giovedì 31 gennaio 2013

Il Discorso di Silvio Spaventa 133 anni dopo... Ieri è già domani.


Silvio Spaventa (1822-1893), patriota, politico e giurista. "Fondatore" e primo Presidente della IV Sezione (la prima giurisdizionale) del Consiglio di Stato a partire dal 1889.
Tra i primi teorici del Diritto Amministrativo italiano (insieme a Gian Domenico Romagnosi e Vittorio Emanuele Orlando), diede i natali all'interesse legittimo e al centralismo del Consiglio di Stato in materia giurisdizionale (durata sino al 1971, quando la l. n. 1034 ha istituto i T.A.R.), evidentemente influenzato dalla sua formazione hegeliana.
Nel suo "Politica della Destra (storica, ndr"), scrive:
"Io non diventerò progressista; e questo è ciò che mi importa che si sappia, e non già perché io non voglia riforme o ripugni a qualsiasi progresso ragionevole della nostra vita pubblica, chè anzi in questo campo forse precorro molti dei progressisti più audaci; ma io non voglio essere progressista del genere che sono i “progressisti d'Italia”, i quali si contraddistinsero in questo specialmente dai moderati, che da essi nacquero; cioè che essi non seppero mai resistere ai radicali, e la resistenza contro costoro fu fatta sempre e dappertutto dai moderati; condizione a cui l'Italia potè farsi e l'opera fatta non andare in rovina".
Di seguito vi riporto il "Discorso sulla Giustizia" del 7 maggio del 1880 pronunciato davanti all'Associazione costituzionale di Bergamo. Lo trovate qui in pdf.
L'attualità e la profondità del pensiero spaventiano sono un'ottima base per il futuro politico e giuridico dell'Italia (altro che gli odierni tecnocrati, in paragone a Spaventa dei pigmei)...Purché se ne abbia contezza e consapevolezza. E volontà (anche non hegelianamente intesa).

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