martedì 15 luglio 2014

MEMOIRES D'UN JURISTE: la crisi della professione è direttamente proporzionale al crollo della domanda aggregata (Keynes "docet"!).




MEMOIRES D'UN JURISTE: 
la crisi della professione 
è direttamente proporzionale 
al crollo della domanda aggregata 
(Keynes "docet"!).



Non è agevolando l'offerta che usciremo DEFINITIVAMENTE dalla crisi, ma potenziando la domanda (aggregata, con l'inevitabile aumento della spesa pubblica, ossia deficit e spesa pubblica, pazienza!).
Puoi pure non far pagare più le tasse a chi è in difficoltà, o apre un nuovo studio legale o è semplicemente giovane (v. regime dei minimi), e favorire così, un minimo, la sopravvivenza nel BREVE PERIODO,
ma se non c'è domanda aggregata del servizio "giustizia" (ed il crollo del potere d'acquisto del ceto medio ne è il fattore determinante), sempre al palo si rimane come avvocati (e come cittadini).
Grandi e piccoli, giovani e meno giovani, prima o poi.
Puoi aumentare le tariffe quanto vuoi col il D.M. 55/2014, non si va lontani.
Se non si torna a Keynes (ammesso sia possibile) e si continua con Friedman (e Padoan è un "Chicago boy" come tutti i suoi predecessori da almeno 15 anni a questa parte) la vedo proprio dura.
Scusate lo sfogo!

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