi presso la nuova sede, ubicata in un altro luogo, onde prestare il
proprio servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viene
integrato, dunque, il primo indefettibile presupposto divisato dalla legge
quale elemento costitutivo del diritto di credito alla corresponsione della
relativa indennità di trasferimento e, al contempo, si disvela la natura e la
portata della clausola di gradimento che ad esso eventualmente accede (ovvero
dell’istanza di trasferimento sollecitata in conseguenza della soppressione del
reparto di appartenenza del richiedente).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tale
clausola, infatti, incide solo sugli effetti ubicazionali ovvero <i>lato
sensu </i>geografici dell’ordine di trasferimento; essa comporta
acquiescenza in senso proprio a tali effetti perché implica rinuncia al proprio
diritto di agire in giudizio, nel rispetto di tutti i rigorosi presupposti
richiesti dalla consolidata e condivisa giurisprudenza di questo Consiglio onde
evitare l’elusione dei valori costituzionali tutelati dagli artt. 24, co.1, e
113, co. 1, Cost. (sin da Ad. plen., 20 novembre 1972, n. 12; successivamente e
da ultimo, cfr. Cons. giust. amm., 28 gennaio 2015, n. 75; Cons. Stato, Sez.
IV, 17 febbraio 2014, n. 74); in sintesi: condotta (espressa o tacita) univoca
sulla irrefutabile volontà di accettare gli effetti e l’operatività del
provvedimento; volizione libera, successiva o contestuale all’emanazione del
provvedimento astrattamente lesivo; irrilevanza della contingente tolleranza
manifestata anche attraverso il compimento di attività necessarie per
fronteggiare gli effetti del provvedimento lesivo in una logica soggettiva di
riduzione del pregiudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’acquiescenza
rende dunque irretrattabile l’individuazione della sede prescelta rendendo
inammissibili, per carenza di interesse ad agire, le eventuali iniziative
contenziose intraprese dal militare che subisce il trasferimento, ma non incide
sul diritto di credito (a percepire l’indennità) che scaturisce direttamente dalla
legge al ricorrere di determinati presupposti; certamente anche il diritto di
credito in questione può essere oggetto di rinuncia (<i>rectius</i> rimessione
del debito nel linguaggio dell’art. 1236 c.c.), ma al verificarsi di tutte le
condizioni previste dalla richiamata disposizione che sono diverse e non
sovrapponibili rispetto agli elementi costitutivi della fattispecie
dell’acquiescenza, non fosse altro che per la diversa indole della situazione
soggettiva coinvolta (diritto soggettivo in relazione alla spettanza
dell’indennità, interesse legittimo in relazione all’esercizio del potere
organizzatorio e gerarchico da parte dell’Autorità militare).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4.3.
Anche il precedente valorizzato nell’ordinanza di rimessione (Cons. Stato, Sez.
IV, n. 5201 del 2008, capostipite di una lunga serie di analoghe sentenze), non
ha mai affermato che le clausole di gradimento accessive ad ordini di
trasferimento consensualizzino l’ordine militare nell’ipotesi di soppressione
delle <i>sedi a quo</i>; tale precedente, invero, conformemente
all’indirizzo esegetico assolutamente prevalente formatosi sotto l’egida della
abrogata l. n. 100 del 1987, ha correttamente ritenuto che non si dovesse
consentire l’erogazione della pertinente indennità a seguito di un
trasferimento d’autorità (cui accedeva una clausola di gradimento della nuova
sede), disposto in relazione ad un normale movimento di personale militare
della G. di f. (nella specie il militare ricorrente era stato trasferito dal
Comando regionale di Catanzaro al Comando di Compagnia di Catanzaro, sezione di
Sellia Marina ubicata nell’omonimo comune); tanto nel decisivo presupposto che,
in questo caso, non fosse rinvenibile un reale interesse pubblico (prevalente
rispetto a quello del militare) al mutamento di sede, perché <i><<…sarebbe
stato possibile per l’interessato, negare il gradimento e rinunciare al
trasferimento presso il Comando Compagnia di Catanzaro, sez. operativa di
Sellia Marina>>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Detto
altrimenti, il Consiglio di Stato ha inteso evitare un ingiustificato esborso
erariale in presenza di un trasferimento che, formalmente emanato come ordine
militare, nella sostanza dissimulava un trasferimento a domanda; evenienza
questa che non può mai verificarsi nel caso di soppressione del reparto (o
diversa dislocazione delle sue articolazioni), perché il militare è, per forza
di cose, obbligato ad abbandonare la precedente sede di servizio che non esiste
più.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4.4.
La norma introdotta dal più volte menzionato comma 1<i>-bis</i> non ha
natura di interpretazione autentica (già in questo senso cfr. l’indirizzo
inaugurato da Cons. Stato, Sez. IV, 6 agosto 2013, n. 4159; successivamente,
Sez. VI, 12 novembre 2014, n. 5553; Sez. IV, 27 aprile 2015, n. 2088).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Una
siffatta conclusione si impone perché non si rinvengono tutti gli indici
rivelatori di tale peculiare categoria di norme, elaborati dalla consolidata
giurisprudenza costituzionale, europea ed amministrativa (cfr., da ultimo e fra
le tante, Corte europea dei diritti dell’uomo, Sez. II, 7 giugno 2011, Agrati;
Corte cost., 11 giugno 2010, n. 209; 6 dicembre 2004, n. 376; Cons. St., Ad.
plen., 25 febbraio 2014, n. 9; 24 maggio 2011, n. 9).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In
particolare, pur verificatosi il presupposto dell’incertezza applicativa della
norma antecedente quella asseritamente di interpretazione autentica - ancorché
si registri la presenza di un indirizzo largamente maggioritario in favore
della tesi sostenuta dagli odierni appellati - difetta non solo il (pur non
vincolante per l’interprete) requisito formale dato dalla auto qualificazione
della norma come di interpretazione autentica, ma soprattutto, non si riscontra
l’effetto tipico insito in tutte le norme di interpretazione autentica, ovvero
l’incidere su rapporti pendenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sul
punto è dirimente quanto stabilito dai commi 163 e 561 del più volte menzionato
art. 1, l. n. 228 cit., secondo cui la nuova più restrittiva disciplina trova
applicazione a partire dal 1 gennaio 2013 e dunque si rende applicabile ai soli
movimenti di personale successivi a tale data, in base ad un’esegesi improntata
al principio generalissimo, codificato dall’art. 11 disp. prel. c.c., secondo
cui <i><<la legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha
effetto retroattivo>></i>; il ché significa, in applicazione del
corollario applicativo <i>tempus regit actum, </i>che deve escludersi
in radice ogni possibilità di applicazione della innovativa disposizione ai
provvedimenti che (come quelli oggetto del presente giudizio) dispongono il
trasferimento del militare con decorrenza antecedente all’entrata in vigore del
più volte menzionato comma 1<i>-bis.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Rafforza
tale conclusione anche il dato sistematico enucleabile dal raffronto del comma <i>1-bis, </i>con
l’art. 3, co., 74, l. 24 dicembre 2003, n. 350 – secondo cui<i><<74.
L'articolo 8 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del
codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n.
271, si interpreta nel senso che la domanda prodotta dagli ufficiali e dagli
agenti di polizia giudiziaria della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri
e del Corpo della guardia di finanza è da considerare, ai fini
dell'applicazione della legge 10 marzo 1987, n. 100, come domanda di
trasferimento di sede.>></i>- perché emerge con immediatezza che quando
la legge ha voluto dettare una norma di interpretazione autentica, in materia
di indennità di trasferimento con finalità di contenimento della spesa e
risoluzione dei contrasti giurisprudenziali, ha utilizzato le consuete clausole
normative tradizionalmente impiegate al perseguimento di tali obbiettivi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Una
volta assodata la portata non retroattiva della nuova disciplina, è
consequenziale ritenere, analizzando in chiave storica l’evoluzione della legge
sul punto controverso, che assume rilievo il criterio esegetico fondato sul
c.d. <i>argumentum a contrario</i>: la nuova norma presuppone logicamente
che la pregressa disciplina abbia attribuito, in caso di soppressione del
reparto di appartenenza e nel concorso di tutti gli altri presupposti di legge,
l’indennità di trasferimento anche al militare che avesse espresso il
gradimento circa la nuova sede di servizio in quanto privo di alternativa alla
movimentazione (non esistendo più la pregressa sede di servizio) ed astretto al
dovere di obbedienza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.
LA FORMULAZIONE DEL PRINCIPIO DI DIRITTO E LA DECISIONE DELLA CAUSA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.1.
Alla stregua delle su esposte argomentazioni, l’Adunanza plenaria formula il
seguente principio di diritto: <i><<Prima dell’entrata in vigore (al
1° gennaio 2013) dell’art. 1, co. 163, l. 24 dicembre 2012, n. 228 - che ha
introdotto il comma 1-bis nell’art. 1, l. 29 marzo 2001, n. 86 - spetta al
personale militare l’indennità di trasferimento prevista dal comma 1 del
medesimo articolo, a seguito del mutamento della sede di servizio dovuto a
soppressione (o diversa dislocazione) del reparto di appartenenza (o relative
articolazioni), anche in presenza di clausole di gradimento (o istanze di
scelta) della nuova sede, purché ricorrano gli ulteriori presupposti
individuati dalla norma, ovvero una distanza fra la nuova e l’originaria sede
di servizio superiore ai 10 chilometri e l’ubicazione in comuni
differenti>>.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.2.
Ai sensi dell’art. 99, co. 1. e 4, c.p.a., l’Adunanza plenaria decide l’intera
controversia alla stregua del principio di diritto formulato e,
conseguentemente, respinge l’appello proposto dall’Amministrazione non essendo
stata contestata (e non essendo contestabile sulla scorta della documentazione
versata in atti), nel particolare caso di specie, la sussistenza degli altri
presupposti individuati dall’art. 1, l. n. 86 del 2001 per il sorgere del
diritto di credito all’indennità ivi prevista.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.3.
Nei mutamenti e contrasti giurisprudenziali registratisi sulla questione
sottoposta all’Adunanza plenaria, il Collegio ravvisa le eccezionali ragioni
che, a mente del combinato disposto degli artt. 26, co.1, c.p.a. e 92, co. 2,
c.p.c., consentono di compensare integralmente fra le parti le spese del
presente grado di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria), definitivamente
pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo respinge e, per
l'effetto, conferma l’impugnata sentenza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dichiara
integralmente compensate fra le parti le spese del presente grado di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 18 novembre 2015 con
l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Riccardo
Virgilio, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pier
Giorgio Lignani, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Stefano
Baccarini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alessandro
Pajno, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Paolo
Numerico, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vito
Poli, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Francesco
Caringella, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo
Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola
Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Bruno
Rosario Polito, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sandro
Aureli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto
Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Claudio
Contessa, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
29/01/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Dirigente della Sezione<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-30240603812862798702016-01-13T10:28:00.001-08:002016-01-13T10:28:34.352-08:00GIURISDIZIONE: il riparto di giurisdizione tra giudici amministrativo e tributario (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II, sentenza 11 gennaio 2016, n. 735). <div class="MsoNormal" style="line-height: 26.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqpE7RjQ8HxKW_Oo8E6ef7KO9oXfJD2qj858zWmpp7FuWSqvn5agfLz7AYMnfGhQLlJTgmNJzFOeKNH6pk3LZSOqqB5i4HDRkb8cn3sa8Y-p8e0l_kCCpYv2tZvhUxEeEpU5hjQO8o-xTF/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqpE7RjQ8HxKW_Oo8E6ef7KO9oXfJD2qj858zWmpp7FuWSqvn5agfLz7AYMnfGhQLlJTgmNJzFOeKNH6pk3LZSOqqB5i4HDRkb8cn3sa8Y-p8e0l_kCCpYv2tZvhUxEeEpU5hjQO8o-xTF/s320/images.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>GIURISDIZIONE:</b></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> il riparto di giurisdizione</b></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> tra giudici amministrativo e tributario </b></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II, </b></span></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sentenza 11 gennaio 2016, n. 735)</b></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel merito la sentenza (è rilevante perché) riguarda le note misure fiscali ed amministrative (ritenute sia dalla Corte Costituzionale che dal T.A.R. capitolino illegittime) introdotte nel 2013 dal Governo nei confronti delle società che producono e commercializzano le <i><b>e-cigarettes</b></i>.</span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;"><br /></span></b></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">Massima</span></b></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;"><br /></span></i></b></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">1.</span></i></b><span class="apple-converted-space"><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;"> </span></i></span><i><span style="line-height: 150%;">E'
orientamento ormai consolidato delle Sezioni Unite quello secondo cui la
<b>giurisdizione esclusiva del giudice tributario </b>in ordine ai “tributi di ogni
genere e specie”, istituita dall’<b>art. 2, co. 1, d.lgs. n. 546/1992</b> (come
successivamente modificato), può svolgersi solo attraverso l'impugnazione di
specifici atti impositivi dell'amministrazione finanziaria.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">2.<span class="apple-converted-space"> </span></span></i></b><i><span style="line-height: 150%;">Ne consegue che, in mancanza della mediazione rappresentata
dall'impugnativa dell'atto impositivo, il giudice tributario<span class="apple-converted-space"> </span></span></i><span style="line-height: 150%;">“non
può giudicare della legittimità degli atti amministrativi generali, dei quali
può conoscere,<span class="apple-converted-space"> </span><i>incidenter
tantum<span class="apple-converted-space"> </span></i>ed entro confini
determinati, solo ai fini della disapplicazione nella singola fattispecie
dell'atto amministrativo presupposto dell'atto impositivo impugnato”<span class="apple-converted-space"><i> </i></span><i>(<u>Sez. Un., sent. n. 6224/2006</u>).</i></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #0b5394;">3.</span><span class="apple-converted-space" style="color: #3d85c6;"> </span></span></b><span style="line-height: 150%;">Con riguardo all’interpretazione dell’<b>art. 7, co. 5, del d.lgs. n.
546/92</b>, la cognizione degli atti autoritativi di carattere generale presupposti
alla specifica obbligazione tributaria spetta, invece, alla <b>giurisdizione del
giudice amministrativo</b> (<u>Sez. Un., sent. n. 3030/2002</u>).</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">4.</span></b><span class="apple-converted-space"><span style="line-height: 150%;"> </span></span><span style="line-height: 150%;">Nello stesso senso è la
giurisprudenza del Consiglio di Stato, secondo
cui ad esclusione delle controversie riservate alla giurisdizione del giudice
tributario, sono impugnabili davanti al giudice amministrativo i regolamenti
governativi, ministeriali o di enti locali che istituiscono o disciplinano
tributi di qualsiasi genere, in quanto concernenti interessi legittimi (<u>Cons.
St., sent. n. 6353/2004</u>).</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">5.</span></b><span class="apple-converted-space"><span style="line-height: 150%;"> </span></span><span style="line-height: 150%;"> Neppure può
ritenersi che, in assenza di atti impositivi, i provvedimenti aventi carattere generale non possano essere immediatamente lesivi.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></i></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">E’ noto, infatti, che il principio
secondo cui le norme regolamentari vanno impugnate unitamente all’atto
applicativo trova eccezione per i provvedimenti che presentano un carattere
specifico e concreto, risultando idonei, come tali, ad incidere direttamente
nella sfera giuridica degli interessati, a decorrere dalla pubblicazione nelle
forme previste dalla legge (da ultimo, <u>Cons. St., sent. n.
6208/2012</u>).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></i></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;"><br /></span></i></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;"><br /></span></i></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;"><br /></span></i></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b>Sentenza per esteso</b></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b><br /></b></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Sezione Seconda)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale
735 del 2014, integrato da motivi aggiunti, proposto da:<br />
Flavourart s.r.l., Smooke s.r.l., Smart Evolution Trading s.r.l., Arbi Group
s.r.l., in liquidazione volontaria, in persona dei rispettivi legali
rappresentanti p.t., rappresentate e difese dagli avv.ti Stefano Vinti e Fabio
Francario, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Francario in Roma,
Piazza Paganica, 13; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero dell'Economia e delle Finanze,
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, rappresentati e difesi dall'Avvocatura
generale dello Stato, presso cui domiciliano in Roma, via dei Portoghesi,
12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">e con l'intervento di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><span style="line-height: 150%;">ad adiuvandum</span></i><span style="line-height: 150%;">:<br />
Fiesel-Confesercenti, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata
e difesa dall'avv. Giorgio Fraccastoro, con domicilio eletto presso lo studio
del difensore, in Roma, Via Piemonte, 39;<br />
Federcontribuenti Italia, in persona del legale rappresentante p.t.,
rappresentata e difesa dall'avv. Giorgio Fraccastoro, con domicilio eletto
presso lo studio del difensore, in Roma, Via Piemonte, 39;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- del D.M. 16.11.2013 pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 7.12.2013 e delle
“Risposte ai quesiti più frequenti” (c.d. FAQ) adottate dall’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli e rese note mediante pubblicazione sul sito ufficiale
dell'Agenzia delle Dogane in data 03.01.2014;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- di ogni altro atto preparatorio, presupposto,
connesso e consequenziale, ivi compresa:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1) la decisione di prevedere che gli
operatori già presenti sul mercato che non hanno conseguito alla data del
1°gennaio 2014 l’autorizzazione al commercio di vaporizzatori, della loro
componentistica, dei liquidi destinati alla vaporizzazione e dei relativi
prodotti accessori e strumentali (ovvero dei prodotti indicati al comma 1,
dell’art. 62 –quater, comma 1, del d.lgs. 26.10.1995, n. 504), non possano
continuare a commercializzare e vendere tali prodotti;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2) la decisione di assoggettare a regime
autorizzatorio e tariffario e all’imposta nella misura del 58,5% del prezzo di
vendita al pubblico (di cui all’art. 62 –quater, comma 1, del d.lgs.
26.10.1995, n. 504) la vendita di prodotti accessori e strumentali all’utilizzo
di vaporizzatori (come ad esempio i caricabatteria o le custodie dei
vaporizzatori);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3) la decisione di ritenere succedanei del
tabacco ed assoggettati a regime autorizzatorio e tariffario e all’imposta
prodotti che non contengono affatto nicotina ovvero dispositivi elettronici,
componenti e accessori a prescindere dal fatto che siano o meno deputati alla
vaporizzazione di nicotina ovvero vengano o meno concretamente ed
effettivamente adibiti a tale uso da parte dei loro utilizzatori; nonché,
comunque:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4) la stessa decisione di applicare in via
generale sui prodotti indicati al comma 1 dell’art. 62 –quater del d.lgs. n.
504/95 la suddetta imposta della misura pari al 58,5% sul prezzo di vendita al
pubblico dei prodotti medesimi e di sottoporre gli stessi a regime
autorizzatorio e tariffario; e, infine 5) ove e per quanto occorrer possa, la
nota dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 20.11.2013, prot. n.
DAC/CTL/8443/2013; il tutto previa, ove occorra e ritenuta non manifestamente
infondata la relativa questione, a) rimessione alla Corte Costituzionale della
questione di legittimità costituzionale dell’art. 62 –quater del d.lgs.
26.10.1995, n.504, per violazione degli artt. 3, 35, 41, 53 e 97 della Cost.;
nonché b) sempre ove occorra, previa rimessione alla Corte di Giustizia della
seguente questione “dica la Corte di Giustizia se i principi di diritto europeo
in materia di libera circolazione dei fattori e dei prodotti economici, di
tutela delle libertà fondamentali e di libera concorrenza nel mercato unico,
nonché gli artt. 30, 34, 35 e 110 del TFUE, l’art. 401 della direttiva
112/2006/CE e l’art. 1 della direttiva n. 118/2008/CE, ostino ad una normativa
nazionale come quella di cui all’art. 62 – quater del d.lgs. n. 504 del 1995,
che: a) introduce un’imposta di consumo con aliquota al 58,5% sul prezzo di
vendita dei prodotti al pubblico; b) prevede una tariffazione dei prezzi al
pubblico, determinando una rigida e predeterminata regolamentazione dei prezzi
di vendita; c) impone una serie di obblighi ed adempimenti procedimentali che
interferiscono con il regolare ciclo produttivo - distributivo dei prodotti.”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- nonché, ancora, per l’annullamento dei
seguenti atti, impugnati con motivi aggiunti:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- d.m. 12.2.2014, a firma del Ministro
dell’Economia e delle Finanze;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- circolare AAMS prot. n. DAC/DIR/14 del
21.1.2014 e di ogni loro atto preparatorio, presupposto, connesso e
conseguenziale, ivi compresi i provvedimenti già impugnati con il ricorso
introduttivo del presente giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i
relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti gli atti di costituzione in giudizio
del Ministero dell'Economia e delle Finanze e dell’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti tutti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore alla pubblica udienza del giorno
2 dicembre 2015 il Cons. Silvia Martino;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Uditi gli avv.ti, di cui al verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto
quanto segue:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1. Le società ricorrenti rappresentano di
operare, sin dal 2010, sul mercato nazionale ed estero nel settore della
produzione e della commercializzazione di vaporizzatori di liquidi aromatici e
non (c.d. e-cigarettes), della loro componentistica, nonché di prodotti
strumentali ed accessori all’uso dei vaporizzatori.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I vaporizzatori sono strumenti dotati di
una batteria ricaricabile che consentono di inalare il vapore di una soluzione
di acqua, glicole propilenico, glicerolo, aromi alimentari e, eventualmente,
nicotina (che può essere presente o del tutto assente).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tecnicamente, un vaporizzatore è composto
da:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- un filtro, costituito da materiale
plastico ipoallergenico, contenente, al suo interno, una cartuccia che viene
caricata con soluzione di glicole propilenico, glicerole, aromi alimentari ed,
eventualmente, nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- un cartomizzatore, che riscalda il
liquido contenuto nella cartuccia o nel serbatoio, creando una sospensione
gassosa che trasporta le sostanze del liquido, lasciandole quasi inalterate,
grazie all’assenza di combustione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- una batteria ricaricabile che fornisce
energia al vaporizzatore (in alternativa alla quale è possibile utilizzare Usb
– pass che permettono di collegare direttamente il vaporizzatore ad una presa
Usb di un computer o di un auto);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- un circuito elettronico interno.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Attualmente, sul mercato, sono presenti
una molteplicità di liquidi per vaporizzatori nei quali non è presente nicotina
e che presentano semplicemente sapori aromatici di natura alimentare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per tale ragione, le ricorrenti ritengono
che i vaporizzatori non costituiscano necessariamente “prodotti succedanei del
tabacco”, dal momento che l’utilizzo e la vaporizzazione di nicotina
costituisce soltanto uno dei possibili e molteplici usi di tali dispositivi da
parte del consumatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ tuttavia accaduto che, con d.l. 28
giugno 2013, n. 76 (conv. con modificazioni in l. 9 agosto 2013, n. 99), sia
stato introdotto nel corpo del d.lgs. n. 504 del 1995, un articolo 62 –quater,
rubricato “Imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo”, il
quale prescrive che, a decorrere dal 1° gennaio 2014, “i prodotti contenenti
nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati,
nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio,
che ne consentono il consumo, sono assoggettati ad imposta di consumo nella
misura del 58,5% del prezzo di vendita al pubblico”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La medesima disposizione ha altresì
previsto che la commercializzazione dei prodotti “di cui al comma 1 è
assoggettata alla preventiva autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane
e dei Monopoli nei confronti dei soggetti che siano in possesso dei medesimi
requisiti stabiliti per la gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati
[...]” e che “Con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da
adottarsi entro il 31 ottobre 2013, sono stabiliti il contenuto e le modalità
di presentazione dell’istanza ai fini dell’autorizzazione di cui al comma 2, le
procedure per la variazione dei prezzi di vendita dei prodotti di cui al comma
1, nonché le modalità di prestazione della cauzione di cui al comma 3, di
tenuta dei registri e documenti contabili, di liquidazione e versamento
dell’imposta di consumo, anche in caso di vendita a distanza, di comunicazione
degli esercizi che effettuano la vendita al pubblico, in conformità, per quanto
applicabili, a quelle vigenti per i tabacchi lavorati”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti evidenziano come il
regolamento attuativo, recante, tra l’altro, la disciplina del neoistituito
procedimento autorizzatorio, sia stato adottato solo in data 16 novembre 2013 e
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 7 dicembre 2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Successivamente, in data 3 gennaio 2014,
l’Agenzia delle Dogane ha fornito i chiarimenti richiesti dagli operatori,
pubblicando le c.d. FAQ sul proprio sito istituzionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le disposizioni testé menzionate hanno avuto
l’effetto di determinare il blocco totale dell’attività economica e di impresa
in danno degli operatori del mercato del c.d. fumo elettronico, nonché di
assoggettare al regime autorizzatorio ed impositivo persino prodotti
strumentali e puramente accessori quali, ad esempio, i caricabatterie per i
vaporizzatori e le loro custodie in plastica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Esse, in particolare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- hanno previsto che gli operatori già
presenti sul mercato che non hanno conseguito l’autorizzazione alla data del 1°
gennaio 2014, non possono continuare a commercializzare e vendere gli stessi,
laddove il regolamento attuativo è stato pubblicato in G.U. solo in data
7.12.2013, e prevede testualmente che il procedimento per il rilascio delle
autorizzazioni, si perfezioni tra i 90 e i 270 giorni;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- hanno concretamente l’effetto di
sottoporre a regime autorizzativo e tariffario, nonché alla gravosa tassazione
del 58,5%, anche prodotti che non sono succedanei del tabacco (come
caricabatterie e custodie) ovvero che non contengono affatto nicotina.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il decreto ministeriale, in particolare,
prevede un termine di conclusione del procedimento che risulta incompatibile
con la data del 1° gennaio 2014, essendo previsti 90 giorni soltanto per
conseguire il provvedimento di autorizzazione. A tale periodo devono poi
aggiungersi ulteriori 180 giorni per il perfezionamento dei profili afferenti
la cauzione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Di fatto, nessun operatore ha conseguito
l’autorizzazione alla data del 1° gennaio 2014, di talché il settore sta
subendo un blocco totale delle attività che mette a rischio la stabilità
economica delle società, gli <i>asset </i>aziendali, gli investimenti
effettuati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti stigmatizzano altresì il
fatto che, all’atto di fornire i chiarimenti richiesti sul nuovo regime,
l’Agenzia delle Dogane abbia ritenuto di sottoporre ad autorizzazione anche
semplici prodotti accessori che non possono essere sicuramente considerati
“succedanei” del tabacco, quali i caricabatterie e le custodie dei dispositivi
in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I prodotti suddetti sono tutti ad uso
promiscuo e possono esser utilizzati tanto per i vaporizzatori quanto al
servizio di altri dispositivi che nulla hanno a che fare con il c.d fumo
elettronico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Evidenziano, ancora, che il d.m.
16.11.2013, all’atto di fornire la definizione di “prodotti succedanei dei
prodotti da fumo” si è limitato ad utilizzare una definizione talmente generica
da potervi attrarre anche prodotti che non contengono affatto nicotina o che,
comunque, non vengono in concreto adibiti a tale uso dall’utilizzatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In pratica, vengono ricompresi in tale
definizione e quindi sottoposti a regime autorizzativo, tariffario e
impositivo:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- i liquidi per vaporizzatori che non
contengono nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- semplici dispositivi monouso di
vaporizzazione utilizzati per inalare aromi privi di nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- i medesimi dispositivi, le loro
componenti e i corrispettivi corredi accessori anche quando non vengano in
concreto utilizzati per la vaporizzazione di nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- componenti e prodotti che, nel mondo del
tabacco lavorato, non vengono colpiti da una tassazione specifica né sono
sottoposti ad un regime speciale di commercializzazione (si pensi ai bocchini e
ai portasigarette).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti, hanno quindi sviluppato i
seguenti motivi di ricorso:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DELL’ART. 62 – QUATER DEL D.LGS. 26.10.1995, N. 504 (RUBRICATO “IMPOSTA DI
CONSUMO SUI PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA FUMO”); VIOLAZIONE E FALSA
APPLICAZIONE DELL’ART. 1 E SS D.M. 16.11.2013; MANIFESTA IRRAGIONEVOLEZZA;
ECCESSO DI POTERE NELLE FIGURE SINTOMATICHE DELL’ILLOGICITÀ, DELL’IRRAZIONALITÀ,
DEL VIZIO DI MOTIVAZIONE, DEL DIFETTO DI ISTRUTTORIA, DELL’ERRONEITÀ DEI
PRESUPPOSTI E DEL TRAVISAMENTO DEI FATTI; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI
CONCORRENZA, VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI LEGALITÀ; PERPLESSITÀ DELL’AZIONE
AMMINISTRATIVA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La previsione dell’Agenzia delle Dogane
secondo cui gli operatori che alla data del 1° gennaio 2014 non abbiano
conseguito l’autorizzazione al commercio dei prodotti in esame non possono
continuare a commercializzarli è, a dire dei ricorrenti, illegittima, in quanto
in contrasto con la tempistica prescritta dal d.m. 16.11.2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Essa non tiene conto della normativa
regolamentare, dei complessi adempimenti prescritti, e, comunque, del fatto che
nessuna fonte, primaria o secondaria, prevede che il regime di autorizzazione
debba entrare in vigore alla data del 1° gennaio 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dal canto suo, il d.m. 16.11.2013 non
prevede alcuna norma transitoria idonea a consentire che i soggetti già
presenti sul mercato possano continuare ad operare nelle more del rilascio
dell’autorizzazione che viene oggi richiesta quale condizione per la
commercializzazione dei rispettivi prodotti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">II) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DELL’ART. 62 – QUATER DEL D.LGS. N. 504 DEL 1995 (RUBRICATO “IMPOSTA DI CONSUMO
SUI PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA FUMO”); VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DEL D.M. 16.11.2013; MANIFESTA IRRAGIONEVOLEZZA; ECCESSO DI POTERE NELLE FIGURE
SINTOMATICHE DELL’ILLOGICITÀ, DELL’IRRAZIONALITÀ, DEL VIZIO DI MOTIVAZIONE, DEL
DIFETTO DI ISTRUTTORIA, DELL’ERRONEITÀ DEI PRESUPPOSTI E DEL TRAVISAMENTO DEI
FATTI; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI BUON ANDAMENTO; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI
CONCORRENZA, PERPLESSITÀ DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Parimenti illegittime sono le disposizioni
che assoggettano a regime autorizzatorio, tariffario e impositivo anche
prodotti che costituiscono meri accessori strumentali all’utilizzo dei
vaporizzatori, quali caricabatterie e custodie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’illogicità di una siffatta decisione
emerge in maniera ancora più lampante se si considera che tali accessori
vengono sottoposti a regime autorizzatorio e tariffario anche in tutti quei
casi nei quali gli stessi costituiscono corredo accessorio e strumentale
all’utilizzo di dispositivi che non sono destinati a vaporizzare nicotina
(vaporizzatori mono uso per la vaporizzazione di liquidi aromatici, ovvero che,
per scelta dell’utilizzatore, non vaporizzano né nebulizzano nicotina).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si tratta comunque, come già evidenziato,
di prodotti ad uso promiscuo, con l’ulteriore illogicità che gli stessi
prodotti, ove commercializzati da ditte che operano, ad esempio, nel settore
delle apparecchiature elettroniche generiche, rimangono liberamente vendibili
al prezzo di mercato senza scontare la pesante tassazione del 58,5%.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In sostanza, prodotti identici o speculari
vengono sottoposti a regimi di commercializzazione differenti per il fatto di
essere o meno potenzialmente e astrattamente utilizzabili quali accessori di un
vaporizzatore (ancorché utilizzato in assenza di liquido nicotinico) o perché
semplicemente prodotti all’interno della filiera del c.d. fumo elettronico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Lo stesso è a dirsi per la sottoposizione
al regime tariffario previsto dall’art. 4 del d.m..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">III) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DELL’ART. 62 – QUATER DEL D.LGS. N. 504 DEL 1995 (RUBRICATO “IMPOSTA DI CONSUMO
SUI PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA FUMO”); INCOMPETENZA; VIOLAZIONE DEL
PRINCIPIO DI LEGALITÀ, DI TIPICITÀ E DI NOMINATIVITÀ; ERRONEITÀ DEI PRESUPPOSTI
E TRAVISAMENTO DEI FATTI.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le decisioni dell’Agenzia delle Dogane e
dei Monopoli sono illegittime anche sotto il profilo dell’incompetenza, in
quanto essa non è stata dotata del potere di provvedere in merito o di dettare
una disciplina attuativa dell’art. 62 – quater.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ al MEF, invece, che compete il potere
di adottare una normativa regolamentare recante la disciplina del procedimento
autorizzatorio, e quindi, secondo le ricorrenti, di stabilire tanto i profili
temporali di efficacia del neo istituito regime autorizzatorio quanto il suo
ambito strettamente oggettivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IV) (SOTTO ALTRO E ULTERIORE PROFILO):
VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELL’ART. 62- QUATER DEL D.LGS. 26.10.1995, N.
504 (RUBRICATO “IMPOSTA DI CONSUMO SUI PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA
FUMO”); VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEL D.M. 16.11.2013; MANIFESTA
IRRAGIONEVOLEZZA, ECCESSO DI POTERE NELLE FIGURE SINTOMATICHE DELL’ILLOGICITÀ,
DELL’IRRAZIONALITÀ, DEL VIZIO DI MOTIVAZIONE, DEL DIFETTO DI ISTRUTTORIA,
DELL’ERRONEITÀ DEI PRESUPPOSTI E DEL TRAVISAMENTO DEI FATTI; VIOLAZIONE DEL
PRINCIPIO DI BUON ANDAMENTO; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI CONCORRENZA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">All’atto dell’adozione del d.m. il MEF ha
fornito una definizione di prodotti succedanei del tabacco talmente generica e
indeterminata da consentire di sottoporre indiscriminatamente a regime
autorizzatorio, tariffario e fiscale:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- i liquidi per vaporizzatori che non
contengono nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- semplici dispositivi monouso di
vaporizzazione utilizzati per inalare aromi privi di nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- i medesimi dispositivi, le loro
componenti e i rispettivi corredi accessori, indipendentemente dal fatto che
vengano concretamente utilizzati per la vaporizzazione di nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- componenti e prodotti che, nel mondo del
tabacco lavorato, non vengono colpiti da specifica tassazione né sono
sottoposti ad un regime particolare di commercializzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ irragionevole o illogico ricomprendere
nella categoria dei succedanei del tabacco anche i liquidi per vaporizzazione
privi di nicotina ovvero dispositivi monouso che nascono per vaporizzare aromi
non nicotinici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Proprio in materia di regolamentazione
dell’utilizzo dei vaporizzatori, l’ordinamento amministrativo già distingue le
ipotesi nelle quali il dispositivo prevede concretamente ed effettivamente
l’utilizzo di nicotina, da quelle nelle quali tale sostanza è del tutto
assente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti richiamano, al riguardo,
l’O.M. del Ministro della Salute del 4 agosto 2011 che ha disposto il divieto
di vendita ai minori di anni 18 dei vaporizzatori contenenti nicotina.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Successivamente, il Ministero ha imposto
ai produttori di evidenziare unicamente sui prodotti contenenti nicotina la rispettiva
concentrazione e di apporre, nel caso, i necessari simboli di tossicità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Anche il giudice amministrativo, in sede
cautelare, chiamato a pronunciarsi sul divieto di utilizzo di vaporizzatori in
luoghi pubblici, ha operato la medesima distinzione (cfr. ord. TAR Veneto, sez.
III, n. 356/2013 del 12.7.2013; TAR Lombardia, sez. III, ord. n. 1024/2013 del
23.10.2013).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La normativa, comunque, genera incertezza
e perplessità sull’individuazione dei prodotti da assoggettare al neoistituito
regime autorizzatorio, tariffario e impositivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">V) VIOLAZIONE DEGLI ARTT. 3, 35, 41, 53 E
97 DELLA COST.; VIOLAZIONE DEI PRINCIPI DI DIRITTO EUROPEO IN MATERIA DI LIBERA
CIRCOLAZIONE DEI FATTORI E DEI PRODOTTI ECONOMICI, DI TUTELA DELLE LIBERTÀ
FONDAMENTALI E DI LIBERA CONCORRENZA DEL MERCATO UNICO, NONCHÉ DEGLI ARTT. 30,
34, 35 E 110 DEL TFUE, DELL’ART. 401 DELLA DIRETTIVA N. 112/2006/CE E DELL’ART.
1 DELLA DIRETTIVA N. 118/2008/CE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nell’ipotesi in cui si ritenga che i
provvedimenti impugnati siano conformi alla norma primaria, parte ricorrente
eccepisce l’illegittimità costituzionale dell’art. 62 – quater del d.lgs. n 504
del 26 ottobre 1995.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- QUESTIONE DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE
DELL’ART. 62 – QUATER DEL D.LGS. N. 504 DEL 26 OTTOBRE 1995 (C.D. TESTO UNICO
ACCISE – TUA)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le misure tributarie approntate dal
legislatore, oltre ad essere illogiche e sostanzialmente ingiuste, sono anche
palesemente sproporzionate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ evidente, innanzitutto, che con
l’imposta in esame il legislatore ha inteso porre rimedio al crollo del mercato
delle sigarette tradizionali, determinato dall’espandersi del settore delle
sigarette elettroniche (comunicato stampa del MEF n. 240 del 5 dicembre 2013).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La scelta di equiparare queste ultime alle
sigarette tradizionali non tiene conto della peculiarità del settore e viola,
in primo luogo, il principio di eguaglianza e di capacità contributiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti reputano irragionevole che
si sia scelto di colpire anche sostanze diverse dalla nicotina in alcun modo
assimilabili al tabacco lavorato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’Italia è l’unico paese ad avere
introdotto una simile imposta mentre gli altri Stati dell’Unione Europea sono
in attesa delle indicazioni del Parlamento e della Commissione in ordine alla
regolamentazione del mercato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così facendo, il legislatore italiano si è
mosso nella prospettiva di “proteggere” il settore dei tabacchi lavorati,
contraddicendo, in tal modo, una delle finalità che caratterizza la relativa
imposizione, volta, tra l’altro, a scoraggiare il consumo di un prodotto di cui
è accertata la dannosità per la salute.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Al contrario, le numerose ricerche
scientifiche che, fino ad oggi, hanno riguardato il mercato delle e – cig, non
hanno riscontrato alcuna conseguenza nociva per la salute e, anzi, ne hanno
sottolineato i vantaggi legati all’effetto di dissuasione dal tabagismo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’equiparazione sotto il profilo fiscale
alle sigarette tradizionali non sarebbe comunque giustificata nemmeno nelle
ipotesi nelle quali le sigarette elettroniche consentono la vaporizzazione di
nicotina.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La nicotina è, infatti, una sostanza che
si trova in natura e non è tassata di per sé (si pensi ai cerotti antifumo, ai
prodotti nicorette etcc.). Nel fumo tradizionale, infatti, il danno alla salute
è prodotto dai numerosi elementi mischiati tra loro che, sottoposti al processo
di combustione, si trasformano in sostanze dannose per l’organismo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti ritengono altresì
irragionevole che la medesima imposizione colpisca indiscriminatamente tutti i
prodotti e dispositivi collegati al mercato della sigaretta elettronica,
ancorché diversissimi tra loro per natura e funzione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La disciplina in esame contrasta quindi
con i principi di ragionevolezza e proporzionalità di cui all’art. 3 Cost.,
nonché, per il rigido automatismo che la caratterizza, con quelli di
imparzialità e buon andamento dell’amministrazione, garantiti dall’art. 97
Cost.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In pratica, vengono indiscriminatamente
assimilati ai tabacchi lavorati anche sostanze non contenenti nicotina e i
dispositivi che ne consentono il consumo, laddove, invece, persino l’imposta
sui tabacchi lavorati è strutturata in modo da garantire un sistema di aliquote
differenziate per tipologia di prodotto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Appare poi del tutto incomprensibile la
scelta di tassare uniformemente e con l’applicazione della medesima,
elevatissima aliquota, prodotti che tra loro non hanno assolutamente nulla in
comune o che, addirittura, sono destinati ad un uso promiscuo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne deriva, altresì una grave lesione del
principio della libera iniziativa economica privata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il legislatore ha poi regolamentato le
procedure per la variazione dei prezzi di vendita al pubblico dei “prodotti
succedanei dei prodotti da fumo”, in modo del tutto analogo al sistema vigente
nella vendita di prodotti a base di tabacco (quali l’obbligo del deposito
fiscale, l’obbligo di richiedere l’autorizzazione preventiva all’esercizio di
deposito di prodotti succedanei del tabacco, l’obbligo di prestare una cauzione
etcc.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’introduzione di una imposta di consumo
così elevata, in combinazione con il meccanismo di applicazione dell’aliquota
sul prezzo al minuto e con la regolamentazione predeterminata dei prezzi al
pubblico, costringerà il consumatore ad indirizzare i propri acquisti verso gli
altri Stati membri dell’Unione Europea.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La norma, proseguono i ricorrenti, si
appalesa illegittima anche alla luce dei principi di ragionevolezza, di
capacità contributiva e di tutela del diritto alla salute, garantiti dagli
artt. 3, 53 e 32 Cost..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’introduzione dell’art. 62 – quater ha
paralizzato il settore in esame sebbene, al di fuori dei confini nazionali, si
discuta della idoneità delle sigarette elettroniche a rappresentare un valido
strumento per la disassuefazione dal tabagismo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’equiparazione di queste ultime alle
sigarette tradizionali non è giustificata neanche dalla mera presenza della
nicotina in quanto, nelle sigarette tradizionali, il danno alla salute è
prodotto non dalla nicotina in sé ma dai numerosi elementi cancerogeni, assenti
nelle e-cig, che vengono bruciati, trasformandosi in sostanze dannose per
l’uomo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La nuova misura tributaria finisce così paradossalmente
per incentivare l’uso del tabacco ed aggravare le situazioni di danno per la
salute che questo comporta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti stigmatizzano, altresì, la
stessa scelta del tributo da applicare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le accise – tra le quali sembra dover
essere concettualmente annoverata anche l’imposta di cui si discute –
rappresentano un gruppo eterogeneo di imposte indirette erariali che colpiscono
la fabbricazione, o il consumo, di determinati prodotti, nonché la loro
importazione nel territorio dello Stato ed il cui presupposto non presenta
alcun elemento di patrimonialità di modo che non si comprende quale sia il
fatto – indice di capacità contributiva considerato dal legislatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In relazione all’imposta in esame si
ripropongono, pertanto, le annose questioni in ordine alla legittimità di un
tributo che colpisce un indice diverso dal reddito o dal patrimonio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vi sarebbe, inoltre, una duplicazione
impositiva, derivante dall’applicazione dell’aliquota al prezzo di vendita al
pubblico e, quindi, al lordo dell’IVA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pure irragionevole sarebbe la finalità
extrafiscale di ostacolare la produzione e il consumo delle sigarette
elettroniche, con l’effetto di favorire il mercato delle sigarette
tradizionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- SULLA COMPATIBILITÀ DELL’ART. 62 –
QUATER DEL D.LGS. N. 504 DEL 26 OTTOBRE 1995 (C.D. TESTO UNICO ACCISE, TUA) CON
LA NORMATIVA DI RANGO COMUNITARIO.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’Italia è l’unico paese dell’Unione ad
avere introdotto l’imposta in esame mentre in sede europea si discute ancora
della qualificazione merceologica e del comparto di appartenenza dei suddetti
prodotti, anche alla luce della loro idoneità a contrastare il tabagismo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti reputano, peraltro, che, con
l’introduzione delle disposizioni in esame, siano state commesse plurime
violazioni delle norme comunitarie tra cui gli artt. 30, 35, 35 e 110 del TFUE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pure violato risulterebbe l’art. 401 della
Direttiva IVA n. 112/2006/CE nella parte in cui vieta di introdurre imposte
sulla cifra di affari aventi le stesse caratteristiche dell’IVA e consente solo
di mantenere accise o altre imposte che non abbiano il carattere di imposta sul
volume di affari sempreché non diano luogo, “negli scambi tra Stati membri, a
formalità connesse con il passaggio di una frontiera”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Analogamente dispone l’art. 1 della
Direttiva 118/2008/CE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La disciplina introdotta dal legislatore
ordinario, inoltre, sarebbe incompatibile con gli articoli 34 e 35 del TFUE in
quanto introdurrebbe una serie di misure ad effetto equivalente alle
restrizioni quantitative che rappresentano un concreto pregiudizio per l’esercizio
della libera concorrenza nell’ambito del mercato comune.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Particolarmente critica, a questo
riguardo, sarebbe l’introduzione di una regolamentazione rigida e
predeterminata dei prezzi, simile a quella vigente per le sigarette
tradizionali, già oggetto di censura da parte della Corte di Giustizia (cfr.
Corte giustizia, sez. III, del 24 giugno 2010, causa C – 571/08).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il legislatore italiano ha inoltre
previsto una serie di norme tecniche e di obblighi oltremodo gravosi che
possono rappresentare una violazione del principio di proporzionalità, e che,
comunque, determinano una distorsione in ambito comunitario in ordine alle
modalità di commercializzazione dei prodotti. Si pone ad esempio il problema se
un prodotto nato secondo le norme vigenti in uno degli Stati membri possa
essere posto in vendita in Italia, ove vigono ormai standard differenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti soggiungono che, a loro
dire, l’accisa sulle sigarette elettroniche, come quella sui tabacchi,
determina un fenomeno equivalente negli effetti all’istituto della rivalsa
obbligatoria, originato dalla predeterminazione del prezzo da parte di un
provvedimento dell’AAMS che ingloba anche l’accisa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Altrettanto palese sarebbe la violazione
della normativa comunitaria in materia di accise.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’armonizzazione e la razionalizzazione
delle imposte indirette rappresenta una condizione necessaria per la compiuta
realizzazione del mercato unico, per favorire la quale vige un divieto assoluto
di imporre controlli ai passaggi comunitari su detti prodotti, di modo che,
delle due l’una:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- o l’imposta introdotta dal cit. art.
62-quater del d.lgs. n. 504 del 1995 rientra nell’ambito delle accise e,
quindi, il legislatore non era legittimato ad intervenire in una materia
riserva alla competenza comunitaria:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- ovvero la suddetta imposta avrebbe
dovuto rispettare le condizioni ed i parametri fissati dalla direttiva
118/2008/CE; essa, però, non presenta alcuna “finalità specifica” né risulta
conforme “alle norme comunitarie applicabili per le accise o per l’imposta sul
valore aggiunto”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le società ricorrenti hanno chiesto
pertanto alla Sezione di volere rimettere alla Corte di Giustizia la seguente
questione pregiudiziale:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“Dica la Corte di Giustizia se i principi
di diritto europeo in materia di libera circolazione dei fattori e dei prodotti
economici, di tutela delle libertà fondamentali e di libera concorrenza nel
mercato unico, nonché gli artt. 30, 34, 35 e 110 del TFUE, l’art. 401 della
direttiva n. 112/2006/CE e l’art. 1 della direttiva 118/2008/CE, ostino ad una
normativa nazionale come quella di cui all’art. 62 – quater del d.lgs. n. 504
del 1995 che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) introduce un’imposta di consumo con
aliquota al 58,5% sul prezzo di vendita dei prodotti al pubblico;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) prevede una tariffazione dei prezzi al
pubblico, determinando una rigida e predeterminata regolamentazione dei prezzi
di vendita;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) impone una serie di obblighi ed
adempimenti procedimentali, che interferiscono con il regolare ciclo
distributivo dei prodotti”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si sono costituiti, per resistere, il
Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sono intervenute ad adiuvandum le
Associazioni Federcontribuenti Italia e la Fiesel – Confesercenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con ordinanza n. 537 del 6.2.2014,
l’istanza cautelare proposta è stata accolta in via interinale e provvisoria,
fino alla camera di consiglio del 19 febbraio 2014, e, per l’effetto, è stata
sospesa l’efficacia del regime autorizzatorio ed impositivo introdotto
dall’art. 62 –quater in esame.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quindi, con ordinanza n. 811 del
20.2.2014, in considerazione delle modifiche apportate al d.m. 16.11.2013 dal
d.m. 12.2.2014, l’istanza cautelare è stata respinta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti hanno successivamente
proposto motivi aggiunti avverso il suddetto d.m. 12.2.2014, nonché avverso la
circolare AAMS prot. DAC/DIR/14 del 21.1.2014, estendendo la richiesta di
tutela cautelare anche agli atti sopravvenuti e, comunque, rappresentando
l’aggravarsi della loro situazione economica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">All’uopo, hanno evidenziato come
l’amministrazione sia intervenuta sulla normativa di attuazione in una duplice
direzione:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- dapprima, con circolare del 21 gennaio,
l’AAMS pur precisando di ritenere che “non possano considerarsi parti di
ricambio, a titolo esemplificativo, le custodie dei prodotti, i cavetti per
l’alimentazione, le batterie”, ha tuttavia confermato che “i beni sopra
indicati, ove compresi nel prezzo unitario di vendita dei dispositivi, anche
monouso, concorrono alla formazione della base imponibile cui si applica
l’imposta di consumo”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Successivamente, il MEF è intervenuto per
semplificare il procedimento, qualificando come SCIA la domanda di
autorizzazione (d.m. del 12.2.2014).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le modifiche apportate alla normativa
attuativa, proseguono le ricorrenti, perpetuano e confermano le stesse
illegittimità che già affliggevano i provvedimenti impugnati con il ricorso
principale, nella misura in cui anche tali modifiche non toccano minimamente
gli effetti sostanziali che derivano dall’indiscriminato assoggettamento al
regime autorizzatorio e fiscale:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- dei vaporizzatori in quanto tali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- delle sostanze che, oggettivamente, non
possono considerarsi succedanee del tabacco;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- dell’oggettistica puramente accessoria
del prodotto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Anche la normativa successivamente
intervenuta, infatti, continua a mantenere ferma l’applicazione del regime
autorizzativo, fiscale e sanzionatorio in relazione all’insieme di beni
unitariamente considerato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le modifiche recentemente apportate,
inoltre, introducono ulteriori profili di irragionevolezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In particolare, secondo la circolare
dell’AAMS oggetto di impugnativa, un “caricabatteria” o una “custodia”
diventano un prodotto succedaneo del tabacco nell’ipotesi in cui vengano
venduti insieme ai vaporizzatori ad un unico prezzo di vendita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quanto, poi, al d.m. 12.2.2014, esso ha
stabilito, all’art. 2, che dalla data di presentazione all’Agenzia della
domanda di istituzione e gestione di un deposito fiscale di prodotti succedanei
del tabacco, il soggetto che l’ha sottoscritta è autorizzato a gestire il
deposito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Ministero, però, non ha adeguatamente
considerato la posizione di quelle imprese che, come le ricorrenti, avevano già
presentato domanda di autorizzazione e che si vedono, oggi, applicare in
maniera retroattiva e indiscriminata, su tutti i loro prodotti, il prelievo del
58,5% sul prezzo di vendita al pubblico senza che abbiano mai avuto, fino a
questo momento, nemmeno la possibilità di vendere secondo il neoistituito
regime, e di traslare, quindi, il costo dell’imposta sui consumatori o sui
rivenditori finali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I motivi aggiunti, sono, specificamente:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DELL’ART. 62 – QUATER DEL D.LGS. N. 504 DEL 1995 (RUBRICATO “IMPOSTA DI CONSUMO
SUI PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA FUMO”); VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DEL D.M. 16.11.2013; MANIFESTA IRRAGIONEVOLEZZA, ECCESSO DI POTERE NELLE FIGURE
SINTOMATICHE DELL’ILLOGICITÀ, IRRAZIONALITÀ E DIFETTO DI MOTIVAZIONE; DIFETTO
DI ISTRUTTORIA, CONTRADDITTORIETÀ, ERRONEITÀ DEI PRESUPPOSTI E TRAVISAMENTO DEI
FATTI; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI BUON ANDAMENTO; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI
CONCORRENZA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Anche i provvedimenti impugnati con i
motivi aggiunti evitano di specificare cosa possa o debba intendersi per
“prodotto succedaneo del tabacco”, con la conseguenza che continuano ad essere
assoggettati al regime autorizzatorio e impositivo, proprio dei tabacchi
lavorati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) sostanze liquide vaporizzabili che non
contengono affatto nicotina ma liquidi aromatizzati con essenze varie (menta,
vaniglia etcc.);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) dispositivi elettronici e quant’altro
sia necessario per consentire la vaporizzazione a prescindere dal fatto che la
vaporizzazione abbia per oggetto sostanze succedanee del tabacco e contenenti
nicotina;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) cose e prodotti che nemmeno servono per
consentire la vaporizzazione, ma sono puramente accessori del vaporizzatore,
quali custodie, batterie, caricabatterie etcc..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La circolare e il d.m. si limitano a
reiterare la formula genericamente adottata dalla norma di legge, che continua
così ad essere interpretata in maniera assolutamente indiscriminata ed
estensiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">II) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELL’ART.
62 – QUATER DEL D.LGS. 26.10.1995, N. 504 (RUBRICATO “IMPOSTA DI CONSUMO SUI
PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA FUMO”); VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEL
D.M. 16.11.2013; MANIFESTA IRRAGIONEVOLEZZA; ECCESSO DI POTERE NELLE FIGURE
SINTOMATICHE DELL’ILLOGICITÀ, DELLA CONTRADDITTORIETÀ, DELL’IRRAZIONALITÀ, DEL
VIZIO DI MOTIVAZIONE, DEL DIFETTO DI ISTRUTTORIA, DELL’ERRONEITÀ DEI
PRESUPPOSTI E DEL TRAVISAMENTO DEI FATTI; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI BUON
ANDAMENTO; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI CONCORRENZA; PERPLESSITÀ DELL’AZIONE
AMMINISTRATIVA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La circolare AAMS del 21.1.2014 continua
ad assoggettare al nuovo regime autorizzatorio e fiscale le “custodie dei
prodotti, cavetti per alimentazione e le batterie” nell’ipotesi in cui detti
prodotti vengano venduti insieme ai vaporizzatori ad un unico prezzo di
vendita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Essi però non contengono nicotina o altre
sostanze che possano considerarsi succedanee del tabacco né costituiscono
componenti o parti integranti dei dispositivi di vaporizzazione; di fatto, tali
prodotti, non sono di per sé idonei a vaporizzare alcunché. Se detti prodotti
non sono “succedanei” del tabacco debbono essere esclusi dal correlato regime
autorizzatorio e impositivo, a prescindere dalle modalità di
commercializzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">III) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE
DELL’ART. 62 – QUATER DEL D.LGS. 26.10.1995, N. 504 (RUBRICATO “IMPOSTA DI
CONSUMO SUI PRODOTTI SUCCEDANEI DEI PRODOTTI DA FUMO”); VIOLAZIONE E FALSA
APPLICAZIONE DEL D.M. 16.11.2013; MANIFESTA IRRAGIONEVOLEZZA; ECCESSO DI POTERE
NELLE FIGURE SINTOMATICHE DELL’ILLOGICITÀ, DELLA CONTRADDITTORIETÀ,
DELL’IRRAZIONALITÀ, DEL VIZIO DI MOTIVAZIONE, DEL DIFETTO DI ISTRUTTORIA,
DELL’ERRONEITÀ DEI PRESUPPOSTI E DEL TRAVISAMENTO DEI FATTI; VIOLAZIONE DEL
PRINCIPIO DI BUON ANDAMENTO; VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI CONCORRENZA;
PERPLESSITÀ DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il d.m. 12.2.2014 è altresì illegittimo
nella parte in cui applica retroattivamente il nuovo regime impositivo anche in
relazione ad un periodo in cui il neoistituito regime autorizzatorio non era
operante (per effetto dei provvedimenti cautelari di questo TAR) e quindi senza
che le imprese abbiano mai avuto la possibilità di trasferire sulla filiera
commerciale e sul consumatore finale il costo dell’imposta stessa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel caso di Flavourart, ad esempio, viene
evidenziato che la società, per effetto delle censurate disposizioni, dovrebbe
versare un’imposta superiore, per i soli liquidi vaporizzabili, di oltre
700.000 euro ai suoi stessi ricavi, con matematico default.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Resistono anche ai motivi aggiunti le
amministrazioni intimate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le ricorrenti, in vista della pubblica
udienza di discussione del 2.4.2014, hanno depositato uno studio di analisi
economica del nuovo regime fiscale del fumo elettronico, realizzato dal Casmef,
centro di ricerca economica indipendente dell’Università LUISS Guido Carli di
Roma,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il ricorso e i motivi aggiunti sono stati
trattenuti per la decisione di merito, una prima volta, alla pubblica udienza
del 2 aprile 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Contestualmente, sono stati introitati
anche per la decisione, in abbinamento al merito, dell’istanza cautelare,
quest’ultima definita con ordinanza n. 1516 del 3 aprile 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con tale pronuncia, il Collegio ha
nuovamente sospeso l’efficacia del regime autorizzatorio e impositivo di cui
all’art. 62 –quater del d.lgs. n. 504 del 1995, fino alla decisione da parte
della Corte Costituzionale della questione di legittimità costituzionale che è
poi stata sollevata con la separata ordinanza collegiale n. 4510 del 29.4.2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In particolare, nel contesto di tale
ordinanza, preliminarmente alla rimessione alla Corte Costituzionale, la
Sezione ha anche definito alcune questioni aventi carattere pregiudiziale
rispetto a quella di costituzionalità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In particolare, la Sezione ha respinto le
eccezioni sollevate dalla difesa erariale tese a dimostrare l’inammissibilità
e/o improcedibilità del ricorso per le ragioni dovute, nell’ordine:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- alla carenza di giurisdizione del
giudice amministrativo, trattandosi di fattispecie rientrante nella
giurisdizione del giudice tributario;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- al difetto originario di interesse a
ricorrere di tutte le ricorrenti, in mancanza dell’adozione di atti impositivi;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- al difetto di interesse delle ricorrenti
che non hanno presentato la domanda disciplinata dall’art. 2 del d.m.
16.11.1993;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- alla, pretesa, cessazione della materia
del contendere, per effetto delle modifiche apportate al d.m. 16.11.1993 dal
d.m. 12.2.2014, nonché dell’interpretazione resa dall’Agenzia delle Dogane e
dei Monopoli con la circolare del 21.1.2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giova riportare, <i>in parte qua</i>,
i passaggi essenziali della decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“2.1. In primo luogo, è orientamento ormai
consolidato delle Sezioni Unite quello secondo cui la giurisdizione esclusiva
del giudice tributario in ordine ai “tributi di ogni genere e specie”,
istituita dall’art. 2, comma 1, d.lg. 31 dicembre 1992 n. 546, come
successivamente modificato, può svolgersi solo attraverso l'impugnazione di
specifici atti impositivi dell'amministrazione finanziaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne consegue che, in mancanza della
mediazione rappresentata dall'impugnativa dell'atto impositivo, il giudice
tributario “non può giudicare della legittimità degli atti amministrativi
generali, dei quali può conoscere, incidenter tantum ed entro confini
determinati, solo ai fini della disapplicazione nella singola fattispecie
dell'atto amministrativo presupposto dell'atto impositivo impugnato” (Cass.
civ., Sez. Un., 21.3.2006, n. 6224).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La cognizione degli atti autoritativi di
carattere generale presupposti alla specifica obbligazione tributaria spetta,
invece, alla giurisdizione del giudice amministrativo (così ancora, con
riguardo all’interpretazione dell’art. 7, comma 5, del d.lgs. n. 546/92, le
Sezioni unite, sentenza n. 3030 dell’1.3.2002).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nello stesso senso è la giurisprudenza del
Consiglio di Stato, invocata da parte ricorrente, secondo cui “ad esclusione
delle controversie riservate alla giurisdizione del giudice tributario, sono
impugnabili davanti al giudice amministrativo i regolamenti governativi,
ministeriali o di enti locali che istituiscono o disciplinano tributi di qualsiasi
genere, in quanto concernenti interessi legittimi (Cons. St., sez. VI^,
30.9.2004, n. 6353).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.2. Neppure può ritenersi che, in assenza
di atti impositivi, i provvedimenti impugnati, per il loro carattere generale,
non siano immediatamente lesivi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ noto, infatti, che il principio secondo
cui le norme regolamentari vanno impugnate unitamente all’atto applicativo
trova eccezione per i provvedimenti che presentano un carattere specifico e
concreto, risultando idonei, come tali, ad incidere direttamente nella sfera
giuridica degli interessati, a decorrere dalla pubblicazione nelle forme
previste dalla legge (TAR Lazio, sez.I^, 12 aprile 2011, n. 3202 cfr. anche, da
ultimo, Cons. St., sez. VI, 4.12.2012, n. 6208).).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel caso di specie, i decreti del MEF del
16.11.2013 e 12.2.2014, nonché le disposizioni applicative e interpretative
dettate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, appaiono idonei ad incidere
direttamente sull’attività d’impresa svolta dalle ricorrenti in quanto, da un
lato, attuano la previsione della fonte primaria nella parte in cui ne vieta lo
svolgimento senza la prescritta autorizzazione e la sottopone ad un nuovo
regime impositivo; dall’altro, “conformano” la medesima attività, mediante la
disciplina di una serie di adempimenti amministrativi e/o contabili,
finalizzati all’assolvimento dell’obbligazione tributaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.3. Le considerazioni testé svolte
consentono di respingere anche l’eccezione relativa al sopravvenuto difetto di
interesse a ricorrere delle imprese che non hanno presentato domanda di
autorizzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ evidente, infatti, che il cuore della
impugnativa riguarda la stessa introduzione di un regime di autorizzazione per
una attività in precedenza libera, nonché degli obblighi tributari cui siffatto
regime è correlato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per la stessa ragione, la circostanza che
il d.m. del 12.2.2014 abbia semplificato il procedimento di autorizzazione,
ovvero che la circolare del 21.1.2014 abbia (in ipotesi) chiarito che i
prodotti “accessori”, non sono soggetti all’imposta, non appare idonea a determinare
la cessazione della materia del contendere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A ciò si aggiunga che tali ulteriori
provvedimenti sono stati impugnati con motivi aggiunti, sia per vizi propri,
sia in quanto, per usare l’espressione delle ricorrenti, essi in realtà
“perpetuano e confermano” le stesse illegittimità che già affliggono i
provvedimenti gravati con ricorso principale”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3. Nel merito, nell’ordine logico della
trattazione, la Sezione ha poi ritenuto necessario affrontare “la questione
relativa alla “compatibilità comunitaria” dell’art. 62 –quater del d.lgs. n.
504 del 1995, introdotto dall'art. 11, comma 22, D.L. 28 giugno 2013, n. 76,
convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Infatti, secondo quanto chiarito dalla
Corte Costituzionale (sentenza n. 319 del 26.7.1996), ove una questione di
costituzionalità sia fondata sull’interpretazione di una norma comunitaria,
prima di una eventuale rimessione alla Consulta occorre che il contenuto delle
norme poste dalle fonti comunitarie sia compiutamente e definitivamente
individuato secondo le regole all’uopo dettate da quell’ordinamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Al riguardo, deve però anche ricordarsi
che il giudice nazionale non è tenuto a chiedere una decisione pregiudiziale
alla Corte di Giustizia se la normativa comunitaria non dia adito ad alcun
ragionevole dubbio sulla soluzione da dare alla questione sollevata (Corte di
Giustizia CE, 6 ottobre 1982, in causa C- 283/81, Cilfit),<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.1. L’imposta introdotta dall’art. 11,
comma 22, D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla L. 9
agosto 2013, n. 99, appartiene al novero delle imposte speciali sui consumi, le
quali, a differenza dell’IVA, non hanno carattere generale ma colpiscono una
determinata categoria di beni o servizi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Esse si caratterizzano, altresì, per la
struttura monofase, diventando esigibili in un unico momento dettagliatamente
descritto dalla normativa di riferimento (cfr. Corte Cost., sentenza n.
185/2011).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nell’ordinamento italiano, la disciplina
delle accise (e delle altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi) è
contenuta in larga parte nel decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (Testo
unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e
sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative), più volte modificato
ed integrato in attuazione delle direttive comunitarie che hanno disciplinato
la materia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Da ultimo, il decreto legislativo 29 marzo
2010, n. 48 (recante “Attuazione della direttiva 2008/118/CE relativa al regime
generale delle accise e che abroga la direttiva 92/12/CEE”) ha provveduto, fra
l’altro, a modificare le norme collegate al fatto generatore ed all'esigibilità
dell'accisa, di cui alla relativa direttiva comunitaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La disciplina generale delle imposizioni
indirette sulla produzione e sui consumi, diverse dalle accise disciplinate dai
Titoli I e II del TUA (ovvero le imposte indirette diverse da quelle sulla
produzione o sul consumo dei prodotti energetici, dell'alcole etilico e delle
bevande alcoliche, dell'energia elettrica e dei tabacchi lavorati), è contenuta
nell’art. 61 del cit. d.lgs..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In particolare, secondo tali disposizioni,
“a) l'imposta è dovuta sui prodotti immessi in consumo nel mercato interno ed è
esigibile con l'aliquota vigente alla data in cui viene effettuata l'immissione
in consumo” mentre obbligato al pagamento dell’imposta è “il fabbricante per i
prodotti ottenuti nel territorio dello Stato”, ovvero “il soggetto che effettua
la prima immissione in consumo per i prodotti di provenienza comunitaria”,
ovvero ancora “l'importatore per i prodotti di provenienza da Paesi terzi”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'immissione in consumo si verifica:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">“1) per i prodotti nazionali, all'atto
della cessione sia ai diretti utilizzatori o consumatori sia a ditte esercenti
il commercio che ne effettuano la rivendita;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2) per i prodotti di provenienza
comunitaria, all'atto del ricevimento della merce da parte del soggetto
acquirente ovvero nel momento in cui si considera effettuata, ai fini
dell'imposta sul valore aggiunto, la cessione, da parte del venditore residente
in altro Stato membro, a privati consumatori o a soggetti che agiscono
nell'esercizio di una impresa, arte o professione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3) per i prodotti di provenienza da Paesi
terzi, all'atto dell'importazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4) per i prodotti che risultano mancanti
alle verifiche e per i quali non è possibile accertare il regolare esito,
all'atto della loro constatazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">[...]”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Appare anche utile precisare,
relativamente ai “prodotti succedanei dei prodotti da fumo” che gli adempimenti
fiscali sono disciplinati con esplicito richiamo al regime del deposito fiscale
in materia di accise.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’art. 62 –quater del TUA prevede poi non
già un “regime tariffario”, così come assunto dalle ricorrenti, bensì, più
semplicemente, istituisce, una procedura “per la variazione dei prezzi di
vendita al pubblico dei prodotti”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In concreto, l’art. 4 del d.m. 16.11. 2013
prescrive la “preventiva iscrizione in apposito tariffario disposta con
provvedimento dell'Agenzia” del prezzo di vendita al pubblico comunicato dal
soggetto autorizzato alla commercializzazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In ambito comunitario, come già accennato,
la direttiva 2008/118/CE, oltre a disciplinare il regime generale delle accise,
stabilisce alcuni principi fondamentali in ordine all’imposizione sui “prodotti
diversi dai prodotti sottoposti ad accisa”, al fine di garantire il corretto
funzionamento del mercato interno.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le accise c.d. “armonizzate” riguardano
esclusivamente:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a) prodotti energetici ed elettricità di
cui alla direttiva 2003/96/CE;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">b) alcole e bevande alcoliche di cui alle
direttive 92/83/CEE e 92/84/CEE;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">c) tabacchi lavorati di cui alle direttive
95/59/CE, 92/79/CEE e 92/80/CEE.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relativamente ai prodotti già sottoposti
ad accisa, l’art. 1, par. 2, della direttiva stabilisce che “Gli Stati membri
possono applicare ai prodotti sottoposti ad accisa altre imposte indirette
aventi finalità specifiche, purché tali imposte siano conformi alle norme
fiscali comunitarie applicabili per le accise o per l'imposta sul valore
aggiunto in materia di determinazione della base imponibile, calcolo,
esigibilità e controllo dell'imposta”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relativamente ai prodotti “diversi dai
prodotti sottoposti ad accisa”, gli Stati membri rimangono tuttavia liberi di
applicare altre forme di imposizione purché l’applicazione di tali imposte non
comporti “negli scambi tra Stati membri, formalità connesse all'attraversamento
delle frontiere” (art. 1, par. 3).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In sostanza, le norme comunitarie
consentono agli Stati membri di introdurre altre forme di imposizione indiretta
sui prodotti per i quali già sussiste un’accisa armonizzata nonché di
introdurre accise non armonizzate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ significativo che l’ordinamento
comunitario, per non privare gli Stati membri di un efficace strumento di
politica economica, abbia lasciato ad essi ampio margine di discrezionalità sia
nella scelta delle aliquote delle accise armonizzate (essendo previste solo
aliquote minime), sia nell’istituire prelievi aventi specifiche finalità
quand’anche gravanti su prodotti già soggetti ad accisa armonizzata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A ciò si aggiunge la possibilità di
tassare la produzione o il consumo di beni estranei al processo di
armonizzazione, la quale non è legata alla necessità di perseguire specifiche
finalità ma può essere giustificata anche soltanto da esigenze di bilancio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.2. La disamina della normativa
comunitaria applicabile alla fattispecie consente di confutare agevolmente
l’affermazione di parte ricorrente secondo cui la disciplina generale delle
imposte sui consumi sarebbe integralmente riservata alla fonte comunitaria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il processo di armonizzazione, per quanto
qui interessa, ha infatti riguardato esclusivamente (oltre l’imposta sul valore
aggiunto) le accise gravanti su alcol, tabacchi e prodotti energetici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Inoltre, poiché i “prodotti succedanei dei
prodotti da fumo” non sono sottoposti ad accisa, l’imposta speciale di consumo
istituita dallo Stato italiano non deve osservare i requisiti previsti
dall’art. 1, par. 2, della direttiva 2008/118/CE, bensì soltanto quelli del
par. 3 del medesimo articolo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non è necessario, cioè, che l’imposizione
abbia una finalità specifica, né che essa rispetti le regole di imposizione
applicabili ai fini dell’Iva o delle accise armonizzate per la determinazione
della base imponibile, il calcolo, l’esigibilità ed il controllo dell’imposta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A parere del Collegio, non vi è, poi,
neanche violazione della Direttiva 2006/112/CE relativa al sistema di imposta
comune sul valore aggiunto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ai sensi dell’art. 401 le disposizioni di
siffatta direttiva consentono ad uno Stato membro di mantenere o introdurre
“imposte sui contratti di assicurazione, imposte sui giochi e sulle scommesse,
accise, imposte di registro e qualsiasi imposta, diritto o tassa”, a condizione
che esse non abbiano il carattere di imposta sul volume d'affari (e che non
diano luogo “negli scambi fra Stati membri, a formalità connesse con il passaggio
di una frontiera”).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le caratteristiche essenziali dell’imposta
sul valore aggiunto sono le seguenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’IVA si applica in modo generale alle
operazioni aventi ad oggetto beni o servizi; è proporzionale a detti beni e
servizi, a prescindere dal numero di operazioni effettuate; viene riscossa in
ciascuna fase del procedimento di produzione e distribuzione; si applica sul
valore aggiunto dei beni e dei servizi, in quanto l’imposta dovuta in occasione
di una operazione viene calcolata previa detrazione di quella che è stata
versata all’atto della precedente operazione (cfr., in materia, Corte di
Giustizia, sentenza 9 marzo 2000, in causa C- 437/97, Wien e Wein & Co.
HandelsgesmbH contro Oberösterreichische Landesregierung),<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel caso oggi in rilievo, invece,
l’imposta:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- è destinata a colpire un bene specifico;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- è a struttura monofase, in quanto
diviene esigibile al momento dell’immissione in consumo e non vi è un
meccanismo di deduzione analogo a quello dell’IVA;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- concorre essa stessa a formare il valore
finale del prodotto per cui l’IVA (come avviene nei prodotti soggetti ad
accisa) grava anche sulla stessa imposta;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- non è a rivalsa obbligatoria, né è vero
che un effetto analogo si avrebbe a causa della sottoposizione del prodotto ad
un regime tariffario in quanto, come in precedenza evidenziato, le imprese
rimangono, almeno sul piano giuridico – formale, libere di fissare il prezzo di
vendita del prodotto e quindi di scegliere in quale misura traslarne il peso
sul consumatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non vi è, infine, contrasto con altre
norme dei Trattati ovvero con principi di carattere generale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In particolare:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- non è violato l’art. 30 del TFUE (“ i
dazi doganali all'importazione o all'esportazione o le tasse di effetto
equivalente sono vietati tra gli Stati membri. Tale divieto si applica anche ai
dazi doganali di carattere fiscale”), in quanto l’imposta si applica tanto ai
prodotti nazionali quanto a quelli di provenienza comunitaria;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- non sono violati gli artt. 34 e 35,
relativi al divieto di restrizioni quantitative all'importazione e/o
all’esportazione, ovvero di qualsiasi misura di effetto equivalente, in quanto,
anche in questo caso, l’imposta si applica a tutti i prodotti immessi in
commercio nel territorio dello Stato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- non è violato il principio di non
discriminazione di cui all’art. 110 (“Nessuno Stato membro applica direttamente
o indirettamente ai prodotti degli altri Stati membri imposizioni interne, di
qualsivoglia natura, superiori a quelle applicate direttamente o indirettamente
ai prodotti nazionali similari [...]”), in quanto l’imposta che si applica ai
prodotto comunitari è uguale a quella che si applica sui prodotti nazionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.3. In definitiva, reputa il Collegio che
l’art. 62 –quater del TUA, non debba essere disapplicato in quanto
incompatibile con i parametri comunitari evocati e che, comunque, non sia
necessario rimettere alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale posta
dalle ricorrenti.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4. Come già ricordato, la Sezione ha però
ritenuto rilevante e non manifestamente infondata, in relazione agli artt. 3,
23, 41 e 97 della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale
dell’art. 62 – quater del d.lgs. n. 504, introdotto dall'art. 11, comma 22,
D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto
2013, n. 99, nella parte in cui:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- ha assoggettato alla preventiva
autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli la
commercializzazione dei prodotti “succedanei dei prodotti da fumo”, definiti
come i “prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il
consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispostivi meccanici ed elettronici,
comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- ha sottoposto, a decorrere dal 1°
gennaio 2014, i medesimi prodotti “ad imposta di consumo nella misura pari al
58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.1. La Corte Costituzionale, con sentenza
n. 83 del 15 maggio 2015, ha dichiarato “l'illegittimità costituzionale
dell'art. 62-quater del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (Testo
unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e
sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative), nel testo originario,
antecedente alle modifiche apportate dall'art. 1, comma 1, lettera f), del
decreto legislativo 15 dicembre 2014, n. 188 (Disposizioni in materia di
tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché di fiammiferi, a
norma dell'articolo 13 della legge 11 marzo 2014, n. 23), nella parte in cui
sottopone ad imposta di consumo, nella misura pari al 58,5 per cento del prezzo
di vendita al pubblico, la commercializzazione dei prodotti non contenenti
nicotina, idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonché i
dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne
consentono il consumo”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nel contesto della motivazione la Corte ha
messo in luce quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In primo luogo, essa ha precisato che “La
questione conserva la sua rilevanza nel giudizio a quo, anche a seguito
dell'entrata in vigore dell'art. 1, comma 1, lettera f), del decreto
legislativo 15 dicembre 2014, n. 188 (Disposizioni in materia di tassazione dei
tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché di fiammiferi, a norma dell
articolo 13 della legge 11 marzo 2014, n. 23).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tale disposizione ha modificato l'art.
62-quater, con l'inserimento del comma 1-bis, il quale assoggetta i prodotti da
inalazione senza combustione, contenenti o meno nicotina, e costituiti da
sostanze liquide, a un'imposta modellata in termini radicalmente differenti
rispetto a quelli della norma oggetto di censura.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Peraltro, la disposizione originaria
dell'art. 62-quater, che già aveva trovato attuazione con la normativa di
carattere secondario, oggetto di impugnazione nel giudizio a quo, non è stata
abrogata. Il citato art. 1, comma 1, lettera f), del d.lgs. n. 188 del 2014,
dispone espressamente, all'ultimo capoverso, che dalla data di entrata in
vigore della nuova disciplina (24 dicembre 2014) «cessa di avere applicazione
l'imposta prevista dal comma 1, le cui disposizioni continuano ad avere
applicazione esclusivamente per la disciplina delle obbligazioni sorte in
vigenza del regime di imposizione previsto dal medesimo comma».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'operatività della precedente disciplina
impositiva viene dunque circoscritta alle obbligazioni tributarie sorte nella
vigenza di essa. Così delimitato l'ambito di efficacia della disposizione
censurata, permane la rilevanza della questione di legittimità costituzionale
dell'art. 62-quater, nella formulazione in vigore sino al 23 dicembre 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Del resto, non forma oggetto di
contestazione tra le parti - le quali, anzi, vi hanno fatto espressamente
riferimento nel corso della discussione orale all'udienza del 14 aprile 2015 -
la circostanza che le stesse abbiano avanzato richiesta di autorizzazione al
commercio di prodotti succedanei dei prodotti da fumo e che tale attività sia
stata effettivamente svolta nel corso dell'anno 2014, nella vigenza della
precedente disciplina. La titolarità dell'autorizzazione in capo alle parti
ricorrenti e lo svolgimento dell'attività autorizzata hanno quindi determinato
l'insorgere dell'obbligazione tributaria nella vigenza della disciplina
previgente, oggetto di censura da parte del rimettente”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.2. Dopo avere respinto l'eccezione di
inammissibilità della questione di legittimità costituzionale per il mancato
assolvimento dell'obbligo di interpretazione conforme da parte del
giudice <i>a quo</i>, la Corte ha poi affermato che “anche in materia
tributaria, il principio della discrezionalità e dell'insindacabilità delle
opzioni legislative incontra il limite della manifesta irragionevolezza, che
nel caso in esame risulta varcato dalla indiscriminata sottoposizione ad
imposta di qualsiasi prodotto contenente «altre sostanze», diverse dalla
nicotina, purché idoneo a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonché
dei dispositivi e delle parti di ricambio, che ne consentono il consumo, e in
definitiva di prodotti che non hanno nulla in comune con i tabacchi lavorati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La violazione del parametro di cui
all'art. 3 Cost. va ravvisata nell'intrinseca irrazionalità della disposizione
che assoggetta ad un'aliquota unica e indifferenziata una serie eterogenea di
sostanze, non contenenti nicotina, e di beni, aventi uso promiscuo”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Inoltre, secondo la Corte, appare “del
tutto irragionevole l'estensione, operata dalla disposizione censurata, del
regime amministrativo e tributario proprio dei tabacchi anche al commercio di
liquidi aromatizzati e di dispositivi per il relativo consumo, i quali non
possono essere considerati succedanei del tabacco.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La sola indicazione dell'idoneità a
sostituire il consumo dei tabacchi lavorati - riferita ai prodotti non
contenenti nicotina, e ai dispositivi che ne consentono il consumo - evidenzia,
inoltre, l'indeterminatezza della base imponibile e la mancata indicazione di
specifici e vincolanti criteri direttivi, idonei ad indirizzare la
discrezionalità amministrativa nella fase di attuazione della normativa
primaria. Discende da ciò il contrasto della disposizione in esame con la
riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte, di cui
all'art. 23 Cost.”, in particolare in quanto “la norma dell'art. 62-quater del
d.lgs n. 504 del 1995, affida ad una valutazione soggettiva ed empirica - la
idoneità di prodotti non contenenti nicotina alla sostituzione dei tabacchi
lavorati - l'individuazione della base imponibile e nemmeno offre elementi dai
quali ricavare, anche in via indiretta, i criteri e i limiti volti a
circoscrivere la discrezionalità amministrativa nella definizione del tributo.
Né l'elasticità delle indicazioni legislative è accompagnata da forme
procedurali partecipative, già indicate da questa Corte come possibile
correttivo (sentenze n. 180 e n. 157 del 1996; n. 182 del 1994; n. 507 del
1988)”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5. Dopo la restituzione degli atti da
parte della Corte Costituzionale, su istanza di parte, è stata fissata
l’udienza di discussione del 2.12.2015, in vista della quali sono state
depositate dalla parte ricorrente e dalla difesa erariale, memorie
conclusionali e/o di replica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il ricorso è stato quindi introitato per
la decisione, alla pubblica udienza del 2.12.2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6. Il ricorso merita parziale accoglimento
per il venir meno dell’efficacia, a seguito della declaratoria di
incostituzionalità, della norma primaria di riferimento, nei sensi indicati
dalla Corte Costituzionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Al riguardo, occorre infatti ricordare
che, come già indicato nell’ordinanza collegiale n. 4510/2014, le disposizioni
contenute nei decreti impugnati, “rappresentano soltanto la pedissequa
riproduzione del contenuto della fonte primaria, la quale, al comma 1, ha
previsto che “A decorrere dal 1° gennaio 2014 i prodotti contenenti nicotina o
altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i
dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono
il consumo, sono assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5
per cento del prezzo di vendita al pubblico”, mentre, al comma 2, ha
assoggettato la commercializzazione “dei prodotti di cui al comma 1”, alla
“preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli
nei confronti di soggetti che siano in possesso dei medesimi requisiti
stabiliti, per la gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati [...]”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Sezione, ha già sottolineato che è “il
legislatore ad avere direttamente individuato il presupposto di imposta e la
base imponibile (quest’ultima rappresentata dai prodotti “succedanei” dei
prodotti da fumo, secondo la definizione recata dal comma 1), mentre alla fonte
secondaria è stato rimesso soltanto di disciplinare il “contenuto e le modalità
di presentazione dell'istanza ai fini dell'autorizzazione di cui al comma 2, le
procedure per la variazione dei prezzi di vendita al pubblico dei prodotti di
cui al comma 1, nonché le modalità di prestazione della cauzione di cui al
comma 3, di tenuta dei registri e documenti contabili, di liquidazione e
versamento dell'imposta di consumo, anche in caso di vendita a distanza, di
comunicazione degli esercizi che effettuano la vendita al pubblico, in
conformità, per quanto applicabili, a quelle vigenti per i tabacchi lavorati”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non era quindi nel potere del Ministro
dell’Economia e delle Finanze né di specificare quali prodotti debbano
ritenersi “succedanei” dei prodotti da fumo, né di stabilire una data diversa
dal 1° gennaio 2014, per l’entrata in vigore del nuovo regime autorizzatorio ed
impositivo.”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.1. Ciò posto, si pone il problema di
chiarire in quale misura la declaratoria di (parziale) incostituzionalità si
riverberi sui decreti impugnati, atteso che le parti hanno mostrato di avere,
al riguardo, visioni non esattamente coincidenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.2. In primo luogo, risulta inammissibile
la prospettazione di parte ricorrente secondo cui, dalla sentenza della Corte
Costituzionale, si ricaverebbe che, relativamente ai liquidi vaporizzabili
contenenti nicotina, l’imposta dovrebbe comunque ritenersi illegittima per il
solo fatto di essere stata modulata in modo indipendente dalla quantità e dalla
percentuale di nicotina presente nei liquidi stessi, dovendo piuttosto essere
calibrata in ragione della concentrazione della sostanza medesima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si tratta, a parere del Collegio, di una
conseguenza che in alcun modo può essere ricavata dalla pronuncia della Corte,
la quale ha espunto dall’ordinamento esclusivamente quella parte della disposizione
primaria “che sottopone ad imposta di consumo, nella misura pari al 58,5 per
cento del prezzo di vendita al pubblico, la commercializzazione dei prodotti
non contenenti nicotina, idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati,
nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio,
che ne consentono il consumo”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E’ qui sufficiente evidenziare che, una
volta esclusa la sussistenza di profili di sospetta incostituzionalità in
relazione ai prodotti contenenti nicotina, il concreto meccanismo impositivo
prescelto non può che rappresentare l’espressione di una insindacabile scelta
di merito da parte del legislatore, anche tenuto conto delle plurime finalità,
non solo di carattere sanitario, che possono essere perseguite attraverso
l’introduzione di una imposta di consumo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Può invece convenirsi con la parte
ricorrente circa il fatto che la declaratoria di incostituzionalità abbia
tuttavia investito anche l’inclusione, nella base imponibile, dei dispositivi e
degli accessori che consentono il consumo di tutti i prodotti cui fa
riferimento l’art. 62 –<i>quater</i>, comma 1, del TUA, per l’ “intrinseca
irrazionalità della disposizione che assoggetta ad un'aliquota unica e
indifferenziata una serie eterogenea di sostanze, non contenenti nicotina, e di
beni, aventi uso promiscuo” (Corte Cost., sentenza cit.).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">7. In definitiva, per quanto argomentato,
il ricorso e i motivi aggiunti meritano parziale accoglimento, con il
conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati nella parte in cui danno
attuazione alle disposizioni di fonte primaria dichiarate incostituzionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Appare equo, in ragione della novità e
complessità delle questioni, compensare integralmente tra le parti le spese di
giudizio e gli onorari di difesa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio, sede di Roma, sez. II^, definitivamente pronunciando sul ricorso e i
motivi aggiunti di cui in premessa, li accoglie in parte e, per l’effetto,
annulla i provvedimenti impugnati nella parte in cui danno attuazione alle disposizioni
dichiarate incostituzionali dalla Consulta con sentenza n. 83 del 15 maggio
2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Spese compensate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 2 dicembre 2015 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Elena Stanizzi, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Silvia Martino, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo Polidori, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 11/01/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3,
cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><u1:p></u1:p>
<u1:p></u1:p>
<u1:p></u1:p>
<u1:p></u1:p>
</i></span><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-91327839649712618012016-01-12T04:16:00.002-08:002016-01-12T04:16:46.510-08:00ESAME AVVOCATO: il T.A.R. capitolino rinvia al Consiglio di Stato la questione della competenza territoriale sugli orali dell'esame di Avvocato (T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II ter, ordinanza collegiale 7 gennaio 2016, n. 131).<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkj84nSorIkVuAIzT5czXw9zGxHnRlu3_aaa5_QPpntvBCbQg2uxYiT6fCh3Gc5_fCmex6XQCVtwEp2awZFSeKDYRei136VK5uV1cU8cEq0S6zkDwasbr0nCjkMN9M3KesvBl9S7-bf2cA/s1600/15+-+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkj84nSorIkVuAIzT5czXw9zGxHnRlu3_aaa5_QPpntvBCbQg2uxYiT6fCh3Gc5_fCmex6XQCVtwEp2awZFSeKDYRei136VK5uV1cU8cEq0S6zkDwasbr0nCjkMN9M3KesvBl9S7-bf2cA/s320/15+-+1.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ESAME AVVOCATO: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>il T.A.R. capitolino rinvia al Consiglio di Stato </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>la questione della competenza territoriale</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> sugli orali dell'esame di Avvocato </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II ter, </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394;">ordinanza collegiale 7 gennaio 2016, n. 1</span>31)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A mio modesto avviso, la questione della competenza territoriale in caso di atti presupposti aventi carattere normativo o generale va meglio specificata nel codice.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">D'altronde se (talvolta) sbagliano i T.A.R., non vedo come non possano (talvolta) non sbagliare gli avvocati!</span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Massima</span></span></b></div>
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">1.<span class="apple-converted-space"> </span></span></i></b><i><span style="line-height: 150%;">Per pacifica giurisprudenza (formatasi in data anteriore
all’entrata in vigore del C.p.a.), competente a decidere i ricorsi proposti
avverso il giudizio di esclusione dalle prove orali dell'esame per
l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato è il Tribunale
amministrativo regionale nella cui circoscrizione ha sede la Corte di appello
presso cui opera la commissione esaminatrice.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">2</span></i></b><span style="line-height: 150%;"><i>. La circostanza che
sia stata impugnata anche la nota allegata al verbale n. 1 del 11.12.2014 della
Commissione centrale per l’esame di avvocato sessione 2014/2015, non determina
una </i>vis actractiva <i>implicante lo spostamento della competenza dal Tar
territoriale al Tar centrale in quanto, ai sensi del comma 4 bis dell’art. 13
del c.p.a, detta nota, non è ascrivibile al novero degli atti normativi o
generali.</i></span><i><u1:p></u1:p></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="background: white; color: #0b5394; line-height: 150%;">3.</span></i></b><span class="apple-converted-space"><i><span style="background: white; color: #0b5394; line-height: 150%;"> </span></i></span><i><span style="line-height: 150%;">la nota in esame, infatti, certamente non possiede contenuto
normativo ma nemmeno può essere qualificata come un atto generale, in quanto si
limita a dettare indirizzi alle Sottocommissioni, alle quali unicamente è
rivolta, al fine di garantire uniformità di valutazione delle prove di esame su
tutto il territorio nazionale, così da essere piuttosto assimilabile ad un atto
interno, privo anche di valenza procedimentale, mentre l’atto generale ha per
sua pregnante caratteristica il fatto di rivolgersi ad un numero indeterminato
di destinatari;</span><u1:p></u1:p></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="color: #0b5394; line-height: 150%;">4.</span></i></b><span class="apple-converted-space"><i><span style="line-height: 150%;"> </span></i></span><i><span style="line-height: 150%;">A ciò si
aggiunga che l’atto della Commissione centrale lascia impregiudicata, per
pacifica giurisprudenza e per espressa menzione ripresa nell’atto stesso, la
piena autonomia delle Sottocommissioni nell’esame dei candidati loro assegnati.</span></i><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b>
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale
Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Sezione Seconda Ter)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;">ha pronunciato la presente</span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ORDINANZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale
13313 del 2015, proposto da:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">R.F.A., rappresentato e
difeso dall'avv. Angela Ferrara, con domicilio eletto presso Giuseppe Placidi
in Roma, Via Cosseria, 2;<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero della Giustizia; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">del verbale n. 18 del 10/04/2015 della vi
sottocommissione esami avvocato - sessione 2014 - nella parte in cui ha
valutato negativamente le prove scritte del ricorrente (candidato 1682) -
ricorso in riassunzione ex art. 15 cpa Tar Campania, Napoli, sezione ottava
R.G. 4782/2015 (ord. coll. 5140/2015).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore nella camera di consiglio del
giorno 10 dicembre 2015 il cons. Giuseppe Rotondo e uditi per le parti i
difensori come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Rilevato che:</b><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">con ricorso n. RG n. 4782/2015, il
ricorrente impugnava gli atti in epigrafe indicati dinanzi al TAR Campania;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">il predetto TAR, con ordinanza n.
5140/2015, ha ritenuto la propria incompetenza in favore del TAR Lazio;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">il ricorso è stato riassunto dinanzi a
questo Tribunale (R.G. n. 13313/2015);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Considerato che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">parte ricorrente ha ritualmente notificato
all’Avvocatura Generale dello Stato in Roma il ricorso in esame con cui ha
chiesto l’annullamento:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-del verbale n. 18 del 10/4/2015adottato
dalla sottocommissione per gli esami di ammissione alla professione di
avvocato, sessione 2014/2015, presso la Corte d’Appello di Roma, per la parte
in cui reca il giudizio di non idoneità del candidato agli esami di avvocato
(candidato n. 1682 votazione numerica prove scritte 27, 25 e 30), secondo i
risultati pubblicati dalla Corte d’Appello di Napoli;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-del provvedimento che reca l’elenco degli
ammessi alla prova orale, nella parte in cui egli non risulta inserito;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">-del preordinato verbale nell’ambito del
quale sono stati fissati dalla Commissione centrale i criteri puntualmente
recepiti dalla commissione nel verbale di cui sopra;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">questo Tribunale ha in plurime occasioni
affermato che non determina lo spostamento di competenza la circostanza che il
ricorso si rivolga anche nei confronti della nota allegata al verbale n. 1 del
11.12.2014 della Commissione centrale per l’esame di avvocato, sessione 2014,
nella parte in cui prevede i criteri generali di valutazione e il bando di cui
al DM 11.9.2014, denunciando esclusivamente la genericità di tali criteri di
valutazione, in quanto tale atto, con riferimento alla parte impugnata, non ha
natura né forza di atto normativo o generale e quindi la sua impugnazione, ai
sensi dell’art. 13, comma 4-bis, c.p.a. e tenuto conto della natura delle
censure dedotte non provoca lo spostamento attrattivo di competenza
territoriale a carico degli altri atti impugnati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto pertanto di dover sollevare
d’ufficio regolamento di competenza dinanzi al Consiglio di Stato al fine di
vedere affermata, nel caso di specie, la competenza del TAR Campania;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Rilevato che:</b><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in analoghe fattispecie (avente ad oggetto
l’ordinanza T.A.R. del Lazio, Sede di Roma, Sezione II Quater n. 12831/2014) il
Consiglio di Stato si è espresso in sede di regolamento di competenza
condividendo l’orientamento espresso dal TAR Lazio (cfr. ex multis Consiglio di
Stato, Sez. IV, ord. n. 1393/2015 e n. 1392/2015);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto dunque che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per pacifica giurisprudenza (formatasi in
data anteriore all’entrata in vigore del C.p.a.), competente a decidere i
ricorsi proposti avverso il giudizio di esclusione dalle prove orali dell'esame
per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato è il Tribunale
amministrativo regionale nella cui circoscrizione ha sede la Corte di appello
presso cui opera la commissione esaminatrice (cfr. Cons. St. IV^, 19.3.2009,
n.1642; idem 21.1.2009, n.294 e 02.4.2008 n. 1366);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">come affermato dal Consiglio di Stato
nelle ordinanze rese in sede di regolamento di competenza sopra menzionate, anche
alla luce delle sopravvenute norme del c.p.a., non è dubitabile –avuto riguardo
all’interesse azionato- che il “provvedimento da cui deriva l'interesse a
ricorrere” è individuabile nel caso di specie nel verbale relativo alla
valutazione negativa degli elaborati redatti dall’odierna parte impugnante per
l'abilitazione alla professione di avvocato - sessione 2014/2015; e che –avuto
riguardo a detto atto- la competenza a conoscerlo appartiene al Tar nella cui
circoscrizione opera la Commissione esaminatrice, ovvero la Corte d’appello di
Napoli;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">la circostanza che sia stata impugnata
anche la nota allegata al verbale n. 1 del 11.12.2014 della Commissione
centrale per l’esame di avvocato sessione 2014/2015, non determina una vis
actractiva implicante lo spostamento della competenza dal Tar territoriale al
Tar centrale in quanto, ai sensi del richiamato comma 4 bis dell’art. 13 del
c.p.a, detta nota, riguardata del suo concreto contenuto e in relazione ai
motivi proposti, non è ascrivibile al novero degli atti normativi o generali
(v. ord. Tar Lazio, sez. II ter, n. 12598/2015);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">la nota in esame, infatti, certamente non
possiede contenuto normativo ma nemmeno può essere qualificata come un atto
generale, in quanto si limita a dettare indirizzi alle Sottocommissioni, alle
quali unicamente è rivolta, al fine di garantire uniformità di valutazione
delle prove di esame su tutto il territorio nazionale, così da essere piuttosto
assimilabile ad un atto interno, privo anche di valenza procedimentale, mentre
l’atto generale ha per sua pregnante caratteristica il fatto di rivolgersi ad
un numero indeterminato di destinatari;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a ciò si aggiunga che l’atto della
Commissione centrale lascia impregiudicata, per pacifica giurisprudenza e per
espressa menzione ripresa nell’atto stesso, la piena autonomia delle
Sottocommissioni nell’esame dei candidati loro assegnati (cfr. in termini
Tribunale II quater ord. coll. n. 12831/2014);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">a tal proposito non pare dirimente la
circostanza che in passato la giurisprudenza ha affermato che “Il verbale con
il quale, ai sensi dell'art. 1 bis comma 9, l. 18 luglio 2003 n. 180, la
Commissione centrale presso il Ministero della giustizia ha proceduto alla
definizione dei criteri per la valutazione degli elaborati scritti e delle
prove orali dell'esame di avvocato non limita la sua efficacia alla sola
regione di residenza del ricorrente, ma si estende all'intero territorio
nazionale, con la conseguenza che la contestuale impugnazione del predetto
atto, in quanto proveniente da un organo centrale dello Stato e del
provvedimento di esclusione del candidato, implicando una situazione di
inscindibilità processuale, determina la devoluzione al Tar del Lazio con sede
in Roma della competenza a conoscere della intera controversia restando del
tutto irrilevanti, ai fini che qui interessano, la consistenza, il contenuto e
la portata delle censure rivolte contro l'atto generale presupposto” (così
Cons. St., IV^, 11.4.2007 n.1575);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">infatti, la citata giurisprudenza è
antecedente all’entrata in vigore del comma 4 bis dell’art.13 del C.p.a.
(inserito dall’art.1 c.1, lett.”a” del d.lgs n.160 del 2012), che ha sancito
che “la competenza territoriale relativa al provvedimento da cui deriva
l’interesse a ricorrere attrae a sé anche quella relativa agli atti presupposti
dallo stesso provvedimento tranne che si tratti di atti normativi o generali,
per la cui impugnazione restano fermi gli ordinari criteri di attribuzione
della competenza”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per quanto attiene alla istanza cautelare,
rispetto alla quale questo giudice deve comunque pronunciarsi ai sensi
dell’art. 15, comma 6, c.p.a., il Collegio ritiene che non sussista il dedotto
pericolo di danno grave ed irreparabile, stante la ripetibilità dello
svolgimento della prova orale di esame, per la quale non è richiesta la contestualità;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto che sussistano giusti motivi per
disporre la compensazione delle spese della presente fase cautelare;<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio (Sezione Seconda Ter) solleva d’ufficio regolamento di competenza<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Manda alla Segreteria per la trasmissione
della presente ordinanza al Consiglio di Stato e per la comunicazione alle
parti del presente giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Respinge la suindicata istanza cautelare e
compensa le spese della fase cautelare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di consiglio
del giorno 10 dicembre 2015 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Renzo Conti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giuseppe Rotondo, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mariangela Caminiti, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 07/01/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-69148695712167041992016-01-12T00:33:00.002-08:002016-01-12T00:33:24.063-08:00IMMIGRAZIONE & PROCESSO: sulla rilevanza del comportamento delle parti ai fini del decidere (T.A.R. Lazio, Sez. I ter, sentenza 7 gennaio 2016, n. 154). <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGwQiE7eS5_44W71J7L-P2feCJt3dNrzbCsNBsoDBCjcA2uYUXRCEusVoULkhQIpYWotgT8h0gKJ5oQ_8tT-gNAw4vV9YTErLQB0DM6RZyZPh-wfLdHN6aNTh7xJ9lPzmaZwjMhYi97qcg/s1600/stemma-della-repubblica-italiana-timbro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGwQiE7eS5_44W71J7L-P2feCJt3dNrzbCsNBsoDBCjcA2uYUXRCEusVoULkhQIpYWotgT8h0gKJ5oQ_8tT-gNAw4vV9YTErLQB0DM6RZyZPh-wfLdHN6aNTh7xJ9lPzmaZwjMhYi97qcg/s1600/stemma-della-repubblica-italiana-timbro.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">IMMIGRAZIONE & PROCESSO: </span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">sulla rilevanza del comportamento delle parti </span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">ai fini del decidere </span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">(T.A.R. Lazio, Sez. I ter, </span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;">sentenza 7 gennaio 2016, n. 154)</span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Semplicemente una bella pagina di processo amministrativo.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Garbata, logica ed efficace, giusta.</span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Sentenza per esteso</b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>INTESTAZIONE </b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Sezione Seconda Quater)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale 2825
del 2011, proposto da: Ata Ul Mohsin Malik, rappresentato e difeso dagli avv.ti
Micaela Grandi e Renato Caruso, con domicilio eletto presso Renato Caruso in
Roma, Via C. Colombo, 436; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero dell'Interno, in persona del
legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura
Generale dello Stato; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">del provvedimento di rigetto della
richiesta di concessione della cittadinanza italiana.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visto l'atto di costituzione in giudizio
del Ministero dell'Interno;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa, incluse
le Ordinanze istruttorie n.8205/2014 del 25.7.2014, n.12184/2014 del
03.12.2014, n.9976/2015 del 21.7.2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno
26 novembre 2015 il Consigliere Pietro Morabito e uditi per le parti i
difensori come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I)- Espone in fatto il cittadino
extracomunitario ricorrente che l’istanza, da esso prodotta ai sensi dell’art.
9 c.1 lett. f), della legge n.91 del 1992 per conseguire la cittadinanza
italiana, è stata respinta traendone argomento dall’emersione istruttoria di
elementi attinenti la sicurezza della Repubblica tali da non renderne opportuna
la concessione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Detta reiezione è stata gravata, con
l’atto introduttivo dell’odierno giudizio, deducendo che la struttura del
provvedimento impugnato fa leva esclusivamente sull’affermazione che
dall'attività informativa esperita sono emersi elementi riguardanti la
sicurezza della Repubblica tali da non rendere opportuna la concessione della
cittadinanza italiana; sicchè difetta la sua componente motivazionale non
risultando capace l’opposto diniego di individuare e comprendere quali siano i
concreti addebiti ostativi che si pongono in contrasto con le condizioni di
incensuratezza, persistente e continuativa permanenza nel territorio italiano
dal 1996, svolgimento di attività lavorativa e mantenimento del nucleo
familiare composto da coniuge e quattro figli, due dei quali nati in Italia; il
tutto con accessiva censura di inadeguata istruttoria, essendosi appunto omessa
ogni considerazione sull'ormai radicato inserimento nella società italiana in
seno alla quale il ricorrente vive con la propria famiglia, svolge - come
anzidetto - regolare attività lavorativa, frequenta abitualmente persone
italiane ed è incensurato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’intimata Amministrazione, costituitasi
in giudizio per il tramite del Pubblico Patrocinio, ha depositato nota contro
deduttiva ivi sostenendo l’infondatezza delle doglianze prospettate nel gravame
avversario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sussistendo in diritto la manifesta ed
evidente opportunità di acquisire la documentazione istruttoria sulla cui base
è stato adottato l’avversato provvedimento, la Sezione si è conseguentemente
regolata in sintonia con una prassi processuale radicata da decenni proprio con
riguardo ai provvedimenti che collegano il diniego della naturalizzazione a
motivi di sicurezza della Repubblica. A tal riguardo, difatti, la
giurisprudenza del G.a. ha costantemente affermato che il relativo obbligo di
motivazione si conforma alla natura del provvedimento e non si può configurare
nella materia de qua nei termini di cui all’art.3 L. n.241 del 1990 non essendo
sempre possibile rendere note, per ragioni di riservatezza e sicurezza, le
risultanze dell'istruttoria; ulteriormente precisando che non può ritenersi che
in questo modo venga violato il diritto di difesa dell'interessato, in quanto
l'esercizio dei diritti di difesa e garanzia di un processo equo restano
soddisfatti dall'ostensione in giudizio delle informative stesse con le cautele
previste per la tutela dei documenti classificati (cfr. Cons. Stato III Sez.,
n. 6161 del 17.12.2014; Sez. VI 2/3/09 n. 1173; 4/12/09 n. 7637). Si è quindi
adottata una prima Ordinanza istruttoria volta all’acquisizione della citata
documentazione “con le cautele ritenute necessarie dalla stessa amministrazione
procedente in ragione della natura riservata, vale a dire tutti gli stralci ed
omissis ritenuti opportuni al fine di non disvelare notizie riservate e non
pregiudicare eventuale attività di intelligence, ovvero con la produzione di
una relazione o rapporto sintetico che riassuma gli elementi rilevanti
dell’istruttoria senza rivelare le fonti informative”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tale decisione, notificata tardivamente
alla p.a., è stata reiterata con successiva Ordinanza n. n.12184/2014 del
03.12.2014 cui il Ministero dell’Interno ha replicato con nota del 23.2.2015
comunicando di non potere adempiere a tale incombente istruttorio, in quanto,
“pur avendo inoltrato formale richiesta di autorizzazione alla esibizione in
giudizio degli elementi emersi da documentazione classificata posti a base del
provvedimento impugnato, tali elementi sono stati ritenuti non ostensibili
dall’organismo che li ha originati”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Una tal replica, che ha segnato una
radicale inversione di rotta rispetto all’atteggiamento collaborativo
ordinariamente prestato dall’Amministrazione per tutti gli affari di analoga
natura, ha indotto la Sezione a ritenere plausibile che fosse dovuta alla
inusuale e straordinaria delicatezza dei dati in questione; e dunque ad una
(pur ignota) circostanza specifica che imponeva di ricercare ogni cautela
consentita dall’Ordinamento nell’assumere la decisione conclusiva del presente
grado del giudizio al fine di non porre in pericolo la sicurezza nazionale,
tenuto conto dei valori espressi dagli articoli 24 e 113 della Costituzione, e
valutata la serietà delle deduzioni dell’Amministrazione sulle esigenze della
sicurezza nazionale. Si è dunque ritenuto di poter prescrivere le modalità
ostensive praticate dal massimo G.A. (cfr. Cons. St., n. 1029/2011) in
contenzioso significativamente assimilabile a quello oggetto del corrente
scrutinio; e così con l’ultima delle Ordinanze istruttorie menzionate in
epigrafe si è, testualmente, disposto “che l’Amministrazione trasmetta copia
dei medesimi atti in busta sigillata, e con tutte le ulteriori cautele che
riterrà opportune, se del caso con la indicazione degli omissis delle parti
degli atti non strettamente rilevanti e anche con riferimento alle fonti di
informazione, ovvero trasmetterà una relazione, da cui si evincano le
specifiche ragioni che possano indurre a ritenere ragionevole la sua
determinazione di non trasmettere i medesimi atti; che a seguito della
acquisizione della relativa documentazione da parte del Segretario della
Sezione, in ogni caso, il relativo esame potrà aver luogo esclusivamente da
parte del Collegio designato per la definizione del giudizio, che con la
collaborazione del medesimo Segretario - anche in data anteriore o successiva a
quella dell’udienza - potrà aprire la busta sigillata e, di conseguenza,
riporre i sigilli. Che subito dopo tali operazioni, e anche nelle more della
pubblicazione della sentenza definitiva, il Segretario della Sezione concorderà
con i responsabili dell’Amministrazione appellante la più celere restituzione
del plico sigillato”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le aspettative della Sezione - che pur
riteneva giustificabile dall’eccezionalità del caso la produzione di una
Relazione (non riassuntiva degli elementi rilevanti dell’istruttoria svolta in
sede amministrativa, ma) quantomeno esplicativa delle “<i>specifiche ragioni
che possano indurre a ritenere ragionevole la sua determinazione di non
trasmettere i medesimi atti</i>”- sono state disattese avendo la Direzione
Centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze del Ministero
partecipato, con nota datata 18.11.2015, che l’Organismo che ha acquisito gli
elementi informativi attinenti la sicurezza della Repubblica si è ancora una
volta opposto al loro deposito in giudizio per, allo stato non più
comprensibili, “<i>esigenze di riservatezza connesse col patrimonio informativo
dell’Organismo stesso</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Orbene, l’atteggiamento di chiusura di
detto Organismo:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- urta con la giurisprudenza, ripetesi
pacifica, omogenea e radicata, del Consiglio di Stato secondo la quale in
presenza della classifica di riservatezza sugli atti istruttori preordinati
all’adozione del decreto recante il diniego di concessione della cittadinanza,
correttamente l’Amministrazione omette di indicarne il contenuto, al fine di
non estendere la loro conoscenza a soggetti privi della prescritta abilitazione
rilasciata dall’Autorità preposta alla tutela del segreto di Stato. Tuttavia,
nel rispetto del principio del contraddittorio e, quindi, di parità delle parti
di fronte al giudice (c.d. parità delle armi), la conoscenza del documento deve
essere comunque consentita in corso di giudizio al difensore dello straniero.
In sostanza, in presenza di informative con classifica di “riservato” il
richiamo <i>ob relationem</i> al contenuto delle stesse può
soddisfare le condizioni di adeguatezza della motivazione, mentre l’esercizio
dei diritti di difesa e la garanzia di un processo equo restano soddisfatti
dall’ostensione in giudizio delle informative stesse con le cautele e garanzie
previste per la tutela dei documenti classificati da riservatezza (cfr., <i>ex
plurimis</i>, III, n.130/2015 del 20.1.2015);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- cozza con le risultanze di un articolato
parere reso dalla I sezione del medesimo Consesso, nell’adunanza 16 aprile
2014, n. Affare 01835/2013, che proprio su richiesta del Ministero dell’Interno
ha chiarito che, sulla base dell’interpretazione sia letterale, sia
costituzionalmente orientata delle disposizioni di legge date dall’art. 24
della legge n. 241 del 1990 e dall’art. 42 della legge n. 124 del 2007, si può
ragionevolmente affermare che l’Amministrazione, ferma restando l’autonomia
decisionale correlata all’esercizio della potestà discrezionale, non può negare
in via assoluta l’ostensione della documentazione classificata, prodotta o
comunque detenuta per ragioni inerenti le proprie funzioni istituzionali, né
tantomeno non ottemperare all’ordine del Giudice di rendere disponibile tale
documentazione, laddove l’accesso si renda necessario per difendere interessi
giuridici di chi ne abbia legittimamente titolo;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- è controproducente in quanto
l’accoglimento del gravame - [che costituisce in tale evenienza una soluzione
processualmente obbligata alla luce di un assunto (l’emersione istruttoria di
elementi attinenti la sicurezza della Repubblica tali da non renderne opportuna
la concessione) rivelatosi, di fatto, privo del minimo supporto e, dunque,
apodittico] - e l’effetto conformativo dallo stesso rinveniente, non consentono
all’amministrazione (che rimane tenuta a definire l’istanza del ricorrente
vittorioso e dunque a rinnovare il potere già esercitato) di denegare la
concessione invocata sulla base di un <i>iter</i> motivazionale che
il Giudice ha reputato illegittimo cassando l’atto che dallo stesso <i>iter</i> traeva
sostegno e supporto. Altrimenti detto, se l’obiettivo avuto di mira
dall’Organismo era quello di precludere la naturalizzazione italiana dello
straniero, il contegno serbato si rivela ben più funzionale al conseguimento
del risultato opposto;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- contrasta, a ben vedere, anche con
l’art. 113 della Costituzione. E difatti se fosse consentito
all’amministrazione addebitare a taluno una data condotta (pur contrastante con
i valori repubblicani) senza poi fornirne, in sede processuale, indizio alcuno
a sostegno della stessa, ci si troverebbe di fronte ad un atto,
sostanzialmente, inoppugnabile (o, il che è lo stesso, nei cui confronti
sarebbe inutile gravarsi); e tanto con chiara violazione della norma
costituzionale sopra richiamata e con la giurisprudenza del Giudice delle Leggi
che da tempo ha affermato che il diritto alla tutela giurisdizionale va
annoverato “<i>tra i principi supremi del nostro ordinamento costituzionale, in
cui è intimamente connesso con lo stesso principio di democrazia l’assicurare a
tutti e sempre, per qualsiasi controversia un giudice e un giudizio</i>” (così,
Corte costituzionale n. 18/1982), ulteriormente escludendo che vincoli
derivanti da valutazioni compiute da organi amministrativi possano condizionare
la libertà di apprezzamento del giudice sul punto centrale della controversia
e, quindi, compromettere la possibilità per le parti di far valere i propri
diritti dinnanzi all’Autorità giudiziaria con i mezzi offerti in generale
dall’ordinamento giuridico (Corte cost. n. 70/1961).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In conclusione il ricorso in epigrafe deve
essere accolto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le spese di lite possono compensarsi tra
le parti in causa; e ciò per la ragione che le stesse dovrebbero gravare - non
sulla Direzione Centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze
del Ministero che si è resa portavoce di quanto sopra, ma - sull’Organismo
sopra citato (e, in ultimo, sul dirigente che tale condotta ha avallato), che
però non è parte in causa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Amministrativo Regionale per
il Lazio (Sezione Seconda Quater), accoglie, per le ragioni rassegnate in parte
motiva, il ricorso in epigrafe e, per l’effetto, annulla il provvedimento con
lo stesso impugnato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Spese compensate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 26 novembre 2015 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Leonardo Pasanisi, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pietro Morabito, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Francesco Arzillo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 07/01/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3,
cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-43373060051772082532016-01-07T08:58:00.000-08:002016-01-07T08:58:18.535-08:00APPALTI: alcune precisazioni su formalismo e sostanzialismo in merito all'idoneità tecnico-professionale (art. 39) ed alla capacità economico-finanziaria del concorrente (art. 41) - [T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II ter, sentenza 4 gennaio 2016, n. 2]<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbxfwvL3AcOzNMTcsFSZGFaTHRSS6axutev1NTlNbHNt7rn08_IxCMtnTCGF8fRcXQn5m80jjpLLRq100M1bwk_X8JZybQ5kyXWteyR-2kVC-sxPaTkJhtPEJjYG_E3EGAmVze4nkZ7D_m/s1600/digitaldemocracy-700x4151-e1374738661254.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbxfwvL3AcOzNMTcsFSZGFaTHRSS6axutev1NTlNbHNt7rn08_IxCMtnTCGF8fRcXQn5m80jjpLLRq100M1bwk_X8JZybQ5kyXWteyR-2kVC-sxPaTkJhtPEJjYG_E3EGAmVze4nkZ7D_m/s400/digitaldemocracy-700x4151-e1374738661254.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>APPALTI: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #990000;">alcune precisazioni </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #990000;">su formalismo e sostanzialismo </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #990000;">in merito all'idoneità tecnico-professionale (art. 39) </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #990000;">ed alla capacità economico-finanziaria </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #990000;">del concorrente (art. 41) </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394;"> [T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II ter, </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: x-large; line-height: 24px;"><span style="color: #0b5394;">sentenza 4 gennaio 2016, n. 2]</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Massima</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #0b5394;">1<i>.</i></span></b><i> Quando il bando di gara richiede, ai fini dell’ammissione alla procedura, il possesso di una determinata qualificazione dell’attività e l’indicazione nel certificato camerale dell’attività stessa, quest’ultima prescrizione va intesa in senso strumentale, ovvero funzionale all’accertamento del possesso effettivo del requisito soggettivo di esperienza e fatturato, che rappresenta il requisito d’interesse sostanziale della Stazione Appaltante.</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">2.</span></b> Una volta dimostrato da parte della concorrente, l’effettivo possesso dei requisiti soggettivi di esperienza e qualificazione richiesti dal bando, l’eventuale imprecisione della descrizione dell’attività risultante dal certificato camerale, pertanto, non è sufficiente a determinarne l’esclusione, a pena di una applicazione meramente formalistica della </i>lex specialis<i> come tale contrastante con il principio di cui all’art. 46, comma 1 </i>bis <i>del D.Lgs. 163/2006.</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #0b5394;">3.</span></b> <i><u>La giurisprudenza è pacifica nel ritenere che, ai sensi dell’art. 41 del D.Lgs. 163/2006 </u>(laddove, sostituendo la precedente locuzione "</i>servizi identici<i>" con il riferimento al "</i>settore oggetto della gara<i>", ha inteso ampliare l'ambito delle tipologie di servizi che possono essere fatti valere ai fini della partecipazione alla gara, all'evidente scopo di evitare il cristallizzarsi di situazioni di oligopolio o monopolio e favorire l'apertura del mercato medesimo attraverso l'ammissione alle gare di tutti i concorrenti per i quali si possa raggiungere un giudizio complessivo di affidabilità), </i><u><i>il fatturato rilevante per la dimostrazione del possesso dei requisiti di esperienza è quello realizzato nel settore oggetto della gara, non potendosi limitare l’analisi ai soli “</i>servizi identici<i>” coincidenti con quelli analiticamente richiamati negli atti della specifica gara.</i></u></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Sentenza per esteso</b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Sezione
Seconda Ter)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha
pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul
ricorso numero di registro generale 11730 del 2015, proposto da:<br />
Società AB Comunicazioni Srl, in persona del legale rappresentante <i>pro
tempore, </i>rappresentata e difesa dagli avv. Serena Cianciullo, Domenico
Dodaro, con domicilio eletto presso Domenico Dodaro in Roma, Via Caccini 1; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero
delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in persona del Ministro <i>pro
tempore, </i>rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale
dello Stato, domiciliata in Roma, Via dei Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Società
Gruppo Cadini Srl in persona del legale rappresentante <i>pro tempore</i>,
non costituita in giudizio; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per
l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">del
decreto di approvazione delle risultanze della valutazione delle offerte
pervenute nell’ambito della procedura aperta in ambito nazionale indetta dal
Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali, Dipartimento delle
Politiche competitive, della Qualità Agroalimentare ippiche e della Pesca,
Direzione Generale per la Promozione della qualità agroalimentare e
dell’ippica, PCAI V, avente ad oggetto l’affidamento dei servizi di ideazione e
realizzazione della creatività per una campagna istituzionale di comunicazione
integrata sull'incentivazione del consumo di latte fresco (CIG 62461365B),
notificato via PEC il 29 luglio 2015;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">dei
verbali della Commissione di gara;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della
comunicazione del 11.8.2015 prot. 56635, avente ad oggetto l’”<i> Aggiudicazione
della gara a procedura aperta del servizio di ideazione e realizzazione della
creatività per una campagna istituzionale di comunicazione integrata
sull’incentivazione del consumo di latte fresco al Grupo Cadini s.r.l.,
Richiesta di esercizio di autotutela”</i>;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della
comunicazione del 22.9.2015 prot. 63113 di riscontro alle osservazioni in
merito all’aggiudicazione della gara (rif. lettera del 16 settembre 2015, prot.
62005).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visto
l'atto di costituzione in giudizio del Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste
le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
gli artt. 74 e 120, co. 10, cod. proc. amm.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore
nell'udienza pubblica del giorno 3 dicembre 2015 il dott. Salvatore Gatto
Costantino e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto
e considerato in fatto e diritto quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ricorre
la società in epigrafe avverso l’aggiudicazione della gara a procedura aperta
per l’affidamento di un servizio di ideazione e realizzazione di una campagna
istituzionale di comunicazione integrata sull’incentivazione del consumo di
latte fresco indetta dal Ministero resistente ed affidata alla società
controinteressata, Gruppo Cadini s.r.l, alla quale prendeva parte,
classificandosi al secondo posto con punti 5,13 di differenza rispetto alla
prima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Deduce
che il disciplinare di gara (art. 7) prevedeva tra le condizioni di partecipazione
alla gara, l’iscrizione alla Camera di Commercio per attività “coincidente” con
quella dell’appalto; ulteriore previsione in tal senso si rinviene a pag. 5 del
Disciplinare, laddove è prescritto che il concorrente produca una dichiarazione
attestante l’iscrizione alla CCIAA per il settore oggetto dell’appalto; e
l’attestazione del possesso di un fatturato globale realizzato negli ultimi tre
esercizi conclusi (2012-2013-2014) non inferiore a tre volte l’importo a base
di gara; infine, nel Disciplinare si prevedeva, ai fini della dimostrazione del
possesso dei requisiti di capacità tecnico – organizzativa, l’allegazione di un
elenco dei principali servizi relativi al settore oggetto del contratto
eseguiti nel triennio precedente la data di pubblicazione del bando di gara e
comunque l’esecuzione di almeno un contratto relativo al settore oggetto della
gara di valore complessivo non inferiore ad una volta e mezza l’importo a base
di gara (euro 205.000,00).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Lamenta
l’insufficienza della comunicazione del Decreto impugnato, avvenuta in data 29
luglio 2015 via PEC, la quale sarebbe priva dei requisiti di cui all’art. 79
comma 2 del Dlgs 163/2006, la cui forma non consentiva di comprendere che si
trattasse dell’informazione circa l’aggiudicazione definitiva; la mancanza in
capo all’aggiudicataria dei requisiti soggettivi di iscrizione alla CCIAA e di
qualificazione dell’aggiudicataria, la quale svolgerebbe solo marginalmente
attività di “comunicazione” essendo di gran lunga prevalente l’esercizio di
consulenza, erogazione di forniture nei settori di opere edili ed arredamento,
come risulterebbe dall’analisi della presentazione del gruppo contenuta nel
portale WEB della concorrente; la mancata considerazione, da parte della S.A.
della diffida inviata dalla ricorrente ai sensi dell’art. 243 bis del Dlgs
163/2006, nella quale venivano comprovate le circostanze impeditive appena
indicate e veniva richiesta la revoca in via di autotutela del provvedimento,
con conseguente aggiudicazione in favore dell’esponente odierna ricorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Espone
ancora, in fatto, che il Ministero inviava la richiesta di documentazione
all’AB, di cui all’art. 48 comma 2 del d.lgs. 163/2006 in data 11 agosto 2015,
con termine perentorio di 10 giorni per provvedere, così confermandosi in capo
alla società il convincimento che la precedente comunicazione afferisse
all’aggiudicazione provvisoria e non a quella definitiva; decorsi trenta giorni
dall’avvenuto scambio di comunicazioni con il Ministero, tenuto conto
dell’ambiguità del Decreto in merito alla natura definitiva o provvisoria
dell’aggiudicazione ivi disposta, il 16 settembre 2015 l’AB riteneva di non
poter più attendere inerte la risposta del Ministero ed inviava una seconda
comunicazione con la quale, oltre a richiedere un chiarimento se il detto
Decreto dovesse essere considerato un provvedimento di aggiudicazione ai fini
del decorso dei termini di impugnazione, insisteva nella richiesta di esercizio
dell’autotutela ed, in via subordinata, chiedeva l’adozione di un provvedimento
di sospensione dell’efficacia del Decreto per il tempo utile a perfezionare le
ricerche ed eventualmente richiedere l’intervento dell’ANAC con un’istanza di
natura pre-contenziosa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
22 settembre (a soli sei giorni dalla scadenza del termine di impugnazione del
Decreto) il Ministero replicava, facendo riferimento ad “disguido tecnico della
posta certificata”, ed affermava che la società aggiudicataria, in qualità di
controinteressata, aveva potuto replicare alle osservazioni di AB solamente il
16 settembre 2015; confermava la natura di provvedimento di aggiudicazione
definitiva del Decreto comunicato a suo tempo, così come sarebbe stato
precisato nella nota dell’11 agosto 2015 prot. 56635 (laddove si riportava che
la richiesta di revoca “<i>non è idonea a costituire situazioni attive in capo
al richiedente direttamente tutelate dalla legge, per il soddisfacimento delle
quali è attivabile la diffida”</i>); e replicava confermando, con motivazione
che sarà riportata oltre, che l’aggiudicataria possedeva la capacità
professionale per lo svolgimento del servizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
23 settembre 2015 la ricorrente chiedeva accesso alle documentazioni prodotte
dalla prima in graduatoria al fine della dimostrazione della capacità
professionale, senza esito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pertanto,
con ricorso passato per la notifica il 28 settembre 2015, la società odierna
ricorrente chiede l’annullamento degli atti impugnati per “<i>violazione e
falsa applicazione dell’art. 7 del disciplinare e dell’art. 39 del dlgs nr.
163/2006, carenza del requisito di idoneità professionale consistente
nell’iscrizione alla CCIAA per attività “coincidente” con quella oggetto
dell’appalto, eccesso di potere per difetto di istruttoria, travisamento,
assenza di motivazione, illogicità</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Conclude
chiedendo l’annullamento degli atti impugnati “<i>con ogni conseguenza di
legge, anche in ordine al risarcimento dei danni ed alle spese di lite</i>”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con
ordinanza nr. 201504594 del 22 ottobre 2015 è stata accolta la domanda
cautelare, nei limiti della sottoscrizione del contratto, ed è stata fissata la
pubblica udienza per la trattazione nel merito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
è costituito il Ministero intimato che resiste al ricorso di cui chiede il
rigetto, evidenziando, in particolare, che in allegato al Decreto comunicato il
29 luglio 2015 via PEC erano allegati tutti i verbali di gara e sussistevano le
indicazioni atte a comprenderne la natura di aggiudicazione definitiva; insiste
nella legittimità dell’aggiudicazione; allega l’avvenuta sottoscrizione del
contratto in data 2 ottobre 2015 (che produce in copia) e deduce che ne è stata
disposta la sospensione dell’esecuzione in attesa della pronuncia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alla
pubblica udienza del 3 dicembre 2015 la causa è stata trattenuta in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>DIRITTO<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A
fondamento dell’odierno ricorso, la società seconda classificata nella gara in
epigrafe, lamenta che la prima in graduatoria (controinteressata ritualmente
intimata e non costituita) non possiede i requisiti di capacità professionale
richiesti e prescritti dalla <i>lex specialis </i>svolgendo attività
di comunicazione pubblicitaria integrata in maniera solo marginale, come
risulterebbe dalla presentazione della stessa società sul proprio sito WEB.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Più
precisamente, dalla documentazione prodotta a tal fine nel presente giudizio,
la ricorrente allega che il Gruppo Cadini si presenta nella pagina “about us”
del proprio sito, come azienda operante nel campo delle consulenze, forniture,
costruzioni, comunicazione <i>fashion & lifestyle</i>; quanto al ramo
“Servizi”, viene presentata esperienza <i>leader</i> nella consulenza
edile in progettazione, <i>project management</i>, <i>project
supervision</i>; la voce “progettazione” include realizzazione di progetti, sia
pubblici che privati, e con requisiti internazionali e può essere
architettonica, ingegneristica, impiantistica (MEP), <i>project management</i>;
la voce “forniture” include distribuzioni di materiale da costruzione, interni
ed impiantistica; quanto alla voce “costruzioni”, i riferimenti sono rivolti a
strade, infrastrutture, edilizia, ingegneria marittima ed ambientale; quanto
alla voce “comunicazione” l’azienda si propone come dotata di un “<i>team
specializzato in comunicazione, in grado di offrire consulenze e progettazione
di campagne mediatiche sia tradizionali che non convenzionali, come viral e
guerrilla marketing”</i>; da ultimo, alla voce “<i>Fashion&Lifestyle</i>”
si rivia a tre sub categorie, “fashion” , “arredamento” e “food”, da cui emerge
che l’azienda ha diversificato ulteriormente la propria attività acquisendo
vari <i>brand </i>nel settore dell’abbigliamento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dalla
visura camerale (prodotta dalla ricorrente sub 14) emerge che l’iscrizione
dell’aggiudicataria alla CCIAA risulta per la seguente attività prevalente: “<i>commercio
all’ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti, materiali da costruzione,
ingrosso di macchine per edilizia ed ingegneria civile, attrezzature trasposto,
materiale elettrico per impianti di uso industriale etc.”</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A
fronte di tali circostanze, debitamente segnalate dalla ricorrente alla S.A.
con la nota del 7 agosto 2015, contenente la diffida ec art. 243 bis del d.lgs
163/2006, la S.A., esperite le proprie verifiche con la controinteressata (come
comunicato con nota dell’11 agosto 2015), ha replicato che il Gruppo Cadini
possiederebbe i requisiti di capacità tecnico-professionale in quanto vanterebbe
“<i>nel settore della pubblicità un portfolio clienti di adeguato livello, che
ha svolto importanti iniziative e progetti di comunicazione legati alla
diffusione del brand della propria linea di abbigliamento, ha ricevuto premi,
anche internazionali, per la comunicazione di campagne pubblicitarie, nonché ha
conseguito esperienze nel ramo della comunicazione pubblicitaria istituzionale.
Di rilievo è la realizzazione della campagna di comunicazione della Presidenza
del Consiglio dei Ministri chiamata “</i>con 1 euro” <i>diretta a far
conoscere la cosiddetta impresa a 1 euro prevista dal decreto liberalizzazioni,
Infine, il Gruppo Cadini sostiene di aver lavorato alla produzione di un film
documentario sul Rap italiano, che sarà presentato al prossimo Festival del
Cinema di Roma, in programma dal 16 al 24 ottobre 2015”</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Osserva
il Collegio che, alla luce di tali risultanze in fatto, che risultano non
smentite da ulteriori documentazioni o allegazioni difensive del Ministero nel
presente giudizio (neppure a seguito dell’ordinanza cautelare di accoglimento,
laddove si è evidenziato esplicitamente che la qualificazione della
controinteressata avrebbe dovuto essere approfondita al merito), il ricorso è
fondato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
è recentemente ritenuto (TAR Lazio, II ter, 5 giugno 2015, n. 7936) che, quando
il bando di gara richiede, ai fini dell’ammissione alla procedura, il possesso
di una determinata qualificazione dell’attività e l’indicazione nel certificato
camerale dell’attività stessa, quest’ultima prescrizione va intesa in senso
strumentale, ovvero funzionale all’accertamento del possesso effettivo del
requisito soggettivo di esperienza e fatturato, che rappresenta il requisito
d’interesse sostanziale della Stazione Appaltante; una volta dimostrato da
parte della concorrente, l’effettivo possesso dei requisiti soggettivi di
esperienza e qualificazione richiesti dal bando, l’eventuale imprecisione della
descrizione dell’attività risultante dal certificato camerale non è sufficiente
a determinarne l’esclusione, a pena di una applicazione meramente formalistica
della lex specialis come tale contrastante con il principio di cui all’art. 46,
comma 1 bis del cod.appalti (in forza del quale è stato affermato che “<i>la
gara deve guardare alla qualità della dichiarazione piuttosto che all'esclusiva
correttezza della sua esternazione</i> “ cfr. TAR Emilia-Romagna, Bologna,
sez. I 20 febbraio 2014 n. 204).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E
non va sottaciuto che la giurisprudenza è pacifica nel ritenere che, ai sensi
dell’art. 41 del Dlgs 163/2006 (laddove, sostituendo la precedente locuzione
"<i>servizi identici</i>" con il riferimento al "<i>settore
oggetto della gara</i>", ha inteso ampliare l'ambito delle tipologie di
servizi che possono essere fatti valere ai fini della partecipazione alla gara,
all'evidente scopo di evitare il cristallizzarsi di situazioni di oligopolio o
monopolio e favorire l'apertura del mercato medesimo attraverso l'ammissione
alle gare di tutti i concorrenti per i quali si possa raggiungere un giudizio
complessivo di affidabilità, cfr. TAR Emilia-Romagna, Bologna, sez. I 20
febbraio 2014 n. 204), il fatturato rilevante per la dimostrazione del possesso
dei requisiti di esperienza è quello realizzato nel settore oggetto della gara,
non potendosi limitare l’analisi ai soli “servizi identici” coincidenti con
quelli analiticamente richiamati negli atti della specifica gara (cfr. da
ultimo, Consiglio di Stato, V, 27 aprile 2015, n. 2098 ; Consiglio di Stato
sez. IV 05 marzo 2015 n. 1122; v. anche TAR Lazio, Roma, I ter, 16 maggio 2015
nr. 7163; TAR. Sicilia, Catania, III , 24 aprile 2015 n. 1200; TAR
Emilia-Romagna, Bologna, sez. I 20 febbraio 2014 n. 204, già richiamata).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nell’odierno
caso all’esame del Collegio, non risultano essere stati comprovati in giudizio
né il possesso dell’iscrizione alla CCIAA per l’attività oggetto del bando, né
il possesso di un’adeguata esperienza nel settore e ciò in presenza di una
motivata e specifica contestazione della seconda in graduatoria: il Ministero
resistente ha invero prodotto la copia degli atti di gara, con specifico
riferimento ai verbali, nonché la copia della corrispondenza intercorsa con
l’odierna ricorrente, ma non ha osteso i documenti che ha ricevuto dalla
controinteressata in sede di comprova dei requisiti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Dunque,
sul punto della qualificazione soggettiva dell’aggiudicataria,
l’Amministrazione si è limitata a riferire circostanze generiche e non
adeguatamente comprovate, già nello svolgimento del procedimento di controllo
all’interno della fase di verifica ai fini della conferma dell’aggiudicazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Risulta
dirimente, pertanto, l’assenza della dimostrazione del primo e principale
requisito di partecipazione alla gara, costituito dall’attestazione
dell’iscrizione alla Camera di Commercio per il settore oggetto dell’appalto di
cui all’art. 7 del disciplinare, con la conseguenza che la gara è stata
aggiudicata in maniera illegittima.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
osserva, a questo punto, che è avvenuta la stipula del contratto in data 1 e 2
ottobre 2015; e dunque prima del decorso di venti giorni dalla notifica del
ricorso introduttivo contenente la domanda cautelare (avvenuta il 28 settembre
2015) ed in assenza di una pronuncia su quest’ultima (la domanda cautelare è
stata accolta infatti con ordinanza nr. 4594 del 26 ottobre 2015 e peraltro
senza che fosse stata resa nota a quella data l’avvenuta stipulazione del
contratto).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tuttavia,
parte ricorrente non ha chiesto di dichiararsi l’inefficacia del contratto, né
si è dichiarata disponibile al subentro, ai sensi degli artt. 120 e ss. del
c.p.a..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In linea
di principio, in presenza di vizi dell’aggiudicazione di una gara, il
conseguimento dell’aggiudicazione e del contratto dev’essere oggetto di una
specifica domanda processuale (vedasi di recente Consiglio di Stato sez. V 25
giugno 2014 n. 3220, secondo cui “<i>il giudice amministrativo, una volta che
abbia annullata l'aggiudicazione definitiva dell'appalto oggetto del
contendere, può ex art. 122 c.p.a. disporre il subentro della ricorrente nel
contratto, ma a condizione che il vizio dell'aggiudicazione non comporti
l'obbligo di rinnovare la gara, la domanda di subentro sia stata proposta e lo
stato di esecuzione del contratto e la tipologia stessa del contratto
consentano tale subentro¸</i> v. anche T.A.R. Catania, sez. IV 12 febbraio
2014 n. 446; Consiglio di Stato sez. IV 02 dicembre 2013 n. 5725), che, in
quanto tale, non può evincersi da formule generiche di rinvio all’annullamento
degli atti conseguenti, come nell’odierno ricorso introduttivo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ciò
va ritenuto anche in relazione alla pronuncia officiosa di cui all’art. 121 del
c.p.a., lett. “d”, che va coordinata con il più generale principio della
domanda di parte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Invero,
la disposizione in parola prevede una fattispecie in presenza della quale la
pronuncia del giudice ha un contenuto necessitato; ma ciò non equivale ad
attribuire al giudice un potere d’ufficio nell’accertare la violazione dello
specifico <i>stand still</i> dell’art. 11, comma 10 ter, del codice
appalti e di conseguenza nello stabilire l’inefficacia del contratto, perché
quest’ultima dichiarazione dipende non solamente dalla violazione del termine,
ma anche da un giudizio circa la sua incidenza sulle possibilità di conseguire
l’appalto, che dunque non può prescindere dalla prospettazione della parte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne
deriva che non potendo essere disposta l’inefficacia del contratto, mancando
una domanda di subentro, e non risultando espletati i riscontri della S.A. sul
possesso dei requisiti della odierna ricorrente ai fini della stipula del
contratto, l’accoglimento dell’odierno gravame può essere disposto nei soli
termini della domanda di annullamento, cui consegue l’obbligo della S.A. di
procedere alla verifica del possesso dei requisiti dichiarati da parte della
odierna ricorrente ai sensi dell’art. 48, comma 2 del D.lgs. 163/2006, già
richiesta con nota dell’11 agosto 2015.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le
spese seguono la soccombenza nei confronti dell’amministrazione e si liquidano
come in dispositivo, mentre sussistono giusti motivi per compensarle nei
riguardi della società controinteressata non costituita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">P.Q.M.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda Ter)
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo
accoglie e per l’effetto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">annulla
i provvedimenti impugnati nella parte d’interesse, con salvezza degli ulteriori
provvedimenti della PA nei sensi e nei limiti di cui in parte motiva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Condanna
l’amministrazione resistente alle spese di giudizio che liquida in euro
2.000,00 (duemila/00), oltre accessori e refusione del contributo unificato;
spese compensate nei confronti della controinteressata non costituita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 3 dicembre 2015 con
l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Renzo
Conti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Maria
Laura Maddalena, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Salvatore
Gatto Costantino, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
04/01/2016<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL
SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-71331835716153781822016-01-05T04:44:00.000-08:002016-01-05T04:44:18.547-08:00"MEMOIRES D'UN JURISTE": l'ipertrofia normativa (italica) come concausa del superamento del principio di legalità formale.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbXwzpE5rAGYT-IOXmnJ-ZADiKm3iXc0C-KCDGAK2FdH_7AKokYhF582CBgt-oK4hjg8zmjnfhqq-r95lP0SzMpwO2C3lDemfLfQ63MU_A8GO9FC0ceTPKaIv_xSBn-6yGJqMcLW1bV6ZA/s1600/Intarsiatore__caos-giallo-e-viola_g.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbXwzpE5rAGYT-IOXmnJ-ZADiKm3iXc0C-KCDGAK2FdH_7AKokYhF582CBgt-oK4hjg8zmjnfhqq-r95lP0SzMpwO2C3lDemfLfQ63MU_A8GO9FC0ceTPKaIv_xSBn-6yGJqMcLW1bV6ZA/s320/Intarsiatore__caos-giallo-e-viola_g.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>"MEMOIRES D'UN JURISTE": </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>l'ipertrofia normativa (italica)</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b> come concausa del superamento </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>del principio di legalità formale</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Brevissima riflessione occasionata dal contenzioso che seguo in materia di <b>giochi e scommesse</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">A me sembra che l'<b>ipertrofia normativa</b> ("leggi su leggi per poterle meglio evadere od eludere" diceva Montanelli a proposito di questo antico male della Penisola)stia producendo un deciso <b>superamento del principio di legalità formale rispetto a quello sostanziale</b>, con esiti paradossali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Mi spiego.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Prendiamo la questione della "<b>ludopatia</b>", normata da plurime fonti legislative, di diverso livello, spesso non coordinate, se non in conflitto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">E così una disciplina è dettata dall'art. 7 co. 10 del c.d. "decreto Balduzzi" del 2012, un'altra dalla Regione presa a riferimento (ad esempio la L.R. Liguria n. 17/2012, o quella la L.R. Puglia n. ), a loro volta originate dall'interpretazione "restrittiva" di ordine pubblico fornita dalla Consulta con la nota sentenza n. 300 del 2011.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Poi vi sono i regolamenti comunali, che o riproducono la disciplina regionale, oppure la ampliano (aumentando le distanze minime, o il numero dei c.d. "luoghi sensibili" come chiese, scuole, ospedali <i>etc.).</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Ebbene qual è l'esito di una tale congerie di norme, dietro cui spesso vi sono divergenti interessi pubblici (il decreto Balduzzi affida all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli l'attuazione; qui l'interesse pubblico non può che essere il gettito erariale e la tutela della concorrenza attraverso il contingentamento e la distribuzione geografica dei centri scommesse; le Regioni tutelano la salute pubblica, ma bisogna anche dire che molte giunte hanno nel proprio programma elettorale la lotta alla ludopatia, un tema socialmente molto sentito, <i>etc.</i>)?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">L'esito immediato è la <b>totale incertezza normativa</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Quello <b>mediato</b> è la ipervalorizzazione, da parte dei giudici amministrativi, del principio di legalità sostanziale, declinato nei termini di "<i>sembra doversi dare prevalenza all'interesse pubblico</i>" (sì, ma quale? quello erariale, quello alla salute, quello alla concorrenza <i>etc.</i>)<i>rispetto a quello privato</i>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Questa la <i>ratio decidendi</i> di molte pronunce cautelari (e non solo).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Ed il <b>paradosso sta in questo</b>: inutile invocare principi di specialità in materia di sanzioni amministrative, o criteri di soluzioni delle antinomie normative (come i manuali di costituzionale insegnano), in quanto l'eccesso di norme corrisponde alla mancanza, per cui a<b>lla violazione di legge si sostituisce l'eccesso di potere</b>, ossia la patologia provvedimentale più legata alla <b>discrezionalità pura</b>, quindi all'arbitrio, delle p.a. come dei giudici che decidono sulla loro azione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Con buona pace del principio di legalità formale come garanzia rispetto ai poteri pubblici e come elemento di razionalizzazione dell'attività amministrativa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i><br /></i></span></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-74041501753378180672015-12-01T09:53:00.000-08:002015-12-01T09:54:15.886-08:00APPALTI & PLENARIE: il definitivo "de profundis" al subappalto necessario (Ad. Plen., sentenza 1 dicembre 2015, n. 11).<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSUWZkoeG8cxkaLfJL7H44wY7fOF7ARWSWJSUD4mL9hlcuW5_noh-KiMEDoJqkf90ERWJSdMDCx0ebXCEdZU5_xEhLJbq0Cf_Ygo1IUtm5XUKDpCC8dcihd9CWmrv6TK4vZ7ekKEXxeTM6/s1600/tattoo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="45" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSUWZkoeG8cxkaLfJL7H44wY7fOF7ARWSWJSUD4mL9hlcuW5_noh-KiMEDoJqkf90ERWJSdMDCx0ebXCEdZU5_xEhLJbq0Cf_Ygo1IUtm5XUKDpCC8dcihd9CWmrv6TK4vZ7ekKEXxeTM6/s400/tattoo1.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>APPALTI & PLENARIE:</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> il definitivo "de profundis" </b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>al subappalto necessario</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> (Ad. Plen., </b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>sentenza 1 dicembre 2015, n. 11)</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Principio di diritto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">1. </span></b>Questa Adunanza plenaria ritiene di dover dare, alla questione circa la sussistenza o meno dell’obbligo di indicazione nominativa del subappaltatore da parte del concorrente a una gara d’appalto il quale, essendo sfornito dei requisiti per l’esecuzione di prestazioni a qualificazione obbligatoria, abbia dichiarato di volerle subappaltare, una risposta conforme a quella fornita con la sentenza nr. 9 del 2 novembre 2015, relativa ad identica questione di diritto esaminata nella medesima udienza.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">2.</span></b> In tale sede, è stato enunciato il principio di diritto secondo cui l’indicazione del nominativo del subappaltatore già in sede di presentazione dell’offerta non è obbligatoria, neanche nell’ipotesi in cui il concorrente non possieda la qualificazione nelle categorie scorporabili previste all’art. 107, co. 2, del d.P.R. n. 207/2010, tanto discendendo da plurime considerazioni di ordine testuale, sistematico e logico.</i></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">in
</span><span style="line-height: 150%;">sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha
pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sul
ricorso in appello nr. 7 del 2015 di A.P., proposto da RITONNARO COSTRUZIONI
S.r.l., in persona del legale rappresentante <i>pro tempore, </i>rappresentata
e difesa dall’avv. Lorenzo Lentini, con domicilio eletto presso l’avv. Alfredo
Placidi in Roma, via Cosseria, 2,<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
la PROVINCIA DI SALERNO, in persona del Presidente <i>pro tempore, </i>non
costituita;<br />
- il MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI, in persona del Ministro <i>pro
tempore,</i> e il PROVVEDITORATO INTERREGIONALE PER LE OPERE PUBBLICHE PER
LA CAMPANIA E IL MOLISE, in persona del legale rappresentante <i>pro
tempore, </i>rappresentati e difesi <i>ope legis</i> dall’Avvocatura
Generale dello Stato, domiciliati presso la stessa in Roma, via dei Portoghesi,
12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
SCHIAVO & C. S.p.a. e R.D.R. S.r.l., in persona dei rispettivi legali
rappresentanti <i>pro tempore, </i>rappresentate e difese dagli
avv.ti Antonio Brancaccio e Alberto La Gloria, con domicilio eletto presso il
primo in Roma, via Taranto, 18,<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">avverso
e per la riforma,<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">previa
sospensione dell’esecuzione,<o:p></o:p></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">della
sentenza del T.A.R. della Campania, Sez. Staccata di Salerno, Sezione Prima, n.
1935/2014, con la quale è stato accolto il ricorso della società Schiavo &
C. S.p.a. contro il decreto del Provveditorato Interregionale per le Opere
Pubbliche per la Campania e il Molise prot. nr. 0016003 del 20 maggio 2014 di
aggiudicazione definitiva dell’appalto per i lavori di “<i>Risanamento
ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno – Comparto
Attuativo n. 4 – Area Fiumariello, Lambro e Mingardo</i>” in favore dell’a.t.i.
Ritonnaro Costruzioni S.r.l. – Degremont S.p.a. e, nel contempo, è stato
respinto il ricorso incidentale dell’odierna appellante contro l’a.t.i. Schiavo
& C. S.p.a. – R.D.R. S.r.l.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
il ricorso in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
gli atti di costituzione in giudizio delle Amministrazioni statali intimate e
delle società Schiavo & C. S.p.a. e R.D.R. S.r.l.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Viste
le memorie prodotte dalla appellante (in date 27 febbraio e 28 settembre 2015),
dall’Amministrazione (in data 21 settembre 2015) e dalle appellate (in date 24
gennaio, 21 febbraio e 21 settembre 2015) a sostegno delle rispettive difese;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vista
la sentenza-ordinanza della Sezione Quinta nr. 3069 del 17 giugno 2015, con la
quale la causa è stata rimessa all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Visti
gli artt. 74 e 120, comma 10, cod. proc. amm.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Relatore,
all’udienza pubblica del giorno 7 ottobre 2015, il Consigliere Raffaele Greco;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Uditi
l’avv. Lentini per la appellante, gli avv.ti Brancaccio e La Gloria per le
appellate e l’avv. dello Stato Vessichelli per l’Amministrazione;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ritenuto
e considerato in fatto e diritto quanto segue.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>FATTO
e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">1.
L’odierna appellante, Ritonnaro Costruzioni S.r.l., ha partecipato, in r.t.i.
con la società Degremont S.p.a., alla gara indetta dal Provveditorato
Interregionale per le Opere Pubbliche per la Campania e il Molise, con bando
del 18 settembre 2013, per l’affidamento della progettazione esecutiva e dei
lavori di “<i>Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della
Provincia di Salerno – Comparto Attuativo n. 4 – Area Fiumariello, Lambro e
Mingardo</i>”, per un importo a base d’asta di € 9.483.789,20.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">2.
All’esito della procedura competitiva, in data 20 maggio 2014 è stata disposta
l’aggiudicazione definitiva in favore dello stesso r.t.i. Ritonnaro Costruzioni
– Degremont.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">3.
Le società Schiavo & C. S.p.a. e R.D.R. S.r.l., a loro volta in r.t.i.,
classificatesi seconde, hanno impugnato il detto decreto di aggiudicazione
definitiva dinanzi alla Sezione di Salerno del T.A.R. della Campania.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">4.
Con la sentenza oggetto dell’odierna impugnazione, il T.A.R. adìto, dopo aver
respinto il ricorso incidentale proposto da Ritonnaro Costruzioni S.r.l., ha
accolto l’impugnativa principale, ritenendo fondata e assorbente la censura
afferente alla mancata indicazione, da parte dell’aggiudicataria, del
nominativo del subappaltatore in relazione alle lavorazioni a qualificazione
obbligatoria (OG7, OG11 e OS23) per le quali la stessa risultava priva di
qualificazione ed aveva dichiarato l’intento – appunto – di subappaltare le
relative prestazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">5.
Con l’appello qui proposto, l’originaria ricorrente ha censurato la sentenza
suindicata sulla scorta dei seguenti motivi in diritto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I) <i>error
in iudicando</i>; violazione di legge (art. 46 del decreto legislativo 12
aprile 2006, nr. 163, e art. 119 del d.P.R. 5 ottobre 2010, nr. 207),
violazione del disciplinare di gara (pag. 9): in relazione alla reiezione del
primo motivo di ricorso incidentale, afferente alla violazione delle clausole
di gara relative alla correzione delle categorie di lavori ed alla necessità di
doppia sottoscrizione sulle stesse;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">II) <i>error
in iudicando</i>; violazione di legge (art. 46 del d.lgs. nr. 163/2006;
indeterminatezza assoluta dell’offerta); violazione del disciplinare di gara
(pagg. 9-10: contenuto busta “D”); eccesso di potere (difetto del presupposto,
difetto di istruttoria, arbitrarietà): in relazione alla reiezione del motivo
di ricorso incidentale afferente alla violazione della prescrizione di gara che
richiedeva ai concorrenti di indicare un unico ribasso percentuale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">III) <i>error
in iudicando</i>; violazione di legge (art. 38 del d.lgs. nr. 163/2006);
violazione del disciplinare di gara (punti 4 e 12): in relazione alla reiezione
del motivo di ricorso incidentale con cui era stata dedotta la violazione delle
clausole di gara relative alle dichiarazioni da rendersi dal progettista;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IV) <i>error
in iudicando</i> in relazione agli artt. 37 e 118 del d.lgs. nr. 163/2006
ed all’art. 92 del d.P.R. nr. 207/2010: in relazione all’erroneità
dell’impostazione che reputa sempre necessario, allorché nell’appalto siano
comprese lavorazioni a qualificazione obbligatoria per le quali il concorrente
risulti sprovvisto dei relativi requisiti, che lo stesso, oltre a dichiarare
espressamente di voler subappaltare dette prestazioni, indichi anche fin dal
momento dell’offerta il nominativo del subappaltatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">6.
Si sono costituite le appellate e ricorrenti in primo grado, società Schiavo
& C. S.p.a. e R.D.R. S.r.l., le quali, oltre a opporsi con diffuse
argomentazioni all’accoglimento dell’appello, hanno riproposto ai sensi
dell’art. 101, comma 2, cod. proc. amm. gli ulteriori motivi di ricorso
articolati in primo grado, rimasti assorbiti nella sentenza impugnata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">7.
Si sono altresì costituite le Amministrazioni statali, associandosi invece
all’appello e instando per il suo accoglimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">8.
Alla camera di consiglio del 27 gennaio 2015, fissata per l’esame dell’istanza
cautelare formulata in una all’appello, questa è stata differita sull’accordo
delle parti, per essere abbinata alla trattazione del merito.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">9.
Le parti appellante e appellata hanno poi affidato a memorie l’ulteriore
svolgimento delle rispettive tesi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">10.
All’esito dell’udienza pubblica del 10 marzo 2015, la Sezione Quinta del
Consiglio di Stato:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
ha, per un verso, definito parzialmente la controversia, respingendo i primi
tre motivi di appello (e, quindi, confermando il giudizio di infondatezza del
ricorso di primo grado);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">-
ha, invece, rimesso all’Adunanza plenaria la questione – decisiva ai fini
dell’esame del quarto motivo d’appello, ed in relazione alla quale sussisteva
contrasto in giurisprudenza – se, in ipotesi di gara d’appalto avente ad
oggetto lavorazioni rientranti nelle categorie c.d. a qualificazione
obbligatoria, il concorrente il quale risulti sprovvisto per esse dei necessari
requisiti di qualificazione sia tenuto sempre (e, dunque, anche qualora sia in
possesso di qualificazione nella categoria prevalente per l’intero importo
dell’appalto) non solo a dichiarare preventivamente l’intento di subappaltare
le dette prestazioni, ai sensi dell’art. 118 del d.lgs. nr. 163/2006, ma anche
a indicare già in sede di offerta i nominativi delle imprese che saranno
subappaltatrici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">11.
Incardinato il giudizio dinanzi all’Adunanza plenaria, le parti hanno
ulteriormente argomentato con memorie a sostegno delle rispettive tesi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">12.
All’udienza del 7 ottobre 2015, la causa è stata trattenuta in decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">13.
Tutto ciò premesso, questa Adunanza plenaria ritiene di dover dare, alla
questione circa la sussistenza o meno dell’obbligo di indicazione nominativa
del subappaltatore da parte del concorrente a una gara d’appalto il quale,
essendo sfornito dei requisiti per l’esecuzione di prestazioni a qualificazione
obbligatoria, abbia dichiarato di volerle subappaltare, una risposta conforme a
quella fornita con la sentenza nr. 9 del 2 novembre 2015, relativa ad identica
questione di diritto esaminata nella medesima udienza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In
tale sede, è stato enunciato il principio di diritto secondo cui l’indicazione
del nominativo del subappaltatore già in sede di presentazione dell’offerta non
è obbligatoria, neanche nell’ipotesi in cui il concorrente non possieda la
qualificazione nelle categorie scorporabili previste all’art. 107, comma 2, del
citato d.P.R. n. 207/2010, tanto discendendo da plurime considerazioni di
ordine testuale, sistematico e logico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">14.
In tal senso va decisa anche la questione sottoposta a questa Adunanza plenaria
nel presente giudizio, con conseguente restituzione della causa alla Sezione V
per l’ulteriore corso (e, segnatamente, per l’esame dei motivi di ricorso di
primo grado ritualmente riproposti dall’originaria ricorrente).<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria), non
definitivamente pronunciando sull’appello, come in epigrafe proposto, formula
il principio di diritto di cui in motivazione e restituisce gli atti alla
Sezione V per ogni ulteriore statuizione in rito, nel merito e sulle spese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 7 ottobre 2015 con l’intervento
dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Riccardo
Virgilio, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pier
Giorgio Lignani, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Stefano
Baccarini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Paolo
Numerico, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Luigi
Maruotti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vito
Poli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Francesco
Caringella, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Maurizio
Meschino, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Carlo
Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nicola
Russo, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Salvatore
Cacace, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Roberto
Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Raffaele
Greco, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
01/12/2015<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="EN-US" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il
Dirigente della Sezione<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-45766944842543244372015-11-21T06:19:00.001-08:002015-11-21T06:19:28.679-08:00CULTURA: Alessandro Manzoni e la discrezionalità/arbitrio in un passo di "Storia della colonna infame".<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjitYlvEGVvVbu2NFw7NTAW1l5LVXXE9r-JClI8GlxevN8UEcSfgLKe-L3J1IV6SZDEmJYRZqA1wioiG0rkf_HvtPe6AHSDpR-Q-Iw7_ZBggi_-q2hUtdYlr-GdJBvsG32Z6-d_vytBetzD/s1600/la-colonna-infame-di-alessandro-manzoni-appunti_3b9c97a13d9c4ef22a609bd4c55a6fcf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjitYlvEGVvVbu2NFw7NTAW1l5LVXXE9r-JClI8GlxevN8UEcSfgLKe-L3J1IV6SZDEmJYRZqA1wioiG0rkf_HvtPe6AHSDpR-Q-Iw7_ZBggi_-q2hUtdYlr-GdJBvsG32Z6-d_vytBetzD/s400/la-colonna-infame-di-alessandro-manzoni-appunti_3b9c97a13d9c4ef22a609bd4c55a6fcf.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b>CULTURA: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #7f6000;">Alessandro Manzoni</span><span style="color: #990000;"> </span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #990000;">e la discrezionalità/arbitrio</span> </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: #0b5394;">in un passo di "</span><span style="color: #7f6000;">Storia della colonna infame</span><span style="color: #0b5394;">"</span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">"Ciò che essi chiamavano arbitrio, era insomma la cosa stessa che, per
iscansar quel vocabolo equivoco e di tristo suono, fu poi chiamata poter
discrezionale: cosa pericolosa, ma inevitabile nell'applicazion delle leggi, e
buone e cattive; e che i savi legislatori cercano, non di togliere, che sarebbe
una chimera, ma di limitare ad alcune e meno essenziali circostanze, e di
restringere anche in quelle più che possono".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #0b5394;">A. MANZONI</span></b>, <b><span style="color: #990000;">Storia della colonna infam</span></b>e (1842)</span></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-62128865513019910592015-11-16T06:49:00.001-08:002015-11-16T06:49:59.629-08:00ADUNANZE PLENARIE & APPALTI: il principio di specialità nel contrasto tra art. 72 del r.d. n. 827/1924 e l'art. 199 co. 2 del d.P.R. n. 207/2010 (Ad. Plen, 13 novembre 2015, n. 10).<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsK2JqxlSt68aRVVXhYWpy65rHzbwhgQc_q58BSx3XWJSi0_U0mEkcx79AVsLnXPQmYdinQp-l-BxgcC3eQ8uw2jrm218i_tk99lK7rw8WcqnJ5qwiYC0uiH8u7Pr_Q1YhhfYi29WL5ret/s1600/10984604_10208073187087392_7172769401799615486_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsK2JqxlSt68aRVVXhYWpy65rHzbwhgQc_q58BSx3XWJSi0_U0mEkcx79AVsLnXPQmYdinQp-l-BxgcC3eQ8uw2jrm218i_tk99lK7rw8WcqnJ5qwiYC0uiH8u7Pr_Q1YhhfYi29WL5ret/s320/10984604_10208073187087392_7172769401799615486_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>ADUNANZE PLENARIE </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>& APPALTI: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>il principio di specialità </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>nel contrasto tra art. 72 del r.d. n. 827/1924 </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>e l'art. 199 co. 2 del d.P.R. n. 207/2010</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> (Ad. Plen, 13 novembre 2015, n. 10)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Massima</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><i><b><span style="color: #0b5394;">1.</span></b> Se
da un lato rimane indubbia la vigenza dell’art. 72 r.d. n. 827 del 1924,
dall’altro lato, la sua compatibilità con l’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del
2010 è giustificata dal diverso ambito applicativo dei due sistemi normativi:
al riguardo il criterio di specialità è utile, ma deve applicarsi con
riferimento alle due fonti normative complessivamente considerate, e non in
rapporto ai soli criteri di risoluzione delle discrasie presenti nelle offerte. </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><i><span style="color: #0b5394;"><b>2.</b> </span>Ne<b style="color: #0b5394;"> </b> deriva che<u> l’organicità, la completezza e la specificità del d.lgs. n.
163 del 2006 (e del relativo Regolamento di esecuzione), </u>destinato a
disciplinare “i contratti delle stazioni appaltanti, degli enti aggiudicatori e
dei soggetti aggiudicatari, aventi ad oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti,
lavori ed opere”,<u> consentono di affermarne la natura derogatoria, nel suo
complesso, rispetto alle disposizioni vigenti del r.d. n. 827 del 1924 che ha
come obiettivo principale l’equilibrio economico-finanziario dello Stato</u>. <b><span style="color: #0b5394;">3.</span></b> Di
conseguenza, il suo ambito applicativo può essere validamente circoscritto alle
ipotesi, non ricomprese nell’alveo della disciplina del Codice dei contratti,
in cui si renda necessario valorizzare l’interesse economico dello Stato.</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><i><b><span style="color: #0b5394;">3.</span></b> Da
ciò, può desumersi che il vantaggio per l’Amministrazione assurge a criterio
dirimente in caso di contrasto fra offerta espressa in lettere ed offerta
espressa in cifre, laddove occorra massimizzare gli introiti per l’Erario,
mentre gli interessi degli operatori economici sono posti in un secondo piano. </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><i><b><span style="color: #0b5394;">4.</span></b> In ultima analisi, <u>il criterio di cui all’art. 72 r.d. n. 827 del 1924 può
ritenersi validamente operante, come è stato correttamente evidenziato, nelle
ipotesi di procedure ad evidenza pubblica aventi ad oggetto la stipula di
contratti passivi, come la vendita o la locazione di beni</u>.</i></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">in
sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 1cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha
pronunciato la presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul
ricorso numero di registro generale 5 di A.P. del 2015, proposto da:<br />
Peloritana Appalti S.r.l., in persona del legale rappresentante p.t.,
rappresentata e difesa dall'avv. Giuseppe Saitta, con domicilio eletto presso
Segreteria Sezionale Cds in Roma, piazza Capo di Ferro, 13; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti, in persona del Ministro p.t., -
Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Sicilia-Calabria,
rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato,
domiciliata in Roma, Via dei Portoghesi, 12; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">nei
confronti di<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nuova
Edil di Rizzo Giuseppe, in persona del legale rappresentante p.t.,
rappresentata e difesa dall'avv. Francesco Stallone, con domicilio eletto
presso Segreteria Sezionale Cds in Roma, piazza Capo di Ferro, 13; <o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per
la riforma<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della
sentenza del T.A.R. SICILIA - PALERMO: SEZIONE I n. 02454/2014, resa tra le
parti, concernente lavori di messa in sicurezza palazzo di giustizia di Palermo
–<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">rimessione
all'Adunanza Plenaria con ordinanza collegiale n. 390/2015 del Consiglio di
Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
il ricorso in appello e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
gli atti di costituzione in giudizio di Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti - Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche
Sicilia-Calabria e di Nuova Edil di Rizzo Giuseppe;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste
le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti
tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore
nell'udienza pubblica del giorno 7 ottobre 2015 il Cons. Nicola Russo e uditi
per le parti gli avvocati Dentici per delega di Saitta, e l’avvocato dello
Stato Figliolia.;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto
e considerato in fatto e diritto quanto segue.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Provveditorato Interregionale
per le Opere Pubbliche Sicilia e Calabria, in data 6 dicembre 2013, pubblicava
un bando avente ad oggetto una procedura aperta per l’affidamento dei lavori di
messa in sicurezza e per il risanamento ed il consolidamento strutturale dei
locali del piano cantinato in corrispondenza della rampa di accesso
all’ingresso principale del Palazzo di Giustizia di Palermo. Il criterio di
aggiudicazione dei lavori, ai sensi del punto 20 del bando, era quello del
prezzo più basso, determinato mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base
di gara, al netto degli oneri di sicurezza, con le modalità di cui all’art. 86
comma 1 e art. 122 comma 9 del d.lgs n. 163 del 2006 come previsto dall’art.
253 comma 20-<i>bis</i> dello stesso d.lgs..<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
commissione aggiudicatrice, in virtù di quanto stabilito nel disciplinare di
gara, prendeva in considerazione, per le offerte presentate da ogni singolo
concorrente, soltanto le prime tre cifre decimali successive alla virgola e, al
fine di dirimere le discrasie tra le offerte espresse in cifre e quelle in
lettere, dava prevalenza a queste ultime, “in conformità a quanto previsto dal
Regolamento”, come affermato nel verbale della commissione del 27 dicembre 2013.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
Peloritana Appalti s.r.l. partecipava alla gara presentando, sull’importo a
base d’asta, un ribasso percentuale del “32,1288 % diconsi
trentaduevirgolamilleduecentoventotto”, con una formula che palesava una
discordanza tra l’offerta espressa in cifre e quella in lettere: pertanto, in
applicazione dei richiamati criteri di risoluzione delle discrasie e
parallelamente a quanto effettuato anche nei confronti di altre quattro
concorrenti, la commissione considerava valida, fra quelle contrastanti, l’offerta
della ditta Peloritana che esprimeva di un minor ribasso percentuale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">All’esito
della procedura, la Nuova Edil di Rizzo Giuseppe risultava aggiudicataria,
dapprima, provvisoriamente ed, in seguito, come risultante dal provvedimento n.
6577 del 28 marzo 2014, in via definitiva, in virtù di una proposta di ribasso
dal prezzo posto a base d’asta pari al 32,1287 %.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
ditta Peloritana Appalti s.r.l. con un unico motivo, presentava ricorso (r.g.
n. 1353 del 2014) al T.A.R. per la Sicilia, sede di Palermo, lamentando
l’omessa applicazione dell’art. 72 r.d. n. 827 del 1924, quale criterio utile a
dirimere il contrasto fra le offerte in lettere e quelle in cifre. Secondo la
ricorrente, infatti, la commissione avrebbe dato prevalenza alle offerte
espresse in lettere in applicazione dell’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del
2010 il quale, tuttavia, si riferirebbe a fattispecie differenti -
aggiudicazione al prezzo più basso determinato mediante offerta a prezzi
unitari - rispetto a quella in esame. La disposizione contenuta nell’art. 72
r.d. n. 827 del 1924, invece, attribuendo priorità, in caso di contrasto,
all’offerta maggiormente vantaggiosa per l’Amministrazione, avrebbe consentito
alla commissione di ritenere valida l’offerta espressa in cifre. Da ciò, ed in
base alle previsioni contenute nel disciplinare di gara, sarebbe scaturita la
necessità di un sorteggio, al fine di determinare l’aggiudicatario
dell’appalto: in effetti, il ribasso percentuale espresso in cifre della ditta
Peloritana Appalti s.r.l. equivaleva a quello proposto dalla Nuova Edil di
Rizzo Giuseppe (32,128 %).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
T.A.R. per la Sicilia respingeva il ricorso con la sentenza n. 2454 del 17
ottobre 2014, affermando la validità della procedura seguita dalla commissione,
stante l’applicabilità al caso di specie dell’art. 119 coma 2 d.P.R. n. 207 del
2010. Secondo il T.A.R., se, per un verso, non può assumersi l’intervenuta
abrogazione dell’art. 72 r.d. n. 827 del 1924, per altro verso, quest’ultimo
concernerebbe esclusivamente i c.d. contratti passivi, quelli, cioè volti alla
vendita o locazione di beni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Avverso
la citata sentenza, la Peloritana Appalti s.r.l. proponeva appello (r.g. n.
932/2014) dinanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione
Siciliana sostenendo l’erroneità dei principi espressi nella decisione di primo
grado. Al riguardo, veniva nuovamente censurata l’inconferenza della norma
applicata dalla commissione aggiudicatrice al fine di superare le discrasie
presenti nelle offerte presentate dai concorrenti, nonché la rilevanza, nel
caso in esame, dell’art. 72 r.d. n. 827 del 1924.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
costituiva in giudizio il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti -
Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Sicilia e Calabria che,
per il tramite dell’Avvocatura Erariale, chiedeva il rigetto del gravame e la
contestuale conferma della sentenza di primo grado.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con
ordinanza n. 390 dell’11 maggio 2015, il Consiglio di Giustizia Amministrativa
per la Regione Siciliana riteneva opportuno deferire la questione a questa
Adunanza, a causa del contesto normativo e giurisprudenziale connotato da
alcune perplessità ed avuto riguardo al significativo rilievo pratico della
questione controversa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Secondo
il C.G.A.R.S., infatti, risulta problematico stabilire con certezza il dato
normativo da applicare nel caso di specie. Da un lato, l’art. 72 r.d. n. 827
del 1924, della cui vigenza non può dubitarsi, potrebbe ritenersi applicabile
al caso di specie, stante la sua mancata inclusione tra le disposizioni
espressamente abrogate in seguito all’entrata in vigore del d.l.gs n. 163 del
2006 e del relativo regolamento di attuazione, ai sensi dell’art. 256 del
decreto stesso. Inoltre, l’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010 non avrebbe
valore di novità, poiché la disposizione in esso contenuta riproduce il
medesimo contenuto dell’art. 5 l. n. 14 del 1973, confluito successivamente
nell’art. 90 del d.P.R. n. 554 del 1999.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Da
un diverso punto di vista, invece, l’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010
viene considerato come una norma di chiusura dell’ordinamento, idonea a
prevenire eventuali contestazioni circa l’effettiva volontà dei privati ed a
risolvere le discordanze tra le diverse componenti dell’offerta nel rispetto
dei principi di certezza e trasparenza delle operazioni di affidamento degli
appalti di lavori pubblici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
è costituita in giudizio la Peloritana Appalti s.r.l., la quale ha evidenziato
che i precedenti giurisprudenziali, richiamati nella ordinanza di rimessione
dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, dai quali potrebbe desumersi l’applicabilità
dell’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010, non affronterebbero in nessun
caso il contrasto con l’art. 72 r.d. n. 827 del 1924. Parimenti irrilevante
risulterebbe il riferimento effettuato dal Consiglio di Giustizia, alla
disciplina prevista per gli assegni e le cambiali, stante la diversità
strutturale e funzionale della disciplina dei titoli di credito rispetto a
quella prevista per i contratti pubblici. Inoltre, secondo la ditta Peloritana,
l’applicazione alla fattispecie <i>de qua</i> dell’art. 72 r.d. n.
827 del 1924 potrebbe ricavarsi dal dato testuale contenuto nell’art. 119
d.P.R. n. 207 del 2010, il quale si riferisce espressamente soltanto alle
offerte a prezzi unitari: la procedura in esame, invece, prevede
l’aggiudicazione con il criterio del ribasso sull’elenco prezzi. Anche da un
punto di vista sistematico l’art. 72 r.d. n. 827 del 1924 risulterebbe
validamente applicabile, in quanto inserito in una sezione dell’atto normativo
indirizzata a disciplinare, tra l’altro, appalti di lavori e forniture. In
definitiva, la ditta Peloritana Appalti s.r.l. ritiene che, in caso di ritenuta
prevalenza del criterio desumibile dall’art. 119 coma 2 d.P.R. n. 207 del 2010,
l’art. 72 r.d. n. 827 del 1924 sarebbe oggetto di una <i>interpretatio
abrogans</i> incompatibile con la sua natura di criterio di carattere
generale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Si
è costituito in giudizio il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti -
Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Sicilia e Calabria, secondo cui
la gara oggetto del presente contenzioso, in quanto appalto sottosoglia,
rientrerebbe nell’ambito applicativo del d.lgs. n. 163 del 2006 e del relativo
Regolamento di esecuzione. Tale<i>corpus</i> normativo rivestirebbe un
ruolo prevalente, nell’ambito della disciplina sui contratti pubblici, rispetto
a quanto previsto per la medesima materia dal r.d. n. 827 del 1924, in virtù
della sua maggiore organicità e completezza. A tale conclusione si potrebbe
giungere considerando, altresì, i criteri ispiratori dei diversi tessuti
normativi: nel caso del r.d. n. 827 del 1924, infatti, la <i>ratio</i> di
fondo sarebbe quella di valorizzare principalmente l’interesse
economico-finanziario dell’Amministrazione; differentemente, il d.lgs. n. 163
del 2006, sarebbe precipuamente destinato alla tutela della concorrenza e della <i>par
condicio</i> fra gli operatori economici. Da ultimo, l’Avvocatura Erariale
ritiene inapplicabile al caso di specie l’art. 72 r.d. n. 827 del 1924, poiché
andrebbe ad incidere in modo irrimediabile sul meccanismo di automatica
esclusione delle offerte anomale ed, in definitiva, sugli effettivi vantaggi
per l’Amministrazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">All’udienza
pubblica del 7 ottobre 2015 la causa è stata chiamata e, sentiti i difensori
delle parti, trattenuta per la decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.
La questione sottoposta all’esame di questa Adunanza Plenaria concerne l’esatta
individuazione del criterio utile a dirimere le incertezze derivanti
dall’emersione di discordanze fra le offerte espresse in lettere e quelle
espresse in cifre, in sede di esame delle offerte presentate dagli operatori
partecipanti ad una gara finalizzata all’affidamento di un contratto pubblico
di lavori, servizi o forniture.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
problematica sorge in conseguenza dell’eventuale sovrapposizione della
disciplina contenuta, da un lato, nell’art. 72 r.d. n. 827 del 1924 e,
dall’altro lato, nell’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La
prima delle disposizioni citate sancisce che “quando in una offerta all’asta vi
sia discordanza fra il prezzo indicato in lettere e quello indicato in cifre, è
valida l’indicazione più vantaggiosa per l’amministrazione”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Diversamente,
l’art. 119 d.P.R. n. 207 del 2010 prevede al comma 2 che “il prezzo complessivo
offerto, rappresentato dalla somma di tali prodotti, è indicato dal concorrente
in calce al modulo stesso, unitamente al conseguente ribasso percentuale
rispetto al prezzo complessivo posto a base di gara. Il prezzo complessivo ed
il ribasso sono indicati in cifre ed in lettere. In caso di discordanza prevale
il ribasso percentuale indicato in lettere”. Al comma 3 dello stesso art. 119,
si ribadisce che “nel caso di discordanza dei prezzi unitari offerti prevale il
prezzo indicato in lettere”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
conflitto tra le disposizioni, dunque, potrebbe sorgere qualora, come nel caso
di specie, l’operatore economico proponesse un’offerta in lettere discordante
rispetto all’offerta in cifre e quest’ultima fosse maggiormente vantaggiosa per
l’Amministrazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.1
Ciò posto, ed in via preliminare rispetto all’esame delle specifica questione
sottoposta al vaglio di questa Adunanza, va affermata l’attualità del
potenziale conflitto fra le disposizioni, stante la indubbia vigenza dell’art.
72 r.d. n. 827 del 1924.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In
effetti, non è dato rilevare alcun motivo idoneo a revocare in dubbio tale
assunto: l’art. 256 del d.lgs. n. 163 del 2006, nell’elencare le disposizioni
abrogate in seguito all’entrata in vigore del Codice dei contratti, non cita
espressamente l’art. 72 r.d. n. 827 del 1924. Tale ultima disposizione, in
applicazione dei principi regolatori della successione tra norme, dunque, non
può essere oggetto di una interpretazione abrogante, come correttamente
evidenziato nell’ordinanza di rimessione e dalla giurisprudenza in essa
richiamata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1.2
Il secondo presupposto da cui il Collegio ritiene di dover prendere le mosse,
riguarda l’ammissibilità nonché l’esatta delimitazione dell’ambito applicativo
del principio di correzione delle offerte eseguito dalla commissione
aggiudicatrice in sede di esame delle stesse. A ben vedere, per un verso, è
pacificamente consentito il superamento di un contrasto fra la proposta
espressa in cifre e quella espressa in lettere, in caso di errore materiale
facilmente riconoscibile: al ricorrere di tale circostanza, infatti, il
consolidato indirizzo giurisprudenziale di questo Consiglio consente di
attribuire rilievo agli elementi “diretti ed univoci” tali da configurare un
errore meramente materiale o di scritturazione, permettendo alla commissione
aggiudicatrice di emendarlo, tramite la priorità conferita all’effettivo valore
dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Diverso
è il caso in cui, come espresso nell’ordinanza di rimessione, “la discordanza
sia tutt’altro che macroscopica ed anzi obiettivamente marginale, di talché non
è dato a priori riconoscere con sicurezza quale delle due diverse indicazioni
sia frutto di errore”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In
effetti, nelle procedure ad evidenza pubblica, finalizzate alla stipulazione di
un contratto, la commissione aggiudicatrice non può, a causa di dichiarazioni
correttive dell’offerente o in esecuzione di un’indagine volta a delineare la
reale volontà dello stesso, manipolare, modificare o adattare l’offerta in
assenza di disposizioni in tal senso dirette, contenute nella <i>lex
specialis</i>: diversamente, verrebbe leso il principio di <i>par condicio</i> fra
i concorrenti, nonché quello di affidamento da essi riposto nelle regole di gara
e nella predisposizione delle rispettive offerte economiche. Queste ragioni
hanno condotto la giurisprudenza di questo Consiglio di Stato (cfr. <i>ex
multis</i> Sez. III, sent. 17 luglio 2012 n. 4176; id. 26 marzo 2012 n.
1699) ad affermare il principio secondo cui non può consentirsi alle
commissioni aggiudicatrici la modifica di una delle componenti dell’offerta
sostituendosi, anche solo parzialmente, alla volontà dell’offerente e
interpretando la sua stessa volontà frutto di scelte insindacabili. La rettifica
dell’offerta, eseguita al fine di ricercare la effettiva volontà
dell’offerente, è ammissibile, in adesione ai principi di conservazione degli
atti giuridici e di massima partecipazione alle gare pubbliche, purché ad essa
si possa pervenire con ragionevole certezza e senza attingere a fonti di
conoscenza estranee all’offerta medesima, né ad inammissibili dichiarazioni
integrative dell’offerente (Cons. di Stato, Sez. III, 28 marzo 2014, n. 1487).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nella
fattispecie oggetto del presente giudizio, il Collegio ritiene che l’azione
correttiva dell’offerta della Peloritana Appalti s.r.l., non abbia avuto come
effetto la sovrapposizione di una opzione meramente soggettiva della
commissione aggiudicatrice, concernente il <i>quantum</i> proposto,
rispetto alla effettiva volontà della ditta concorrente. Tale conclusione è
agevolmente deducibile dalla circostanza per cui la prevalenza attribuita al
ribasso percentuale espresso in lettere, è stata il frutto di una scelta
imparziale ed omogenea della commissione: lo stesso criterio risolutivo delle
discordanze presenti nell’offerta della ditta Peloritana Appalti, infatti, è
stato valorizzato anche nei confronti di altre quattro imprese concorrenti, in
presenza delle medesime discrepanze interne tra l’offerta espressa in cifre e quella
espressa in lettere. Questo strumento di risoluzione delle discrasie, in
definitiva, è stato utilizzato in esecuzione dei fondamentali principi della
massima partecipazione alle gare ed a quello della <i>par condicio</i> fra
concorrenti, senza invadere il campo di un’inammissibile ricerca della volontà
soggettiva dell’impresa concorrente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2.
Dopo aver delimitato la portata dei principi che vengono in rilievo nel caso di
specie, occorre ripercorrere le argomentazioni poste a fondamento delle tesi
rispettivamente sostenute dalle parti in causa e accuratamente compendiate
nell’ordinanza di rimessione della questione dinanzi a questa Adunanza
Plenaria, al fine di individuare la normativa utilmente applicabile al caso di
specie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3.
Come già esposto, le problematiche sorgono a causa del conflitto nascente
dall’incompatibilità fra i criteri risolutivi delle discrasie, presenti nelle
offerte dei concorrenti di una determinata gara pubblica, contenuti nell’art.
72 r.d. n. 827 del 1924 e, rispettivamente, nell’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207
del 2010.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.
Secondo la tesi prospettata dall’impresa appellante, e condivisa da una parte
della giurisprudenza, l’art. 72 dovrebbe assurgere a criterio generale utile
alla risoluzione di un conflitto simile a quello integrato nel caso di specie.
In tal senso dovrebbe propendersi per molteplici ragioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.1
Innanzitutto, fra le disposizioni in esame dovrebbe ritenersi sussistente una
relazione di generalità - specialità: infatti, dal tenore letterale delle
disposizioni potrebbe ricavarsi il principio secondo cui, mentre l’art. 72
assurge a norma di carattere generale, espressione di un criterio risolutivo
delle discrasie interne all’offerta da utilizzare in assenza di diversi rimedi,
l’art. 119 comma 2 concernerebbe esclusivamente le fattispecie di ribassi su
prezzi unitari. Questa soluzione ermeneutica deriva dalla inammissibilità di
una <i>interpretatio abrogans</i> dell’art. 72 r.d. n. 827 del 1924:
la norma, in assenza di un’esplicita disposizione diretta in tal senso, non può
ritenersi espunta dall’ordinamento e, pertanto, non può essere svuotata di
significato in virtù della sola esistenza di una disposizione cronologicamente
più recente ma afferente ad una diversa fattispecie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.2
A ben vedere, l’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010, non può nemmeno
considerarsi espressione di un principio innovativo, derivante da originali e
mutate tendenze dell’ordinamento: la disposizione in esso contenuta rappresenta
la riproduzione di quanto già sancito, dapprima, con l’art. 5 della l. n. 14
del 1973 (“norme sui procedimenti di gara negli appalti di opere pubbliche
mediante licitazione privata”), secondo il cui comma 4 “i prezzi unitari sono
indicati in cifre ed in lettere: vale, per il caso di discordanza, il prezzo
indicato in lettere [...]” e, successivamente, con una disposizione identica
all’attuale formulazione, dall’art. 90 commi 2 e 3 del d.P.R. n. 554 del 1999.
Da ciò, parte della giurisprudenza ha ritenuto di poter ricavare una
giustificazione al carattere di norma generale dell’art. 72 r.d. n. 827 del
1924, il cui ambito di applicazione sarebbe escluso nelle sole ipotesi regolate
dall’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010: in effetti, se il criterio di
valorizzazione dell’offerta espressa in lettere fosse elevato a soluzione di
carattere generale, non si comprenderebbe il motivo per cui tale disposizione
non abbia abrogato l’art. 72 r.d. n. 827 del 1924 (cfr. C.G.A.R.S. 4 settembre
2014 n. 511; id. 6 febbraio 2014 n. 54).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4.3
La relazione di specialità che connota le due disposizioni in esame potrebbe
essere dedotta, altresì, dal dato testuale contenuto nell’art. 119 comma 2:
quest’ultimo, in effetti, si riferisce esplicitamente ed in via esclusiva alle
gare indette con il criterio dell’offerta a prezzi unitari. Pertanto, quanto
all’aggiudicazione tramite il criterio del prezzo più basso sull’elenco prezzi
posto a base di gara, dovrebbe prevalere il criterio imposto dall’art. 72 r.d.
n. 827 del 1924. Invero, questa soluzione non può dirsi inficiata dalla
presenza dell’art. 118 del d.P.R. n. 207 del 2010 che, seppur disciplinante la
medesima fattispecie, non prevede un criterio di risoluzione delle discordanze
tra l’offerta espressa in cifre e quella espressa in lettere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.
Il Collegio ritiene che la tesi sopra esposta, seppur suffragata da valide
argomentazioni, tanto sotto il profilo logico-sistematico, quanto da un punto di
vista strettamente giuridico, non possa essere condivisa e, dunque, debba
considerarsi superata dal differente orientamento giurisprudenziale che
considera il criterio enunciato dall’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010
espressione di un principio di portata generale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.1
La valorizzazione dell’offerta maggiormente vantaggiosa per l’Amministrazione
potrebbe creare delle problematiche nell’ambito delle gare in cui vi sia un
meccanismo di esclusione delle offerte anomale. Anche nell’ordinanza di
remissione è stato individuato questo aspetto critico, evidenziando
l’impossibilità di stabilire <i>ex ante</i> quale sia l’offerta più
vantaggiosa per l’Amministrazione: nel contrasto tra offerta espressa in
lettere ed offerta espressa in cifre, quella che in astratto può apparire
maggiormente vantaggiosa, potrebbe condurre, invece, ad una sua esclusione per
anomalia. Va altresì rilevato che le offerte considerate valide nel corso di
una gara, concorrono a determinare il valore medio di quelle presentate dalla
totalità dei concorrenti e, in definitiva, a fissare l’entità delle offerte che
subiranno gli effetti del c.d. “taglio delle ali”. Non meno rilevanti appaiono
i risvolti che l’applicazione di questo criterio risolutivo genererebbe in
relazione al principio di unicità della offerta, di cui all’art. 11 comma 6
d.lgs. n. 163 del 2006: l’errore di scritturazione, qualunque ne sia la causa,
che determina discrasia tra l’offerta espressa in lettere e quella espressa in
cifre, potrebbe condurre l’Amministrazione a valutare la più vantaggiosa tra le
due soltanto in una fase successiva alla individuazione delle offerte degli
altri concorrenti, con conseguente lesione del divieto di offerte plurime e
della <i>par condicio</i> fra i concorrenti, nonché del buon
andamento dell’azione amministrativa (cfr. Cons. Stato, sez. V, 14 settembre
2010, n. 6695).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.2
L’art. 119 comma 2, pur non introducendo una disposizione di carattere
innovativo, risponde ad esigenze del tutto differenti rispetto all’art. 72 r.d.
n. 827 del 1924: la tutela della concorrenza, infatti, costituisce la più
importante <i>ratio</i> ispiratrice dell’intera normativa del settore
dei contratti della Pubblica Amministrazione e, in quest’ottica, anche la
giurisprudenza di settore deve necessariamente orientarsi. La effettiva parità
tra gli operatori economici che partecipano ad una procedura finalizzata
all’affidamento di un appalto, non può considerarsi secondaria rispetto ad
altri e diversi interessi, seppur questi rivestano un’importanza considerevole.
Il legislatore europeo, prima, e nazionale, poi, nel delineare il <i>corpus</i> normativo
afferente alla materia dei contratti, si è orientato nel senso di valorizzare
primariamente la <i>par condicio</i> fra operatori economici, quale
strumento per rendere virtuoso il sistema economico nel suo complesso. Ciò
posto, dunque, il criterio di cui all’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010 è
indubbiamente orientato all’effettiva parità fra coloro che partecipano ad una
gara pubblica, poiché impone alla commissione un comportamento univoco, non
soggetto a interpretazioni virtualmente difformi. Diversamente, l’art. 72 r.d.
n. 827 del 1924 opera con precipuo riferimento all’interesse
economico-finanziario dell’Amministrazione, come dimostra il suo inserimento
all’interno di un sistema normativo finalizzato all’ “amministrazione del
patrimonio” ed alla “contabilità generale dello Stato” e l’intenzione di
addossare sull’operatore il costo dell’errore in sede di compilazione
dell’offerta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.3
Da un punto di vista sistematico, inoltre, nonostante sia vero che l’art. 119
si riferisce esclusivamente alle fattispecie di “aggiudicazione del prezzo più
basso determinato mediante offerta a prezzi unitari”, non può escludersi che il
criterio, in esso previsto, di superamento delle discrasie tra offerte espresse
in lettere ed offerte espresse in cifre, dalle ipotesi in cui l’aggiudicazione
venga definita in virtù del massimo ribasso sull’elenco prezzi o sull’importo
dei lavori. Invero, questa possibilità va considerata pienamente ammissibile,
anche solo comparando il dato testuale ricavabile dalle disposizioni che
disciplinano tali fattispecie: in effetti, l’art. 119, a differenza dell’art.
118, prevede che “il prezzo complessivo ed il ribasso sono indicati in cifre ed
in lettere”; inoltre, il criterio della prevalenza del prezzo indicato in
lettere è affermato sia nel caso di discordanza riscontrata nel prezzo
complessivo o nel ribasso percentuale (comma 2), sia nel caso di incongruenze
presenti nei prezzi unitari (comma3). Da ciò si ricava che il criterio della
valorizzazione del prezzo indicato in lettere risponde ad un’esigenza di
certezza tanto per i concorrenti, quanto per la stazione appaltante (cfr. Cons.
Stato, Sez. III, 1 ottobre 2013 n. 4873; id., Sez. V, 12 settembre 2011, n.
5095). La soluzione offerta dall’art. 119 non è riprodotta nell’art. 118, a
causa dell’assenza di un’espressa richiesta della doppia indicazione, in cifre
ed in lettere, dell’offerta proposta dal concorrente: se si ritenesse, in
ossequio ad un’interpretazione strettamente letterale, che il criterio
risolutivo di cui alla prima disposizione non possa essere applicato alle
fattispecie di cui all’art. 118, parimenti dovrebbe escludersi la validità
della previsione, contenuta in un disciplinare di gara, secondo cui l’offerta
del singolo partecipante debba indicarsi sia in cifre che in lettere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5.4
Altrettanto rilevante, secondo il Collegio, risulta il riferimento alla maggior
ponderazione che richiede la scritturazione dell’offerta in lettere da parte
del concorrente: questa affermazione, lungi dall’essere un’ipotesi astratta e
soggettiva, trova riscontro anche in altri ambiti dell’ordinamento (art. 6 r.d.
n. 1669 del 1933 e art. 9 r.d. n. 1736 del 1933), a dimostrazione della volontà
di attribuire rilievo ad un’esigenza di certezza ed affidamento dei destinatari
dei documenti su cui vengono apposti gli importi in cifre ed in lettere. A ben
vedere, la stessa necessità di indicare anche in lettere un determinato
importo, implica, a monte, la possibilità di errori di scritturazione della
somma in cifre: non risponderebbe ad un criterio di ragionevolezza, ricostruire
l’effettiva volontà dello scrivente in modo differente a seconda della
tipologia dell’ambito in cui ci si trova; la priorità, in tal senso, attribuita
all’indicazione dell’importo trascritto in lettere, consente di porre un
criterio univoco ed imparziale, idoneo a superare ogni tipo di contrasto
esegetico.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6.
In definitiva, se da un lato rimane indubbia la vigenza dell’art. 72 r.d. n.
827 del 1924, dall’altro lato, la sua compatibilità con l’art. 119 comma 2
d.P.R. n. 207 del 2010 è giustificata dal diverso ambito applicativo dei due
sistemi normativi: al riguardo il criterio di specialità è utile, ma deve
applicarsi con riferimento alle due fonti normative complessivamente
considerate, e non in rapporto ai soli criteri di risoluzione delle discrasie
presenti nelle offerte. Da ciò deriva che l’organicità, la completezza e la
specificità del d.lgs. n. 163 del 2006 (e del relativo Regolamento di
esecuzione), destinato a disciplinare “i contratti delle stazioni appaltanti,
degli enti aggiudicatori e dei soggetti aggiudicatari, aventi ad oggetto
l’acquisizione di servizi, prodotti, lavori ed opere”, consentono di affermarne
la natura derogatoria, nel suo complesso, rispetto alle disposizioni vigenti
del r.d. n. 827 del 1924 che ha come obiettivo principale l’equilibrio
economico-finanziario dello Stato. Di conseguenza, il suo ambito applicativo
può essere validamente circoscritto alle ipotesi, non ricomprese nell’alveo
della disciplina del Codice dei contratti, in cui si renda necessario
valorizzare l’interesse economico dello Stato: da ciò, può desumersi che il
vantaggio per l’Amministrazione assurge a criterio dirimente in caso di
contrasto fra offerta espressa in lettere ed offerta espressa in cifre, laddove
occorra massimizzare gli introiti per l’Erario, mentre gli interessi degli
operatori economici sono posti in un secondo piano. In ultima analisi, il
criterio di cui all’art. 72 r.d. n. 827 del 1924 può ritenersi validamente
operante, come è stato correttamente evidenziato, nelle ipotesi di procedure ad
evidenza pubblica aventi ad oggetto la stipula di contratti passivi, come la
vendita o la locazione di beni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">7.
Sulla base delle sopra esposte considerazioni, l’appello della ditta Peloritana
Appalti s.r.l. deve essere respinto. L’unico motivo di appello, con il quale è
stata riproposta, in sede di impugnazione, la censura rivolta a sindacare la
legittimità dell’operato della commissione aggiudicatrice, non può essere
condiviso: infatti, quest’ultima nell’attribuire rilevanza, in presenza di
discordanze, all’offerta espressa in lettere, ha correttamente applicato il
criterio di cui all’art. 119 comma 2 d.P.R. n. 207 del 2010 che può
considerarsi espressione di un principio di carattere generale, da ritenersi
valido anche al di fuori dei casi espressamente richiamati dalla norma. La
stessa commissione, nel verbale di aggiudicazione provvisorio ha fatto espresso
rinvio “a quanto previsto dal Regolamento”, con ciò volendo esprimere il
riferimento ai principi in esso previsti. Secondo il Collegio, in definitiva,
va confermata integralmente la decisione di primo grado, con cui il T.A.R. ha
delineato, in modo del tutto corretto, non soltanto i rispettivi ambiti di
competenza dei due sistemi normativi in questa sede esaminati, ma, altresì, la
legittimità dell’operato della commissione aggiudicatrice.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le
spese del presente grado di giudizio possono essere integralmente compensate
fra le parti, alla luce dei contrasti giurisprudenziali esistenti sulla questione
controversa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>P.Q.M.</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria), definitivamente
pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo respinge e, per
l’effetto, conferma, nei sensi di cui in motivazione, la sentenza impugnata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Spese
compensate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina
che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così
deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 7 ottobre 2015 con
l’intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Riccardo
Virgilio, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pier
Giorgio Lignani, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Stefano
Baccarini, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele
Maria De Lipsis, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Paolo
Numerico, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Luigi
Maruotti, Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Antonino
Anastasi, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vito
Poli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Francesco
Caringella, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Maurizio
Meschino, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Carlo
Deodato, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nicola
Russo, Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Salvatore
Cacace, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberto
Giovagnoli, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Raffaele
Greco, Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="3" style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA
IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
13/11/2015<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art.
89, co. 3, cod. proc. amm.)<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il
Dirigente della Sezione<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-3378358185355805902015-11-14T05:44:00.000-08:002015-11-14T05:44:42.288-08:00PROCESSO & URBANISTICA: i limiti all'ammissibilità del ricorso avverso la deliberazione comunale di variante del PRG (T.R.G.A., Trento, Sez. Unica, sentenza 9 novembre 2015, n. 451). <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-4LmiyHXnETVavQPNy5IkPEfHg4928JXNbU7C24HAnBLBqf7vWhA_xuahHgK6uo47A5uOXGVJ4nsossPXdrYw3O8Y2NePJib3QoQ0cJkoqN6Ab7QUZRbt6mXBDZFi-UU0wuyDLEW1ZxqS/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-4LmiyHXnETVavQPNy5IkPEfHg4928JXNbU7C24HAnBLBqf7vWhA_xuahHgK6uo47A5uOXGVJ4nsossPXdrYw3O8Y2NePJib3QoQ0cJkoqN6Ab7QUZRbt6mXBDZFi-UU0wuyDLEW1ZxqS/s320/images.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>PROCESSO & URBANISTICA: </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>i limiti all'ammissibilità </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>del ricorso avverso la deliberazione comunale </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>di variante del PRG </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>(T.R.G.A., Trento, Sez. Unica,</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b> sentenza 9 novembre 2015, n. 451)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b style="color: #cc0000;">Massima </b><b>(di Massimo Mazzola)</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #0b5394;">1.</span></b> E' ammissibile il ricorso di ogni soggetto interessato avverso la deliberazione di adozione della variante al piano regolatore,</span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"> </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">“trattandosi di un rimedio volto ad estendere la tutela prima che la volontà dell’Amministrazione si consolidi” (cfr. <u>C.d.S., sez. IV, 1.2.1994, n. 92; C.d.S., sez. IV, 27.6.2006, n. 4166; T.A.R. Lombardia, Milano, sez. II, 3.2.2003, n. 192; T.R.G.A. Trento, 16.12.2008, n. 319</u>).</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">2.</span></b> Ad eccezione dei casi in cui si denuncino prescrizioni che incidono direttamente sui suoli di proprietà, tuttavia, per l’impugnazione delle restanti disposizioni contenute nel piano regolatore generale, o in una sua variante, quali quelle concernenti l’utilizzo dell’istituto della perequazione, “occorre che sia dimostrata anche la sussistenza di un pregiudizio specifico e attuale riveniente ai suoli del ricorrente per effetto della scelta pianificatoria della quale si assume l'illegittimità”, dimostrazione che, invece, nella vicenda di causa è stata dai ricorrenti del tutto omessa (cfr. C<u>.d.S., sez. IV, 18.12.2013, n. 6082</u>).</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><i><b><span style="color: #0b5394;">3.</span></b> Spetta, infine, al ricorrente precisare, con riferimento alle dedotte incompatibilità, se e in quale modo quelle decisioni abbiano arrecato un diretto pregiudizio anche a fondi di loro proprietà (cfr. <u>C.d.S., sez. IV, 12.1.2011, n. 133</u>).</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sentenza per esteso</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">INTESTAZIONE</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Regionale
di Giustizia Amministrativa di Trento<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Sezione Unica)<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">ha pronunciato la
presente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">SENTENZA<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">sul ricorso numero di registro generale 46
del 2015, proposto da:<br />
Alessandro Saiani, Remo Bazzanella, Giuseppe Bazzanella, Nadia Bazzanella,
Antonio Sega, Mario Sega e Giancarlo Cavagna, rappresentati e difesi dall'avv.
Diego Senter e con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Eugenio Pensini
in Trento, via Manci, n. 67<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">contro<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Comune di Ala, in persona del Sindaco<i> pro
tempore</i>, rappresentato e difeso dall'avv. Germano Berteotti e con domicilio
eletto presso la Segreteria del Tribunale in Trento, via Calepina, n. 50<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><i><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">per l'annullamento<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">della deliberazione del Consiglio comunale
di Ala n. 50, di data 12 novembre 2014, recante "Variante 2014 al piano
regolatore generale - prima adozione", pubblicata all'albo pretorio fino
al 24 novembre 2014.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti il ricorso e i relativi allegati;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visto l'atto di costituzione in giudizio
del Comune di Ala;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Viste le memorie difensive;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Visti tutti gli atti della causa;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Relatore nell'udienza pubblica del giorno
5 novembre 2015 il cons. Alma Chiettini e uditi per le parti i difensori come
specificato nel verbale;<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto
quanto segue.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>FATTO e DIRITTO</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">1. Con il presente ricorso i signori
indicati in epigrafe, tutti residenti nel Comune di Ala, hanno impugnato la
deliberazione del Consiglio comunale n. 50, del 12 novembre 2014, di prima
adozione della variante 2014 al piano regolatore generale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Essi, lamentando l’illogicità delle nuove
destinazioni impresse a beni di loro proprietà o, comunque, a beni di loro
interesse, e l’irrazionalità di alcune scelte effettuate dall’Amministrazione
utilizzando l’istituto della perequazione, hanno denunciato: - la violazione
dell’art. 78 del D.Lgs. 18.8.2000, n. 267, e dell’art. 14 del D.P.Reg.
1.2.2005, n. 3/L, asserendo che l’obbligo di astensione sarebbe stato violato
dal sindaco, da un assessore, da due consiglieri comunali e dal tecnico
consulente che ha elaborato il progetto di variante; - eccesso di potere per
irregolarità endoprocedimentali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2. Si è costituita in giudizio
l’Amministrazione comunale intimata per chiedere la reiezione del ricorso nel
merito ma, pregiudizialmente, sollevando l’eccezione di inammissibilità per
carenza di interesse, essendo stato impugnato solo il primo provvedimento della
complessa procedura di variante urbanistica la quale, inoltre, consente agli
interessati la più ampia partecipazione procedimentale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">3. In data 24 settembre 2015 il Comune di
Ala ha depositato in giudizio la deliberazione n. 38, di data 26 marzo 2015,
con cui il Consiglio comunale - preso atto che l’art. 33 della legge
provinciale in materia di urbanistica vieta l’adozione di varianti “<i>nel
semestre che precede il rinnovo ordinario del consiglio comunale</i>” e che con
decreto del Presidente della Regione erano stati convocati per il giorno 10
maggio 2015 i comizi per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale - ha
deliberato di “<i>dichiarare la nullità o, comunque, di annullare, in
autotutela</i>” l’impugnata deliberazione n. 50 del 2014.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L’Amministrazione ha pertanto chiesto che
il ricorso sia dichiarato inammissibile per difetto di interesse.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">4. La difesa dei ricorrenti, riconoscendo
come la vicenda si debba concludere con una “<i>declaratoria di improcedibilità
essendo venuta meno la materia del contendere</i>”, ha comunque chiesto la
rifusione delle spese di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">5. Alla pubblica udienza del 5 novembre
2015, sentiti i procuratori delle parti e constatato come ognuno di essi abbia
insistito per ottenere la rifusione delle spese di lite, il ricorso è stato
trattenuto per la decisione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">6. Ciò premesso, osserva il Collegio che,
in pendenza di giudizio, l'Amministrazione comunale ha annullato lo strumento
pianificatorio contestato in questa sede, seppure per una ragione del tutto
estranea alle pretese qui avanzate dalle parti deducenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In ogni caso, con la sopravvenuta
determinazione: - da un lato, è venuta meno la lesione nella quale si era
innestato l’interesse a ricorrere che condiziona il diritto di azione; - da
altro lato, la pretesa formalmente azionata in giudizio (ossia l’eliminazione
dal mondo giuridico della nuova variante urbanistica) ha ottenuto piena
soddisfazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Con ciò, in definitiva, si è concretizzata
la fattispecie disciplinata dal comma 5 dell’art. 34 del c.p.a., per cui
occorre dare atto della cessazione della materia del contendere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">7. In conclusione, e ai soli fini della
liquidazione delle spese di lite, il Collegio deve rilevare che:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- l’eccezione d’inammissibilità del
ricorso sollevata pregiudizialmente dal Comune di Ala è infondata: ancora con
pronunce risalenti la giurisprudenza amministrativa ha affermato che è nella
facoltà di ogni soggetto interessato l’immediata impugnazione della
deliberazione di adozione della variante al piano regolatore “trattandosi di un
rimedio volto ad estendere la tutela prima che la volontà dell’Amministrazione
si consolidi” (cfr. C.d.S., sez. IV, 1.2.1994, n. 92; C.d.S., sez. IV,
27.6.2006, n. 4166; T.A.R. Lombardia, Milano, sez. II, 3.2.2003, n. 192;
T.R.G.A. Trento, 16.12.2008, n. 319);<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">- in ogni caso, il ricorso si presenta,
per la gran parte, inammissibile per carenza di legittimazione e di interesse:
infatti, ad eccezione dei casi in cui si denuncino prescrizioni che incidono
direttamente sui suoli di proprietà, per l’impugnazione delle restanti
disposizioni contenute nel piano regolatore generale, o in una sua variante,
quali quelle concernenti l’utilizzo dell’istituto della perequazione, “<i>occorre
che sia dimostrata anche la sussistenza di un pregiudizio specifico e attuale
riveniente ai suoli del ricorrente per effetto della scelta pianificatoria
della quale si assume l'illegittimità</i>”, dimostrazione che, invece, nella
vicenda di causa è stata dai ricorrenti del tutto omessa (cfr. C.d.S., sez. IV,
18.12.2013, n. 6082); inoltre, i deducenti non hanno nemmeno precisato, con
riferimento alle dedotte incompatibilità, se e in quale modo quelle decisioni
abbiano arrecato un diretto pregiudizio anche a fondi di loro proprietà (cfr.
C.d.S., sez. IV, 12.1.2011, n. 133).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A ciò consegue che appare giustificato
disporre la compensazione delle spese di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">P.Q.M.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa
della Regione autonoma Trentino - Alto Adige / Südtirol, sede di Trento,<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">definitivamente pronunciando sul ricorso
n. 46 del 2015<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">dichiara cessata la materia del
contendere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Compensa le spese di giudizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ordina che la presente sentenza sia eseguita
dall'Autorità amministrativa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Così deciso in Trento nella camera di
consiglio del giorno 5 novembre 2015 con l'intervento dei magistrati:<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Roberta Vigotti,
Presidente<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Angelo Gabbricci,
Consigliere<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center; text-indent: 1.0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alma Chiettini,
Consigliere, Estensore<o:p></o:p></span></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ESTENSORE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL PRESIDENTE<o:p></o:p></span></span></b></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
<td style="padding: .75pt .75pt .75pt .75pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il 09/11/2015<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">IL SEGRETARIO<o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)</span><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: 15pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4159198437641778095.post-72347208828715830382015-11-14T05:06:00.001-08:002015-11-14T05:06:31.497-08:00ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITA': Acquisizione sanante - Gli ambiti procedimentali e le novità giurisprudenziali (di Michele Lobrace, con nota a sentenza T.A.R. Campania, Salerno, Sez. II, 4 febbraio 2015 n. 228)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBigaoPlReejPas0wT0UzbSSbeZeW16Xn20AAlo_Ivc9LMOCiR6m5CbjLfqHiR5A4kvdd5dpmES2SfZ6XeDHw_GqRDIrtMm1A1-S3dGniwgbBaoODWhRny_-AtazL92kS8BfvUDHCgIw3r/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBigaoPlReejPas0wT0UzbSSbeZeW16Xn20AAlo_Ivc9LMOCiR6m5CbjLfqHiR5A4kvdd5dpmES2SfZ6XeDHw_GqRDIrtMm1A1-S3dGniwgbBaoODWhRny_-AtazL92kS8BfvUDHCgIw3r/s320/images.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #073763;"><br /></span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #073763;">ESPROPRIAZIONE </span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>PER PUBBLICA UTILITA': </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>Acquisizione sanante - Gli ambiti procedimentali </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>e le novità giurisprudenziali </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394;">(di</span><span style="color: #783f04;"> </span><span style="color: #7f6000;">Michele Lobrace</span>, </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b><span style="color: #0b5394;">con nota a sentenza T.A.R. Campania, Salerno, </span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: #0b5394; font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="line-height: 24px;"><b>Sez. II, 4 febbraio 2015 n. 228)</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b><span style="color: #783f04; font-size: large;"><br /></span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b><span style="color: #783f04;"><br /></span></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b><span style="color: #7f6000;">Post</span></b> di <b>Michele Lobrace </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">(</span></span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 150%;"><span style="font-size: x-small;">Studio Legale Paolino-Annunziata (SA)</span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #990000; line-height: 150%;"><br /></span></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #990000; line-height: 150%;">ACQUISIZIONE SANANTE – GLI
AMBITI PROCEDIMENTALI</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #990000; line-height: 150%;">E LE NOVITA' GIURISPRUDENZIALI</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Nei casi in cui la P.A. ponga in essere attività di costruzione di opere
di pubblica utilità sul suolo privato altrui, <i>sine titulo</i>, il
proprietario del fondo può optare, <i>ex </i>art. 936 c.c., per l'acquisizione nel suo
patrimonio dell'opera – corrispondendo il maggior valore dei materiali e della
mano d'opera oppure l'aumento di valore recato al fondo – oppure per la messa
in pristino dell'area, a spese del terzo, escludendo però la possibilità di
chiedere la rimozione dell'opera trascorsi sei mesi dalla conoscenza
dell'incorporazione.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Negli anni '80 la Corte di Cassazione a S.U. introdusse nel nostro
ordinamento, <i>ex</i> art. 938 c.c., l'istituto dell'accessione invertita, ossia un
particolare modo di acquisizione della proprietà di un terreno da parte della
P.A. che avesse irreversibilmente trasformato la destinazione del fondo del
privato (Cass. S.U. 26.02. 1983, n. 1464). Il fondo diventava di spettanza
della P.A., ma la situazione diveniva fonte di indennizzo da espropriazione per
il privato, con giurisdizione del G.A., secondo lo schema dell'espropriazione
ordinaria.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Un nuovo intervento del Supremo consesso – Cass. S.U. 10.06.1988, n.
3940 – pone una serie di limiti alla P.A. in merito all'acquisizione,
surrogandola alle sole ipotesi in cui fosse intervenuta precedentemente una
dichiarazione di pubblica utilità, in quanto atto manifestativo dell'interesse
pubblico. Si delineava così la metamorfosi dell' “accessione invertita” in
“occupazione acquisitiva”.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Mancando l'intervenuta dichiarazione di pubblica utilità, si configurava
l'usurpazione <i>sine titulo </i>che dava al proprietario il diritto alla restituzione
del bene con conseguente diritto al risarcimento dei danni, ferma la facoltà di
quest'ultimo di abdicare volontariamente la proprietà in capo alla P.A.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Giunsero rilievi critici sulle modalità di espropriazione indiretta da
parte della Corte EDU, che la qualificò come contraria all'art. 6 della
Convenzione di Roma – equo processo – e all'art. 1 del Protocollo Addizionale –
protezione della proprietà – poiché lesivi del principio di legalità, certezza
del diritto ed effettività della tutela giurisdizionale (caso Belvedere c/
Italia, 30.05. 2000; caso Carbonara e Ventura c/ Italia, 20.05.2000).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Sulla scorta delle sollecitazioni europee, il nostro Legislatore, in
fase di riorganizzazione della materia espropriativa introduce l'art. 43 nel
T.U. espropriazioni – Dpr 8/06/01, n. 327 – introdusse nel nostro ordinamento
la c.d. acquisizione sanante. La P.A. che avesse utilizzato un bene immobile
per scopi di pubblico interesse, modificato in assenza del valido ed efficace
provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità, poteva sanare
la situazione contra ius e disporre l'acquisizione al suo patrimonio
indisponibile con effetti <i>ex tunc</i>, purché fosse risarcito il danno patito dal
proprietario e prevedendo, in aggiunta, una forma di “acquisizione
giudiziaria”.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">La norma fu subito censurata dalla Corte EDU – caso Scordino c/ Italia –
soprattutto in ordine al quantum del ristoro patrimoniale derivante
dall'acquisizione sanante; allo stesso modo la norma fu censurata dalla Corte
Costituzionale che la dichiarò illegittima (Cort. Cost. n. 293/2010).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">A seguito di tale declaratoria di illegittimità costituzionale, il
legislatore interviene con l'introduzione dell'art. 42–<i>bis</i>. Tale nuovo
istituto si atteggia a “procedimento semplificato di espropriazione” che
ingloba in se la dichiarazione di pubblica utilità ed il decreto di esproprio,
sintetizzando <i>uno actu</i> l'intero procedimento, in presenza dei presupposti
indicati nella norma.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">La norma introduce novità significative, classificando l'acquisto da
parte della P.A. con efficacia <i>ex nunc </i>che decorre dall'emanazione dell'atto di
acquisizione. Altra novità riguarda la necessità di una motivazione
“rafforzata” che vada ad esplicitare le attuali ed eccezionali ragioni di
pubblico interesse. Inoltre, nel computare l'indennizzo viene fatto rientrare
non solo il danno patrimoniale, ma anche quello non patrimoniale,
forfettariamente liquidato, prevedendo la condizione sospensiva del
trasferimento della proprietà al completo pagamento delle somme dovute. Infine,
per il periodo di occupazione<i> sine titulo</i> viene corrisposta una somma
determinata forfettariamente a titolo di risarcimento e si escluse, a
differenza della precedente normativa, la possibilità della c.d. acquisizione
giudiziale.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">La Corte Costituzionale – 30.04.2015, n. 71 – si è pronunciata sulla
questione di legittimità costituzionale di questo art. 42<i>-bis</i> reputando la sua
piena conformità all'impianto costituzionale ( artt. 3, 24, 42) e definendo
eliminata con questa nuova formulazione la “défaillance” strutturale lamentata
dalla Corte EDU riguardo al fenomeno delle espropriazioni indirette.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Di recente il TAR Campania – Salerno, con sentenza unica nel suo genere,
a fronte di un'occupazione sine titulo posta in essere da una ASL locale , ha affermato
che, a fronte delle varie alternative che il G.A. affida all'Amministrazione su
di un'opera realizzata su cosa occupata illegittimamente, non decorrono più i
termini in quanto il proprietario deve preliminarmente indicare come vuole
essere indennizzato altrimenti si configura l'indebito arricchimento.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> </span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: left;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>Breve nota a sentenza</b></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="color: #073763; line-height: 150%;">(TAR CAMPANIA – SALERNO, SEZ.
II, 04.02.2015, N. 228)</span></b><b><span style="line-height: 150%;"> </span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;"><br /></span></b></span></div>
<ul style="margin-top: 0cm;" type="disc">
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">La scelta di procedere all’acquisizione
dell’area o alla sua restituzione dipende dall’opzione che i proprietari
devono scegliere ai sensi dell’art. 936, comma 2, cc. La norma
contempla e tempera le conseguenze patrimoniali derivanti
dall’applicazione del principio</span><span style="line-height: 150%;"> </span><i><span style="line-height: 150%;">quid
quid solo inaedificatur solo cedit</span></i><span style="line-height: 150%;"> </span><span style="line-height: 150%;">(secondo
cui qualunque costruzione od opera esistente sopra o sotto il suolo
appartiene al proprietario di questo, come prevede l’art. 934 c.c.)<i>,</i></span><i><span style="line-height: 150%;"> </span></i><span style="line-height: 150%;">e serve ad applicare
il divieto generale di indebito arricchimento – <i>ex</i> art. 2041 cc – secondo
cui a nessuno è consentito accrescere il proprio patrimonio a danno di
altri.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il legislatore consente al proprietario del
suolo che ha subito la costruzione sul proprio fondo di operare una
duplice scelta, ovvero, ritenere le opere costruite e di corrispondere un
indennizzo a chi ha realizzato l'opera (<i>ex </i>art. 936, comma 2) consentendo
di optare tra il valore dei materiali e il prezzo della mano d’opera
oppure l’aumento di valore arrecato al fondo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il diritto di ritenzione, diviene dovere di
trattenere le opere fatte, se siano trascorsi sei mesi dal giorno in cui
il proprietario ha avuto notizia dell’incorporazione; in tal caso il
proprietario perde il primo diritto di scelta – ovvero ritenere o meno le
opere fatte sul proprio fondo – ma mantiene l’opzione in ordine al quantum
dell’indennizzo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Decaduto
il diritto di ritenzione del proprietario viene riconosciuto il potere
della P.A. di procedere all’acquisizione delle aree. Residua solo un
ordine di scelta in ordine al quantum dell’indennizzo previsto <i>ex</i> art.
936, comma 2, cc, che va contemperato con il potere della P.A. di acquisire
l’area ai sensi dell’art. 42-<i>bis</i> del T.U. espropriazioni.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Subordinare,
però, l’esercizio di tale scelta alla decisione della P.A. di acquisire o
meno i beni, vuol dire delineare una soluzione non del tutto in linea con
il principio di buona fede che ormai è entrato anche nei rapporti tra
privati e P.A.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il
rifiuto dei proprietari ad esercitare l’opzione – deducendo che sia potere
che può esercitarsi solo successivamente alla scelta della P.A. di
procedere o meno all’acquisizione dell’area – oltre a non avere un riscontro
normativo, si palesa in contrasto con l’obbligo di buona fede e leale
cooperazione. Inoltre, il rifiuto non sottende alcun valido interesse dei
proprietari e, pertanto, non va giuridicamente riconosciuto anche perché
potrebbe integrare un abuso di diritto.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Tale
circostanza comporta che il Collegio sia tenuto a fissare i termini per
l’esercizio del diritto di opzione dei proprietari e, conseguentemente,
rifissare i termini per l’esercizio dei poteri della P.A. e mancandone
disposizione normativa lo dispone il Collegio reputandolo non come intervento
invasivo del Giudice ma in conformità all’art. 650 cc e 1183 cc come
funzione suppletiva per esercitare diritti sia per ottemperare a doveri.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">In
mancanza del diritto di scelta sarà la P.A. a poter liquidare un indennizzo
pari al valore dei beni materiali e della mano d’opera o dell’aumento del
valore del fondo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></li>
</ul>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><b><span style="color: #cc0000;">Sentenza per esteso</span></b></span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">INTESTAZIONE</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">Il Tribunale Amministrativo
Regionale della Campania</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">sezione staccata di Salerno
(Sezione Seconda)</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">ha pronunciato la presente</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">SENTENZA</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">sul ricorso numero di registro generale 1743 del 2014, proposto da:</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Azienda Sanitaria Locale Salerno, in persona del legale rapp. p.t.,
rappresentato e difeso dagli avv. Maria Annunziata, Walter Maria Ramunni,
Gaetano Paolino, con domicilio eletto presso l’avv. Gaetano Paolino in Salerno,
piazza Sant'Agostino, 29;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="line-height: 150%;">contro</span></i></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Comune di Salerno, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso
dall'avv. Antonio Brancaccio, presso il cui studio è elettivamente domiciliato
in Salerno, largo Dogana Regia, N.15;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="line-height: 150%;">nei confronti di</span></i></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Generoso</span><span style="line-height: 150%;"> Marino,
Ersilia Marino, Giulia Musto, Mario Gallo, Vincenzo Musto, Maria
Pia Marino, Massimo Marino, Fortunato Fierro, Filomena
Fierro, Giuseppe Fierro, tutti quali eredi di Margherita Gallo, rappresentati e
difesi dagli avv. Giuseppe Vitolo, Giovanni Ernesto Cerisano, con domicilio
eletto presso lo studio dell’avv. Giuseppe Vitolo in Salerno, c.so Garibaldi,
n.181;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="line-height: 150%;"><br /></span></i></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><i><span style="line-height: 150%;">per la richiesta di
chiarimenti in ordine alle modalità di corretta ottemperanza della sentenza n.
1066/12.</span></i></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Visti il ricorso e i relativi allegati;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Visti gli atti di costituzione in giudizio di Comune di Salerno e
di GenerosoMarino, Ersilia Marino, Giulia Musto, Mario
Gallo, Vincenzo Musto, Maria Pia Marino, Massimo Marino,
Fortunato Fierro, Filomena Fierro, Giuseppe Fierro, tutti quali eredi di
Margherita Gallo;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Viste le memorie difensive;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Visti tutti gli atti della causa;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Relatore nella camera di consiglio del giorno 27 novembre 2014 il dott.
Maurizio Santise e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">FATTO</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il presente giudizio origina dalle sentenze del Tar n. 223/2004 e n.
2800/2007 con cui sono stati annullati gli atti della procedura ablatoria
finalizzata alla realizzazione di un poliambulatorio e di una residenza
sanitaria. Il Tar, con sentenza n. 1066/2012, confermata dal Consiglio di Stato
(sentenza n. 306 del 22.1.2014), ha condannato l’Asl alla restituzione dei beni
oggetto di illegittima occupazione, secondo le modalità e con gli
effetti della ordinaria normativa civilistica (in particolare, art. 936 c.c.).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Ha poi intimato all’Asl di valutare entro 90 giorni dalla notifica della
sentenza a cura di parte ricorrente se acquisire l’area o restituire i beni.
Nel primo caso, ha stabilito che dovranno essere corrisposte le somme a titolo
di risarcimento/indennizzo, osservando i criteri previsti dal T.U.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">In caso, invece, di restituzione dei beni, ha stabilito che dovrà
applicarsi l’art. 936 c.c., senza che sussista il potere dei proprietari di
chiedere la rimozione delle opere, in quanto tale diritto si è estinto.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il Consiglio di Stato, nel confermare la citata sentenza, ha
ulteriormente chiarito che sia il Comune di Salerno (che ha adottato tutti gli
atti relativi al procedimento espropriativo poi annullati), sia l’Asl di
Salerno (che ha provveduto alla realizzazione dell’opera edilizia sanitaria)
sono responsabili solidalmente per il risarcimento del danno (pag. 11) e che è
l’Asl di Salerno ad essere legittimata ad emanare il provvedimento di cui
all’art. 42 <i>bis </i>T.U. 32//2001, in relazione all’immobile
destinato a poliambulatorio (pag. 14). Quanto ai criteri cui ancorare il
risarcimento del danno a causa dell’illegittima occupazione, il Consiglio di
Stato ha confermato i principi dettati dal Tar. Parimenti la sentenza del Tar è
stata confermata in relazione alla decadenza dei proprietari dall’esercitare la
richiesta di rimozione delle opere realizzati sui propri fondi.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il risarcimento del danno è stato commisurato al valore venale del bene
alla data in cui sarà adottato l’atto di acquisizione. L’illegittima
occupazione, a far data dal 2000, deve essere risarcita tenendo come
riferimento il 5% annuo del valore venale del bene.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Tanto premesso, l’Asl, con il presente ricorso, ha richiesto chiarimenti
in ordine ai seguenti punti:</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">1. Conseguenze derivanti dalla mancata indicazione, da parte dei
soggetti privati proprietari delle aree, che hanno chiesto in giudizio la
restituzione delle aree, dell’opzione di cui all’art. 936, co. 2 c.c., nonché
chiarimenti in ordine ai criteri da adottare ai fini della quantificazione
dell’importo che i proprietari dovrebbero corrispondere in caso di restituzione
dei beni;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">2. Individuazione dei criteri di ripartizione delle quote di
responsabilità tra Asl e Comune di Salerno sia nelle ipotesi di restituzione
delle aree, sia nell’ipotesi alternativa di acquisizione delle stesse;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">3. Restituzione o acquisizione di aree detenute dal Comune di Salerno e
non dall’Asl Salerno;</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">4. Determinazione dei criteri di liquidazione degli interessi moratori
in ipotesi di restituzione delle aree.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il Comune di Salerno si è costituito regolarmente in giudizio,
evidenziando che alcuna inottemperanza al giudicato amministrativo è
imputabile, ad alcun titolo, al Comune di Salerno e che l’obbligo di
resituzione incombe unicamente all’Asl. Non vi sarebbe, poi, alcuna somma allo
stato determinabile a titolo di risarcimento del danno, in quanto l’Asl non ha
ancora deciso se acquisire o restituire i beni.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">I proprietari si sono costituiti in giudizio chiedendo, tra le altre
cose, dichiararsi inammissibile il ricorso, in quanto tutti i chiarimenti
richiesti troverebbero già chiara risposta nelle sentenze passate in giudicato.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Alla camera di consiglio del 27 novembre 2014, la causa è stata
trattenuta in decisione.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;"><b>DIRITTO</b></span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">1. Giunge all’attenzione del Collegio una richiesta di chiarimenti in
ordine alla modalità di ottemperanza in relazione alla sentenza di questo Tar
1066/2012, confermata in appello.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Va premesso che è ius receptum il principio secondo cui la c.d. «</span><span style="line-height: 150%;"> </span><span style="line-height: 150%;">ottemperanza di chiari</span><span style="line-height: 150%;">menti</span><span style="line-height: 150%;"> </span><span style="line-height: 150%;">», ex art. 114 c.p.a., non scaturisce da un'azione o da una domanda in
senso tecnico, costituendo un mero incidente sulle modalità di esecuzione del
giudicato (cfr., Consiglio di Stato, sez. IV, 17/09/2014, n. 4722), che
presuppone, quale suo irrinun</span><span style="line-height: 150%;">ciabile
requisito, una situazione di incertezza da dirimere e che impedisce la
sollecita esecuzione del titolo esecutivo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Non può l’ottemeperanza di chiarimenti essere utilizzata in assenza di
una conclamata incertezza di esecuzione, né è possibile, attraverso tale strumento,
rimettere in discussione le sentenze passate in giudicato.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Per tali motivi il Consiglio di Stato ha recentemente chiarito che tale
strumento non può essere utilizzato per chiedere l'accertamento sulla esatta esecuzione
del giudicato, da parte della stessa amministrazione tenuta all'adempimento
(cfr., Consiglio di Stato, sez. IV, 12/06/2014, n. 2993).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Sulla stessa scia si colloca la giurisprudenza dei Tar, la quale ha
evidenziato che l’ottemperanza di chiarimenti non può trasformarsi in un'azione
di accertamento della legittimità o liceità della futura azione amministrativa,
salvo che questa non attenga ad una effettiva modalità di esecuzione della
sentenza, né può trasformasi in un appello mascherato, che porti di fatto a
stravolgere il contenuto della pronuncia, che non può più venire riformata né
integrata dal giudice dell'ottemperanza ove la pretesa avanzata sia de plano
ricavabile dal tenore testuale della sentenza da eseguire (T.A.R. Torino (Piemonte)
sez. I, 03/05/2014, n. 744).</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Alla luce delle tracciate linee interpretative possono essere forniti i
chiarimenti richiesti.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">2. La prima questione sottoposta all’attenzione del Collegio, riguarda
le conseguenze derivanti dal mancato esercizio dell’opzione, ai sensi dell’art.
936, co. 2 c.c., da parte dei proprietari delle aree. In altre parole, l’Asl ha
evidenziato nel ricorso che la scelta di procedere all’acquisizione dell’area o
alla sua restituzione dipende dall’opzione che i proprietari effettueranno ai
sensi dell’art. 936, co. 2 c.c. I proprietari, costituitisi in giudizio,
ritengono di non essere tenuti preliminarmente ad esercitare l’opzione citata,
trattandosi di un potere che può essere esercitato solo successivamente alla
scelta della p.a. di procedere o meno all’acquisizione dell’area. Hanno,
peraltro, evidenziato che, il potere dell’Asl di acquisire le aree si è estinto
perché non è stato esercitato nei termini previsti in sentenza.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Tanto premesso, va chiarito che l’art. 936 c.c. è norma che contempla e
tempera le conseguenze patrimoniali derivanti dall’applicazione del principio
quid quid solo inaedificatur solo cedit (secondo cui qualunque costruzione od
opera esistente sopra o sotto il suolo appartiene al proprietario di questo,
come prevede l’art. 934 c.c.), che altrimenti sarebbero sproporzionatamente
vantaggiose per il proprietario del suolo. La norma in esame è, quindi, chiara
applicazione del divieto generale di indebito arricchimento, fotografato
dall’art. 2041 c.c., secondo cui a nessuno è consentito accrescere il proprio
patrimonio con danno altrui.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">In quest’ottica, il legislatore attribuisce al proprietario che ha
subito la costruzione dell’opera sul proprio fondo una doppia scelta: la scelta
di ritenere le opere medesime e di corrispondere l’indennizzo, di cui al comma
secondo dell’art. 936 c.c., consentendo al proprietario di optare tra il valore
dei materiali e il prezzo della mano d’opera oppure l’aumento di valore recato
al fondo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il diritto di ritenzione, tuttavia, diviene dovere di trattenere le
opere fatte, se siano trascorsi sei mesi dal giorno in cui il proprietario ha
avuto notizia dell’incorporazione; in tale ipotesi, infatti, il proprietario
perde il primo diritto di scelta (quello di ritenere o meno le opere fatte sul
proprio suolo), ma mantiene l’opzione in ordine al quantum dell’indennizzo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il comma secondo, tuttavia, è norma che va adattata alla peculiarietà
dei casi che vedono coinvolta la p.a. Infatti la norma prevede che il
proprietario, se sceglie di ritenere la cosa, deve, sempre a sua scelta, pagare
il valore dei materiali e il prezzo della mano d’opera oppure l’aumento recato
al fondo. Tutta la vicenda, quindi, si fonda su una scelta del proprietario che
ha subito la costruzione al di sopra del proprio fondo. Nel caso di specie,
però, le sentenze hanno accertato la decadenza del diritto di ritenzione del
proprietario e riconosciuto il potere della p.a. di procedere con
l’acquisizione delle aree.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Residua, quindi, allo stato, solo un potere di scelta da parte dei
proprietari in ordine al quantum dell’indennizzo previsto, dall’art. 936, co.
2, c.c., che va contemperato con il potere della p.a. di acquisire l’area ai
sensi dell’art. 42 bis Tu sull’espropriazione.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Al fine di esercitare il citato potere, l’Asl ha chiesto ai proprietari
dell’area di conoscere l’eventuale contenuto dell’opzione che gli stessi
eserciterebbero in conseguenza della eventuale mancata acquisizione dell’area.
Questi ultimi si sono trincerati dietro un netto rifiuto, evidenziando che
l’opzione in esame è potere cronologicamente successivo alla scelta della p.a.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il Collegio ritiene che, nella logica dell’art. 936, co. 2, c.c.,
l’esercizio dell’opzione è cronologicamente successivo rispetto alla decisione,
da parte del proprietario, di ritenere o meno le opere costruite sul proprio
fondo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Nel caso di specie, però, la scelta in ordine alla sorte dei beni, non
dipende dai proprietari, poiché il relativo diritto di scelta si è estinto, ma
dalla p.a., che deve decidere se esercitare o meno il potere riconosciuto
dall’art. 42 bis T.U. sull’espropriazione.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">L’unica scelta che residua ai proprietari è quella relativa al quantum
del’indennizzo contemplato dall’art. 936, co. 2. c.c. Subordinare, però,
l’esercizio di tale scelta alla decisione della p.a. di acquisire o meno i
beni, vuol dire delineare una soluzione non del tutto in linea con il principio
di buona fede che è ormai entrato a pieno titolo anche nei rapporti tra privati
e p.a. L’amministrazione ha, infatti, chiarito che a seconda della scelta effettuata
dai proprietari, potrà decidere se acquisire l’area oppure no, in quanto
vengono in gioco somme di danaro ingenti, che influiscono necessariamente sulla
scelta della p.a.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Come detto, il rifiuto opposto dai proprietari di esercitare l’opzione,
oltre a non trovare fondamento normativo, si palesa in contrasto con l’obbligo
di buona fede e leale cooperazione che pervade anche i rapporti tra p.a. e privati.
Inoltre, si tratta di un rifiuto che non sottende alcun valido interesse dei
proprietari e, pertanto, non va riconosciuto giuridicamente, anche perché capace
di integrare la figura dell’abuso del diritto.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Ne deriva che i proprietari sono tenuti a esercitare l’opzione, anche se
la p.a. non si è ancora determinata in ordine alla restituzione o acquisizione
delle aree.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Tale circostanza comporta che il Collegio sia tenuto a fissare i termini
per l’esercizio dell’opzione dei proprietari e, conseguentemente, rifissare i
termini per l’esercizio del potere della p.a.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">In assenza di disposizione normativa che prevede un termine per
effettuare la scelta in capo ai proprietari, questo Collegio ritiene di poter
fissare il termine di giorni trenta dalla notificazione e/o comunicazione della
presente sentenza per esercitare l’opzione. Tale soluzione non delinea un
potere invasivo del giudice, ma si deduce dal complessivo sistema in cui,
nell’incertezza dei tempi, il legislatore attribuisce al giudice di intervenire
in via suppletiva sia per esercitare diritti (cfr., art. 650 c.c.) sia per
ottemperare a doveri (art. 1183 c.c.). In mancanza dell’esercizio del diritto
di scelta, questo si estinguerà e sarà la p.a. a poter liquidare un indennizzo
pari al valore dei materiali e al prezzo della mano d’opera o all’aumento di
valore del fondo.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">L’Asl, entro novanta giorni dalla ricezione della comunicazione di
esercizio dell’opzione o dalla scadenza del termine previsto per esercitare
l’opzione, dovrà decidere se resituire i beni o procedere all’acquisizione
delle aree, come già evidenziato dal Tar nella sentenza 1066/2012.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">3. Deve essere, invece, dichiarato inammissibile la richiesta di
chiarimenti in relazione ai criteri da adottare ai fini della quantificazione
dell’importo che i proprietari dovrebbero corrispondere in caso di restituzione,
non avendo la ricorrente evidenziato alcun profilo di criticità o di incertezza
in proposito ed apparendo la richiesta meramente esplorativa.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">.4. Con il secondo motivo di ricorso, l’Asl ha chiesto di chiarire quali
siano gli ambiti di responsabilità in relazione al risarcimento del danno da
corrispondere ai proprietari.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Sul punto, l’art. 2055, co. 3, del c.c., prevede che nel dubbio le colpe
si presumono uguali.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Nel caso di specie, non è emersa alcuna diversa responsabilità
delle pp.aa. e, quindi, la somma a titolo di risarcimento del danno va
equamente ripartita tra le pp.aa., salvo diverso accertamento da far valere,
eventualmente, in sede di esercizio di azione di regresso.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">5. Con il terzo motivo di ricorso, l’Asl ha chiesto chiarimenti in
ordine alla restituzione o acquisizione di aree detenute dal Comune di Salerno.
In altri termini, secondo l’Asl, deve essere il Comune di Salerno a restituire
o acquisire le aree dallo stesso detenute.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Sia la sentenza del Tar che del Consiglio di Stato hanno, però,
evidenziato che l’obbligo restitutorio o quello alternativo dell’acquisizione
non possono che far carico all’ASL (cfr., pag. 15 della sentenza del Consiglio
di Stato). Ne deriva che nessun dubbio può residuare dalla lettura della
sentenza e la circostanza dedotta dall’Asl, secondo cui ci sarebbe un viale
detenuto dal Comune di Salerno, non è idonea a mutare l’essenza del giudicato,
che copre il dedotto, ma anche il deducibile.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">6. Con un ulteriore motivo di ricorso, l’Asl chiede di quantificare
correttamente gli interessi moratori da corrispondere ai privati. Tale motivo
di ricorso è inammissibile perché genericamente formulato, non avendo indicato
l’amministrazione ricorrente i dubbi o le incertezze che richiederebbero un
chiarimento.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">La complessità della vicenda giustifica la compensazione delle spese di
lite tra le pa<i>rt</i></span><span style="line-height: 150%;">i.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">P.Q.M.</span></b><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania sezione staccata di
Salerno (Sezione Seconda)</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto,
fornisce i chiarimenti richiesti e dichiara inammissibile la richiesta di
chiarimenti in relazione alle lett. a), nei limiti specificati in motivazione,
e d) del ricorso.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Compensa le spese di lite tra le parti.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità
amministrativa.</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Così deciso in Salerno nella camera di consiglio del giorno 27 novembre
2014 con l'intervento dei magistrati:</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Luigi Antonio Esposito, Presidente</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Giovanni Sabbato, Consigliere</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Maurizio Santise, Referendario, Estensore</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: justify; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">DEPOSITATA IN SEGRETERIA</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Il 04/02/2015</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">IL SEGRETARIO</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">(Art. 89, co. 3, cod. proc.
amm.)</span><span style="line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; mso-vertical-align-alt: auto; text-align: center; text-autospace: ideograph-numeric ideograph-other;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="line-height: 150%;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
Federico Frascahttp://www.blogger.com/profile/04938141820005896010noreply@blogger.com0