RECENSIONI:
"Lo scioglimento degli Enti locali",
di Nicola Posteraro & altri
(con introduzione del Prof. Renato Rolli).
Cari aficionados (e non) del blog,
vi riporto l'Introduzione di un'opera collettanea di un gruppo di giovani giuristi diretti dal Prof. Renato Rolli (Università della Calabria) su un tema sempre più attuale: lo scioglimento del Enti locali.
Chi non ha sentito parlare di "scioglimento del Comune per i filtrazione mafiosa o di "commissariamento per dissesto finanziario" di un Ente Locale?
Ecco, quest'opera offre l'opportunità di un approfondimento in materia.
Confesso di non averla letta: ma sono giovani giuristi come me e condividono la stessa passione per il Diritto amministrativo. Questo mi basta per "presentarveli"...
Il link con le informazioni e l'Indice dell'opera scaricabile lo trovate qui.
Qui sotto vi riporto l'Introduzione.
A presto.
FF
Lo scioglimento degli enti locali
Una
introduzione
Renato Rolli (a cura di)
Contributi:
di Andrea Borsani, Francesco Carnovale, Ubaldo Comite, Diego D’Amico, Angela
Luna Guagliano, Caludia Parise, Giancarlo Pompilio, Nicola Posteraro, Valerio
Zicaro
"Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato
mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, messo al
servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo
obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita".
Enrico Berlinguer
L’idea di trattare di un tema
caldo (ma assai in voga) quale quello dello scioglimento degli enti locali è
nata a seguito (e si potrebbe dire, a causa) degli accadimenti che hanno
sconvolto le realtà locali della Calabria moderna; luoghi in cui, a fronte di
motivazioni a volte evidentemente spiacevoli, si è concretamente proceduto con
lo scioglimento della compagine assembleare.
L’opera è rivolta ad un pubblico
di tecnici del diritto, sicuramente; ma anche a quanti, sconvolti negativamente
dal verificarsi di certe vicende incresciose, vogliano
accostarsi al mondo reale (perché parte integrante di esso) con l’interesse
d’un apprendista giurista; dunque vogliano legittimamente capire quali siano i
meccanismi (a volte complicati, invero, sebbene necessari) che popolano il
dietro le quinte di uno spettacolo reale e, purtroppo, sempre più comune.
Lo scritto è frutto dello studio
condotto da cultori delle discipline trattate provenienti da differenti
estrazioni professionali. Uno studio, in realtà, evidentemente intralciato
dalla esiguità del materiale bibliografico esistente in letteratura
scientifica; e, dunque, ancora di più meditato in vista di ulteriori (dovuti)
approfondimenti.
“Inevitabilmente”, scrive il professore Renato Rolli, curatore,
nella prefazione al testo, “il tema dello
scioglimento degli enti locali (e delle cause che lo provocano) può inscriversi
nel solco di uno studio volto alla comprensione di intrecci infausti, e delle
relazioni perniciose tra amministrazione e gestione delle risorse, nonché tra
amministrazione locale e criminalità organizzata”.
Il volume, volutamente
introduttivo, dunque sommario, si propone di analizzare l’istituto dello
scioglimento in un modo che non sia meramente accademico, ma che involga anche
aspetti di quotidianità tramite l’analisi della casistica specifica. In esso si
tratta delle cause (ordinarie e straordinarie) che la legge prevede
tassativamente come atte a, quando concretizzatesi, provocare l’avveramento di
una simile necessità.
L’analisi è calata in un
ragionamento giuridico di ampio respiro: accanto alla dottrina più rilevante
sul punto, infatti, si commenta anche la giurisprudenza più recente; e si
contempera, così, l’esigenza di applicazione pedissequa della norma positiva con
quella della sistematica interpretazione.
Ci si domanda quali siano i
rapporti sussistenti tra la normativa di riferimento e l’impianto garantistico
approntato dalla nostra Costituzione; e si arriva a sottolineare l’importanza
dell’istituto inquadrandolo come rimedio concreto capace di garantire al
cittadino, dunque alla collettività tutta, la tutela del momento democratico
nel mentre della propria vita quotidiana.
Nella trattazione, dopo l’esame
della nozione giuridica di controllo, ed un breve excursus storico sulla sua
importanza all’interno dell’organizzazione interna degli enti locali, si
propone uno studio dettagliato delle misure in qualche modo
sanzionatorio-repressive apprestate dall’ordinamento (più precisamente dal
Testo Unico degli Enti Locali).
Si sottolinea come l’istituto del
controllo, inteso come momento necessario e antecedente alla decisione di
procedere con l’eventuale scioglimento dell’organo assembleare, sia da sempre
stato inserito all’interno della realtà degli enti locali; e di come, anzi,
all’inizio esso sia nato e stato immesso in quelle realtà proprio per limitarne
autonomia e libertà di scelta, così incidendo chiaramente su aspetti di
democraticità e tutela effettiva dei cittadini.
Oggi, a fronte della rinomata
indipendenza che viene riconosciuta agli enti locali in quanto portatori di
istanze collettive degne di tutela, l’istituto del controllo ha perso la sua
intangibilità e sacra importanza; ma rimane comunque sempre utile nei casi in
cui, come quello in esame, si debba procedere con un procedimento delicato,
capace di sconvolgere gli assetti e gli equilibri di una società che, invero,
all’organo fiduciario da essa stessa precedentemente scelto chiaramente si
affida.
La politica è a servizio del
cittadino; ma cosa fa il nostro ordinamento per far sì che, a livello locale,
questa asserzione possa concretamente trovare accoglimento pieno? E,
soprattutto, come s’intreccia la disciplina dello scioglimento con la tutela
costituzionale che l’ordinamento giuridico in sé riconosce al singolo
ontologicamente e assiologicamente inteso?
Si tratta dei casi in cui vi sia
un contrasto ordinamentale (dunque si sostanzi il compimento di atti contrari
alla Costituzione, ovvero vi siano delle gravi e persistenti violazioni di
legge, ovvero, ancora, si concretizzino dei gravi motivi di ordine pubblico),
di quelli in cui si vadano materializzando delle disfunzionalità per cause cd.
tipizzate (soprattutto relativamente al bilancio), e, in ultimo, delle ipotesi
in cui si debba procedere con lo scioglimento per la presenza delle cd.
infiltrazioni mafiose.
Il volume dedica, poi, una parte
consistente dell’analisi finale ai casi pratici realmente verificatisi,
prendendo in considerazione alcune di quelle realtà calabresi in cui, negli
ultimi anni, sono andate concretamente emergendo le necessità urgenti di
scioglimento dell’organo assembleare.
La criminalità si insidia nel
sistema politico; lo inquina, poi lo sconvolge, dopodiché lo fa proprio e
comanda, dominandolo.
La collettività si sente minata
da un simile processo di pericoloso sconvolgimento, ed affronta il tema con
sfiducia, quasi rassegnata.
Lo scritto si conclude con un
intervento economista sulla governance e l’accountability negli enti locali e
fa propria, a questo punto, la frase di Paolo Borsellino, con la quale si
rivolge alla moltitudine, ma, soprattutto, ai giovani, espressione della futura
vita politica del Paese: li sprona, e li invita a prendere contezza del mondo
per riuscire a migliorarlo coi fatti. “Parlate della mafia.”, diceva il giudice.
“Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali, sui libri. Però
parlatene”.
Nicola Posteraro
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